14 Novembre 2025
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Account Amazon bloccato. Cause e soluzioni immediate

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Il tuo account Amazon è stato bloccato? Può capitare che durante l’attività con un account Amazon Seller, l’account venga improvvisamente sospeso da Amazon e ci si ritrovi con il proprio negozio online Amazon completamente fermo, senza la possibilità di ottenere od evadere nuovi ordini.

In questa guida vedremo le motivazioni che portano al blocco dell’account Amazon, e le primissime soluzioni che si possono impiegare per ottenere quanto prima lo sblocco del proprio account Amazon da venditore.

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Account Amazon bloccato per correlazione con altro account

Una delle prime motivazioni per cui avviene in blocco dell’account Amazon, è il sospetto di account correlato. Quando noi apriamo un account Amazon da venditore, dobbiamo inserire una serie di informazioni relative alla nostra azienda, alla nostra attività, e ai prodotti che vogliamo mettere in vendita.

Si tratta di una quantità di dati importanti, che vengono immediatamente analizzati da Amazon e messi in correlazione con i database a sua disposizione. Si tratta di database che coinvolgono gli altri clienti, tutti gli altri profili attivi, lo storico di eventuali clienti o venditori, sia che abbiano un account aperto o chiuso.

Nel momento in cui Amazon dovesse trovare una correlazione di alcuni dati, da quelli bancari, a quelli personali, a quelli relativi ai prodotti, la piattaforma sospetta che si stia creando un secondo account per aggirare dei blocchi precedenti o per operazioni di vendita non corrette.

Ecco che scatta il blocco dell’account Amazon.

Normalmente il fatto si verifica pochi minuti dopo aver aperto il profilo, e le operazioni a propria disposizione sono piuttosto limitate. Non si possono compiere le normali operazioni, e ci sono solamente le opzioni di contatto con Amazon per chiedere ulteriore supporto.

La soluzione ad un problema del genere è quella di agire con molta cautela. Cominciare a tempestare Amazon di richieste non è assolutamente una buona strategia. Inviare mail al servizio clienti, aprire continuamente ticket , cercare di entrare in contatto con un operatore sommergendolo di domande, porta a complicare e ad aggravare la situazione.

È fondamentale avere l’esperienza per capire quali sono i dati che potrebbero essere andati in contratto. E utilizzare con saggezza i metodi di contatto con Amazon, fornendo un dato alla volta. Molto spesso è necessario fornire ulteriori informazioni bancarie, modificare le carte di credito che sono state inserite, esibire della documentazione che comprovi la propria identità, come una bolletta o la visura camerale della propria azienda.

Bisogna quindi avere particolare attenzione per fornire dati coerenti e ottenere la riapertura del profilo.

Account Amazon bloccato per sospetta contraffazione

Un altro problema fondamentale che porta alla chiusura, blocco o sospensione dell’ account Amazon da venditore è una sospetta contraffazione.

Amazon esegue dei controlli molto stringenti su tutti i prodotti, e nel momento in cui alcuni dati non tornano, o ritiene che vi siano delle incongruenze con il marchio venduto, il codice ASIN, eventuali brevetti , o marchi venduti da altri profili, può nascere negli algoritmi di Amazon una sospetta contraffazione.

Questo porta immediatamente, o quasi alla sospensione dell’account. A volte è ancora possibile vendere degli altri prodotti, o se si hanno profili su più mercati internazionali può essere bloccato solamente il profilo di un determinato paese. Ma il più delle volte le limitazioni sono gravissime.

Anche in questo caso bisogna utilizzare molta esperienza. E’ necessario contattare Amazon e fornire con particolare precisione una serie di documentazioni. Si tratta di dati relativi ai propri fornitori, bolle di consegna, inventario dei prodotti, e fatture di acquisto dei prodotti presso i fornitori. Tutto ciò che può dimostrare che il prodotto non era contraffatto, o che comunque non c’era la volontà da parte del venditore di vendere merce rubata.

I documenti devono essere formattati in maniera particolare e devono essere presenti tutti i dati necessari ad Amazon per valutare la situazione. La fornitura di documenti incompleti porta Amazon a dover rivedere più volte la stessa pratica, allungando i tempi e favorendo una risposta negativa.

Bisogna quindi inviare la documentazione con estrema precisione e attenzione, cercando di prevenire ogni possibile contestazione . A volte può essere meglio sospendere del tutto la vendita di una categoria di prodotti, altre volte si può qualificare un prodotto e riprendere nella vendita con informazioni aggiuntive.

Sicuramente può essere utile la creazione di un piano di azione, un documento che contiene tutte le intenzioni del venditore per risolvere il problema e per verificare che non accada più nel futuro.

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Account Amazon bloccato per spedizioni in ritardo

Altro motivo principe per cui i profili Amazon vengono bloccati è certamente una serie di spedizioni in grande ritardo.

Amazon pretende che i venditori rispettino determinati parametri nella velocità di spedizione dell’ordine, nell’evasione di tutto quello che coinvolge l’ordine, e nella consegna del prodotto finale.

Quando le nostre prestazioni scendono sotto una determinata soglia, le spedizioni vengono considerate sistematicamente in ritardo ed ecco che può scattare il blocco.

In questo caso bisogna innanzitutto individuare i problemi che hanno portato alla lentezza nelle spedizioni e nelle consegne. Inoltre bisogna concretamente risolvere il problema, stipulando ad esempio dei contratti con nuovi fornitori o servizi di spedizione e tracking.

A questo punto è necessario realizzare un piano di azione completo. Il piano di azione è un documento dove si identifica qual è il problema, le motivazioni che hanno portato al blocco, le soluzioni che sono state messe in campo per risolvere definitivamente l’errore, soprattutto tramite delle soluzioni strutturali, e tutte le attività che verranno condotte nel futuro evitare che il problema si ripresenti.

La presentazione del piano di azione è un momento fondamentale nello sblocco di un account Amazon, ed è necessario avere molta esperienza per dare ad Amazon le informazioni che ti aspetta, senza compiere ulteriori errori, senza inviare dei dati mancanti , e facendo in modo che la propria attività venga valutata come regolare da Amazon, anche a fronte dei numerosi regolamenti a cui Amazon deve ottemperare.

Account Amazon bloccato per contestazioni dalla A alla Z

Un’altra motivazione di blocco è certamente una contestazione dalla A alla Z. Le contestazioni dalla A alla Z sono dei reclami fatti dai clienti in uno qualsiasi dei momenti dell’evasione di un ordine. Un elenco delle motivazioni del blocco sono:

  • L’ordine non è stato ancora ricevuto per tre giorni dopo la data di consegna stimata o 30 giorni dalla data in cui è stato eseguito l’ordine
  • Il tracking di spedizione conferma la consegna dell’ordine ma l’ordine non è mai stato ricevuto realmente 
  • L’articolo inviato è profondamente diverso da quello indicato nella scheda prodotto, danneggiato o pesantemente difettoso e l’acquirente, pur avendo tentato di contattare il venditore, non ha ottenuto nessuna risposta per 48 ore
  • L’articolo è stato restituito al venditore esercitando il diritto di recesso ma non è stato ancora emesso un rimborso al venditore in tempo utile
  • L’articolo è ritornato il venditore, questo ha emesso un rimborso ma l’importo non è esatto
  • Il venditore ha addebitato al cliente un prezzo di acquisto o di spedizione superiore rispetto a quello indicato nella scheda prodotto
  • L’acquirente è in generale insoddisfatto del comportamento e delle prestazioni del venditore

Questo tipo di problemi può portare al blocco dell’account Amazon, anche definitivo.

Anche in questo caso bisogna risolvere immediatamente il problema a livello aziendale, e realizzare un piano di azione completo che sia incentrato esattamente sullo specifico motivo che ha portato al blocco dell’account.

Lo sblocco dell’account Amazon non è un’operazione che può essere tentata più volte. Quando si fanno delle domande, e viene emessa una sorta di “giudizio” da parte del dipartimento competente di Amazon, la decisione è quasi totalmente definitiva.

