07 Dicembre 2025
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Russia abbatte 77 droni ucraini: colpite Saratov, Rostov e Crimea

La Russia ha respinto nella notte tra il 6 e il 7 dicembre 2025 quella che le autorità di Mosca ha definito una delle più massicce offensive con droni ucraini degli ultimi mesi. Secondo il bollettino ufficiale del Ministero della Difesa russo, i sistemi di difesa aerea hanno intercettato e distrutto 77 velivoli senza pilota di tipo aereo su sette diverse regioni del paese, in un attacco che ha coinvolto un’area geografica estremamente estesa, dalla regione di Saratov fino alla Crimea annessa.​

Un attacco concentrato sul Volga e il sud della Russia

L’intensità dell’offensiva notturna emerge chiaramente dalla distribuzione geografica degli abbattimenti. La regione di Saratov ha registrato il maggior numero di intercettazioni con 42 droni neutralizzati , un dato che sottolinea come questa zona del Volga sia stata il bersaglio principale dell’operazione ucraina. I residenti della città di Saratov e della vicina Engels hanno riferito di aver udito numerose esplosioni durante la notte, con testimonianze che parlano di almeno cinque o sette forti detonazioni che hanno fatto tremare le pareti delle abitazioni. Le autorità locali hanno attivato l’allarme aereo intorno all’una di notte, e l’aeroporto “Gagarin” di Saratov ha sospeso i voli a partire dalle 02:46 ora locale, con le restrizioni mantenute fino alle prime ore del mattino.​

La scelta di concentrare l’attacco su Saratov non è casuale. Nella città di Engels si trova una base aerea strategica che ospita bombardieri strategici Tu-160 e Tu-95MS , velivoli utilizzati dalla Russia per attacchi a lungo raggio contro l’Ucraina. Fonti locali hanno inoltre riferito di un possibile incendio presso un deposito petrolifero a Engels, sebbene le autorità russe non abbiano confermato ufficialmente questa informazione.​

Dopo Saratov, la regione di Rostov ha subito il secondo attacco più significativo con 12 droni intercettati nei distretti di Kamensk, Chertkovskij e Sholokhov. In quest’ultima zona, un pilone della linea elettrica è stato danneggiato alla periferia del villaggio di Kolundayevskij, lasciando circa 250 residenti senza elettricità. Il governatore della regione, Yuri Slyusar, ha assicurato che non ci sono vittime statali e che i lavori di ripristino sarebbero iniziati durante le ore diurne.​

La Crimea annessa dalla Russia è stata teatro dell’intercettazione di 10 droni . La penisola continua ad essere un obiettivo frequente delle operazioni ucraine, data la sua importanza strategica come base per attacchi missilistici e con droni contro l’Ucraina, oltre che per le operazioni navali nel Mar Nero. Nonostante l’allarme aereo che ha interessato Sebastopoli dalle 01:59 alle 02:11, il traffico automobilistico sul ponte di Crimea non è stato interrotto durante la notte.​

Altre regioni sotto attacco

L’offensiva ha toccato anche altre zone strategiche della Russia meridionale e centrale. Nella regione di Volgograd sono stati neutralizzati nove droni, mentre la regione di Belgorod, che confina direttamente con l’Ucraina e subisce attacchi quasi quotidiani, ha visto l’abbattimento di due velivoli senza pilota. La vicinanza geografica di Belgorod al fronte non è un bersaglio ricorrente, con infrastrutture energetiche e militari regolarmente sotto tiro.​

Particolarmente significativa è stata l’intercettazione di un drone nella Repubblica Cecena, un’area situata a notevole distanza dal fronte ucraino. Questa non è la prima volta che la Cecenia viene colpita da attacchi con droni ucraini. All’inizio di dicembre, i droni ucraini avevano già colpito un edificio dell’FSB nel distretto di Achkhoy-Martanovsky e il grattacielo Grozny-City nella capitale cecena, danneggiando gravemente diversi piani dell’edificio. Il leader ceceno Ramzan Kadyrov aveva promesso rappresaglie dopo questi attacchi, e fonti russe hanno successivamente collegato il massiccio attacco russo contro l’Ucraina del 5-6 dicembre, che ha coinvolto oltre 650 droni e 51 missili, come una risposta anche all’attacco su Grozny.​

Infine, un drone è stato abbattuto nella regione di Astrachan , situata lungo il Volga inferiore, dimostrando la capacità ucraina di colpire obiettivi anche a notevole distanza dalla linea del fronte.​

