29 Dicembre 2025
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Come proteggere un file o documento Excel. Guida completa

Excel è sicuramente uno strumento utile sia per quanto riguarda l’attività lavorativa, sia per quanto riguarda l’utilizzo privato.  Gli utilizzi più disparati di Excel possono però, a volte, portare alla necessità di proteggere o secretare la propria cartella di lavoro: bilanci, conti, dati personali, statistiche vanno protette, in caso non si voglia che qualcuno modifichi o guardi il contenuto.

Può capitare, infatti, che utilizzando un computer in condivisione, qualcuno modifichi o alteri i dati all’interno di una cartella lavoro. Per risolvere questo problema, e levarvi quindi le ansie di un’eventuale manomissione, ci sono due sistemi; il primo, più radicale, è quello di immettere una password di apertura; il secondo è l’inserimento di una password di modifica.

Password di apertura: La password verrà richiesta ogni volta che si aprirà il documento

Password di modifica: Il documento si può aprire e guardarne i contenuti, ma verrà richiesta una password per attuare delle modifiche

Impostando una password, quindi,  i fogli di calcolo potranno essere aperti o modificati soltanto previa l’inserimento della parola chiave giusta. Per farlo, non è necessario scaricare programmi appositi; bastano pochi passaggi nel menu di Excel. Vediamo come procedere, distinguendo tra la versione Office 2003 (o precedenti), le versioni 2007/2010 e, infine, la versione 2013.

Office 2003 (o precedenti)

Una volta aperto il vostro foglio di calcolo, eseguite questi passaggi per immettere la password:

  • Selezionare la voce Opzioni dal menu Strumenti del programma
  • Nella finestra che si apre, cliccate sulla scheda Protezione
  • In questa scheda, potete decidere se impostare la Password di apertura o la Password di modifica.
  • Cliccate su OK
  • Per confermare le vostre impostazioni dovrete inserire nuovamente la password appena digitata.

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Office 2007/2010

In queste due versioni il procedimento è ancora più semplice; vediamo i passaggi:

  • Aprite il vostro foglio di calcolo che volete proteggere
  • Cliccate sul Menu/Office collocato in alto a sinistra e selezionate Prepara > Crittografa documento dal menu che compare.
  • Nella casella Password digitate una password e quindi fare clic su OK.
  • Nella casella Immettere nuovamente la password digitare di nuovo la password e quindi fare clic su OK.

Office 2013

In Office 2013 c’è una possibilità in più di impostazione password, ovvero una password per le modifiche strutturali del documento. Iniziamo però con illustrare i passaggi per immettere la password di apertura e la password di modifica.

  • Cliccate su File > Salva con nome
  • Scegliete dove salvare il vostro file (tramite il tasto Browse o indicando direttamente la destinazione)
  • Nella finestra di dialogo Salva con nome, accanto al tasto Salva cliccata il tasto Strumenti.
  • Dal menu a tendina selezionate Opzioni Generali: si aprirà una finestra in cui potrete inserire le due password.
  • Dopo aver inserito la password, dovrete confermare le impostazioni inserendo nuovamente la password.

Vediamo ora come proteggere la struttura del vostro documento con una password.

  • Cliccare su Revisione > Proteggi cartella di lavoro
  • Spuntate l’opzione Struttura
  • Inserite la password e cliccate OK
  • Dopo aver inserito la password, dovrete confermare le impostazioni inserendo nuovamente la password.

Bisogna ricordare che Microsoft non potrà mai recuperare la vostra password, quindi è bene segnarla in un luogo sicuro per evitare di dimenticarla e rischiare di non poter più accedere al proprio lavoro.

Come bloccare singole celle

Con Excel è possibile, inoltre, bloccare determinate celle di lavoro. La procedura da utilizzare si basa sul fatto che la maggior parte delle celle del foglio di lavoro debba rimanere bloccata o sbloccata. Vediamo allora i due casi separatamente, sempre tenendo conto delle differenti edizioni di Office.

La maggior parte delle celle deve rimanere bloccata

  • Selezionare le celle che devono rimanere non protette.
  • Nelle versioni precedenti a Office 2007: dal menu Formato, fare clic su Celle, quindi scegliere la scheda Protezione. Deselezionare la casella di controllo Protetto, quindi scegliere OK. A questo punto dal menu Strumenti scegliere Protezione, quindi fare clic su Proteggi foglio. Potete quindi digitare la password per bloccare determinate celle.
  • Excel 2007 o versioni successive: il formato delle celle viene visualizzato facendo clic sul pulsante Espandi nella parte inferiore destra della sezione Carattere della barra multifunzione Home; quindi fate clic sulla scheda Protezione. Deselezionate la casella di controllo Protetto, quindi scegliete OK. Ora scegliete la scheda Revisione, quindi fare clic su Proteggi foglio. Potete quindi digitare la password.

La maggior parte delle celle deve rimanere sbloccata

  • Selezionare l’intero foglio di lavoro facendo clic sul pulsante Seleziona tutto, vale a dire il rettangolo di colore grigio che si trova nell’angolo superiore sinistro del foglio di lavoro in cui si intersecano la riga 1 e la colonna A
  • Nelle versioni precedenti a Office 2007: dal menu Formato, fare clic su Celle, quindi scegliere la scheda Protezione. Deselezionare la casella di controllo Protetto e scegliere OK. A questo punto selezionate le celle che si desidera proteggere.Tornate alla finestra di dialogo Formato celle, quindi scegliere la scheda Protezione. Selezionare la casella di controllo Protetto e scegliere OK. Infine, dal menu Strumenti, scegliere Protezione, quindi fare clic su Proteggi foglio e scegliete la password.
  • Excel 2007 o versioni successive: il formato delle celle viene visualizzato facendo clic sul pulsante Espandi nella parte inferiore destra della sezione Carattere della barra multifunzione Home, quindi fate clic sulla scheda Protezione e deselezionate la casella di controllo Protetto e infine scegliete OK. A questo punto selezionate le celle che si desidera proteggere. Tornate alla finestra di dialogo Formato celle, quindi scegliere la scheda Protezione. Selezionare la casella di controllo Protetto e scegliere OK. Scegliete la scheda Revisione, quindi fate clic su Proteggi foglio e digitate la password.

Instagram. Bene la privacy, permessi coerenti e rassicuranti

Instagram non ha bisogno di molte presentazioni. E’ un’app e contemporaneamente un social network, che dal 2010 ad oggi continua a conquistare un numero crescente di fan. Focalizzata sulle immagini – ma adesso anche sui video – permette di scattare e condividere le proprie fotografie, editandole con i filtri a disposizione, e guardare le foto altrui. Inoltre, è possibile geolocalizzare i propri scatti e taggare i propri amici. Un’app che ha destato tanto interesse da finire nella lista della spesa di Facebook, che l’ha acquistata nel 2012.

A livello di permessi, l’app chiede una serie di autorizzazioni perlopiù coerenti con le sue funzioni: accesso alle comunicazioni di rete, a fotocamera e microfono. Anche le richieste che rischiano maggiormente di ledere la nostra privacy sono fondate: la geolocalizzazione serve per assegnare una posizione precisa ai nostri scatti, mentre la lettura dei nostri contatti è richiesta per inviare inviti agli amici. Oltre a questi permessi, richiesti nel momento in cui scarichiamo l’app, ci sono però molte altre informazioni che possono essere raccolte su di noi, più di quelle che si potrebbe pensare. Vediamo quali.

INFORMAZIONI RACCOLTE DA INSTAGRAM

Instagram colleziona diverse tipologie di informazioni. Le prime sono quelle che noi stessi diamo volontariamente:

  • Username, password e indirizzo e-mail, dati che forniamo al momento della registrazione
  • Eventuali informazioni del nostro profilo, come nome e cognome, foto o numero di telefono, elementi che possono essere utilizzati per cercare e farsi trovare dai propri amici su Instagram
  • Tutti i contenuti che postiamo, come foto, commenti ecc
  • Se utilizziamo le funzione “Trova amici” che ci fornisce l’app, Instagram avrà accesso alla nostra lista contatti

Oltre alle informazioni che forniamo volontariamente, ci sono poi quelle che vengono estrapolate attraverso tool di monitoraggio. Instagram, come moltissime altre app, si avvale di strumenti esterni per tracciare le nostre attività e abitudini di navigazione. Possono inoltre essere usati cookies e altre tecnologie per analizzare il nostro utilizzo dell’app, sempre per fini statistici e per migliorare il prodotto.

Entrando nel dettaglio delle abitudini di navigazione che possono essere seguite, si intende tutto ciò che riguarda il nostro uso dell’app e altri dati come l’IP address e il browser installato. L’app può inoltre tracciare il nostro ID, l’identificativo del telefono, che permette di seguire tutte le nostre azioni compiute anche quando l’applicazione non è in uso. Queste informazioni possono inoltre essere condivise con terze parti, per analisi statistiche e fini promozionali. L’ID del nostro telefono può essere memorizzato insieme ad altre informazioni, come il sistema operativo in uso, l’hardware e altri software o i dati che Instagram può aver spedito al nostro device.

