Privacy e riservatezza. Il nuovo bene di lusso riservato agli straricchi

Quando si dice che la privacy non esiste più, è perfettamente vero. E quando si dice che la privacy è diventata un lusso, è anch’esso verissimo. Ed esistono persone in grado di spendere milioni di euro pur di vivere una vita in totale riservatezza.

Ormai dobbiamo arrenderci alla dura realtà: i consumatori della classe media e i più poveri in particolare hanno dovuto vendere il loro diritto alla privacy in cambio della connessione ad internet e all’utilizzo dei social network, perchè tutto ha il suo prezzo.

E le persone sono ben contente di fare questo scambio. Un sondaggio della Intel Security ha scoperto che il 77% delle persone sarebbe felice di vendere tutti i suoi dati personali in cambio di sconti per le ricariche telefoniche. Come risultato il tracciamento dei nostri dati è ormai continuo.

I produttori di veicoli installano dei sistemi per il tracciamento dei nostri percorsi, i dispositivi indossabili controllano la nostra attività fisica e i nostri parametri biologici collegandoli spesso alle nostre preferenze alimentari.

Ma esistono persone, ovviamente le più ricche, che sono in grado di spendere migliaia e anche in milioni di euro per il lusso di vivere nella più completa privacy.

Privacy in città. Anonimi per il catasto

Ad esempio, a Londra è possibile pagare il governo per non risultare nei registri. Nella capitale britannica un gruppo di poco più di 200 ricchi cittadini ha scelto di pagare una tassa annuale di 218.200 sterline in cambio dell’occultamento dei dati catastali delle loro mega ville presso gli uffici comunali. E sempre in Inghilterra il discorso si sta espandendo oltre i limiti del mercato immobiliare.

Grazie alle nuove legislazioni su internet gli inglesi stanno covando l’idea di far pagare delle tasse verso i provider e i fornitori di servizi internet per evitare che i dati degli utenti vangano venduti a terze persone.

Le case di specchi contro gli spioni

Se siete abbastanza ricchi potete rivolgervi a degli architetti per costruire delle case invisibili. JaK Studio, una azienda specializzata, è in grado di inventare dei metodi tecnici per creare delle porzioni di casa che possono apparire o sparire quando lo desideriamo.

Uno dei metodi utilizzati è quello di installare degli specchi personalizzati per riflettere le immagini della propria abitazione e alterarne la forma. Tutto questo per non far capire ai vicini l’esatta conformazione della propria dimora e per fuorviare le riprese fotografiche aeree.

Un’oasi nascosta a Google Maps

Se volete disfarvi una volta per tutte di Google Maps e delle fotografie alla vostra abitazione potete trasferirvi in una comunità nascosta. Ce n’è una a Los Angeles chiamata Hidden Hills, a cui hanno già aderito il cantante Justin Bieber e la showgirl Kim Kardashian oppure la Three Rivers Recreation Area nell’Oregon.

Si tratta di una delle poche zone della Terra dove vengono proibite le fotografie da parte della macchinina del Google Street View: niente immagini delle strade e nessun tipo di ripresa dall’alto. I prezzi di una proprietà in questi angoli invisibili a Google, partono dai 5 milioni di dollari.

Investigatori di privacy

Se qualcuno accede alle vostre informazioni personali o pubblica qualcosa di voi su internet, potete pagare anche una compagnia per individuare il criminale. Queste aziende promettono di controllare la vostra identità digitale eliminando qualsiasi tipo di pubblicità negativa e prevenendo ogni tipo di scandalo anche con metodi non proprio legali. Aspettatevi di pagare dai 50 ai 300 mila dollari per progetto, oltre ad un abbonamento mensile per il mantenimento del servizio.

I social network nascosti

Se Facebook, Tinder o Instagram sono troppo “pubblici” per voi, potete pagare per entrare in un social network privato, destinato agli ultraricchi. Per esempio, una versione alternativa di Instagram è “Rich kids“, che mette ogni tipo di foto o di selfie al sicuro, visibile solamente a dei contatti selezionati, per la modica cifra di 1000 dollari al mese.

La domanda è: quanto paghereste, se aveste i soldi, per proteggere la vostra privacy?