La decisione del governo danese di adottare il sistema franco-italiano SAMP/T per la difesa antiaerea a lunga gittata rappresenta uno spartiacque storico per la sicurezza nazionale e una chiara presa di posizione nel dibattito europeo sulla sovranità tecnologica e industriale. Con un investimento complessivo che supera miliardi di corone, pari a circa miliardi di dollari, la Danimarca si appresta a dotarsi di otto sistemi di difesa aerea a medio e lungo raggio, di cui alcuni saranno SAMP/T, il fiore all’occhiello della collaborazione tra Francia e Italia. Questo passo segna la prima esportazione del SAMP/T all’interno dell’Unione Europea al di fuori dei Paesi produttori, affiancando Francia e Italia nell’utilizzo della piattaforma mentre molti partner continentali rimane fedele all’americano Patriot.
La scelta danese si inserisce in un quadro geopolitico in rapida evoluzione, dove la guerra in Ucraina ha dimostrato la necessità imprescindibile di sistemi antiaerei integrati, multistrato e dotati delle più recenti tecnologie radar e missilistiche. L’Esercito danese, attraverso le parole del generale Michael Hyldgaard, ha sottolineato quanto il rafforzamento della difesa antiaerea sia ormai una priorità vitale e come la nuova capacità permetterà di coprire il territorio nazionale contro minacce convenzionali e missilistiche. Il nuovo approccio danese integra i progressi compiuti negli ultimi mesi con sistemi come il Kongsberg NASAMS norvegese, i VL MICA francesi e piattaforme tedesche IRIS-T, gettando le basi per una protezione capillare che si evolverà per gradi.
Nel dettaglio, ogni sistema acquistato comprende radar avanzati orientati a trecentosessanta gradi, unità di controllo del fuoco e diverse rampe di lancio pronte a impiegare una combinazione di missili a seconda delle esigenze operative. Il SAMP/T è stato scelto sulla base di una valutazione composita che ha privilegiato criteri operativi, economici e strategici, in un’ottica di indipendenza e rapidità di dispiegamento: utilizzare fornitori diversi, come dichiarato dal generale Per Pugholm Olsen, consentirà di accelerare i tempi di consegna e costruire una difesa aerea stratificata in tempi record. L’intero processo di selezione ha coinvolto anche la richiesta di compensazioni industriali, imponendo ai fornitori stranieri di sottoscrivere accordi di offset, favorendo la crescita delle imprese danesi che potranno produrre, fornire o sviluppare sotto sistemi e tecnologie.
Dietro a questa svolta vi è anche una riflessione politica più profonda: la Commissione europea negli ultimi mesi ha esortato i Paesi membri a privilegiare come fornitori realtà industriali continentali, contrastando la crescente dipendenza dagli Stati Uniti. Le recenti tensioni sullo scenario atlantico e le minacce dell’ex presidente Donald Trump sul disimpegno americano nei confronti dei partner NATO hanno rafforzato la percezione di rischio e favorito la virata su assetti europei. “La difesa antiaerea è un ambito dove l’Europa deve colmare il gap accumulato e dimostrare unità”, emerge nelle analisi di Bruxelles e nei documenti ufficiali della Commissione, ripresi anche dai principali vertici militari del continente.
Il sistema SAMP/T-NG, evoluzione di quello selezionato da Copenaghen, viene assemblato dal consorzio Eurosam, nato dall’alleanza fra Thales e MBDA. Piattaforma all’avanguardia, il SAMP/T può gestire fino a sei lanciatori verticali, ciascuno dotato di più missili Aster 30 B1 o B1NT, oppure può combinare la difesa a lungo raggio con moduli a corto raggio integrando missili come il VL MICA francese o il CAMM-ER italiano per la protezione ravvicinata. Ogni lanciatore può scagliare tutti i suoi proiettili in pochissimo tempo, consentendo una reazione immediata contro sciami di bersagli diversi.