Questo è il motivo per cui è necessario avere una grandissima precisione, e giocare bene le proprie carte, utilizzare al meglio le opzioni di contatto e fornire una documentazione adeguata.

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Windows utilizza Amazon per le App Android

Una delle più grandi sorprese dell’evento di lancio di Windows 11 è stato l’annuncio che le app Android arriveranno nel nuovo Microsoft Store ma tramite Amazon.

Sebbene la decisione sia stata elogiata ci sono anche perplessità, le persone si chiedono perché non sia stato preso un accordo solo con Google stesso.

Il Microsoft Store riprogettato su Windows 11 è molto gradito, ma gli utenti avranno molte meno app Android tra cui scegliere, rispetto alla quantità disponibile sul Play Store di Google.

Google ha annunciato di recente che sta cambiando il formato per le app Android, chiamato APK, e sta passando a un nuovo formato da agosto chiamato “Android App Bundle” o AAB.

Quando scarichi un’app dal Play Store di Google per il tuo dispositivo Android, utilizza la convenzione di denominazione “.APK”, simile a come installi un’app su Windows come “.exe” o “.DMG” sul sistema operativo macOS di Apple.

Tuttavia, questo nuovo tipo di file, secondo Google, riduce le dimensioni dell’app, oltre a poter essere firmato, il che significa essenzialmente che Google sarà in grado di tracciare l’app dal suo Play Store con una “chiave di caricamento”, quindi può aiutare a recuperare l’app per uno sviluppatore se si verifica qualcosa.

Ormai da anni, Amazon ha il proprio app store Android, che consente agli utenti di dispositivi Kindle Fire di scaricare app dal sito di Amazon e dalla vetrina dell’azienda.

Dal lancio del negozio nel 2011, ci sono quasi 500.000 app disponibili da Amazon, il che sembra poco rispetto ai milioni disponibili sul Play Store di Google.

Tuttavia, Amazon ha il controllo totale su questo negozio, quindi gli sviluppatori che realizzano app poco sicure e addirittura con intenti malevoli vengono bloccati, in modo simile alle linee guida di Apple.

Questo, insieme ai piani di Google per AAB e al suo piano per la firma di ogni app con una chiave di caricamento, potrebbe essere il motivo per cui vediamo invece lo store di Amazon su Windows 11. Aiuta a concentrarsi su ciò che è disponibile dalla vetrina di Amazon e non inonda il nuovo Microsoft Store di app simili. Inoltre, non è necessario che Microsoft controlli le app in arrivo da Android, poiché Amazon lo fa già.

È una mossa geniale. Abilita più app sul nuovo Microsoft Store con il minimo sforzo da parte di Microsoft e lo aiuta a diventare un sostanziale rivale del Mac App Store di Apple, con le app iOS ora disponibili sui Mac M1.

Con le estensioni disponibili anche per Microsoft Edge nel Microsoft Store, è uno sbocco fantastico per gli utenti nuovi ed esistenti scoprire app che altrimenti non avrebbero trovato prima.

Esiste già una prima versione di Windows 11 disponibile per il download per i test, ma al momento non include le app Android, quindi dovremo aspettare per vedere il successo dell’inclusione di queste app mobili da parte di Microsoft.

Recensione Fire HD 10 Plus (2021) Amazon

Il tablet Fire OS da 10 pollici di Amazon ha subito un restyling e ora ha prestazioni più veloci, e si avvicina molto all’iPad.

Il Fire HD 10 2021 è disponibile in una versione standard che costa 150 euro circa o in una versione “Plus”, che costa 180 euro, con alcune cose interessanti in più.

Il tablet ha un touchscreen LCD da 10,1 pollici leggermente più luminoso del suo predecessore ed è progettato per guardare film con il rapporto widescreen, rispetto allo schermo più quadrato dell’iPad. Il nuovo Fire HD 10 adotta l’estetica snella e arrotondata introdotta l’ anno scorso sul Fire HD 8 da 8 pollici, che lo rende molto più moderno ed è 36 g più leggero del modello che sostituisce.

Lo schermo ha un ottimo rapporto qualità prezzo: abbastanza nitido, con buoni angoli di visione e abbastanza luminoso all’interno, anche se fa fatica alla luce solare diretta. La coppia di altoparlanti montati in alto è molto buono per guardare film o ottenere risposte dall’assistente vocale Alexa integrato di Amazon. Una webcam da 2 megapixel sopra lo schermo serve per le videochiamate in buona luce.

Specifiche

  • Schermo: LCD da 10,1 pollici 1920×1200 (224ppi)
  • Processore: octa-core da 2 GHz
  • RAM: 4 GB
  • Memoria: 32 o 64 GB più slot per schede microSD
  • Sistema operativo: Fire OS 7 basato su Android 9
  • Fotocamera: fotocamera frontale da 2 MP, fotocamera posteriore da 5 MP
  • Connettività: Wifi 5, Bluetooth 5, cuffie da 3,5 mm, USB-C, ricarica wireless Qi
  • Dimensioni: 247 x 166 x 9,2 mm
  • Peso: 468 g

Prestazioni

I tablet Fire sono in genere abbastanza veloci, ma non batteranno i rivali più costosi per le prestazioni. Il Fire HD 10 Plus non fa eccezione. Ha lo stesso processore del normale Fire HD 10, ma con 1 GB di RAM in più per un totale di 4 GB. È il doppio risetto la generazione precedente, che migliora significativamente il multitasking. Una modalità di gioco dedicata ottimizza automaticamente il tablet per i giochi, disattivando Alexa a mani libere e altre attività in background durante il gioco.

La durata della batteria è molto buona. Il tablet durerà un paio di giorni con un uso misto o più di 12 ore di streaming video tramite Wi-Fi, ma ovviamente, giocare a giochi ad alta intensità grafica riduce significativamente la durata della batteria. Il tablet si ricarica molto lentamente, impiegando almeno quattro ore con l’alimentatore da 9 W incluso. L’utilizzo di un caricabatterie da 15 W ha ridotto di 30 minuti quel tempo, sia cablato che wireless per il modello Plus.

Sostenibilità

Amazon non fornisce una durata prevista della batteria nel tablet. Le batterie di prodotti simili in genere durano almeno 500 cicli di carica completa mantenendo almeno l’80% della loro capacità originale. Fire HD 10 e HD 10 Plus sono generalmente riparabili. Contengono il 28% di plastica riciclata post-consumo. L’azienda offre schemi di permuta e riciclaggio e pubblica informazioni sui suoi vari sforzi per la sostenibilità.

Il nuovo tablet esegue lo stesso Fire OS 7.3 della versione precedente e il Fire HD 8, che è basato su Android 9 ma manca dei servizi di Google e del Play Store, affidandosi invece all’App Store e ai servizi di Amazon. Amazon in genere supporta i suoi tablet più a lungo rispetto ai rivali Android, con almeno diversi anni di software e aggiornamenti di sicurezza.

L’interfaccia è abbastanza semplice, con una tradizionale schermata iniziale affiancata da pagine chiamate “Per te”, con suggerimenti di app e contenuti, e “Libreria”, che elenca le cose che possiedi come libri Kindle, giochi, film e altri bit. La barra di ricerca in alto ti porta ai risultati dal web, dal negozio di Amazon e dai tuoi contenuti ed e-mail.

L’App Store di Amazon ha la maggior parte delle app di consumo multimediale che probabilmente vorrai tra cui Spotify, BBC iPlayer, ITV Hub, All 4, Netflix, Disney+ e Sky Go, ma BT Sport, le varie app di Google come YouTube, Chrome e Mappe e Musica e TV di Apple non sono disponibili. Zoom, Skype e Alexa sono disponibili per le videochiamate, mentre il negozio offre una gamma abbastanza ampia di giochi, anche se molti di loro sono spazzatura. Tieni presente che Fortnite non è disponibile per i tablet Fire, nemmeno tramite il negozio Android di Epic Games.

È necessario un account Amazon per utilizzare il tablet, oltre a un abbonamento Prime che dia accesso a Prime Video per sfruttarlo al meglio.