Come sono utilizzate queste informazioni?
Tutti i dati raccolti servono chiaramente per permetterci di fruire dei servizi di Instagram, ma non solo. Vengono usati anche per personalizzare contenuti e messaggi promozionali, in modo da cucirli addosso alle nostre esigenze. Sono impiegati inoltre per fini statistici volti ad analizzare il traffico e altri dati sui visitatori. Tutti questi dati possono inoltre essere condivisi con i partner di Instagram, ma secondo la privacy policy anche le terze parti rispettano la scelta fatta dall’utente sulla privacy delle proprie foto, in modo che continui a renderle visibili soltanto a chi desidera.

LE OPINIONI DEGLI UTENTI

Le lamentele degli utenti riguardano i crash che si verificano tavolta utilizzando l’applicazione o il fatto che senza una buona connessione l’app non funziona come dovrebbe. Per quanto riguarda eventuali remore dovute all’appartenza di Instagram a Facebook, la privacy policy dell’app tenta di metterle a tacere in anticipo: dal momento dell’acquisto, è stato aggiunto un paragrafo apposito per tranquillizare gli utenti sul fatto che possono comunque decidere in modo trasparente a chi mostrare le proprie foto e nulla sarà pubblicato su Facebook senza previo consenso.

Proteggere un conto PayPal e risolvere i problemi

PayPal è uno dei sistemi di pagamento più utilizzati sulla Rete. Ogni giorno milioni di privati e aziende utilizzano questa piattaforma per i propri acquisti, totalizzando ingenti volumi di vendite: un simile movimento di denaro può attrarre le attenzioni di hacker e criminali informatici, ragion per cui è sempre bene conoscere tutti i trucchi e le precauzioni indispensabili per poter utilizzare PayPal in piena sicurezza.

Aprire un conto sicuro

Prima di accedere al sito https://www.paypal.com è fondamentale rispettare alcune regole basilari di buona condotta informatica: accedere solo da computer sicuri e adeguatamente protetti dalle minacce informatiche (con programmi antivirus e sistemi operativi aggiornati),  essere certi di digitare l’indirizzo web corretto (prestando attenzione a ogni lettera digitata: la Rete pullula di siti-truffa che si differenziano anche solo per una lettera), utilizzare reti Wi-Fi protette (non pubbliche).

A questo punto, non resta che iscriversi a PayPal e scegliere uno dei tre conti disponibili:

  • Conto Personale: è la strada più semplice per pagare i propri acquisti in tutta sicurezza tramite carta di credito (Visa, Visa Electron e MasterCard) o prepagata (Carta Prepagata PayPal, Postepay, ecc.). Attraverso il circuito PayPal i dati della carta non vengono in alcun modo forniti al venditore. È gratuito, veloce e sicuro: per ogni pagamento ricevuto, è prevista una commissione variabile dall’1,8 al 3,4% sul valore della vendita e un fisso di 0,35 €.
  • Conto Premier: oltre a quanto previsto dal Conto personale, il conto Premier consente di ricevere pagamenti tramite carta di credito e prepagata a tariffe competitive da 193 Paesi in tutto il mondo.
  • Conto Business: l’ideale per gli e-commerce, promette tariffe ancor più competitive e commissioni ridotte sulle vendite. Riservato alle aziende e ai titolari di partita iva, fornisce un ampio ventaglio di servizi dedicati alla vendita online.

Effettuata la scelta, il conto PayPal potrà essere protetto da una password (preferibilmente di 8 o più caratteri alfanumerici, con lettere maiuscole e minuscole, utilizzo di caratteri speciali o segni di punteggiatura per incrementare la sicurezza) e da un servizio di doppia autenticazione. Si tratta in quest’ultimo caso  di abilitare un codice aggiuntivo “usa e getta” che PayPal fornisce all’utente ad ogni richiesta di accesso.

A scelta, il codice può essere fornito via SMS su un cellulare indicato dal cliente o attraverso un “token” fisico progettato per essere agganciato ai portachiavi o custodito in tasca, capace di generare codici temporanei della durata di 30 secondi. In entrambi i casi, i codici “usa e getta” dovranno essere inseriti nell’apposito campo a fianco della password per consentire l’accesso al conto o l’esecuzione di un pagamento.

Quale carta associare

La raccomandazione di massima, quando si parla di acquisti online, è quella di non associare con un sistema di pagamento (per quanto sicuro e protetto) la propria carta di credito principale.

La ragione è evidente: dati i molteplici rischi insiti nella Rete e nelle transazioni sul web, il rischio che tutti vorrebbero evitare è quello di alzarsi una mattina e trovarsi il conto corrente svuotato da un criminale informatico che è riuscito a carpire i nostri dati di pagamento.

Meglio associare a PayPal una carta prepagata (tipo Postepay o la Prepagata PayPal). Molte carte, infine, prevedono un servizio di notifica in tempo reale tramite e-mail o SMS che avvisano in caso di addebiti: uno strumento utile per accorgersi subito di utilizzi fraudolenti del proprio account PayPal.

Per associare una carta:

  • Effettuare l’accesso al proprio conto PayPal;
  • Dalla sezione “Il mio Conto” cliccare su Profilo, quindi “Aggiungi o rimuovi carta
  • Inserire tutti i dati necessari per completare l’associazione. Ad ogni nuovo pagamento, sarà possibile indicare la carta appena inserita.
  • PayPal consente inoltre di associare un conto corrente bancario al profilo utente. Questa opzione consente di trasferire denaro dal conto corrente al conto di Paypal e viceversa. I trasferimenti di denaro sono possibili anche dalla carta di credito associata al conto PayPal e viceversa. Per maggiore sicurezza, si consiglia di non associare mai direttamente il proprio conto corrente principale all’account PayPal ma di preferire un conto secondario o una carta secondaria.

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Software per proteggere le transazioni PayPal

Che si tratti di effettuare pagamenti, riceverli o semplicemente accedere al proprio conto PayPal, è indispensabile che queste operazioni vengano condotte da dispositivi sicuri e al riparo da occhi indiscreti.

Un buon software antivirus, una suite per la sicurezza con protezione specifica per le insidie del web, un browser aggiornato e reso sicuro da addon anti-phishing forniscono un livello di protezione sufficiente a garantire, nella maggior parte dei casi, sonni tranquilli a quanti ogni giorno operano compravendite sul web.

Suite di sicurezza:
Sul mercato esistono numerose soluzioni orientate alla sicurezza dei pagamenti online, inclusi ovviamente quelli condotti tramite la piattaforma PayPal:

  • Kaspersky Internet Security 2014: fornisce strumenti di sicurezza specifici su internet per la protezione dei dati e del tuo denaro durante le operazioni bancarie online, gli acquisti o la navigazione all’interno degli account. La protezione dell’identità e delle credenziali è potenziata mediante l’impiego di una Tastiera Virtuale (o Tastiera sicura) che impedisce a malintenzionati e programmi malevoli (come i keylogger) di poter leggere quali tasti vengono digitati in fase di accesso, proteggendo password, username e codici di sicurezza. Strumenti anti-phishing integrati nel browser impediscono l’accesso a siti-truffa e impediscono ai cybercriminali di raccogliere informazioni personali.
  • Norton Internet Security: all’interno del pacchetto sicurezza dedicato alla Rete, Symantec ha previsto sistemi anti-phishing e anti-frode in grado di segnalare preventivamente transizioni sospette. Grazie alla protezione SONAR, basata sullo studio in tempo reale delle minacce online, vengono rilevati e segnalate all’utente anche minacce nuove, mai viste prima, attraverso uno strumento di sicurezza proattiva in grado di scongiurare pericolose truffe. Uno strumento dedicato all’analisi delle truffe, esamina continuamente la reputazione dei siti web visitati e allerta l’utente qualora risulti pericoloso immettere informazioni personali e dati bancari.
  • paypalAvira Antivirus Suite: per proteggere ogni transazione da frodi o furti, Avira mette a disposizione una serie di funzionalità dedicate agli acquisti e alle transazioni online, provvedendo a mettere in sicurezza anche le connessioni utilizzate dall’utente. Secondo il team di Avira, la suite antivirus permette di acquistare e operare in sicurezza anche attraverso connessioni Wi-Fi pubbliche.
  • Bitdefender Totale Security 2014: accanto alle tradizionali funzioni di sicurezza, Bitdefender mette a disposizione degli utenti Safepay, un browser dedicato che viene eseguito a schermo intero in modalità sandbox. All’interno di questo ambiente virtuale e isolato dal resto del sistema operativo, è possibile compiere ogni transazione in completa sicurezza al riparo da virus, malware, tentativi di phishing e frodi informatiche.

