Genova si prepara a vivere una trasformazione senza precedenti nella gestione della sicurezza del suo centro storico. A partire da domani, una riforma destinata a cambiare profondamente il ruolo della polizia locale nei vicoli entrerà ufficialmente in vigore, portando con sé non solo nuove modalità operative, ma anche un acceso confronto politico che ha già infiammato il dibattito cittadino.
La riforma, fortemente voluta dall’amministrazione comunale, nasce dall’esigenza di rispondere alle criticità che da anni segnano la vita quotidiana nei vicoli genovesi. Questa parte della città, ricca di storia e fascino, è spesso teatro di episodi di microcriminalità, degrado e tensioni sociali, che negli ultimi tempi hanno richiesto un ripensamento radicale delle strategie di presidio e controllo del territorio. L’obiettivo dichiarato è quello di restituire ai residenti e ai visitatori un senso di sicurezza reale e percepita, attraverso una presenza più capillare e incisiva della polizia locale.
Non si tratta di semplici aggiustamenti organizzativi, ma di un vero e proprio cambio di paradigma. La nuova impostazione prevede che i vigili urbani non siano più relegati al solo ruolo di controllori del traffico o di garanti delle regole amministrative, ma diventino attori protagonisti nella prevenzione e nel contrasto dei fenomeni di illegalità diffusa. Il loro compito sarà quello di presidiare attivamente i vicoli, instaurando un rapporto diretto e costante con la cittadinanza, ascoltando le segnalazioni, intervenendo tempestivamente in caso di necessità e collaborando a stretto contatto con le altre forze dell’ordine.
La riforma, tuttavia, non ha mancato di suscitare polemiche e divisioni all’interno del Consiglio comunale. I rappresentanti delle opposizioni, in particolare quelli di Vince Genova e della Lega, hanno espresso forti perplessità sulla reale efficacia del nuovo modello, accusando l’amministrazione di aver agito in modo unilaterale e senza un adeguato coinvolgimento delle parti sociali. Secondo i critici, la riorganizzazione rischia di tradursi in un semplice spostamento delle responsabilità, senza affrontare alla radice le cause profonde del disagio che affligge il centro storico.
L’assessora alla Sicurezza, Arianna Viscogliosi, ha risposto con fermezza alle accuse, sottolineando come la polizia locale continuerà a operare con la stessa professionalità e dedizione di sempre, ma con strumenti e competenze rinnovate. Viscogliosi ha ribadito che il nuovo assetto non comporterà alcuna riduzione delle risorse destinate al presidio dei vicoli, ma anzi consentirà di ottimizzare l’impiego degli agenti, valorizzando le loro specificità e favorendo la formazione continua. L’assessora ha inoltre evidenziato l’importanza di un approccio integrato, che veda la polizia locale agire in sinergia con i servizi sociali, le associazioni di quartiere e le istituzioni scolastiche, per costruire una rete di prevenzione e supporto capace di intervenire non solo sull’emergenza, ma anche sulle cause strutturali dell’insicurezza urbana.
Uno degli aspetti più innovativi della riforma riguarda la ridefinizione dei compiti e delle responsabilità degli agenti nei confronti delle fasce più vulnerabili della popolazione. Nei vicoli di Genova vivono infatti molte persone anziane, famiglie in difficoltà, giovani a rischio di emarginazione. La presenza costante dei vigili urbani, secondo l’amministrazione, rappresenterà un punto di riferimento fondamentale per queste categorie, che potranno contare su un interlocutore diretto e facilmente raggiungibile in caso di bisogno.
La riforma introduce anche nuove tecnologie e strumenti operativi, come l’utilizzo di bodycam, sistemi di videosorveglianza avanzati e piattaforme digitali per la raccolta e la gestione delle segnalazioni. Questi strumenti, secondo i promotori, permetteranno di monitorare in tempo reale la situazione nei vicoli, garantendo interventi rapidi e mirati e una maggiore trasparenza nell’operato degli agenti. Non mancano però le voci critiche che sollevano dubbi sulla tutela della privacy e sull’effettiva capacità delle nuove tecnologie di risolvere i problemi più complessi della sicurezza urbana.
Il dibattito si è acceso anche sul fronte sindacale. Alcuni rappresentanti dei vigili urbani hanno espresso preoccupazione per l’aumento dei carichi di lavoro e per la necessità di una formazione adeguata alle nuove mansioni. Chiedono garanzie sul rispetto dei diritti dei lavoratori e sulla sicurezza degli operatori, soprattutto in un contesto difficile come quello dei vicoli, dove non sono rari episodi di aggressioni e minacce. L’amministrazione ha assicurato che saranno previsti corsi di aggiornamento specifici e che verranno adottate tutte le misure necessarie per tutelare l’incolumità degli agenti.
La città, intanto, osserva con attenzione l’evolversi della situazione. Molti residenti accolgono con favore la prospettiva di una maggiore presenza della polizia locale, nella speranza che possa contribuire a ridurre il degrado e a restituire vivibilità al centro storico. Altri, invece, temono che la riforma possa tradursi in un eccesso di controllo e in una limitazione delle libertà individuali, soprattutto per quanto riguarda la gestione degli spazi pubblici e delle attività commerciali.
Il centro storico di Genova è un microcosmo complesso, dove si intrecciano storie di integrazione e conflitto, tradizione e innovazione, ricchezza e povertà. La sfida che attende la polizia locale non è solo quella di garantire l’ordine pubblico, ma anche di saper interpretare le esigenze di una comunità in continua trasformazione, capace di accogliere e valorizzare le diversità.
La riforma rappresenta dunque un banco di prova cruciale per l’intera amministrazione comunale, che dovrà dimostrare di saper coniugare sicurezza e inclusione, fermezza e dialogo, innovazione e rispetto delle tradizioni. Il successo o il fallimento di questa svolta dipenderà dalla capacità di ascoltare le istanze dei cittadini, di coinvolgere tutti gli attori sociali e di adattare le strategie operative alle specificità di un territorio unico nel suo genere.
Nei prossimi mesi sarà fondamentale monitorare attentamente gli effetti della riforma, raccogliere dati oggettivi sull’andamento della criminalità e della percezione di sicurezza, e correggere eventuali criticità con tempestività e trasparenza. Solo così sarà possibile costruire una città più sicura, accogliente e vivibile per tutti, senza sacrificare la libertà e la vitalità che da sempre caratterizzano i vicoli di Genova.