Ci sono pochissimi concorrenti che offrono il livello di supporto software che Amazon offre per i tablet Android a questo basso costo. Lo schermo è abbastanza grande e nitido, gli altoparlanti sono abbastanza buoni, inoltre la lunga durata della batteria lo rende un eccellente tablet per il consumo di contenuti multimediali a basso costo, purché tu sia felice di nuotare nell’ecosistema di Amazon senza accedere alle app di Google o Apple.

Non batterà un iPad, Fire OS ha una selezione più limitata di app e giochi, ed è completamente sottovalutato.

Come rimuovere articoli negativi da internet che ledono la nostra reputazione

Può capitare che il proprio nome e le proprie generalità finiscano su internet, legate ad articoli che compromettono la nostra reputazione e ci impediscono di svolgere una vita professionale normale.

A volte si tratta di veri e propri processi mediatici che ci possono rovinare la vita lavorativa e personale e rimuovere articoli da Google e da internet e cancellare articoli giornalistici può diventare veramente un progetto di estrema importanza per la propria vita. In questa guida vedremo le tecniche base per ottenere la rimozione degli articoli da Google, soprattutto quelli di natura giornalistica.

Introduzione del problema

Per prima cosa bisogna classificare i risultati online, ma è necessario farlo secondo determinate tecniche: quando noi cerchiamo qualcosa su Google nel corso dei giorni, il motore di ricerca personalizza le nostre pagine dei risultati a seconda delle nostre preferenze e corriamo il rischio di non vedere la situazione reale, ovvero quella che si presenta ad una persona che per la prima volta digita il nostro nome su internet.

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Per questo motivo bisogna pulire la cronologia del proprio browser e utilizzare dei software appositi come Anonymous o Kaspersky vpn in modo da avere una visione reale della situazione: così potremo capire quali sono i risultati che realmente compromettono la nostra reputazione e su cui bisogna intervenire con Maggiore urgenza.

Classificare i risultati

A questo punto i risultati devono essere divisi per categorie. Quelle principali sono: articoli redatti dai grandi giornali organizzati; articoli scritti dalle piccole redazioni locali; contenuti realizzati da giornalisti indipendenti o blogger; commenti sui social network o sui forum.

Elaborare strategia rimozione articoli

Uuna volta eseguita la classificazione dei risultati è necessario elaborare una strategia di richiesta di rimozione. Iinnanzitutto se sono passati dai 3 ai 5 anni dai fatti è possibile “giocarsi” il diritto all’oblio: si tratta di un diritto riconosciuto dalla giurisprudenza internazionale secondo il quale, dopo un tot di tempo è diritto di una persona ottenere che i fatti che l’hanno riguardata possano essere cancellati e dimenticat.

Ci si può appellare anche al diritto alla privacy: pur garantendo la Costituzione il diritto di cronaca, allo stesso tempo i propri dati personali possono essere modificati, oscurati o sostituiti con il puntato.

Inoltre tutte le informazioni che sono state indicate devono avere una stretta rilevanza con i fatti e non si può riportare pubblicamente nulla di più di quanto è necessario alla comprensione da parte del lettore. I dettagli devono avere una utilità pubblica: ad esempio descrivere con precisione l’abbigliamento con il quale si è stati arrestati non ha nessuna attinenza con quello che serve ad un lettore per comprendere una situazione.

Una volta elaborata una strategia di rimozione convincente si può procedere con il contatto delle diverse redazioni.

Contatto redazioni grandi

Per rimuovere dei contenuti che sono stati scritti da redazioni organizzate come quelle del Corriere della Sera, di Repubblica o del Fatto Quotidiano è necessario innanzitutto contattare la redazione, in particolar modo quella che opera vicino al luogo in cui sono avvenuti i fatti, presentando il proprio caso e prendendo contatti in prima istanza con il caporedattore, il primo ad avere la responsabilità di esaminare le richieste di rimozione del contenuto.

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In alternativa può essere necessario rivolgersi alla segreteria di redazione o in altri casi ancora si può parlare direttamente con il responsabile legale. Vi verrà sicuramente richiesto di inviare una mail che riepiloga la vostra richiesta di rimozione o di indicizzazione del contenuto. Al momento di preparazione dell’email bisogna includere tutti i dettagli che sono stati gli elaborati nella strategia di richiesta di rimozione e questa mail deve essere messa all’attenzione di tutte le persone coinvolte e, per cortesia, sempre all’attenzione del direttore responsabile.

Una volta inviata una mail biosgna aspettare almeno 7-10 giorni per far si che la domanda venga vagliata. Passato questo periodo può essere utile eseguire un paio di richiami per verificare che la mail sia arrivata e che sia stata effettivamente messa all’attenzione dei rispettivi responsabili. E’ imporatante ricordare che si tratta di grandi redazioni che hanno i loro tempi e un determinato codice deontologico.

Bisogna cercare di evitare di essere insistenti o ancora peggio di cominciare ad entrare in polemica con la redazione: un atteggiamento amichevole, che punta sulle motivazioni per cui bisognerebbe indicizzare il contenuto è certamente la strategia migliore in questa fase.

Contatto redazioni piccole

Un comportamento completamente diverso va tenuto con le redazioni dei piccoli giornali locali: in quel caso contattando la redazione non è difficile spiegare immediatamente la propria situazione anche ai vertici della redazione come il vice direttore o il direttore in persona. Anche in questo caso bisogna presentare la propria situazione ponendo con educazione l’accento sui motivi della rimozione e facendo capire quanto disagio questa informazione possa arrecare alla persona interessata e ai propri cari.

Certamente si dovrà inviare una mail all’attenzione del direttore nella quale viene riepilogata la richiesta: è importante essere precisi e mantenere sempre una finestra di 7-10 giorni prima di richiamare.

Non si deve perdere la calma: molte volte può essere necessario fino a un mese di richiami per ottenere il risultato desiderato, che alla fine però arriva.

Contattare blogger o giornalisti indipendenti

In caso di giornalisti indipendenti o di blogger bisogna entrare in contatto direttamente con la persona. Solitamente molti lasciano i propri contatti: a volte non sono quelli telefonici ma possono essere raggiunti tramite i social o il proprio account Twitter.

Biosgna armarsi di pazienza e contattarli nelle modalità che loro reputano migliori. Si può provare a inviare una mail per ottenere immediatamente un contatto telefonico: la spiegazione fatta personalmente con la propria voce è certamente più efficace di un anonimo messaggio.

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Deve essere ricordato che sia i piccoli giornali locali che i blogger indipendenti hanno un elevato senso della deontologia e della cronaca cittadina, per cui è basilare evitare in ogni modo di entrare in contrapposizione e in polemica, bisogna cercare piuttosto di ottenere amichevolmente un aiuto puntando a pieno titolo sulla strategia di rimozione che è stata elaborata precedentemente.

E’ importante non perdere mai la pazienza perché litigare con il giornale non porterà mai al risultato: anzi è proprio in quel momento che la redazione può incaponirsi e mantiene l’articolo online richiamando il diritto di cronaca.

Intervento legale

Solo nel momento in cui, pur con tutte le motivazioni non si dovesse ottenere nessun tipo di risultato, si può cercare, sempre in modo educato telefonicamente o per iscritto, spiegare nuovamente la situazione e far valere i propri diritti.

In questo caso può essere utile iniziare a citare gli articoli di legge in base al quale si chiede la rimozione: questo è un metodo abbastanza morbido e accettabile di coinvolgere la parte legale nella propria richiesta, la quale verrà vagliata in maniera più approfondita da parte della redazione.

Se nemmeno questo dovesse funzionare è il momento di rivolgersi a uno studio legale. E’ necessario però scegliere il giusto professionista, in quanto molti avvocati sono rimasti abbastanza indietro e non sono avvezzi alle nuove tecnologie o alla leggi applicate ad internet. E basilare quindi scegliere un professionista che conosca bene il diritto alla privacy su internet, il diritto all’oblio, i metodi con cui contattare le studi legali delle redazioni e che abbia esperienza di come i giudici hanno già deciso in passato, in modo da prendere quelle strade che possono realmente portare ad un risultato.