Add-on: ogni browser può essere potenziato con componenti aggiuntivi pensati apposta per setacciare la rete e segnalare i siti-truffa. In questo modo si scongiurano accessi a siti-clone di PayPal e transazioni su siti-truffa:

  • WOT (Web of Trust): questo plugin, disponibile per i più diffusi browser del mercato, fornisce in tempo reale informazioni di sicurezza su un qualsiasi sito, consentendo all’utente di fare una valutazione a 360° in termini di attendibilità, affidabilità, riservatezza e sicurezza per i bambini. Per ogni parametro WOT assegna un punteggio (calcolato anche in base alle recensioni rilasciate dagli utenti) in base al quale segnala o meno la pericolosità del sito in questione.
  • McAfee Site Advisor: grazie alla banca dati di McAfee, Site Advisor fornisce informazioni utili circa la pericolosità di un sito mostrando al cliente un bollino verde o rosso a seconda delle situazioni. La valutazione si basa esclusivamente su parametri tecnici e non sui giudizi della community.
  • URL Void: per chi non si accontenta di un solo giudizio, URL Void sottopone ogni sito a un accurato esame attraverso i più diffusi scanner per siti della Rete, restituendo un verdetto complessivo e dettagliato. In base alla raccolta dei giudizi, è possibile farsi un’idea abbastanza precisa degli eventuali rischi esistenti.

Ricevere pagamenti con PayPal

  • Che si venda attraverso un sito di e-commerce, un mercatino online, un sito di annunci o una piattaforma internazionale come Ebay o Amazon, è sempre bene adottare una serie di precauzioni utili a non incorrere in truffe:
  • Non accedere al proprio conto mediante messaggi E-mail, comunicazioni via chat, sms o da qualsiasi altro canale, nemmeno quando vengono segnalati accrediti o si richiedono conferme per la ricezione del denaro. Per accedervi e fare le opportune verifiche, digitare manualmente l’indirizzo https://www.paypal.com dal proprio browser.
  • Per ogni transazione controllare la corrispondenza tra la cifra effettivamente versata dall’acquirente e il prezzo del bene venduto.
  • Non accettare mai proposte di vendita al di fuori del circuito PayPal, specie se caratterizzate da forme di pagamento non tracciabili (denaro contante, trasferimenti postali, carte prepagate, etc…).
  • Optare sempre per le Vendite Protette: Le Vendite Protette coprono il venditore a fronte di pagamenti non autorizzati (es. account di terzi colpiti da hacker) o se un cliente dichiara di non aver ricevuto l’oggetto acquistato. Questa forma di garanzia si applica per tutti gli articoli conformi alle condizioni d’uso previste da PayPal, corredati da una prova di avvenuta spedizione e una di avvenuta ricezione da parte del cliente (es. spedizione assicurata o a mezzo corriere espresso).
    In questi casi, PayPal tutela il venditore per l’importo complessivo della vendita, senza costi aggiuntivi.
  • Difendersi da un Chargeback: a volte può avvenire che a seguito della ricezione di un pagamento, questi venga “congelato” da PayPal e avviata un’indagine sulla natura del trasferimento di denaro. Si tratta del Chargeback: un acquirente chiede alla propria banca o società emittente della carta di eliminare un addebito effettuato, solitamente a seguito di furti o contenziosi tra acquirente e venditore.
  • In caso di Chargeback, PayPal notifica al venditore la situazione invitandolo a collaborare per risolvere il problema. In questi casi è necessario fornire a PayPal tutta la documentazione (fatture, descrizioni e foto dei beni venduti, bolle di spedizione, etc…) necessaria a dimostrare la propria buona fede nei confronti dell’acquirente. L’indagine avviata viene condotta esclusivamente dalla società che ha emesso la carta di credito utilizzata per il pagamento: in caso di esito positivo per il venditore, PayPal trasferirà sul suo conto il denaro recuperato dalla società emittente entro 75 giorni dall’apertura del contenzioso.
  • Attenti ai blocchi dell’account. PayPal si riserva di bloccare il profilo di qualcuno che dopo aver venduto un oggetto riceve un pagamento in una serie di circostanze quali: account con età inferiore ai sei mesi, improvviso cambio nella movimentazione del denaro, specie se con una repentina impennata delle entrate, vendita di prodotti a rischio come alta tecnologia, beni di lusso o viaggi o a seguito di molte contestazioni o commenti negativi sulla propria attività. In questo caso è necessario contattare Paypal attraverso il supporto e dirimere la questione: di solito viene richiesta una documentazione che provi la propria buona fede o la presenza di strumenti per evitare il ripetersi di errori e contestazioni.

Effettuare pagamenti con PayPal

  • Riconoscere un sito (o un venditore) affidabile: la Rete pullula di recensioni, portali dedicati ai consumatori, forum e gruppi che quotidianamente raccolgono migliaia di opinioni sui siti dedicati alla vendita online e sui venditori che li popolano. Una veloce ricerca sul web permette di confrontare le esperienze vissute da altri acquirenti, saggiare la serietà e l’assistenza fornita dai principali canali di vendita, smascherando truffe e venditori in malafede.
  • Diffidare che chi vende a prezzi stracciati: se un venditore pratica sconti sensazionali rispetto ai prezzi di mercato, ricordarsi il vecchio adagio secondo cui nessuno, a questo mondo, regala mai nulla. Siti di e-commerce appena creati, venditori con feedback scarsi o nulli spesso e volentieri fungono da vetrine create appositamente per vendere oggetti inesistenti a prezzi scontatissimi per brevi periodi di tempo. Una volta incassati i soldi, molti di questi venditori svaniscono nel nulla. Per i siti di E-commerce è sempre utile verificare l’indirizzo URL con uno dei servizi “Whois” forniti da molti siti specializzati: in questo modo è possibile raccogliere i dati della società titolare, del rappresentante legale, l’indirizzo e l’anzianità del sito.
  • Accertarsi di essere reindirizzati al sito https://www.paypal.com ad ogni acquisto, e non a un sito-clone con indirizzo diverso
  • In caso di problemi, rivalersi sul sistema di Protezione Acquisti: se un bene acquistato non arriva o risulta diverso da quanto descritto, PayPal può rimborsare l’intero importo ad esclusione delle spese di spedizione. La Protezione Acquisti si applica in caso di oggetti non consegnati o difformi da quelli descritti, ordini scaturiti da utilizzi fraudolenti del proprio conto ma non tiene conto di alcune tipologie particolari di beni (veicoli, articoli su misura, materiali digitali, etc…).
  • Per attivare la procedura è necessario aprire una Contestazione sul sito di PayPal entro 45 giorni dal pagamento (anche attraverso il Centro Soluzioni all’interno del proprio account). Il venditore, ricevuta la contestazione, potrà risolvere pacificamente la questione direttamente con il cliente; in caso di mancato accordo, e comunque entro 20 giorni dall’apertura della contestazione, questa potrà essere convertita in Reclamo da parte dell’acquirente. Il contenzioso, anche in questo caso, verrà gestito a discrezione di PayPal.

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Furto dell’account e accessi non autorizzati

Addebiti anomali, sottrazioni di denaro, acquisti mai autorizzati sono chiari segnali che qualcuno sta svolgendo attività fraudolente sul nostro account PayPal. In questi casi è fondamentale reagire in fretta e prevenire ulteriori perdite di denaro: attraverso il centro di assistenza è possibile comunicare la natura del problema e contattare direttamente il servizio clienti attraverso una procedura immediata e intuitiva.

In ogni caso, a titolo precauzionale, si consiglia di bloccare tutte le carte di credito e i conti associati all’account di PayPal violato. Attraverso le indicazioni del servizio clienti, sarà possibile ristabilire la sicurezza del proprio profilo ed eventualmente denunciare le sottrazioni di denaro alle autorità competenti. Periodicamente è bene accedere al proprio conto e controllare gli addebiti più recenti.

PayPal e mobile
Acquistare da Smartphone e Tablet può risultare più agevole e sicuro attraverso la App ufficiale PayPal o le App dedicate dei principali market presenti sul Web (Ebay, Amazon, etc…). Effettuare acquisti da una App anzichè dal classico browser riduce drasticamente il rischio derivante dal phishing ed evita il collegamento a siti truffaldini, riduce il pericolo derivante da virus e malware presenti sulla Rete e conferisce un’interfaccia semplice e immediata, particolarmente utile durante la navigazione su un display dalle dimensioni limitate.

Bug in Internet Explorer. Ecco perchè Microsoft non fa nulla

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C’è una vulnerabilità che riguarda Internet Explorer 8. Ve ne parliamo adesso, ma è stata scoperta nell’ottobre del 2013. E questo non perchè la nostra redazione sia incapace, ma perchè Microsoft l’ha tenuta nascosta per tutto questo tempo.

La falla in sè non è nulla di nuovo: un pirata informatico deve convincere l’utente a seguire un link, tramite una mail, un messaggio su un social network o in qualsiasi altro modo gli suggerisca la sua fantasia, fino a portare la vittima ad un sito da lui costruito. Qui entra il gioco il componente CMarkup, la falla nel browser viene sfruttata e il pirata ottiene gli stessi privilegi dell’utente in quel momento collegato al computer. Si raccomanda, visto che la correzione ancora non c’è, di non navigare come amministratori, di disabilitare i controlli ActiveX nelle impostazioni del browser e di tenere le dita incrociate.

