04 Novembre 2025
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Sicurezza WordPress. Ecco le mosse che proteggono davvero

Sicurezza WordPress, questa sconosciuta. Quando si realizza un sito con WordPress, il tema della sicurezza dovrebbe rappresentare un punto centrale dello sviluppo e della programmazione. Spesso, purtroppo, chi si accinge a realizzare un nuovo sito con il CMS più popolare del momento, dimentica di pensare a quanto sia importante proteggere, sotto il profilo della sicurezza, WordPress.

Come tutti i software popolari, WordPress viene bersagliato ogni giorno da migliaia di hacker in tutto il mondo, attenti a sfruttare le vulnerabilità della piattaforma e le disattenzioni dei programmatori per violare i siti e sfruttarli a loro piacimento. I risultati, purtroppo, si rivelano sempre di una certa gravità: siti completamente cancellati, “iniezioni” di codice malevolo, creazione di pagine dedicate al phishing, sottrazione di dati personali sono solo alcune delle spiacevoli conseguenze di un attacco hacker a un sito WordPress. Vediamo insieme come potenziare la sicurezza WordPress attraverso semplici – ma indispensabili – operazioni:

Sicurezza WordPress: il decalogo delle operazioni di sicurezza “base”

Qualsiasi sito WordPress, anche quelli amatoriali, può essere messo in sicurezza fin da subito contro numerosi pericoli della Rete grazie a una serie di semplici operazioni, davvero alla portata di tutti. Vediamole insieme:

1- Sicurezza WordPress. Proteggere username e password

Username e password sono la prima barriera di sicurezza WordPress. Sceglierle in modo oculato è fondamentale per evitare intrusioni non autorizzate.
Username e password sono la prima barriera di sicurezza WordPress. Sceglierle in modo oculato è fondamentale per evitare intrusioni non autorizzate.

Il primo passo da fare è quello di migliorare la sicurezza delle credenziali di accesso. In molti sconsigliano di utilizzare il classico “admin” come username, come nella stragrande maggioranza dei siti WordPress. In realtà, a qualsiasi hacker o cracker basta un minuto per risalire al nome utente dell’amministratore WordPress, che sia “admin” o altro.

Questo perché, generalmente, gli attacchi si concentrano sul primo account creato in ordine cronologico: il trucco sta nel non modificare l’account Admin, accedere al menù Utenti -> aggiungi nuovo e creare un nuovo utente con i privilegi di amministratore. Ri-accedendo con questo utente, tornare all’elenco degli utenti e selezionare Admin, abbassandogli i privilegi al ruolo di Sottoscrittore. A questo punto, anche se un hacker dovesse accedere all’account Admin, i limitati privilegi gli impediranno di causare gravi danni alla sicurezza WordPress.

Per quanto riguarda le password (quella di WordPress, ma anche quella del database), il consiglio è quello di sceglierle il più possibile sicure e diverse fra loro. Non utilizzare mai password semplici, troppo brevi o formate da sole lettere (o numeri). Preferire codici alfanumerici, con alternanza di caratteri di punteggiatura o simboli (come $,€,&, etc…), lunghe oltre i 10 caratteri. Per fare un esempio: una password semplice di 8 caratteri può essere individuata in poche ore, mentre una complessa da 50 caratteri può richiedere mesi di tentativi e complicare la vita agli hacker.

Per aumentare ulteriormente la sicurezza WordPress durante il login, è possibile acquistare per il proprio sito un certificato di sicurezza SSL. Una volta installato attraverso il proprio hosting, è necessario aprire il file wp-config.php del proprio sito (con un normale editor di testo) aggiungendo le righe
define(‘FORCE_SSL_LOGIN’, true)
define(‘FORCE_SSL_ADMIN’, true)

2- Sicurezza WordPress. Impostare un backup

La seconda operazione fondamentale consiste nel programmare un backup del sito e del database. Sul sito ufficiale di WordPress se ne trovano davvero tanti, sia gratuiti che a pagamento, con la possibilità di effettuare backup periodici, incrementali, su ftp, cloud o direttamente sul computer dell’amministratore. Una precauzione fondamentale per essere sempre pronti, anche in caso di cancellazione totale, al ripristino del sito.

3- Sicurezza WordPress. Pulire l’installazione WordPress, eliminando il superfluo

File, plugin, pagine non utilizzate possono essere sfruttate dai pirati informatici per penetrare i siti WordPress, sfruttando le relative debolezze. La stessa installazione WordPress offre agli hacker diverse informazioni utili a violare le nostre difese.

Alcuni file presenti nella root del sito possono essere eliminati per aumentare la sicurezza WordPress.
Alcuni file presenti nella root del sito possono essere eliminati per aumentare la sicurezza WordPress.

Nella cartella principale dell’installazione WordPress, mediante ftp o file manager, è possibile eliminare i file LEGGIMI.txt, license.txt, licenza.html e readme.html. Questi file riportano infatti il numero di versione corrente di WordPress, offrendo ai malintenzionati preziose informazioni sulle vulnerabilità note riguardanti la versione in uso.

Dal pannello di controllo WordPress, infine, portarsi nella pagina Plugin -> Plugin installati e verificare quelli realmente in uso. Plugin installati inutilmente o non più attivi offrono ulteriori punti di accesso agli hacker, che possono sfruttare vulnerabilità note per penetrare il sito. Ogni volta che si installa un plugin, è necessario farlo da fonti affidabili e verificare la popolarità (e le recensioni) del plugin stesso.

Lo stesso lavoro di pulizia può essere condotto su pagine, articoli, file, media non utilizzati. L’installazione WordPress risulterà più leggera e più veloce.

4- Sicurezza WordPress. Mantenere aggiornato WordPress

Per mantenere su livelli ottimali la sicurezza WordPress, è necessario provvedere periodicamente ad aggiornare sistema e plugin.
Per mantenere su livelli ottimali la sicurezza WordPress, è necessario provvedere periodicamente ad aggiornare sistema e plugin.

Periodicamente è sempre bene controllare il rilascio dei nuovi aggiornamenti, che interessano non solo la piattaforma WordPress ma anche i temi grafici e i plugin installati. Gli aggiornamenti, infatti, riguardano non soltanto l’aggiunta di nuove caratteristiche ma anche eventuali patch di sicurezza, fondamentali per chiudere la porta a pericolosi attacchi informatici.

5- Sicurezza WordPress. Cambiare il prefisso delle tabelle nel database

Quando si installa WordPress, di default alle tabelle del database viene assegnato il prefisso “wp_“, che è quello maggiormente bersagliato dagli attacchi informatici. Quando si installa WordPress per la prima volta, è possibile modificare questo prefisso aggiungendo ulteriori caratteri (ad esempio, wp_9Ftoi9) che renderanno più difficile l’accesso non autorizzato al database. In caso di installazioni esistenti, è possibile ricorrere a questo utile plugin per modificare il nome di tutte le tabelle esistenti, senza combinare disastri.

6- Sicurezza WordPress. Modificare i permessi a cartelle e file di WordPress

Accedendo via ftp o file manager al server del sito WordPress, è possibile modificare i permessi di accesso ai file via CHMOD. L’ideale, è impostare valori 644 per i file e 755 per le cartelle, evitando così che personaggi malintenzionati possano inserirsi e modificare l’installazione WordPress.

7- Sicurezza WordPress. Impedire l’accesso al file wp-config

In questo file si trovano informazioni molto preziose per un hacker: per metterlo al sicuro da occhiate indiscrete, è necessario aprire il file .htaccess con un normale editor di testo e aggiungere le seguenti righe in coda al file:
<files wp-config.php>
order allow,deny
deny from all
</files>

8- Sicurezza WordPress. Impostare le Secret Keys nel file wp-config

Le Secret Keys consentono a un sito WordPress di criptare numerosi dati, riguardanti password, sessioni di navigazione, login, cookie e molto altro ancora. Per aggiungerle, è sufficiente collegarsi a questa pagina di WordPress, copiare il codice che appare a video e aprire il file wp-config.php del proprio sito.

Inserire le Secret Keys contribuisce a migliorare la sicurezza WordPress, cifrando alcuni dati sensibili che potrebbero essere sfruttati da terzi per introdursi nel sistema.
Inserire le Secret Keys contribuisce a migliorare la sicurezza WordPress, cifrando alcuni dati sensibili che potrebbero essere sfruttati da terzi per introdursi nel sistema.

Nella sezione //Definizione Secret Keys incollare il codice fornito e salvare il file. Il gioco è fatto: a questo punto ogni precedente utente, amministratore, malintenzionato che avesse all’attivo una sessione sul sito WordPress, non avrà più alcun modo di interagire con essa o con il database.

9- Sicurezza WordPress. Cancellare i file di installazione WordPress

Una volta installato, per aumentare la sicurezza WordPress è possibile cancellare il file install.php contenuto nella cartella wp-admin. Questo file, utile solo al primo avvio di WordPress, espone il sito a pericoli inutili e può quindi essere eliminato tranquillamente.

10- Sicurezza WordPress. La scelta dell’hosting

Per garantire una sicurezza WordPress ottimale, è fondamentale affidarsi a un servizio hosting affidabile, in grado di garantire standard di sicurezza elevati e, magari, strumenti di sicurezza dedicati per le installazioni WordPress dei propri utenti. In Rete si trovano centinaia e centinaia di hosting, alla portata di tutte le tasche: si è liberi di scegliere quello che più si adatta alle proprie esigenze, ma una veloce ricerca sulle recensioni (soprattutto in tema di sicurezza) è fondamentale prima di procedere all’acquisto.

Sicurezza WordPress: i plugin più utili

Grazie ai plugin è possibile tenere sotto controllo svariati parametri di sicurezza, in modo pratico e veloce.
Grazie ai plugin è possibile tenere sotto controllo svariati parametri di sicurezza, in modo pratico e veloce.

WordFence Security: il più scaricato, il più amato e apprezzato, con una valutazione di 4.9/5 dagli utenti WordPress. WordFence installa una sorta di fortezza intorno all’installazione WordPress, rendendola più sicura contro accessi indesiderati, codici malevoli, anomalie di vario genere.

iThemes Security: un plugin irrinunciabile per chi desidera conoscere i punti deboli del proprio sito WordPress, ricevendo informazioni preziose su come mettere in sicurezza l’installazione.

Sucuri Security: un plugin in grado di garantire sicurezza a 360°. Grazie al monitoraggio in tempo reale del sito, uno scanner in tempo reale, un robusto firewall anti-intrusione e numerose altre caratteristiche, Sucuri è una soluzione professionale e affidabile per elevare la sicurezza del proprio sito WordPress.

