29 Dicembre 2025
Home Blog Pagina 137

Come aggiornare Android

0

Hai uno smartphone Android ed hai appena scoperto che un tuo amico che possiede lo stesso modello di telefono ha aggiornato il sistema operativo di quest’ultimo. Tu non hai ricevuto ancora alcuna notifica sulla disponibilità dell’aggiornamento ma vorresti tanto passare anche tu all’ultima versione di Android disponibile per il tuo smartphone: come fare senza combinare guai?

Tranquillo, cercherò di spiegartelo io nella maniera più semplice possibile. Tutto quello che ti occorre è una connessione Wi-Fi attiva, un computer Windows e il software ufficiale del produttore del tuo smartphone installato su quest’ultimo. Allora, sei pronto a scoprire come aggiornare Android utilizzando le procedure ufficiali (che quindi non intaccano la garanzia del telefono e non sono pericolose)? Ecco tutto in dettaglio.

La prima procedura relativa a come aggiornare Android che voglio proporti prevede solo l’utilizzo dello smartphone. Ammesso che tu abbia una connessione ad Internet Wi-Fi attiva e che il tuo telefono sia collegato a quest’ultima, accedi alle impostazioni di Android sfiorando prima il quadrato blu che si trova in fondo a destra sullo schermo e poi l’icona Impostazioni (l’ingranaggio) che si trova nella lista delle applicazioni installate sullo smartphone.A questo punto, scorri fino in fondo la schermata che si apre e sfiora con il dito l’opzione Info sul dispositivo. Recati nella sezione Aggiornamento software e sfiora l’opzione Aggiorna per avviare la ricerca di aggiornamenti software per il tuo telefono. Se ci sono aggiornamenti per Android disponibili, lo smartphone sarà aggiornato automaticamente, in caso contrario comparirà un messaggio che ti dirà che non ci sono aggiornamenti per il tuo dispositivo.aggiornare android
Il secondo metodo su come aggiornare Android riguarda l’utilizzo di un programma per il computer, più precisamente il software che il produttore del tuo smartphone ha reso sicuramente disponibile sul suo sito ufficiale e che permette di gestire tutti gli aspetti del telefono con facilità (aggiornamento software ma anche backup dei dati, gestione della rubrica, ecc.). Ad esempio, se utilizzi uno smartphone Android prodotto da Samsung, devi collegarti al sito Internet del produttore e scaricare il programma Kies cliccando sul pulsante Scarica Kies (Windows).

 

 

Disinstallare un’app da Android

0

Un problema che molti utilizzatori del sistema operativo Android riscontrano, data la semplicità del procedimento di installazione delle applicazioni sul proprio smartphone o Tablet, è quello di ritrovarsi la memoria intasata da una serie di apps che vengono installate ed utilizzate pochissime volte o addirittura mai. Seguendo questa semplice guida, ci si accorgerà che disinstallare un applicazione da Android, è operazione molto semplice e veloce. I modi per farlo sono due, come descriviamo qui di seguito

DIRETTAMENTE DAL DISPOSITIVO (CONSIGLIATA). Entrati nel menù del dispositivo Android, selezionare la voce “Impostazioni”. Successivamente, l’icona “Applicazioni” e poi “Gestisci Applicazioni”. Pertanto: Impostazioni < Applicazioni. Scorrendo le varie applicazioni, si dovrà selezionare l’app che si desidera disinstallare e si aprirà la schermata dell’applicazione stessa. Nella schermata, c’è la voce “disinstalla”. Si dovrà dunque premere su disinstalla e successivamente su “Ok”, per completare l’operazione. Pochi secondi e l’app sarà disinstallata.

Con la procedura appena descritta, i dati di “archiviazione” e “cache” della app rimossa, restano in memoria e, a lungo andare, possono rallentare il dispositivo. Tuttavia, c’è un modo per evitare questa problematica. Per rimuovere ogni traccia sul dispositivo, dopo essere entrati nell’applicazione che vogliamo disinstallare, dobbiamo agire nel modo seguente: – premere “Termina” e ci verrà richiesto di forzare l’interruzione. Pertanto dovremo rispondere “Ok”- poi dovremo premere “Cancella Dati” e ci verrà richiesto di cancellare i dati. Anche in tal caso si dovrà rispondere “Ok”. – infine, bisognerà procedere all’operazione vista prima: ovvero “Disinstalla” e subito dopo “Ok”. In tal modo, avremo cancellato l’applicazione senza lasciare alcuna traccia ed il telefono non subirà alcun rallentamento.

