Perché l’economia tedesca è in difficoltà

Il personale ferroviario, i camionisti e gli agricoltori minacciano uno sciopero in tutta la Germania da lunedì, in proteste a livello nazionale per rivendicazioni che vanno dalle retribuzioni e condizioni ai tagli ai sussidi agricoli e all’aumento dei pedaggi stradali.

Questi scioperi sono un segno della profonda crisi che sta attraversando la Germania, un tempo potenza economica d’Europa. Il paese è alle prese con un potente mix di problemi strutturali più profondi e a breve termine che, insieme a un governo diviso e apparentemente inefficace, hanno spinto gli economisti a parlare di “uomo malato d’Europa”.

Perché l’economia tedesca soffre?

Le radicali riforme del lavoro alla fine degli anni ’90, seguite dall’aumento della domanda in Cina e nei mercati in via di sviluppo, hanno contribuito a creare milioni di posti di lavoro e a stimolare una forte crescita economica in Germania per più di due decenni.

Ora, però, il famoso modello economico del Paese sembra vacillare. Il FMI prevede che la Germania sarà l’unica economia del G7 ad essersi ridotta nel 2023.

In parte, i problemi sono circostanziali e quindi, si spera, temporanei: un’economia cinese più debole, per esempio, e l’impatto della guerra della Russia contro l’Ucraina. La domanda per i beni prodotti principalmente dal settore delle esportazioni tedesco – macchinari, automobili, strumenti, prodotti chimici – fluttua a seconda dello stato dell’economia nel suo complesso.

Ma l’attuale recessione ha anche messo in luce problemi a lungo termine che incidono sull’efficienza economica del Paese. Gli economisti sottolineano il rapido invecchiamento della popolazione del paese, la mancanza di grandi investimenti recenti nelle infrastrutture e le elevate aliquote fiscali sulle società.

La burocrazia tedesca è un ostacolo

Affrontare rapidi cambiamenti economici, sociali e geopolitici richiede generalmente apertura, adattabilità e un rapido processo decisionale da parte delle istituzioni statali. Queste caratteristiche, però, non sono le tipiche della burocrazia tedesca.

La digitalizzazione è in ritardo rispetto a gran parte del resto d’Europa. La Germania fa ancora molto affidamento sul contante, che lo scorso anno ha rappresentato circa il 40% dei pagamenti nei punti vendita contro l’8% in Svezia. La connettività a banda larga veloce sta migliorando, ma è ancora frammentaria.

I permessi di costruzione, le licenze di esercizio e le registrazioni delle società richiedono tutti tempi di elaborazione molto più lunghi rispetto alla media dell’UE. Tutto ciò ha un impatto strutturale sulla produttività, così come un’amministrazione spesso criticata come eccessivamente lenta, eccessivamente legalistica, inutilmente cauta e bisognosa di riforme di ampia portata.

Il governo è in difficoltà

A più della metà del suo mandato quadriennale, l’82% degli elettori tedeschi è poco o per nulla soddisfatto della performance della coalizione divisa e tormentata di Olaf Scholz, composta dal SPD di centrosinistra, dai Verdi e dal FDP neoliberista.

La coalizione ha ereditato molti degli attuali problemi del Paese e ha promesso importanti riforme per risolverli, ma il Covid, il sostegno all’Ucraina e la crisi energetica hanno messo a dura prova la sua promessa di modernizzarsi senza danneggiare i singoli settori.

Le sfide da affrontare

La Germania ha davanti a sé sfide enormi. Deve affrontare la recessione, modernizzare la sua economia e riformare la sua burocrazia. Se non riuscirà a farlo, rischia di perdere il suo ruolo di potenza economica d’Europa.

Chi sciopera e perché?

L’ufficio nazionale di revisione dei conti tedesco ha descritto la rete ferroviaria interamente di proprietà statale, la Deutsche Bahn, come in crisi permanente, con debiti per 30 miliardi di euro e livelli di puntualità ai livelli più bassi degli ultimi otto anni.

Secondo i sindacati, la colpa è di decenni di investimenti insufficienti. Il sindacato dei macchinisti (GDL) ha chiesto “scioperi illimitati” a partire dall’8 gennaio, causando potenzialmente gravi disagi, soprattutto a causa della sua richiesta di una settimana di 35 ore, anziché di 38 ore.

Nonostante la parziale inversione di marcia del governo giovedì, gli agricoltori stanno portando avanti la loro protesta contro i piani di riduzione dei sussidi per il diesel e delle agevolazioni fiscali per i veicoli agricoli come parte dei tagli di 900 milioni di euro previsti al sostegno del settore agricolo.

Gli agricoltori affermano che i tagli previsti metteranno a rischio i loro mezzi di sussistenza e la competitività dell’agricoltura tedesca, e hanno avvertito che dall’8 gennaio saranno “presenti ovunque come il Paese non ha mai sperimentato prima”.

Gli autotrasportatori sono in rivolta per l’aumento dei pedaggi, mentre alcuni medici – tra cui, dal 9 gennaio, gli specialisti – potrebbero decidere di chiudere gli ambulatori a sostegno delle richieste della professione medica per un maggiore sostegno statale per un sistema sovraccarico.

Nel corso dell’anno sono previste tornate di contrattazione collettiva nei settori della vendita al dettaglio, dell’edilizia, del trasporto aereo, dell’industria chimica, dei metalli e dell’elettricità. In un’economia vacillante e mentre la crisi del costo della vita continua, tutto potrebbe rivelarsi un ulteriore punto critico per azioni di sciopero.