Acunetix WordPress Security Scan: un plugin capace di mascherare tutte le informazioni che WordPress espone sulla Rete, rendendo più facili gli attacchi degli hacker. In questo modo, è più difficile prendere di mira un sito WordPress, essendo più difficile identificarne i componenti vulnerabili e le relative versioni.

BulletProof Security: sicurezza e protezione totale, grazie ai numerosi tool contenuti in questa completa suite di sicurezza WordPress. Procedura guidata per le opzioni di sicurezza base, monitoraggio in tempo reale, tool di backup, firewall e molto altro ancora, in un unico plugin.

Proteggere Gmail da un hacker: i 10 comandamenti

Proteggere Gmail da un hacker: questa sì che è una vera sfida! Il provider di posta elettronica più popolare al mondo, nonché una delle creature più “riuscite” di Google, è in effetti da sempre sinonimo non solo di funzionalità, ma anche di sicurezza.

Ciononostante, anche Gmail ha i suoi talloni d’Achille ed è vulnerabile agli attacchi degli hackers. Ecco allora che proteggere Gmail da un hacker diventa una necessità impellente per qualunque utente che abbia a cuore la sicurezza del proprio account di posta elettronica. Ma come fare per proteggere Gmail da un hacker? In questa guida vedremo insieme i “10 comandamenti” da seguire per garantirci un account inespugnabile.

Proteggere Gmail da un hacker: i 10 comandamenti

Per proteggere Gmail da un hacker e, in generale, tentativi di sabotaggio dei propri dati personali esistono diversi trucchi. Scopriamo quali sono i più comuni messi in pratica dagli utenti di tutto il mondo e quali invece quelli meno conosciuti ma che possono fare davvero la differenza in termini di sicurezza.

Proteggere Gmail da un hacker: la doppia autenticazione

Uno dei modi più semplici per proteggere Gmail da un hacker ve lo fornisce direttamente Google: si tratta della doppia autenticazione, una funzionalità che permette di migliorare la sicurezza del proprio account Gmail richiedendo un codice che viene spedito direttamente sullo smartphone via SMS.

Uno dei primi accorgimenti da adottare per proteggere Gmail da un hacker consiste nella doppia autenticazione
Uno dei primi accorgimenti da adottare per proteggere Gmail da un hacker consiste nella doppia autenticazione

Questo sistema è molto utile per proteggere Gmail da un hacker perché, ogni volta che si accede al proprio account, il sistema chiede l’inserimento del codice di sicurezza. Di conseguenza, nessuno – a meno che non si impossessi del vostro telefono o gli forniate voi stessi il codice d’accesso – può entrare nel vostro profilo. Per abilitare questa funzionalità è sufficiente entrare nel menu delle impostazioni del proprio account Gmail e seguire le istruzioni, del resto molto semplici e intuitive.

E se proprio incontrate difficoltà non resta che contattare il servizio di supporto. Con la doppia autenticazione, inoltre, proteggere Gmail da un hacker è ancora più facile, perché si può creare un backup del codice d’accesso nel caso, ad esempio, perdiate il telefono.

Proteggere Gmail da un hacker: abilitare la sicurezza HTTPS

Proteggere Gmail da un hacker significa anche avvalersi di tutti gli strumenti a disposizione per farlo nel migliore dei modi. Uno di questi consiste nell’abilitare la sicurezza HTTPS, molto utile in quelle situazioni in cui l’accesso al proprio account Gmail avviene tramite un Wi-Fi pubblico o comunque non protetto.

Per proteggere Gmail da un hacker si può abilitare la sicurezza HTTPS
Per proteggere Gmail da un hacker si può abilitare la sicurezza HTTPS

Generalmente la sicurezza HTTPS è abilitata di default, ma, per proteggere Gmail da un hacker, è comunque consigliabile fare un rapido check per verificarlo di persona. Per farlo, occorre semplicemente accedere al proprio account, entrare nel menu delle impostazioni, visitare la sezione “Connessione di rete” e controllare se la voce “Usa sempre HTTPS” è spuntata.

Un accorgimento molto importante per proteggere Gmail da un hacker, inoltre – soprattutto se si accede al proprio account da un luogo pubblico – consiste nel ricordarsi sempre di effettuare il logout.

Proteggere Gmail da un hacker: accessi non concessi

Una possibilità che offre Gmail consiste nel consentire a un utente “guest” di accedere al proprio account. Per proteggere Gmail da un hacker, quindi, uno dei primi campanelli d’allarme per verificare se nel vostro account sta accadendo qualcosa di losco consiste appunto nel verificare se altri utenti possono avere accesso al vostro profilo. Nel caso questa funzionalità non sia abilitata significa che un hacker sta tentando di introdursi nel vostro account.

Per proteggere Gmail da un hacker, inoltre, assicuratevi anche che l’opzione “Segna la conversazione come letta se viene aperta da altri” sia spuntata, così avrete un ulteriore conferma della fondatezza – o meno – dei vostri sospetti.

Proteggere Gmail da un hacker: controllare i filtri e il POP/IMAP

Un altro espediente per proteggere Gmail da un hacker consiste nel prestare attenzione ai filtri, eliminando quelli sospetti semplicemente dalla sezione, inclusa nelle impostazioni dell’account “Filtri e indirizzi bloccati”. Se non ne avete aggiunti, ma ne trovate comunque qualcuno, siate impietosi.

Per proteggere Gmail da un hacker ricordatevi inoltre di dare un’occhiata alla voce “Inoltro e POP/IMAP”, semplicemente per verificare che non ci siano indirizzi “estranei” di inoltro, salvo quelli che avete inserito voi stessi. Piccoli espedienti che però confermano la veridicità del detto “prevenire è meglio che curare”

Proteggere Gmail da un hacker significa anche esaminare con attenzione la sezione "Inoltro e POP/IMAP"
Proteggere Gmail da un hacker significa anche esaminare con attenzione la sezione “Inoltro e POP/IMAP”

Proteggere Gmail da un hacker: revocare gli accessi non autorizzati

Proteggere Gmail da un hacker si può fare in molti modi. Tra questi, revocare gli accessi non autorizzati. Il problema, in questo caso, è a monte: ci sono infatti applicazioni che, nel momento in cui vengono installate, richiedono di accedere al proprio account Google. Uno dei trucchi più abili usati dagli hackers per intrufolarsi in un account Gmail.

Per revocare gli accessi non autorizzati e proteggere Gmail da un hacker nel migliore dei modi, basta effettuare il login al proprio Google Account e visualizzare la lista dei siti web e delle applicazioni a cui avete concesso l’accesso. A questo punto, non resta che cliccare su “Revoca accesso” a tutte le app che vi insospettiscono e…voila! il gioco è fatto.

Proteggere Gmail da un hacker: segui la pista!

Uno dei metodi migliori per proteggere Gmail da un hacker consiste nel dare uno sguardo all’attività del proprio profilo, direttamente dal pannello dedicato a esaminare questo tipo di informazioni.

Per proteggere Gmail da un hacker date uno sguardo anche ai dettagli relativi all'ultima attività dell'account
Per proteggere Gmail da un hacker date uno sguardo anche ai dettagli relativi all’ultima attività dell’account

A questo pannello si accede banalmente dalla schermata principale dell’account: in basso a destra, infatti, si trova una piccola scritta, “Ultima attività dell’account”, accompagnata da un’indicazione oraria. Ad esempio: ultima attività dell’account, 41 minuti fa. Cliccate su “Dettagli” e avrete sotto gli occhi un tracking completo delle vostre attività. Se ci sono stati – o sono ancora in corso – movimenti sospetti, ve ne accorgerete subito.

Proteggere Gmail da un hacker: i plugin più efficaci

Si può proteggere Gmail da un hacker anche attraverso alcuni plugin per browser
Si può proteggere Gmail da un hacker anche attraverso alcuni plugin per browser

Oltre alle funzionalità messe a disposizione da Google, un modo efficace per proteggere Gmail da un hacker consiste nel “rifornirsi” di plugin per il browser in grado di contrastare attività di phishing, spamming o, in generale, tentativi di intrusione nel proprio account Gmail.

Un plugin efficace per proteggere Gmail da un hacker è ad esempio Web of Trust (WOT), compatibile con Firefox, Google Chrome o anche Safari, che vi informa sulla reputazione dei siti web che visitate. BetterPrivacy, invece, è un plugin che permette di proteggere Gmail da un hacker attraverso la rimozione dei cookies che “stazionano” per troppo tempo sul vostro browser e azzerando così le possibilità che gli hackers si servano dei cookies per introdursi nel vostro account Gmail.

Proteggere Gmail da un hacker: potenziare la domanda di sicurezza

Sarete stupiti del fatto che gli hackers amano introdursi nel vostro account Gmail indovinando la risposta alla domanda di sicurezza, piuttosto che cercando di scardinare la password d’accesso.

Ecco allora che per proteggere Gmail da un hacker uno dei primi accorgimenti da prendere consiste nel formulare una domanda di sicurezza particolarmente “forte” e che abbia come risposta un contenuto strettamente personale, che nessuno può indovinare.

Proteggere Gmail da un hacker: una password a prova di bomba

Verificare quanto è forte la password del vostro account è molto utile per proteggere Gmail da un hacker
Verificare quanto è forte la password del vostro account è molto utile per proteggere Gmail da un hacker

Uno degli accorgimenti più banali per proteggere Gmail da un hacker consiste nel creare una password “a prova di bomba”. In generale, le password più “forti” sono quelle che combinano numeri, simboli, lettere maiuscole e minuscole.

E se la fantasia vi manca, potete sempre ricorrere a un generatore di password o verificare la “qualità” di quella che avete scelto su piattaforme come The Password Meter. Ultimo consiglio per proteggere Gmail da un hacker: non fidatevi di nessuno. Soprattutto se ricevete email “hot” o con offerte di denaro da persone sconosciute.

Proteggere un profilo YouTube per una sicurezza al top

La sicurezza online non passa solo attraverso e-mail, sistemi operativi e Facebook: proteggere un profilo YouTube è fondamentale, per mettersi al riparo da spiacevoli sorprese.

Cosa succederebbe, ad esempio, se un malintenzionato riuscisse a intrufolarsi nel nostro canale, cancellando tutti i video caricati e le relative visualizzazioni? Oppure, se utilizzasse la nostra popolarità per pubblicare materiale proibito, con spiacevoli conseguenze legali per il nostro account YouTube?

Ecco una guida per capire come proteggere un profilo YouTube, mettendolo al sicuro da intrusioni e azioni non autorizzate.