Ma il punto è un’altro: la falla è stata scoperta nell’ottobre dello scorso anno da Peter ‘corelanc0d3r’ Van Eeckhoutte, che ha avvisato la Zero Day Initiative (ZDI), una organizzazione che premia in denaro i ricercatori che scoprono delle falle nei sistemi, e si preoccupa di lavorare assieme ai proprietari del prodotti per una risoluzione del pericolo. La ZDI notifica immediatamente la Microsoft del problema, ma ottiene risposte vaghe, nessun dettaglio e soprattutto nessuna voglia di correggerlo. Per statuto, la ZDI può tenere segreti i dettagli del bug per 180 giorni, dopodichè li pubblica online, e questo mette in condizioni chiunque di sfruttare i codici malevoli. Questo accade, ma Microsoft non si muove.

Perchè? Internet Explorer 8 è installato sul 20.85% dei clienti, non c’è nessun motivo per non intervenire. E invece il motivo forse c’è. Perchè Microsoft non dice nulla, e l’unica possibile risposta giunge dopo qualche tempo da un portavoce di Redmond che spiega sostanzialmente due cose: la prima è che la falla non risulta concretamente sfruttata sulla rete e la seconda è che “alcune correzioni sono più complesse di altre, e dobbiamo testare ognuna di queste su un gran numero di programmi, applicazioni e configurazioni differenti.” Tradotto significa: visto che non è sfruttata veramente, e perderemmo molto tempo a correggerla, per ora preferiamo non fare nulla.

E’ giusto? Per la Microsoft sicuramente sì, è un ragionamento ineccepibile dal punto di vista aziendale. E per gli utenti? per ora nulla è successo di concreto, nessun pericolo e nessun danno, per cui Microsoft ci sta azzeccando. Non c’è il reale bisogno di intervenire. E allora? aspettiamo. Attendiamo che Microsoft trovi il tempo di correggere la vulnerabilità quando ne ha voglia, senza che accada nulla nemmeno ai suoi clienti. Senza preoccuparci, tanto non succede niente. Certo, credevamo che le connessioni cifrate fossero sicure, poi scoppia il caso Heartbleed. Non sapevamo cosa era l’NSA, poi lo abbiamo capito. Credevamo che iOS fosse un sistema sicurissimo perchè proprietario, poi abbiamo scoperto mazzi di vulnerabilità. Ma la Microsoft questa volta non sbaglia. Almeno, speriamo.

Come proteggere un file o documento Word. Guida completa

Proteggere un documento Word da occhiate troppo curiose è un’esigenza che tutti, almeno una volta nella vita, possono trovarsi ad avere. L’editor di testo targato Microsoft offra all’utente diverse strade per proteggere i propri documenti: a seconda delle esigenze ogni file .doc o .docx può essere cifrato e reso leggibile grazie a un’apposita password, oppure è possibile impedirne selettivamente la modifica, l’aggiunta di commenti, il salvataggio e la stampa a un qualsiasi utente o a un gruppo selezionato di persone. Le opzioni in questo caso sono molteplici: in questa guida faremo riferimento alle funzioni e ai menù presenti in Microsoft Office 2010 e 2013 per attivare la protezione dei documenti.

Aggiungere una crittografia al documento Word

Crittografare un documento con Microsoft Word

Già a partire dalla versione 2007,  Microsoft Office ha introdotto nel suo editor di testi un robusto algoritmo per la cifratura dei documenti. Per bloccare l’apertura di un qualsiasi file di testo è necessario aprire il documento selezionato, cliccare sulla scheda File nella barra in alto e selezionare Informazioni.

Da qui, attraverso la sezione Autorizzazioni è possibile accedere al menù Proteggi documento caratterizzato dalla presenza di un lucchetto bene evidente. Dal menù a cascata corrispondente, l’opzione Crittografia con password consentirà di creare una parola d’ordine che verrà richiesta prima di ogni apertura del file, consentendone la visualizzazione e la modifica soltanto alle persone fidate. Prima di inserire e rendere attiva la parola d’ordine, è bene ricordare quanto precisato da Microsoft: password perse o dimenticate non possono essere in alcun modo recuperate. È bene quindi conservarle in un luogo sicuro, insieme ai nomi dei file corrispondenti.

Allo stesso modo, è bene scegliere password complesse e robuste par garantire maggior sicurezza ai file più importanti. La crittografia, però, non fornisce livelli di sicurezza avanzati contro modifiche indesiderate: una volta inserita la password corretta, ogni utente è libero di modificare a piacimento il testo e la formattazione del documento. Per questo Microsoft ha pensato di fornire agli utenti strumenti aggiuntivi per “blindare” i documenti di testo più preziosi.

Opzioni di protezione di un documento

Limitare l’accesso e le modifiche a un file

Sempre attraverso il menù File -> Informazioni -> Proteggi documento è possibile attivare ulteriori alternative che non prevedano necessariamente la crittografia del file da proteggere:

– Segna come finale: questa voce imposta il documento per la sola lettura. Una volta contrassegnato come “finale”, tutti i comandi per la digitazione, la modifica e la correzione vengono disabilitati rendendo il nostro .doc unicamente leggibile.

Questa opzione andrebbe quindi attivata su tutti i documenti di testo giunti alla versione definitiva, evitando che chiunque possa inavvertitamente alterarne o modificarne il contenuto durante la lettura.

– Limita modifica: permette di verificare quali modifiche sono eseguibili all’interno del documento. Le opzioni a disposizione prevedono:

  • Restrizioni alla formattazione: una volta applicato uno stile, non vengono permessi ulteriori stili di formattazione al documento, preservandone l’aspetto.
  • Restrizioni alle modifiche: è possibile scegliere di abilitare o disabilitare le modifiche al testo. Attraverso il sottomenu Eccezioni o Altri utenti è possibile indicare quanti e quali utenti nello specifico potranno ancora effettuare modifiche.
  • Applicazione protezione: attivandola, questa voce abilita una password di protezione o una procedura di autenticazione per essere certi che solo gli utenti desiderati possano accedere al file protetto.

Limitazione autorizzazioni utenti– Limita le autorizzazioni per gli utenti: attraverso l’account Microsoft Windows o Windows Live ID si può scegliere di impostare limiti specifici alle autorizzazioni.

Grazie alla tecnologia Information Rights Management (IRM), ogni autore di un file può specificare quali utenti Microsoft Windows o Windows Live ID possono leggere, modificare, stampare, copiare, revisionare, commentare, inviare via fax o via e-mail il materiale protetto, semplicemente inserendo negli appositi campi gli indirizzi e-mail degli utenti che si vuole limitare.

Grazie a questa funzione è inoltre possibile specificare un tempo massimo di validità dei file: trascorso il termine, i documenti di testo non saranno più leggibili o disponibili agli utenti.

– Aggiungi firma digitale: permette all’utente di inserire una firma digitale in chiaro o invisibile. Un documento firmato garantisce l’autenticità del contenuto in rapporto con il suo autore, vietando a ogni altro utente di modificare il testo dopo l’apposizione della firma.

Software di terze parti per la sicurezza avanzata

In caso di documenti estremamente preziosi, è consigliabile affiancare agli strumenti forniti da Microsoft standard di sicurezza avanzati che diverse aziende hanno introdotto sul mercato negli ultimi anni. Aep pro, Ax Crypt, File Share Encryption sono soltanto alcuni dei tantissimi programmi messi a disposizione degli utenti, con chiavi di cifratura variabili dai 128 ai 2048 bit a seconda delle reali esigenze di protezione. Strumenti che, uniti a quelli di Word, contribuiranno a mettere i nostri documenti all’interno di un’autentica cassaforte a prova di manomissione.

Clash of Clans avido di privacy. Come proteggere i dati

Clash of Clans è un gioco di strategia sviluppato da Supercell e diventato molto popolare. L’obiettivo è quello di costruire il proprio villaggio, allenare le truppe e combattere contro i clan nemici e i giocatori da tutto il mondo.

I permessi richiesti dall’applicazione non sono moltissimi, in confronto ad altre app, ma alcuni presentano un alto grado di invasività. Coerente con le funzioni il permesso di fare acquisti in-app, ossia di comprare alcune feature aggiuntive del gioco – di base gratuito – attraverso il proprio dispositivo mobile. Chiara anche la necessità di accedere alle comunicazioni di rete, per quanto le richieste siano sempre esose su questo fronte da parte di ogni app e non limitate esclusivamente ai dati a loro necessari per funzionare.

Crash of Clans: molte le informazioni personali richieste

Incriminate invece tutte le informazioni che permettono di tracciare la nostra attività online, non solo in modo anonimo, ma – in alcuni casi – associandole al nostro nome e cognome. L’app colleziona e registra dati come l’identificativo del nostro dispositivo, il tipo di hardware, il MAC address, il codice IMEI, il sistema operativo in uso, il nome del dispositivo, la nostra posizione basata sull’IP address. Inoltre, viene creato uno user ID, utilizzato per tracciare l’utilizzo dei servizi Supercell da parte di ogni utente. Questo ID è associato ai nostri dati personali e dà quindi ogni tipo di informazione su quali giochi utilizziamo. Sono registrate tutte le attività che ognuno di noi svolge nel gioco e tutte le interazioni effettuate con gli altri giocatori.

