28 Ottobre 2025
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Come formattare un ipad

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Il nostro amato tablet è un prodotto molto affidabile e pratico, non necessità di particolare manutenzione e, soprattutto se lasciato costantemente acceso, è sempre pronto e disponibile per l’utilizzo immediato. Tuttavia può capitare che qualcosa non vada per il verso giusto, per questo saper resettare un iPad rientra in quelle operazioni di base richieste da Apple, per risolvere alcune piccole (e rare) anomalie del nostro dispositivo. Questa operazione può tornare utile quando un’applicazione risponde in maniera non corretta oppure troppo lentamente, e si è gia tentata la risoluzione con lo spegnimento e la riaccensione dell’apparecchio.

Nel caso in cui addirittura non riusciate a spegnere il tablet, oppure quando lo riaccendete il problema non è stato risolto, è consigliato eliminare, riscaricare e quindi reinstallare le applicazioni impattate dall’anomalia. Se invece il problema non dovesse riguardare un’applicazione specifica ma il sistema operativo stesso, Apple consiglia appunto il reset completo del vostro iPad. Questa operazione non comporta la perdita dei dati presenti sull’apparecchio, e nemmeno li danneggia.

Individuate quindi il pulsante fisico per bloccare/sbloccare e accendere/spegnere il dispositivo (si trova in alto a destra) premetelo senza rilasciarlo e contemporaneamente fate pressione anche sul tasto “Home” ubicato centralmente sotto il display del tablet. Rimanete con entrambi i pulsanti premuti per 10 secondi, ignorando l’eventuale opzione di spegnimento dell’iPad, se apparso sulla schermata. Al termine dei 10 secondi vedrete apparire il logo Apple sullo schermo, quindi rilasciate. A questo punto il logo non sarà più visibile e l’iPad sarà quasi spento.

Attendete qualche altra decina di secondi, una volta che lo schermo sarà completamente nero potete riaccendere il tablet, tenendo premuto il bottone accensione/spegnimento, in alto a destra, per almeno tre secondi.

 

Fonte: Io Mobile – Leggi tutto

Come creare un appuntamento nel calendario dell’iPhone

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Tra le varie opzioni dell’iPhone esiste anche quella di gestire un calendario e di prendere appunti su informazioni importanti. Non tutti sanno che esistono diversi strumenti per fissare gli appuntamenti, anche se il modo migliore è quello di utilizzare l’applicazione calendario. Seguendo questa guida, scoprirai come impostare e visualizzare in qualsiasi momento gli appuntamenti sul calendario.

segnare-appuntamenti-iphone

  1. Dalla schermata principale dell’iPhone tocca sull’icona Calendario.
  2. Tocca la data in cui fissare l’appuntamento e, se necessario, modifica il mese toccando le frecce agli angoli verso destra o verso sinistra.
  3. Dopo aver scelto la data, seleziona il pulsante + in alto a destra dello schermo.
  4. Quando appare il modulo Aggiungi evento, inserisci il nome e le altre informazioni sull’evento.
  5. Tocca su Avvia per inserire la data di inizio, l’ora di inizio, la data di fine e l’ora di fine.
  6. Scegli il numero di volte che vuoi ripetere l’evento sul calendario, ad esempio annualmente, mensilmente e così via.
  7. Imposta, infine, l’ora in cui l’iPhone deve avvisarti dell’evento e clicca su Fine per salvare la voce sul calendario.

 

Fonte: Specialista AD – Leggi tutto

Come usare il Touch ID dell’iPhone 5S

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Come proteggere le proprie informazioni (dati personali, video, foto…) sul dispositivo Iphone 5S di Apple? Il colosso americano è sempre vicino ai suoi utenti, proponendo per questa esigenza la possibilità di utilizzare un codice di accesso al dispositivo. Purtroppo non tutti lo fanno. Più del 50% degli utilizzatori di smartphone non lo usa. Ecco l’idea di Apple: l’uso dell’impronta digitale. Questo sistema è uno dei migliori codici di accesso al mondo in quanto non esiste una impronta uguale all’altra. Il Touch ID di Apple fa proprio questo, usa l’impronta digitale dell’utente per accedere al dispositivo. Vediamo come funziona.