DAL SITO GOOGLE PLAY.  Con questa procedura, si potrà agire in remoto da qualsiasi pc che abbia una connessione ad internet.  Si dovrà accedere al sito internet www.  Play.  Google.  Com.  Cliccando poi, in alto a destra sull’icona “accedi”, si dovranno inserire gli stessi dati che si utilizzano per il proprio dispositivo Android.

 

Fonte: Io Mobile – Leggi tutto

 

Eseguire il backup su Android

0

Vuoi creare un backup dei contenuti del tuo dispositivo Android oppure questo è incorso in qualche problema e devi ripristinarlo? Ecco come eseguire le procedure di backup e ripristino

Di utenti che passano da iOS ad Android ogni giorno ce ne sono veramente tanti. I motivi sono variegati: magari è più immediato per certe cose, vanta dispositivi dall’autonomia maggiore o magari permette di fare cose che su iOS non si potevano fare grazie alla tipica flessibilità del sistema Google. Senza nulla togliere ai prodotti Apple (che ancora oggi mantengono un certo numero di primati rispetto ai prodotti concorrenti), la possibilità che un utente voglia fare lo “switch” c’è.

Tra le differenze che l’utente percepisce quando inizia ad usare un prodotto Android troviamo anche una diversa gestione delle varie funzionalità del telefono: oggi ci soffermiamo su come fare backup per Android ed eventualmente ripristinare il proprio dispositivo, operazione che non sempre riesce ad essere completa ed immediata come quella dei prodotti Apple… almeno a prima vista.

A differenza di iPhone, Android non offre un univoco sistema di backup e ripristino completo. Su iPhone, invece, possiamo eseguirlo sia tramite iTunes sia tramite iCloud, ripristinando la totalità dei dati e delle applicazioni contenute nel nostro prodotto. Come raggiungere un risultato simile su Android?

A dir la verità, non è poi così complicato: semplicemente Android offre all’utente più vie per raggiungere il risultato atteso. Vediamone alcune.

Backup e ripristino tramite Google

Il grosso vantaggio dei dispositivi Android è che sono strettamente legati a Google che, tra i tanti servizi che offre, conserva i vostri contatti, le applicazioni scaricate, e tante altre utili informazioni nel vostro account Google. Quando accenderete per la prima volta il vostro dispositivo Android, vi verrà domandato se possedete un account di posta @gmail, qui la guida su come creare un account Google. Inserendolo (o facendolo più avanti tramite le impostazioni di sistema), il sistema vi proporrà di lasciare che Google faccia un regolare backup. Quando avrete un problema e vi ritroverete il dispositivo “azzerato”, attraverso questa stessa schermata potrete chiedere a Google di ripristinare tutto ciò che era stato conservato.

 

Fonte: Ridble – Leggi tutto

Come formattare un ipad

0

Il nostro amato tablet è un prodotto molto affidabile e pratico, non necessità di particolare manutenzione e, soprattutto se lasciato costantemente acceso, è sempre pronto e disponibile per l’utilizzo immediato. Tuttavia può capitare che qualcosa non vada per il verso giusto, per questo saper resettare un iPad rientra in quelle operazioni di base richieste da Apple, per risolvere alcune piccole (e rare) anomalie del nostro dispositivo. Questa operazione può tornare utile quando un’applicazione risponde in maniera non corretta oppure troppo lentamente, e si è gia tentata la risoluzione con lo spegnimento e la riaccensione dell’apparecchio.

Nel caso in cui addirittura non riusciate a spegnere il tablet, oppure quando lo riaccendete il problema non è stato risolto, è consigliato eliminare, riscaricare e quindi reinstallare le applicazioni impattate dall’anomalia. Se invece il problema non dovesse riguardare un’applicazione specifica ma il sistema operativo stesso, Apple consiglia appunto il reset completo del vostro iPad. Questa operazione non comporta la perdita dei dati presenti sull’apparecchio, e nemmeno li danneggia.

Individuate quindi il pulsante fisico per bloccare/sbloccare e accendere/spegnere il dispositivo (si trova in alto a destra) premetelo senza rilasciarlo e contemporaneamente fate pressione anche sul tasto “Home” ubicato centralmente sotto il display del tablet. Rimanete con entrambi i pulsanti premuti per 10 secondi, ignorando l’eventuale opzione di spegnimento dell’iPad, se apparso sulla schermata. Al termine dei 10 secondi vedrete apparire il logo Apple sullo schermo, quindi rilasciate. A questo punto il logo non sarà più visibile e l’iPad sarà quasi spento.