La strategia ucraina dietro gli attacchi in profondità

L’offensiva notturna si inserisce in una più ampia strategia ucraina volta a colpire l’infrastruttura energetica e militare russa in profondità nel territorio nemico. Negli ultimi mesi, l’Ucraina ha intensificato gli attacchi con droni a lungo raggio contro raffinerie petrolifere, depositi di carburante e oleodotti russi , con l’obiettivo di ridurre i ricavi dalle esportazioni di petrolio che Mosca utilizza per finanziare lo sforzo bellico. Nel corso del 2025, i droni ucraini hanno colpito almeno 17 importanti raffinerie russe, causando carenze di benzina in diverse regioni del paese e una rilasciata del 17,1% delle esportazioni di prodotti petroliferi nel mese di settembre rispetto ad agosto.​

La raffineria di Saratov, in particolare, è stata oggetto di attacchi ripetuti durante l’autunno del 2025, con colpi confermati a settembre, ottobre e novembre. L’impianto produce oltre 20 diversi prodotti petroliferi, tra cui benzina, diesel, olio combustibile e bitume, e nel 2023 ha lavorato circa 4,8 milioni di tonnellate di petrolio greggio. La sua posizione a circa 600 chilometri dalla linea del fronte e 150 chilometri dal confine con il Kazakistan ne fa un obiettivo strategicamente rilevante ma tecnicamente impegnativo da raggiungere.​

Parallelamente agli attacchi contro le infrastrutture energetiche, le forze ucraine hanno colpito anche basi aeree, fabbriche di difesa e depositi logistici nel territorio russo . A fine novembre, video diffusi sui social media mostravano droni che colpivano la fabbrica VNI Progress nella Repubblica di Chuvashia, specializzata in elettronica e sistemi di guerra elettronica, e un’area nella zona economica speciale di Alabuga, nota per la produzione di componenti automobilistici per veicoli militari russi. Un altro attacco ha danneggiato gravemente lo stabilimento aeronautico Beriev a Taganrog, nella regione di Rostov, potenzialmente paralizzando un bombardiere strategico russo.​

La risposta russa e il contesto del conflitto

L’attacco notturno ucraino del 6-7 dicembre si è verificato nelle stesse ore in cui la Russia stessa lanciava una delle offensive aeree più massicce degli ultimi mesi contro l’Ucraina . Secondo le forze aeree ucraine, Mosca ha impiegato 653 droni e 51 missili in un attacco su larga scala che ha colpito principalmente infrastrutture energetiche e ferroviarie in otto regioni ucraine, causando blackout diffusi e costringendo le centrali nucleari a ridurre la produzione. Le forze di difesa ucraine hanno dichiarato di aver intercettato 585 droni e 30 missili, ma 29 siti sono stati colpiti, con almeno otto persone rimaste ferite.​

Il Ministero della Difesa russo ha affermato che l’attacco contro l’Ucraina è stato condotto in risposta a presunti attacchi ucraini contro siti civili in territorio russo, utilizzando armi ad alta precisione a lungo raggio, inclusi missili ipersonici Kinzhal. L’obiettivo dichiarato erano le strutture del complesso militare-industriale ucraino, le infrastrutture energetiche che le supportano e le strutture portuali utilizzate per scopi militari.​

La notte del 6-7 dicembre non è stata un caso isolato. Secondo il Ministero della Difesa russo, solo due giorni prima, nella notte tra il 5 e il 6 dicembre, le difese aeree russe avevano già intercettato 116 droni ucraini su territorio russo . E nella settimana precedente al 5 dicembre, le autorità russe hanno dichiarato di aver abbattuto complessivamente 1.120 droni ucraini, un numero che testimonia l’intensità crescente della guerra aerea tra i due paesi.​

Impatto sulle infrastrutture civili e misure di sicurezza

L’offensiva notturna ha avuto ripercussioni immediate sulle operazioni civili in diverse regioni russe. Otto aeroporti hanno temporaneamente sospeso i voli durante la notte : Volgograd, Saratov, Vladikavkaz, Grozny, Magas, Naltschik, Orenburg e Orsk. Le restrizioni sono state gradualmente revocate nel corso della mattinata, con l’aeroporto di Saratov che ha ripreso le operazioni alle 05:56 ora di Mosca, mentre gli altri scali hanno riaperto alle 08:19. Il governatore dell’Ossezia del Nord, Sergei Menyailo, aveva segnalato l’attivazione del piano “Tappeto” nello spazio aereo della città di Mozdok, una procedura standard che comporta la chiusura dello spazio aereo e la sospensione di tutte le operazioni di volo per garantire la sicurezza.​