Tutto sui nostri social network

E’ possibile collegare il proprio account Clash of Clans ad alcuni social network, come Facebook, Google+ e il Game Center di Apple. In questo caso, Supercell saprà tutta una serie di informazioni: indirizzo mail, nome e cognome, username usato sul social network in questione, città di appartenenza, sesso, data di nascita, foto profilo, contatti e se questi contatti sono connessi ai giochi di Supercell. Inoltre, i contatti possono essere memorizzati per la funziona “invita un amico”. Queste informazioni, stando alla privacy policy, vengono utilizzate soltanto per mandare gli inviti di gioco. Gli sviluppatori inoltre si impegnano a non collezionare dati di bambini sotto i tredici anni e invitano a segnalare casi di non rispetto della loro policy.

Tracking da parte di terze parti e messaggi promozionali

Usando questo o altri giochi di Supercell, possiamo essere tracciati da terze parti. Supercell utilizza infatti tool di tracking come Google Analytics o Flurry Analytics. Questi servizi possono accedere alla nostra località, all’ID del telefono e a tutta una serie di abitudini di navigazione. Inoltre, sul gioco sono presenti annunci promozionali che permettono agli advertiser di collezionare e utilizzare alcune informazioni su di noi, come le sessioni di gioco, l’ID del telefono, il MAC address, la posizione e l’IP address. 

Tutte queste informazioni, una volta collezionate, sono usate per creare il nostro account di gioco, contattarci, condurre ricerche e creare report ad uso interno. Inoltre, le informazioni degli utenti sono utilizzate per suggerire reciprocamente se ci sono amici che stanno già giocando a Clash of Clans e conoscere le nostre abitudini di gioco per fini statistici e promozionali, coadiuvandosi con terze parti.

Si tratta di una gran mole di dati, ma possono essere eliminati se lo si chiede esplicitamente a [email protected]. Tutte le informazioni che sono utilizzate da terze parti per offrirci messaggi promozionali il più possibile mirati e personalizzati, possono invece essere revocate e possiamo disattivare la funzione di tracking nei nostri confronti:

Il parere dei giocatori

Le lamentele dei giocatori riguardano principalmente alcuni problemi di aggiornamento e manutenzione: impossibilità di effettuare l’aggiornamento o malfunzionamenti del gioco ad aggiornamento avvenuto. Alcune lamentele riguardano anche i prezzi delle feature aggiuntive, che sono considerati troppo alti. In definitiva, i permessi incoerenti riguardano tutti quei dati che ci sono richiesti per essere utilizzati a fini promozionali e statistici. Seguendo le indicazioni segnalate, è possibile però disattivare alcune attività di tracking.

Facebook legge le chat private? sì, ed ecco perchè

Che uno degli ultimi e più discussi acquisti da parte di Facebook sia WhatsApp, il sistema di messaggistica istantanea tra i più scaricati in assoluto, è noto a tutti. Ma forse qualcuno potrebbe non ricordare che prima di WhatsApp c’è stato l’acquisto di Instagram, nonché la creazione di una chat made in Facebook: Facebook Messenger. Quest’ultima non è altro che la chat che utilizziamo nella piattaforma online del noto social network, la quale ha preso vita indipendente ed è stata ottimizzata per mobile.

Perche Facebook ama le chat?

(DPA) FACEBOOK

In che modo si spiega questa corsa all’acquisto di sistemi di instant messaging? Perché, insomma, a Facebook piacciono tanto le chat? La risposta è semplice e arriva dalla stesse parole pronunciate dai portavoce del social network durante una recente conference call con gli investitori: quello che interessa davvero a Facebook è espandere il suo dominio informativo grazie alle nostre comunicazioni private.

L’interesse per le nostre informazioni non è cosa nuova e sorprendente: da sempre, la ricchezza di questo free social network si fonda sui dati degli utenti, che permettono di offrire un target estremamente profilato a chiunque voglia promuovere la propria attività con le campagne a pagamento di Fb Adv. Ma per quanto oggi su Facebook la maggior parte delle persone si sia abituata a postare pubblicamente anche notizie relativamente molto personali, è nelle chat che davvero si dice quello che si pensa senza timori e soprattutto senza censura.

E sono proprio queste conversazioni spontanee, senza fronzoli né limiti derivanti dall’essere in pubblico, il patrimonio informativo più grande su cui andare a costruire una dinamica di post tagliati su misura per noi. Oltre a espliciti fatti personali, che sono già di per sé un’enorme risorsa, le chat parlano di noi senza che nemmeno ce ne accorgiamo: dicono quali piattaforme prediligiamo e per comunicare che cosa, e raccontano molto sulle nostre abitudini.

Insomma se nei primi anni Facebook si è “limitato” a collezionare dati sui nostri contatti oppure informazioni estrapolate dai nostri post pubblici, quello che sta facendo ora è entrare nei nostri messaggi privati, capire con chi e quanto chattiamo, quale mezzo usiamo per dire una cosa e quale per dirne un’altra. Potrebbe scoprire, ad esempio, che usiamo WhatsApp per scambiarci un certo tipo di informazioni, mentre Messenger per parlare di altri argomenti.

Sapere cosa ci interessa veramente

Tutto questo con un unico obiettivo: Facebook vuole che ogni qualvolta diamo un’occhiata ai news feed vediamo esclusivamente notizie che ci interessano e ci deliziano, sia che provengano dai nostri contatti sia che provengano dagli annunci promozionali. Se con la diffusione di Facebook cresce il numero dei nostri amici e di chi su Facebook si promuove, allora diventa importante filtrare le informazioni per mostrarci – in questo calderone – solo ciò che davvero ci interessa.

Per gli inserzionisti di Facebook questo significa poter raggiungere un target sempre più definito, arrivando davvero a degli utenti che si trasformeranno con più facilità in acquirenti.  Sheryl Sandberg, direttore operativo di Facebook, durante la conference call ha fatto un esempio immediato e significativo: se digitiamo all’una di notte è probabile che saremo un target indicato per ricevere la pubblicità di un sonnifero. Ma questa affermazione ci porta a un gradino successivo, che avvicina il social sempre più verso la nostra sfera privata.

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Uno spostamento dichiarato verso l’invasione sempre più massiccia della nostra privacy. Lo sa da tempo chi, appena giunta la nostizia dell’acquisto di WhatsApp, ha abbandonato l’app correndo alla ricerca di chat crittografate in grado di tenere al sicuro i nostri messaggi.

Lo facciamo per voi

Facebook giustifica questa razzia dei nostri dati e delle nostre conversazioni con la possibilità di avere in cambio un servizio di alto livello. La “parziale” perdita di privacy è vista come il prezzo da pagare per essere connessi e poter comunicare con il resto del mondo. Siamo abituati ad avere queste piattaforme che ci permettono di scambiare pensieri, foto, video con chiunque e ovunque del tutto gratuitamente. Ma un pagamento deve esserci. E in questo caso, prende la forma di dati: i dati sono la nuova moneta corrente del web e più sono personali più questa moneta vale. Una realtà con cui è necessario confrontarsi per capire le nuove logiche e dinamiche dei servizi online – Facebook è solo uno dei principali, insieme a Google – che ci stiamo abituando ad usare pensando che siano realmente gratuiti.

Xbox Live: proteggere sicurezza e privacy di un account

Con oltre 80 milioni di console vendute nel mondo, Xbox rappresenta un fenomeno di massa tra il popolo dei videogiocatori. La possibilità di giocare online migliaia di titoli ha contribuito negli anni ad alimentare una consistente community di gamers iscritti alla piattaforma Xbox Live: anche in questo caso, però, è bene affacciarsi su questo universo videoludico con criticità e un occhio di riguardo verso i temi legati alla sicurezza e alla privacy.

Ricordandoci che tutte le nostre azioni e i dati personali potrebbero essere visti, condivisi e addirittura utilizzati da terzi. Giocare in maniera spensierata e serena si può: ecco una breve guida per conoscere tutte le impostazioni studiate da Microsoft per aiutare i videogiocatori a mantenere la propria privacy sulla piattaforma Xbox Live.

Usare la Xbox Live in sicurezza

Ogni account Microsoft Windows Live ID rappresenta la chiave di accesso per il mondo Xbox Live. Per queste ragioni è fondamentale che ogni account rispetti alcuni requisiti minimi di sicurezza necessari a ridurre il rischio legato a furti di identità, sottrazione di chiavi di accesso e utilizzi non autorizzati.