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In questo modo, ovviamente, i tempi si allungano notevolmente rispetto a una richiesta amichevole, ma se non c’è altro da fare rimane l’unica strada da percorrere. Bisogna ricordare in questo caso che se avete ragione a livello legale potete accludere una richiesta di risarcimento, che però deve essere attentamente valutata nella sua fattibilità.

Conclusioni

Ottenere la rimozione di articoli da internet necessità quindi di una strategia completa, di una profonda conoscenza del ragionamento delle redazioni e di molta esperienza,  soprattutto a livello di negoziazione e di dialettica.

Con le redazioni bisogna dare fondo a tutte le proprie capacità di interazione con altri professionisti nonché armarsi di notevole pazienza ma alla fine sarà possibile riuscire ad ottenere la rimozione degli articoli online.

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Un altro metodo è quello di agire direttamente su Google. Esso ha dei moduli che permettono di chiedere la rimozione dei contenuti basandosi sul diritto alla privacy e all’oblio: in questo caso è necessario inserire tutte le proprie informazioni, i propri riferimenti legali, indicare il link per cui si chiede la rimozione e una motivazione.

E’ basilare circostanziare con precisione la propria domanda, dopodiché bisogna evitare assolutamente di soffocare Google con continue richieste: inviarne una al giorno non  aiuterà affatto anzi peggiorerà la situazione. Si ha sostanzialmente a disposizione una sola occasione per ottenere la deindicizzazione e bisogna dunque giocarsela bene e quindi con una richiesta particolarmente precisa le cui motivazioni siano chiare ed evidenti.

Ricatto sessuale sui social o online. Come venirne fuori

Che cosa fare quando si sta subendo un ricatto sessuale on-line? Come dobbiamo comportarci quando una persona ci sta minacciando e promette di condividere del materiale intimo ai nostri parenti e amici? Come reagire quando un ricattatore dice di essere pronto a pubblicare delle immagini compromettenti a meno che non giunga al più presto un pagamento?

Questo fenomeno esiste, si chiama “Sextortion”, ed esistono delle contromisure precise e delle azioni da compiere al più presto, per proteggere la propria reputazione su internet e superare questo grave momento di disagio e paura. In questa guida vedremo come reagire ad una Sexstortion e ad un ricatto sessuale on-line.

Come funziona la Sextorsion o ricatto sessuale online?

La Sextorsion ha un funzionamento molto classico: si viene contattati, il più delle volte, da una bellissima ragazza/o, che si dimostra particolarmente interessata/o a noi. Questa persona è molto brava a farci aprire, a farsi confidare dei dettagli della propria vita personale o coniugale ma soprattutto, facendo leva sulla solitudine o sulla impreparazione, riesce a portare la discussione sul lato sessuale. In maniera abbastanza rapida, ci invita a compiere una videochiamata o delle registrazioni dove viene condiviso del materiale intimo e delle immagini estremamente personali.

HAI PROBLEMI CON UN RICATTO ONLINE? CONTATTACI ORA

Non appena la persona entra in possesso di questo tipo di materiale, il suo comportamento cambia radicalmente: inizia il ricatto. Dietro la minaccia di condividere queste informazioni con la propria famiglia, con gli amici o direttamente su internet in corrispondenza del proprio nome, iniziano delle pressanti richieste di denaro, da pagarsi entro poche ore, attraverso sistemi internazionali come Moneygram. In questo modo si finisce in un chiaro fenomeno di Sextorsion, e presi dalla paura, ci si ritrova spesso a cedere al ricatto, a pagare somme ingenti e a finire in una spirale sempre più pericolosa.

Prima mossa: non colpevolizzarsi

La prima contromisura è quella di non colpevolizzarsi: queste persone in realtà non agiscono per iniziativa personale, ma sono sfruttate e gestite da alcuni gruppi criminali estremamente organizzati, la cui provenienza può passare dalla Costa d’Avorio alla Francia all’Ucraina. Si tratta di vere professioniste/i, che conoscono molto bene le tecniche per confondere le persone o sfruttare i loro momenti di debolezza. La prima cosa da fare è certamente evitare di farsi prendere dal panico e dai sensi di colpa: si tratta solamente di un incidente, dal quale fortunatamente si può uscire indenni.

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Non pagare per nessun motivo

Una volta mantenuta la calma, è fondamentale non pagare. Cedere al ricatto e pagare può dare l’impressione di calmare il proprio interlocutore: spesso le vittime accettano di procedere a piccoli pagamenti credendo che in questo modo il proprio ricattatore si calmerà, avrà soddisfazione e smetterà di tenerci sotto scacco. In realtà è esattamente il contrario: nel momento in cui questi criminali individuano una persona disposta a pagare, hanno tutto l’interesse ad insistere con ulteriori e sempre più pressanti richieste, in quanto hanno capito che possono guadagnarci.

Per questo motivo è fondamentale interrompere ogni tipo di pagamento, sospendere eventuali bonifici in corso e non scucire più nemmeno un euro, qualsiasi cosa venga detta dal nostro interlocutore o qualsiasi minaccia possa arrivarci.

Interrompere ogni contatto

Un’altra fondamentale contromisura è quella di interrompere ogni tipo di contatto: bisogna compiere uno sforzo nell’ignorare le minacce che arrivano o gli ultimatum che vengono costantemente ripetuti. Mantenere la comunicazione significa continuare ad essere sotto il mirino di questi gruppi criminali. La persona deve essere completamente bloccata, sia che si trovi su Facebook, su Messenger, su Skype o su WhatsApp. Nel caso in cui il criminale sia venuto in possesso del nostro numero telefonico, anche se rappresenta una bella scocciatura, è fondamentale sospenderlo e modificarlo, per evitare di essere costantemente tampinati da tentativi successivi di estorsione. Meno momenti di contatto vi saranno, più velocemente si supererà il fenomeno.

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Aumentare la privacy dei propri account social e avvisare i propri contatti

A questo punto è necessario aumentare la privacy dei propri account social. Soprattutto su Facebook o su Twitter dobbiamo aggiornare le nostre impostazioni di riservatezza, in modo che solamente gli amici che conosciamo anche nella vita personale possano visualizzare i nostri contenuti. Bisogna inoltre verificare il proprio giro di amicizie e rimuovere tutte le persone sospette, soprattutto ragazzi o ragazze che non abbiamo mai incontrato di persona o di cui non conosciamo le generalità.

Un buon metodo è anche quello di avvisare i propri contatti più stretti o le persone a cui teniamo di più. Possiamo dirgli che per via di un hacker o dell’intervento di persone malintenzionate, potrebbero essere inoltrati dei contenuti che non devono essere assolutamente aperti, in quanto contengono virus o altro malware. In questo modo, pur senza divulgare dettagli intimi o svelare la propria situazione di pericolo, è possibile evitare che le persone a noi care vengano a conoscenza di materiale altamente compromettente, in quanto avvisate per tempo.

Segnalare alle piattaforme online

Un metodo importante per evitare che materiale lesivo della propria reputazione finisca su internet, è certamente quello di contattare le principali piattaforme del web. In particolar modo dobbiamo avvisare alcuni dipartimenti detti “Abuse” o direttamente i diversi studi legali, avvisandoli dell’esistenza di una situazione di Sexstortion. Le piattaforme ricevono queste notifiche e provvedono a verificare l’esistenza di contenuti legati al proprio nome o alla propria identità, rimuovendoli immediatamente. Ovviamente è necessario fare un lavoro sia sulle piattaforme più conosciute come YouTube, Vimeo o Dailymotion, ma anche sui siti alternativi, prevalentemente cinesi o russi, dove i criminali potrebbero tentare di pubblicare il contenuto.

Queste segnalazioni, estremamente importanti, vanno fatte con la massima velocità, in modo che vengano attivati quanto prima dei meccanismi di controllo e di protezione del proprio nome.

