Come riciclare denaro sporco online. Così i criminali usano il web

Accade nei posti più impensati: nei giochi online, sotto richieste di lavoro, dietro vecchie mail con improbabili proposte. Internet è un mondo magnifico per chi vuole riciclare denaro online, perchè le possibilità si moltiplicano, le identità si camuffano e i soldi girano non visti. Alground ha identificato in un report i principali modi con cui la criminalità organizzata mondiale ricicla soldi sporchi.

Di statistiche sul tema non ce ne sono molte: in fin dei conti il mondo virtuale è immenso e le transazioni giornaliere centinaia di milioni. Questo non significa però che sia impossibile ricostruire il modo in cui questi processi di riciclaggio vengano condotti nonostante l’ovvia anonimità vigente in rete. Attraverso una capillare ricerca su forum più o meno specializzati diversi dei nostri analisti sono riusciti ad identificare quali siano i metodi più usati per riciclare denaro su internet e come spesso e volentieri utenti ignari si trovino intrappolati in una rete criminale senza nemmeno sapere di esserne parte.

L’alleato numero uno per riciclare denaro online: i videogiochi

Il grande problema dei criminali che guadagnano soldi da attività illecite è quello di riciclare i loro proventi e farli passare per denaro ottenuto onestamente tramite attività regolari.

Al primo posto come strumento di riciclaggio ci sono i giochi online di tipo multiplayer. Queste piattaforme si prestano bene allo scopo perchè si basano sulla possibilità di convertire crediti di gioco in denaro reale.

I delinquenti aprono diversi account, ci associano diverse carte ricaricabili e comprano con i soldi sporchi dei crediti di gioco. Possono usare carte prepagate, carte rubate o denaro Bitcoin già in formato digitale. Una volta che il denaro sporco è stato convertito in crediti, i criminali raggiungono i forum o le piattaforme di scambio tra i giocatori e rivendono a ragazzini inesperti i crediti in cambio di denaro reale, in modo da riavere a loro disposizione i soldi, ma stavolta da una transazione completamente lecita.

Dietro alla compravendita di crediti di gioco si nasconde molto spesso una complessa attività di riciclaggio di denaro online

 

Per abbreviare i tempi, vista la fatica necessaria a trovare i singoli giocatori che si prestino inconsapevolmente al riciclaggio, accade talvolta che i criminali vendano interi stock di crediti di gioco a piattaforme apposite che gliele pagano subito e che poi le rivenderanno ai singoli player, anche se in questo modo il denaro si svaluta molto.

Su un forum russo, un utente spiega. “Mio figlio ha venduto 60mila chili di oro per il videogioco World of Warcraft ad una piattaforma che gli ha pagato 70 dollari al chilo. Sul suo account Paypal ho visto accreditargli 5.600 dollari“.

È importante comprendere che in questo tipo di gaming online si gioca su server che danno modo di incontrare persone provenienti da qualsiasi parte del mondo, il che consente di eseguire gli scambi con giocatori e piattaforme in nazioni molto poco controllate, come tutto l’est Europa, senza che nessuno possa essere identificato.

Il vecchio Second Life e ora il popolarissimo World of Warcraft sono le due piattaforme più colpite da questo fenomeno, anche se ovviamente le aziende che sviluppano questi giochi sono totalmente estranee a queste attività criminali.

Il Micro riciclaggio tramite PayPal e le carte di credito virtuali

Un’altra formula spesso usata per riciclare denaro tramite la rete è quella del micro-riciclaggio attraverso account PayPal: questo consente ai criminali di non essere rintracciati e scoperti perché il lavoro “sporco”, senza che ne siano coscienti, riesce a passare inosservato.

Paypal è perfetto per attivare dei meccanismi di micro riciclaggio: anche se gli account vengono limitati, alcune funzioni come quella per il rimborso, continuano ad essere utili ai criminali

Non è una novità che PayPal sia uno strumento finanziario utilizzato per eseguire pagamenti di servizi o beni che nelle mani “giuste” possa rappresentare un mezzo importante per la pulizia di piccole cifre nonostante la presenza di procedure antiriciclaggio in vigore.

Quando si tratta di riciclare piccole cifre, derivanti dal furto di uno smartphone o dal prosciugamento di una carta prepagata, i criminali offrono di accreditare i soldi su un account Paypal pulito giustificandolo come acquisto di un normale prodotto che fanno finta di ricevere. Sembra così che il denaro non sia più nelle mani del criminale, ma in realtà il destinatario dei soldi utilizza la carta Paypal per ritirare il denaro contante presso uno sportello bancomat e restituisce i soldi al delinquente, trattenendosi una parte per il disturbo.

Per cifre più grosse, i criminali consegnano il denaro a dei soci che glieli restituiscono sotto forma di microtransazioni per abbonamenti a film, consegna di prodotti o ricariche telefoniche, che giustificando agli occhi della legge il possesso del contante. Anche nel caso in cui Paypal sospetti qualcosa e limiti gli account, nell’80% dei casi rimane attiva la funzione di rimborso, che consente comunque di continuare a movimentare denaro.

Anche le carte di credito virtuali stanno conquistando un posto di tutto rispetto tra le metodologie di riciclaggio utilizzate: questo perché possono essere caricate attraverso account bancari compromessi ed essere utilizzate per ricaricare account Paypal. Si tratta di un metodo con pochissima tracciabilità, che in caso di indagine porta a scoprire al massimo, il titolare del conto bancario derubato e non l’identità dell’hacker.

Le piattaforme per trovare freelancer: un altro paradiso per i criminali

Quello delle “offerte di lavoro” è senza dubbio il metodo più interessante a livello sociale tra quelli utilizzati dai cyber criminali per ripulire il proprio denaro.