  • In fase di creazione di un nuovo account (o di modifica dello stesso attraverso il sito Microsoft) è indispensabile creare una password complessa, che renda difficile la codifica da parte di malintenzionati.
    Utilizzare combinazioni di lettere maiuscole e minuscole, numeri, caratteri speciali e segni di punteggiatura (come #, %, @, !, etc…) sono precauzioni che possono irrobustire notevolmente la sicurezza del nostro account. A questo indirizzo è possibile verificare il grado di robustezza della password in uso.
  • Utilizzare un nome utente e una password “esclusivi”, che non siano cioè comuni con altri account, siti web, servizi di posta o servizi in genere su internet, in modo da circoscrivere gli eventuali danni in caso di furto delle credenziali.
  • Aggiungere ulteriori verifiche di sicurezza al Windows Live ID. Per prevenire la perdita di user e password, o il furto delle stesse, Microsoft mette a disposizione degli utenti diverse modalità di recupero delle credenziali di accesso. Per attivare la procedura di reimpostazione dei dati, è necessario fornire preventivamente un indirizzo di posta valido o un numero di cellulare sul quale ricevere le nuove credenziali, impostare una domanda segreta con relativa risposta oppure identificare un computer attendibile con il quale collegare il proprio Live ID in modo permanente, senza alcuna richiesta di password all’accesso.
  • Accedere a Live ID solo dal proprio computer o dalla propria Xbox attraverso connessioni sicureAccedere a Live ID solo dal proprio computer o dalla propria Xbox attraverso connessioni sicure. Reti pubbliche e Wi-Fi non protette potrebbero compromettere la sicurezza dei dati.
  • Condividere informazioni personali solo se necessario. Il proprio Live ID dovrebbe essere condiviso solo con persone conosciute e fidate. Con altri videogiocatori, è buona norma non condividere il proprio nome reale, l’indirizzo di residenza o le coordinate geografiche del luogo in cui ci si trova, l’indirizzo e-mail o il numero di telefono, le password personali e ogni altro dato sensibile. In un ambiente di gioco sereno e rilassato è facile lasciarsi prendere la mano e abbassare la guardia di fronte a perfetti sconosciuti, specialmente se si presentano in modo cordiale e con modi affabili e gentili. Il consiglio è sempre il medesimo: fare sempre attenzione e non rivelare nulla della propria vita reale.
  • Impostare sempre una password per i profili Xbox Live. Il proprio gamertag corrisponde a un autentico “alter ego” e come tale deve essere protetto, specie se ci si trova a giocare con il medesimo gamertag su più console (ad esempio a casa di amici). Un profilo Xbox Live sprotetto consentirà a chiunque di collegarsi e assumere la propria identità videoludica.
  • Non cadere nel phishing. E-mail, sms, messaggi visualizzati durante il gioco, provenienti da altri videogiocatori o da un fantomatico team di Microsoft sono da valutare sempre con estrema attenzione. Richieste di dati di accesso, informazioni personali o generiche non devono essere mai prese in considerazione. La truffa è sempre dietro l’angolo e nessuno, nemmeno Microsoft stessa, è solita richiedere dati attraverso questi canali.

Gestire la Privacy dell'account Xbox Live

Gestire la Privacy dell’account Xbox Live

Effettuato l’acceso al proprio account Xbox Live (dal menù della console o attraverso il sito live.xbox.com, Impostazioni e preferenze, Impostazioni di privacy e online), è possibile impostare tutti i parametri stabiliti da Microsoft per proteggere la propria identità e i dati personali.

Per i bambini, inoltre, il team di Redmond ha previsto la possibilità di creare un profilo dedicato capace di limitare al minimo le possibilità di interazione con la community e preservare i più piccoli dai rischi della Rete. Per abilitare questa caratteristica, è sufficiente selezionare Impostazioni Privacy, quindi la voce Bambino. A questo punto verrà richiesta la creazione di un account Genitore che supervisionerà in tutto e per tutto l’account del minore.

Impostazioni delle attività

  • Modalità di gioco online (solo per account Bambino): consente di connettersi a Xbox Live e giocare con altri videogiocatori, siano essi amici o estranei;
  • Accettare richieste amico (solo per account Bambino): se bloccato, ogni richiesta dovrà essere vagliata dai genitori in via preventiva;
  • Acquisto (solo per account Bambino): abilita o vieta gli acquisti su Xbox Live;
  • Voce e testo: consente a tutti, solo agli amici o vieta a chiunque di comunicare con voce e messaggi di testo durante le sessioni di gioco;
  • Comunicazione video: consente di scegliere gli amici e le persone con cui condividere un flusso video durante il gioco (video Kinect e video chat);
  • Esplorazione Web: consente o blocca l’avvio di Internet Explorer e l’esplorazione del web attraverso la console.

Condivisione del profilo con i membri della community

  • Condivisione del profilo: consente a tutti, ai soli amici o a nessuno di visualizzare il profilo Xbox Live dell’utente, inclusi gli obiettivi, le informazioni personali e lo storico dei giochi;
  • Condivisione Kinect: le foto e i video acquisiti durante l’esecuzione di giochi Kinect possono essere caricati su siti web o servizi associati a KinectShare.com; è bene ricordare che tutti i materiali caricati possono essere scaricati, stampati e condivisi dalla community. Per chi è in cerca della massima privacy, si consiglia di bloccare questa voce;
  • Condivisione Social Network: permette o nega al profilo Xbox Live di pubblicare contenuti sulle pagine social network;
  • Storico giochi: permette a tutti, ai soli amici o a nessuno di visualizzare lo storico dei giochi e gli obiettivi dell’utente;
  • Stato online: permette di vedere quale applicazione è attualmente in esecuzione;
  • Stato video: permette di selezionare chi può vedere il titolo del video che si sta guardando mentre si è connessi a Xbox Live;
  • Lista amici: permette di selezionare chi può visualizzare la lista amici dell’utente: tutti, nessuno o solo gli amici;
  • Raccolta dati vocali: consente o vieta a Microsoft di raccogliere campioni di comandi vocali pronunciati mentre si utilizza Kinect. Tali informazioni vengono impiegate dai tecnici per migliorare il servizio di riconoscimento vocale;
  • Condivisione informazioni esercizi: permette all’utente di scegliere se e come le informazioni relative agli esercizi vengono condivise su Xbox Live. Questi dati possono essere visibili a tutti, ai soli amici, possono essere resi privati o disponibili esclusivamente offline.

Cosa fare in caso di furto dell'account di Xbox Live

Cosa fare in caso di furto dell’account

Il vostro account Xbox Live è stato violato? Qualcuno è riuscito ad accedervi e ha modificato user e password tagliandovi fuori dal vostro universo videoludico?

Per fortuna, Microsoft ha previsto anche queste spiacevoli eventualità fornendo una serie di contromisure da adottare in simili casi. Spese non autorizzate, messaggi popup che informano di accessi effettuati su altre console con il proprio gamertag, ripetuti errori di accesso sono i primi campanelli di allarme che dovrebbero spingere l’utente a un’immediata corsa ai ripari.

  • Cambiare subito la password: è sufficiente collegarsi all’indirizzo https://account.live.com e verificare di poter ancora accedere al proprio account Microsoft. In caso affermativo, è necessario cambiare la password e la domanda segreta.
  • Se non è possibile accedere all’account: dalla console Xbox visitare il sito xbox.com/profile/protection, accedere con il proprio account Microsoft e selezionare la voce Proteggi profilo, quindi modificare la password. A questo punto su tutte le console verrà richiesta la nuova password per poter accedere all’account personale.
  • Controllare il proprio conto: accedere al sito http://billing.microsoft.com e verificare che non vi siano acquisti sospetti. In ogni caso è bene verificare periodicamente gli addebiti, così come è buona norma farlo su un estratto conto della carta di credito o della banca.
  • Chiamare il supporto Xbox Live: qualora siano state riscontrate spese non autorizzate, non si possa modificare la password o non sia più possibile accedere al proprio profilo, è possibile contattare il servizio di supporto secondo le modalità elencate sul portale xbox.com.

Sicurezza. Proteggere una carta di credito Visa/Mastercard

Phishing, carte clonate, frodi, sottrazioni di password sono reati all’ordine del giorno in Italia e in tutto il mondo. Come è possibile operare in sicurezza e utilizzare senza grossi pensieri questi diffusi e comodissimi sistemi di pagamento? Come destreggiarsi tra le decine di tipologie di carte, sistemi di sicurezza, garanzie offerte dagli istituti bancari e fra le applicazioni di terze parti che promettono di aumentare la nostra sicurezza?

Ecco una guida pratica per conoscere tutto quello che c’è da sapere sulle carte di credito e sulle migliori strategie per effettuare pagamenti al riparo da occhi indiscreti, evitando che i nostri dati possano finire nelle mani di truffatori e criminali informatici.

Una carta di credito sicura: le soluzioni da scegliere

Partiamo da un semplice presupposto: portare con sé una carta di credito è comunque più sicuro che portarsi appresso la medesima quantità di denaro contante. Ogni carta, per sua natura, presenta una codici PIN o altri sistemi di sicurezza pensati per complicare la vita agli aspiranti ladri.

Sul mercato esistono un gran numero di carte, riconducibili a livello mondiale a pochissimi circuiti: eccezion fatta per American Express (poco usata in Italia e in Europa, diffusissima negli Stati Uniti), il mercato è monopolizzato da Visa e Mastercard. Entrambe offrono ai clienti diversi sistemi di sicurezza che devono essere accuratamente valutati nel momento in cui ci si accinge, presso la propria banca di fiducia, ad attivare una nuova carta di credito:

Carta di credito VisaPretendete un chip aggiornato: oltre alla classica banda magnetica di colore scuro, i microchip (di colore dorato) immagazzinano un codice di sicurezza che deve essere digitato dal cliente ogniqualvolta effettua un acquisto. Queste carte sono da preferire a quelle “vecchie” dotate di sola banda magnetica, utilizzate fino a qualche anno fa, che richiedevano unicamente la firma del titolare e l’esibizione di un documento (entrambi facilmente falsificabili).