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Monitorare la situazione online

A questo punto è necessario monitorare la situazione on-line. Uno strumento alla portata di tutti è sicuramente Google Alert: può essere attivato con il proprio nome e cognome, l’indirizzo o altri nickname a noi collegati, per verificare ed essere immediatamente allertati sulla presenza di materiale sul nostro conto. Il monitoraggio dovrebbe riguardare anche tutto il resto dei social network e dei blog e dovrebbe durare per un tempo compreso dai 7 ai 10 giorni, per verificare l’evolversi della situazione.

Nel momento in cui si dovesse individuare del materiale compromettente bisogna avere la capacità di contattare immediatamente la piattaforma per richiedere la rimozione, prima che venga indicizzato da Google e rimanga nella sua memoria. Se questo dovesse accadere, esiste un modulo on-line per contattare i dipartimenti di Google e richiedere la rimozione di contenuti che ci riguardano e che contengono immagini altamente lesive della nostra reputazione.

Un intervento preciso e veloce che può salvarci

Una situazione di ricatto on-line o di Sextorsion può essere felicemente superata, ma è necessario agire tempestivamente e sapere come intervenire nel migliore dei modi. Una volta passato un tempo di garanzia, normalmente superiore a 10 giorni, possiamo ragionevolmente ritenere che la Sextorsion sia conclusa e possiamo riprendere ad utilizzare i nostri canali social con la massima attenzione. Dovremo comunque modificare le nostre credenziali di accesso e prestare nel futuro la massima attenzione a ogni nuova richiesta di amicizia.

La Sextorsion può capitare a chiunque, ma questa situazione di pericolo, gestita correttamente, può essere efficacemente superata e, anzi, portarci ad un livello superiore di attenzione e di consapevolezza sui pericoli di internet.

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Come aggiungere un secondo viso a Face ID

Face ID è un modo veloce e sicuro per sbloccare il tuo iPhone o iPad Pro, ma è interessante conoscere una funzione non sempre molto nota che può consentire al tuo smartphone di inserire due volti per lo stesso Iphone. Ad esempio il tuo e quello di un fratello/sorella o un collega se si tratta di un cellulare aziendale.

Questo secondo viso potrebbe appartenere a una persona cara appunto, consentendo al tuo partner o al tuo bambino di accedere al tuo telefono senza richiedere il tuo intervento per sbloccarlo. Ma potrebbe anche essere una versione leggermente diversa di te stesso: tu con la barba, diciamo, o gli occhiali da sole, purtroppo non funziona con l’accessorio di moda indispensabile che è entrato in scena nel 2020, la mascherina covid.

Ecco come impostare un aspetto alternativo su Face ID

Quali iPhone e iPad possono utilizzare la funzione di aspetto alternativo?
Ovviamente, questo è qualcosa che è limitato ai dispositivi che hanno Face ID, che è tutti gli iPhone dall’iPhone X, con la notevole eccezione di iPhone 8 e iPhone SE (2020) . Nel mondo dei tablet, nel frattempo, Face ID rimane appannaggio di iPad Pro, risalente ai modelli originali da 11 pollici e 12,9 pollici di terza generazione.

Fondamentalmente, se usi già Face ID sul tuo dispositivo, puoi impostare un secondo aspetto.

Posso usare una maschera per il covid per una delle mie versioni di Face ID?
Anche se questo sarebbe immensamente utile durante questi tempi devastati da COVID, sfortunatamente il processo di scansione identifica sempre una maschera e ti chiede di rimuoverla. Riteniamo che ciò sia molto probabile per evitare falsi positivi che consentirebbero a chiunque abbia una maschera di accedere al tuo dispositivo.

Se stai pensando di aggiornare il tuo iPhone, potrebbe valere la pena aspettare l’iPhone 13 a settembre, poiché le voci correnti suggeriscono che Apple distribuirà un sensore Touch ID sotto lo schermo. Ciò significherebbe che non dovresti più preoccuparti che una maschera ti impedisca di sbloccare il tuo iPhone.

L’impostazione del riconoscimento facciale per una seconda versione o persona è praticamente la stessa procedura di quando hai configurato Face ID originariamente. Ecco i passaggi da eseguire.

  • Apri Impostazioni e seleziona Face ID e passcode.
  • Inserisci il tuo codice di accesso.
  • Tocca Imposta un aspetto alternativo.
  • Leggi le istruzioni, quindi tocca Inizia.
  • Scansiona il tuo viso come di consueto o chiedi al tuo partner di scansionare il suo.
  • Al termine della prima scansione, tocca Continua.
  • Scansiona il tuo viso una seconda volta, quindi tocca Fine per completare il processo.

Angelo Sammaritano: assistenza PC a Palermo

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Angelo Sammaritano, esperto in assistenza computer a Palermo, ne ha viste tante nel corso della sua carriera: quando si possiede un computer, per lavoro o per svago prima o poi si avrà bisogno di un tecnico che sappia risolvere i problemi di usura o semplicemente dare vita a nuove configurazioni. E lui è da tempo l’uomo giusto al posto giusto da questo punto di vista.

Spesso e volentieri si cade nella trappola del voler spendere poco e si acquista senza davvero pensare al futuro: in quanto il computer diventerà obsoleto? Riuscirà il terminale ad avere abbastanza potenza per riuscire a lavorare in modo corretto? Queste sono tutte domande che bisognerebbe porsi prima di acquistare un PC.

Angelo Sammaritano è conosciuto per la sua esperienza in assistenza computer a Palermo e non potrebbe essere diversamente: non solo il suo negozio da anni ormai si occupa di fornire aiuto a chiunque necessiti di riparazioni e interventi sui propri terminali, ma la sua capacità di aver trasformato una passione importante in un vero e proprio lavoro, lo ha portato non solo ad avere delle mani magiche capaci praticamente di aggiustare tutto, ma anche a sviluppare un sesto senso per le esigenze del proprio cliente.

E quando si tratta di assistenza computer, questo fattore talvolta diventa importante quasi quanto la preparazione tecnica. Saper ascoltare il proprio cliente, sia esso un consumatore privato o aziendale, consente all’esperto di trovare per lui la soluzione giusta per potenza e prezzo.

I servizi di Angelo Sammaritano: assistenza PC a Palermo

Ma cosa fa un esperto in assistenza computer come Angelo Sammaritano a Palermo e non solo? Sono molte le possibilità. Può avere un negozio dove riparare e vendere terminali, può eseguire consulenze per privati e aziende, anche in loco, al fine di suggerire la migliore configurazione informatica in base alle esigenze lavorative o di svago dei suoi clienti.

Nel corso di una consulenza presso le aziende, professionisti come Angelo Sammaritano possono fornire assistenza e manutenzione degli hardware e dei sistemi operativi, installando e configurando programmi in modo tale da evitare il presentarsi di qualsiasi problematica. Questo significa avere una preparazione il più possibile completa: in questa branca di conoscenza, l’aggiornamento delle competenze è un elemento che non deve mai mancare.

Angelo Sammaritano è noto a Palermo e provincia per il suo modo creativo di trovare le giuste soluzioni per tutti. In più di dieci anni di attività nessun cliente è rimasto deluso, anzi: il passaparola tra le persone soddisfatte del suo lavoro lo ha reso uno degli esperti in assistenza informatica più noti della regione.

Tra le altre cose ha la fortuna di poter lavorare con una squadra di collaboratori preparati da lui stesso capaci di prendere le redini nel negozio nel momento in cui lui interviene “fuori sede”: altro fattore di importanza rilevante in questo settore.

Angelo Sammaritano ha portato la sua esperienza nell’assistenza computer presso aziende produttive, alberghi, enti pubblici e privati: i risultati che riesce a raggiungere lo hanno portato a essere considerato un vero e proprio cavallo di razza nel suo settore. E non potrebbe essere altrimenti.

È un tecnico che conosce la materia, che sa quale processore scegliere per i terminali in base alla potenza che devono esprimere e al lavoro che devono fare: sa anche quali software proporre e quali antivirus installare per offrire una protezione totale ai PC della sua clientela.

