05 Luglio 2025
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Kyiv sotto assedio: la notte più lunga tra bombe, paura e diplomazia bloccata

Nella notte tra il 3 e il 4 luglio 2025, Kyiv è stata teatro di uno degli attacchi aerei più devastanti dall’inizio della guerra, segnando un nuovo, drammatico capitolo nel conflitto tra Russia e Ucraina. La capitale ucraina è stata colpita da una pioggia di droni e missili, in un’operazione che ha coinvolto centinaia di ordigni, tra cui droni e missili, secondo quanto riportato dall’aeronautica ucraina. L’attacco, che ha avuto come principale obiettivo proprio Kyiv, ha lasciato dietro di sé una scia di distruzione e terrore, con morti e numerosi feriti, alcuni dei quali in condizioni gravi.

Le sirene antiaeree hanno risuonato per ore consecutive, costringendo migliaia di residenti a rifugiarsi nei tunnel della metropolitana e nei rifugi sotterranei. Il rumore incessante dei droni Shahed, il crepitio delle esplosioni e il fuoco delle mitragliatrici antiaeree hanno scandito una notte di paura e incertezza. I soccorritori hanno lavorato senza sosta per domare gli incendi scoppiati in diversi quartieri della città, mentre i detriti degli ordigni abbattuti si sono sparsi in decine di punti diversi, danneggiando gravemente edifici residenziali, scuole, strutture sanitarie, linee ferroviarie e altre infrastrutture civili.

Il sindaco di Kyiv, Vitali Klitschko, ha confermato che tra i feriti vi sono anche bambini e donne incinte. Una giovane donna incinta di otto mesi ha raccontato di essersi trasferita a Kyiv da Pokrovsk, nel Donetsk, solo un mese fa, e di non aver mai sentito esplosioni così potenti nemmeno nella sua città d’origine, già duramente colpita dalla guerra. Molti residenti hanno descritto la notte come un incubo ad occhi aperti, con le luci che si spegnevano improvvisamente e i vetri delle finestre che andavano in frantumi sotto la pressione delle onde d’urto. “Il nostro intero edificio tremava”, ha dichiarato una testimone, mentre un’altra ha raccontato di aver visto il fumo delle esplosioni invadere anche i quartieri più lontani dal centro.

L’attacco è avvenuto poche ore dopo una telefonata tra il presidente russo Vladimir Putin e il presidente statunitense Donald Trump. Durante la conversazione, durata circa un’ora, Trump ha espresso la sua frustrazione per la mancanza di progressi verso una soluzione diplomatica del conflitto, mentre Putin ha ribadito la determinazione della Russia a perseguire i propri obiettivi in Ucraina, nonostante le pressioni internazionali per un cessate il fuoco. Secondo fonti del Cremlino, Putin ha sottolineato che Mosca non intende arretrare rispetto alle sue “cause profonde” del conflitto, tra cui la volontà di impedire l’ingresso dell’Ucraina nella NATO e di proteggere le comunità russofone nel paese. Trump, dal canto suo, ha dichiarato di non aver ottenuto alcun risultato concreto dal colloquio, definendo Putin “ostinato” e affermando che il leader russo “vuole solo continuare a uccidere”.

La tempistica dell’attacco non è passata inosservata: il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sottolineato come le prime ondate di raid siano iniziate quasi in contemporanea con la diffusione delle notizie sulla telefonata tra Trump e Putin. Zelensky ha definito l’operazione russa “una delle più grandi e ciniche mai viste”, accusando Mosca di voler dimostrare, ancora una volta, la propria intenzione di non porre fine alla guerra e al terrore. Il presidente ucraino ha anche rivelato di aver avuto, a sua volta, una conversazione telefonica con Trump subito dopo l’attacco, definendola “molto importante e utile” per discutere delle necessità di difesa aerea e della produzione congiunta di droni.

L’attacco ha avuto ripercussioni anche sul piano diplomatico e militare. Negli stessi giorni, gli Stati Uniti hanno annunciato la sospensione di alcune forniture di armi all’Ucraina, tra cui missili Patriot e munizioni di precisione, a causa dell’esaurimento delle scorte nei magazzini americani. Questa decisione ha suscitato preoccupazione a Kyiv, che si trova ora a dover fronteggiare una delle più gravi offensive russe con risorse sempre più limitate. Trump ha lasciato intendere che gli Stati Uniti potrebbero valutare l’invio di nuovi sistemi di difesa aerea, ma al momento non sono stati presi impegni concreti. Nel frattempo, la Russia ha intensificato la propria campagna di bombardamenti, colpendo non solo la capitale ma anche altre città ucraine, e giustificando le proprie azioni come risposta a presunti “atti terroristici” del regime di Kyiv.

Le immagini che arrivano da Kyiv sono drammatiche: palazzi sventrati, finestre esplose, automobili carbonizzate e strade invase dai detriti. I vigili del fuoco, con le tute gialle, si muovono tra le macerie cercando di domare le fiamme e salvare chi è rimasto intrappolato. In alcuni quartieri, l’aria è diventata irrespirabile a causa dei prodotti di combustione, tanto che le autorità hanno invitato i cittadini a chiudere le finestre e a non uscire di casa se non strettamente necessario. Le scuole e le strutture sanitarie colpite hanno dovuto sospendere le attività, mentre i trasporti pubblici sono stati interrotti in diverse zone della città.

La comunità internazionale ha reagito con fermezza, condannando l’attacco e rinnovando l’appello a un cessate il fuoco immediato. Il ministro degli Esteri polacco ha riferito che anche la sezione consolare dell’ambasciata di Varsavia a Kyiv è stata danneggiata dai bombardamenti, sottolineando la gravità della situazione e la necessità di rafforzare le difese aeree ucraine. L’Unione Europea e la NATO hanno ribadito il loro sostegno a Kyiv, ma la sospensione delle forniture militari statunitensi rischia di lasciare l’Ucraina ancora più esposta agli attacchi russi nei prossimi mesi.

Sul fronte interno, la popolazione ucraina mostra una resilienza straordinaria, ma la stanchezza e la paura sono palpabili. Molti cittadini si interrogano sul futuro, temendo che la guerra possa ancora durare a lungo e che la pressione militare russa sia destinata ad aumentare. Le autorità locali hanno rafforzato le misure di sicurezza e intensificato le campagne di informazione per preparare la popolazione a eventuali nuovi attacchi. Nel frattempo, le squadre di soccorso continuano a lavorare senza sosta per ripristinare i servizi essenziali e assistere le vittime.

L’attacco del 4 luglio rappresenta un punto di svolta nella guerra, sia per la sua portata che per il contesto politico in cui è avvenuto. La telefonata tra Trump e Putin, seguita dall’escalation militare russa, evidenzia la complessità del quadro internazionale e la difficoltà di trovare una soluzione diplomatica al conflitto. Mentre Mosca ribadisce la propria volontà di non arretrare, Kyiv si trova a dover resistere con risorse sempre più scarse e il sostegno occidentale che appare meno solido rispetto al passato. La popolazione civile, ancora una volta, paga il prezzo più alto di una guerra che sembra lontana dalla conclusione.

Simone De Micheli
Simone De Michelihttps://www.alground.com
Esperto di comunicazioni cifrate e di cyberbullismo, Simone è impegnato da anni come consulente per la gestione del crimine online e per la protezione dei minori sul web.
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