Punti chiave
Il referendum abrogativo dell’8 e 9 giugno 2025 si è chiuso con un esito chiaro: il quorum non è stato raggiunto e, di fatto, nessuno dei cinque quesiti su lavoro e cittadinanza avrà effetto. L’affluenza si è attestata intorno al 30%, ben al di sotto della soglia del 50% più uno necessaria per la validità della consultazione. In particolare, il dato più alto di partecipazione si è registrato in Toscana, mentre il Trentino-Alto Adige è stato il fanalino di coda.
Dai risultati parziali emerge che il “Sì” ha prevalso largamente sui quattro quesiti sul lavoro, superando l’80% dei voti espressi, mentre per il quesito sulla cittadinanza, che proponeva di ridurre da 10 a 5 anni il tempo necessario agli stranieri per richiedere la cittadinanza italiana, il “Sì” si è fermato intorno al 60-65%. Uno scarto significativo che riflette una diversa percezione da parte degli elettori rispetto ai temi del lavoro e dell’integrazione.
Le reazioni dei proponenti
Maurizio Landini, segretario generale della Cgil e principale promotore dei referendum, ha ammesso la sconfitta, ma ha sottolineato che l’obiettivo era quello di riportare al centro i diritti e le condizioni lavorative. “Il nostro obiettivo era raggiungere il quorum per cambiare le leggi, questo obiettivo non l’abbiamo raggiunto. Oggi non è una giornata di vittoria. Ma oltre 14 milioni di persone hanno votato: un numero importante, un punto di partenza. Non abbiamo nessuna intenzione di cambiare la nostra strategia”, ha dichiarato Landini.
Pina Picierno, eurodeputata Pd e vicepresidente dell’Eurocamera, ha definito il risultato “una sconfitta profonda, seria, evitabile. Purtroppo un regalo enorme a Giorgia Meloni e alle destre. Ora serve maturità, serietà e ascolto, evitando acrobazie assolutorie sui numeri”.
Le reazioni del No
La maggioranza di governo e i partiti di centrodestra hanno accolto con soddisfazione l’esito del referendum. Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha dichiarato: “Le opposizioni hanno voluto trasformare i 5 referendum in un referendum sul governo Meloni. Il responso appare molto chiaro: il governo ne esce ulteriormente rafforzato e la sinistra ulteriormente indebolita”. Anche il ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha sottolineato che “anche il non voto era una scelta di voto, perché io credo che i quesiti sono stati bocciati dalla maggioranza degli italiani”.
Sui social di Fratelli d’Italia è apparso un messaggio netto: “Avete perso: gli italiani vi hanno fatto cadere”. Il senatore Michele Barcaiuolo (FdI) ha aggiunto: “Il dato che emerge dal quesito sulla cittadinanza è politicamente impietoso e certifica il fallimento totale della proposta della sinistra. Gli italiani lo hanno ribadito con chiarezza: la cittadinanza non è un regalo, ma un traguardo che si conquista”.
I temi posti dai referendum restano aperti, ma il confronto politico si sposta ora su altri terreni.