Per destabilizzare i terroristi ISIS la soluzione c’è: il porno

Per destabilizzare l’ISIS, almeno online, la soluzione c’è: il porno.

Un paio di settimane fa un gruppo di hacker musulmani è entrato all’interno del sito ufficiale dello stato islamico chiamato Amaq, e ha rubato una lista di 2000 utenti iscritti. Ora un altro gruppo di sei hacker di origine musulmana, è riuscito a mettere sotto scacco l’organizzazione terroristica utilizzando delle false notizie e del contenuto pornografico.

Il gruppo si definisce DaeshGram: si tratta di una unione di “Daesh“, il nome con il quale il gruppo terroristico definisce se stesso in lingua araba, e del suffisso “Gram“, che deriva direttamente dal social network Instagram. Non sono chiare le identità di questo gruppo hacker ma fra essi si nasconde uno studente, un ingegnere e quattro ricercatori di cybersicurezza che vivono in Iraq e combattono l’Isis sul piano delle comunicazioni digitali.

Il gruppo inizia il suo lavoro registrando i post, le attività e il comportamento di tutti i membri dell’Isis sui siti e sulla applicazione criptata Telegram, che viene utilizzata dai terroristi per comunicare fra di loro nel mondo. Ad un certo punto, gli hacker hanno postato un immagine realizzata con il programma Photoshop di una donna nuda coinvolta in una scena porno, assieme alla notizia dell’apertura di un cinema a luci rosse per i membri dell’ISIS in Siria.

Fake news e porno: il cocktail micidiale per confondere le comunicazioni ISIS

Subito dopo, è stato allegato un video che mostrava dei partecipanti dell’Isis intenti a guardare il film porno: queste informazioni hanno di fatto confuso i membri dell’organizzazione terroristica e Daeshgram è riuscito nel suo intento di diminuire la credibilità delle informazioni che vengono scambiate sulla loro rete.

In un altro caso il gruppo ha caricato un video dove sembrava che il sito ufficiale di Amaq fosse stato hackerato. Il video era confezionato in maniera così credibile da aver creato il panico tra i membri dell’Isis. La reazione, come ci si aspettava, è stata di sconcerto e alcuni membri hanno iniziato a litigare fra di loro, alcuni hanno abbandonato le conversazioni segrete a cui partecipavano e altri membri sono stati esclusi dagli amministratori delle chat.

Infine gli stessi partecipanti alle chat del Daesh hanno raccomandato ai membri di non credere a tutti i link che sembravano provenire da Amaq, facendo il gioco di Daeshgram: confondere le informazioni  veicolate attraverso i classici strumenti di propaganda significa indebolire la rete di comunicazione dei terroristi.

E ancora: in uno degli attacchi più recenti del Daeshgram, gli hacker sono stati in grado di diffondere un falso audio contenente un messaggio dei capi dell’Isis dove si annunciava che la stazione radio al Bayan, loro alleata, era stata distrutta in un attacco aereo. Secondo le stime, l’audio è stato scaricato 800 volte creando tensione tra i partecipanti all’Isis.

La falsa notizia di un cinema porno dedicato ai membri ISIS ha minato la credibilità delle reti di comunicazione degli estremisti islamici

Uno dei membri di Daeshgram ha spiegato al quotidiano Daily Beast la tecnica. “Noi lasciamo credere al Dash di essere capaci di replicare le loro informazioni in maniera altamente credibile per instillare in loro il dubbio. Le nostre produzioni devono essere subdole e altamente attendibili. Vogliamo creare dei contenuti a cui i membri all’Ssis credano immediatamente, senza metterli minimamente in dubbio.” Daeshgram mira a migliorare sempre di più le sue sofisticate tecniche per confondere e innervosire ogni tipo di comunicazione dei reali terroristi.

In passato vi erano state delle altre iniziative per attaccare  online il gruppo Isis. Precedentemente l’hacker WauchulaGhost aveva defacciato il loro account Twitter con della pornografia e del contenuto Pro LGBT, mentre l’arcinoto gruppo di attivisti Anonymous aveva defacciato il loro sito ufficiale includendo delle pubblicità di Viagra. Ma l’approccio del gruppo Daeshgram non è un attacco estemporaneo, ma una vera tattica di antiterrorismo in grado di minare in maniera definitiva il sistema di comunicazione degli estremisti islamici.