Proteggere un profilo YouTube: partiamo dalla privacy

Iniziamo con le impostazioni di base previste dall’account personale YouTube. Cliccando sulla foto del profilo (in alto a destra), selezionare l’icona con l’ingranaggio per aprire le Impostazioni YouTube.

La prima cosa da fare, è scegliere una password sicura, composta preferibilmente da un nome di fantasia, lettere maiuscole e minuscole, numeri, segni di punteggiatura e caratteri speciali. Per modificare la password esistente, fare clic su Modifica password. A questo proposito, per scegliere una password a prova di bomba, è possibile fare riferimento a questo nostro articolo.

A questo punto, dal menù in alto a sinistra, scegliere la voce Account collegati. YouTube può essere collegato a diversi account social (Facebook, Twitter, etc…), ma in questo modo ogni volta che si carica un video, tutti i nostri amici dei vari social collegati ne saranno informati. Per ogni social network, si può scegliere di scollegarlo da YouTube o scegliere di non condividere le attività, scegliendo fra le opzioni disponibili.

Proteggere un profilo YouTube: attenzione agli account connessi, potrebbero mostrare i video su tutti i nostri Social.
Proteggere un profilo YouTube: attenzione agli account connessi, potrebbero mostrare i video su tutti i nostri Social.
Proteggere un profilo YouTube: le impostazioni di Privacy sono fondamentali per mettere al sicuro i propri video.
Proteggere un profilo YouTube: le impostazioni di Privacy sono fondamentali per mettere al sicuro i propri video.

In alto a sinistra, selezionare quindi la voce Privacy. Da questa schermata è possibile scegliere cosa mostrare, del proprio canale, agli altri utenti di YouTube. Per una privacy completa, mettere la spunta alle voci “Mantieni privati tutti i video che mi piacciono e le playlist salvate” e “Mantieni private tutte le mie iscrizioni“.

Nel Feed attività, togliere la spunta a tutte le voci presenti: in questo modo, tutte le nostre azioni su YouTube non verranno condivise con la community degli utenti.

Se lo si desidera, sotto la voce “Annunci basati sui miei interessi“, è possibile regolare le impostazioni degli annunci Google per evitare di visualizzare contenuti pubblicitari in linea con i nostri gusti o interessi.

Sempre nel menù in alto a sinistra, selezionare Notifiche. Scegliendo con attenzione le diverse opzioni, potremo essere informati via e-mail quando compiamo una qualsiasi attività su YouTube: una funzione particolarmente utile per accorgersi immediatamente quando qualcuno si impossessa del nostro account e inizia a utilizzarlo.

Proteggere un profilo YouTube: le opzioni dei video

Una volta sistemate le opzioni di sicurezza dell’account personale, è tempo di passare ai singoli video. In alto a sinistra, fare clic sulla voce “Il mio canale“. In alcuni casi, potrebbe essere utile limitare la visibilità di uno o più video a un pubblico selezionato di persone.

Proteggere un profilo YouTube: i video possono essere Pubblici, Privati o "Non in elenco"
Proteggere un profilo YouTube: i video possono essere Pubblici, Privati o “Non in elenco”

Da qui sarà possibile visualizzare tutti i video caricati. Nella parte alta della schermata, fare clic su “Gestione video“. Per ogni singolo video, attraverso il tasto “Modifica”, sarà possibile rivedere, oltre a titoli e descrizioni, anche le Impostazioni di Privacy: su YouTube, infatti, i video caricati possono essere resi Pubblici, Privati o Non elencati.

Un video pubblico è disponibile a tutta la community YouTube e non gode quindi delle restrizioni tipiche dei video privati, visualizzabili solo dall’utente che li ha creati e dagli utenti con cui si è scelto di condividerli. I video non elencati, invece, sono visualizzabili solo attraverso un apposito link rilasciato da YouTube, visualizzabili quindi anche da chi non è iscritto alla piattaforma (i video “non in elenco” possono però essere creati soltanto da utenti che godono di un’elevato livello di reputazione su YouTube).

Quando si carica un nuovo video su YouTube, è possibile preimpostare tutte le caratteristiche di sicurezza che questo dovrà avere. Da Il mio Canale -> Gestione Video, aprire nel menù di sinistra la voce Canale, quindi Impostazioni predefinite video caricati.

Proteggere un profilo YouTube: è possibile scegliere le opzioni predefinite, in modo da non doverle inserire manualmente ogni volta.
Proteggere un profilo YouTube: è possibile scegliere le opzioni predefinite, in modo da non doverle inserire manualmente ogni volta.

Da qui, sarà possibile scegliere il tipo di privacy da applicare (pubblici, privati, non in elenco), la categoria predefinita, la licenza, la possibilità di commentare e di consentire agli utenti di visualizzare i voti.

Proteggere un profilo YouTube: cosa non fare

Il profilo personale di YouTube è un profilo pubblico: come in un qualsiasi social network, è bene ricordare che tutto ciò che viene pubblicato, è destinato a rimanere sulla Rete per moltissimi anni. Forse addirittura per sempre.

Per queste ragioni, prima di pubblicare un qualsiasi video (anche in forma privata) è bene chiedersi se il video in questione potrebbe danneggiare, in qualsiasi modo, la propria reputazione o quella di altre persone: evitare quindi di pubblicare video, descrizioni, titoli che potrebbero (anche in futuro) danneggiarci.

Nel profilo personale, inoltre, è bene limitarsi al minimo indispensabile: dati sensibili come e-mail, numeri di telefono, indirizzi, particolari che potrebbero svelare dettagli della nostra vita personale sono da evitare. In questo modo, sarà possibile pubblicare video su YouTube in modo relativamente sicuro, mettendosi al riparo da spiacevoli sorprese.

 

Bloccare un programma con Windows Firewall. Ecco come fare

Come bloccare un programma con Windows Firewall? È ormai innegabile che Internet e la navigazione online rappresentino una nuova dimensione della nostra vita quotidiana: dai molteplici servizi di informazione, alla comunicazione istantanea, passando infine per ogni tipologia di acquisto, non sapremmo nemmeno immaginare la possibilità di trascorrere una giornata intera senza accesso alla rete.

Tuttavia, ciò non deve indurre ad abbassare la guardia: essere costantemente connessi col pianeta grazie ai nostri dispositivi non può significare ignorare i potenziali pericoli legati a ciò che “entra” o “esce” da questi. Ecco perché è così importante bloccare un programma con Windows Firewall.

Microsoft, infatti, ha dotato le varie edizioni del sistema operativo Windows di un filtro di sicurezza integrato: Windows Firewall, appunto. Qual è il compito di Windows Firewall? Semplice: bloccare i programmi dannosi sia in ingresso che in uscita.

Bloccare un programma con Windows Firewall. Ecco come fare.

Se la funzione di protezione in ingresso era stata implementata già dalle prime versioni di Windows Firewall nel lontano 2004, la possibilità di bloccare un programma in uscita rappresenta invece un’innovazione recente, che colma una grossa lacuna.

Prima del lancio di Windows Vista non era infatti possibile bloccare alcun programma che tentasse di stabilire una connessione a Internet dall’interno verso l’esterno, rendendo così decisamente agevole l’azione di software maligni come spyware o malware.

Le versioni attuali di Windows Firewall, opportunamente impostate, consentono invece di bloccare un programma dannoso in entrambi i sensi. Vediamo quindi, più nel dettaglio, come bloccare un programma con Windows Firewall.

Bloccare un programma con Windows Firewall in entrata

Come abbiamo appena visto, è possibile bloccare un programma con Windows Firewall sia in entrata che in uscita. Il procedimento, in realtà, è speculare, anche se, facendo un rapido giro sulla rete, si trovano parecchie informazioni circa la seconda “via” di accesso a internet da parte dei programmi installati sul proprio PC, mentre c’è ben poco materiale riguardo la prima.

Rendiamole quindi onore ed esploriamo i passaggi da compiere per bloccare un programma con Windows Firewall in entrata. La prima cosa da fare è cercare il proprio Windows Firewall, a cui si accede semplicemente dal pannello di controllo e, nello specifico, dal menu “Sistema e sicurezza”.

Una volta aperta la schermata relativa al Windows Firewall occorre cliccare sull’opzione “Impostazioni avanzate” e, qui, scegliere la voce “Regole connessioni in entrata”. Quello che vi apparirà sarà un lungo elenco di tutti i programmi, le applicazioni e le funzionalità presenti sul vostro PC, ai quali vengono applicate le impostazioni di base del Windows Firewall.

Bloccare un programma con Windows Firewall è un'operazione semplice e completamente guidata
Bloccare un programma con Windows Firewall è un’operazione semplice e completamente guidata

Ma questo elenco non è immodificabile. Anzi, potete personalizzarlo voi stessi. Un motivo in più per ricordarci l’importanza di bloccare un programma con Windows Firewall. Anche in entrata. Per cambiare le regole del gioco nel vostro Windows Firewall è sufficiente cliccare sulla voce “Nuova regola”, opzione che appare tra le azioni da scegliere nel pannello alla vostra destra.

La finestra che vi troverete davanti ha un nome parecchio significativo: “Creazione guidata nuova regola connessioni in entrata”. Insomma: il vostro Windows Firewall vi guida passo dopo passo per permettervi di implementare le sue funzioni. E migliorare la sicurezza del vostro PC.

Per bloccare un programma con Windows Firewall si possono creare nuove regole di connessioni
Per bloccare un programma con Windows Firewall si possono creare nuove regole di connessioni

Creare nuove regole per le connessioni in entrata è molto semplice: basta selezionare il tipo di regola che si intende impostare. Le opzioni che vi si presentano davanti sono quattro: una regola relativa a un programma, a una porta TCP o UDP, predefinita e, infine, personalizzata.

Una volta scelto il tipo di regola, non si deve far altro che cliccare sul tasto “Avanti” e compilare i campi richiesti. Ecco che, in pochi e semplici passaggi, riuscirete a bloccare un programma con Windows Firewall in entrata. Ma ora vediamo il processo inverso e scopriamo insieme come bloccare un programma con Windows Firewall in uscita.

Bloccare un programma con Windows Firewall in uscita

Sui metodi per bloccare un programma con Windows Firewall in uscita, come abbiamo visto, in rete si trova parecchio materiale, contrariamente a quanto accade per il procedimento da seguire nel caso in cui si desideri bloccare un programma con Windows Firewall in entrata.

Il motivo, come si accennava inizialmente, è molto semplice: bloccare un programma con Windows Firewall rappresenta una novità abbastanza recente, visto che prima dell’ingresso di Windows Vista sui PC degli utenti di tutto il mondo questa era un’operazione impossibile.

