16 Dicembre 2025
HomeAttualitàLa rivoluzione militare russa: l'istituzione delle Forze dei Sistemi Senza Pilota (VBS)

La rivoluzione militare russa: l’istituzione delle Forze dei Sistemi Senza Pilota (VBS)


La creazione ufficiale delle Войска беспилотных систем (VBS), traducibili come Forze dei Sistemi Senza Pilota, rappresenta uno dei cambiamenti organizzativi più significativi nella storia militare contemporanea russa.

Nel novembre 2025, il colonnello Sergey Ishtuganov, vice comandante delle neonate forze, ha annunciato il completamento della formazione di questo nuovo ramo indipendente delle forze armate russe, segnando la conclusione di un processo decisionale iniziato nel dicembre 2024 presso il Ministero della Difesa. Questa trasformazione non è meramente burocratica, bensì riflette una riconfigurazione profonda della dottrina militare russa conseguente all’esperienza della guerra in Ucraina, dove i sistemi unmanned hanno acquisito centralità tattica e strategica senza precedenti.

La istituzione delle VBS testimonia il riconoscimento esplicito da parte di Mosca che la guerra contemporanea è dominata dai droni, e che questa supremazia tecnologica deve trovare riscontro in strutture organizzative dedicate.

Il ministro della Difesa Andrey Belousov aveva affermato nel dicembre 2024 che “l’uso massiccio di veicoli aerei senza pilota è diventato la svolta più significativa nelle tattiche delle forze armate russe”, fornendo la giustificazione ideologica per questa riconfigurazione strategica. Il completamento della struttura entro il terzo trimestre del 2025, come previsto inizialmente da Putin nel giugno 2025, dimostra che Mosca ha accelerato i processi di implementazione, cosciente dell’urgenza di consolidare il vantaggio acquisito nel dominio dei sistemi unmanned.

Il contesto operativo: la guerra dei droni in Ucraina

Tecnici droni russia

Per comprendere l’importanza geopolitica della creazione delle VBS, è essenziale analizzare il contesto da cui essa emerge. Durante l’operazione militare speciale iniziata nel febbraio 2022, l’uso di sistemi aerei senza pilota è aumentato di 23 volte. Le forze russe impiegano quotidianamente oltre 3.500 droni, cifra in costante crescita che rivela come questi sistemi non rappresentino più un’arma ausiliaria, bensì l’ossatura stessa dell’ordine di battaglia russo.

In settori specifici del fronte, come nella regione di Pokrovsk nel Donetsk, la massiccia presenza di droni russi ha effettivamente trasformato la natura stessa del conflitto, rendendo impossibile l’accumulo di truppe o di materiale in zone scoperte senza subire perdite catastrofiche.

La guerra in Ucraina ha funzionato quindi da laboratorio geopolitico dove è emersa una nuova forma di confronto militare. I droni FPV (first-person view), i droni di ricognizione modificati e i sistemi Shahed hanno dimostrato di essere armi in grado di infliggere perdite devastanti con costi relativamente contenuti.

Questo squilibrio economico, un drone FPV costa poche migliaia di euro mentre una posizione fortificata o un veicolo da combattimento moderno rappresentano investimenti ben superiori, ha indotto gli strateghi russi a riflettere sulla necessità di istituzionalizzare l’utilizzo di queste armi attraverso strutture dedicate.

La risposta russa al modello ucraino

È particolarmente significativo dal punto di vista geopolitico che la Russia abbia deciso di seguire un modello organizzativo concepito dall’Ucraina. Nel febbraio 2024, Kiev aveva annunciato l’istituzione delle proprie Forze dei Sistemi Senza Pilota, divenendo il primo paese al mondo a conferire rango di ramo militare indipendente a un’arma basata su sistemi unmanned.

L’Ucraina, paese militarmente più debole, aveva innovato per necessità, creando strutture organizzative che compensassero le carenze di forza bruta attraverso una superiorità organizzativa e tecnologica nel dominio dei droni.

