Punti chiave
Gli alleati potrebbero fare la differenza.
Negli ultimi mesi, l’Iran ha lanciato un numero significativo di missili balistici a medio raggio contro Israele, riducendo le proprie scorte a una cifra stimata tra alcune centinaia e poco più di un migliaio di unità. Questa riduzione è stata accelerata dai recenti attacchi aerei israeliani, che hanno distrutto almeno un terzo dei lanciatori e colpito duramente le infrastrutture di produzione dei motori per missili. Secondo alcuni analisti, l’Iran potrebbe ora disporre di una quantità di missili balistici a medio raggio che rischia di scendere sotto la soglia critica per la deterrenza strategica di Teheran.
La capacità dell’Iran di sostenere una guerra a lungo raggio dipende non solo dalle scorte residue, ma anche dalla possibilità di ricostituirle. Gli attacchi israeliani hanno compromesso la produzione interna, distruggendo i principali impianti per la fabbricazione dei motori dei missili.
Tuttavia, Teheran sta cercando di aggirare queste difficoltà ricorrendo a fornitori esterni: recenti rapporti indicano che l’Iran ha ordinato dalla Cina grandi quantità di materiali chiave, tra cui ammonio perclorato, sufficiente a produrre centinaia di nuovi missili. La spedizione di questi materiali è attesa nei prossimi mesi e potrebbe essere destinata anche ai gruppi alleati nella regione.
Il ruolo della Cina e la minaccia futura
La Cina si conferma un attore cruciale nel supporto al programma missilistico iraniano, fornendo non solo materie prime, ma anche componenti tecnologici, carburanti solidi e persino assistenza tecnica diretta.
Questo sostegno potrebbe consentire all’Iran di ripristinare la propria capacità produttiva nel medio termine, nonostante i danni subiti. Il primo ministro israeliano Netanyahu ha dichiarato che Teheran punta a produrre centinaia di missili balistici al mese, ma questa cifra non trova conferme indipendenti ed è considerata da molti analisti come un’ipotesi ottimistica.
Prospettive di guerra a lungo raggio
Nonostante le perdite subite, l’Iran mantiene il più vasto arsenale di missili balistici del Medio Oriente, con vettori capaci di colpire a distanze tra mille e oltre duemila chilometri, come i modelli Sejil, Kheibar e Haj Qasem. Questi sistemi, insieme alla capacità di disperdere i missili in depositi sotterranei e di lanciare attacchi da diverse piattaforme, garantiscono ancora a Teheran una certa capacità di proiezione a lungo raggio, anche se limitata rispetto all’inizio del conflitto.