Passiamo alle specifiche tecniche. La tecnologia utilizzata è tra le più evolute esistenti e mai integrate in uno smartphone. Basti pensare che il sensore Touch ID adattato al tasto Home ha uno spessore di soli 170 micron, ha una risoluzione a 500dpi per leggere ogni minimo dettaglio dell’impronta digitale. Una volta rilevato il dito, il Touch ID analizza le informazioni ricevute e le confronta con i dati di registrazione. Da precisare che, per evitare qualsiasi possibilità di errore di lettura, il sensore registra l’impronta secondo tre tipi: ad arco, ad anello o a spirale. Ed il modello matematico su cui si basa per l’identificazione tiene conto di eventuali irregolarità che non sono visibili all’occhio umano.

Vediamo ora come configurare Touch ID. Per prima cosa bisogna configurare un codice di accesso, necessario per ulteriore convalida di protezione in casi particolari come per esempio riavvio dell’Iphone. Dal menù del dispositivo, accedere a Impostazione Assistita di iOS oppure Impostazione -> Generali -> Touch ID -> e codice -> Touch ID per la registrazione del codice di accesso. A questo punto seguire la procedura: 1) assicurarsi che il tasto Home e il dito siano puliti ed asciutti; 2) tenere l’iPhone in normale posizione di utilizzo; 3) toccare il tasto Home e tenere appoggiato il dito fino al riconoscimento confermato da una vibrazione; 4) una volta completata la prima scansione, verrà richiesto di regolare i bordi dell’impronta digitale; 5) tenere il dispositivo in normale posizione per sbloccarlo e toccare con le aree esterne della punta del dito e non con la parte centrale.

 

Fonte: Io Mobile – Leggi tutto

Come pulire l’iPhone

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L’iPhone è un dispositivo tecnologico molto sofisticato, che oltre a fare chiamate, può connetterti con il mondo attraverso l’utilizzo di Internet ovunque possiate trovarvi. Offre la possibilità di scrivere messaggi, fare foto, video, consente di immettere file online in tempo reale, utilizzare tantissime applicazioni diverse e di scaricare aggiornamenti che rendono questo apparecchietto tecnologico sempre più aggiornato e ricco di funzioni aggiuntive che possono arricchirlo e renderlo sempre più utile e funzionale. L’unico problema è che essendo un dispositivo che richiede l’utilizzo del touch screen, lo schermo può sempre risultare sporco, pieno di impronte e macchie di qualsiasi genere. Per dare al proprio iPhone un aspetto meno consumato e nuovo, occorre soprattutto pulire lo schermo e renderlo il più lucido possibile. Ecco come fare per pulire il proprio iPhone.

Occorrente:

Assicurati di avere a portata di mano:

  • Panno in microfibra
  • Acqua
  • Fazzolettino

Prima di tutto, si consiglia di pulire per bene lo schermo del proprio Iphone almeno una volta ogni 10 giorni, in modo da potergli dare un aspetto sempre nuovo e ben curato. Innanzitutto è bene sapere che durante la pulizia bisogna prestare moltissima attenzione e non occorre assolutamente l’utilizzo sostanze chimiche, che potrebbero danneggiare lo schermo. L’unico elemento di cui avete bisogno e che potete utilizzare per poter pulire per bene lo schermo dell’Iphone è l’acqua.

Dopo esservi procurati dell’acqua, magari mettendola in un bicchiere, occorre procurarsi un panno in microfibra. A questi punto, servitevi del panno e bagnate soltanto gli angoli immergendoli piano e soltanto con le punte nell’acqua. Strizzate bene gli angoli e provate il panno su una superficie di vetro per assicurarvi che al passaggio del panno, quest’ultimo non lasci tracce di acqua o gocce. Assicuratevi che il panno sia abbastanza secco.

Adesso è possibile poter pulire lo schermo dell’Iphone con il panno in microfibra.  Utilizzate il panno partendo dagli angoli dello schermo e facendo un movimento che vada dall’angolo verso il centro.

 

Fonte: Io Mobile – Leggi tutto

 

Usare Twitter con Pidgin in Ubuntu

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Uno dei servizi del web 2.0 più usati sicuramente è Twitter e uno dei client di “instant messaging” più versatitili è sicuramente Pidigin. Oggi vediamo come integrare le due cose in Ubuntu 9.04 Jaunty Jackalope, Ubuntu 8.10 Intrepid Ibex e Ubuntu 8.04 Hardy Heron.

