19 Ottobre 2025
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WordPress vulnerabilità in WP-RecentComments plugin

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Una vulnerabilità è stata scoperta nel WP-RecentComments plugin per WordPress, che può essere sfruttata da malintenzionati per condurre attacchi di tipo SQL injection.

L’input passato tramite il parametro “id” a index.php (quando “action” è impostato su “rc-content”) non viene validato correttamente prima di essere utilizzato in una query SQL. Questo può essere sfruttato per manipolare le query SQL iniettando codice SQL arbitrario.

La vulnerabilità è stata confermata nella versione 2.0.7. Altre versioni potrebbero essere colpite.

Al momento non ci sono aggiornamenti del plugin da parte dell’autore.

Cosa fare

Al momento si può solamente editare direttamente il codice ed inserire un controllo dell’input. Ma bisogna conoscere attentamente tutto il codice del Plugin, in caso contrario è meglio disattivare il plugin e cancellarlo dal server fino ad avvenuto upgrade dell’autore.

Hai problemi con il tuo WordPress o con i tuoi plugin e la sicurezza? Chiedi senza problemi

Aprire una pagina Facebook aziendale – Guida completa

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Aprire una pagina Facebook aziendale è facile quanto divertente, nonchè enormemente di moda, visto che Facebook sembra essere ormai elemento imprescindibile di una corretta presenza sui social media. Altrettanto facile ma meno gratificante, però, il vedere poche persone sulla nostra pagina, e un flusso di utenti che rimane sempre piuttosto basso, nonostante tutta la buona volontà. Vediamo insieme come creare e diffondere non solo una pagina Facebook di successo, ma che porti risultati economicamente validi, perchè il nostro sforzo venga premiato.

Ottenere fan alla pagina aziendale

Invitate gli amici
Iniziate dal passo più semplice. Ognuno di noi ha un certo numero di amici e colleghi di lavoro iscritti a Facebook, e la piattaforma consente di invitare i propri contatti a diventare fan, ovvero a cliccare sul fatidico “Mi piace” nella nostra pagina. Possiamo farlo cliccando su “Edita Pagina” – Risorse – Dillo ai tuoi Fan”. E’ possibile sfruttare l’opzione “Aggiungi un file di contatti” ovvero un elenco CSV di mail, non superiore ai 5000 record, i cui proprietari verranno automaticamente invitati a seguire la nostra pagina.

Il Facebook LikeBox, uno dei principali strumenti per ottenere Like alla propria pagina
Il Facebook LikeBox, uno dei principali strumenti per ottenere Like alla propria pagina

E’ possibile anche aggiungere i contatti della propria webmail, unica eccezione l’inbox Gmail, che non viene supportata, e per la quale è necessario passare attraverso la creazione del file CSV. Tenete ben presente che alcuni contatti diventeranno fan, altri invece no, perchè non saranno interessati. In questo caso non cadete nella tentazione di inviare un invito più volte, o fatelo solo se offrite un qualche tipo di bonus, o di vantaggio. Ma evitate di diventare ripetitivi e noiosi. Allo stesso tempo, inserite un link in fondo a ogni mail lavorativa che inviate. Sembra una soluzione di poco conto, ma può portare molti più iscritti di quanti immaginate.

Aggiungete un Like Box sul vostro sito
Altro elemento fondamentale, se disponete di un sito internet aziendale, è sicuramente quello di pubblicare un box di Facebook integrato attraverso il quale i vostri lettori/clienti possono diventare fan delle vostre pagine. Per farlo andate su “Edita pagina – Risorse – Usa i Plugin Social – Like Box”. Completate le opzioni a disposizione e richiedete il codice. Una volta incollato in una qualsiasi parte del vostro sito, il gioco è fatto. Pubblicatelo nella pagine del vostro portale, ma non solo in home page: anche nelle pagine interne e nelle landing page che usate per le campagne pubblicitarie.

Parte 2 – Aggiornare la pagina Facebook

Potreste pensare che per ottenere molti iscritti la carta vincente sia quella di invitare molti amici, e diffondere continui link alla pagina. Errore. Il modo migliore in assoluto è quello di aggiornare la pagina con contenuti realmente interessanti. Fate questo e i vostri fan aumenteranno senza che dobbiate fare qualcosa in particolare. Vediamo come aggiornare al meglio un pagina Facebook

Ottenete uno username unico
La prima cosa che dovete fare è qualla di sostituire quella lunga serie di cifre che identifica la vostra pagina Facebook nella barra degli indirizzi, con un testo più accattivante e che vi aiuterà anche a livello di posizionamento sui motori di ricerca. Utilizzate l’apposita funzione di Facebook. Ricordate che una volta impostato un nome, non lo potrete più modificare nè trasferire ad un’altra pagina, quindi accertatevi di essere loggati non con il vostro profilo personale, ma con la pagina Business: potete eseguire il passaggio dall’account personale alla pagina in ogni momento cliccando a destra su “Loggati come Profilo/Pagina”.

Informazioni complete sulla vostra azienda
Non lasciate la vostra pagina incompleta. Completate tutti i campi, con tutte le informazioni possibili, aggiungete foto, immagini del profilo, interessi e se avete un blog o sito aziendale ovviamente linkatelo, aggiungendo da subito del contenuto originale prelevato dal vostro portale.

Il sondaggio è un ottimo approccio per l'interazione con il cliente
Il sondaggio è un ottimo approccio per l’interazione con il cliente

Linkate anche gli altri
Non siate accentratori. La pagina Facebook consente di linkare altri siti: citate siti di partner, fornitori o clienti particolarmente fedeli, e darete un senso di completezza alla pagina che renderà gli utenti molto più fiduciosi e felici. Cercate di linkare non tanto altri siti aziendali, statici per quanto ben fatti, ma articoli, dossier, notizie dei partner che abbiano un senso.

Fate domande
Una cosa che ha sempre avuto molta presa sugli utenti sono le domande e i sondaggi. Facebook dispone di un sistema molto avanzato per i poll. Chiedete spesso consigli e suggerimenti sui vostri prodotti e servizi, ma anche argomenti correlati. Non limitatevi solamente a chiedere “Vi piacciono le soluzioni delle nostre polizze assicurative?”, aprite la mente e chiedete anche. “Vi sentite più sicuri a casa vostra, in ufficio o a casa dei vostri genitori?”

Aggiornamenti Personali
Le considerazioni personali aggiungono un tocco di originalità e di calore alla pagina. Non scadete nell’informare i vostri clienti che la pizza vi è venuta male, non interessa a nessuno e potete farlo nel vostro account personale. Ma potete citare un libro che state leggendo, una cosa che avete imparato sul lavoro o su quali progetti state lavorando. Un consiglio personale: moltissimi su Facebook vengono presi da una sorta di mania filosofica, e cominciano a postare aforismi e frasi. Fatelo solo se siete per natura così, ma non forzate e non assumete atteggiamenti che nella vita reale non avreste.

Rispondete ai commenti
Ci sono pagine di aziende anche importanti, stracolme di domande di utenti lasciate completamente ignorate. Il contatto con il pubblico è fondamentale, per questo parlate, rispondete con calma e completezza alle domande, e se vi vengono posti consigli o critiche, non censurate il commento e non mettetevi sulla difensiva. Ringraziate del contributo e fatene tesoro, includendo fra le risposte ciò che voi pensate di dover fare per migliorare.

Integrate Facebook con gli altri social
Un’altra mossa vincete sta sicuramente nell’integrare più social con Facebook, il che rende anche più semplice la gestione delle informazioni, con la pubblicazione simultanea di più aggiornamenti e notizie.

Innanzitutto potete integrare qualsiasi cosa dal vostro sito/blog tramite i Feed RSS: se non avete un blog e volete aprirlo, potete scegliere Networked Blog, dove basta loggarsi a Facebook con il proprio account, registrare il vostro blog e completare il processo di iscrizione. Qualsiasi cosa verrà pubblicata su questa piattaforma, oppure solo determinati post o categorie, verrà condiviso immediatamente.

Facebook permette altresì una completa integrazione con Twitter, permettendovi di scegliere quali aggiornamenti dovranno essere condivisi come Tweet presso i vostri follower. Per quanto riguarda LinkedIN, non esiste attualmente la possibilità di pubblicare risorse direttamente da Facebook, e quindi vi suggeriamo prima di collegare, come appena spiegato, Facebook con Twitter, e poi di andare nel vostro account LinkedIN e aggiungere l’applicazione Tweets, in modo da utilizzare Twitter come ponte di comunicazione. Il neo-arrivato Google Plus si integra alla perfezione con gli account personali, ma non con le pagine. In questo caso conviene operare su Facebook, aggiungendo la tab di Google Plus fra le applicazioni installabili.

Parte 3 – I contenuti speciali

Concedere solo ai fan della pagina contenuti speciali. Il migliore turbo per la pagina Facebook
Concedere solo ai fan della pagina contenuti speciali. Il migliore turbo per la pagina Facebook

Ottenuti i primi iscritti, e creato un flusso di contenuti interessanti, siamo certi che i vostri fan stiano aumentano considerevolmente e in modo spontaneo. Ma ecco un’altra mossa decisiva, le Reveal Tabs. Si tratta di informazioni, testuali o grafiche, che sono visibili solamente a coloro che hanno già cliccato sul Like della nostra pagina. Obiettivo di questo approccio è quello di offrire contenuti esclusivi solo ai fan, il che può drasticamente aumentare il numero di persone che si abboneranno alla pagina.  PageModo  è indubbiamente la migliore applicazioni da usare per creare contenuti riservati.

Nel caso di Pagemodo abbiamo un editor visuale che permette di creare grafiche abbastanza accattivanti senza conoscere l’html. Si deve poi incollare il codice nella propria pagina, il che è assolutamente gratuito, oppure creare una nuova pagina direttamente da Pagemodo, il che richiede l’abbonamento al pacchetto Pro (circa 10 euro al mese).

North Social è un servizio a pagamento, circa 15 euro al mese, ma ragiona in modo diverso. Il tool Fan Offer inizia a collegarsi direttamente con la pagina di Facebook e permette di lavorare direttamente nell’account senza dover copia/incollare nessun codice. L’applicazione è basata su aree di lavoro molto intuitive, la prima che racchiude la parte pubblica, l’altra dove possiamo posizionare gli elementi solo per i fan. Possiamo quindi creare l’invito ad un sondaggio molto accattivante, e ripetere lo stesso sondaggio, stavolta con la possibilità di rispondere e di visualizzare le statistiche o i commenti, solo a coloro che avranno cliccato sul Like. Se volete preparare le immagini sappiate che le dimensioni di lavoro sono di 520×800 pixel.

Parte 4 – L’e-commerce su Facebook

Sebbene sia meglio utilizzare Facebook per quello che è, ovvero una piattaforma per la discussione e il confronto personale possiamo aggiungere un e-commerce nella nostra pagina, che, se abbinato ad una corretta gestione dell’utenza, può portare buoni frutti. La prima applicazione che ci viene in aiuto è StoreFront da usarsi se avete già un e-commerce avviato sul web.