Attendete qualche altra decina di secondi, una volta che lo schermo sarà completamente nero potete riaccendere il tablet, tenendo premuto il bottone accensione/spegnimento, in alto a destra, per almeno tre secondi.

 

Fonte: Io Mobile – Leggi tutto

Come creare un appuntamento nel calendario dell’iPhone

0

Tra le varie opzioni dell’iPhone esiste anche quella di gestire un calendario e di prendere appunti su informazioni importanti. Non tutti sanno che esistono diversi strumenti per fissare gli appuntamenti, anche se il modo migliore è quello di utilizzare l’applicazione calendario. Seguendo questa guida, scoprirai come impostare e visualizzare in qualsiasi momento gli appuntamenti sul calendario.

segnare-appuntamenti-iphone

  1. Dalla schermata principale dell’iPhone tocca sull’icona Calendario.
  2. Tocca la data in cui fissare l’appuntamento e, se necessario, modifica il mese toccando le frecce agli angoli verso destra o verso sinistra.
  3. Dopo aver scelto la data, seleziona il pulsante + in alto a destra dello schermo.
  4. Quando appare il modulo Aggiungi evento, inserisci il nome e le altre informazioni sull’evento.
  5. Tocca su Avvia per inserire la data di inizio, l’ora di inizio, la data di fine e l’ora di fine.
  6. Scegli il numero di volte che vuoi ripetere l’evento sul calendario, ad esempio annualmente, mensilmente e così via.
  7. Imposta, infine, l’ora in cui l’iPhone deve avvisarti dell’evento e clicca su Fine per salvare la voce sul calendario.

 

Fonte: Specialista AD – Leggi tutto

Come usare il Touch ID dell’iPhone 5S

0

Come proteggere le proprie informazioni (dati personali, video, foto…) sul dispositivo Iphone 5S di Apple? Il colosso americano è sempre vicino ai suoi utenti, proponendo per questa esigenza la possibilità di utilizzare un codice di accesso al dispositivo. Purtroppo non tutti lo fanno. Più del 50% degli utilizzatori di smartphone non lo usa. Ecco l’idea di Apple: l’uso dell’impronta digitale. Questo sistema è uno dei migliori codici di accesso al mondo in quanto non esiste una impronta uguale all’altra. Il Touch ID di Apple fa proprio questo, usa l’impronta digitale dell’utente per accedere al dispositivo. Vediamo come funziona.

Passiamo alle specifiche tecniche. La tecnologia utilizzata è tra le più evolute esistenti e mai integrate in uno smartphone. Basti pensare che il sensore Touch ID adattato al tasto Home ha uno spessore di soli 170 micron, ha una risoluzione a 500dpi per leggere ogni minimo dettaglio dell’impronta digitale. Una volta rilevato il dito, il Touch ID analizza le informazioni ricevute e le confronta con i dati di registrazione. Da precisare che, per evitare qualsiasi possibilità di errore di lettura, il sensore registra l’impronta secondo tre tipi: ad arco, ad anello o a spirale. Ed il modello matematico su cui si basa per l’identificazione tiene conto di eventuali irregolarità che non sono visibili all’occhio umano.

Vediamo ora come configurare Touch ID. Per prima cosa bisogna configurare un codice di accesso, necessario per ulteriore convalida di protezione in casi particolari come per esempio riavvio dell’Iphone. Dal menù del dispositivo, accedere a Impostazione Assistita di iOS oppure Impostazione -> Generali -> Touch ID -> e codice -> Touch ID per la registrazione del codice di accesso. A questo punto seguire la procedura: 1) assicurarsi che il tasto Home e il dito siano puliti ed asciutti; 2) tenere l’iPhone in normale posizione di utilizzo; 3) toccare il tasto Home e tenere appoggiato il dito fino al riconoscimento confermato da una vibrazione; 4) una volta completata la prima scansione, verrà richiesto di regolare i bordi dell’impronta digitale; 5) tenere il dispositivo in normale posizione per sbloccarlo e toccare con le aree esterne della punta del dito e non con la parte centrale.