La decisione russa di emulare il modello ucraino rappresenta una forma implicita di riconoscimento strategico: Mosca ammette che le soluzioni innovative sviluppate da Kiev sono superiori alle soluzioni convenzionali. Questo rappresenta un fenomeno geopolitico affascinante, il più forte che imita le innovazioni del più debole, segno che l’innovazione militare non procede necessariamente secondo linee gerarchiche di potenza, bensì segue la logica dell’efficacia operativa.

Un funzionario ucraino ha tuttavia definito la creazione delle VBS russe come una “minaccia”, riconoscendo che quando il paese più potente adotta le innovazioni del più debole e le amplifica con risorse industriali superiori, il risultato può essere una concentrazione di potenza militare ancora più pericolosa.

Struttura organizzativa e capacità operativa

Drone militare armato

Le VBS rappresentano un ramo militare completamente strutturato, non una semplice divisione amministrativa. Il nuovo ramo dispone di un comando centralizzato, reggimenti, battaglioni e unità specializzate già pienamente operative.

Sergey Ishtuganov, in qualità di vice comandante, supervisiona un’architettura militare che rispecchia quella dei rami tradizionali, fanteria, aviazione, marina, ma dedicata integralmente ai sistemi senza pilota.

La novità di maggiore rilevanza è l’integrazione verticale delle operazioni su tutti i domini. Nel maggio 2025, la Marina russa ha iniziato a formare reggimenti specializzati dedicati ai sistemi unmanned marittimi, che includeranno droni aerei, sistemi robotici terrestri, veicoli di superficie senza equipaggio (USV) e veicoli subacquei senza equipaggio (UUV).

Questa integrazione multi-dominio delle VBS rappresenta l’istituzionalizzazione di una strategia dove i droni non sono più strumenti ausiliari di supporto ai rami tradizionali, bensì armi primarie capaci di operare simultaneamente nell’aria, sulla terra e nel mare.

Il reclutamento di personale specializzato è proseguito parallelamente. Le VBS stanno assegnando operatori, ingegneri, tecnici e specialisti di supporto a unità operativamente impegnate. Questo flusso di personale qualificato, unito a strutture organizzative dedicate e a una catena di comando centralizzata, transforma i sistemi unmanned da strumenti dispersi tra i vari rami in un’arma unificata sotto controllo strategico.

La rilevanza geopolitica della creazione delle VBS non può essere compresa senza analizzare la capacità industriale russa di sustanziare questa struttura organizzativa. Mosca ha comunicato piani produttivi di proporzioni industriali senza precedenti nel settore dei droni militari.

La Russia intende produrre oltre 6.000 droni di tipo Shahed al mese presso la fabbrica di Alabuga, nella Repubblica del Tatarstan. La capacità produttiva di questa struttura, operante 24 ore su 24, raggiunge costi di produzione ridotti da 200.000 dollari nel 2022 a circa 70.000 dollari nel 2025 grazie all’economie di scala.

Ancora più ambizioso è il programma relativo ai droni FPV. L’intelligence ucraina rivela che la Russia pianifica di produrre 2 milioni di droni FPV nel 2025, oltre a circa 30.000 droni a lungo raggio e altrettanti droni esca progettati per esaurire i sistemi di difesa aerea ucraini. Questi numeri collocano il programma di armamento unmanned russo in una categoria senza precedenti nella storia militare contemporanea.

Tuttavia, questa macchina industriale rimane fortemente dipendente da componenti cinesi. Nonostante le smentite pubbliche di Pechino circa il suo coinvolgimento nel riarmamento russo, la realtà operativa mostra una collaborazione tecnologica sostanziale. I produttori cinesi forniscono alla Russia apparecchiature critiche, elettronica, sistemi di navigazione, componenti ottici e telemetrici, motori, microcircuiti, moduli processori e sistemi di controllo.

Questa dipendenza ha implicazioni geopolitiche profonde: la capacità russa di mantenere il suo vantaggio militare nei sistemi unmanned rimane ancorata al flusso di componenti cinesi, creando una relazione di interdipendenza asimmetrica dove Pechino mantiene leve strategiche sul rearmamento russo.