Quando il cliente è un’azienda che necessita di mantenere le proprie informazioni e i propri documenti privati quella di offrire un sistema sicuro diventa la priorità per eccellenza: Angelo Sammaritano a Palermo è il migliore nell’assistenza computer, a 360 gradi.

Molti esperti come lui di solito finiscono a lavorare presso i call center e gli help desk: non è stato il suo caso, sebbene tra le sue consulenze ricorrenti vi siano anche quelle di preparazione di coloro che vi lavorano. Questo perché, spinto dalla curiosità che la passione per un tema porta sempre con sé, questo professionista non si è mai fermato dal punto di vista formativo e ha fatto in modo tale di migliorare sempre di più la sua preparazione.

Attualmente Angelo Sammaritano è il top che l’assistenza computer può offrire a Palermo e provincia e non solo: nell’ultimo anno ha eseguito diverse consulenze in tutta Italia, complice quel passaparola sopracitato che talvolta in questo specifico settore può valere più di una pubblicità perfettamente assestata.

Sia per i privati ma soprattutto per le imprese, l’uso della tecnologia e di terminali altamente professionali è divenuto qualcosa di necessario ed essenziale. Poter contare su un esperto che sa come muoversi, eseguire la giusta manutenzione, scegliere l’hardware e stabilire una configurazione ottimale fa davvero la differenza.

Angelo Sammaritano, a Palermo e non solo, è quello che nel mercato dell’assistenza computer può essere definito top di gamma. Un professionista che sa come muoversi in ogni situazione proponendo le soluzioni migliori. Poco importa che si tratti di un PC per gaming o di un terminale aziendale.

Come recuperare foto cancellate da Android

Hai cancellato un’immagine preziosa dal tuo telefono. O peggio, hai rotto o ripristinato il tuo dispositivo e li hai persi tutti. Ora devi sapere come recuperare le foto cancellate da un telefono Android.

Hai alcune opzioni. Si va dal semplice al più avanzato, quindi si spera che ci sia una soluzione che funzioni per te. Iniziamo.

1. Come recuperare le foto cancellate dal cloud

La maggior parte delle app cloud e foto (escluso Instagram) offre il backup delle foto in background. Se hai attivato questa funzione, è probabile che la tua foto non sia realmente eliminata.

L’eliminazione di una foto dall’app della galleria del telefono non la eliminerà dal servizio di backup su cloud. Per recuperarlo, accedi alla tua app cloud e scaricalo ancora una volta. In Google Foto, apri l’immagine e seleziona Salva su dispositivo dal menu. Per Dropbox, si trova in Esporta> Salva su dispositivo .

Se hai eliminato l’immagine dal backup nel cloud, puoi recuperarla anche da lì. La maggior parte dei servizi cloud utilizza un cestino che consente di ripristinare qualsiasi file eliminato entro un determinato periodo di tempo.

Come recuperare le foto cancellate su Google Foto

Su Google Foto, apri l’app e seleziona Cestino o Cestino dalla barra laterale. Premi a lungo su ciascuna immagine che desideri recuperare, quindi premi Ripristina . I file eliminati rimangono disponibili per 60 giorni.

Recupera i file eliminati da Microsoft OneDrive

Per OneDrive di Microsoft, apri l’app e vai a Io> Cestino . Seleziona i tuoi file e tocca l’icona Ripristina. OneDrive conserva i file eliminati fino a 30 giorni, anche se potrebbe eliminarli prima se il cestino è più grande del 10 percento dello spazio di archiviazione totale.

Come ripristinare le foto cancellate da Dropbox

In Dropbox, devi accedere sul desktop per recuperare le immagini eliminate, poiché non puoi farlo nell’app. Vai a File> File eliminati , quindi seleziona quelli che desideri ripristinare. Sono disponibili per 30 giorni dopo l’eliminazione.

Altre app cloud funzionano in modo simile. Controlla i termini del tuo account per vedere per quanto tempo un determinato servizio conserva i tuoi file eliminati.

2. Come recuperare le foto Android cancellate dalla scheda SD

E se non esegui il backup delle foto sul cloud? Se hai bisogno di sapere come recuperare le foto cancellate dalla tua app della galleria, probabilmente le hai salvate sulla scheda SD del tuo telefono.

È possibile collegare la scheda a un computer desktop e utilizzare un software di ripristino speciale per tentare di recuperare le immagini perse, a condizione che non siano crittografate. Ma solitamente sono registrate esclusivamente in formato aperto.

I file eliminati rimangono su una scheda di memoria solo fino a quando non vengono sovrascritti da nuovi dati. Pertanto, non appena ti accorgi di aver cancellato delle foto per errore, dovresti rimuovere la scheda dal telefono per ridurre il rischio che vengano sovrascritte.

Nel caso ve lo steste chiedendo, questo metodo non funzionerà sulla memoria interna del telefono perché Android non utilizza più il vecchio protocollo di archiviazione di massa USB. Questo è lo stesso motivo per cui è difficile recuperare i messaggi di testo cancellati su Android .

Ripristina le immagini cancellate con EaseUS Data Recovery Wizard

Il miglior software gratuito per il recupero delle immagini è EaseUS Data Recovery Wizard. Puoi scaricarlo sia per Windows che per Mac .

Innanzitutto, collega la scheda di memoria al computer, tramite un lettore di schede o tramite lo slot per schede SD del laptop.

Installa ed esegui Data Recovery Wizard. Una volta avviato, ti mostrerà tutte le unità disponibili da cui puoi recuperare i dati. Questo dovrebbe includere il tuo disco rigido e la scheda di memoria.

Seleziona la scheda di memoria e premi Scansione. L’app inizierà ora la scansione di tutti i file che può recuperare. Puoi ripristinare fino a 2 GB di dati alla volta con la versione gratuita. La scansione può richiedere fino a 20 minuti o più, a seconda delle dimensioni della scheda e della quantità di dati su di essa. Ma non devi aspettare che finisca.

Seleziona Tipo nel riquadro di sinistra. Fare clic sulla freccia del menu a discesa accanto a Grafica e selezionare jpg (o qualsiasi formato di file in cui il telefono salva le immagini). Tutte le immagini che puoi recuperare vengono visualizzate nella finestra principale. Seleziona quelli che desideri.

Fare clic su Ripristina ora e scegliere una posizione sul disco rigido in cui salvare le immagini. Esporteranno e salveranno nella loro cartella. Ora puoi copiarli di nuovo sul tuo telefono.

3. Come ripristinare le foto cancellate su un telefono con root

Se non stai utilizzando un servizio di backup su cloud o una scheda di memoria, diventa molto più difficile recuperare le foto cancellate dal tuo telefono Android. Nonostante le affermazioni di alcune app online, non c’è modo di scansionare la memoria interna del telefono per recuperare i file persi, a meno che il telefono non sia rootato.

Se sei disperato, puoi provare a eseguire il rooting del tuo telefono. Ma questo potrebbe richiedere di cancellare il tuo dispositivo e ciò aumenta significativamente la probabilità che le tue foto cancellate vengano sovrascritte e perse per sempre.

Fortunatamente, se il tuo telefono è già rootato, il processo è semplice. 

Ripristina foto con DiskDigger

Installa l’app DiskDigger Photo Recovery dal Play Store. Questo è gratuito per il recupero di foto e video; devi solo pagare se vuoi recuperare altri tipi di file.

Avvia l’app e concedi i permessi di root quando richiesto. Ora vedrai le opzioni Scansione di base e Scansione completa . Ignora il primo, in quanto può trovare solo miniature a bassa risoluzione delle tue immagini. Invece, ti consigliamo di utilizzare l’ opzione Scansione completa .

Trova la memoria interna del tuo telefono. Questa è normalmente la partizione / data . Toccalo, quindi scegli il tipo di file che desideri cercare (probabilmente JPG e / o PNG ). Tocca OK per iniziare.

L’app avvia immediatamente la scansione e ti mostra una griglia di miniature di tutto ciò che trova. Non mostra solo le foto cancellate: mostra tutte le immagini nella memoria interna del telefono. Il processo richiede quindi un po ‘di tempo per essere completato.