StoreFront permette di aprire un e-commerce completo su Facebook
StoreFront permette di aprire un e-commerce completo su Facebook

In questo caso, infatti, StoreFront, una volta registrati, mette a disposizione una piattaforma su cui importare i prodotti manualmente, via feed XML o foglio CSV. Ovviamente tutti i prodotti sono condivisibili su ogni social network. A livello di costi siamo sulla settimana di prova gratuita, poi possiamo scegliere fra il piano base, che però non include l’import via XML nè tool particolarmente potenti per l’acquisto direttamente su Facebook, mentre la versione più completa permette un acquisto intermente basato su Facebook, oltre all’integrazione con Amazon, un negozio su eBay o Etsy.

Statistiche
Facebook Insight
dà una relazione dettagliata di quello che succede sulla pagina. Si tratta di una funzione che può essere curiosa se creiamo una pagina per gli amici, fondamentale se la pagina ha uno scopo di Business.  Il servizio è una funzione gratuita e nativa di Facebook, che permette di controllare quantità di utenti, post più letti, commenti, tempo trascorso sulla pagina e comportamento.

Conclusione – Con gli strumenti in mano possiamo veramente usare Facebook per fare Business. Ma è necessario avere il giusto atteggiamento che a mio parere si racchiude in tre punti. Primo: informatevi. Leggete anche altre guide, scritte da giornali o utenti. Secondo: partecipate sinceramente, il che significa, come accennavo prima, mostrare i propri prodotti per quello che sono, e noi stessi per quelli che siamo. Non atteggiatevi a filosofi o esperti di ciò che non siete perchè non funziona. Terzo: siate umili.  Se non sapete qualcosa studiate, se un commento su un servizio non è positivo controllate e migliorate, se gli utenti vi chiedono una cosa cercate di accontentarli e Facebook diventerà un potente strumento per il vostro Business.

Roberto Trizio

Sicurezza informatica aziendale. Le sfide viste da G Data

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Fabrizio Testa, Country Manager G Data Italia
Fabrizio Testa, Country Manager G Data Italia

La GData è un’azienda di sicurezza capace di conquistare una buona fetta di mercato, e di proporsi come autorevole punto di vista specie per l’alta efficacia delle sue soluzioni informatiche. Fabrizio Testa, Country Manager G Data Italia, spiega gli attuali pericoli informatici per le imprese, e come dovrebbero essere inserite delle nuove misure di sicurezza aziendali per la protezione dei dati.

Iniziamo con una domanda fondamentale per un’azienda. Cosa diresti ad un Responsabile Acquisti, per convincerlo che investire nella sicurezza della sua azienda è una scelta da non rimandare?

La sicurezza informatica va affrontata in maniera strategica, spostandola da puro costo a fattore di produttività. Deve essere concepita in modo evolutivo in cui di fondamentale importanza è la capacità di gestire in maniera integrata l’ambito fisico e quello logico. La governance deve essere tale da definire in maniera esplicita le regole per l’intera struttura: periferiche, applicazioni, contenuti e tempistiche.

Quali sono le nuove sfide a livello di protezione informatica?

Nei nostri laboratori la ricerca si concentra principalmente sul comportamento (behavior) di file e programmi sospetti, così da affiancare alla classica protezione reattiva la più moderna proattiva ­ basata esclusivamente sull’analisi del codice. G Data ha raggiunto un livello di sicurezza costante superiore al 99 % proprio applicando questo modello su tutti i livelli di protezione, in particolare sulla protezione web dove il tempo per classificare un sito malevolo è estremamente ridotto e non si hanno a disposizione elementi pregressi per definirlo con certezza. Il recente riconoscimento da parte di Virus Bulletin sulle nostre soluzioni per Windows Server 2003 dimostra che è stata imboccata la strada giusta.

Quali sono le tecnologie aziendali attualmente più esposte a rischi?

I programmi di messaggistica istantanea, ad esempio. Se da un lato oggi non si può prescindere dall’utilizzo di queste applicazioni, dall’altro occorre tenere in considerazione che occorrono rimedi specifici al fine di non by-passare completamente il gateway aziendale e i relativi programmi di sicurezza. Anche l’utilizzo di periferiche che entrano ed escono dalla rete aziendale, possono banalmente annullare l’effetto del firewall, sia esso di tipo fisico o logico.

Perché un Antivirus Base, non è sufficiente per una azienda?

Per molti anni si è pensato alla sicurezza informatica come ad una struttura a 3 livelli:
a) antivirus per il malware proveniente dall’esterno,
b) firewall per il controllo dei pacchetti entranti ed uscenti
c) plugin per i programmi di posta elettronica.

Queste barriere, anche se assolutamente necessarie, non forniscono soluzioni per problematiche interne alla rete, protezione (salvaguardia) dei dati, produttività e certezze legali. Per questo tipo di problematiche occorrono programmi/prodotti in grado di proteggere gli endpoint (all’interno della rete) e le periferiche in mobilità (fuori dalle rete aziendale).

Per una azienda, ci sono dei rischi di sicurezza dietro all’uso di connettività WIFi, infrastrutture Mobile, Social network, Cloud Computing? Come dovrebbe proteggersi?

Anche se sono tra loro rischi molto diversi, è possibile trovare un comune denominatore: contaminazione. Ognuna delle voci citate nella domanda interagisce con le altre. Le possibile soluzioni vanno dalla protezione specifica per cellulari/tablet a moduli come il nostro PolicyManager pensato espressamente per controllare social network ed altri ambienti di rischio.

Roberto Trizio

Il Notebook di Elìte arriva da HP

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Elegante Design e tastiera comoda per l'HP EliteBook
Elegante Design e tastiera comoda per l’HP EliteBook

L’HP EliteBook è un notebook business dal design molto elegante e sottile e che unendo una suite di software business imponente, una lunga durata delle batterie, e delle performance di buon livello, si candida ad essere una delle migliori scelte in ambito di Hardware Business.Vediamone insieme caratteristiche e dettagli.

Design – L’HP EliteBook brilla nella sua veste di alluminio scintillante, con il solo logo della HP dietro allo schermo e senza nessun ulteriore fronzolo, il che conferisce al pc un aspetto elegante ma molto sobrio. Anche all’interno l’alluminio domina la scena mettendo però in giusto risalto la tastiera, formata da tasti nerissimi e luccicanti.

Buona e comoda la posizione delle freccette e del touchpad.  Ma non si tratta solamente di bellezza: i materiali di cui è composto l’EliteBook sono testati per ridurre al minimo le vibrazioni, per attutire i colpi e sopportare le temperature che possono nascere da un uso prolungato del dispositivo. Lo schermo è contornato da un leggero rilievo plasticato che ha lo scopo di proteggere il display dalla polvere.

Tastiera e Touchpad– I tasti dell’EliteBook sono molto comodi da schiacciare, rispondono con la giusta sensibilità e sono ben separati gli uni dagli altri e dunque gli errori di digitazione sono drasticamente ridotti. Le freccette sono posizionate in basso a destra e sono abbastanza comode, anche se i numeri sono posizionati in fila in alto, mentre è ovvio che un tastierino numerico sarebbe stato perfetto. La tastiera è retroilluminata da un led posizionato centralmente che in situazione di oscurità illumina abbastanza bene tutto quanto. Sopra troviamo il bottoni di accensione, di attivazione WiFi e di avvio di Internet Explorer. Sulla destra i regolatori del volume.

Il Touchpad dell’EliteBook è tendenzialmente piccolo, anche perchè è contornato da due bottoni per cliccare relativamente più grandi. Tuttavia, la sensibilità al tocco è veramente ottima: muovere il mouse è molto facile e comodo, lo scrolling delle pagine funziona a meraviglia e selezionare una porzione di testo è stato piuttosto veloce. Di norma è disponibile solo lo scrolling e lo zoom con due dita, ma nel pannello di controllo si possono attivare le opzioni di rotazione, per esempio di una immagine, con due dita e lo zoom a tre dita, che rendono questo touchpad veramente un surrogato perfetto del mouse fisico.

Un bottoncino posizionato fra le lettere G, H e B della tastiera, anch’esso utile per muovere il mouse mentre si sta scrivendo, risponde velocemente, anche se ha una precisione leggermente minore e molte volte non basta, costringendo l’utente a ricorrere al touchpad.

La tastiera a tasti distanziati e confortevoli dell'HP EliteBook
La tastiera a tasti distanziati e confortevoli dell’HP EliteBook

Porte e Webcam – La parte destra dell’EliteBook ospita una entrata USB, un lettore di memory card, una porta Express Card, l’entrata per microfono e cuffia, e un connettore per stampanti della serie HP Docking Station. Sulla sinistra troviamo invece un masterizzatore DVD, l’entrata per il modem, un jack per la linea Ethernet, e altre due porte USB 2.0 oltre ad una porta per dispositivi VGA. Peccato che non supporti la versione 3.0, la più veloce, dell’USB. La Webcam da 720 pixel è risultata abbastanza buona, con una immagine piuttosto luminosa e una soddisfacente qualità dei dettagli, durante una chiamata con Skype, per esempio, abbiamo notato una buona qualità del video con poche sbavature.

Buone le Performance dell'EliteBook, e la dotazione di porte sui lati
Buone le Performance dell’EliteBook, e la dotazione di porte sui lati

Display e Audio – La cosa migliore del display dell’HP EliteBook da 2560pixel e da 12.5 pollici è sicuramente la sua ottima visibilità sia all’interno che all’esterno. Usandolo in una giornata soleggiata è molto più abbordabile che con altri schermi, il che ci è molto piaciuto. Le immagini sono molto brillanti, anche se all’inizio possono essere necessari alcuni aggiusti a livello di risoluzione. Addirittura sono stati presentati dei modelli di EliteBook da 1 miliardo di colori

Gli speaker audio sono posizionati frontalmente e sono veramente forti se rapportati alle misure del portatile. Abbiamo provato a vedere un film, e i dialoghi degli attori, anche sussurrati, si sentono piuttosto bene. Attenzione a non alzare troppo il volume, perchè altrimenti il suono si distorce sgradevolmente e diventa “bombato”.  Per migliorare ulteriormente le prestazioni potete divertirvi a settare l’SRS PRemium Sound Control Panel, che permette di regolare diverse variabili di suono.

Performance – L’HP non ha voluto compromessi in nessuna parte dell’EliteBook. La linea Intel Core 2 Duo è pensata per offrire il massimo delle prestazioni ed effettivamente la velocità di esecuzione dei software, anche impegnativi come PhotoShop o editing video, è pienamente soddisfacente. Abbastanza buona la scheda grafica, che offre delle prestazioni accettabili e che è adatta a qualsiasi lavoro che rientri nelle normali attività d’ufficio, ma che  purtroppo non riesce ad eseguire alla perfezione delle animazioni 3D : qualora le si richieda un lavoro troppo elevato, inizia a diminuire drasticamente la qualità dell’immagine.

