Diffamazione su Facebook. Quando avviene e cosa fare per proteggersi

La diffamazione su Facebook è un tema, purtroppo, ricorrente. E molto spesso ci si chiede cosa fare nel caso in cui la propria persona o azienda sia stata diffamata su Facebook. In questa guida vedremo come comportarsi e come agire per difendere la propria reputazione online su Facebook.

Quasi tutti sono su Facebook . Letteralmente. Statisticamente, gli utenti attivi mensili di Facebook superano i 2 miliardi persone, più di un quarto della popolazione mondiale. Anche se qualcuno in realtà non ha un profilo Facebook, probabilmente ne ha sentito parlare. Fin dalla sua nascita, Facebook è cresciuto fino a diventare la più grande e più popolare piattaforma di social media del mondo.

Sei stato diffamato su Facebook? difendi la tua reputazione.

Chiedi ai nostri consulenti un parere gratuito per proteggere il tuo buon nome

Fortunatamente, Facebook ha promulgato un sistema completo di Reporting e privacy per frenare gli abusi, insieme a campagne anti-bullismo. 

Tuttavia, a volte gli insulti e i post diffamatori si insinuano attraverso le crepe delle politiche di sicurezza e privacy di Facebook, il che richiede ad una parte lesa di agire in modo rapido ed efficiente.

Differenza fra ingiuria, calunnia e diffamazione

Per aumentare le tue possibilità di rimuovere con successo contenuti diffamatori da Facebook, devi prima capire i diversi tipi di diffamazione che esistono. La differenza da comprendere è quella tra ingiuria, calunnia e diffamazione vera e propria.

Reato di ingiuria

L’ingiuria è sostanzialmente l’offesa arrecata da una persona direttamente ad un’altra. Un insulto. E’ un reato depenalizzato, per cui non appartiene più alla sfera penale ma a quella civile.

Nel caso in cui le ingiurie nascano da un momento di rabbia giustificata (ad esempio una persona mi insulta su Facebook e io rispondo con altri insulti alla pari), non è perseguibile.

Reato di calunnia

La calunnia si verifica quando una persona si rivolge ad una autorità pubblica e accusa una persona di aver compiuto un reato, e si scopre che questo non è vero.

Reato di diffamazione

Si verifica quando una persona diffonde informazioni che ledono la reputazione di un’altra persona, con altri soggetti terzi e senza che la vittima sia presente. Se la cosa viene fatta pubblicamente, ad esempio con un mezzo come Faceboook, la diffamazione diventa aggravata.

Quando posso dire di essere stato diffamato su Facebook?

Anche se ci possono essere lievi variazioni su ciò che costituisce diffamazione, ci sono tuttavia alcuni elementi generalmente accettati come diffamazione che sono radicati nella legge italiana che si applicano a tutte le azioni di diffamazione. Se ritieni di essere stato diffamato su Facebook, assicurati che il contenuto diffamatorio rispetti queste quattro regole.

Le informazioni sono false

Affinché una dichiarazione sia considerata diffamatoria, deve essere falsa. La verità e il diritto di opinione sono due delle difese più comuni contro la diffamazione, e le affermazioni veritiere non giustificano generalmente un’azione di diffamazione. 

Anche se la dichiarazione fatta è orribile o offensiva, se è vera, allora molto probabilmente non sarà perseguibile. Vale lo stesso se vi è una sentenza passata in giudicato: dire a qualcuno che è condannato in via definitiva per corruzione che è un corrotto, non può essere perseguito.

Le informazioni non provengono da una autorità pubblica

Esiste il concetto della verità putativa. Ovvero, si suppone che una autorità pubblica dica sempre la verità. Per cui se quello che ci diffama è una informazione diramata da una autorità pubblica, chi la ricondivide non è perseguibile.

Parlano male di te su Facebook? Proteggi subito la tua immagine di persona o azienda.