Il Centro Rubicon: l’unità tattica d’eccellenza

Il ministro della Difesa russo Andrei Belousov ha visitato e ispezionato il lavoro del nuovo Centro per le tecnologie avanzate senza pilota "Rubicon"

All’interno del quadro più ampio delle VBS emerge il ruolo particolare del Centro per le Tecnologie Avanzate Senza Pilota “Rubicon”, istituito nell’estate del 2024. Questo elemento rappresenta la punta di diamante della capacità operativa russa nei sistemi unmanned e merita analisi geopolitica attenta.

Rubicon era composto, nella primavera del 2025, da sette squadre specializzate di 130-150 persone ciascuna, dedicate all’operazione di droni FPV, Molniya e all’intercettazione di droni di ricognizione ucraini.

Entro novembre 2025, la dimensione dell’unità era cresciuta fino a circa 5.000 militari, evidenziando un processo di espansione rapido. Il comandante, il colonnello Sergei Budnikov, è un ufficiale di 37 anni con esperienza in artiglieria e fanteria di marina, segnalando come Mosca stia assegnando alla guida di unità elite nel settore dei droni personale proveniente da corpi tradizionali.

Rubicon è stata inizialmente dispiegata nell’oblast di Kursk dove ha svolto un ruolo determinante nell’interruzione delle rotte di rifornimento ucraine, contribuendo al respingimento delle AFU dall’area. Dal gennaio 2025, l’unità è stata attiva nelle direzioni di Belgorod, Kupiansk, Pokrovsk, Kharkiv, Vuhledar e nel Donetsk meridionale. La sua specializzazione risiede nel targeting degli operatori di droni ucraini e della logistica, sfruttando forti capacità di intelligence sui segnali (SIGINT) che consentono di localizzare e colpire i droni ucraini e i loro operatori, distruggendo fino al 70% delle posizioni UAV in determinate aree operative.

Le tecnologie emergenti: l’integrazione dell’intelligenza artificiale

La creazione delle VBS coincide con un’accelerazione significativa nell’integrazione dell’intelligenza artificiale nei sistemi unmanned russi. Entro la fine del 2025, le forze russe hanno iniziato a produrre oltre 5.000 droni Geran-2 aggiornati al mese, equipaggiati con IA avanzata a bordo che utilizza computer Nvidia Jetson.

Questi droni dispongono di riconoscimento autonomo dei bersagli, elaborazione video in tempo reale e sistemi di guida semiautonomi, riducendo la dipendenza dal controllo remoto umano.

La Russia è stata inoltre il primo utilizzatore su larga scala di droni controllati tramite fibra ottica, immuni alle interferenze elettroniche. Circa il 20-30% dei lanci russi oggi impiega questa tecnologia, rappresentando un vantaggio tattico significativo contro i sistemi ucraini di guerra elettronica. Nel giugno 2025, le forze ucraine hanno abbattuto un nuovo drone Shahed-136 MS001 dotato di visione termica, targeting autonomo e coordinamento sciame abilitato dall’IA, evidenziando l’accelerazione della corsa tecnologica in questo ambito.

La creazione delle VBS rappresenta un punto di inflessione nella storia militare contemporanea. Per la prima volta, una grande potenza ha istituzionalizzato completamente il dominio dei sistemi senza pilota a livello di ramo militare indipendente.

Questa decisione comunica chiaramente che la Russia ritiene che il futuro della guerra risieda nei droni, nella loro autonomia, nella loro integrazione con sistemi intelligenti e nella loro capacità di operare in sciami coordinati su domini molteplici.

Tuttavia, la creazione delle VBS contiene anche elementi di vulnerabilità strategica. Gli analisti della difesa russa come Sergei Makarenko e Konstantin Kozlov hanno sottolineato che la formazione delle VBS deve essere accompagnata da una transizione urgente verso il comando e controllo automatizzato (C2) dei sistemi unmanned.

La relativa arretratezza della Russia in questo ambito, stimata in 1,5-2 anni rispetto all’Ucraina, rappresenta un divario di capacità significativo che potrebbe compromettere l’efficacia operativa dei sistemi, specialmente in ambienti di guerra elettronica intensificata.

Inoltre, il coordinamento tra il nuovo ramo dei droni e i rami militari tradizionali rimane problematico. La copresenza di Rubicon come unità d’élite semi-autonoma e delle nuove VBS come struttura formale crea potenziali ambiguità organizzative e rischi di rivalità istituzionale, un problema caratteristico della struttura militare russa.

