Punti chiave
L’idea, per ora, è poco più di un sussurro nato nelle ore della sconfitta a Palazzo Tursi, ma basta a far tremare gli equilibri della coalizione che governa la Liguria. Nei corridoi del centrodestra circola la tentazione di rimettere mano all’accordo siglato dopo le regionali: quando la giunta passerà da sette a nove componenti — ipotesi al momento appesa a un provvedimento del governo — i due nuovi assessorati non finirebbero più uno alla Lega e uno a Forza Italia. Il governatore Marco Bucci starebbe infatti valutando di dirottare la casella “azzurra” su un nome che azzurro non è: Pietro Piciocchi, ex sindaco reggente e candidato sconfitto da Silvia Salis.
Stoccate e veleni
Bucci, raccontano fonti interne, non avrebbe risparmiato frecciate a Fratelli d’Italia e a Forza Italia per il tiepido sostegno offerto a Piciocchi in campagna elettorale. La replica dei meloniani è arrivata per bocca del coordinatore regionale Matteo Rosso: «Meglio evitare lo scaricabarile, altrimenti rischiamo ripercussioni in Regione». Lega e Fratelli d’Italia, insomma, alzano le barricate.
Il Carroccio, forte di 1.443 voti in più rispetto alle regionali 2024, rivendica di aver «fatto il proprio dovere», come ha sottolineato il viceministro Edoardo Rixi: ringraziamenti a Piciocchi, auguri a Salis e un avvertimento implicito al resto della coalizione. Non a caso la casella leghista (destinata ad Alessio Piana) resta al sicuro.
Forza Italia sotto accusa
Diversa la situazione per Forza Italia, ferma al 3,78 % alle comunali: troppo poco per convincere Bucci a mantenere la promessa fatta ad Angelo Vaccarezza, designato a entrare in giunta regionale. Il rischio, ora, è di vedere il posto consegnato proprio a Piciocchi, da otto anni braccio destro del governatore a Palazzo Tursi.
Resta l’incognita: il diretto interessato, reduce da anni di lavoro senza tregua e da una campagna elettorale logorante, non ha ancora deciso se restare in consiglio comunale, tornare alla professione o accettare l’eventuale offerta di Bucci.
Intanto, nei gruppi WhatsApp di partito gira un foglio excel che scarica la colpa del tracollo sul “civismo” targato Bucci-Piciocchi: i partiti tradizionali sono saliti dal 22,26 % del 2022 al 25,32 % di oggi (+3,06 %), mentre le due civiche e l’ex Lista Toti sono crollate dal 32,93 % al 18,51 % (-14,42 %). Dati che Bucci contesta, rivendicando su Facebook la solidità di Orgoglio Genova e celebrando i tre eletti Ilaria Cavo, Vincenzo Falcone e Lorenzo Pellerano.
Una cosa è certa: nel centrodestra ligure il dopo-Tursi è solo all’inizio, e il vero duello — più che con l’opposizione — si gioca dentro la stessa maggioranza.