09 Luglio 2025
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Skymetro, la doccia fredda di Roma: Genova rispetti gli impegni presi

La vicenda dello Skymetro di Genova ha raggiunto un punto di svolta decisivo con l’ultimo incontro tra la delegazione del Comune e gli uffici tecnici del Ministero dei Trasporti. L’esito è stato netto e senza appello: nessuna proroga per l’avvio dei lavori e nessuna possibilità di presentare progetti alternativi. Il destino dei 398 milioni di euro stanziati per la realizzazione della metropolitana leggera in Valbisagno è ora appeso a un filo, mentre la città si interroga sul futuro della mobilità e sulla gestione delle grandi opere pubbliche.

La delegazione genovese, guidata dal vicesindaco Alessandro Terrile e dall’assessore alle Infrastrutture strategiche Massimo Ferrante, si è presentata a Roma con una richiesta chiara: ottenere uno spostamento di almeno sei mesi della scadenza fissata al 31 dicembre 2025 per l’affidamento dei lavori. Una richiesta che, come sottolineato dagli stessi amministratori, era già stata avanzata dalla precedente giunta il 16 maggio. L’obiettivo era guadagnare tempo prezioso per valutare un progetto alternativo, più sostenibile e meno impattante rispetto allo Skymetro originario, in linea con le promesse elettorali della nuova amministrazione.

Tuttavia, la risposta del Ministero è stata ferma e inequivocabile. “I 398 milioni di euro stanziati sono vincolati esclusivamente a questo specifico intervento e non possono essere destinati ad altre opere”, recita la nota ufficiale del MIT. Durante il colloquio, è stato ribadito che la legge non consente ulteriori proroghe e che, in caso di mancata aggiudicazione dei lavori entro la fine dell’anno, i fondi saranno dirottati su un fondo nazionale, con priorità per progetti non finanziati. Un colpo durissimo per le speranze della giunta Salis, che aveva puntato tutto sulla possibilità di rinegoziare i termini e aprire la strada a una revisione radicale del progetto.

Il Ministero ha inoltre sottolineato come il progetto Skymetro, approvato all’unanimità dal Consiglio superiore dei lavori pubblici, risponda a criteri di compatibilità ambientale e sostenibilità. Il completamento dell’iter autorizzativo e la successiva assegnazione dell’appalto entro la fine del 2025 sono considerati passaggi cruciali per evitare il rischio di perdere il finanziamento. Modifiche alla progettazione potrebbero compromettere la disponibilità dei fondi, con conseguente riassegnazione delle risorse a livello nazionale. L’invito rivolto all’amministrazione comunale è quello di rispettare gli impegni presi e di proseguire senza indugi nell’iter previsto, garantendo così la realizzazione di un’opera considerata strategica per la mobilità genovese.

La reazione della sindaca Silvia Salis è stata immediata e carica di amarezza. “Era impossibile anche per la precedente amministrazione portare avanti il progetto nei tempi indicati. Trovo che questa posizione faccia male a tutti. Comunque, se vogliono portarla avanti, noi porteremo avanti le nostre istanze. Noi ci muoviamo nell’interesse di Genova e rispondiamo all’elettorato che ci ha sostenuto”, ha dichiarato a caldo. Salis ha ricordato come in Valbisagno la destra abbia perso entrambi i municipi, nonostante una campagna elettorale incentrata proprio sullo Skymetro, un dato che secondo la sindaca non può essere ignorato nel dibattito pubblico.

La situazione si complica ulteriormente alla luce delle conseguenze economiche paventate dal Ministero. Se i lavori non saranno aggiudicati entro il 31 dicembre 2025, il Comune di Genova dovrà restituire circa 19 milioni di euro già impegnati negli ultimi tre anni per le quattro versioni progettuali finora elaborate, nessuna delle quali ha completato l’iter approvativo in conferenza dei servizi. Terrile e Ferrante hanno sottolineato come fosse chiaro anche alla precedente amministrazione, che infatti aveva richiesto la proroga dei termini, che il progetto Skymetro non è cantierabile entro la scadenza prevista. Le modifiche progettuali richieste dal Consiglio superiore dei lavori pubblici sono infatti rilevanti e richiederebbero tempi più lunghi, così come la necessità di reperire risorse non ancora stanziate per la demolizione della scuola Firpo, l’acquisto dell’area e la costruzione di un nuovo edificio scolastico sostitutivo.