 

Fonte: Io Mobile – Leggi tutto

Come pulire l’iPhone

0

L’iPhone è un dispositivo tecnologico molto sofisticato, che oltre a fare chiamate, può connetterti con il mondo attraverso l’utilizzo di Internet ovunque possiate trovarvi. Offre la possibilità di scrivere messaggi, fare foto, video, consente di immettere file online in tempo reale, utilizzare tantissime applicazioni diverse e di scaricare aggiornamenti che rendono questo apparecchietto tecnologico sempre più aggiornato e ricco di funzioni aggiuntive che possono arricchirlo e renderlo sempre più utile e funzionale. L’unico problema è che essendo un dispositivo che richiede l’utilizzo del touch screen, lo schermo può sempre risultare sporco, pieno di impronte e macchie di qualsiasi genere. Per dare al proprio iPhone un aspetto meno consumato e nuovo, occorre soprattutto pulire lo schermo e renderlo il più lucido possibile. Ecco come fare per pulire il proprio iPhone.

Occorrente:

Assicurati di avere a portata di mano:

  • Panno in microfibra
  • Acqua
  • Fazzolettino

Prima di tutto, si consiglia di pulire per bene lo schermo del proprio Iphone almeno una volta ogni 10 giorni, in modo da potergli dare un aspetto sempre nuovo e ben curato. Innanzitutto è bene sapere che durante la pulizia bisogna prestare moltissima attenzione e non occorre assolutamente l’utilizzo sostanze chimiche, che potrebbero danneggiare lo schermo. L’unico elemento di cui avete bisogno e che potete utilizzare per poter pulire per bene lo schermo dell’Iphone è l’acqua.

Dopo esservi procurati dell’acqua, magari mettendola in un bicchiere, occorre procurarsi un panno in microfibra. A questi punto, servitevi del panno e bagnate soltanto gli angoli immergendoli piano e soltanto con le punte nell’acqua. Strizzate bene gli angoli e provate il panno su una superficie di vetro per assicurarvi che al passaggio del panno, quest’ultimo non lasci tracce di acqua o gocce. Assicuratevi che il panno sia abbastanza secco.

Adesso è possibile poter pulire lo schermo dell’Iphone con il panno in microfibra.  Utilizzate il panno partendo dagli angoli dello schermo e facendo un movimento che vada dall’angolo verso il centro.

 

Fonte: Io Mobile – Leggi tutto

 

Usare Twitter con Pidgin in Ubuntu

0

Uno dei servizi del web 2.0 più usati sicuramente è Twitter e uno dei client di “instant messaging” più versatitili è sicuramente Pidigin. Oggi vediamo come integrare le due cose in Ubuntu 9.04 Jaunty Jackalope, Ubuntu 8.10 Intrepid Ibex e Ubuntu 8.04 Hardy Heron.

Per prima cosa aggiungiamo i repository corretti:

sudo nano /etc/apt/sources.list

e aggiungiamo per Ubuntu 9.10 Jaunty Jackalope:

deb http://ppa.launchpad.net/sugree/ppa/ubuntu jaunty main
deb-src http://ppa.launchpad.net/sugree/ppa/ubuntu jaunty main

oppure per per Ubuntu 8.10 Intrepid Ibex:

deb http://ppa.launchpad.net/sugree/ppa/ubuntu intrepid main
deb-src http://ppa.launchpad.net/sugree/ppa/ubuntu intrepid main

o per Ubuntu 8.04 Hardy Heron:

deb http://ppa.launchpad.net/sugree/ppa/ubuntu hardy main
deb-src http://ppa.launchpad.net/sugree/ppa/ubuntu hardy main

aggiungiamo le chiavi di autenticazione con

sudo apt-key adv --recv-keys --keyserver keyserver.ubuntu.com 0CF459B8DF37ED8B

ed infine aggiorniamo con

sudo apt-get update
sudo apt-get install pidgin-microblog

A questo punto da Pidgin si può abilitare il nuovo plugin e configurarlo per usare il nostro account di Twitter dal nostro IM client preferito.

 

Fonte: Guida Linux – Leggi tutto

Breve storia di Linux

0

Linux è un sistema operativo Unix like, ideato da Linus Torvalds (allora studente dell’Università di Helsinki in Finlandia) e sviluppato grazie all’aiuto di migliaia di persone sparse per il mondo.

In realtà Linux è soltanto il nome del kernel e non il sistema operativo, rappresenta infatti solo una parte di esso, per quanto fondamentale possa essere. Si può pensare a Linux (inteso come sistema operativo) come al completamento del sistema GNU con il kernel sviluppato da Linus Torvalds. Perciò il termine più appropriato per riferirsi al sistema operativo èGNU/Linux.