Chiedi ai nostri esperti come salvare la tua reputazione

La dichiarazione è stata condivisa con terzi

Una dichiarazione viene considerata “pubblicata” quando viene comunicata ad almeno un’altra persona. La maggior parte delle persone ritengono che “pubblicato” significhi stampato sul giornale o diffuso sui social media, tuttavia, anche una confidenza al proprio barbiere di fiducia significa “pubblicato”. 

Finché una terza parte, a parte la vittima, ascolta o legge una falsa dichiarazione, vi è stata una pubblicazione.

La dichiarazione ha causato danni

 Al fine di ricevere il giusto compenso, un querelante deve produrre una prova sufficiente di un danno reale. 

Ad esempio, dimostrando che una dichiarazione falsa e diffamatoria ha portato ad una perdita di clienti o del proprio lavoro, si può ottenere ragionevolmente un risarcimento.

Come segnalare una diffamazione a Facebook?

Le regole di Facebook richiedono che ogni utente accetti determinati standard e politiche al fine di condividere in modo sicuro le informazioni. 

Come la maggior parte degli utenti, molto probabilmente non avrete minimamente letto le regole di Facebook al momento dell’iscrizione, ma se si torna indietro e leggerle con attenzione, vedrete che Facebook scoraggia gli utenti dal fare dichiarazioni dannose su altre persone. 

Facebook delinea i seguenti contenuti come inappropriati e in violazione degli standard comunitari. Se vuoi segnalare un utente per i suoi post e contenuti su Facebook, assicurati che rientri in una delle seguenti categorie.

  • Minacce dirette
  • Autolesionismo
  • Organizzazioni pericolose
  • Bullismo e molestie
  • Attacchi a figure pubbliche
  • Attività criminose
  • Violenza e sfruttamento sessuale
  • Vendita di beni regolamentati (inclusi farmaci con prescrizione, marijuana e armi da fuoco)

Se ritieni che un post abbia violato uno degli standard comunitari di Facebook, dovresti utilizzare il link di segnalazione situato nell’angolo in alto a destra di tutti i post, foto e commenti, permettendo in modo semplice e veloce di notificare la situazione al team di sicurezza di Facebook.

Una opinione può essere diffamatoria?

Assolutamente no, una opinione è libera e non è mai diffamatoria.

Tuttavia non basta semplicemente etichettare una dichiarazione come opinione per salvarsi dalla diffamazione.

I tribunali esaminano se in una dichiarazione vi sono fatti verificabili, laddove per “fatto verificabile” si intende un evento che si possa provare che sia vero o falso.

Questo è determinato dal contesto della dichiarazione. Alcuni tribunali hanno affermato che le dichiarazioni fatte nel contesto di una bacheca Facebook o di una chat sono spesso opinioni personali, ma osservano sempre il contesto per decidere.

Dire: “George Lucas è un regista terribile” ha un valore diverso rispetto al travestire da opinione una affermazione diffamatoria: “Penso che Tizio abbia rubato in casa di Caio”.

E se viene cambiato il nome della persona?

Proteggi la tua reputazione su Facebook. Elimina critiche, diffamazioni e commenti negativi su di te.

Contatta gratuitamente i nostri esperti

La persona che querela per diffamazione non deve essere necessariamente menzionata per nome: basta che il soggetto sia ragionevolmente identificabile. Quindi, se si dice che “l’amministratore di un tal gruppo Facebook è un ladro,” è ancora ragionevolmente identificabile come una persona precisa.

E se la diffamazione viene ritirata?

Cancellare la diffamazione è certamente una attenuante importante. Tuttavia i tribunali giudicano anche il danno ormai compiuto. Se la reputazione è stata ragionevolmente compromessa e gli effetti dell’azione si fanno comunque sentire sulla vittima, aver cancellato la diffamazione non è sufficiente a chiudere la questione.

Cosa succede se qualcuno ripubblica una diffamazione?

In generale, chiunque ripete le dichiarazioni di qualcun altro è altrettanto responsabile del loro contenuto diffamatorio come l’attore originale. In questo caso i giudici tendono a verificare se chi ha ricondiviso l’informazione aveva la ragionevole possibilità di verificare la veridicità dell’affermazione o rendersi conto che si trattava di diffamazione.