La istituzione delle VBS comunica inoltre una dichiarazione geopolitica implicita: la Russia si prepara a una competizione militare di lunga durata dove i sistemi unmanned, non le battaglie convenzionali su larga scala, definiranno i risultati operativi.

Questo rappresenta un’adattamento strategico alle lezioni di tre anni di guerra in Ucraina, dove la superiorità numerica e il controllo territoriale si sono rivelati meno decisivi di quanto tradizionalmente previsto.

Per l’Occidente e per l’Ucraina, l’istituzione delle VBS rappresenta una minaccia qualitativa significativa. Un esercito russo organizzato intorno ai sistemi unmanned, supportato da una capacità produttiva massiccia e integrato con tecnologie di intelligenza artificiale emergenti, potrebbe prolungare la guerra e renderla meno suscettibile ai tradizionali vantaggi tattico-operativi delle forze ucraine, ancorché beneficiarie dell’equipaggiamento occidentale.

La corsa ai droni autonomi e intelligenti è destinata a definire il decennio della sicurezza internazionale che si apre, con implicazioni ancora non completamente comprese per la stabilità geopolitica globale.

Alex Trizio
Alex Triziohttps://www.alground.com
Alessandro Trizio è un professionista con una solida expertise multidisciplinare, che abbraccia tecnologia avanzata, analisi politica e strategia geopolitica. Ora è Amministratore e Direttore Strategico del Gruppo Trizio, dirigendo il dipartimento di sicurezza informatica. La sua competenza si estende all'applicazione di soluzioni innovative per la sicurezza cibernetica e la risoluzione di criticità complesse.
Altri articoli

TI POSSONO INTERESSARE

Africa Corps, la nuova architettura del potere russo nel Sahel

Dal Mali emerge la trasformazione più significativa della presenza russa in Africa: un passaggio da una forza mercenaria opaca e non legata alle istituzioni...

Lazio Sostenibile: luci e ombre dell’Ecoforum 2025

Le eccellenze dei "Comuni Rifiuti Liberi" sfidano la crisi della Capitale nella decima edizione del dossier di Legambiente. Sant'Ambrogio sul Garigliano guida la rivoluzione...

Le armi del futuro: intelligenza artificiale, tecnologie emergenti e la competizione strategica tra Stati Uniti e Cina

Non si tratta di carri armati o portaerei, ma di algoritmi, chip semiconduttori e sistemi quantistici. Mentre il mondo osserva le tensioni geopolitiche tradizionali,...

ESTA, Cinque anni di social per entrare negli USA

Gli Stati Uniti vogliono conoscere cinque anni di vita online dei viaggiatori. La nuova regola su ESTA apre una fase completamente diversa nel controllo...

Russia e Cina nei cieli dell’Asia orientale: Corea del Sud e Giappone in allarme

Tensione nel Pacifico a seguito di un volo congiunto tra Mosca e Pechino. Tokyo e Seul si allertano e la preoccupazione per eventuali escalation...

La tregua, mediata da Trump, è crollata: Thailandia e Cambogia tornano a combattere

Un conflitto radicato nella storia del confine, una tregua fragile patrocinata dagli Stati Uniti e una violenza riesplosa prima che potesse essere verificata. Il ritorno...

Russia abbatte 77 droni ucraini: colpite Saratov, Rostov e Crimea

La Russia ha respinto nella notte tra il 6 e il 7 dicembre 2025 quella che le autorità di Mosca ha definito una delle...

La Germania ridisegna la leva militare: non si tratta di un ritorno al passato (per ora)

Un modello ibrido che non ripristina la coscrizione, ma costruisce un sistema di mobilitazione permanente. Berlino inaugura una nuova fase strategica, ridistribuisce il peso...

Nuova Delhi, il vertice di Modi e Putin sfida l’Occidente

Energia scontata, armi strategiche, valute alternative: il ventitreesimo vertice India Russia mostra i limiti dell’isolamento di Mosca e la nuova autonomia di Nuova Delhi. Il...