I residenti di diverse regioni hanno ricevuto messaggi SMS dal Sistema di Allarme di Emergenza russo (RSCHS) che avvisavano di una possibile minaccia da droni. Nella regione di Saratov, i primi avvisi sono arrivati ​​alle 04:07 del mattino, seguiti da un secondo messaggio alle 05:27. I messaggi di revoca della minaccia sono stati inviati alle 07:11 e nuovamente alle 09:07, a dimostrazione della durata prolungata dell’operazione di difesa aerea.​

Le conseguenze strategiche e il quadro più ampio

Questo scambio di attacchi aerei su vasta scala si inserisce in un momento delicato per il conflitto russo-ucraino. Gli attacchi sono avvenuti mentre erano in corso colloqui tra funzionari statunitensi e ucraini volti ad individuare un quadro di sicurezza per l’Ucraina post-bellica. Le due parti hanno dichiarato di aver fatto progressi su un possibile accordo di sicurezza, ma hanno anche sottolineato che qualsiasi “reale progresso verso un accordo” dipenderà dalla “disponibilità della Russia a mostrare un serio impegno per un passo a lungo termine”.​

L’intensificazione degli attacchi da entrambe le parti suggerisce un tentativo di migliorare le rispettive posizioni negoziali attraverso dimostrazioni di forza militare. La capacità ucraina di condurre attacchi con droni a distanze sempre maggiori all’interno del territorio russo rappresenta un importante strumento di pressione su Mosca, dimostrando che nessuna area della Russia può considerarsi completamente al sicuro. I droni ucraini, in particolare il modello Liutyi, hanno dimostrato una gitata operativa che supera i 1.000 chilometri dichiarati ufficiali, con colpi confermati fino a 2.000 chilometri all’interno del territorio russo.​

Dal canto suo, la Russia continua a sferrare attacchi massicci contro l’infrastruttura energetica ucraina , cercando di privare i civili di accesso al riscaldamento, all’elettricità e all’acqua corrente per il quarto inverno consecutivo, in quella che i funzionari ucraini si sono lanciati una strategia di “militarizzazione del freddo”. Gli attacchi russi del 5-6 dicembre hanno colpito impianti di generazione, distribuzione e trasmissione elettrica nelle regioni di Kiev, Chernihiv, Leopoli, Odessa, Zaporizhzhia, Dnipropetrovsk, Mykolaiv e Kharkiv, causando interruzioni di corrente diffusa e costringendo le centrali nucleari ucraine a ridurre la loro capacità di generazione elettrica.​

Le dichiarazioni ufficiali e la propaganda

Le autorità russe raramente rivelano l’intera portata dei danni causa dagli attacchi aerei ucraini e quasi mai riconoscono attacchi contro siti militari. La narrazione ufficiale tende a minimizzare l’impatto degli attacchi ucraini, spesso attribuendo i danni a “detriti di droni abbattuti” piuttosto che ad impatti diretti. Questa strategia comunicativa è volta a mantenere l’immagine di una difesa aerea efficiente e a limitare l’impatto psicologico sulla popolazione civile.​

Tuttavia, le testimonianze dei residenti locali e le informazioni diffuse attraverso canali Telegram indipendenti spesso dipingono un quadro più complesso, con segnalazioni di esplosioni, incendi e danni a infrastrutture civili che non sempre coincidono con le versioni ufficiali. La discrepanza tra comunicazioni ufficiali e resoconti sul campo rende difficile una valutazione accurata dell’efficacia reale degli attacchi ucraini e delle capacità difensive russe.​

L’escalation degli attacchi con droni rappresenta una caratteristica sempre più dominante del conflitto russo-ucraino, trasformandolo in una guerra tecnologica dove la capacità di colpire obiettivi strategici in profondità nel territorio nemico diventa determinante quanto il controllo della linea del fronte. Mentre entrambe le parti continuano a sviluppare e impiegare sistemi di droni sempre più sofisticati, la popolazione civile di entrambi i paesi si trova a dover affrontare le conseguenze di questa nuova dimensione della guerra moderna, caratterizzata da attacchi notturni, allarmi aerei frequenti e la costante minaccia di interruzioni ai servizi essenziali. La notte del 6-7 dicembre 2025 rappresenta semplicemente l’ultimo capitolo di questa escalation, ma difficilmente sarà l’ultimo.

Alex Trizio
Alex Triziohttps://www.alground.com
Alessandro Trizio è un professionista con una solida expertise multidisciplinare, che abbraccia tecnologia avanzata, analisi politica e strategia geopolitica. Ora è Amministratore e Direttore Strategico del Gruppo Trizio, dirigendo il dipartimento di sicurezza informatica. La sua competenza si estende all'applicazione di soluzioni innovative per la sicurezza cibernetica e la risoluzione di criticità complesse.
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