Ma prima di vedere nel dettaglio come bloccare un programma con Windows Firewall in uscita cerchiamo di capire da cosa nasce questa esigenza. Anche se generalmente si accetta di buon grado l’idea che programmi e applicazioni abbiano pieno accesso alla rete (altrimenti, in effetti, a che servirebbero?), esistono situazioni in cui questa operazione si vuole impedire ad ogni costo.

Qualche esempio? Un’applicazione che continua ad aggiornarsi da sola, un videogioco che non volete che i vostri figli utilizzino nella modalità online (in particolare in un contesto multiplayer) o, infine, un’applicazione che presenta diversi banner pubblicitari davvero troppo invasivi. Per il resto, il percorso per bloccare un programma con Windows Firewall in uscita è esattamente speculare alla sua versione “in entrata”: dalla sezione “Sistema e sicurezza” nel pannello di controllo si accede al Windows Firewall e, cliccando sulla voce “Impostazioni avanzate” si entra nella schermata relativa alle “Regole connessioni in uscita”.

Il procedimento per bloccare un programma con Windows Firewall è lo stesso, sia che si tratti dei programmi in entrata che di quelli in uscita
Il procedimento per bloccare un programma con Windows Firewall è lo stesso, sia che si tratti dei programmi in entrata che di quelli in uscita

Anche qui, se si desidera cambiare le carte in tavola non bisogna far altro che cliccare sull’opzione “Nuova regola” e personalizzare il proprio Windows Firewall. Un’osservazione a margine, ancorché utile: per facilitare la ricerca dei programmi e delle applicazioni presenti sul proprio PC si può applicare un filtro all’elenco che appare a centro pagina. E, volendo, è anche possibile esportarlo e salvarlo come un semplice documento di Office.

Bloccare un programma con Windows Firewall: conclusioni

Ora che abbiamo esaminato nel dettaglio come bloccare un programma con Windows Firewall in entrata e in uscita ricordiamo perché è così importante farlo. La questione è molto semplice: bloccare un programma con Windows Firewall serve per evitare interazioni dannose, in entrata e in uscita, con la rete. Internet, infatti, è tanto uno strumento utile quanto, a volte, pericoloso. Ed è necessario prendere tutte le precauzioni possibili per difendersi dalle insidie che può presentare, sopratutto agli utenti meno esperti. Per navigare in maniera più consapevole. E più sicura.

Proteggere una pennetta USB. La guida completa

Documenti di lavoro, immagini personali, video compromettenti: anche l’utente più inesperto sa bene che lasciare i file più “delicati” sul computer può avere conseguenze nefaste. Soprattutto se ci sono mogli, mariti o fidanzati nei paraggi.

Ecco allora che una buona soluzione per salvaguardare la propria privacy consiste nel servirsi di una pennetta USB. Semplice, capiente e portatile, la “chiavetta” è un ottimo sistema di archivio dei propri dati personali. Ma come proteggere una pennetta USB? Vediamolo insieme.

Proteggere una pennetta USB. La guida completa

Esistono diversi modi per proteggere una pennetta USB, contrariamente a quanto si possa pensare. Agli occhi dei non addetti ai lavori, infatti, una pennetta USB appare semplicemente come uno strumento utile e pratico per archiviare i file in eccesso.

In realtà questo piccolo oggetto è molto di più: è una vera e propria miniera di informazioni. E come tale dev’essere protetta ai massimi livelli.

Proteggere una pennetta USB: la chiavetta criptata

Oggigiorno il mondo IT non può fare a meno di uno degli strumenti più importanti ai fini della sicurezza: la crittografia. Ormai si può criptare di tutto, da un banale documento in Word a un video in alta risoluzione.

I sistemi di codifica, inoltre, sono sempre più sofisticati, tanto che per alcuni programmi, browser o applicazioni si utilizzano addirittura crittografie impiegate dalle agenzie di difesa nazionali. Ciò significa che non occorre essere James Bond per garantire la sicurezza dei propri dati personali: lo può fare chiunque. O meglio, chiunque ha a disposizione gli strumenti atti a farlo.

Proteggere una pennetta USB? Un gioco da ragazzi, se si utilizza la crittografia
Proteggere una pennetta USB? Un gioco da ragazzi, se si utilizza la crittografia

Tra gli espedienti per proteggere una pennetta USB non poteva quindi mancare la fiche della crittografia. Per criptare una pennetta USB esistono programmi ad hoc, come ad esempio USB Safeguard o TrueCrypt. Entrambi i software che abbiamo citato offrono sia una versione “base” gratuita che una versione “pro”, che presenta funzionalità di sicurezza aggiuntive. Per ora limitiamoci comunque a esaminare la versione “free”.

Per la verità, il funzionamento dei due programmi è molto simile: si tratta di inserire una password e, in un battibaleno, i vostri file risulteranno criptati. Proteggere una pennetta USB tramite la crittografia è dunque un ottimo metodo per garantire la sicurezza dei propri dati.

Ma cosa succede esattamente quando si inserisce una pennetta USB criptata in un computer? La risposta più pertinente potrebbe essere: niente. Nel momento in cui si attacca a un dispositivo, infatti, la pennetta USB criptata non mostra alcun dato. Per poter accedere a file e cartelle è quindi necessario aprire il programma che avete utilizzato per criptarla e digitare la relativa password: la vostra pennetta USB è ora sbloccata e potete non solo visualizzare, ma anche modificare i file contenuti o aggiungerne di nuovi (cosa questa impossibile nel momento in cui inserite la chiavetta nel computer).

Proteggere una pennetta USB: la via manuale

Come tutti sanno, la pennetta USB è una vera e propria manna per chi deve trasportare “cartelle” di documenti da un computer a un altro. Immaginiamo ad esempio di essere spesso in viaggio per lavoro: cosa c’è di più comodo che partecipare a riunioni o intervenire a conferenze portandoci dietro i file che ci servono?

Ma, come si suol dire, una medaglia ha sempre due facce. E questo vale anche per una pennetta USB. Tanto questo piccolo oggetto rappresenta uno strumento utile e pratico, infatti, quanto – proprio in virtù delle sue dimensioni ridotte – è tremendamente facile perderlo. Con tutte le drammatiche conseguenze del caso.

Proteggere una pennetta USB è semplice: basta bloccare con una password i documenti salvati al suo interno
Proteggere una pennetta USB è semplice: basta bloccare con una password i documenti salvati al suo interno

Come abbiamo appena visto, uno dei metodi più sicuri per proteggere una pennetta USB consiste nel criptarla. Ma non è l’unico. Un ottimo sistema, peraltro molto veloce, consiste nel proteggere solo alcuni file contenuti nella pen drive, banalmente salvandoli con una password. Di che si tratta? Scopriamolo subito.

Alcuni programmi, anche della stessa suite Office, ad esempio, consentono di salvare i file con una password: è sufficiente entrare nella sezione “Sicurezza” dal menu Strumenti → Opzioni e inserire una password per aumentare le “difese” del vostro documento. In questo modo, anche in caso di smarrimento della vostra pennetta, chi se ne impossessa non può comunque visualizzarne il contenuto, a meno che conosca la password per aprire i documenti salvati al suo interno. Semplice, veloce ed efficace.

Proteggere una pennetta USB: l’assicurazione contro gli incidenti

Le compagnie di assicurazioni, si sa, costruiscono la propria fortuna sulla probabilità. Si paga per coprirsi le spalle in caso accada una disgrazia. Un argomento decisamente interessante, sul quale ci sarebbero molte parole da spendere. Ma in questa sede limitiamoci a servircene per fare una banale osservazione: che importanza hanno le calamità per la sicurezza dei nostri dati personali? Tantissima. Soprattutto quando si parla di informatica.

Quante volte lasciamo il nostro computer incustodito (e magari a portata di bambino) anche solo per allontanarci un momento e al nostro ritorno ci rendiamo conto che un intero lavoro si è volatilizzato? Ammettiamolo: tutti, prima o poi nella vita, ci siamo trovati in una situazione del genere.

Ecco allora che proteggere una pennetta USB diventa una stringente necessità anche in caso di sparizioni “accidentali” di documenti e file importanti. Fortunatamente, esistono programmi che permettono di arginare eventuali scempi dei dati contenuti in una pen drive, impedendone la cancellazione o l’apporto – non richiesto – di modifiche.

Per proteggere una pennetta USB esistono software molto validi, come ad esempio USB Write Protect
Per proteggere una pennetta USB esistono software molto validi, come ad esempio USB Write Protect

Un software molto valido per proteggere una pennetta USB è ad esempio USB Write Protect, il cui funzionamento, peraltro, è estremamente semplice o intuitivo. È sufficiente installare il programma sul proprio computer e collegare una pen drive; un clic sul bottone per abilitare la protezione e..voilà! il contenuto della vostra pennetta USB è al sicuro da futuri pasticci.

Non siete ancora convinti? Allora vi basterà sapere che, in caso di tentativi di manomissione del contenuto della pen drive, vi sarà recapitato un messaggio di errore in cui si segnala che quel dispositivo è protetto e, pertanto, inaccessibile. Se, invece, non vi interessa più proteggere la pennetta USB, non dovete far altro che disabilitare Write Protect, estrarre la pennetta USB e inserirla nuovamente nel computer. E il gioco è fatto.

Proteggere una pennetta USB. Anche dai virus.

Proteggere una pennetta USB dai virus? Nessun problema, se si utilizzano i programmi giusti
Proteggere una pennetta USB dai virus? Nessun problema, se si utilizzano i programmi giusti

I computers si ammalano più dei bambini. Lo sappiamo bene, visto che, nel mondo dell’informatica, la parola “virus” è una delle più utilizzate. Il problema, però, è che non sono solo i computers ad ammalarsi, ma anche i dispositivi ad essi collegati. Come ad esempio una pen drive.

Ecco allora che proteggere una pennetta USB – anche dai virus – è assolutamente necessario per difendere i dati che abbiamo salvato al suo interno. Per fortuna ci sono alcuni programmi, come ad esempio MX One o Bitdefender USB Immunizer, che proteggono i dispositivi USB da ogni tipo di minaccia. Anche da quelle più subdole. Non c’è quindi da preoccuparsi: proteggere una pennetta USB è un’operazione alla portata di tutti. Anche dei più inesperti.

Acquistare uno smartphone usato senza farsi fregare

Acquistare uno smartphone usato può essere una scelta allettante per due ragioni: risparmiare una cifra considerevole sull’acquisto del “nuovo” ed evitare di investire un capitale nell’acquisto di un modello appena uscito, per poi vederlo drasticamente deprezzare appena un anno dopo con l’uscita del suo successore.

