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A Genova prende ufficialmente il via una delle trasformazioni urbane più imponenti degli ultimi decenni: i lavori per lo sbocco di levante del tunnel subportuale in corso Aurelio Saffi entrano nella loro fase preliminare, con profonde ripercussioni non solo sulla viabilità cittadina, ma anche sull’assetto urbanistico di un quartiere nevralgico come la Foce.
La posta in gioco va ben oltre la semplice realizzazione di un’infrastruttura: ciò che si sta costruendo è una nuova visione per la connessione tra il ponente e il levante della città, destinata a modificare abitudini, paesaggio e percezione dello spazio urbano.
Cantieri e rigenerazione: la nuova identità della Foce
Le prime attività di cantiere coinvolgono direttamente i giardini Francesco Coco, luogo simbolico che sarà soggetto a un completo ridisegno. Il progetto, frutto del lavoro dello Studio Piano, mira non solo a integrare lo sbocco del tunnel subportuale, ma anche ad avviare un’operazione di rigenerazione urbana di grande impatto.
Verrà realizzato un nuovo bastione-terrazza e una scala per collegare lo spazio verde al corso Aurelio Saffi, mentre l’impianto stesso dei giardini sarà profondamente rivisitato per renderli più aperti, accessibili e coerenti con il contesto storico delle mura cittadine. La rigenerazione non si limita all’estetica: il taglio di 67 alberi (48 dei quali abbattuti nella prima fase) sarà compensato dalla messa a dimora di circa 80 nuove piante, un’operazione che mira a riequilibrare il patrimonio arboreo messo in discussione dai lavori previsti.
Proprio gli alberi sono al centro delle preoccupazioni di diversi consiglieri municipali: la perdita del filare storico e la prospettiva che le nuove alberature impiegheranno anni per ricrescere accendono il dibattito tra residenti e amministrazione comunale.
Il progetto, destinato a protrarsi per circa 80 mesi, ovvero poco meno di sette anni, rappresenta una delle più grandi e complesse opere di engineering urbano mai realizzate a Genova. Nella prima fase, concentrata tra la fine del 2025 e il 2027, verranno effettuate bonifiche belliche, verifiche archeologiche e opere di protezione del contrafforte storico.
Solo nella parte terminale del cronoprogramma, verso il 2027, prenderanno il via gli scavi veri e propri, con la realizzazione del grande pozzo che fungerà da nodo fondamentale per il passaggio del tunnel. Contemporaneamente, dal lato opposto della città, la talpa partirà da San Benigno per iniziare a scavare verso la Foce, con l’arrivo previsto entro il 2028. Al termine dello scavo della prima canna, la macchina sarà smontata e riposizionata per realizzare la seconda canna del tunnel.
Viabilità sotto pressione: impatti e sfide per Genova
Una delle trasformazioni più evidenti sarà legata alla viabilità e alla mobilità cittadina. Il completamento della galleria artificiale sotto corso Aurelio Saffi comporterà la realizzazione di nuove connessioni viarie, la demolizione e il rifacimento dell’aiuola centrale e l’introduzione di tre corsie di accesso al tunnel, due provenienti da nord (viale Brigate Partigiane) e una da sud (corso Italia e Waterfront).
Il nuovo assetto è concepito per sostenere flussi di traffico minori rispetto all’attuale sopraelevata, con l’ambizione di alleggerire la pressione veicolare e avviare un ridisegno dell’assetto logistico della Foce. Non mancano, tuttavia, forti elementi di criticità: l’eliminazione totale dei parcheggi lungo le aiuole e la creazione di un percorso ciclopedonale, elemento che rappresenta un tassello importante per la mobilità sostenibile, sono motivo di contestazione da parte di residenti e commercianti, preoccupati per l’impatto sulle attività e sulla qualità della vita nel quartiere.