Usate il 3D Secure: si tratta di un servizio anti-frode studiato dai circuiti internazionali Visa e Mastercard a tutela degli acquisti online. Una volta attivato, l’utente sceglie una password aggiuntiva che verrà richiesta all’atto di ogni acquisto (a seconda del circuito, si tratterà del codice Verified by Visa e SecureCode Mastercard). Durante ogni acquisto, una finestra popup chiederà il codice 3D Secure indispensabile per completare il pagamento in sicurezza.

Preferite le carte con fototessera del proprietario: per incrementare la sicurezza, alcune carte riportano oltre al nome anche la foto del legittimo proprietario. Un ulteriore strumento per combattere l’uso non autorizzato delle carte di credito.

Online,usate le carte virtuali o “usa e getta”: alcune banche forniscono ai propri clienti carte “virtuali” destinate agli acquisti all’interno di un numero limitato di negozi online, scelti dal cliente. Altre forniscono carte “usa e getta” con importi pre-caricati e spendibili in un’unica soluzione, a patto che corrisponda esattamente all’importo indicato dal cliente.

Tecnologia Near Field CommunicationLa Near Field Communication: questa tecnologia, ancora giovane e in rapida diffusione, consente di effettuare pagamenti “contactless” che non prevedono il diretto inserimento della carta all’interno di un POS. In questo modo si riducono i rischi di smarrimento della carta e di furto, lasciando al cliente soltanto l’inserimento del codice segreto necessario per autorizzare il pagamento.

La tecnologia NFC può inoltre essere implementata all’interno delle SIM card: in questo modo per effettuare un pagamento sarà sufficiente tenere in tasca il proprio smartphone e avvicinarsi al POS per connettere i due dispositivi.

Attivate le notifiche e alert via SMS o E-mail: molte carte forniscono all’utente un servizio di notifica in tempo reale (via SMS o e-mail) di tutte le spese effettuate. Molto utile per scoprire “in diretta” addebiti non autorizzati e procedere immediatamente al blocco della carta.

Pretendente un numero telefonico dedicato 24h/24 per bloccare le carte smarrite o sottratte: un servizio che ogni carta di credito dovrebbe prevedere e che ogni cliente dovrebbe utilizzare, anche soltanto in caso di dubbio.

Come acquistare online in sicurezza

È consigliabile fare acquisti su computer aggiornati e protetti

Una volta che avremo fra le nostre mani una carta di credito dotata di tecnologie e approcci alla sicurezza vincenti, dobbiamo accompagnare gli strumenti tecnici con il buon comportamento durante gli acquisti online.

  • Navigare solo con computer protetti e aggiornati: ogni computer o dispositivo mobile connesso alla Rete dovrebbe essere dotato di un antivirus, un firewall e una serie di software capaci di proteggere da malware e altre minacce informatiche. I sistemi operativi, inoltre, devono essere costantemente tenuti aggiornati per evitare la presenza di pericolose falle di sicurezza.
  • Fortunatamente il mercato pullula di software gratuiti e a pagamento che forniscono adeguata protezione da malware, troyan, tentativi di phishing e siti-fakeAvira Internet SecurityBitdefender Internet SecurityMcAfee Total ProtectionKaspersky Internet Security 2014Norton 360° sono solo alcuni dei software più diffusi per la protezione di computer, smartphone e tablet destinati ai pagamenti online
  • Non acquistare online se si è connessi a reti pubbliche o non protette: in questi casi non si sa mai quali altri computer o utenti malintenzionati potrebbero sorvegliare la rete. Meglio preferire connessioni sicure prima di immettere dati sensibili e confidenziali sulla Rete.
  • Digitare manualmente ogni indirizzo: se si desidera acquistare da un sito, evitare di aprirlo cliccando su link, messaggi postati sui social network o ricevuti via mail. Potrebbero puntare a pagine truffaldine: meglio digitarli manualmente nel browser.
  • Controllare l’URL della pagina: sui siti che prevedono l’immissione di dati riservati, controllare sempre con la massima attenzione che l’indirizzo corrisponda effettivamente a quello del sito cui si vuole accedere. Se nell’URL compaiono lettere e numeri disposti senza una logica specifica, o termini “strani”, probabilmente ci si trova di fronte a un tentativo di frode. In questo caso, evitare di inserire qualsiasi tipo di dato.
  • Aggiungere l’uso di software antiphishing. Per proteggersi dal phishing e dai siti creati ad hoc per carpire i dati delle carte di credito, McAfee Site Advisor rappresenta un utile e prezioso alleato. Il programma, gratuito, si affianca al browser utilizzato dall’utente comportandosi come un’assistente alla sicurezza: ogniqualvolta si cerca di aprire un sito giudicato poco sicuro o segnalato come possibile fonte di phishing, Site Advisor blocca l’apertura della pagina notificando la tipologia di rischio e suggerendo le opportune contromisure da adottare. Una barra degli strumenti dedicata consente inoltre di analizzare qualsiasi sito e ricavarne un esaustivo rapporto di sicurezza.
  • Prima di ogni pagamento verificare che si tratti di un sito sicuroVerificare, prima di ogni pagamento, la presenza del lucchetto nella barra del browser: gli ultimi standard di cifratura delle connessioni forniscono un buon livello di sicurezza durante le transazioni. L’assenza del lucchetto e della dicitura https:// indica che il sito trasmette le informazioni “in chiaro” e senza crittografia: meglio stare alla larga da queste pagine.
  • Usare una carta di credito separata per gli acquisti online: dato che la prudenza non è mai troppa, meglio essere prudenti e utilizzare una carta separata per gli acquisti sul Web, meglio se virtuale, “usa e getta” o prepagata. In questo modo, in caso di clonazione o sottrazione dei dati il ladro di turno non potrà intaccare l’intero conto corrente ma solo gli importi effettivamente caricati sulla carta.
  • Ignorare le richieste di dati pervenute via mail: nessun istituto bancario chiede ai propri clienti di fornire via mail o attraverso un sito la conferma di un numero di carta, del pin o dei dati personali. Ogni richiesta in tal senso, corrisponde a un tentativo di phishing.

Adottate queste precauzioni, è possibile acquistare serenamente con carta di credito tanto nei negozi online quanto in quelli reali. Per quanto il cybercrimine cerchi di tenersi al passo con le tecnologie, le banche e i colossi internazionali della moneta elettronica investono ogni anno cifre considerevoli per rafforzare i propri standard di sicurezza: la stragrande maggioranza delle truffe e delle clonazioni avviene per disattenzione dei clienti e per il mancato rispetto delle regole di buon senso qui sopra descritte.

Mettere in sicurezza e privacy un profilo LinkedIN

LinkedIn è un social network che dà visibilità al nostro profilo per facilitarci la ricerca di nuovi contatti di lavoro e opportunità professionali. Una vetrina per le nostre attività e competenze, che però, proprio mentre ci mette in mostra, può generare dei problemi di privacy. In questa guida, raccogliamo i consigli che il social network professionale ci offre per salvaguardare la nostra privacy in ogni fase della vita del nostro account. Se non diversamente indicato, tutte le impostazioni elencate possono essere configurate dalla pagina Privacy e Impostazioni.

ISCRIZIONE E ACCESSO

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Processo di verifica in due passaggi

Al momento dell’iscrizione, è possibile attivare il processo di verifica in due passaggi, che richiede all’utente di usare più di una sola forma di verifica per accedere all’account. Si tratta di una forma di protezione dell’account molto forte, che può ridurre notevolmente il furto di identità e di accesso non autorizzato alle informazioni sensibili.

Attivando questa opzione, ogni volta che cerchi di accedere da un dispositivo non riconosciuto dovrai fornire sia la tua password sia un codice numerico che sarà inviato via SMS.

Richieste di sicurezza durante i tentativi di login

Dopo essersi iscritti, è possibile che nei successivi login siano richieste alcune procedure per la sicurezza. Possono apparire per vari motivi, per esempio se accedi al tuo account da un luogo o un dispositivo inusuale, oppure se vengono rilevate delle attività web sospette. Ecco alcune richieste di sicurezza che potresti visualizzare:

  • Verifica email: sulla pagina di accesso, è possibile che ti venga chiesto di controllare di aver ricevuto un messaggio di LinkedIn sul tuo account email per verificare il tuo tentativo di accesso.
  • CAPTCHA:  sulla pagina di accesso, è possibile che ti venga chiesto di digitare i caratteri mostrati in un’immagine a video, che si chiama CAPTCHA.
Aggiungi un secondo indirizzo email

Aggiungi un secondo indirizzo email per accertarti che l’account non venga mai bloccato. La maggior parte delle persone aggiunge un indirizzo email di lavoro e uno personale. Questo fornisce un’importante risorsa in caso tu perda l’accesso al tuo principale indirizzo email (per esempio, se cambi lavoro e perdi l’accesso all’email lavorativa). Importante è che l’indirizzo utilizzato come alternativa non sia facilmente indovinabile o calcolabile in base al nostro nome, in quanto questo viene facilmente usato dagli hacker per ottenere la password di accesso al posto del legittimo proprietario.