In questi casi, però, è importante difendersi dalle “fregature” che possono essere nascoste dietro ogni angolo: come essere certi di acquistare uno smartphone usato 100% funzionante?

Ecco una breve guida per capire quali dettagli osservare con attenzione, come scegliere il canale di vendita, il venditore adatto, stabilire il prezzo di acquisto corretto e – soprattutto – evitare di acquistare smartphone rubati o contraffatti.

Come acquistare uno smartphone usato: scegliere il modello

Il mercato degli smartphone usati è estremamente ampio e, ogni anno, si arricchisce di numerosi modelli e varianti. Per questa ragione, è bene informarsi in anticipo sugli smartphone che meglio si adattano alle proprie esigenze, restringendo il campo a 1, 2 o al massimo 3 modelli diversi.

In questo modo, sarà possibile restringere le ricerche su un numero limitato di opzioni, concentrando i propri sforzi in una ricerca mirata.

Acquistare uno smartphone usato senza incorrere in "fregature" può essere un'impresa. Ecco alcuni consigli preziosi per andare sul sicuro.
Acquistare uno smartphone usato senza incorrere in “fregature” può essere un’impresa. Ecco alcuni consigli preziosi per andare sul sicuro.

Una volta scelta marca e modello, il consiglio è quello di restringere il campo a uno smartphone non più vecchio di 2 o 3 anni: attualmente le case produttrici aggiornano i loro modelli ogni 8-12 mesi. Investire denaro in un modello “vecchio” potrebbe tradursi non solo in un notevole calo prestazionale, ma anche nell’impossibilità, nel breve termine, di non poter più beneficiare degli aggiornamenti software legati alle app o al sistema operativo (che, in caso di harware vecchio, potrebbe dare luogo a rallentamenti e malfunzionamenti).

Acquistare smartphone “datati” consente di spendere pochi soldi, ma di dover ricorrere a un nuovo acquisto nel giro di pochissimi anni.

Come acquistare uno smartphone usato: dove comprare

Una volta scelta la marca e il modello, per acquistare uno smartphone usato occorre scegliere un canale di vendita affidabile e – per quanto possibile – sicuro.

  • I siti di annunci possono essere un buon canale per acquistare uno smartphone usato, ma attenzione alle truffe.
    I siti di annunci possono essere un buon canale per acquistare uno smartphone usato, ma attenzione alle truffe.

    Online esistono numerosi siti di annunci gratuiti (Subito.it, Bakeka.it, Kijiji.it, Secondamano, Vivastreet, solo per citare i più noti) che pubblicano quotidianamente migliaia di inserzioni da parte di utenti privati: possono essere un buon punto di partenza per guardarsi intorno e farsi un’idea sui prezzi dell’usato. In questi casi la compravendita è affidata alla reciproca fiducia delle parti: l’acquirente deve contare sulla buona fede del venditore e, viceversa, il venditore deve riporre la sua fiducia nell’acquirente. Si tratta di una “compravendita al buio” fra perfetti sconosciuti e la truffa, in questi casi, è sempre dietro l’angolo. Per questo è bene non comprare mai a scatola chiusa, fissando un incontro per visionare e testare il prodotto, prima di consegnare i soldi al venditore.

  • Amazon e Ebay vengono scelti da molti per acquistare uno smartphone usato, per via delle maggiori garanzie che offrono ad acquirenti e venditori.
    Amazon e Ebay vengono scelti da molti per acquistare uno smartphone usato, per via delle maggiori garanzie che offrono ad acquirenti e venditori.

    I portali di vendita online (come Ebay o Amazon) offrono invece maggiori garanzie. Acquirenti e venditori devono essere iscritti al portale, che assegna loro un punteggio feedback in base al buon esito delle transazioni portate a termine in passato. Un punteggio feedback alto costituisce una garanzia sia per il venditore sia per l’acquirente, che potrà così affrontare la compravendita con una maggiore fiducia.

  • Anche i Social Network possono trasformarsi in un’ottima piattaforma per le compravendite. Postare una richiesta del tipo “Compro iPhone 6S” o “Compro Samsung Galaxy S7” permette di controllare, fra i propri amici, se qualcuno vende direttamente (o conosce qualcuno che a sua volta vende) lo smartphone ricercato. Attraverso i social è possibile soprattutto avviare compravendite fra persone già conosciute, che presentano maggiori garanzie rispetto a un completo estraneo.

Come acquistare uno smartphone usato: organizzare la compravendita

Il consiglio, indipendentemente dal canale di vendita scelto, è quello di incontrarsi di persona con il venditore e provare in prima persona lo smartphone da acquistare. Questo metodo, forse scontato, protegge dalla classica “scatola di mattoni” inviata via posta, mettendoci al riparo dalle truffe più grossolane.

L’incontro dovrà essere organizzato preferibilmente in un luogo pubblico e ben frequentato, evitando gli orari serali e i luoghi troppo isolati (come un parcheggio di periferia o una strada di campagna).

Prima di acquistare uno smartphone usato, provatelo con la vostra SIM e verificate il corretto funzionamento di tutti i servizi presenti.
Prima di acquistare uno smartphone usato, provatelo con la vostra SIM e verificate il corretto funzionamento di tutti i servizi presenti.

Prima di mettersi in viaggio, è bene informare l’acquirente di voler provare in prima persona lo smartphone e chiedere di poter inserire la propria SIM. Quest’ultima richiesta permetterà di scoprire se lo smartphone in questione è bloccato dalla compagnia telefonica che l’ha venduto (e, quindi, se funziona con un qualsiasi operatore). Se previsto dallo smartphone, portare anche una scheda di memoria (microSD o compatibile con quella del dispositivo).

Durante il test sarà bene portarsi anche un computer portatile e collegarlo con lo smartphone per verificare il corretto funzionamento della presa di ricarica e le performance della batteria. Meglio procurarsi anche un paio di auricolari con cui effettuare una telefonata, inviare sms ed accertarsi che tutto funzioni a dovere.

Come acquistare uno smartphone usato: cosa controllare

Una volta raggiunto il luogo dell’incontro, chiedete al venditore di sostituire la SIM per poter testare a fondo le funzionalità dello smartphone. Durante l’operazione, approfittatene per controllare lo stato dei componenti interni (se visibili) e della batteria (se il modello di smartphone è dotato di una rimovibile, controllare che sia originale e non sia danneggiata). Controllate, infine, che le varie parti si richiudano in modo corretto senza lasciare spiragli e che le chiusure combacino alla perfezione.

La verifica esterna

Con lo smartphone nelle vostre mani, procedete a un’attenta ispezione delle condizioni esterne. Graffi, ammaccature, piccole crepe potrebbero essere la conseguenza di cadute o un utilizzo poco attento da parte del precedente proprietario. In caso di tasti fisici, provatene il funzionamento e la stabilità (i tasti devono essere ben saldi e non devono risultare “traballanti”).

Controllate attentamente ogni possibile difetto del dispositivo, prima di acquistare uno smartphone usato.
Controllate attentamente ogni possibile difetto del dispositivo, prima di acquistare uno smartphone usato.

Particolare importanza dovrà essere data alla valutazione dello schermo, della fotocamera e di eventuali sensori: rovinature e graffi in questi punti possono pregiudicare notevolmente il funzionamento del vostro nuovo smartphone.

Provate a connettere un caricabatterie, gli auricolari e verificare che tutto funzioni: a volte i connettori possono risultare danneggiati e presentare problemi in fase di ricarica o collegamento.

La verifica software e il test dello smartphone

Una volta acceso, sarà possibile verificare il corretto funzionamento dello smartphone. Con la propria SIM (e micro SD) inserita, testare tutte le funzioni con calma, senza avere fretta: dal touchscreen alla fotocamera, dalle chiamate agli SMS, senza tralasciare Wi-Fi, GPS, connessione internet, Bluetooth e ogni altra funzione presente.

Chiamate un amico, provate a inviare messaggi con WhatsApp o accedere a Facebook: più test condurrete, più potrete essere certi di non incorrere in “fregature”.

La verifica del venditore

Ecco un dettaglio che in molti non controllano: il venditore. Se lo smartphone che state per acquistare è funzionante e non nasconde brutte sorprese, il venditore non esiterà nel farvelo provare in maniera approfondita. Allo stesso modo, se il venditore sta cercando di rifilarvi un prodotto con problemi, sarà restio a farvelo provare o troverà delle scuse per concludere in fretta la vendita.

Anche una controllata al codice IMEI può tornare utile, per evitare di acquistare uno smartphone usato rubato.
Anche una controllata al codice IMEI può tornare utile, per evitare di acquistare uno smartphone usato rubato.

Non abbiate fretta e soprattutto non comprate quando il venditore inizia ad accampare scuse, premendo per concludere subito la compravendita.

Chiedete sempre lo scontrino di acquisto, informatevi circa la garanzia e verificate sui siti delle aziende produttrici (quando possibile) la validità del codice IMEI dello smartphone (attraverso il sito imei.info potreste essere in grado di ricostruirne la storia e i precedenti proprietari). Prima di acquistare, verificate che il venditore abbia formattato lo smartphone ai parametri di fabbrica e rimosso ogni dato.

Come acquistare uno smartphone usato: occhio alle truffe

Per quanta attenzione si presti, la truffa è sempre dietro l’angolo. Potrebbe capitare, in alcuni casi, di acquistare in buona fede uno smartphone rubato, o incappare in un venditore disonesto che tenta di “piazzare” un dispositivo in comodato d’uso o non ancora completamente pagato (in caso di vendita finanziata). In questo modo, il rischio è quello di vedersi bloccare il codice IMEI dalla compagnia (o dalla finanziaria) che ha finanziato l’acquisto, nel caso in cui il primo compratore decida di interrompere il pagamento delle rate.

Si tratta ovviamente di casi limite, spesso facilmente smascherabili da un atteggiamento sospetto del venditore, da un prezzo di vendita particolarmente stracciato (e fuori mercato) o una grande fretta nel voler concludere la vendita, magari accampando la scusa di avere tanti altri potenziali clienti pronti a comprare.

Il consiglio è quello di non avere mai fretta, valutare attentamente ogni prodotto e non farsi tentare da offerte troppo allettanti: nessuno regala niente per niente.

Come bloccare la pubblicità su iOS, dall’iPhone all’iPad

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Il sistema iOS 9 equipaggiato dagli ultimi iPhone e iPad fornisce la risposta a una delle domande più richieste dagli utenti Apple: come bloccare la pubblicità su iOS?