Durante tutta la fase dei lavori sarà garantito almeno un senso di marcia per corso Aurelio Saffi, così da evitare la paralisi della circonvallazione a mare e limitare al massimo i disagi. Tuttavia, il Comune stesso ha ammesso che le interferenze saranno ingenti e che l’impatto sulla quotidianità degli abitanti della Foce sarà inevitabile. L’amministrazione ha promesso un confronto costante con cittadini e municipio, anche attraverso assemblee pubbliche di condivisione e informazione sugli sviluppi del cantiere. L’assessore comunale al Verde, Francesca Coppola, ha sottolineato l’importanza di questo dialogo, evidenziando come la trasformazione dei giardini Coco rappresenti l’occasione per una riscrittura radicale del tessuto urbano, finalmente più aperto e sicuro, dopo decenni di percezione di questa zona come luogo isolato e poco fruibile.
Un ulteriore elemento di rilievo è rappresentato dalla rifunzionalizzazione stessa dei giardini Coco. Oltre al nuovo bastione che maschererà le gallerie agli occhi dei passanti, il disegno delle aree verdi viene reso meno fitto e più permeabile. Gli interventi previsti mirano a salvaguardare, per quanto possibile, la lettura delle antiche mura cittadine, soffocate negli anni da una vegetazione fuori controllo e da infrastrutture ormai superate.
Le richieste della Soprintendenza sono state in parte accolte: le aiuole storiche che costeggiano corso Aurelio Saffi verranno mantenute, fatta eccezione per il punto in cui sorgerà lo sbocco del tunnel. Dall’altra parte, il progetto nasce come alternativa e possibile sostituto della Sopraelevata: la ridefinizione del nodo della Foce è infatti pensata per un futuro in cui il passaggio automobilistico sarà spostato nel sottosuolo, restituendo così nuovi spazi pubblici in superficie.
Le esigenze di sostenibilità, sicurezza e valorizzazione urbana si intrecciano inevitabilmente con le criticità sociali e politiche di un intervento che investirà la città per diversi anni. Sullo sfondo resta irrisolta la questione della futura sorte della Sopraelevata: le istituzioni hanno rinviato ogni decisione rivoluzionaria sul suo abbattimento o riconversione a un momento successivo, quando il nuovo tunnel sarà operativo e sarà possibile valutare con maggiore precisione l’impatto sulla mobilità.
Nel frattempo, le associazioni ambientaliste come FIAB continuano a spingere per la realizzazione della pista ciclopedonale, anche a rischio di sacrificare parte dei parcheggi, mentre la presidente del municipio Medio Levante, Anna Palmieri, sottolinea il ruolo essenziale della partecipazione pubblica per garantire che la trasformazione della Foce sia davvero condivisa e rispondente alle esigenze delle comunità residenti.
Tra sostenibilità e dialogo: Genova ripensa il suo volto urbano
Nei dibattiti consiliari e nei confronti pubblici organizzati dal Comune si fa strada comunque la consapevolezza che la posta in gioco sia sempre più alta. La riqualificazione dei giardini Coco si pone come paradigma di una rigenerazione urbana che, andando oltre gli aspetti puramente infrastrutturali, mette al centro la qualità della vita e la relazione emotiva dei cittadini con il paesaggio urbano.
La nuova terrazza pubblica con vista sulla Foce promette di ridare un ruolo centrale a un’area da troppo tempo relegata ai margini della socialità cittadina, mentre l’innesto del tunnel e la riorganizzazione viaria ne proiettano la vocazione verso la modernità, tra nuove sfide di integrazione, vivibilità e sostenibilità.
Il cronoprogramma fissato dalla struttura commissariale e da Autostrade per l’Italia prevede un’imponente mobilitazione di risorse tecniche, umane ed economiche. Per le opere finali saranno necessari almeno altri 15 mesi dopo il completamento dello scavo, con l’obiettivo di chiudere la galleria artificiale, effettuare i collegamenti con viale Brigate Partigiane e restituire il nuovo assetto delle aiuole centrali. Un percorso che si snoda tra criticità e potenzialità, e che vede coinvolti non solo gli addetti ai lavori, ma l’intera popolazione genovese, chiamata a ripensare il proprio rapporto con la città e con uno dei suoi snodi viari più strategici.
Il futuro della Foce si gioca su una linea sottile tra conservazione e innovazione, tensione sociale e promessa di rinascita, nella speranza che la grande opera possa davvero coniugare efficienza, bellezza e sostenibilità e restituire ai genovesi uno spazio urbano più vivibile, sicuro e accogliente rispetto al passato.


