12 Novembre 2025
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Intelligenza Artificiale: il rischio dell’auto formazione

Comprendiamo tutti il ​​concetto di “consanguineità” in termini umani – dove persone che sono geneticamente troppo simili si riproducono, dando origine a prole con deformità. Con ogni generazione consanguinea, il pool genetico diventa sempre meno diversificato.

Ma come potrebbe tutto ciò tradursi in un’intelligenza artificiale generativa? E perché dovremmo preoccuparci della consanguineità generativa dell’IA?

Cos’è la consanguineità in relazione all’intelligenza artificiale generativa?

Il termine si riferisce al modo in cui vengono addestrati i sistemi di intelligenza artificiale generativa. I primi modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) venivano addestrati su enormi quantità di testi, contenuti visivi e audio, in genere recuperati da Internet. Stiamo parlando di libri, articoli, opere d’arte e altri contenuti disponibili online, contenuti che sono stati, in generale, creati da esseri umani.

Ora, però, disponiamo di una miriade di strumenti di intelligenza artificiale generativa che inondano Internet con contenuti generati dall’intelligenza artificiale, dai post di blog e articoli di notizie, alle opere d’arte basate sull’intelligenza artificiale. Ciò significa che i futuri strumenti di intelligenza artificiale verranno addestrati su set di dati che contengono sempre più contenuti generati dalla stessa intelligenza artificiale.

Contenuto che non è stato creato da esseri umani, ma simula l’output umano. E man mano che i nuovi sistemi imparano da questi contenuti simulati e creano i propri contenuti basati su di essi, il rischio è che i contenuti diventino progressivamente peggiori. Come fare la fotocopia di una fotocopia di una fotocopia.

Non è quindi dissimile dalla consanguineità tra esseri umani. Il “pool genetico” – in questo caso, il contenuto utilizzato per addestrare i sistemi di intelligenza artificiale generativa – diventa meno diversificato. Meno interessante. Più distorto. Meno rappresentativo del reale contenuto umano.

Cosa significherebbe questo per i sistemi di intelligenza artificiale generativa?

La consanguineità potrebbe rappresentare un problema significativo per i futuri sistemi di intelligenza artificiale generativa, rendendoli sempre meno capaci di simulare accuratamente il linguaggio e la creatività umana. Uno studio ha confermato come la consanguineità porti a una minore efficacia delle IA generative, scoprendo che “senza dati reali sufficienti in ogni generazione… i futuri modelli generativi sono condannati a vedere la loro qualità o diversità diminuire progressivamente ”.

In altre parole, le IA hanno bisogno di dati nuovi (generati dall’uomo) per migliorare sempre di più nel tempo. Se i dati su cui vengono addestrati vengono sempre più generati da altre IA, si finisce con quello che viene chiamato “ collasso del modello ”. Che è un modo elegante per dire che le IA diventano più stupide. Ciò può accadere con qualsiasi tipo di output di intelligenza artificiale generativa, non solo testo ma anche immagini.

Immaginatelo in termini di un chatbot del servizio clienti che peggiora progressivamente, producendo risposte sempre più goffe, robotiche o addirittura prive di senso. Questo è il pericolo per i sistemi di intelligenza artificiale generativa: la consanguineità potrebbe, in teoria, renderli inutili. In primo luogo, vanifica lo scopo di utilizzare l’intelligenza artificiale generativa. Vogliamo che questi sistemi facciano un buon lavoro nel rappresentare il linguaggio e la creatività umana, e non peggiorino progressivamente. Vogliamo che i sistemi di intelligenza artificiale generativa diventino più intelligenti e migliori nel rispondere alle nostre richieste nel tempo. Se non possono farlo, che senso hanno?

Cosa significa tutto questo per gli esseri umani?

Abbiamo tutti visto le immagini esilaranti e strane create dall’intelligenza artificiale generativa. Mani che escono da posti in cui non dovrebbero, facce da incubo e cose simili. Possiamo ridere di queste distorsioni perché ovviamente non sono create da artisti umani.