Per prima cosa aggiungiamo i repository corretti:

sudo nano /etc/apt/sources.list

e aggiungiamo per Ubuntu 9.10 Jaunty Jackalope:

deb http://ppa.launchpad.net/sugree/ppa/ubuntu jaunty main
deb-src http://ppa.launchpad.net/sugree/ppa/ubuntu jaunty main

oppure per per Ubuntu 8.10 Intrepid Ibex:

deb http://ppa.launchpad.net/sugree/ppa/ubuntu intrepid main
deb-src http://ppa.launchpad.net/sugree/ppa/ubuntu intrepid main

o per Ubuntu 8.04 Hardy Heron:

deb http://ppa.launchpad.net/sugree/ppa/ubuntu hardy main
deb-src http://ppa.launchpad.net/sugree/ppa/ubuntu hardy main

aggiungiamo le chiavi di autenticazione con

sudo apt-key adv --recv-keys --keyserver keyserver.ubuntu.com 0CF459B8DF37ED8B

ed infine aggiorniamo con

sudo apt-get update
sudo apt-get install pidgin-microblog

A questo punto da Pidgin si può abilitare il nuovo plugin e configurarlo per usare il nostro account di Twitter dal nostro IM client preferito.

 

Fonte: Guida Linux – Leggi tutto

Breve storia di Linux

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Linux è un sistema operativo Unix like, ideato da Linus Torvalds (allora studente dell’Università di Helsinki in Finlandia) e sviluppato grazie all’aiuto di migliaia di persone sparse per il mondo.

In realtà Linux è soltanto il nome del kernel e non il sistema operativo, rappresenta infatti solo una parte di esso, per quanto fondamentale possa essere. Si può pensare a Linux (inteso come sistema operativo) come al completamento del sistema GNU con il kernel sviluppato da Linus Torvalds. Perciò il termine più appropriato per riferirsi al sistema operativo èGNU/Linux.

Linux inizialmente rappresentava solo un “esperimento” ispirato a Minix, il cui obiettivo era solo di fare un “Minix migliore di Minix” (come scrisse su un messaggio nel newsgroup comp.os.minix). Minix era un sistema operativo sviluppato da Andrew S. Tanenbaum per fini didattici, del quale erano resi disponibili anche i sorgenti. Nell’agosto del 1991 veniva rilasciata la versione 0.01 di Linux (non era una versione ufficiale e non vi fu nessun annuncio sul suo rilascio). Questa versione era dipendente da Minix, e i suoi sorgenti non era eseguibili. La versione 0.02 è invece la prima versione “ufficiale”, fu rilasciata poco dopo la 0.01 (Ottobre 1991) ed era in grado di far funzionare il compilatore GNU gcc, e una shell di comandi (BASh).

Il suo sviluppo crebbe enormemente nel corso degli anni e col passare del tempo aumentarono anche coloro che erano interessati a questo progetto. Si unirono a Torvalds migliaia di sviluppatori tra studenti, ricercatori e “hacker” (sul cui significato ci soffermeremo più avanti). Anche la Free Software Foundation di Richard Stallman contribuì a Linux, sia economicamente (per esempio finanziando la distribuzione Debian) sia mettendo a disposizione il software GNU adattandolo a Linux (che ha portato ad esempio alla riscrittura della libreria C GNU).

Con il termine hacker non andrebbe inteso il pirata informatico senza scrupoli che cercherebbe di scardinare ogni sistema alla ricerca di un vantaggio personale o peggio ancora col solo obiettivo di arrecare del danno a qualcuno. Il termine più preciso per delineare questa figura è invece “cracker“. Il significato di hacker è invece molto più vario. Lo Jargon file è una raccolta di terminologie messa insieme da Raphael Finkel nel 1975, in cui viene spiegata, tra le altre cose, questa differenza.

 

Fonte: HTML – Leggi tutto

Installare Ubuntu

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Una delle soluzioni per continuare a usare i vecchi PC con Windows XP è passare a Linux. Qui trovi i consigli giusti per partire senza fare nemmeno un errore

Hai fatto il grande passo: hai deciso di usare Linux. Per lo meno, vorresti vedere un po’ come si fa, e poi decidere se abbandonare gli altri sistemi operativi, tornare di corsa a loro, oppure utilizzarli tutti insieme appassionatamente. Ci sono vari modi per installare Linux in un PC, ma se sei all’inizio il consiglio è di puntare a un’installazione reversibile. Che ti permetta, cioè, di tornare sui tuoi passi in modo veloce e indolore. A questo punto, le scelte essenziali sono due: “Live” o in un ambiente virtualizzato.

