RFDEW, la nuova arma a spalla che abbatte sciami di droni

Negli ultimi anni, il volto della guerra è stato profondamente trasformato dall’avvento dei droni, strumenti che hanno rivoluzionato tattiche, strategie e logiche di combattimento. Il conflitto in Ucraina, in particolare, rappresenta il laboratorio più avanzato e drammatico di questa nuova era: qui i droni non sono più solo strumenti di ricognizione, ma veri e propri protagonisti delle operazioni offensive e difensive, impiegati in quantità e con livelli di sofisticazione mai visti prima.

L’escalation: droni sempre più numerosi e sofisticati

La guerra tra Russia e Ucraina ha raggiunto un nuovo livello di intensità tecnologica. Gli attacchi con droni sono cresciuti in maniera esponenziale: solo nel marzo 2025 sono stati lanciati oltre 4.000 droni Shahed-136/Geran-2 di fabbricazione russa, segnando un incremento di oltre il 1.100% rispetto all’anno precedente. La produzione di droni in Russia è in costante aumento, con l’obiettivo di arrivare a 15.000 unità all’anno. Anche l’Ucraina ha investito massicciamente nello sviluppo di droni a lungo raggio e nell’integrazione di intelligenza artificiale, puntando su sistemi in grado di operare in sciame e di adattarsi alle contromisure elettroniche nemiche.

Questa escalation ha portato a una vera e propria “guerra dei robot”, dove le macchine, spesso coordinate da algoritmi di intelligenza artificiale, si scontrano direttamente sul campo, riducendo l’impiego di soldati umani e cambiando la psicologia stessa del combattimento. Le missioni dei droni spaziano dalla sorveglianza al combattimento diretto, passando per attacchi suicidi e operazioni di disturbo sulle infrastrutture critiche.

L’impatto operativo e psicologico

L’uso massiccio dei droni ha imposto un cambio di paradigma alle forze armate di tutto il mondo. Come sottolineato dal generale Carmine Masiello, capo di Stato maggiore dell’Esercito italiano, “i droni hanno trasformato il campo di battaglia in uno scenario non permissivo, anche dal punto di vista psicologico”. La minaccia può arrivare da qualsiasi direzione e in qualsiasi momento, rendendo obsolete molte delle tradizionali strategie di difesa.

La capacità di lanciare sciami di droni – decine o centinaia di unità coordinate tra loro – rappresenta una sfida senza precedenti per le difese convenzionali. Nessuna industria occidentale, ad oggi, è pronta a reggere i ritmi produttivi e operativi di Russia e Ucraina, che insieme possono mettere in campo decine di migliaia di droni ogni mese.

Di fronte a questa minaccia, la ricerca di contromisure efficaci è diventata una priorità assoluta. Se le armi balistiche tradizionali (come mitragliatrici o fucili anti-drone) sono efficaci solo a corto raggio e contro singoli bersagli, la vera rivoluzione arriva dalle nuove armi elettroniche a energia diretta, in particolare quelle a onde radio e microonde.

Cos’è un’arma elettronica a spalla anti-drone

Si tratta di dispositivi portatili, gestibili da un singolo operatore, che emettono impulsi di energia elettromagnetica (radiofrequenza o microonde) diretti verso il drone bersaglio. L’obiettivo è interferire con i circuiti elettronici del drone, mandandolo fuori uso senza doverlo necessariamente distruggere fisicamente.

Principio di funzionamento

  • Emissione di onde radio o microonde: L’arma genera un fascio di energia diretta, che può essere puntato su uno o più droni nel raggio d’azione.
  • Interferenza elettronica: Le onde ad alta frequenza penetrano nei circuiti del drone, provocando malfunzionamenti, blackout dei sistemi di controllo e navigazione, o addirittura la distruzione fisica dei componenti elettronici.
  • Neutralizzazione istantanea: L’effetto è pressoché immediato: il drone può perdere il controllo, cadere a terra o diventare inoffensivo, anche se opera in modalità autonoma o con sistemi anti-jamming avanzati.

Il sistema RFDEW britannico

Uno dei sistemi più avanzati è il Radio Frequency Directed Energy Weapon (RFDEW), sviluppato nel Regno Unito. Questo dispositivo può essere montato su veicoli o utilizzato da terra, ha una portata fino a 1 km (con sviluppi in corso per estenderla) e può colpire simultaneamente più droni, risultando particolarmente efficace contro gli sciami.

Caratteristiche salienti:

  • Costo per colpo bassissimo: Ogni “colpo” costa circa 0,12 euro, rendendo il sistema estremamente economico rispetto ai missili tradizionali.
  • Gestione semplificata: Può essere operato da una sola persona, grazie a un alto livello di automazione.
  • Versatilità: Può essere utilizzato per difendere basi, infrastrutture critiche e convogli mobili.
  • Effetto immediato: L’arma è in grado di neutralizzare bersagli in pochi istanti, anche in caso di attacchi multipli e coordinati.

Il cannone a microonde “Thor” degli Stati Uniti

Negli Stati Uniti, l’aeronautica militare sta testando il sistema Thor (Tactical High-power Operational Responder), un cannone a microonde in grado di coprire un raggio di 360 gradi e una portata di circa 10 chilometri. Il sistema può abbattere sciami di droni surriscaldando i loro circuiti elettronici, rendendo inutilizzabili telecamere, sensori e sistemi di navigazione. Il Thor è montato su una piattaforma mobile e può essere messo in funzione da due operatori in poche ore.

Dispositivi ancora più compatti, trasportabili anche da singoli operatori, in grado di concentrare il fascio di microonde con grande precisione, minimizzano i rischi di danni collaterali alle infrastrutture civili.

Vantaggi rispetto alle armi tradizionali

CaratteristicaArmi elettroniche a spallaArmi balistiche anti-droneSistemi laser anti-drone
Portata1-10 km (in evoluzione)50-100 m1-3 km
Numero bersagliMultipli/sciamiSingoloSingolo
Costo per ingaggioEstremamente bassoMedioAlto
Rischio danni collateraliBasso/moderatoAlto (proiettili dispersi)Moderato
LogisticaElevata portabilitàPortatileInstallazione fissa

Le armi elettroniche a spalla si distinguono per la capacità di ingaggiare più bersagli contemporaneamente, il costo operativo ridotto e la rapidità di risposta. Sono quindi ideali per difendere aree vaste e sensibili da attacchi improvvisi e massicci di droni.

Il futuro della difesa: una corsa all’innovazione

La guerra dei droni è solo all’inizio. Con la diffusione di tecnologie sempre più sofisticate e la produzione di massa di droni a basso costo, la necessità di difese efficaci, economiche e scalabili è destinata a crescere. Le armi elettroniche a spalla rappresentano la risposta più promettente a questa sfida: strumenti che, grazie alla combinazione di ricerca scientifica, innovazione industriale e adattamento operativo, stanno già cambiando l’equilibrio sul campo di battaglia.

Come sottolinea il Ministero della Difesa britannico, “la guerra in Ucraina ci ha mostrato l’importanza di schierare sistemi senza equipaggio, ma dobbiamo essere in grado di difenderci anche da essi”. L’evoluzione delle armi elettroniche anti-drone è la risposta concreta a questa nuova minaccia, e nei prossimi anni vedremo probabilmente una diffusione sempre più capillare di questi sistemi, non solo nei conflitti ad alta intensità, ma anche nella protezione di infrastrutture civili e strategiche in tutto il mondo.