Tra le novità più interessanti di questa versione del sistema operativo, figura la possibilità di bloccare pubblicità e altri contenuti promozionali all’interno del browser Safari, grazie alla funzione Blocco Contenuto. Ecco come procedere per dire addio a banner, popup e altre forme di pubblicità più o meno invasiva.

Come bloccare la pubblicità su iOS: scaricare un’applicazione AdBlocker

Safari ha diverse opzioni per bloccare la pubblicità su iOS.
Safari ha diverse opzioni per bloccare la pubblicità su iOS.

L’opzione di blocco dei contenuti pubblicitari è prevista, ma non è disponibile fin da subito su iPhone e iPad: per “sbloccarla”, è necessario scaricare dall’App Store una delle tante app per il blocco dei contenuti pubblicitari. La scelta è davvero molto vasta, da quelle gratuite a quelle a pagamento.

Una volta scaricata una o più applicazioni di questo genere, dalle Impostazioni di iOS selezionare la voce Safari fino alla voce “Blocco finestre a comparsa“, che si consiglia di attivare qualora non risultasse selezionata di default, per bloccare gran parte dei popup dei siti web.

Alla riga successiva, sarà comparsa una nuova voce chiamata “Blocchi dei contenuti” (che potrebbe non comparire, qualora sul dispositivo non fosse installata una app di blocco dei contenuti pubblicitari). Da qui, è possibile attivare e disattivare le singole applicazioni per il filtraggio delle pubblicità andando, di fatto, a bloccare la pubblicità su iOS.

A seconda della app installata, saranno disponibili differenti opzioni per la disattivazione selettiva dei contenuti: in alcuni casi, il blocco totale dei contenuti pubblicitari potrebbe causare errori di visualizzazione delle pagine web, richiedendo un minimo di selezione per non compromettere l’esperienza web.

Come bloccare la pubblicità su iOS: scegliere un’applicazione AdBlocker di qualità

L’App Store pullula di applicazioni che promettono di disattivare ogni tipo di pubblicità, rendendo la navigazione più rapida e “leggera” in termini di dati consumati. Ecco una serie delle migliori applicazioni che possono essere scaricate e attivate in “Blocchi dei contenuti”:

Crystal AdBlock è una delle migliori app per bloccare la pubblicità su iOS.
Crystal AdBlock è una delle migliori app per bloccare la pubblicità su iOS.

Crystal AdBlock (0,99 $): si tratta di una delle app più popolari su App Store per il blocco dei contenuti pubblicitari. Secondo Dean Murpy, il suo creatore, Crystal AdBlock  può accelerare il tempo di caricamento delle pagine web di addirittura 4 volte. L’app si presenta con un’interfaccia molto pratica da utilizzare, consentendo all’utente di scegliere quali contenuti pubblicitari visualizzare e quali invece bloccare.

1Blocker (gratuita): definita dal suo autore come “il content blocker più veloce e potente di Safari”, 1Blocker viene installata con oltre 28.000 blocchi pubblicitari già configurati e funzionanti, che da soli coprono abbondantemente le esigenze di un utente medio. Attraverso le impostazioni di Safari, è possibile inserire nella Whitelist un elenco di siti da escludere dalla “censura pubblicitaria”, dove verranno correttamente mostrati banner e pubblicità della pagina. Oltre alle pubblicità, è possibile bloccare anche altri tipi di contenuti, come i siti per adulti o i widget dei social network.

Blockr permette di bloccare la pubblicità su iOS in modo graduale e personalizzabile.
Blockr permette di bloccare la pubblicità su iOS in modo graduale e personalizzabile.

Blockr (0,99 $): questa app permette di scegliere due diverse strategie di navigazione: la rimozione totale dei contenuti promozionali da tutti i siti web oppure l’oscuramento parziale. Nel secondo caso, è possibile scegliere la tipologia delle pubblicità da eliminare (foto, video, audio, etc…) per trovare un giusto compromesso fra velocità di navigazione e minimi contenuti pubblicitari. Inoltre, Blockr protegge Safari dai tentativi dei vari siti di collezionare dati personali e preferenze dell’utente, come le abitudini di navigazione o i tanto discussi cookies.

AdBlock Plus (gratuita): un classico, impiegato da oltre 400 milioni di utenti in tutto il mondo per la sua semplicità e l’estrema efficacia nel rimuovere qualsiasi contenuto pubblicitario molesto. Attraverso l’impostazione “Blocchi dei contenuti” è possibile personalizzare l’efficacia del filtro pubblicitario scegliendo quali contenuti autorizzare, oppure bloccare la pubblicità su iOS in modo totale. Oltre a un consistente risparmio in termini di dati, lo sviluppatore assicura una maggiore durata della batteria del dispositivo impiegato, che non verrà stressato dal caricamento di pesanti campagne pubblicitarie.

Come bloccare la pubblicità su iOS: pro e contro dei blocchi pubblicitari

Bloccare la pubblicità su iOS non sempre è un bene: potrebbero verificarsi problemi di navigazione e limitazioni d'uso.
Bloccare la pubblicità su iOS non sempre è un bene: potrebbero verificarsi problemi di navigazione e limitazioni d’uso.

L’introduzione della funzione “blocchi dei contenuti” in iOS 9 ha portato con sé un discreto dibattito a livello globale sull’impiego, e la “censura”, delle pubblicità all’interno delle pagine web.

Molti siti, come noto, identificano nei banner pubblicitari la loro unica fonte di guadagno, indispensabile per garantire agli utenti contenuti sempre nuovi, di qualità ma soprattutto gratuiti: aprendo la porta al blocco indiscriminato delle pubblicità, Apple (al pari di molti suoi predecessori, come i browser desktop) ha riaperto la battaglia.

Da un lato gli utenti, ben felici di rimuovere tutte le pubblicità beneficiando di una navigazione più rapida e minor consumo di dati, dall’altra gli sviluppatori web, preoccupati dalla possibilità che queste app di “censura pubblicitaria” possano diffondersi a livello capillare e abbattere gli introiti pubblicitari.

La soluzione, con ogni probabilità, sta esattamente nel mezzo: ad aver ragione sono tanto gli utenti (spesso bombardati da pubblicità eccessive, invasive, popup difficilmente eliminabili e campagne video ad alto volume) quanto i proprietari dei siti (soprattutto quelli di informazione, che basano la loro sopravvivenza sui proventi pubblicitari), che in caso di larga diffusione di queste app vedrebbero rapidamente chiudere un numero esagerato di portali.

Bloccare la pubblicità su iOS, pro e contro: il caso di Peace insegna che non sempre è bene definire le pubblicità "inutili".
Bloccare la pubblicità su iOS, pro e contro: il caso di Peace insegna che non sempre è bene definire le pubblicità “inutili”.

Emblematico, in questo senso, è il caso di Peace: una app che a fine 2015 ha scalato la classifica di Apple Store USA portando i suoi servizi di AdBlocking su milioni di dispositivi nel giro di poche settimane. Un business altamente redditizio che ha però scatenato una crisi di coscienza nel suo autore Marco Arment (autore peraltro della fortunata app Instapaper): attraverso un post pubblicato sul suo blog personale, Arment ha comunicato la rimozione di Peace dall’Apple Store, a pochi mesi dalla sua uscita.

Gli AdBlockers arrivano sul mercato con un rischio: se da un lato fanno del bene a milioni di persone, dall’altro fanno del male a molte altre” si legge nel comunicato dell’autore, “Peace prevede che tutte le pubblicità siano trattate allo stesso modo. Un approccio troppo generalista: oggi come oggi gli AdBlockers sono fondamentali, ma non siamo abbastanza bravi da decidere cosa debba essere bloccato e cosa no. Concetti troppo complessi da racchiudere all’interno di una semplice app iOS. Ecco perchè Peace è stata ritirata dal mercato“.

Un dibattito complesso ed estremamente variegato, dove non mancano le tesi complottistiche che vedrebbero in questa scelta di Apple una precisa strategia volta a danneggiare i prodotti pubblicitari di Google. Voci e supposizioni che però, al momento, consentono agli utenti di bloccare la pubblicità su iOS.

Bloccare la pubblicità su Android. I trucchi migliori

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Bloccare la pubblicità su Android (sia su smartphone che su tablet) è possibile: bastano pochi, semplici passaggi per dire addio a finestre pop-up, pagine pubblicitarie, banner lampeggianti e ogni altra sorta di contenuto fastidioso (oltre che indesiderato).

Nei casi più gravi, infatti, la navigazione può trasformarsi in un incubo, con la comparsa di numerose pagine pubblicitarie e fastidiosi pop-up riguardanti i prodotti più disparati, che oltre a rallentare la navigazione consumano una buona fetta del nostro traffico internet mensile.

Bloccare la pubblicità su Android non solo rende la navigazione più veloce, ma permette di risparmiare grandi quantità di traffico dati, con un discreto beneficio per il nostro portafogli. Ecco come procedere:

Come bloccare la pubblicità su Android: addio alle pubblicità in 3 facili passaggi

Non occorre essere degli hacker per ottenere un’esperienza di navigazione senza contenuti pubblicitari: bastano poche, semplici operazioni nelle impostazioni di Android e l’installazione di un’app dedicata al blocco dei contenuti più insistenti. Ecco nel dettaglio tutti i passaggi, che consigliamo di eseguire in sequenza per un risultato ottimale:

1- Impostazioni del browser Android: Risparmio Dati

Come bloccare la pubblicità su Android: l'opzione "Risparmio Dati" permette di abbattere i consumi riducendo i contenuti non importanti, come le pubblicità.
Come bloccare la pubblicità su Android: l’opzione “Risparmio Dati” permette di abbattere i consumi riducendo i contenuti non importanti, come le pubblicità.

Per capire come bloccare la pubblicità su Android, è necessario iniziare dalle Impostazioni del browser web. Android permette di scegliere diversi browser predefiniti, tra cui il popolare Chrome.

Una volta aperto, toccare l’icona con i tre pallini verticali nell’angolo superiore destro dello schermo e selezionare la voce Impostazioni. Attivare quindi la voce “Risparmio Dati“: attraverso questa funzione, i server di Google analizzano e comprimono le pagine web prima di scaricarle sul dispositivo dell’utente, alleggerendone il peso in volume di dati scaricati.

Questo processo è utile anche per evitare di finire su siti web pericolosi, caratterizzati dalla presenza di virus, malware o a rischio phishing: se aperti, Google interromperà immediatamente la navigazione e avviserà l’utente del pericolo.

