Come la blockchain può aiutarci a recuperare privacy e aggirare la censura

Leggiamo in continuazione titoli di giornali che associano il termine blockchain alle criptomonete, i Bitcoin, ma la maggior parte del pubblico non ha compreso le basi della tecnologia, non sa come funziona e non immagina che può essere applicata anche al di fuori delle valute digitali.

In parole semplici, la blockchain è un sistema per lo scambio di informazioni decentralizzato. Ogni dato viene registrato, aggiornato e verificato da tutto il resto della struttura che partecipa al meccanismo, controllando che non ci siano transazioni non autorizzate e prevenendo interferenze da parte di entità maggiori come i governi o le grandi aziende.

Dal momento che le istituzioni pubbliche e le aziende private si stanno impegnando per creare in maniera discreta strumenti di sorveglianza di massa come Amazon, Facebook ma anche Wechat, una versione tutta cinese di Whatsapp, la blockchain sarà lo strumento con cui le future generazioni potranno proteggere i loro diritti e la loro privacy. Vi forniamo tre esempi del potenziale del blockchain che possa aiutarci ad evitare la censura, proteggere la privacy e garantire la nostra libertà.

Usare la blockchain per aggirare la censura

La tecnologia della blockchain debuttò in un momento storico in cui il pubblico era sempre più dipendente dai social media e delle gratificazioni istantanee che internet gli forniva. E con il crescere di queste piattaforme, la privacy è diventata sempre meno importante nella mente degli utenti, ma in realtà sempre più urgente a livello generale.

Questa impostazione di internet rende i cittadini suscettibili di invasioni della loro privacy e di censure pesanti. Anche se tanti servizi come Whatsapp, Signal, Telegram e Facebook Messenger aggiungono delle opzioni per la Protezione della privacy, questi sistemi sono comunque centralizzati e hanno a capo una sola azienda che decide. E proprio queste multinazionali rappresentano un pericolo per delle comunicazioni realmente private.

All’inizio di quest’anno, per esempio,il governo turco ha chiuso ProtonMail, un servizio che permetteva di inviare mail end-to-end cifrate distruggendole automaticamente dopo la trasmissione. Essendosi accorto che la piattaforma veniva utilizzata da giornalisti e dai dissidenti, il governo turco ha bloccato la funzione che si basava su 20 reti virtuali private, impedendo ai cittadini di aggirare le restrizioni e visitare i siti oscurati.

La nuova grande frontiera per evitare tutto questo e sviluppare applicazioni a prova di censura, è la blockchain: nel momento in cui le fonti di informazioni sono decentralizzate non esistono  concrete possibilità di attuare una censura su vasta scala.

La blockchain per riottenere la privacy

Raccogliere e registrare dati privati come informazioni bancarie,  indirizzi di casa o il codice fiscale, è diventata la norma. E queste informazioni vengono messe a rischio non solo dagli hacker che puntualmente riescono a bucare i database delle grandi aziende, ma dalle multinazionali stesse, che sfruttano dei voluti buchi nei contratti della privacy per accedere e vendere dati personali a terze parti o ai governi.

Lo scandalo di Cambridge Analytica, per esempio, rivelò che i dati di 80 milioni di utenti di Facebook erano stati allegramente venduti senza il loro consenso. E la vendita dei dati degli utenti rimane il modello di business delle grandissime compagnie tecnologiche: è quello che gli permette di passare da startup a grandi aziende.

Con la tecnologia della blockchain, i cittadini avranno la possibilità di registrare le informazioni private in un luogo sicuro e centralizzato, dove la raccolta di dati non è possibile. I cittadini manterranno infatti la proprietà dei loro dati decidendo dove e quando devono essere conservati o condivisi. Inoltre la tecnologia della blockchain può prevenire l’accesso di terze parti e di pirati informatici.

Riconquistare la libertà di acquisto

Anche la libertà del mercato può avere grande vantaggio dalla blockchain. Si sa che gli Stati sono strettamente legati ai sistemi finanziari. Ma dal momento che l’economia globale è diventata sempre più interconnessa, i cittadini hanno ottenuto accesso molto rapidamente a nuove forme di mercati e di scambi sfuggendo al controllo dei governi. E i governi hanno fatto di tutto per tentare di mantenere il loro potere .

Uno degli esempi più importanti è il meccanismo del “credito sociale” cinese. Si tratta di un programma di sorveglianza che registra tutte le azioni di ogni singolo cittadino e le interazioni con i suoi colleghi, per stimare il suo livello di benessere economico e per capire le sue abitudini di acquisto. Questo meccanismo di controllo coinvolge tutto, dalla stipula di un’assicurazione alla registrazione a un sito di incontri.

Le valute virtuali, basate sulla blockchain,  hanno il potere di troncare questo meccanismo dalla testa. Eliminando dalle transazioni l’autorità centrale, gli individui o i gruppi possono sfuggire al controllo del governo e questo effetto verrà amplificato quando sempre più negozi e venditori adotteranno le criptomonete. Ed è estremamente significativo che diversi governi abbiano cercato di bloccare con inutili tentativi  lo scambio di valuta virtuale.

La blockchain rappresenta così la vera frontiera per recuperare quella libertà di Internet che nel corso del tempo ci è stata sottratta, giorno dopo giorno, dai governi e delle grandi compagnie.