Ma consideriamo un futuro in cui sempre più contenuti che consumiamo saranno creati da sistemi di intelligenza artificiale generativa. Sempre più contenuti distorti o, per lo meno, del tutto insipidi. Contenuti poco rappresentativi della reale creatività umana. La nostra cultura collettiva è sempre più informata da contenuti generati dall’intelligenza artificiale anziché da contenuti generati dall’uomo. Ci ritroviamo bloccati in una “ blanda camera di eco dell’IA ”. Cosa significherebbe questo per la cultura umana? È questa la strada che vogliamo percorrere?

Ci sono soluzioni?

Una via da seguire è progettare i futuri sistemi di intelligenza artificiale in modo che possano distinguere i contenuti generati dall’intelligenza artificiale da quelli generati dagli esseri umani e, quindi, dare priorità a questi ultimi a fini di formazione. Ma è più facile a dirsi che a farsi perché le IA trovano sorprendentemente difficile distinguere tra i due!

Dobbiamo anche evitare di fare eccessivo affidamento sui sistemi di intelligenza artificiale generativa e continuare a dare priorità ad attributi molto umani come il pensiero critico e il pensiero creativo. Dobbiamo ricordare che l’intelligenza artificiale generativa è uno strumento – uno strumento estremamente prezioso – ma non può sostituire la creatività e la cultura umana.

Figure 01 è un robot che può parlare e muoversi come un essere umano

Un robot a forma umana con la capacità di aggiornarsi dai propri errori è riuscito con successo a imparare a preparare una tazza di caffè semplicemente guardando il video di una persona che lo fa. Questo nuovo robot, chiamato Figure 01, può servire cibo e rispondere alle domande con una voce “umana” utilizzando la tecnologia di Intelligenza Artificiale OpenAI.

La tecnologia OpenAI è nota soprattutto per il prodotto ChatGPT. Se tutto ciò che l’azienda sviluppatrice ha mostrato in un video funziona “significa un progresso in due aree chiave della robotica“.

La prima area a cui fare riferimento è l’aspetto meccanico della robotica. Le capacità di movimento simili a quelle umane di questo robot mostrano un progresso nella capacità di costruire elementi meccanici con “movimento abile e autocorrettivo”. Ciò significa che gli ingegneri moderni possono imitare la mano umana, comprese le ossa più piccole, a un livello migliore. Ciò significa anche che i motori più fini consentono al robot di svolgere compiti e tenere delicatamente gli oggetti.

Il secondo progresso riguarda l’elaborazione del linguaggio naturale (NPL). Secondo quanto dichiarato il motore di OpenAI è immediato e reattivo alle query, oltre che in grado di tradurre i dati in parlato.

Chi è Figure AI

Fondata nel 2022, Figure AI ha sviluppato Figure 01 che se i video sono veritieri si muove come un essere umano. L’azienda vede i suoi robot utilizzati in futuro nella produzione, nelle spedizioni e nella logistica, nello stoccaggio e nella vendita al dettaglio, “dove la carenza di manodopera è più grave”, al momento le macchine non sembra siano destinate ad applicazioni militari o di difesa.

La società ha pubblicato un video che mostra la Figura 01 in azione. Il robot, in altri video, cammina su due gambe e usa le mani a cinque dita per sollevare una cassa di plastica, quindi fa diversi passi prima di posizionare la scatola su un nastro trasportatore.

L’obiettivo finale di Figure è che Figure 01 sia in grado di eseguire “attività quotidiane in modo autonomo”. L’azienda afferma che per arrivarci sarà necessario sviluppare sistemi di intelligenza artificiale più robusti.

Nel frattempo, Figure fa parte di un campo affollato di aziende che competono per rendere i robot umanoidi una realtà. Agility Robotics, sostenuta da Amazon, prevede di aprire una fabbrica in grado di produrre fino a 10.000 dei suoi robot bipedi Digit all’anno. Tesla sta anche cercando di costruire un robot umanoide, chiamato Optimus, mentre la società di robotica Boston Dynamics ha sviluppato diversi modelli. La startup norvegese di robot umanoidi 1X Technologies ha recentemente raccolto 100 milioni di dollari con il sostegno di OpenAI.