Nel primo caso, fai in modo che Linux si avvii direttamente da una chiavetta USB o un CD/DVD mentre nel secondo non hai nemmeno bisogno di un supporto. Installi un programma di virtualizzazione e, al suo interno, installi Linux. I programmi di virtualizzazione, infatti, creano una memoria, ben divisa dal resto, in cui installare il nuovo sistema operativo. Nessun altro dato o software del tuo computer interagisce con questa (e viceversa). E se poi decidi di abbandonare Linux, non devi fare nient’altro che disinstallare il programma di virtualizzazione. Facile, vero? Adesso non resta che fare un’ultima scelta: quale distribuzione Linux usare? Le distribuzioni, o “distro”, sono le varie declinazioni in cui è proposto questo meraviglioso sistema  operativo open source. Ci sono distro per smanettoni, altre specializzate in determinati ambiti, come il gaming o la sicurezza informatica. Altre ancora, invece, sono dedicate ai neofiti, ed è su queste che ci concentriamo.

Per antonomasia, la distro Linux dedicata ai meno inesperti, a quelli che vogliono vedere come funziona Linux ma non sanno da che  parte iniziare, è Ubuntu. Esistono altre distribuzioni anche più semplici, e a tal proposito ci sono varie scuole di pensiero, ma è innegabile che Ubuntu sia quella più diffusa e meglio supportata. Il tuo primo viaggio in Linux, dunque, parte dal download di Ubuntu. Visto che siamo italiani, per effettuarlo vai nel sito della grandiosa comunità italiana, su www.ubuntu-it.org.

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Fonte: Wired – Leggi tutto

Prevenire le tendiniti usando il mouse ergonomico

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Tendinite da mouse: come prevenirla con lo sport e con un mouse ergonomico

Giovane, polso sottile, poco sportivo ma abile al computer. E’ questo l’identikit di colui che viene colpito da una patologia che interessa soprattutto chi lavora con il computer o chi fa un uso frequente (quasi un abuso) dello stesso. La patologia è conosciuta come “tendinite da mouse” e consiste nell’infiammazione del nervo del pollice della mano con la quale si utilizza il dispositivo, causando un blocco temporaneo del dito.
Erroneamente confusa con la “sindrome del tunnel carpale” (che colpisce invece il nervo del polso e del legamento) è una patologia che può essere evitata seguendo dei semplici consigli.

La postura e l’utilizzo di un mouse ergonomico

Avere una postura corretta e utilizzare un mouse ergonomico sono sicuramente i consigli per prevenire questa tipologia di infiammazione. Sedersi in maniera corretta sulla sedia, con la schiena dritta e le gambe perpendicolari al corpo vi consentirà di evitare una serie di problematiche tipiche di chi passa molte ore alla scrivania. Ricordarsi sempre di appoggiare gli avambracci al piano di lavoro per scaricare il peso sugli stessi, avere la tastiera e il mouse a una distanza tale da permettere i movimenti in libertà. Usate sempre un mouse ergonomico, di quelli tondeggianti che si adatta perfettamente alla conformazione della mano, non sottopone gli arti a delle sollecitazioni eccessive e riduce il rischio tendinite.

Esistono mouse ergonomici di tipo diverso per rispondere alle esigenze personali di chi lo usa (forma, colore, dimensione, per utenti mancini). È bene comunque cercare di ridurre l’impiego del mouse, facendo il più possibile uso dei comandi sulla tastiera.
Solitamente il dolore al tendine si presenta a metà mattinata, dopo circa un paio d’ore di cliccate. A quel punto il consiglio è sempre quello di fermarsi e lenire l’infiammazione con il ghiaccio o con lattine gelate.

 

Fonte: Buffetti – Leggi tutto

Eseguire videochiamate con il Mac OS X

Una delle novità introdotte con OS X Lion è la presenza di FaceTime, un programma che consente di fare videochiamate con altri utenti Mac, iPhone o iPad di seconda o terza generazione. Scopriamo insieme come configurarlo e utilizzarlo.

FaceTime

Quando Apple presentò FaceTime su iPhone 4, tutti hanno subito pensato che un sistema del genere sarebbe stato fantastico averlo anche sul Mac in modo da poter chiamare i contatti che usano iPhone, e infatti dopo essere stato in beta pubblica per diverso tempo e poi venduto sul Mac App Store, lo è ancora per chi usa Mac OS X Snow Leopard, è stato infine integrato in OS X Lion. Apple poi ha anche rinominato le webcam integrate nei vari modelli di Mac e nei monitor, in Videocamera FaceTime oVideocamera FaceTime HD a seconda se il modello di Mac fosse equipaggiato o meno con una videocamare con supporto per l’alta definizione.
FaceTime lo trovate nel dock ma è comunque raggiungibile nella cartella Applicazioni o all’interno del Launchpad.

Primo accesso

Quando aprite FaceTime per la prima volta dovrete inserire il vostro ID Applee fare clic sul pulsante Accedi. Se non possedete un ID Apple, potete creare un account semplicemente facendo clic Crea nuovo account.