Linux inizialmente rappresentava solo un “esperimento” ispirato a Minix, il cui obiettivo era solo di fare un “Minix migliore di Minix” (come scrisse su un messaggio nel newsgroup comp.os.minix). Minix era un sistema operativo sviluppato da Andrew S. Tanenbaum per fini didattici, del quale erano resi disponibili anche i sorgenti. Nell’agosto del 1991 veniva rilasciata la versione 0.01 di Linux (non era una versione ufficiale e non vi fu nessun annuncio sul suo rilascio). Questa versione era dipendente da Minix, e i suoi sorgenti non era eseguibili. La versione 0.02 è invece la prima versione “ufficiale”, fu rilasciata poco dopo la 0.01 (Ottobre 1991) ed era in grado di far funzionare il compilatore GNU gcc, e una shell di comandi (BASh).

Il suo sviluppo crebbe enormemente nel corso degli anni e col passare del tempo aumentarono anche coloro che erano interessati a questo progetto. Si unirono a Torvalds migliaia di sviluppatori tra studenti, ricercatori e “hacker” (sul cui significato ci soffermeremo più avanti). Anche la Free Software Foundation di Richard Stallman contribuì a Linux, sia economicamente (per esempio finanziando la distribuzione Debian) sia mettendo a disposizione il software GNU adattandolo a Linux (che ha portato ad esempio alla riscrittura della libreria C GNU).

Con il termine hacker non andrebbe inteso il pirata informatico senza scrupoli che cercherebbe di scardinare ogni sistema alla ricerca di un vantaggio personale o peggio ancora col solo obiettivo di arrecare del danno a qualcuno. Il termine più preciso per delineare questa figura è invece “cracker“. Il significato di hacker è invece molto più vario. Lo Jargon file è una raccolta di terminologie messa insieme da Raphael Finkel nel 1975, in cui viene spiegata, tra le altre cose, questa differenza.

 

Fonte: HTML – Leggi tutto

Installare Ubuntu

0

Una delle soluzioni per continuare a usare i vecchi PC con Windows XP è passare a Linux. Qui trovi i consigli giusti per partire senza fare nemmeno un errore

Hai fatto il grande passo: hai deciso di usare Linux. Per lo meno, vorresti vedere un po’ come si fa, e poi decidere se abbandonare gli altri sistemi operativi, tornare di corsa a loro, oppure utilizzarli tutti insieme appassionatamente. Ci sono vari modi per installare Linux in un PC, ma se sei all’inizio il consiglio è di puntare a un’installazione reversibile. Che ti permetta, cioè, di tornare sui tuoi passi in modo veloce e indolore. A questo punto, le scelte essenziali sono due: “Live” o in un ambiente virtualizzato.

Nel primo caso, fai in modo che Linux si avvii direttamente da una chiavetta USB o un CD/DVD mentre nel secondo non hai nemmeno bisogno di un supporto. Installi un programma di virtualizzazione e, al suo interno, installi Linux. I programmi di virtualizzazione, infatti, creano una memoria, ben divisa dal resto, in cui installare il nuovo sistema operativo. Nessun altro dato o software del tuo computer interagisce con questa (e viceversa). E se poi decidi di abbandonare Linux, non devi fare nient’altro che disinstallare il programma di virtualizzazione. Facile, vero? Adesso non resta che fare un’ultima scelta: quale distribuzione Linux usare? Le distribuzioni, o “distro”, sono le varie declinazioni in cui è proposto questo meraviglioso sistema  operativo open source. Ci sono distro per smanettoni, altre specializzate in determinati ambiti, come il gaming o la sicurezza informatica. Altre ancora, invece, sono dedicate ai neofiti, ed è su queste che ci concentriamo.

Per antonomasia, la distro Linux dedicata ai meno inesperti, a quelli che vogliono vedere come funziona Linux ma non sanno da che  parte iniziare, è Ubuntu. Esistono altre distribuzioni anche più semplici, e a tal proposito ci sono varie scuole di pensiero, ma è innegabile che Ubuntu sia quella più diffusa e meglio supportata. Il tuo primo viaggio in Linux, dunque, parte dal download di Ubuntu. Visto che siamo italiani, per effettuarlo vai nel sito della grandiosa comunità italiana, su www.ubuntu-it.org.

linux-1

 

Fonte: Wired – Leggi tutto