La capacità di memorizzazione dei dati è affidata al classico disco rigido HP da 250GB, il che ci sembra uno spazio più sufficiente, ma se desiderate portare in giro il vostro EliteBook per un utilizzo mobile vi suggeriamo di scegliere i modelli che hanno in dotazione il disco a stato solido da 80GB, con meno spazio, sicuramente, ma con delle sofisticate tecnologie antishock e antirumore, che rendono veramente difficile la rottura dell’hardware o la perdita dei dati.

Verdetto – L‘HP EliteBook è un notebook Business è sicuramente un gigante quanto a design, a qualità dei componenti e alla resistenza ai colpi e al tempo. In fase di acquisto il prezzo può variare moltissimo a seconda delle scelta di aggiungere o meno una scheda grafica dedicata, che vi suggeriamo di scegliere solo se dovete eseguire 3D o disegni CAD. La brillantezza dello schermo è soddisfacente e la visibilità anche all’esterno ci permette di suggerire questo prodotto per il lavoro mobile senza alcun dubbio. Gli utenti Business poi troveranno estremamente comode le dotazioni software di HP per il lavoro, dimostrate nella comparazione fra più WorksStation Elitebook sul sito HP il tutto unito ad una durata della batteria accettabile e ad un calore che non aumenta mai oltre i limiti di guardia. Il tutto fa dell’HP EliteBook e delle sue varie versioni un prodotto veramente adatto agli utenti Business.

 

 

 

 

Risparmiare sul cellulare aziendale con il VoIP

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Se utilizzate il cellulare per scopi di Business, e parlate spesso con clienti, fornitori e partner, vi sarete accorti quanto le ricariche telefoniche durino poco. E quel che è peggio, è che mentre prima si telefonava prevalentemente apparecchi fissi, ora è il numero mobile a farla da padrone, con diversi operatori a disposizione, il che rende veramente difficile trovare una tariffa conveniente che possa salvare il portafoglio.

Per fortuna i moderni cellulari e smartphone sono ampiamente dotati di connessione WiFi, e questo ci consente di sfruttare le meraviglie del protocollo VoIP, una tecnologia di comunicazione ormai abbastanza diffusa, che veicola i dati su internet anzichè sulle normali linee telefoniche, con prezzi decisamente più bassi. Vediamo insieme i principali software VoIP per cellulare dal miglior rapporto qualità/prezzo.

Il logo di Line2, applicazione VoIP per Smartphone
Il logo di Line2, applicazione VoIP per cellulare

Toktumi Line2 – E’ una applicazione mobile per sistemi Android e iOS che permette di effettuare e ricevere chiamate ed sms con il VoIP, che di recente ha fornito anche una versione per iPad. L’applicazione è veramente molto semplice da installare e usare, in fase di registrazione viene assegnato ad ogni nuovo utente un numero di telefono, diverso però da quello che già si possiede, e all’utente viene chiesto di inserire un altro numero a cui inoltrare le chiamate, qualora si riceva una telefonata e l’applicazione sia chiusa.

Alla prova dei fatti  non ho avuto problemi ad eseguire chiamate, mentre per quanto riguarda la ricezione, è capitato che qualche volta, nonostante l’app fosse normalmente aperta, la chiamata venisse comunque inoltrata al numero secondario, piccolo difetto. A livello di qualità del suono invece, sia in uscita che in entrata, la voce dell’interlocutore si sente forte e chiara, nessun disturbo e nessun problema di ritorno come succedeva alle prima applicazioni VoIP. Quanto a qualità, quindi, non c’è alcuna differenza con una normale telefonata.

Costi: Line2 costa 8 euro al mese, per telefonate illimitate , anche in modalità conference call,  e messaggi, se si utilizza negli Stati Uniti e nel Canada, poco di più se si chiama da un paese diverso. Il prezzo sale a circa 12 euro se vogliamo usarlo anche da computer. Molto gradita la versione di prova gratuita, della durata di 7 giorni.

Truphone E’ una applicazione dedicata alle chiamate internazionali verso gli Stati Uniti, l’Inghilterra e l’Australia, dove le tariffe sono piuttosto convenienti. Attenzione perchè le telefonate effettuate all’interno dello stesso paese sono invece più costose che con un normale telefono, usiamo quindi Truphone solo e sempre per telefonate all’estero. Positivo il fatto che una telefonata fra un cellulare con Truphone e un altro dispositivo dotato di una applicazione VoIP simile, anche Skype o Google Voice, siano completamente gratuite. Sfortunatamente la qualità della chiamata non può essere considerata completamente soddisfacente, per via del suono troppo basso e di un leggero ritorno che disturba la conversazione.

Costi: Truphone costa circa 13 euro al mese, per chiamare fissi e cellulari. Se paghiamo altri 5 euro, possiamo attivare l’opzione di ricezione delle chiamate. Purtroppo non abbiamo nessun periodo di prova  a disposizione.

Il celebre sistema VoIP, Skype, nella sua versione Mobile
Il celebre sistema VoIP, Skype, nella sua versione cellulare

Skype –  E’ il simbolo, appena acquisito da Microsoft, del VoIP. La stragrande maggioranza degli utenti ha conosciuto questa tecnologia con questo marchio e nemmeno con il cellulare Skype si smentisce. Il servizio offre degli strumenti di comunicazione completi e avanzati, fra cui la possibilità di gestire utenti multipli, aggiungere funzioni a seconda delle esigenze ed avere un report delle telefonate e del credito consumato. Skype offre in questo senso, diversi piani di funzioni che partono dal profilo del singolo manager fino a livello enterprise, assieme a conference call e alla vendita online di adattatori e kit vivavoce per qualsiasi marca. Nessun problema di compatibilità visto che Skype si integra perfettamente con Android, BlackBerry, iPhone, iPad e Symbian.

E’ delicato il processo di impostazione del programma, sia perchè con tutte queste funzioni è necessario mettersi un pò di impegno per prendere il controllo dell’applicazione, sia perchè per avere la possibilità di effettuare chiamate ad ogni numero, fisso e mobile, oltre a poter ricevere chiamate da qualsiasi telefono, è necessario aggiungere una sull’altra diversi addon.  Vi conviene quindi evitare di installare tante piccole funzioni con tanti piccoli costi che poi, cumulativamente, possono farvi spendere troppo. Meglio acquistare un singolo piano che sia omnicomprensivo. La qualità della telefonata e buona, anche se dobbiamo lamentare un ritardo di risposta di circa 4/5 secondi.

Costi: come da tradizione, chiamate, messaggi e trasferimento file verso altri utenti Skype è del tutto gratuito. Illimitate telefonate a fissi e cellulari partono da un prezzo di 3 euro al mese, oppure potete pagare 2,3 centesimi al minuto, oltre ad un costo forfettario per la connessione. Avere un numero per ricevere telefonate costa 18 euro per tre mesi, o 60 euro per un intero anno.

L'app Google Voice in azione su Iphone
L'app Google Voice in azione su Iphone

Google Voice E’ il sistema di telefonia alternativo del celebre motore di ricerca. Inizialmente poteva essere utilizzato attraverso la posta elettronica Gmail, dove era possibile installare un addon compatibile con Windows, Linux e OSX ed eseguire delle chiamate a qualsiasi numero. In caso di una telefonata in arrivo, si illuminava la Chat di Gmail ed era possibile quindi parlare dal browser del computer.

Nel mondo mobile Google Voice è una applicazione compatibile con Android, BlackBerry e iOS, ma non si basa sul VoIP, ma utilizza la normale connessione del cellulare. Quindi per utilizzarlo in modo gratuito è possibile controllare se nel proprio piano tariffario è possibile attivare un solo numero di telefono a cui chiamare gratuitamente, cosa che molto spesso viene offerta anche come promozione, e poi inserire il numero di telefono assegnato da Google Voice, il che rende le chiamate in uscita e in entrata di quel numero totalmente gratuite.

Oppure è possibile utilizzare dapprima un’applicazione VoIP come Groove IP e SipDroid per Android, o Talkatone o Line2 per iOS, e poi attivare Google Voice come numero predefinito, il che ci permette, ancora una volta, di parlare gratis.

Costi: Per ora, Google Voice è un servizio gratuito, mentre solo le chiamate internazionali costano 2 centesimi al minuto. Ricordiamo però che per poterlo usare su Smartphone è necessario installare, come piattaforma VoIP, un altro servizio che faccia da intermediario.

In conclusione – Google Voice è un servizio dalla buona qualità e completamente gratuito, e se abbiamo la pazienza di configurarlo, ci sembra la migliore scelta. Ricordate di controllare il consumo della vostra rete 3G o 4G o WiFi per scegliere il piano migliore. Se invece desiderate installare con più velocità e con meno fatica una applicazione VoIP Line2 ci sembra la migliore applicazione, con il piano tariffario più coerente.

Michele Gueli

Roberta Bruzzone: come difendere i minori sul web

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Internet è un universo vastissimo, che amplia le possibilità ma anche i pericoli, all’infinito. E come nel mondo reale sono i minori i più deboli, anche in internet i reati contro i minori, spesso a sfondo sessuale, sono all’ordine del giorno. Come dovremmo comportarci? Roberta Bruzzone, popolare criminologa coinvolta nei più famosi casi di cronaca, interviene e consiglia nell’esclusiva intervista per Alground.

Iniziamo a tracciare un profilo dell’aggressore, della persona che si siede al computer e cerca di adescare dei minori, il pedofilo online. Come si comporta?

Roberta Bruzzone, criminologa, spiega la dinamica di una molestia sessuale via web
Roberta Bruzzone, criminologa, spiega la dinamica di una molestia sessuale via web

Su internet si trova qualunque tipo di “criminale”. In molti casi si tratta di persone anche senza precedenti penali e del tutto insospettabili, difficili da identificare. Per quanto riguarda nello specifico i cyber-pedofili diciamo che, esattamente come quelli che operano nel mondo reale, questa tipologia di child molesters frequentano i “luoghi” virtuali in cui possono incontrare il piu’ alto numero di minori possibili. In altre parole vanno dove ci sono i bambini. Ci sono molti casi in cui la molestia si perpetra su più canali fra cui MSN e Facebook. Tutti gli ambienti popolati dai minori sono target per questi soggetti, che sono ossessivamente alla ricerca delle loro prede. E’ molto piu’ facile di quanto si pensi incontrarli in rete, purtroppo.
Normalmente il pedofilo crea un profilo ad hoc e, in alcuni casi, contatta un minore che ha già avuto modo di conoscere personalmente (anche se in maniera superficiale), perche’ normalmente conosce gia’ qualcuno all’interno della rete dei minori che contatta e poi allarga il giro a tutta la rete di amicizie della vittima, in altri casi procede in maniera casuale, e va a cercare profili compatibili con i suoi interessi e inizia a presentarsi come un coetaneo oppure, in altri occasioni, si propone direttamente come adulto alla ricerca di un rapporto goliardico per poi passare, piu’ gradualmente, a richieste sessuali esplicite.
Le richieste iniziali che vengono poste ai minori da parte di questi soggetti, dopo una breve fase di conoscenza,vertono principalmente su questi temi: raccontare di sè, esplicitare le fantasie personali. Dopo questa prima fase, in maniera graduale ma abbastanza rapida, il molestatore chiede di vedere il minore via chat e poi, quandoil minore dà la sua disponibilità in tal senso, arrivano le richieste di natura sessuale. In questi casi il molestatore cerca di ottenere il numero di cellulare il piu’ rapidamente possibile per garantirsi un accesso diretto alla vittima in assenza di altre figure adulte nei dintorni.

