Cos’è il roaming zero e perché è tanto difficile ottenerlo

Forse non tutti conoscono il significato del termine roaming, ma certamente molti ne sono stati vittima. Sicuramente ne ha subìto i nefandi effetti chi, trovandosi oltre i confini italiani, ha usato il proprio telefono o smartphone per chiamare o, soprattutto, collegarsi a Internet senza aver attivato con il proprio operatore un servizio specifico per l’estero: bollette salatissime, anche di svariate centinaia di euro, per aver usato per poco tempo il telefono.

Cos’è il roaming zero e perché è tanto difficile ottenerlo

Questo è il roaming, ovvero quel sistema usato dagli operatori telefonici per consentire agli utenti dei telefoni cellulari di essere collegati anche nelle zone non direttamente coperte utilizzando reti di proprietà di altri operatori. In pratica, è come se per un certo periodo di tempo si affittasse una rete di un operatore diverso dal proprio perché quest’ultimo in quella zona non può offrire la connessione.

Il roaming non è solo all’estero

Cos'è il Roaming Zero? è la proposta di abolire i costi di affitto di una rete cellulare in caso di mancata copertura, specie all'estero
Cos’è il Roaming Zero? è la proposta di abolire i costi di affitto di una rete cellulare in caso di mancata copertura, specie all’estero

Intendiamoci, non è necessario andare all’estero per dover usare il roaming. Può capitare che operatori che con le proprie reti non coprono interamente il territorio italiano, come per esempio 3, si avvalgano di reti altrui per assicurare la continuità del servizio ai propri clienti.

Così, in determinate zone del territorio, magari lontani dai grandi centri urbani, un utente di tali operatori viene automaticamente “traslato” per esempio su una rete Tim senza che se ne accorga. Questo solitamente fa una minima differenza se si tratta della rete voce, mentre qualcosina cambia in termini di spesa se si tratta di traffico dati: se si è usato il roaming lo si riscontra immediatamente nella bolletta.

Tuttavia, questo incremento della spesa è ben poca cosa se paragonato alle cifre che si possono raggiungere con il roaming internazionale, soprattutto, come detto, se si tratta di traffico dati. Ed è per tale motivo che tutti i cellulari e gli smartphone come standard non hanno attivata l’opzione che consente di effettuare il roaming dei dati: deve essere l’utente in modo cosciente a fornire il permesso.

Per lungo tempo senza regole

Fino ad alcuni anni fa, non esisteva una precisa regolamentazione per il roaming internazionale e quindi gli operatori hanno potuto sfruttare questa opportunità per proporre tariffe esorbitanti. Ma a fronte delle continue e numerose lamentele degli utenti, diversi organismi di regolamentazione internazionali hanno deciso di intervenire in prima persona per riportare la situazione sui binari della ragionevolezza e tutelare gli utenti.

Così, nel 2007 è entrato in vigore il nuovo regolamento europeo sul costo del roaming. Tale regolamento, che è stato chiamo Eurotariffa, ha definito precisi obblighi per i gestori di telefonia mobile: all’epoca l’obiettivo principale era l’imposizione di un tetto massimo di spesa per SMS e traffico voce. Per i messaggi non si è trovato subito un accordo mentre per le chiamate è stata portata la tariffa a 0,49 euro al minuto.

Il traffico dati, una miniera d’oro

Nel tempo però l’evoluzione tecnologica ha portato a concentrare sempre di più l’interesse verso il traffico dati, che ha gradualmente assunto un valore sempre più rilevante in ambito roaming. Opportunità che gli operatori hanno sfruttato come una miniera d’oro visto che per la consultazione della posta elettronica e la navigazione in Internet non si sono avute tariffe calmierate fino al 2012, quando si è deciso di imporre un costo per megabyte di 0,70 euro. A onor del vero un primo importante passo in questa direzione c’era già stato nel 2010, ma riguardava la spesa massima mensile consentita con il roaming dati, che

Neelie Kroes
Neelie Kroes, il commissario europeo che ha dato vita all’iniziativa roaming zero

era stata limitata 50 euro, limite che è tutt’ora in vigore. Precisiamo che oggi la tariffa voce a livello europeo è di 0,19 per le chiamate effettuate e di 0,05 euro per quelle ricevute, mentre un SMS costa 0,06 euro e 1 MB di traffico dati 0,20 euro.

La Ue: arriveremo al roaming zero

Nel 2013 la Commissione europea ha deciso di adottare una linea ancor più severa con gli operatori di telefonia, ponendosi come obiettivo ultimo l’eliminazione delle tariffe di roaming all’interno dei paesi membri della Ue. La data per portare a termine l’ambizioso progetto del roaming zero doveva essere il 31 dicembre del 2014, però non è stata assolutamente rispettata.

C’è stato quindi un posticipo a fine 2015, ma le ultime notizie parlano di un ulteriore rinvio sino al 2018. Però a partire dl prossimo anno dovrebbe esserci la possibilità per chi si reca all’estero di usufruire di un numero limitato di SMS e minuti di traffico voce a tariffa nazionale. Che per altro è un’opportunità che offrono già da tempo diversi operatori.

Da parte della Ue c’è evidentemente l’intenzione di andare incontro agli interessi degli utenti, ma è altrettanto chiaro che altri interessi hanno bruscamente frenato l’impeto normativo della Commissione europea e hanno portato a un protrarsi apparentemente immotivato del roaming zero. Il pensiero, ovviamente, va subito agli operatori telefonici.

Apple, l’operatore unico

Tuttavia, la questione inerente le tariffe di roaming potrebbe radicalmente cambiare anche senza l’intervento della Ue né di altri organi normativi. E ciò non solo a livello europeo, ma addirittura mondiale. Un terzo incomodo potrebbe infatti scompigliare le carte in tavola modificando radicalmente il modo con cui vengono gestiti oggi i rapporti con gli operatori telefonici. Questo terzo incomodo è Apple, che con la sua Apple Sim consente di avere attivi più piani (anche di differenti operatori) sullo stesso dispositivo mobile, potendo passare liberamente da un piano all’altro a seconda delle necessità.

L'iPad Air 2 e l'iPad mini e
L’Apple Sim è oggi presente solo su alcuni modelli di iPad

Al momento, Apple Sim è disponibile solo per gli iPad 2 Air e iPad mini 3 venduti negli Stati Uniti e nel Regno Unito. In pratica, Apple sta effettuando una sorta di test sul campo per verificarne efficacia e funzionamento sul versante traffico dati. Se tutto dovesse andare secondo le aspettative, l’utilizzo della Apple Sim potrebbe essere esteso all’iPhone e al traffico voce.

Ma dovrebbe anche essere possibile avere attivi piani tariffari di operatori di nazioni differenti. E se l’iniziativa di Apple avrà successo, c’è da scommettere che altri importanti produttori di dispositivi mobili non esiteranno a seguire la strada della Sim proprietaria. Come a dire che parlare di roaming zero potrebbe non avere più senso ancor prima del 2018.