Il profilo: cosa far vedere e cosa no

Una volta completata l’iscrizione e l’accesso, per gestire al meglio il proprio profilo è importante sapere innanzitutto chi può accedere e che cosa vedrà esattamente e in seguito le opzioni che conviene scegliere o modificare:

  • Il tuo profilo è visibile a tutti i membri che hanno effettuato l’accesso a LinkedIn.com. I membri di LinkedIn nella tua rete possono vedere il tuo nome e il tuo profilo LinkedIn. Se le tue impostazioni di contatto consentono messaggi InMail, determinati titolari di account Premium potranno visualizzare anche il tuo nome e il tuo profilo completi.
  • I membri al di fuori della tua rete possono vedere solo parzialmente il tuo profilo, senza il tuo nome.
  • Soltanto i collegamenti di primo grado e le persone a cui hai già mandato un’email e che ti hanno aggiunto ai propri Contatti LinkedIn possono visualizzare il tuo indirizzo email.
  • I collegamenti di terzo grado e i membri con cui condividi dei gruppi e che hanno account gratuiti vedranno solo il tuo nome, l’iniziale del cognome e la sezione superiore del tuo profilo quando effettuano una ricerca per parola chiave.
  • Se un membro effettua una ricerca per il tuo nome e cognome, può vedere il tuo profilo completo a meno che non lo hai bloccato.
Nascondi la tua mail

Non inserire il tuo indirizzo email, indirizzo o numero di telefono nel Riepilogo del tuo profilo. Eviterai che possa essere raccolto tramite software appositi da spammer e hacker.

Seleziona chi può vedere la tua foto (percorso: Privacy & Settings – Profilo)

Oltre ai destinatari dei  messaggi, è possibile scegliere a chi sarà visibile la tua foto profilo. Le opzioni tra cui scegliere sono: visibile ai propri collegamenti, alla rete o a tutti. Il nostro suggerimento è quello di far vedere la propria immagine solo alla propria rete, in modo che chi potrà visualizzare il nostro volto sia minimamente coinvolto con noi a livello professionale.

Attiva/Disattiva la diffusione della tua attività (percorso: Privacy & Settings – Profilo)

Quando questa opzione è attiva, vengono informati automaticamente tutti i tuoi contatti quando modifichi il tuo profilo, scrivi una segnalazione o segui un’azienda. Funzione che può essere utile per aggiornare i tuoi contatti su nuove attività e mansioni di lavoro, ma che si potrebbe desiderare nascondere per evitare di inviare aggiornamenti per ogni modifica del proprio curriculum. Dal punto di vista della sicurezza questa opzione è indifferente.

Seleziona chi può vedere il feed dell’attività (percorso: Privacy & Settings – Profilo)

Il feed dell’attività mostra le azioni che hai eseguito su LinkedIn. Puoi selezionare chi può vedere il feed della tua attività tra tutti, la tua rete, i tuoi collegamenti, solo tu. Vi suggeriamo di scegliere l’opzione la tua rete, sempre per trovare il giusto compromesso tra informazione e privacy.

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Seleziona chi può vedere l’elenco dei tuoi collegamenti (percorso: Privacy & Settings – Profilo)

Le opzioni sono: tutti, la tua rete, i tuoi collegamenti, solo tu. Suggeriamo di far vedere questo elenco solo ai propri collegamenti. Sarà comunque possibile vedere i collegamenti che hanno confermato le tue competenze e i collegamenti in comune. Se non vuoi che le conferme di competenze siano visibili,  puoi scegliere di non mostrarle andando su Modifica profilo, scorrere verso il basso fino alla sezione Competenze e conferme e cliccare sull’icona Modifica. Clicca sul link Gestisci conferme di competenze. 

Disattiva i profili correlati (percorso: Privacy & Settings – Profilo)

Per disattivare questa funzione, basta togliere il flag da: Visualizza il modulo “Gli utenti che hanno visualizzato questo profilo hanno anche visualizzato…”. Vi suggeriamo di farlo per limitare l’incrocio dei vostri dati.

Modifica le impostazioni del profilo pubblico (percorso: Privacy & Settings – Profilo)

Quando le persone ti cercano sui motori di ricerca, possono accedere al tuo Profilo pubblico su LinkedIn. Per controllare le informazioni del profilo che appaiono nei risultati di ricerca pubblica, puoi modificare le impostazioni e scegliere tra diverse opzioni. Di default, LinkedIn rende visibili pubblicamente molte informazioni (come si vede nella foto affianco, tutti i dettagli del nostro curriculum), che l’accesso a queste impostazioni ci permette invece di definire in modo dettagliato.

Gestire i contatti in sicurezza

Seleziona le informazioni che gli altri vedono quando visiti il loro profilo (percorso: Privacy & Settings – Profilo)

Puoi scegliere quali elementi del tuo profilo vedranno gli altri account che visiti. Le opzioni sono:

  • Il tuo nome e sommario (consigliato)
  • Informazioni anonime del profilo, ad esempio settore e qualifica
  • Anonimato completo

Consigliamo di scegliere il completo anonimato, per poter navigare in tranquillità fra i profili.

Collegati soltanto a persone che conosci e di tua fiducia

Collegati solo con altri professionisti che conosci e di cui ti fidi abbastanza per condividere il tuo indirizzo email personale.  I profili di LinkedIn sono destinati ad essere utilizzati solo da persone fisiche e dovrebbero essere creati solo con il vero nome e cognome. Divulgare il tuo indirizzo email a un gruppo di persone anonimo può aumentare le probabilità di ricevere messaggi indesiderati. Se ti è successo, hai sempre la possibilità di rimuovere un collegamento in qualsiasi momento.

Seleziona i tipi di messaggi da ricevere – percorso: (Privacy & Settings – Comunicazioni)

Se non vuoi ricevere messaggi InMail e OpenLink dai membri che non sono dei collegamenti, seleziona i tipi di messaggio che vorresti ricevere dalla pagina delle Impostazioni. Le opzioni sono Solo Presentazioni e messaggi InMail (Consigliato) o Solo Presentazioni. In questa sezione, si possono definire anche le opportunità per cui essere contattato (opportunità di carriera, richieste di parere da esperti, offerte di consulenza ecc….)

Seleziona le persone che possono inviarti gli inviti (Privacy & Settings – Comunicazioni)

E’ possibile definire chi può invitarci a entrare in contatto, scegliendo tra le opzioni Qualsiasi utente su LinkedIn , Solo utenti che conoscono il tuo indirizzo email o che compaiono nel tuo elenco “Contatti importati” (ve lo consigliamo), Solo utenti che compaiono nel tuo elenco “Contatti importati”.

Disattiva le notifiche relative alle adesioni ai gruppi (percorso: Privacy & Settings – Gruppi, Aziende e Applicazioni)

Se partecipi a dei gruppi, questa impostazione ti permette di evitare che al momento dell’iscrizione sia pubblicato un aggiornamento sulla tua rete ogni volta che ti iscrivi a un gruppo il cui proprietario ha abilitato questo tipo di notifiche. Questa scelta è puramente personale.

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Blocca i fastidiosi senza aspettare

Vai al profilo della persona che vuoi bloccare e seleziona Blocca o segnala dal menu a discesa nella parte superiore del riepilogo del profilo. Dopo aver bloccato una persona, le vostre precedenti visualizzazioni dei rispettivi profili scompariranno dalle vostre sezioni Chi ha visitato il tuo profilo?

Disattiva la condivisione applicazioni di terzi – (Percorso: Privacy & Settings – Gruppi, Aziende e Applicazioni)

Queste impostazioni di permettono di definire se condividere o meno i tuoi dati (incluse informazioni di base del profilo e di contatto) con applicazioni terze. Consigliamo di disattivare del tutto questa opzione.

Comunicazioni LinkedIn  (Privacy & Settings – Comunicazioni)

Gestisci due impostazioni per decidere se ricevere inviti e messaggi da partner di LinkedIn  o per partecipare a ricerche:

  • Attiva/disattiva gli inviti per partecipare alle ricerche
  • Attiva/disattiva i messaggi InMail dei partner

Come disiscriversi

Puoi chiudere il tuo account LinkedIn dalla pagina Privacy & Impostazioni:

  • Posiziona il cursore del mouse sulla tua foto nella parte superiore destra della tua home page e seleziona Privacy & Impostazioni
  • È possibile che ti venga richiesto di effettuare nuovamente l’accesso al tuo account per poter accedere alle impostazioni.
  • Clicca sulla scheda laterale Account accanto all’icona a scudo nella parte inferiore sinistra della pagina
  • Sotto la sezione Link utili, seleziona Chiudi il tuo account