Punti chiave
La firma dello storico accordo tra il Primo Ministro svedese Ulf Kristersson e il Presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy rappresenta una svolta decisiva nel panorama aeronautico militare europeo: la Svezia ha ufficializzato la lettera d’intenti per esportare fino a 150 caccia Gripen SAAB in Ucraina, dopo una trattativa strategica avvenuta a Linköping, città dove i jet vengono prodotti. Questo evento proietta il Gripen al centro della scena internazionale, non solo come simbolo dell’innovazione industriale scandinava, ma anche come strumento chiave nella ridefinizione degli equilibri di sicurezza in Europa Orientale.
Il Gripen è un caccia multiruolo supersonico monomotore di quarta generazione, pensato per missioni aria-aria, attacco al suolo e ricognizione. È considerato un’opzione affidabile e dal costo contenuto rispetto alle più costose piattaforme stealth di quinta generazione come l’F-35 ed è stato sviluppato espressamente per garantire modularità, flessibilità impareggiabile e interoperabilità NATO.
Cosa vuol dire Gripen
Il nome “Gripen”, che in svedese richiama il mitico grifone, non è casuale: questa creatura leggendaria incarna potenza, agilità e uno spirito di adattamento che ritroviamo perfettamente nel progetto Saab. Dal suo debutto operativo nel 1996 ad oggi, il Gripen ha ricevuto costanti aggiornamenti, mantenendo sempre un altissimo livello tecnologico. Il modello più recente – il Gripen E – è stato consegnato per la prima volta alla Swedish Air Force solo nell’ottobre scorso, a conferma di come il programma continui a evolversi seguendo l’eccellenza tecnologica.
Il Gripen E si distingue non solo per le sue doti aerodinamiche, ma soprattutto per aver rivoluzionato il concetto stesso di efficienza in combattimento. Lungo poco più di 15 metri, con una massa massima al decollo che sfiora le 16,5 tonnellate, è progettato per tornare in volo dopo aver fatto rifornimento e ricaricato armamenti in soli 10-20 minuti, anche su piste non preparate, grazie alla sua proverbiale rapidità di turnaround e alla manutenzione semplificata.
Il segreto del Gripen sta nell’equilibrio tra peso, potenza del motore General Electric F414-GE-39E e capacità di carico. L’aereo presenta superfici canard-delta che gli conferiscono grande manovrabilità, riducendo la distanza minima di decollo e consentendo operazioni da piste e strade semi-preparate, un’idea nata per resistere a scenari di guerra ad alta intensità o sotto minaccia diretta alle basi.
Operatività del Gripen E
Dal punto di vista operativo, il Gripen E si impone per l’avionica d’avanguardia: integra radar AESA Raven ES-05, sensori IRST Skyward-G, sistema di fusione dati “best sensor dominates” e una suite completa di contromisure elettroniche. La sensoristica avanzata consente di individuare bersagli a lunghissima distanza e affrontare anche minacce a bassa traccia radar. L’aereo può equipaggiare missili aria-aria di quarta e quinta generazione, armi stand-off di attacco terrestre, bombe di precisione e sofisticati pod da guerra elettronica.
La capacità di carico su 10 punti d’aggancio gli permette di trasportare combinazioni di armamento tra le più flessibili del panorama mondiale. Sottolineare che un solo Gripen può portare fino a nove missili aria-aria, sedici bombe leggere o quattro missili antinave RBS-15, mette in luce una versatilità senza rivali nella sua categoria, anche grazie a un massiccio incremento dei serbatoi interni rispetto alle generazioni precedenti.
L’introduzione del Gripen E si inserisce in uno scenario internazionale di forte competizione, dovendo reggere il confronto con avversari come F-35, F-16, Dassault Rafale ed Eurofighter Typhoon. Tuttavia, il jet svedese conserva un vantaggio chiave: costi di acquisizione e gestione sensibilmente inferiori, modularità completa e una politica Saab di open architecture che consente agli Stati acquirenti di personalizzare i sistemi d’arma e software secondo le esigenze nazionali.
Questo aspetto facilita grandemente l’adozione in contesti operativi anche molto diversi tra loro e ha favorito negli anni contratti di esportazione non solo con paesi NATO, ma anche con nazioni che cercano alternative autonome al dominio USA. Il Gripen, infatti, è stato adottato da forze aeree di Svezia, Sudafrica, Thailandia, Brasile, Repubblica Ceca e Ungheria, mentre la Colombia ne ha già programmato l’acquisto.
Adattamento tattico
Un altro aspetto distintivo riguarda la rapidità di adattamento nelle differenti missioni, confermata dai recenti impegni operativi. La stampa svedese segnala che quest’anno, per la prima volta, i Gripen sono stati impiegati in combattimento diretto da parte dell’aeronautica thailandese in un confronto con il vicino Cambogia, oltre a presenziare alle classiche attività di air policing in Polonia, azione simbolica nel quadro delle missioni NATO per la tutela dello spazio aereo orientale.
Già nel 2014, i Gripen avevano dato prova della loro efficacia nella realizzazione della no-fly zone sopra la Libia su mandato NATO, dimostrando capacità di interoperabilità, affidabilità e prontezza nell’ambito delle operazioni multilaterali.
Grazie a queste peculiarità, la trattativa tra Svezia e Ucraina acquisisce una reale portata storica. L’acquisto di 150 Gripen da parte di Kyiv non solo ammoderna in profondità la sua difesa aerea, ma suggella anche una nuova fase dell’industria bellica svedese che, da sempre neutrale, ora si pone come garante di sicurezza per un paese oggetto di aggressione e simbolo della resistenza europea.
Si tratta di una scelta che offre all’Ucraina caccia moderni e interoperabili, in grado di essere rimessi in volo in tempi record e adattati in base alle minacce del momento, nonché di operare da infrastrutture minime, dettaglio cruciale in condizioni di conflitto prolungato. Da oggi, il Gripen non è più soltanto una brillante piattaforma tecnologica: è l’emblema di una nuova solidarietà europea, l’arma che può davvero cambiare le regole del confronto nei cieli dell’Est.