Se consideriamo che ormai anche bambini di 7 anni hanno il cellulare (e spesso di ultima generazione), possiamo ben comprendere il livello di rischio. Purtroppo in questa categoria di criminali troviamo i soggetti piu’ disparati: c’è il ragazzino di 18 anni, il libero professionista 40enne ma anche l’appartenente alle forze dell’ordine. Nella maggior parte dei casi si tratta di soggetti “al di sopra di ogni sospetto”, del tutto invisibili sotto il profilo sociale. Internet, sotto questo profilo, ha aperto un’importantissima finestra sul fenomeno dal punto di vista investigativo. E’ molto difficile non lasciare traccia quando si opera sulla rete….

Parliamo delle strategie difensive. Il genitore deve ovviamente proteggere suo figlio, ma per la prima volta nella storia, i figli conoscono delle tecnologie che i genitori ignorano quasi totalmente. Come possono dunque essere difesi?

Questo è un problema enorme. Viene riposta una grandissima fiducia nei confronti di queste nuove tecnologie senza rendersi conto che, insieme alle molte possibilità, ci sono anche molti pericoli. Si tratta di scenari del tutto inscindibili. Teniamo conto che esistono strumenti informatici che vengono pubblicizzati come strumenti infallibili per proteggere i minori, che però vengono superati veramente con molta facilità gia’ da bambini in tenera eta’, quindi penso che quella “tecnologica” non sia la strada giusta per tutelare i piu’ piccoli. Del resto oggi non è più possibile tenersi lontani da questo tipo di strumenti. I genitori devono sapere cosa fa il figlio in chat, devono conoscere il suo profilo Facebook, deve sapere chi frequenta in rete. Ma soprattutto un genitore non può ignorare questo ” nuovo mondo” o, peggio, sottostimarne la portata.
La principale difesa deve giocarsi necessariamente nella relazione con i figli, nell’insegnamento della tutela dei propri dati personali. Come ripeto spesso: senza consapevolezza non esiste reale protezione. Il figlio non dovrebbe avere problemi, e qui capisco che sia molto difficile, a raccontare al genitore le varie esperienze che fa in rete, anche quelle imbarazzanti o spaventose. Può essere una buona tecnica quella di scegliere un amico più grande o un fratello/sorella maggiore che possa a ccompagnare il minore durante la navigazione, una figura che vigili quando serve, purche’ si tratti di una persona più esperta e consapevole degli scenari che può trovarsi davanti quando naviga. Occorre acquisire una maggiore sensibilità nei confronti di questo settore. Oggi l’ignoranza, la solitudine e l’eccesso di fiducia possono diventare i perfetti alleati per questo tipo di predatori.

La difesa si fa poi ancora più difficile tenendo conto della tendenza odierna di internet di dire qualsiasi cosa di se stessi, pubblicamente. Come possiamo conciliare protezione e tendenza del web?

E’ verissimo, ci sono profili di minori (e non solo) in cui vengono riportati integralmente il numero di cellulare, l’indirizzo di casa e della scuola frequentata. Del resto di tratta di informazioni che sono richieste direttamente dal social network per agevolare i processi di socializzazione. Io sul punto ho un atteggiamento piuttosto”talebano”, se mi passate il termine, e ritengo assolutamente sbagliato e pericolosissimo divulgare i propri dati personali. C’è poco da fare. Io ormai sono un personaggio pubblico ma, nonostante cio’, se non ho un minimo di conoscenza diretta della persona che mi contatta, non fornisco nessun tipo di riferimento di tipo personale.

Se una persona si incontra solo online, il contatto dovrebbe essere via mail e null’altro. Poi, se proprio decidiamo di incontrare qualcuno conosciuto solo online (quando ci sono i giusti presupposti), possiamo adottare delle semplici ma importanti contromisure per tutelare la nostra sicurezza, come il farsi accompagnare da un adulto che possa verificare che la “persona virtuale” corrisponda poi a quella reale, oppure informare persone di nostra fiducia dell’appuntamento e chiedere di chiamarci ad intervalli regolari. E questo consiglio non e’ rivolto esclusivamente ai minori, ma anche alle donne. Sto lavorando su alcuni casi di brutali aggressioni sessuali che sono maturate in questo genere di contesti. Queste donne hanno pagato a carissimo prezzo il loro eccesso difiducia verso il prossimo incontrato online.

Come potrebbe accorgersi che un minore è molestato da qualcuno?

E’ molto complesso capirlo. Ci sono sicuramente dei cambiamenti in peggio nella qualità della vita del minore che spesso comincia a manifestare ansia, chiusura e paura nei confronti delle relazioni con gli altri, un calo del rendimento scolastico, disturbi nell’alimentazione e nel ciclo sonno-veglia. Si tratta di un insieme di possibili indicatori che deve mettere in allarme un genitore attento. Naturalmente poi ogni caso va indagato nelle sue specificita’ e, per poter stabilire con certezza che sia avvenuto un abuso sessuale, ci vuole sempre e comunque il vaglio di un professionista serio e con una reale esperienza in questo campo.

Sotto il profilo pragmatico voglio segnalare un dato che spesso viene sottostimato dai genitori in molti dei casi che ho trattato: spesso i minori molestati hanno una disponibilità economica assolutamente non giustificata dalla paghetta che ricevono dai genitori. In questi casi occorre fare molta attenzione perche’ spesso il molestatore “regala” al minore ricariche telefoniche o somme di denaro in cambio di prestazioni sessuali.

La cosa più difficile con un minore abusato e correggere la sua idea di sessualità, artatamente modificata
“La cosa più difficile con un minore abusato è correggere la sua idea di sessualità, artatamente modificata”

Se un genitore dovesse accorgersi di un abuso in corso cosa dovrebbe fare precisamente?

Nel momento in cui ci fosse una ragionevole probabilità, o una flagranza di reato, la cosa migliore è interrompere in maniera abbastanza tranquilla il rapporto con il molestatore, in modo non caotico o improvviso, per non fargli capire che la molestia è stata scoperta. Lo so che non e’ affatto semplice questo passaggio. Ma occorre mantenere la massima lucidita’ in tali frangenti per evitare di compromettere il prosieguo dell’investigazione. E’ importante non destare allarme nel molestatore, per poter poi favorire il lavoro delle forze dell’ordine e degli esperti che esamineranno il caso.

Occorre rivolgersi subito a professionisti esperti per stabilire come comportarsi con il minore. Ci si può rivolgere anche a delle associazioni che operano concretamente da anni in questo delicato settore. Tra queste segnalo l’associazione  Caramella Buona ONLUS , di cui sono Direttore Scientifico da diversi anni, che offre consulenza e supporto sia alle famiglie che alle piccole vittime anche in fase investigativa e giudiziaria, e l’Accademia Internazionale delle Scienze Forensi di cui sono Presidente , che vanta un team di consulenti tecnici e legali di eccellenza nel campo delle indagini informatiche, e non solo.

A livello tecnico bisognerebbe cercare di raccogliere delle prove dell’abuso informatico?

No, consiglio vivamente di non fare nulla, perchè il rischio è di distruggere le prove. Bisogna interrompere l’attività e non toccare più il computer, lasciando la fase dell’accertamento nelle mani di coloro che hanno le giuste competenze per esaminare queste complesse scene del crimine digitali. In questo settore, cosi’ come nelle investigazioni “tradizionali”, le soluzioni “fai da te” sono pericolosissime ed assolutamente sconsigliabili.

Quando si trova di fronte ad un minore abusato come procede?

Dipende moltissimo dal livello di abuso subito. Un conto e’ avere a che fare con un abuso che e’ stato commesso attraverso internet e si e’ limitato al piano “virtuale” (ossia senza contatto diretto tra autore e vittima),altro paio di maniche, come si suol dire, se ci sono stati uno o piu’ incontri tra il molestatore e la vittima.Indubbiamente il livello di intervento cambia significativamente. In ogni caso cerco di chiarire alla vittima, chespesso e’ estremamente confusa sul punto, che le responsabilita’ per quanto e’ accaduto sono esclusivamente del molestatore. In molti casi i child abusers piu’ sofisticati riescono a manipolare la vittima in maniera davvero allarmante. Spesso abbiamo a che fare con vittime profondamente confuse che cercano, nonostante tutto, di proteggere il loro carnefice. Si tratta indubbiamente di un intervento molto complesso e delicato che pero’ riesce a dare ottimi frutti.

Perchè molto spesso le vittime si danno la colpa…

Perche’ questo tipo di vissuto nella vittima viene alimentato deliberatamente da parte del molestatore. E’ parte integrante delle tecniche di manipolazione utilizzate per costringere la vittima ad assecondare le sue richieste e, nel contempo, mantenere l’assoluto riserbo su cio’ che sta avvenendo. Teniamo conto che molte volte il molestatore conosce personalmente la vittima e la accusa di non essere stata capace di bloccare le sue “avances’, di opporsi alle sua molestie, di evitare di incontrarlo. E la vittima arriva a convincersi che sia proprio cosi’. Sono questi i vissuti che alimentano poi inesorabilmente il senso di colpa. Diciamo quindi che tutte queste dinamiche rappresentano la parte sicuramente più delicata da trattare in fase di trattamento dell’abusato

"Quando voglio scaricare la testa, salgo in moto"
“Quando voglio scaricare la testa, salgo in moto”

Ho notato che le persone che soffrono di abusi tendono a diventare o buonissimi o cattivissimi, e tu?

Sul punto posso dire che chi subisce un abuso che non viene poi trattato adeguatamente con buone probabilita’diventerà un adulto “disfunzionale” ossia privato di alcune funzionalità che possono essere legate alla gestionedell’aggressività, alla gestione delle pulsioni sessuali o alla sfera emotiva piu’ ampia. Da tale scenario puòdiscendere una serie infinita di problemi comportamentali ed emotivi. Lo osserviamo ad esempio negli stalkers piu’ persistenti.

Al trauma (sia esso di matrice emotiva, fisica e/o sessuale), se non trattato, si associa spesso immaturita’ psicologica e scarsa tolleranza per la frustrazione. Il cocktail e’ di quelli micidiali e difficilmente non comporta conseguenze piuttosto gravi a carico della qualita’ della vita del soggetto traumatizzato. La depressione, l’ansia e tutta la gamma di disturbi che traggono alimento dal disagio sono spesso “compagni diviaggio” abituali di chi ha subito un episodio di vittimizzazione. Il trattamento e’ fondamentale. Senza di esso le i possibilita’ di venir fuori dallo scenario completamente sono davvero pochissime.