Nella finestra principale di FaceTime, fate quindi clic su Accedi. Se è la prima volta che accedete dal vostro Mac, vi verrà chiesto di scegliere l’indirizzo di posta elettronica da utilizzare, se ne avete più di uno, e quindi di verificarlo. Superata questa semplice procedura di configurazione, vedrete i contatti disponibili, come mostrato in figura 3. Per aggiungere un contatto ai vostri preferiti selezionatelo, quindi fate doppio clic sul suo indirizzo di posta elettronica, se possiede un Mac, un iPod Touch o un iPad, oppure sul suo numero di telefono se possiede un iPhone.

Fatta questa semplice operazione finirete nella finestra dei preferiti dove vedrete la prima persona che abbiamo inserito. Naturalmente potete aggiungerne altre facendo clic sul pulsante + in alto o eliminarli facendo clic su Modifica e quindi sul segnale di divieto che appare accanto al nome.
In basso sono presenti tre pulsanti:

  • Preferiti, dove trovate i contatti che avete selezionato come tali;
  • Recenti, dove vedete le persone con cui avete parlato in passato;
  • Contatti, dove vedete tutti i contatti della rubrica indirizzi.

Chiamare un contatto

Vediamo ora come effettuare una chiamata, per prima cosa, dato che non tutti i contatti posseggono un dispositivo Apple dotato di FaceTime è bene mettersi, i contatti che possono usare FaceTime nel proprio elenco dei Preferiti, usando la procedura che abbiamo visto. Nulla vi vieta, se avete memoria, di chiamare qualcuno direttamente dall’elenco Contatti selezionando il suo numero di telefono o il suo indirizzo di posta elettronica a seconda dei casi.
Se invece volete chiamare qualcuno dai Preferiti è sufficiente fare clic sul suo nome. Nella figura 4, potete vedere una chiamata in corso, da notare che a seconda di come il contatto orienta il suo dispositivo mobile potremo avere una visione orizzontale o verticale sul nostro Mac.

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Fonte: Come Fare A – Leggi tutto

Formattare un pc con Mac OS X

I Mac sono considerati generalmente stabili ed affidabili, non sono soggetti a virus come i PC Windows (tranne qualche rara eccezione) e non vanno quasi mai in crash. Questo però non vuol dire che siano perfetti o che comunque non si voglia poterli formattare per reinstallare il sistema operativo da zero.

Con la guida di oggi, voglio quindi spiegarti come formattare un Mac usando qualsiasi DVD, penna USB o partizione di ripristino di OS X. Per il tutorial io ho usato Mac OS X 10.7 Lion ma la procedura dovrebbe andar bene per tutte le versioni recenti del sistema operativo Apple.

Prima di vedere in dettaglio come formattare un Mac, assicurati di aver fatto un backup di tutti i tuoi dati perché, come ben saprai, la formattazione di un hard disk comporta la cancellazione di tutti i dati presenti in esso. Una volta svolto questo importantissimo passaggio, puoi passare all’azione.

Inserisci dunque il DVD oppure la penna USB d’installazione di OS X all’interno del tuo Mac e riavvia il computer selezionando la voceRiavvia dal menu Mela collocato in alto a sinistra. Se hai acquistato un Mac con preinstallato OS X 10.7 Lion e non hai un disco d’installazione del sistema operativo, puoi completare la formattazione anche tramite la partizione di ripristino inclusa in maniera predefinita sull’hard disk del computer. In questo caso, però, i file di installazione dovranno essere scaricati da Internet e quindi avrai bisogno di una connessione Internet molto veloce.

Appena si spegne il Mac, tieni premuto il tasto Alt sulla tastiera e aspetta che compaia il menu di selezione con elencati tutti i dispositivi di boot (es. hard disk principale, partizione di ripristino, DVD e USB). Seleziona quindi il dispositivo dal quale eseguire l’installazione del sistema operativo (nel mio caso Recovery HD, che sarebbe la partizione di ripristino) e clicca sulla freccia collocata sotto la sua icona per avviare il processo d’installazione di OS X.

recovery disk

Adesso, imposta l’italiano come lingua nella quale installare il sistema operativo selezionando la voce Usa l’italiano come lingua principale dall’elenco che compare e clicca sul pulsante → per andare avanti. Nella schermata che si apre, seleziona l’icona dell’Utility disco e clicca sul pulsante Continua per accedere al pannello di controllo degli hard disk.

 

Fonte: Salvatore Aranzulla – Leggi tutto