Per filtrare alcuni dei risultati, tocca l’ icona Impostazioni . Dovresti impostare una dimensione minima del file più grande — scegliendo 1.000.000 , ad esempio, limiterai i risultati a immagini più grandi di un megabyte. Puoi anche limitare la data a un tempo vicino a quando sono state scattate le foto.

DiskDigger non riesce a trovare tutte le foto eliminate e alcune potrebbero essere danneggiate. Quando trova quelli che desideri, selezionali e tocca Ripristina .

Scegli dove vuoi salvare il file. Puoi salvarli su un’app specifica o rimetterli direttamente nella cartella della fotocamera. Scegli la cartella DCIM per farlo. Fare clic su OK per salvare le foto e il gioco è fatto.

Come evitare di perdere le tue foto Android la prossima volta

Il modo migliore per evitare di perdere le tue preziose foto in primo luogo è mantenerne il backup da qualche parte.

Il modo più semplice è utilizzare app che eseguono il backup delle foto Android sul cloud. Queste app funzionano silenziosamente in background e puoi controllare quando caricano le tue foto. Impostali in modo che funzionino solo quando sei connesso al Wi-Fi e il telefono è in carica e non danneggerai il tuo piano dati o la durata della batteria.

Google Foto ti offre spazio di archiviazione gratuito illimitato per foto da 16 megapixel, abbastanza grande per la maggior parte delle fotocamere degli smartphone e video 1080p. Flickr ti offre spazio di archiviazione illimitato su un account Pro e carica le immagini a piena risoluzione.

Le foto non sono l’unico tipo di dati importante sul tuo dispositivo; dovresti conoscere i modi migliori per eseguire il backup di tutto sul tuo telefono Android . Con un piano di backup regolare, avrai sempre una copia delle tue informazioni e non rischierai mai più di perdere nulla.

Come sbloccare tablet Android senza password

Come sbloccare il tablet senza password? può sembrare impossibile o incredibilmente difficile da fare. Tuttavia, sbloccare i tablet Android è abbastanza semplice e hai opzioni davvero semplici per eseguire queste operazioni. Questo articolo spiega le soluzioni per sbloccare i tablet, indipendentemente dal fatto che siano bloccati con un PIN, una password, una sequenza, un’impronta digitale o persino un FRP.

I metodi forniti in questa pagina sono testati per funzionare senza problemi. Se stai lottando per trovare come sbloccare il blocco del pattern sul tablet Android, questo articolo ti aiuterà sicuramente a tornare ad usare il tuo tablet.

Metodo 1: sblocca il tablet Android utilizzando l’account Google

Per iniziare questa guida, parliamo del metodo ufficiale di Google per sbloccare le schede Android. Con le credenziali dell’account Google collegato al tuo tablet Android, puoi sbloccare rapidamente il tablet. Di seguito è riportato come sbloccare il blocco del modello su tablet Android utilizzando un account Google.

Passaggio 1. Per prima cosa, nella schermata di blocco, prova modelli casuali. Fallo cinque volte, e al prossimo tentativo, un messaggio sarà visualizzato sullo schermo, chiedendoti di riprovare tra mezzo minuto.

Passaggio 2. Successivamente, trova il collegamento “sequenza dimenticata” sullo schermo del tablet. Tocca questo collegamento e arriverai alla schermata di reimpostazione della password.

Passaggio 3. Qui puoi rispondere a una domanda di ripristino o inserire le credenziali del tuo account Google. Tocca l’ultima opzione e premi “Avanti”.

Passaggio 4. Ora, inserisci il tuo indirizzo email e la password Google associati, quindi premi “Invio” per salvarlo o fai clic su “Accedi”.

Inserendo i dettagli del tuo account Google, sarai in grado di accedere al tuo tablet Android bloccato e modificare la sequenza della schermata di blocco, il PIN, il codice, ecc.

Metodo 2: utilizzare Android find

Nonostante il primo metodo sia consigliato, tieni presente che non tutti gli utenti hanno collegato i propri dispositivi Android a un account Google. Se sei tu, o forse non conosci il login del tuo account Google, prova questo metodo per sbloccare i tablet utilizzando Gestione dispositivi Android.

Passaggi per sbloccare il tablet senza password utilizzando Android find

Passaggio 1. Utilizzando qualsiasi browser Internet, visitare la pagina Web Android Find. Qui, accedi al tuo account Google con l’indirizzo e-mail e la password. Premi Invio per continuare.

Passaggio 2. Nella pagina sono disponibili tre opzioni: reimposta, squilla e blocca. Scegli “Blocca” per accedere alla sua scheda.

Passaggio 3. Ora ti verrà richiesto di impostare un PIN temporaneo per sbloccare la scheda dopo l’operazione di blocco. Configuralo ora inserendolo due volte e opzionalmente scegliendo un messaggio di ripristino e un numero di telefono.

Metodo 3: sbloccare utilizzando un sbloccatore Android

Con uno sblocco Android, non devi preoccuparti di come sbloccare il tablet senza password: potrai riottenere l’accesso al tuo tablet dopo aver semplicemente seguito semplici passaggi. Tenorshare 4uKey per Android è uno sblocco Android che ti consente di superare schemi, PIN, password o qualsiasi altra funzione di sicurezza.

CARATTERISTICHE PRINCIPALI:

  • Come accennato in precedenza, Tenorshare 4uKey per Android sblocca ogni tipo di schermata di blocco, anche il blocco Samsung FRP.
  • L’operazione di sblocco dello schermo è rapida e viene completata in pochi minuti.
  • 4uKey per Android ha un robusto algoritmo di rilevamento automatico del sistema che determina la prontezza del tuo dispositivo prima di eseguire un’operazione.
  • Tenorshare 4uKey per Android è leggero, veloce e facile da usare, perfetto per gli utenti di tutti i livelli di competenza tecnologica.
  • Non ci sono problemi di compatibilità su nessun dispositivo. Ciò è dovuto al fatto che 4uKey per Android supporta tutte le versioni e i dispositivi Android.

Metodo 5: sbloccare tablet Android utilizzando il ripristino delle impostazioni di fabbrica

Non posso enfatizzare eccessivamente quanto sia critico un ripristino delle impostazioni di fabbrica. Prima di provare questo metodo, assicurati di non avere file, contenuti multimediali o app importanti nella scheda.

Il metodo di ripristino delle impostazioni di fabbrica per sbloccare i tablet Android cancella il dispositivo e la schermata di blocco viene eliminata nel processo. Se nessun’altra tecnica ha funzionato per sbloccare la scheda o hai un backup recente, ecco come sbloccare il blocco del pattern sul tablet Android utilizzando il ripristino delle impostazioni di fabbrica.

Passaggio 1. Per iniziare il processo, la prima cosa da fare è spegnere il tablet Android. Il ripristino delle impostazioni di fabbrica verrà eseguito in modalità di ripristino, quindi ora devi mettere il tuo dispositivo in questa modalità. Fallo premendo e tenendo premuto il pulsante di accensione e il pulsante di aumento del volume mentre la scheda è spenta.

Passaggio 2. Tieni premuti entrambi i pulsanti per un paio di secondi finché non arrivi alla schermata della modalità di ripristino, come puoi vedere nello screenshot qui sotto. Per navigare nella modalità di ripristino, utilizzare i tasti del volume, quindi fare clic sul pulsante di accensione per selezionare un elemento evidenziato. In questo caso, vai su “Cancella dati / ripristino dati di fabbrica” ​​e selezionalo.

Passaggio 3. Per confermare che si desidera davvero eseguire un ripristino delle impostazioni di fabbrica, verrà mostrata la schermata seguente. Usando il tasto Volume giù, vai all’opzione “Sì – elimina tutti i dati utente” e premi Invio per selezionarlo.

Passaggio 4. Potrebbe essere necessario autorizzare nuovamente il processo. Dopodiché, il tuo tablet verrà cancellato. Quando la scheda è stata ripristinata con successo alle impostazioni di fabbrica, infine, seleziona “Riavvia il sistema ora” per riavviare il dispositivo.