E la famiglia di un bambino molestato cosa dovrebbe fare per aiutare il recupero?

Ci sono casi in cui il genitore paradossalmente si allontana emotivamente. Prende le distanze per proteggere se stesso dal dolore e dal vissuto di impotenza generato dal non essere stato in grado di proteggere il proprio piccolo. Purtroppo non è così insolito. Un pò come succede alle persone affette da malattie molto gravi, magari terminali. Frequentarle ci angoscia e dunque, alcuni di noi, possono decidere inconsciamente di prendere ledistanze. Anche le famiglie delle piccole vittime devono essere coinvolte nel trattamento, altrimenti non potranno essere realmente di aiuto.

Ma come donna, come persona, hai mai incontrato situazioni difficili, esperienze spiacevoli che ti hanno segnato anche a livello professionale?

Confrontarmi con squilibrati e criminali fa parte del mio lavoro. E’ impossibile non subire alcune conseguenzenegative quando contribuisci a mandare in galera dei soggetti pericolosi. Ma le intimidazioni non mi spaventano.Fortunatamente non ho mai subito esperienze di questo genere, ho vissuto (e sto vivendo) però recentementeuna vicenda più legata allo stalking  e questo mi ha aiutato a comprendere ancora meglio alcune dinamiche che possono scatenarsi in chi è sotto assedio da parte di questo tipo di criminali.

Un’ esperienza “utile” sotto il profilo umano e professionale. Di quelle che fanno crescere. Anche se ne avrei fatto volentieri a meno. Spero che questa vicenda si chiuda al piu’ presto e che questa persona venga curata perche’ e’ molto disturbata psicologicamente. E’ arrivato ad inviare alle principali agenzie di stampa dei comunicati falsi per far credere che le mie denunzie fossero state archiviate, quando sa benissimo che cosi non e’. Anzi, la sua posizione giudiziaria si fa piu’ seria e pesante ogni giorno che passa….questo la dice lunga sul suo livello di disagio mentale.

Essendo il tuo un lavoro particolare, dove vieni a contatto con situazioni che dire tremende è dire poco, ci sono paure, sensazioni che ti rimangono?

No, riesco a gestire queste situazioni senza particolari “echi” emotivi. Ed è abbastanza normale quando hai glistrumenti professionali giusti per affrontare questi scenari. Poi è evidente che ogni storia a modo suo ti entradentro, non potrebbe essere diversamente. Non ho difficoltà ad ammettere che entro completamente nella vicenda che devo analizzare e la faccio mia. Devo credere nel caso, diversamente preferisco starne fuori. L’emotività nel mio lavoro non è una buona alleata. Servono lucidita’, concentrazione certo, ma anche il `cuore”deve fare la sua parte. E il mio e’ un “cuore” piuttosto robusto. Credo fermamente in quello che faccio e questomi ha sempre sostenuto nei momenti difficili. Entro fine ottobre uscira’ il mio nuovo libro per Mondadori in cui raccontero’ alcune delle storie su cui ho lavorato.

Utilizzi qualcosa per depurare la mente, per sfogarti?
Sì vado in moto, ho due Ducati, una Diavel e un Monster 1100 evo. Due autentiche belve. Quindi “apro il gas”quando devo scaricare un pò la testa. Preferibilmente in pista. Quello con la moto e’ un rapporto viscerale. Ogni volta che mi capita di avere tempo disponibile so come trascorrerlo, tra un impegno e l’atro.

Fatti un complimento

Sono una tipa “tosta”, un po’ come le mie moto, inarrestabile quando decido di “aprire il gas”. Sono una cheaffronta le situazioni a viso aperto e che non si tira mai indietro davanti ad una sfida interessante, anche se isacrifici saranno durissimi. Un vero “mastino”. Con me e’ tutto o bianco o nero e questo non e’ che aiuti moltonelle relazioni con gli altri. In effetti ho decisamente un brutto carattere.

Una critica?

Sono terribilmente cocciuta e la cocciutaggine a volte si paga a caro prezzo. Avere una capacità maggiore dimediazione nella vita servirebbe, ma sono così e ormai, alla soglia dei 40 anni, credo che difficilmente cambierò.Non sono una persona che sta a metà, non ci riesco proprio. Faccio fatica a vedere le “gradazioni di grigio”,detesto i compromessi ed i vigliacchi. La gente che si nasconde mi disgusta e non riesco proprio a mascherarlo. Speravo che con l’età questo aspetto di me si attenuasse giusto un pochino ma, ahimè, la cosa peggiora. Ho perso la speranza. Ma in fondo non cambierei proprio nulla perche’ spesso nella vita sono riuscita a fare la differenza. E alla fine conta solo questo. Almeno per me. Io continuo ad andare per la mia strada guardando chiunque dritto negli occhi. Il resto e’ solo rumore alimentato dalle chiacchere vane di chi non ha saputo fare altrettanto….un po’come nella canzone di Vasco Rossi “…eh gia'”.

Attualmente sei soddisfatta di come funziona il sistema giustizia?

No, assolutamente. C’è una inerzia collettiva veramente preoccupante, un sacco di minori e adulti in pericoloche nessuno tutela come dovrebbe, nonostante le lotte all’ultimo sangue che io ed i miei colleghi/eintraprendiamo quotidianamente. Ma non ci arrenderemo mai.

Ultima domanda. La tua musica preferita?

A me piace un pò tutto, da Madonna a Vasco Rossi, da De Andrè agli Eagles passando per Lady Gaga e Ornella Vanoni. Dipende dal momento. La musica e’ una compagna di vita formidabile.

Roberto Trizio

Le applicazioni mobili per il Business

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Di Federico Bonaceto

La gestione dell’azienda in mobilità è ormai realtà consolidata, ma anzichè storcere il naso e rimpiangere la scrivania, scopriamo le applicazioni mobili necessarie per una completa gestione dell‘azienda da smartphone. Abbiamo una bella scelta, visto che nel 2010 le applicazioni mobili erano già 4.5 miliardi.

Applicazioni mobili per gestire il lavoro

Iniziamo con le applicazioni necessarie ad organizzare il nostro lavoro. Filemaker Bento (iOS – prezzo 3.5 euro) è un’app multitasking che, sebbene sembrerebbe limitata solo ad un database personale, in realità contiene una varietà molto ampia di modelli per la gestione del lavoro come un inventario di prodotti, ordini di clienti in arrivo, prodotti venduti e spese di gestione. Bento, inoltre, si integra perfettamente con tutte le versioni di FileMaker. In abbinamento possiamo usare GTasks (Android – gratutia), una piccola app che permette di unire e sincronizzare gli impegni di Google Calendar e Gmail, assieme a dei promemoria testuali o sonori sullo smartphone per non mancare a nessun appuntamento o scadenza.

Evernote è ottimo per memorizzare dati e ritrovarli tramite tag
Evernote è ottimo per memorizzare dati e ritrovarli tramite tag

Se dovete poi immagazzinare informazioni con rapidità e volete poi ritrovarle facilmente, usate Evernote (iOS, Android – gratuita) , un software che si preoccupa di stipare nel suo database qualsiasi informazione di testo, lo screenshot del telefonino o una foto, taggarla, e poi ritrovarla velocemente all’occorrenza. La sincronizzazione con altri dispositivi mobili, desktop e applicazioni web è ovviamente inclusa.

Applicazioni per gestire le vendite

La vendita è un punto cruciale dell’azienda e gli sviluppatori di applicazioni mobili ci hanno pensato. Ma non credete di dover imbastire un complicato sistema di e-commerce, e lasciatevi piuttosto stupire da quanto può fare il vostro smartphone. Square (iOS, Android – gratis)  è una multipiattaforma pensata per la vendita di prodotti, dove scaricando il programma e  inserendo un lettore di carte di credito nell’entrata dello smartphone potete caricare sulla piattaforma i vostri prodotti e venderli su mobile. Al momento dell’acquisto Square accetta i pagamenti con carta di credito e li trasferisce immediatamente sul vostro conto bancario. Tutto in Square è gratuito, sia l’applicazione che il lettore, eccetto la percentuale di circa il 2.75% che l’applicazione si “guadagna” ad ogni vendita effettuata.

Software per il calcolo professionale

Come faremmo senza i vecchi e cari fogli di calcolo stile Excel? tutti nella vita si sono ritrovati a dover raggruppare i dati in questo modo e sullo smartphone potete avvalervi di Spreadsheet (iOS 4 euro – Android 5 euro), una applicazione che permette sia di creare ed editare un foglio di calcolo sul dispositivo ex novo, sia di leggere e modificare qualsiasi documento Excel o OpenOffice/Numbers. E’ possibile creare un numero illimitato di celle sia in larghezza che in altezza, oltre ad usare un set completo di formule matematiche, funzioni complesse, copia e e incolla dei dati, formattazione e colore delle celle. Sebbene l’editing di fogli numeri sia molto ostico su uno schermo ridotto come quello di uno smartphone la funzionalità di zoom è potente e aiuta parecchio.
Devi raggiungere un cliente? calcola quanto ci vuole

Trip Cubby calcola distanze per gestire la mobilità aziendale
Trip Cubby calcola distanze per gestire la mobilità aziendale

Il lavoro è contatto con i clienti, e molto spesso è fondamentale raggiungere diverse destinazioni in poco tempo. Anche qui troviamo applicazioni in grado di aiutarci come Trip Cubby Free (iOS – gratuito), un software che permette di inserire le informazioni sulla destinazione che vogliamo raggiungere, grazie anche ad una funzionalità di auto inserimento, e avremo immediatamente il calcolo della distanza necessaria. Il programma è in grado anche di generare dei file Excel con i chilometri percorsi, il che può essere utile nel calcolo delle spese dell’auto o dei mezzi aziendali. Anche Mileage Tracker, serve allo scopo e ha, anzi, più funzionalità fra cui un multiaccount, il calcolo del consumo di più veicoli con statistiche giornaliere, settimanali, mensili e addirittura annuali.

Presentazioni professionali finalmente light!

Se dovete visualizzare le presentazioni grafiche animate, tipo PowerPoint, di un cliente, nulla può fermarvi se avete MightyMeeting (iOS, Android – gratis). Si tratta di un piccola app che sfrutta la tecnologia del Cloud Computing, dove basandosi su server esterni e non sull’hardware del piccolo smartphone, potete connettervi, registrare e riprodurre senza difficoltà video e presentazioni in PowerPoint o software simili. Volendo è possibile connettersi anche ad uno schermo più grande per farlo vedere a dei clienti o per delle conferenze. La versione di base è gratuita ma consente uno storing di soli 100MB, e dunque per particolari esigenze sarà necessario passare alla versione pro con 5GB di spazio disponibile per un abbonamento di circa 3 euro al mese.

