Nella splendida cornice di Villa Doria Pamphili a Roma, si è svolto un cruciale vertice intergovernativo tra Italia e Algeria che segna una svolta nelle relazioni bilaterali tra i due Paesi. L’incontro, che ha visto protagonisti la Presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni e il Presidente algerino Abdelmadjid Tebboune, ha prodotto una serie di accordi fondamentali, incentrati sulla lotta al terrorismo internazionale, sul contenimento dei flussi migratori e sul rafforzamento della cooperazione economica, soprattutto nei settori dell’energia e delle telecomunicazioni.
Il vertice arriva in un delicato momento storico per l’area mediterranea, segnato da sfide complesse come l’instabilità del Nord Africa e la pressione esercitata dalle migrazioni verso l’Europa. Il documento siglato dalle delegazioni di Roma e Algeri prevede la formalizzazione di un memorandum d’intesa specificamente dedicato al contrasto del terrorismo e al blocco dei suoi canali di finanziamento, anche se al momento non sono stati resi noti i dettagli operativi delle minacce che i due Paesi intendono affrontare congiuntamente.
Parallelamente, una delle principali linee di collaborazione riguarda la gestione delle migrazioni. L’Italia, guidata dal governo Meloni dal 2022, ha infatti fatto della riduzione degli sbarchi e della lotta ai traffici dei migranti una delle sue priorità politiche. L’accordo prevede una strategia di coordinamento rafforzato nei soccorsi e nelle operazioni di salvataggio nel Mediterraneo, rotta tristemente nota per i numerosi naufragi di migranti in fuga dal Nord Africa. Questo impegno mira a rendere più efficace la risposta congiunta nella gestione delle emergenze e a salvare vite umane, oltre a erodere i margini di azione delle organizzazioni criminali che lucrano sulla disperazione dei migranti.
Il legame tra Italia e Algeria, in particolare, assume una valenza cruciale anche dal punto di vista energetico ed economico. L’Algeria è attualmente il principale partner commerciale dell’Italia in Africa, con scambi bilaterali che hanno superato i 14 miliardi di euro negli ultimi dodici mesi e investimenti italiani in territorio algerino che ammontano a circa 8,5 miliardi di euro. Nel corso del summit sono stati siglati numerosi nuovi contratti, tra cui spicca l’accordo tra il colosso energetico italiano Eni e l’azienda statale algerina Sonatrach, del valore di circa 1,3 miliardi di dollari, destinato all’esplorazione e allo sviluppo di risorse idrocarburiche nel paese nordafricano. Questa collaborazione energetica non solo consolida il ruolo dell’Italia come primo cliente del gas algerino, ma si inserisce nel contesto più ampio del cosiddetto “Piano Mattei”, la strategia italiana per rafforzare i legami economici e infrastrutturali con l’Africa, ridisegnando gli equilibri dell’approvvigionamento energetico europeo in una fase post-dipendenza dal gas russo.
Il vertice ha rappresentato anche l’occasione per intensificare i rapporti su molteplici fronti: sono stati stipulati oltre dieci accordi intergovernativi, dal contrasto al terrorismo alla cooperazione culturale, passando per il commercio e la sicurezza. Le delegazioni hanno inoltre discusso temi di rilievo globale, tra cui la situazione in Ucraina, le crisi in Medio Oriente, le tensioni in Libia e il coinvolgimento nell’area del Sahel: dossier che confermano la necessità di una sinergia sempre più estesa tra le due sponde del Mediterraneo e sottolineano come Algeria e Italia lavorino fianco a fianco per garantire stabilità regionale, anche grazie al contributo del settore privato e delle oltre 150 aziende italiane operanti in Algeria.
La cooperazione in tema di sicurezza, con un accento particolare sul contrasto ai traffici illeciti, è vista da entrambi i governi come il pilastro per una crescita economica sostenibile e una migliore gestione delle frontiere. L’accordo recentemente firmato dai ministri degli Interni di Italia e Algeria amplia infatti le aree investigative e introduce nuove forme di collaborazione contro la criminalità organizzata, la cybercrime, la tratta di esseri umani e il traffico di droga, con un’attenzione specifica alle minacce emergenti dalla crisi del Sahel e dall’instabilità nei confini orientali algerini, soprattutto con la Libia.
Da sottolineare una dichiarazione del ministro dell’Interno algerino Brahim Merad, secondo cui “al momento (in Italia) non ci sono migranti provenienti dall’Algeria, ed è grazie alla nostra visione comune”. Un risultato che Merad attribuisce anche alla chiusura e al controllo rafforzato delle frontiere meridionali, necessario alla luce dei rischi crescenti derivanti dall’espansione dei traffici da sud e dalla penetrazione del terrorismo nella regione. Si tratta, come ha sottolineato il rappresentante algerino, di un modello di collaborazione che va oltre la semplice gestione emergenziale e punta a una prevenzione strutturale delle dinamiche criminali internazionali.
Dal punto di vista geopolitico, questa rinnovata intesa apre prospettive concrete per la costruzione di una partnership euro-africana moderna, più equa e orientata allo sviluppo reciproco. La visione della Presidenza italiana mira infatti a superare la tradizionale logica di “aiuti dall’alto”, per abbracciare una strategia di cooperazione paritaria che favorisca investimenti, scambi tecnologici e crescita sostenibile su entrambi i versanti del Mediterraneo. Meloni ha spesso sottolineato la necessità di abbandonare l’arroganza occidentale nelle relazioni con l’Africa, promuovendo invece rapporti di fiducia reciproca e progetti concreti in grado di incidere sul benessere delle comunità locali, contribuendo così a ridurre le stesse radici delle migrazioni forzate.
Non manca nell’agenda comune l’attenzione al futuro: dalla lotta al cambiamento climatico ai nuovi modelli di sviluppo agricolo, dalle energie rinnovabili all’innovazione tecnologica, i governi italiano e algerino si sono impegnati a creare nuove opportunità per giovani e imprese, incentivando progetti di ricerca e formazione condivisa.
Il summit di Villa Doria Pamphili non è dunque soltanto un evento simbolico, ma rappresenta l’avvio di una fase operativa in cui la diplomazia mediterranea si traduce in azioni concrete e misurabili. Gli operatori economici guardano con interesse ai nuovi scenari aperti dalla partnership Roma-Algeri, mentre le istituzioni sottolineano la necessità di garantire continuità agli impegni presi. La comunità internazionale osserva con attenzione l’esito dell’intesa, consapevole che la stabilità e la crescita del Mediterraneo passano oggi più che mai attraverso la capacità di agire insieme, di affrontare vecchie emergenze con strumenti nuovi e di utilizzare la cooperazione come leva per costruire sicurezza e prosperità condivise.