2- Impostazioni del browser Android: Impostazioni Sito

Dalle Impostazioni di Chrome, scegliere la voce “Impostazioni Sito”, quindi “Popup“: assicurarsi che risultino bloccati. In questo modo, sarà possibile ridurre considerevolmente il numero di quelle fastidiose finestrelle pubblicitarie che compaiono durante la navigazione.

3- AdBlock Plus

Come bloccare la pubblicità su Android: AdBlock Plus, se impostato correttamente, consente di azzerare i contenuti pubblicitari.
Come bloccare la pubblicità su Android: AdBlock Plus, se impostato correttamente, consente di azzerare i contenuti pubblicitari.

Milioni di utenti lo considerano un alleato irrinunciabile per la navigazione su computer e notebook, ma non tutti sanno che AdBlock Plus è disponibile anche per sistemi Android. Questa applicazione è capace di bloccare quasi tutte le pubblicità su smartphone e tablet Android, anche senza eseguire il root del sistema operativo, sia sotto reti Wi-Fi sia sfruttando la connessione dati del proprio operatore di telefonia.

Esistono due versioni di AdBlock Plus: AdBlock Browser (scaricabile dal Google Play Store a questo indirizzo), che consiste come ricorda il nome in un autentico browser stand-alone dotato di tutte le caratteristiche di AdBlock, oppure il solo pacchetto apk (scaricabile qui), decisamente meno ingombrante, che permette di estendere i filtri a tutti i browser normalmente utilizzati dall’utente. In questo caso, prima di procedere all’installazione, è necessario aprire le Impostazioni di Android -> Sicurezza e attivare l’opzione “Origini Sconosciute“, che consentirà l’installazione del pacchetto (ricordarsi, subito dopo, di disattivare questa impostazione per ragioni di sicurezza).

Una volta installato Adblock Plus, aprire Impostazioni -> Reti Mobili -> Nomi punti di accesso e modificare l’APN di default, inserendo i seguenti valori:

  • Proxy: localhost
  • Porta: 2020

Dalle impostazioni, infine, è possibile selezionare quali contenuti bloccare e quali consentire (immagini, video, audio delle pubblicità, etc…).

A questo punto, salvare le modifiche e riavviare l’applicazione per liberare la cache e ripartire con le nuove impostazioni. In questo modo, il proxy appena impostato (internamente al telefono, senza quindi appoggiarsi su proxy esterni) permetterà di bloccare, oltre alle pubblicità che si incontrano durante la navigazione, anche quelle che si trovano all’interno delle app.

In caso di problemi con l’operatore telefonico, AdBlock Plus può essere installato con la configurazione di base (senza impostazione proxy), con risultati comunque soddisfacenti e in grado di bloccare la pubblicità su Android.

Proteggere un account Dropbox. La guida di sicurezza

È arrivata l’era del cloud e Dropbox ne è uno dei risultati più belli e completi. Ma, come tutto ciò che viaggia online, il rischio di cadere in qualche trappola informatica è terribilmente alto. Come proteggere un account Dropbox? In questa breve guida passeremo in rassegna i trucchi più efficaci per garantire la massima sicurezza a file e cartelle archiviati – e condivisi – nella “nuvola” più famosa del mondo.

Proteggere un account Dropbox: la sicurezza… in una nuvola

Il problema più grosso per la sicurezza di un account Dropbox? Che un utente non autorizzato entri e si impossessi dei dati condivisi. Per proteggere il proprio account di Dropbox è quindi necessario mettere in atto una serie di semplici precauzioni, prima fra tutti la cosiddetta “verifica in due passaggi”.

Una sigla da 007 che in realtà designa un’azione relativamente banale. Si tratta infatti di inserire una password e un codice di sicurezza nel momento in cui si accede al sito di Dropbox; per usufruire di questa funzione è sufficiente entrare nel menu delle impostazioni, cliccare sulla casella “Sicurezza” e abilitare la voce corrispondente.

Proteggere un account Dropbox? Il primo step per riuscirci al meglio consiste nell'abilitare la "verifica in due passaggi"
Proteggere un account Dropbox? Il primo step per riuscirci al meglio consiste nell’abilitare la “verifica in due passaggi”

I codici di sicurezza sono forniti dallo stesso Dropbox e si possono ricevere direttamente via SMS o tramite applicazioni quali ad esempio Google Authenticator. Nel momento in cui si abilita la verifica in due passaggi, inoltre,viene fornito un codice di backup da utilizzare per autenticarsi al proprio account qualora non si riesca a ricevere il codice di sicurezza, ad esempio se si smarrisce il telefono.

Proteggere un account Dropbox: non usi più un dispositivo? Rimuovilo!

Uno dei maggiori pregi di Dropbox consiste nella possibilità di accedervi da qualsiasi dispositivo che disponga di una connessione internet: che si tratti di un computer, di un tablet o di uno smartphone, non è necessario essere alla scrivania per condividere o esaminare un file archiviato nella nuvola. Proprio per questo, tuttavia, ci sono maggiori probabilità di intrusioni non autorizzate.

Per proteggere l’account Dropbox è quindi buona norma disabilitare i dispositivi che non si utilizzano più, cliccando sull’apposito bottone che si trova all’interno della sezione “I miei dispositivi”.

Per proteggere un account Dropbox è buona norma disabilitare i dispositivi che non si utilizzano più per collegarsi al proprio profilo
Per proteggere un account Dropbox è buona norma disabilitare i dispositivi che non si utilizzano più per collegarsi al proprio profilo

Per aumentare ulteriormente la protezione del proprio account, inoltre, nel menu delle impostazioni relative alla sicurezza è anche possibile avere un quadro completo dei browser da cui si è effettuato il login: un servizio molto utile, soprattutto per capire al volo se qualcun altro ha tentato di accedere al proprio account o è attualmente connesso.

Un esempio? Vivete in Italia, ma dando una veloce occhiata alla lista dei browser loggati al vostro account risulta che siete connessi a Dropbox dagli Stati Uniti. Una bella incongruenza, su cui potrete indagare per cercare di salvare i vostri dati.

Proteggere un account Dropbox: un trucco da 007

Gli hackers, si sa, stanno diventando sempre più abili e i ricercatori informatici spendono parecchio tempo a cercare di contrastare i loro attacchi. Il match si svolge spesso ad armi pari e su un unico terreno di gioco: la crittografia.

I sistemi di codifica dei file rappresentano infatti la chiave di volta sia per gli attaccanti che per i difensori: gli uni criptano i dati che riescono ad ottenere illegalmente e chiedono cospicui riscatti per decriptarli e restituirli alle povere vittime del raggiro, gli altri utilizzano la crittografia come arma per aumentare le misure di sicurezza.

Criptare i file è un buon espediente per proteggere un account Dropbox
Criptare i file è un buon espediente per proteggere un account Dropbox

Ecco allora che, anche per proteggere un account Dropbox, i sistemi di codifica giocano un ruolo fondamentale. È infatti possibile criptare i file archiviati nel proprio account, ai quali solo l’utente legittimo può accedere attraverso una specifica password. Nel caso qualche malintenzionato riesca ad accedere al vostro account, quindi, non riuscirà a vedere nulla se non simboli, cifre e lettere assolutamente prive di senso.

L’unico rischio è che possa cancellare i vostri dati. Ma per salvare la situazione è sufficiente avere un backup. Ad oggi, purtroppo, Dropbox non offre un servizio di codifica dei dati, ma esistono programmi ad hoc per farlo da sé. In totale sicurezza.

Proteggere un account Dropbox. Ovvero: quando le notifiche servono

Le notifiche: un universo in espansione, che pervade la nostra vita quotidiana, dai social network alle più comuni applicazioni. Per alcuni è un piacere riceverle, altri sono indifferenti al fatidico numerino che compare in alto a destra, altri ancora non le sopportano. Ma a volte le notifiche possono tornare molto utili. Ad esempio per proteggere un account Dropbox.

Proteggere un account Dropbox significa anche ricevere le notifiche giuste...al momento giusto!
Proteggere un account Dropbox significa anche ricevere le notifiche giuste…al momento giusto!

Non ci credete? Allora provate ad abilitare il servizio di notifiche di Dropbox e sperimenterete quanto sia importante sapere cosa sta accadendo al proprio account. Grazie a questa funzionalità, infatti, avrete la possibilità di controllare in tempo reale se qualcuno si connette al vostro profilo.

E se per caso incappate in un malintenzionato, sicuramente, una volta entrato nel vostro account, disabiliterà le notifiche per collegare al profilo altri dispositivi. Se, quindi, le notifiche email di Dropbox spariscono improvvisamente dalla casella della posta in arrivo, significa che sta suonando un campanello d’allarme per la sicurezza del vostro account Dropbox.

Proteggere un account Dropbox: una password per ogni stagione

Per proteggere un account Dropbox al meglio è consigliabile modificare periodicamente la password di accesso
Per proteggere un account Dropbox al meglio è consigliabile modificare periodicamente la password di accesso

Oggi come oggi, per ogni operazione – anche la più banale – è necessaria una password. Dall’account email al forum di cucina, dalla banca ai servizi tributari online, ovunque ci viene richiesto di immettere una password per poter accedere a determinati servizi.

Ma come fare a ricordarsele tutte? Questo è in effetti un annoso problema, anche perché scriversele su foglietti volanti è ancora meno utile di averle. Molti utenti aggirano questo ostacolo utilizzando una stessa password per più servizi.

In realtà si tratta di un errore alquanto grossolano, anche perché alcuni siti, purtroppo, negli anni hanno subito attacchi che hanno portato ad un’emorragia di dati, tra cui anche alcune password. Di conseguenza, era sufficiente impadronirsi di queste informazioni e tentare di utilizzare le password disponibili su altre piattaforme. E alcuni di questi tentativi hanno avuto – ahimè – successo.

Per proteggere un account Dropbox è dunque consigliabile utilizzare una password creata ex novo; nel caso ne abbiate una vecchia, comunque, si può sempre rimediare: nella sezione dedicata alla sicurezza, basta cliccare sulla voce “Cambia password” e, possibilmente, sceglierne una abbastanza complessa. Un suggerimento? Modificate la password periodicamente: la sicurezza del vostro account Dropbox sarà migliore.

Proteggere un account Dropbox: attenti a quell’app!

Un servizio cloud, in quanto tale, è naturalmente portato a “parlare” con le altre applicazioni presenti su un dispositivo, che si tratti di un computer o di uno smartphone. E le app, si sa, richiedono sempre di accedere ai propri dati, tra cui quelli contenuti, appunto, in Dropbox.