Se invece avete delle presentazioni sul PC e volete gestirle a distanza, usate mbPointer (iOS – 1.5 euro). Un’applicazione che permette di collegare lo smartphone con il software PowerPoint del vostro computer da remoto. Da qualsiasi distanza potrete così aprire i vostri documenti, muovere il cursore ed eseguire delle piccole modifiche alle vostre presentazioni senza mandare in tilt l’apparecchio.

Le applicazioni mobili per riunioni telefoniche, mai così facili

E’ evidente che le conferenze telefoniche sono all’ordine del giorno per dei manager in piena attività. Skype (iOS, Android – gratuito), il popolarissimo software di comunicazione chat/telefonica/video basata su VoIP offre ovviamente una versione per smartphone. Scaricare e installare l’app è un gioco da ragazzi, ed è possibile parlarsi fra telefonino-telefonino o smartphone-computer senza problemi, unici requisiti la videocamera integrata e una bella connessione Wi-Fi.

Tango è un eccellente software di videoconferenze
Tango è un eccellente software di videoconferenze

In alternativa, potete darvi a Tango (iOS, Android – gratuito), una applicazione per la videochat che gira su tutte le piattaforme software, che utilizza il numero del telefono come nome utente e che si sincronizza velocemente con tutti i contatti già presenti nel cellulare, il che lo rende veramente efficiente e potente, un ottimo strumento per la video conferenza.

Scrivere, modificare, condividere documenti

L’editing dei documenti e la loro condivisione è fondamentale e non potevano mancare soluzioni per questa esigenza. Dragon Dictation (iOS – gratuita) è l’app basata sul famoso software di riconoscimento vocale Dragon Naturally Speaking, che consente di dettare testi, email e messaggi, ma anche aggiornamenti del proprio stato online. Basta parlare con voce chiara e non troppo veloce, e il programma farà da sè, risparmiandoci la fatica di digitare sulle piccole tastiere degli smartphone.

Se invece non avete perso l’abitudine di digitare, potete usare Quickoffice (iOS – 3 euro), che permette di creare ed editare tutti file della famiglia Office, Word, Excel e PowerPoint, insomma tutta la suite Microsoft Office 2010,  come se vi trovaste al vostro computer, oppure Google Docs (Android – gratis) che, come sappiamo, offre una suite di programmi alternativi ad Office, piuttosto potenti e perfettamente compatibili anche una volta scaricati sul Pc

Salvare i documenti online

Una volta realizzati, i documenti vanno registrati da qualche parte, e oggi è molto sconveniente affidarsi esclusivamente ad un disco rigido. Meglio aggiungere alla registrazione in locale le meraviglie del Cloud Computing, e salvare tutto online. SugarSync (iOS, Android – gratuito), di cui abbiamo perlato nel dossier dedicato alla sincronizzazione dei documenti,  permette di farlo e anche di sincronizzare i dati fra i diversi apparecchi, offrendo 5GB di spazio per i dati, nella versione gratuita, ma che per poche decine di euro mette a disposizione fino a 240GB. Anche DropBox (iOS, Android – gratuito) è una eccellente soluzione, che scarica sul computer o sullo smartphone una cartella speciale: qualsiasi documento sia trasportato in quella directory verrà automaticamente caricato su server esterni e reso accessibile da qualunque luogo semplicemente loggandosi con il proprio account. Anche qui si parte da uno spazio gratis 2GB fino a 100GB in abbonamento.

SugarSync carica i file nella nuvola e li sincronizza

Registra le entrate e uscite di denaro dell’azienda

Il Business genera spese e incassi. E tenerne traccia è fondamentale. Se volete dunque avere un piccolo rendiconto di come stanno andando le cose nel vostro portafoglio Mint (iOS, Android – gratuito) è un software di finanza personale, che nella versione smartphone consente di tenere traccia degli incassi, delle spese e del proprio estratto conto bancario, anche grazie a dei grafici che in un colpo d’occhio permettono di capire l’andamento delle finanze. Interessante anche Expensify(iOS, Android – gratuito), una applicazione che non solo registra le spese, ma che permette di scattare una foto di una ricevuta o di uno scontrino, individuarne le cifre e includerle come incasso o spesa. Il tutto può essere poi spedito via mail ed è compatibile com Palm/webOS e Blackberry.

Sempre nuove applicazioni vengono scritte e rese disponibili, ne conoscete qualcuna? commentate il dossier e proponete la vostra. Se siete i creatori dell’app i link alla vostra pagina di download sono concessi.

Microsoft: il Cloud Computing è bello!

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A cura di Roberto Trizio

L’innovazione bussa alla porta, e dall’evoluzione dei sistemi per trattare i dati si affaccia il Cloud Computing. Facile spiegarne la natura: se fino ad ora siamo sempre stati abituati a dover usare i programmi sui nostri computer, e utilizzare una piattaforma proprietaria, il Cloud è l’offerta di una struttura informativa esterna all’azienda, gestita da terzi, dove i dati vengono registrati, e dove i programmi vengono usati in modalità Pay per use. Interessante? vantaggioso?

Giovanni Zoffoli, direttore Marketing Enterprise di Microsoft, ce lo spiega. Partiamo dunque dalla domanda più semplice: quali sono i benefici del Cloud Computing per le aziende?

Giovanni Zoffoli, Direttore Marketing Enterprise Microsoft
Giovanni Zoffoli, Direttore Marketing Enterprise Microsoft

Genericamente parlando, il Cloud abbatte i costi. Non si deve fare nessun investimento iniziale, cosa che normalmente avviene perchè qualsiasi mezzo di tecnologia richiede investimenti in hardware, licenze e servizi, mentre nel cloud tutto questo è già a disposizione, e quindi le applicazioni e l’infrastruttura in questa modalità viene erogata in modalità pay per use. Questo significa che l’imprenditore può fare i conti con una infrastruttura che non deve mettersi in casa, e che quindi è immediatamente disponibile e pronta all’uso.

Il secondo beneficio è ridurre la complessità di gestione, perchè non avere una infrastuttura in casa, evita di dover pensare, ad esempio, alle patch di sicurezza, agli aggiornamenti e a tutte le evoluzioni della tecnologia perchè queste avvengono già all’interno del servizio. Un pò come quando noi abbiamo l’energia elettrica: non sappiamo esattamente se viene aperta una nuova centrale o abbiamo degli aggiornamenti della rete, pur usando il servizio.

L’altro elemento è rendere i dipendenti più produttivi perchè questo genere di servizi sono accessibili da qualsiasi punto e da qualsiasi dispositivo. Quindi evidentemente si ha non solo la capacità di decentralizzare il lavoro ma soprattutto lo si rende sempre fruibile: in un futuro plausibile i dipendenti potranno accedere alla rete aziendale, dal televisore di casa o dallo smartphone al pc in qualunque luogo.

Come ogni processo decisionale aziendale che si rispetti, vediamo un pò i costi. Prima cosa: chi si occupa del trasferimento dei dati?specie se ho già un mio impianto?

Nel recente passato c’è stato su questo punto un grande fraintendimento. Il cloud non apre o modifica il set di lavoro. L’imprenditore trova una controparte uguale a quella che ha già nel modello cloud. L’azienda può decidere qual’è il suo percorso verso il cloud computing a seconda della sua strategia aziendale.

Se l’imprenditore ha già una sua struttura, può utilizzare il beneficio della infrastruttura che risiede nella sua azienda, perchè l’offerta prevede la modalità “privata” in cui i servizi sono in casa dell’utente finale oppure, quando  l’imprenditore decide che i suoi dati possono stare completamente sulla rete, magari in vista di una politica di espansione sul territorio nazionale ed extranazionale, può operare in tal senso. Il passaggio è dunque indolore, perchè l’offerta, specie Microsoft, è disponibile sia in casa del cliente sia che interamente in the cloud.

Per l’imprenditore e i suoi dipendenti abituati al lavoro in locale, è necessario imparare un nuovo modo di lavorare? E’ una criticità esistente?

Questa è una criticità banalmente evidente e vera per tutte le applicazioni che sono state costruite in un certo modo e che hanno una certa età. Applicazioni realizzate 7 anni fa, evidentemente non possono essere prese e messe in un modello cloud così come sono. Noi per esempio mettiamo a disposizione tutta la piattaforma di sviluppo, dove il cliente che vuole sviluppare la propria applicazione può farlo, magari partendo da un prodotto più datato.

Un modello Microsoft di 5 anni fa può dunque essere portato correttamente nel modello cloud. Ci saranno ovviamente dei cambiamenti e aggiustamenti al codice ma si tratta di cambiamenti naturali e legati all’evoluzione e all’innovazione. Il lavoro che stiamo facendo è iniziato in Microsoft da 12/18 mesi è di prendere i partner nazionali e internazionali e dargli a disposizione questa piattaforma, che dà non solo un sistema operativo ma un database relazionale per fare testing, sviluppo e offerte con nuove applicazioni in ambiente cloud.

Per fare un esempio, l’azienda Travelocity che è un portale americano che opera nel settore dei viaggi (spinoff dell’azienda Sabre Holdings), utilizza questo modello cloud per memorizzare i dati di navigazione degli utenti che possono acquistare prodotti via internet e presentare ai clienti che cercano un viaggio o varie combinazioni delle soluzioni ottimizzate in tempo reale, dove le pagine si presentano in base alle specifiche esigenze del cliente una volta profilato. Quindi senza dover impostare filtri ma lavorando su cluster aggregati. E questo presenta come prezzo e combinazione quello che il cliente probabilmente vuole vedere.

Come nelle campagne di advertising online dove si mostrano gli annunci basandosi sui comportamenti e le ricerche dell’utente, tramite i cookie?

Certamente, questo approccio viene trasposto nelle aziende. Ma evidentemente non è un servizio che il cliente vuole mettersi in casa, non essendo esperti di business intelligence, e dunque le aziende lo affidano al cloud e implementano politiche di cross selling e attraverso la rete cloud lo possono fare con un costo abbordabile.

I miei dati aziendali nella nuvola, assieme ad altri milioni di dati, diventano una miniera d’oro per hacker e pirati informatici. Com’è la sicurezza del cloud?

Questo è un discorso quasi quotidiano ed è nostro dovere rispondere. Noi adottiamo degli standard di qualità modello ISO. Ma non basta: non ci preoccupiamo di proteggere tanto il luogo dove si trovano i dati, in senso fisico, ma proteggiamo tutto a livello di processo. Quindi nei nostri datacenter adottiamo procedure certificate e standardizzate che ci permettono di documentare “che cosa facciamo” e “come lo facciamo”.