La posizione del Ministero, comunicata con fermezza, mette in luce una gestione complessa e controversa del progetto Skymetro. Nonostante i ripetuti annunci, la precedente amministrazione comunale non è stata in grado di utilizzare le risorse ottenute, perdendosi in oltre tre anni di progettazioni non realizzabili, con il rischio concreto di un danno erariale di 19 milioni di euro. Gli attuali amministratori assicurano che continueranno a confrontarsi con tutte le istituzioni per dotare la Val Bisagno di un sistema di trasporto rapido, sostenibile e compatibile con il paesaggio, con l’obiettivo di garantire il diritto alla mobilità a tutti gli abitanti della vallata.

Nel frattempo, il dibattito cittadino si infiamma. Il comitato “Opposizione Skymetro – Valbisagno Sostenibile”, attivo da anni nel contrastare l’opera, ha organizzato un incontro pubblico per presentare il proprio studio su una tranvia alternativa in Valbisagno. Secondo il comitato, le risorse sarebbero già disponibili per la città, ma serve la volontà politica perché questa occasione storica non vada sprecata. Rinaldo Mazzoni, una delle anime del comitato, ha ribadito che il Ministero, a suo avviso, non potrebbe negare l’utilizzo dei fondi per altre opere, a patto che vi sia una chiara scelta politica in tal senso. Tuttavia, la realtà dei fatti sembra andare in direzione opposta: a Roma la linea è chiara e la flessibilità nulla, almeno per ora.

Il futuro della mobilità in Valbisagno resta dunque incerto. La giunta Salis, pur non avendo mai sposato esplicitamente la soluzione del tram, si trova ora a dover fare i conti con una situazione di stallo, in cui ogni opzione sembra preclusa. Il rischio di perdere i fondi e di dover restituire milioni di euro pesa come un macigno sulle scelte amministrative, mentre la città assiste all’ennesimo capitolo di una saga che si trascina da anni senza una soluzione definitiva.

La vicenda dello Skymetro si inserisce in un contesto più ampio di difficoltà nella gestione delle grandi opere pubbliche in Italia, dove i tempi della burocrazia, le incertezze politiche e le divergenze tra governo centrale e amministrazioni locali rischiano spesso di bloccare progetti strategici per lo sviluppo dei territori. La storia recente di Genova, segnata dalla tragedia del Ponte Morandi e dalla successiva ricostruzione, aveva fatto sperare in una nuova stagione di efficienza e rapidità nelle decisioni, ma la realtà appare ancora segnata da ostacoli e ritardi.

In questo scenario, la questione dello Skymetro assume un valore simbolico che va oltre la semplice realizzazione di un’infrastruttura. Si tratta di una prova di maturità per la classe dirigente genovese, chiamata a trovare una sintesi tra le esigenze di sviluppo, la tutela dell’ambiente e la partecipazione democratica dei cittadini. La sfida è aperta e il tempo stringe: entro la fine dell’anno sarà chiaro se Genova riuscirà a cogliere l’opportunità dei fondi stanziati o se dovrà rinunciare, ancora una volta, a un progetto di rilancio per la Valbisagno.

Il dibattito resta acceso e la città attende risposte concrete. La posta in gioco non è solo la realizzazione di una linea metropolitana o di una tranvia, ma la capacità di Genova di progettare il proprio futuro e di rispondere alle sfide della mobilità sostenibile. Le prossime settimane saranno decisive per capire se prevarrà la logica della chiusura e del rimpianto o se, al contrario, emergerà la volontà di trovare soluzioni innovative e condivise per il bene della comunità.

Simone De Micheli
Simone De Michelihttps://www.alground.com
Esperto di comunicazioni cifrate e di cyberbullismo, Simone è impegnato da anni come consulente per la gestione del crimine online e per la protezione dei minori sul web.
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