Un metodo basilare è aprire un account presso la nota piattaforma Freelancer, che consente di aprire dei progetti di lavoro, individuare personale che li realizzi ed eseguire il pagamento della prestazione all’interno del sito stesso. Nel caso del riciclaggio di denaro, si apre un account, si avvia un progetto e si depositano dei fondi a disposizione dei freelancer che accetteranno il lavoro.

Si apre un secondo profilo Freelancer falso, come se si fosse un dipendente, e si fa una offerta per lavorare per il proprio stesso progetto. Dall’altro lato si accetta e si trasferiscono i soldi al proprio alter ego. Il possesso del denaro viene così giustificato come prestazione lavorativa, e si può poi trasferire il tutto verso un conto bancario o un Paypal.

In alternativa, se il quantitativo di denaro è maggiore, si coinvolgono terzi. Si spiega a qualcuno che, in qualità di datore di lavoro, si ha un problema nel ricevere i pagamenti dai propri clienti e si chiede di fare da tramite con un account Paypal, invitando “l’uomo in mezzo” a trattenere una percentuale su ogni transazione per il servizio svolto.

Sebbene l’intera presentazione dell’offerta di impiego dovrebbe far riflettere l’utente e tenerlo lontano da simili opportunità, molto spesso peccando di leggerezza lo stesso si mette, ignorando i pericoli, al servizio di delinquenti informatici perché bisognoso di soldi.

Piattaforme per trovare dipendenti, come Freelancer, sono infestate da falsi account sfruttati per giustificare il possesso di denaro illecito con normali remunerazioni a collaboratori

 

Piattaforme come Freelancer and Fiverr hanno il loro bel da fare nel combattere contro i riciclatori di denaro: in particolare quest’ultima è frequentemente usata per la creazione di account fake con i quali “comprare” servizi altrettanto falsi e di conseguenza ripulire grandi somme di denaro attraverso piccoli trasferimenti su differenti account.

Questo tipo di riciclaggio, sfruttando gli utenti o servizi apparentemente innocenti nella loro natura è uno degli approcci “nuovi” più utilizzati.

Si tratta di un’evoluzione delle classiche truffe via e-mail che ormai grazie alla preparazione dei servizi di posta elettronica contro lo spam ed alla conoscenza man mano acquisita dagli utenti stanno divenendo sempre meno fruttuose.

Viene superato anche il meccanismo di riciclaggio del denaro tramite conti bancari, in quanto tra account Paypal e Bitcoin è possibile eseguire tutto il lavoro appoggiandosi solamente al mondo virtuale.

Il vecchio metodo: le truffe via mail

Le truffe via e-mail, come anticipato, stanno scemando in efficacia. Tuttavia hanno subito un’evoluzione nel corso del tempo: quelle che una volta erano richieste di denaro per sbloccare grandi cifre ed ottenerne altre in cambio si sono trasformate, sfruttando comunque le fantomatiche figure di nobili africani ed ereditiere di varia origine, in richieste di passaggi di denaro su account PayPal per trasferimenti con tanto di percentuale da ottenere che puntano alla pulizia dello stesso portando i soldi dalla loro posizione originaria al paese della persona che riceve il messaggio.

I cartelli della droga colombiani sfruttano spesso la rete per ripulire i soldi derivanti dalla vendita di stupefacenti negli USA

Se non si controlla con regolarità la propria cartella spam non si ha la possibilità di accorgersene e questo racconta come, fortunatamente, i vari servizi di posta elettronica stiano migliorando la gestione delle minacce informatiche nei confronti degli utenti, evitando che gli stessi cadano nelle trappole appositamente lanciate per loro.

Il metodo colombiano del cambio del Pesos

Uno dei metodi più strutturati e che ha maggior fortuna lo troviamo nel mercato della droga tra la Colombia e gli USA.

Tra i metodi più sfruttati per riciclare il denaro in Colombia vi è il sistema inventato dai cartelli della droga. Come ha indicato l’Istituto australiano di Criminologia dopo averne studiato gli effetti per diversi anni, esso si basa parzialmente sullo sfruttamento delle potenzialità della rete e dei suoi strumenti.

La sua struttura è molto interessante: ad esempio, i trafficanti vendono negli USA della droga per un valore di 3 milioni di dollari. Questo denaro è ovviamente illecito, e soprattutto non giustificabile. Per questo si avvalgono di un sistema bancario apposito, il “Black Market Peso Exchange” dove alcuni uomini d’affari colombiani comprano i dollari sporchi e li depositano online.

Con questi dollari, gli affaristi colombiani comprano dei beni direttamente dagli USA, e una volta ricevuti li esportano in Colombia, dove vengono venduti direttamente ai cittadini, i quali pagano in pesos. I proventi di questa ultima vendita finiscono nelle mani dei trafficanti di droga, che ora possono giustificare il denaro come proveniente da una normale attività commerciale.

Se fino a pochi anni fa, l’Interpol poteva interrompere il meccanismo individuando le banche dove erano depositati i dollari americani e sequestrandoli, la possibilità di detenere soldi su fondi Paypal o Bitcoin rende difficilissimo il sequestro dei soldi, nonchè il tracciamento dei movimenti di denaro che di norma permette di risalire alle persone.

Conclusioni

È evidente che la rete offra moltissimi opportunità ai cyber criminali per riciclare denaro sporco, sia utilizzando ignari cittadini, sia sfruttando quelli che sarebbero per loro natura servizi puliti ma impossibilitati a consentire una tracciabilità.

Un approccio differente dal classico riciclaggio di denaro per modalità e quantità  per riuscire a passare inosservato  anche in caso di controlli e che grazie all’ampliarsi dello sfruttamento della rete ha vissuto e sta vivendo un continuo sviluppo e un perfezionamento difficile da gestire e bloccare per le autorità.