Il Computing nella "nuvola". La nuova frontiera della gestione dei dati
Il Computing nella "nuvola". La nuova frontiera della gestione dei dati

Questo approccio ci permette di avere la massima trasparenza su tutto quello che facciamo, non solo con i clienti ma anche con i nostri partner e con le terze parti che sono deputate a verificare che quello che facciamo corrisponde alle necessità delle aziende clienti. Per le organizzazioni che vogliono sapere come affrontiamo i temi della sicurezza nel Cloud, abbiamo realizzato documentazione e materiale ad-hoc. Facciamo anche parte della Security Alliance, che ha l’obiettivo di indirizzare tutti i temi della gestione delle informazioni e delle applicazioni attraverso un modello Cloud.

Un ricercatore Thomas Roth, ha detto a Reuters di aver usato il cloud di Amazon per craccare le chiavi delle reti senza fili. Come commenti questo brutto uso del cloud? è un caso isolato?

Cerco di rispondere dandoti due elementi in controtendenza. Sono evidentemente situazioni che possono succedere, ma che difficilmente rallenteranno l’introduzione e l’adozione di servizi di Cloud Computing sicuro. Due dati su tutti: in questo momento circa 80mln di aziende o privati nel mondo stanno effettuando transazioni economiche attraverso Paypal, e fra circa due anni la quantità di dati sul Web triplicheranno: il cloud è un modello di erogazione e utilizzo di risorse informatiche per tutte le aziende che richiedono elasticità, per competere su un mercato globale attraverso l’introduzione di nuovi prodotti o servizi. La vicenda di Amazon deve essere vissuta come la necessità di comunicare gli standard di qualità che vengono utilizzati per erogare i propri servizi.

Se io affido tutta la mia infrastruttura ad una singola azienda, ne rimango poi completamente legato e dipendente? esiste questa criticità? se poi voglio cambiare, posso?

Su questo c’è disinformazione. Noi non abbiamo versioni di programmi su pc e su cloud, ma è sempre lo stesso prodotto. Se il rapporto cessa, i dati che sono in casa rimangono ovviamente dove sono, oppure il cliente può scaricare i dati e metterli nel suo computer. Se l’azienda decide di mettere i dati sul portale interno che sta sulla Cloud, posso poi scaricare il bagaglio informativo e riportarlo in casa. Anche un CRM può essere esportato su più file da reimportare nello stesso sistema. Se i formati non sono compatibili dovranno essere riconvertiti, ovviamente.

Il responsabile tecnico come può convincere i capi ad adottare questo sistema?

Secondo me è esattamente il contrario. Il responsabile dei sistemi informativi è sempre di più coinvolto nel fornire tecnologie abilitanti al business dell’azienda. Il modello Cloud Computing abilita la velocità nel rispondere alle esigenze di business, oppure semplicemente abbassa i costi di tecnologie che oramai sono un patrimonio acquisito dall’azienda, ad esempio la posta elettronica. Il direttore finanziario capisce immediatamente i vantaggi, perchè il costo viene spezzettato e si paga ad uso.

Il vero punto è far comprendere ai decisori degli investimenti in tecnologia nelle aziende che il Cloud Computing è una opportunità e come tale cominciare a valutare fin da subito l’utilizzo di questo modello. Per le piccole e medie aziende il Cloud Computing rappresenta la democratizzazione dell’IT, perchè mette a disposizione risorse e applicazioni finora inimmaginabili per questa tipologia di aziende ad un costo irrisorio e con disponibilità immediata.

C’è qualcosa su Cloud Computing che vuoi spiegare e che vedi non correttamente spiegato?

La sicurezza del Cloud, eseguita a livello di processo
La sicurezza del Cloud, eseguita a livello di processo

Vorrei dare un messaggio a tutti gli specialisti in Information Technology sull’opportunità che si apre con il Cloud Computing. Una ricerca dell’Università di Venezia stima 100mila nuove aziende in Italia, con 1 milione di posti di lavoro attraverso il Cloud Computing. Quindi ci saranno professioni e competenze nuove da creare. Anche perchè secondo Microsoft il mercato Cloud arriverà a 2.3 mld entro il 2014 (ndr)

Il Cloud computing è interessante per aziende piccole, medie, grandi?

Noi abbiamo già decine di migliaia di utenti attivi in Italia. Le aziende sono di qualsiasi dimensione, per le grandi abbiamo visto partire prima il settore pubblico di quello privato, come la provincia di Lecco, l’ospedale Bambin Gesù, che hanno delegato a noi il servizio di posta elettonica, di gestione dei servizi interni di collaborazione e di comunicazione. All’ospedale ci sono problemi ben più importanti che il funzionamento della posta elettonica, Microsoft lo fa per l’ospedale. Mentre la provincia di Lecco forniva il servizio di posta alle 90 città che afferiscono alla provincia, con tutte le problematiche di gestione. Leggi il caso del Cloud adottato all’Ospedale Bambin Gesù e del Cloud adottato dalla provincia di Lecco

Ultimissima domanda, che potrebbe costarti il posto di lavoro. Cosa usi come motore? Google, Yahoo o Bing?

Io uso Bing, il che salva il mio posto di lavoro. Diciamo che 9 volte su 10 la risposta che cerco c’è. Bing nasce dalle intuizioni e dalla visione di Qi Lu, ex-Yahoo, che ha migliorato notevolmente la qualità della rilevanza del nostro motore di ricerca, introducendo innovazioni (come l’anteprima delle pagine oggetto della ricerca), che poi ci è stata copiata. La progressione nei confronti di Google, che è ancora leader del mercato delle ricerche, è impressionante, visto che ci siamo ritagliati una fetta di mercato pari al 30% guardando agli Stati Uniti in soli 2 anni di lavoro. Una delle nostre peculiarità, ad esempio, è che l’esperienza che maturiamo attraverso Bing finisce all’interno dei prodotti dedicati alle aziende, il che è un plus.

Teniamo conto, infine, che la competizione fa benissimo al mercato. Questo ci rende desiderosi di fare ricerca e sviluppo. Chi ne guadagna è il mercato, perchè avrà prodotti con nuove funzionalità, a basso costo e che in ultima analisi ci permetteranno di essere maggiormente produttivi (in azienda) e con una più elevata soddifazione (come consumatori).

L’arte di sincronizzare email, dati e documenti

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Di Leonardo Agazzi

Ecco gli strumenti per sincronizzare i file
Ecco gli strumenti per sincronizzare i file

Il lavoro non è più quello di una volta. La scrivania, il proprio computer, e il telefono. Fra tablet, Ipad, smartphone e computer portatili i dati iniziano ad essere sparsi fra diversi dispositivi e sulla rete. E saltare da una piattaforma all’altra può essere veramente faticoso, specie per l’esigenza di dover recuperare questa o quella password, ricordare il login piuttosto che trasferire il file con le fatture. Impariamo quindi a sincronizzare i dati con i diversi strumenti che abbiamo a disposizione, per risparmiare tempo e fatica.

Sincronizzare Email, Contatti e calendario – Le email e la rubrica diventano un patrimonio preziossissimo. Sincronizzare i dati non è una operazione troppo difficile. Gli smartphone e i tablet hanno, generalmente, una porta USB che permette di connetterli ai PC e scaricare facilmente i dati. Il problema è più che altro l’aggiornamento di questi dati, perchè inevitabilmente o il PC o lo Smartphone sarà più aggiornato dell’altro.

In questo senso la soluzione deriva dallo scegliere un produttore ed affidarsi ai servizi che offre, tutti insieme e senza distrazioni: tutti i dispositivi che usano Google Android sono ovviamente predisposti e si interfacceranno meglio con i servizi della stessa azienda. Se abbiamo uno smartphone Android cerchiamo quindi di scegliere Gmail, Google Calendar e i suoi contatti. I Blackberry lavorano meglio con i BlackBerry Enterprise Server piuttosto che con Yahoo Mail. Microsoft Windows Phone 7 si integra meglio con Windows SkyDrive per l’hosting dei file e con HotMail piuttosto che con altri: è ovvio che i prodotti saranno compatibili fra loro e non ci ritroveremo a cercare su manuali e guide come far andare d’accordo Windows e Google, o HTC e BlackBerry.

Dunque, se scegliamo Microsoft, l’Exchange Server sincronizza le email, i messaggi, i contatti e il calendario e può essere usato da qualsiasi dispositivo. I portatili e i tablet, si connettono ad Exchange da qualsiasi postazione e con qualunque connessione, e l’interfaccia è molto intuitiva. Come detto, i BlackBerry lavorano con i loro server Enterprise: rimaniamo dunque su quelli.

Se non vogliamo affidarci a Microsoft o al BlackBerry, e vogliamo una soluzione polivalente, usiamo il nostro amico Google. La suite del noto motore di ricerca è piuttosto completa e permette un ottimo lavoro da computer e dispositivi mobile. E per di più, qualora ci si trovi con piattaforma Windows, è possibile riconvertire e risincronizzare i dati:  il Google Apps Sync for Outlook permette di scaricare e sincronizzare tutti i dati con relativa facilità, sebbene, ricordiamo, sia necessario aver acquistato almeno una applicazione di BigG. Prodotti come Sync2 o gSyncIt, dal costo non superiore ai 20 euro ottiene lo stesso risultato. In alternativa, ma solo se i dati sono relativamente pochi, esiste il Google Calendar Sync, che, gratuitamente, fa lo stesso lavoro.

Software come Bamboo sono studiati per sincronizzare i file
Software come Bamboo sono studiati per sincronizzare i file

Sarete contenti di sapere che l’Iphone e l’Ipad sono dotati, scaricandolo, del sistema Exchange Active Sync che permette la sincronizzazione dei dati di Google per una portabilità completa. A questo punto, usare lo smartphone o il pc, piuttosto che l’Ipad non fa alcuna differenza.

Sincronizzare i tipi di file – La soluzione di affidarci ad un unico filone di servizi compatibili fra loro può essere soddisfacente, ma solo per quei dati, come le email e il calendario, che non sono realizzati in formati particolari. Nel momento in cui abbiamo dei file word sul computer, e vogliamo vederli su una piattaforma Android, il discorso si fa più difficile, senza contare che presentazioni PowerPoint possono facilmente occupare tutta la memoria di piccoli SmartPhone.

A questo punto esistono due soluzioni. La prima è quella di tenere i nostri dati su un unico dispositivo mobile. Avere i propri documenti e anche i propri programmi su una chiavetta USB, con sistemi studiati per lavorare in questo senso come WinPenPack, può essere una eccellente soluzione. Qualsiasi computer e moltissimi notebook, anche quelli più piccoli come gli Eee Pc o addirittura i Tablet come il Motorola Xoom, hanno una entrata USB dove è possibile ritrovare i propri documenti. In questo modo il dispositivo non fa, quasi, alcun problema. Anche le MicroCard SD sono usabili su Smarpthone, su cellulare e si inseriscono facilmente anche in un PC.

