21 Novembre 2025
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OpenAI perderebbe fino a 15 milioni di dollari al giorno con i video “sciocchi” di Sora

Sora, il modello per la creazione di video di OpenAI, è oggi uno dei sistemi per la creazione di video più avanzati al mondo.
La sua diffusione virale ha generato la produzione incessante di cortometraggi assurdi come “gatti e cani che si incontrano” e video controversi con “star defunte resuscitate“, venendo utilizzato con grande entusiasmo dagli utenti solo per creare contenuti divertenti.
Senza alcuna intenzione di pagare.
Il 30 settembre, OpenAI infatti pubblicato l’app Sora su iOS (tramite invito) ottenendo 1 milione di download in una settimana, mentre ad Halloween e secondo le stime AppFigures, erano già arrivati a 4 milioni: gli utenti hanno iniziato immediatamente a produrre milioni di micro-video da 10 secondi ogni giorno.

La situazione finanziaria di OpenAI: tra valutazioni record e presunte perdite colossali

Come confermato direttamente anche dal CEO di OpenAi/Sora Sam Altman, “Questi contenuti non possono sostenere i costi di elaborazione che consumiamo ogni secondo“.

Sebbene uno degli analisti della Bank of America, Lloyd Walmsley, l’abbia paragonata ad una vecchia strategia vincente da start-up per “catturare gli utenti, monetizzando dopo“, il costo dei video basati sull’intelligenza artificiale sembra essere molto più elevato rispetto a quello necessario per i contenuti di testo: generare un singolo video ad alta definizione consumerebbe molte più risorse di un testo, facendo si che la riduzione dei costi di produzione proceda molto più lentamente del previsto.

OpenAI è valutata circa 500 miliardi di dollari e ha previsto ricavi ricorrenti annui di 20 miliardi, anche se non tutto è oro: secondo stime indipendenti, OpenAI starebbe spendendo fino a 15 milioni di dollari al giorno per mantenere Sora operativa, con una spesa pari ad oltre 5 miliardi di dollari l’anno.

Per un’azienda che ha registrato perdite superiori ai 12 miliardi in un singolo trimestre, la questione non è marginale.

Il fatto che OpenAI sostenga la creazione di questi video si presenta agli analisti come un esercizio di marketing più che del lancio di un prodotto realmente vantaggioso.

La percentuale di video utilizzabili sarebbe infatti compresa solamente tra il 5% ed il 10% , mentre il resto è puro intrattenimento gratuito senza alcuna prospettiva di conversione verso servizi a pagamento o applicazioni commerciali di valore: di conseguenza, inutile.
OpenAI starebbe quindi spendendo per produrre contenuti che quasi non vengono usati, e questo diventa un grosso segnale di rischio anche per i suoi partner.

Perché i video AI costano così tanto?

Sora 2, l’ultima versione del modello per la creazione di video, è molto più costosa rispetto ad un modello testuale (tipo GPT) perché deve gestire dati spaziali e temporali complessi (più dimensioni e coerenza nei fotogrammi).

La differenza principale è quindi soprattutto tecnica: un video ad alta definizione generato dall’AI richiede il calcolo simultaneo di dati spaziali e temporali, utilizzando una quantità enorme di GPU – circuiti elettronici specializzati nel calcolo ad alta velocità utili per la gestione e la resa di immagini, video ed animazioni – e una potenza di calcolo continuativa molto più impegnativa rispetto alla generazione di risposte testuali.

Sempre secondo gli esperti, OpenAI sembra stia offrendo la generazione di video gratuita per attrarre gli utenti con l’obiettivo di monetizzare nel tempo i dati generati dagli utenti, puntando solo successivamente a guadagnare tramite eventuali pacchetti di pagamento per utenti “Premium” – aziende, studi cinematografici e professionisti del settore creativo – e ridurre di conseguenza le tasse future.
I contenuti per le creazioni di base potrebbero rimanere gratuiti, mentre le funzionalità avanzate come i video professionali di lunga durata, l’output in 4K e i diritti d’autore utilizzabili a fini commerciali è possibile che diventino a pagamento ed essere considerati costi operativi utili a ridurre le spese, anche se ciò al momento significa grandi perdite.

Viene infatti stimato che un video di 10 secondi possa costare circa 1,30 dollari in sola potenza GPU, cifra che sale considerevolmente quando si includono costi accessori tecnici come infrastrutture, manutenzione, trasferimento dati e raffreddamento.
Sora 2 è in grado di produrre sequenze sempre più coerenti e realistiche, ma questa qualità ha un prezzo: l’efficienza sembra non stia migliorando abbastanza rapidamente da compensare l’esplosione della domanda gratuita.


Rischi, incertezze e stime poco solide

Le previsioni sui costi di Sora sono tutt’altro che precise: Forbes sottolinea che OpenAI non ha rilasciato dati ufficiali sui volumi di utilizzo, né sul numero di GPU impiegate nei processi di creazione video.