Il cuore della piattaforma consiste in un radar attivo elettronico, abbinato nella versione francese al Thales GF e in quella italiana al Kronos GMHP della Leonardo. Il SAMP/T si distingue in particolare per la capacità di intercettare una vasta gamma di minacce, dai caccia alle piattaforme balistiche a corto raggio, e vanta una gittata che può arrivare a livelli notevoli contro aerei ed eccellenti prestazioni contro missili balistici di teatro. Il missile Aster 30, colonna portante del sistema, pesa diverse centinaia di chilogrammi, è lungo quasi cinque metri, è guidato da un sofisticato sistema inerziale integrato da un seeker attivo in fase terminale e raggiunge velocità elevate. Il tutto si traduce in una protezione avanzata del territorio e degli asset strategici, rafforzando le possibilità di risposta contro attacchi missilistici, incursioni di aerei e minacce di droni moderni.
La Danimarca, con questa acquisizione, non solo getta solide basi per la propria resilienza ma diventa un caso emblematico di come le dinamiche della difesa europea stiano cambiando direzione. L’acquisto di più sistemi concorrenti, tra Kongsberg, MBDA e Diehl Defence, e la scelta di diversificare rispetto al tradizionale Patriot statunitense, confermano la volontà di accelerare sulla strada dell’autonomia strategica e della rapidità di implementazione. Il ministero della Difesa di Copenaghen ha chiarito che l’intera architettura finale comprenderà componenti sia a medio che a lungo raggio, con l’opzione di espandere il numero di SAMP/T a seconda delle necessità. Questa modularità e adattabilità si rivelano un fattore chiave in un contesto segnato da minacce asimmetriche e dalla necessità di rispondere velocemente su più fronti simultanei.
Anche sul versante industriale, la commessa prevede impatti significativi: i fornitori dovranno stipulare accordi di partnership e investimenti o acquistare direttamente prodotti dalla difesa danese, rafforzando la filiera nazionale e trasferendo know-how tecnologico. Tale prospettiva riveste un valore aggiunto in termini di occupazione e innovazione, alzando l’asticella della competitività locale e favorendo future sinergie nel contesto continentale.
Non è un dettaglio che la Francia, dopo il via libera danese, abbia proposto di rilanciare la convergenza con la German-led Sky Shield Initiative, superando le passate tensioni emerse quando Berlino aveva privilegiato l’incorporazione del Patriot nel proprio scudo antiaereo paneuropeo. L’avvio su larga scala delle produzioni in serie del SAMP/T-NG segna l’inizio di una nuova stagione di investimenti in tecnologie d’eccellenza che potrebbero ridefinire la stessa postura difensiva di un’Europa sempre più chiamata a camminare sulle proprie gambe. “Ci sono momenti in cui servono decisioni forti, perché solo così si può rafforzare la capacità militare e la sicurezza dei cittadini danesi”, ha commentato il ministro della Difesa Troels Lund Poulsen, sottolineando l’orgoglio per il maggiore investimento mai realizzato nella storia nazionale per la difesa antiaerea.
Sul piano operativo, il SAMP/T rappresenta il primo grande concorrente europeo ai sistemi americani, potendo offrire modalità di intercettazione multilivello, adattabilità a scenari complessi e performance già testate sia da Francia che da Italia in missioni reali. La flessibilità del programma, che accetta radar e integrazioni diverse secondo le esigenze del cliente, riveste una peculiarità rara in un panorama tradizionalmente consolidato attorno alle offerte statunitensi. La solidarietà eurocontinentale, invocata dalla Commissione e dai leader della difesa, trova così uno dei suoi primi sbocchi pratici nella scelta di Copenaghen.
L’episodio danese dimostra che la stagione della dipendenza quasi esclusiva dall’industria americana sembra aver imboccato una nuova direzione. Se fino a poco tempo fa le commesse strategiche europee finivano quasi sempre oltreoceano, ora cresce l’attenzione verso autonomie funzionali e la capacità di autoprocurarsi soluzioni integrate di alto livello, capaci di rendere l’Europa soggetto attivo e non solo spettatore nel grande gioco della sicurezza internazionale.