La seconda soluzione, specie se utilizziamo Iphone o Ipad, che non hanno nè USB ne MicroSD è quella del Cloud. Registrare i propri dati su servizi di storage online come Windows SkyDrive o Google Docs elimina alla radice i problemi. E’ possibile accedere ai propri file in ogni momento, è sufficiente una connessione internet e il formato di lavoro è uguale ovunque. Addirittura è possibile lavorare in locale e offline, e poi, grazie a prodotti come Windows Live Mesh, fare in modo che alla prima connessione ad internet i file si sincronizzino da soli. Google fa la stessa cosa con Memeo, e con l’add-on Google Cloud Connect, la sincronizzazione e la compatibilità con documenti Office è garantita.

Servizi che vadano oltre al solito binomio Google-Microsoft sono Box.net, DropBox o SugarSync, che permettono di creare cartelle e documenti online, e sincronizzarli automaticamente online, dove rimangono sicuri su server esterni e sono sempre accessibili da Windows, da sistema Mac OS X e da Android e BlackBerry (specie DropBox che supporta anche utenti Linux),

Quanto a spazio disponibile, SugarSync offre 5GB, DropBox 2GB. Box.net dà una disponibilità iniziale, ma è necessario pagare per ogni livello successivo di storage e servizi. Il migliore dei tre ci sembra SugarSync sia per lo spazio disponibile che per la flessibilità, che ci sembra quasi perfetta.

Microsoft Office 2010. Un salto nel futuro

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Di Agostino Guardamagna

Microsoft Office 2010 è l’ultima versione del più popolare programma per l’ufficio di tutti i tempi, con un obiettivo preciso: non solo soddisfare l’utente, ma stupirlo, convincerlo e farlo rimanere estasiato. Soprattutto alla luce delle vere e proprie offensive lanciate dai suoi competitor: Google, che ha messo a disposizione una serie di strumenti per l’ufficio gratuiti ed online, ed Apple che con iWork si è decisa ad entrare in competizione. Vediamo insieme le trovate di casa Redmond.

Premettiamo che l’aggiornamento non è adatto a tutti. Se siete abituati ad usare Office 2003 o 2007, e sperate di ritrovare le funzioni che già utilizzate normalmente anche nella versione 2010, magari potenziate, vi suggeriamo di non eseguire l’upgrade. Se invece siete curiosi e soprattutto disposti ad impiegare qualche giorno per riconsiderare le vostre abitudini allora procedete pure.

Installazione di Microsoft Office 2010 – Abbiamo installato Office 2010 su due macchine diverse. Una aveva ancora il buon vecchio Windows XP e l’altra il nuovo Windows 7. In entrambi i casi l’installazione è piuttosto lenta, ci vogliono circa 20 minuti perchè sia tutto pronto. Il sistema deve avere un minimo di 256MB di RAM, anche se 512MB sono preferibili specie per le funzioni avanzate, e soprattutto in XP, dove è necessario avere il Service Pack 3. Per l’utilizzo di funzioni avanzate di Outlook 2010 tenete a mente che vi servirà un Exchange Server 2000, mentre se volete utilizzare appieno le funzioni di collaborazione preparatevi a installare un Windows Server 2003 con il Service Pack 1 o uno SharePoint Service.

Interfaccia di Office – L’interfaccia grafica si basa sul concetto delle strisce (Ribbon) piene di icone, introdotte nella versione 2007 e qui potenziate. Ci sono state, dobbiamo dirlo, diverse resistenze da parte degli utenti a questa nuova soluzione grafica ma Windows si è decisa a confermare la sua scelta e dunque dobbiamo metterci un pò di buona volontà. Per fortuna le Ribbon sono non solo ben costruite, avendo una zona con delle funzioni di base fisse, e un’altra dove possiamo aggiungere od eliminare collegamenti a nostro piacimento, ma addirittura intelligenti. La suite ricorda i tool maggiormente utilizzati e li rende disponibili qualora, ragionevolmente, possiamo averne bisogno. Cliccare su una foto in Word farà apparire, per esempio, gli strumenti di editing, specie quelli che abbiamo appena utilizzato.

Outlook 2010 gestisce i contatti e riunisce tutte le comunicazioni in una unica interfaccia
Outlook 2010 gestisce i contatti e riunisce tutte le comunicazioni in una unica interfaccia

Backstage di Office – Radicale anche il cambio di gestione del documento. Mentre prima era possibile accedere al vecchio menù dei file, ora la funzione Backstage si apre a piena pagina e permette non solo di salvare il documento, ma guida l’utente ad alcune azioni successive come l’impostazione di permessi di lettura/scrittura, l’uso di una password di protezione del documento o di criptazione del file assieme ad una firma digitale che permette addirittura di verificarne l’integrità.

Sempre nel backstage troviamo le funzioni di condivisione che permettono di salvare e inviare il documento via mail senza lasciare il programma o uplodare tutto su SkyDrive, uno spazio web gratuito di 25Gb che funge da base per il download del documento da parte di colleghi o clienti.

Interessante la funzione dedicata alla ricerca di dati nascosti, come le correzioni che sono state fatte nel corso del tempo, e uno strumento, che abbiamo veramente molto gradito, che salva il documento in modo che sia compatibile con le versioni precedenti di Office, risparmiando al destinatario del file la fatica di dover eventualmente trovare un programma di decodificazione. Bella e potente anche la possibilità di vedere l’anteprima di stampa. Diciamo che fra le Ribbon e il Backstage l’utente può rimanere a prima vista un pò disorientato, ma una volta presa l’abitudine siamo contenti di avere a disposizione così tante opzioni, tutte potenti e utili.

Potente l'editor di immagini in Word, Power Point e Publisher
Potente l’editor di immagini in Word, Power Point e Publisher

Anteprime e gallerie Office 2010 riconferma l’intenzione della versione 2007 circa le personalizzazioni grafiche. Nella sezione Galleria abbiamo la possibilità di modificare stili, colori e caratteri dei documenti, oltre ad una approccio molto interessante, che tende a presentare all’utente un’anteprima dei comandi impartiti: per esempio abbiamo inserito un effetto grafico in PowerPoint e, al passaggio del mouse, il programma offre una piccola finestra con l’anteprima. Mentre in Word, copia/incollando un testo all’interno di una pagina il software permette di vedere un’ipotesi di formattazione automatica con delle evidenziature dei passaggi più importanti, che possiamo poi scegliere se accettare.

Microsoft Office Power Point 2010 – PowerPoint presenta sicuramente delle novità piuttosto interessanti. Ora è possibile caricare ed editare dei video direttamente all’interno del programma, in modo che gli utenti vedano solo ciò che l’autore della presentazione desidera. Con comandi abbastanza intuitivi possiamo aggiungere effetti, bagliori e animazioni aggiuntive. Bella e originale la funzione che permette di inserire delle specie di segnalibri all’interno della riproduzione video, che cliccati, aprono una pagina con un ulteriore contenuto testuale o fotografico.

Microsoft Outlook 2010 – Buoni i miglioramenti di Outlook per la posta, vista la spietata concorrenza di webmail come Yahoo e Gmail. Nella versione 2010 è possibile raggruppare mail che parlano dello stesso argomento in una finestra a formare una vera e propria conversazione dove la gestione dei messaggi è abbastanza veloce e potente. Anche qui, come nel caso delle Ribbon, sarà necessario abituarsi, ma una volta fatto ci siamo trovati abbastanza bene. Una nuova funzione detta Quickstep, consente di impostare il programma perchè invii dei messaggi email già pronti a dei mittenti preregistrati, solo lanciando un comando. Se siamo, ad esempio, nel settore del marketing e dobbiamo inviare delle presentazioni ai nuovi clienti o delle piccole newsletter ai nostri fornitori, basta un tasto per avviare l’automazione necessaria.

Il Backstage di Word 2010 permette una avanza gestione dei documenti
Il Backstage di Word 2010 permette una avanza gestione dei documenti

OneNoteMicrosoft Office OneNote, l’applicazione dedicata al lavoro condiviso online, è stata molto potenziata, con nuove funzioni di aggiunta di immagini, video, audio e testo in tempo reale, da parte di tutti gli operatori connessi. Tasti rapidi permettono di copiare e incollare testi e immagini in una unica sezione visibile da tutti, e il merge di informazioni è molto facile e potente. Bella anche l’opzione che evidenzia le ultime modifiche fatte ad un documento, per avere sempre un’idea dello svolgimento globale del progetto. Lo sforzo della Microsoft di soddisfare il manager si nota anche nella funzione dove, qualora si stia lavorando su un documento ed in contemporanea con un collega, impedisce bruschi cambiamenti del file, dando il tempo di sincronizzarsi ed accordarsi l’un l’altro.

Excel – Anche Excel è stato rimaneggiato per facilitare l’interpretazione e l’uso dei dati. Le tabelle sono colorate, per orientare l’occhio, e l’uso e la navigazione fra le formule matematiche è molto più semplice. Anche inserire diagrammi, tabelle e importare i dati si dimostra attività molto veloce. Una nuova funzione detta SparkLines consente di creare un piccolo diagramma in una singola cella, il che facilita il confronto fra i dati in un solo foglio di calcolo. La Microsoft cerca di rendere Excel molto meno ostico ai non addetti ai lavori, e di consentire un’apprendimento veloce del programma.

Publisher – Chi realizza piccoli lavori di editoria sarà contento di Publisher 2010. Con diversi temi disponibili, è possibile creare loghi business e vedere il risultato in anteprima. Molte immagini, font e stili sono poi personalizzabili, il che permette di creare il proprio stile grafico. Migliorati, come in tutta la suite, gli effetti di editing immagini, con correzione dei colori, ritaglio e contrasto.

Essendo il lavoro sempre più mobile, e sempre più connesso alla rete, Microsoft ha messo a disposizione una versione online di ogni suo programma di Office rendendo la condivisione ancora più facile. Le versioni web conservano la formattazione e la grafica del documento da qualsiasi browser e da qualsiasi dispositivo ci si colleghi, anche uno smartphone dimostrando di valere molto anche come suite online.

Integrazione con Hotmail – Office si integra enormemente con i server della Microsoft. Come abbiamo già spiegato è possibile salvare i documenti, usufruire dello spazio server gratuito e inviare il link ai propri colleghi o clienti. Questo permette di visualizzare presentazioni, video e foto ad alta risoluzione senza dover intasare la propria o altrui mail o consumare banda. Interessantissima la possibilità di caricare un album di foto, crearne uno slideshow animato e invitare a vederlo e condividerlo, senza dimenticare l’integrazione perfetta con servizi di immagini terzi come FlickR, SmugMug, Hulu e YouTube per i video, tutto senza abbandonare il proprio account Hotmail.

Verdetto – E’ consigliabile passare a Microsoft Office 2010? come detto all’inizio dipende dal vostro modo di lavorare. Se con la suite precedente vi trovate bene, e non dovete fare altro che creare o editare dei file, l’upgrade non ha molto senso. Se invece volete riprogrammare le vostre abitudini e fare un decisivo salto verso un modo di lavorare più online e condiviso non potete perdervi le novità grafiche e di gestione, le funzioni di Outlook, l’integrazione con Hotmail e il decisivo potenziamento di OneNote.

Link e risorse
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