Se dunque un’app risulta compromessa, può danneggiare seriamente i dati archiviati nella “nuvola”. Almeno finché non le impedite di accedervi. Per evitare “app-intrusioni” indesiderate e proteggere un account Dropbox al meglio, è sufficiente entrare nel menu delle impostazioni e contrassegnare con una “X” le applicazioni che non si usano in associazione con Dropbox.

Al pari degli altri, anche questo è un banale accorgimento. Ma che può rivelarsi davvero prezioso per la sicurezza dei vostri dati.

Come difendersi da un bullo virtuale: cosa fare e come reagire

Molto spesso sui media nazionali si sente parlare di Cyberbullismo: come difendersi da un bullo virtuale, in questi casi, non è però sempre chiaro, soprattutto ai genitori e agli insegnanti che dovrebbero vigilare sulle attività online dei più piccoli.

Vigilare sulle abitudini informatiche di ragazzi è bambini è fondamentale per evitare di incorrere in spiacevoli episodi di cyberviolenza, che potrebbero avere ripercussioni negative sullo sviluppo psicologico e relazionale dei piccoli. La prima parola, in questi casi, è prevenzione: ecco una breve guida per prevenire e contrastare l’insorgenza di episodi legati al Cyberbullismo, per capire come difendersi da un bullo virtuale.

Come difendersi da un bullo virtuale. Cos’è e come si manifesta.

Il Cyberbullismo è la trasposizione sulla Rete del fenomeno del bullismo, dove ragazzi (o addirittura bambini) tendono a prendere di mira i loro coetanei più deboli, quelli più timidi o con un carattere meno forte, rendendoli bersaglio di insulti, scherzi, battute, violenze psicologiche e quant’altro possa screditare le vittime agli occhi di altre persone (come una community web, un forum o un social network).

Il fenomeno del bullismo è sempre esistito, anche prima di Internet. Consiste in atti volontari di intimidazione, oppressione fisica e psicologica commessi da un soggetto “forte” (il cosiddetto bullo) nei confronti di uno più “debole” (la vittima), che possono essere non solo occasionali ma ripetuti nel tempo, interessando tanto i maschi quanto le femmine. A volte il soggetto “forte” può essere rappresentato da un gruppo, una banda, che punta sulla forza numerica per sopraffare con maggior facilità il soggetto debole.

Come difendersi da un bullo virtuale: una delle forme di bullismo più insidiose si nasconde all'interno della Rete.
Come difendersi da un bullo virtuale: una delle forme di bullismo più insidiose si nasconde all’interno della Rete.

Il Cyberbullismo riprende tutti questi elementi dal bullismo, inasprendoli con altre caratteristiche insite nella Rete. Qui, la violenza raramente sfocia in atti fisici (a meno che la vittima non frequenti direttamente il bullo), restando perlopiù relegata a episodi di violenza psicologica a volte ben più devastanti della violenza fisica.

Approfittando dell’anonimato garantito dalla Rete, il Cyberbullo sferra i suoi attacchi attraverso chat, social network, forum, applicazioni di instant messaging, e-mail, SMS e qualsiasi forma di comunicazione “virtuale”. Scopo di questi attacchi è screditare l’immagine della vittima agli occhi degli altri, facendo leva sui difetti o le diversità della persona bersagliata, attraverso insulti e battute che puntano ad emarginarlo e a renderlo oggetto di pubblico scherno.

Il Cyberbullo gode ne trattare le vittime con violenza e brutalità, sentendosi protetto dalla Rete che gli consente di sferrare gli attacchi in modo anonimo, senza “metterci la faccia” e celandosi dietro un nickname o nome di fantasia. La certezza di non essere scoperto (dato il numero molto limitato di denunce per bullismo online) può inasprire il comportamento violento, arricchendo gli insulti da minacce di percosse o addirittura di morte, con l‘invio di materiale audio e video studiato per intimorire e creare panico nella vittima.

Ecco, quindi, una guida pratica per capire come difendersi da un bullo virtuale:

Come difendersi da un bullo virtuale. 10 consigli pratici

1- Prevenire

Come difendersi da un bullo virtuale: la prevenzione e il dialogo in famiglia, è la prima forma di difesa.
Come difendersi da un bullo virtuale: la prevenzione e il dialogo in famiglia, è la prima forma di difesa.

Sembra banale, ma la prevenzione è la migliore arma contro il Cyberbullismo. Per contrastare alla radice il problema, è fondamentale che i genitori abbiano un rapporto sincero con i propri figli, instaurando un dialogo aperto e una comunicazione trasparente sui temi importanti della vita. Ad esempio, come difendersi da un bullo virtuale.

Se un figlio si fida del proprio genitore, si confronterà con lui al primo segnale di un qualsiasi problema: di fronte a episodi di Cyberbullismo, purtroppo, le giovani vittime tendono a chiudersi in sè stesse, in mancanza di figure a cui potersi affidare ciecamente per un confronto. E in questi casi, il rischio è di cadere in un circolo vizioso a fronte del quale è impossibile uscire con le proprie forze.

2- Non reagire abbassandosi al livello del Cyberbullo

I Cyberbulli sono generalmente persone codarde, capaci di attaccare solo dietro l’anonimato di Internet. Si tratta generalmente di ragazzini che tendono a riempire i “vuoti” e le delusioni della propria vita assumendo atteggiamenti aggressivi e violenti, ma solo dietro a una tastiera.

Il Cyberbullo mira a suscitare una reazione altrettanto accesa e impulsiva nella vittima che, essendo più debole, tenderà a soccombere all’aggressività.

La cosa migliore da fare è ignorare ogni tipo di attacco, offesa o minaccia: l’arma psicologica del silenzio rende vana ogni manifestazione di bullismo virtuale, scoraggiando il Cyberbullo da ulteriori tentativi di provocazione. Per capire come difendersi da un bullo virtuale, bisogna per prima cosa imparare a ragionare come lui e combatterlo di conseguenza.

3- Ignorare gli attacchi e “bannare” il bullo

Come difendersi da un bullo virtuale: bannare o ignorare il cybrbullo rappresenta una tattica vincente.
Come difendersi da un bullo virtuale: bannare o ignorare il cybrbullo rappresenta una tattica vincente.

Chat, software di messaggistica istantanea, social network ed e-mail mettono a disposizione dell’utente filtri e strumenti per interrompere ogni contatto con il bullo di turno. Forum e chat sono dotate, ad esempio, del comando “ban” per evitare di essere importunati da persone indesiderate.

In questo modo, alla prima avvisaglia di comportamento ostile, è possibile interrompere i contatti e risolvere il problema alla radice.

4- Tenere traccia delle conversazioni

Quando il ban non è possibile, come nel caso di una chat pubblica o una pagina Facebook dove il bullo offende pubblicamente la vittima, è consigliabile mantenere una condotta discreta ed evitare il confronto diretto.

Le conversazioni e i messaggi dovranno essere salvate e tenute a disposizione nel caso in cui l’atto di Cyberbullismo dovesse degenerare: potranno essere inviate alle autorità competenti per tutti gli accertamenti del caso, aiutando le forze dell’ordine a far luce sulla vicenda ed evitare il ripetersi della vicenda.

5- “Cambiare aria”

Come difendersi da un bullo virtuale quando l’attacco diventa insistente? In questo caso, è sempre bene prendersi una pausa uscendo dal sito, dalla chat o dal social network utilizzato.

In questo modo, è possibile interrompere il contatto “virtuale” tra bullo e vittima, scoraggiando il primo ed evitando che la situazione possa esasperarsi. Evitare ad ogni costo di farsi coinvolgere: il Cyberbullismo è un atto virtuale, che è bene spegnere sul nascere prima che possa trasformarsi in qualcosa di concreto ed essere trasportato nella vita reale.

Il solo atto di abbandonare il “terreno di caccia” del bullo, è spesso sufficiente a farlo desistere da attacchi futuri.

6- Parlarne con un adulto

Come difendersi da un bullo virtuale: parlare con un adulto di atti legati al Cyberbullismo aiuta a risolverli rapidamente.
Come difendersi da un bullo virtuale: parlare con un adulto di atti legati al Cyberbullismo aiuta a risolverli rapidamente.

Il bambino o il ragazzo vittima di Cyberbullismo deve sentirsi spronato a parlarne con un genitore, fratello, insegnante, o altra figura di riferimento. Senza paura nè timori: in questo la prevenzione gioca un ruolo fondamentale e deve insegnare alle nuove generazioni che non c’è nulla di male nel trovarsi di fronte a un bullo, e che esistono delle tecniche per porre fine a questa violenza “virtuale”.

7- Avvertire la scuola quando il Cyberbullo è un compagno di classe o di istituto

In alcuni casi può capitare di identificare il Cyberbullo in un compagno di scuola, di oratorio, di sport o di qualsiasi altro gruppo frequentato dalla vittima. La prima cosa da fare in questi casi è allertare subito la dirigenza dell’istituto, o dell’organizzazione, gruppo, associazione cui il bullo appartiene, per evitare con i dovuti provvedimenti che i comportamenti ostili si verifichino anche nella vita reale. Le istituzioni hanno un ruolo fondamentale per aiutrci a capire come difendersi da un bullo virtuale.

8- Mantenere la calma

Anche questo può sembrare banale, ma di fronte a un’aggressione “virtuale”, per quanto violenta possa essere, è necessario rimanere calmi e non farsi sopraffare dalle emozioni.

Il bullo farà di tutto per far perdere gettare nella disperazione la sua vittima, facendogli perdere la calma, deridendolo per i suoi difetti o spaventandolo nelle sue più oscure paure. Nulla di tutto questo deve però scoraggiare la vittima, che ha dalla sua parte numerosi metodi (anche legali) per tutelarsi.

9- Denunciare l’accaduto alle autorità competenti

Come difendersi da un bullo virtuale: le forze dell'ordine possono essere consultate in ogni momento, anche per un semplice consiglio.
Come difendersi da un bullo virtuale: le forze dell’ordine possono essere consultate in ogni momento, anche per un semplice consiglio.

Quando il gioco diventa “pesante”, è bene non esitare e denunciare la situazione (allegando tutte le conversazioni e il materiale fotografico eventualmente inviato) alle forze dell’ordine, come la Polizia Postale (attraverso il suo portale, che dispone di un servizio dedicato alle segnalazioni e alle denunce), le autorità locali (Caserma dei Carabinieri o Commissariato di Polizia di zona) o il Ministero della Pubblica Istruzione, attraverso la campagna “Smonta il Bullo” (attraverso il sito web dedicato o il numero 0658492755).

Queste realtà possono fornire un valido aiuto per capire come difendersi da un bullo virtuale, suggerendo le migliori strategie per risolvere il problema in modo sicuro ed efficace.