Molti calcoli si basano quindi su assunzioni e modelli statistici.

L’azienda intanto sembra scommettere e investire utili per crescere a costo di perdite enormi, nonostante la situazione economica di Sora siacompletamente insostenibile, come ammesso da Altman.

A preoccupare esperti, partner commerciali ed investitori ci sono sia i rischi collegati alla qualità – se la maggior parte dei video generati non è davvero utilizzabile non si può puntare su Sora per campagne marketing “serie” – che l’incertezza sul ritorno degli investimenti: le aziende potrebbero non giustificare da soli i costi operativi attuali quando OpenAi non potrà più permettersi di sovvenzionare tutto.

Inoltre, se Sora non diventa effettivamente redditizio, Microsoft dovrà decidere se continuare a finanziarla o cambiare del tutto rotta.
Un elemento cruciale riguarda infatti il rapporto con Microsoft: secondo alcune fonti, Bill Gates avrebbe messo in guardia a suo tempo Satya Nadella – attuale CEO di Microsoft – dai rischi dell’ investire miliardi in un settore non ancora economicamente maturo e stabile.
Nonostante ciò, Microsoft ha puntato tantissimo su OpenAi, diventandone il principale motore finanziario.

L’idea, per alcuni osservatori, è che Microsoft stia tollerando enormi perdite in cambio della leadership assoluta nel settore video-AI sfruttando i dati generati dagli utenti per ottenere un vantaggio competitivo difficilmente replicabile.

La raccomandazione degli analisti è di usare Sora in modo sperimentale e non come pilastro centrale delle attività produttive principali, come campagne che richiedono stabilità ed un alto livello qualitativo dei prodotti – ma esclusivamente per brainstorming e prototipi interni.


Le dichiarazioni di Altman: nessun aiuto dal Governo

In mezzo alle polemiche sui costi dei data-center, Altman ha affermato su X che OpenAI non ha né cerca garanzie statali per ottenere finanziamenti.
L’azienda vuole essere percepita come indipendente, ambiziosa e capace di sostenere da sola la propria crescita.

Il messaggio sembra essere anche una risposta diretta alle preoccupazioni generate sull’investimento di cifre enormi in infrastrutture senza che ci siano stime e fondi completamenti sicuri per mantenerle: OpenAI punterebbe a costruire infrastrutture su larga scala senza dipendere da sovvenzioni governative, rafforzando di conseguenza l’idea che vogliano gestire il proprio destino finanziario scommettendo che i ricavi futuri (o almeno la crescita) giustificheranno questi investimenti massivi.

Non stiamo giocando con il denaro pubblico” è parte di un messaggio più grande che chiarisce come OpenAI veda il suo ruolo: non solo un’azienda, ma un’impresa che “costruisce AI per fare scienza e ricerca.

Altman rassicura tutti che OpenAI non è un ente che cerca sussidi ma è soprattutto un’azienda che crede nei suoi piani e vuole che questi siano sostenibili.
Questo può essere visto sia come una mossa coraggiosa e trasparente, sia come un iperbole retorica, soprattutto se dietro ci sono già impegni finanziari enormi che non sono pienamente coperti.

Sollecitato, il CEO fa proiezioni aggressive –100 miliardi di entrate entro il 2027– che non quadrano facilmente con le stime attuali e liquida le critiche -“Se volete vendere le vostre azioni vi trovo un investitore”.

La grande domanda: il punto di svolta arriverà davvero?

Nonostante Sora rappresenti uno dei più grandi balzi in avanti della generazione video, il mercato non è ancora disposto a pagare i costi reali di questa tecnologia dove persistono limiti tecnici importanti: durata massima dei video, incoerenze fisiche, problemi di copyright e rischi legati all’uso improprio di volti e identità.

La scommessa di OpenAI consisterebbe essenzialmente nell’ottenere entro i prossimi 12-18 mesi tecnologia, domanda e modelli di business maturi e sincronizzati tra loro.

Il caso Sora ci rivela comunque una contraddizione fondamentale del settore: l’innovazione tecnologica non significa ottenere automaticamente successo commerciale.

OpenAI dovrà trovare un equilibrio tra crescita, costi e sopravvivenza e la vera rivoluzione arriverà solo quando qualcuno riuscirà a costruire un modello economico unitario sostenibile, trasformando la generazione video da esperimento a industria.

Tra tweet difensivi e stime da record, resta l’impressione di un settore che promette molto più di quanto riesce a dimostrare: i modelli migliorano lentamente ed il mercato non regge ancora i costi reali della produzione video.
Servirebbe un approccio sostenibile migliorando l’efficienza e creando modelli di business che funzionino davvero, senza sprecare risorse o fiducia.

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