Ricatti su Telegram: cosa fare, come gestire una sextorsion

Siete stati contattati da una ragazza su un social network, che vi ha chiesto di spostare la conversazione su Telegram, o siete stati contattati direttamente su Telegram. Dopo una chat sexy, è stato registrato del materiale personale e ora siete sotto ricatto.

Si tratta di un classico ricatto su Telegram: in questa guida vedremo come gestire un ricatto su Telegram per non avere danni alla propria reputazione ed evitare la diffusione di materiale personale.

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I ricatti su Telegram: perchè avvengono

I ricatti su Telegram fanno parte di un più ampio fenomeno noto come “Sextortion” o “ricatti sessuali online”: si tratta di un’attività ricattatoria condotta da gruppi internazionali di criminali, che eseguono migliaia di ricatti al giorno in tutto il mondo.

L’obiettivo è quello di registrare del materiale intimo, minacciare le vittime di diffonderlo online e ottenere cospicue somme di denaro.

Telegram è un’applicazione che, purtroppo, si presta particolarmente bene ai ricatti in quanto è difficile risalire alle informazioni del proprio interlocutore ed è molto facile cercare e contattare le persone, sfruttando il numero di cellulare, il nome utente o la funzione “persone nelle vicinanze”.

Su Telegram è inoltre molto semplice creare dei gruppi, dove condividere in poco tempo grandi quantità di materiale. Ecco quindi cosa fare per gestire al meglio un ricatto su Telegram.

Non credere ai ricattatori

I ricattatori sono dei professionisti nello spaventare le proprie vittime e normalmente utilizzano due grandi tecniche.

La prima è quella di richiedere denaro per curare un parente malato: spesso i ricattatori inoltrano l’immagine di una persona su un letto d’ospedale in gravissime condizioni per giustificare, con una motivazione umanitaria, la loro richiesta di soldi.

L’altro grande trucco è quello di inoltrare una schermata che presenta una denuncia dell’Interpol ai propri danni: nella foto si legge dell’avvio di un’indagine nei propri confronti per la presenza di materiale pedofornografico sul proprio smartphone.

In questo caso, l’Interpol sembra chiedere una somma di denaro per archiviare la denuncia senza ulteriori conseguenze.

Si tratta ovviamente di bufale, utilizzate per spaventare l’interlocutore, metterlo sotto pressione e ottenere più facilmente il denaro.

Non pagare i ricattatori

I ricattatori su Telegram iniziano chiedendo una cifra, che può essere anche molto alta, per poi scendere gradualmente a seconda delle capacità di spesa della propria vittima.

La promessa è sempre la stessa: pagando, la situazione si interromperà immediatamente e il materiale compromettente verrà cancellato definitivamente dai loro computer.

Anche se presi dal panico, bisogna evitare a qualsiasi costo di pagare. Cedere al ricatto non comporta assolutamente la cancellazione del materiale né la fine delle comunicazioni. Anzi, i ricattatori capiscono che la vittima è disposta a sborsare denaro e, con altre scuse pretestuose, chiedono immediatamente altri soldi fino a stabilire, addirittura, dei pagamenti a cadenza regolare.

Pagare è uno dei peggiori errori che si possa fare quando si è vittime di ricatti su Telegram.

Non fornire il proprio numero di cellulare

Fornire il proprio numero di cellulare è un altro errore da evitare. Se i ricattatori entrano in possesso del numero di telefono possono contattare più facilmente la vittima, intimidirla con maggiore efficacia, fino addirittura a fare delle chiamate minacciose.

E’ necessario quindi non solo non fornire mai il proprio numero, ma anche verificare le impostazioni del proprio profilo: molto spesso Telegram pubblica automaticamente il numero di cellulare con il quale è stata installata l’applicazione.

Controllate subito che non sia visibile pubblicamente, e nel caso, raggiungete le impostazioni dell’applicazione per renderlo visibile solamente a voi stessi.

Non fornire la propria posizione geografica

Telegram consente di fornire la propria posizione geografica: anche questo è un errore. Il problema non risiede tanto nel rischio di essere avvicinati fisicamente da questi criminali, in quanto le sedi di questi gruppi sono sempre in paesi lontani come la Costa d’avorio, le Filippine o il Burkina Faso.

Fornire la propria posizione geografica è un errore perchè permette ai ricattatori di confezionare dei messaggi personalizzati, come una falsa denuncia della polizia che sembra provenire proprio dalla vostra città o altre tecniche di convincimento calibrate per voi.

Non scaricare applicazioni

I ricattatori potrebbero chiedervi di scaricare delle applicazioni o cliccare su dei link: non fatelo assolutamente. Si tratta sicuramente di virus e malware che hanno il compito di controllare la vostra rubrica telefonica o raccogliere altre informazioni sensibili, come gli accessi bancari.

Evitate di accettare e di eseguire qualsiasi applicazione. Se lo avete già fatto, scaricate immediatamente dalle piattaforme come Google Play o lo store di iOS un antivirus, come AVG o Kaspersky, ed avviatelo immediatamente per cercare di bloccare immediatamente qualsiasi malware che potrebbe essere stato installato sul vostro smartphone.

Raccogliete prove del reato

Conservate le chat Telegram con i ricattatori. A volte le vittime, per cercare di chiudere la situazione e in preda al panico, potrebbero essere tentate di cancellare le chat. Anche questo è un errore da evitare: le chat costituiscono la prova fondamentale del reato informatico che si sta verificando e sono fondamentali per una denuncia alle forze dell’ordine

Dovete conservare le chat: potete eseguire degli screenshot da registare nella galleria fotografica o esportare una copia di backup delle chat, cosa che Telegram permette di fare nel menù “Impostazioni”

Sporgete subito denuncia alle forze dell’ordine

Una delle cose più importanti in queste situazioni è non rimanere da soli. Sporgete immediatamente denuncia,  recandovi personalmente presso una questura, in particolare il dipartimento della polizia postale o presso il comando dei Carabinieri più vicino a voi: dite di essere stati vittima di un reato informatico, consegnate le prove di quanto avvenuto e attenetevi alle loro indicazioni.

Denunciare è molto importante, in quanto permette alle forze dell’ordine di raccogliere dei dati che serviranno per le indagini internazionali, volte a sgominare queste bande di ricattatori.

Rivolgiti a dei consulenti professionisti

Un ottimo metodo per gestire i ricatti su Telegram è quello di farsi accompagnare da consulenti di sicurezza e privacy professionisti. In questo caso, il Gruppo Trizio Consulting, agenzia di protezione della reputazione online con sede a Genova e Roma, può darvi un aiuto immediato.

Grazie al dipartimento sui ricatti online, disponibile 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, i nostri consulenti possono fornirvi, in qualsiasi ora del giorno della notte, una consulenza e un aiuto immediato per gestire al meglio il ricatto senza avere danni alla vostra reputazione e contrastando efficacemente le azioni di questi gruppi di criminali.