Dopo aver ripristinato le impostazioni di fabbrica della scheda Android, si avvia con tutta la schermata di blocco e tutte le password, PIN o dati del modello scomparsi. Ora sta a te impostare una nuova password che ricorderai.

Conclusione

Da tutte le soluzioni su come sbloccare il tablet senza password in questo articolo, puoi vedere che sbloccare le schede Android senza una password non è così complicato come sembra. Non solo ora sai come sbloccare il tablet senza password, ma puoi anche operare utilizzando cinque metodi. 

Come disattivare avvio automatico delle app di Windows 10

Uno degli aspetti più frustranti di Windows è la facilità con cui molte applicazioni come Adobe Acrobat, iTunes e Spotify si avviano automaticamente non appena accedi a Windows, che tu ne abbia bisogno o meno.

Esistono alcuni tipi di programmi che desideri avviare automaticamente, come antivirus e software per webcam. Tuttavia, molte app si fanno strada inutilmente nella routine di avvio, mangiando memoria e risorse e potenzialmente ostacolando le prestazioni del PC.

Non preoccuparti, però, perché puoi disattivare le app che non vuoi. Windows offre da tempo un modo per visualizzare e disabilitare i programmi di avvio. Nelle versioni precedenti di Windows, si doveva aprire lo strumento Configurazione di sistema (msconfig) per visualizzare e deselezionare tutti i programmi da interrompere automaticamente. In Windows 10, accedi alla schermata Impostazioni o Task Manager. Ecco come gestire le app di avvio indesiderate.

Disabilita le app di avvio nelle impostazioni di Windows

Apri Impostazioni> App> Avvio per visualizzare un elenco di tutte le app che possono essere avviate automaticamente e determinare quali devono essere disabilitate. L’interruttore indica uno stato di On o Off per dirti se l’app è attualmente nella tua routine di avvio. Per disabilitare un’app, disattiva il relativo interruttore.

Sotto l’interruttore c’è un indicatore dell’impatto. Un’app può essere contrassegnata con uno dei quattro diversi indicatori di impatto: Nessun impatto, Basso impatto, Medio impatto o Alto impatto. Questi indicatori misurano l’impatto che un programma di avvio ha sulla CPU e sull’unità disco del PC all’avvio. Più alto è l’indicatore di impatto, più tempo impiega un programma per caricarsi, aumentando così il tempo necessario per l’avvio completo di Windows.

Nel rivedere le app da eliminare dalla routine di avvio, guarda quelle classificate come Alta e Media, poiché disabilitarle avrà l’effetto maggiore sull’accelerazione del sistema all’avvio. Disabilitare quelli classificati come Basso impatto o Nessun impatto avrà un effetto minimo o nullo sul tempo di avvio, ma potrebbe comunque valere la pena farlo poiché disabilitarli può liberare preziosa RAM.

Disabilita le app di avvio in Task Manager

La revisione delle app di avvio tramite Task Manager ti consente di ricercare più facilmente ciascuna di esse per valutare meglio se disabilitarla o meno. Fare clic con il pulsante destro del mouse su un’area vuota della barra delle applicazioni in Windows 10. Dal menu a comparsa, fare clic sul comando per Task Manager.

Nella finestra Task Manager, fare clic sulla scheda Avvio (potrebbe essere necessario fare prima clic su Ulteriori dettagli). Vedrai un elenco di tutte le app che si avviano automaticamente ogni volta che si carica Windows. Alcuni dei programmi che probabilmente riconoscerai; altri potrebbero non essere familiari. La sfida qui è dare la caccia a quelli che non devono essere avviati senza fare danni.

Per impostazione predefinita, l’elenco dovrebbe essere ordinato per nome, ma puoi anche toccare le intestazioni per ordinare l’elenco per autore del software, stato di avvio e impatto dell’avvio.

Scorri l’elenco verso il basso per vedere quali app sono abilitate o disabilitate e per verificare l’impatto della disabilitazione di un’app che si avvia automaticamente. Oltre agli indicatori Nessuno, Basso, Medio e Alto, un’app potrebbe essere contrassegnata come Non misurata, il che significa che l’impatto dell’avvio non è stato ancora analizzato o registrato.

Per togliere un’app dalla sequenza di avvio utilizzando Task Manager, fai clic con il pulsante destro del mouse su di essa e seleziona la voce Disabilita. La scelta più sicura è disabilitare un’app alla volta, riavviare il PC e quindi assicurarti che Windows funzioni a dovere senza il programma in esecuzione all’avvio.

Se riscontri problemi con un programma che hai disabilitato, torna alla schermata Impostazioni o al Task Manager e

Per espellere un’app dalla sequenza di avvio utilizzando Task Manager, fai clic con il pulsante destro del mouse su di essa e seleziona la voce Disabilita . La tua scommessa più sicura è disabilitare un’app alla volta, riavviare il PC e quindi assicurarti che tu e Windows possiate vivere senza il programma in esecuzione all’avvio.

Se riscontri problemi con un programma che hai disabilitato, torna alla schermata Impostazioni o al Task Manager e reinseriscilo di nuovo nella tua routine di avvio.

Cerca un’app nel menu di avvio

Se non riesci a identificare un’app specifica in base al nome o all’editore, fai clic con il pulsante destro del mouse su di essa e seleziona la voce Proprietà. Questo si apre la finestra Proprietà del file ci saranno maggiori dettagli.

Se non sei sicuro di dover disabilitare o meno l’avvio di una determinata app, fai clic con il pulsante destro del mouse su di essa e seleziona Cerca in linea. Windows esegue una ricerca Bing nel browser Web per quel programma. È quindi possibile cercare tra i risultati per rintracciare informazioni e consigli sull’opportunità o meno di impedire l’avvio del programma. L’obiettivo finale dovrebbe essere quello di utilizzare lo stato Impatto di avvio combinato con le informazioni che trovi tramite ricerche web per scegliere le app giuste da disabilitare.

App manager

Se ritieni che le risorse integrate in Windows 10 non siano sufficienti, puoi spesso scavare ancora più elementi di avvio da rivedere con l’aiuto di varie app di terze parti.

Autoruns

AutoRuns è un software gratuito per utenti esperti che mostra non solo le applicazioni di avvio, ma le estensioni del browser, le attività pianificate, i servizi, i driver e altro ancora. Perlustrare il vasto numero di oggetti può essere inizialmente fonte di confusione; non si desidera disabilitare un’app necessaria e importante o un altro componente. Tuttavia, se comprendi tutte o la maggior parte delle voci elencate, AutoRuns è un gestore di avvio potente ed efficace.

Starter

Un’altra utility gratuita è Starter, che rivela tutti i programmi, processi e servizi di avvio. È possibile visualizzare tutti gli elementi o restringere l’elenco in base alla posizione della cartella o alla voce di registro. Prima di provare a disabilitare un elemento, puoi modificare i suoi parametri per controllare come e quando viene avviato. Puoi anche avviare l’elemento di avvio direttamente da Starter per vedere esattamente cosa fa. Starter ti consente persino di modificare l’aspetto, il layout e le funzionalità dell’utilità.

Startup Delayer

La versione gratuita di Startup Delayer offre una svolta sui soliti trucchi per la gestione dell’avvio. Startup Delayer inizia visualizzando tutti gli elementi di avvio, nonché eventuali attività e servizi in esecuzione. Fare clic con il pulsante destro del mouse su qualsiasi elemento per visualizzarne le proprietà, avviarlo per vedere cosa fa, cercare su Google o nella libreria dei processi per ulteriori informazioni, disabilitarlo o ritardarlo.

Se si sceglie di ritardare l’avvio di un programma, è quindi possibile controllare quanto tempo deve attendere fino all’avvio per evitare il caricamento di più app contemporaneamente. Eseguendo l’aggiornamento alla versione a pagamento, ottieni la possibilità di pianificare esattamente quando devono essere aperte determinate app.