Si prevede che il mercato dei robot umanoidi raggiunga i 38 miliardi di dollari entro il 2035 e si prevede che nel 2030 potrebbero essere spedite più di 250.000 unità.

In questo momento siamo a una curva iniziale in cui c’è molto interesse per gli umanoidi, e penso che continuerà per un po’”, ha affermato Tom Andersson, co-fondatore e principale analista di STIQ Ltd., che pubblica ricerche sulla robotica e tecnologie di vendita al dettaglio. Andersson ha affermato che saranno necessari “diversi cambiamenti graduali” prima che possa essere implementato su larga scala.

Nell’ambito dell’accordo annunciato, Figure ha affermato che sta collaborando con il produttore di ChatGPT OpenAI per “sviluppare modelli di intelligenza artificiale di prossima generazione per robot umanoidi”. Utilizzerà inoltre i servizi cloud Azure di Microsoft per l’infrastruttura AI, la formazione e l’archiviazione.

I robot umanoidi necessitano di componenti costosi come attuatori, motori e sensori per funzionare. I ricercatori Goldman affermano che si prevede che tali costi diminuiranno nei prossimi anni, notando che sono già scesi tra i 30.000 e i 150.000 dollari per unità, da un intervallo compreso tra 50.000 e 250.000 dollari per unità l’anno scorso.

L’Intelligenza Artificiale per robot è diversa da ChatGpt?

L’intelligenza artificiale utilizzata per chatbot come ChatGPT è diversa da quella utilizzata per i robot umanoidi, anche se entrambi i tipi di AI rientrano nel campo dell’apprendimento automatico. Ecco le differenze principali:

ChatGPT e chatbot simili

  • Funzione principale: Generare testo, tradurre lingue, scrivere contenuti creativi e rispondere a domande in modo informativo.
  • Focus: Comprensione del linguaggio naturale (NLP) e generazione di testo realistico e coerente.
  • Forma: Non hanno un corpo fisico e interagiscono con gli utenti attraverso interfacce di testo o vocali.
  • Esempi: ChatGPT, LaMDA, Gemini.

Robot umanoidi

  • Funzione principale: Eseguire compiti fisici nel mondo reale, come spostarsi, interagire con oggetti e collaborare con gli umani.
  • Focus: Percezione sensoriale, robotica e pianificazione del movimento.
  • Forma: Hanno un corpo fisico che imita la forma umana, con arti, sensori e attuatori.
  • Esempi: Atlas, Pepper, Sophia, Figure 01.

Tecnologie AI utilizzate

  • Chatbot: Reti neurali profonde, modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM), apprendimento per rinforzo.
  • Robot umanoidi: Visione artificiale, elaborazione del linguaggio naturale (NLP), apprendimento automatico per la robotica, sistemi di controllo.

Integrazione

L’intelligenza artificiale per chatbot e robot umanoidi può essere integrata per creare sistemi più completi. Ad esempio, un robot umanoide potrebbe utilizzare un chatbot per comunicare con gli umani in modo più naturale, mentre il chatbot potrebbe utilizzare le informazioni sensoriali del robot per comprendere meglio il contesto e fornire risposte più precise.

Esempio

Figure 01 è un robot umanoide che utilizza ChatGPT per la conversazione e l’interazione con gli utenti. Le telecamere di Figure 01 forniscono informazioni visive a ChatGPT, che le utilizza per generare risposte più pertinenti e contestuali.

In sintesi

  • L’IA per chatbot si concentra sulla comunicazione e la generazione di testo.
  • L’IA per robot umanoidi si concentra sul movimento, la percezione e l’interazione fisica.
  • L’integrazione di queste due tecnologie può creare sistemi AI più completi e capaci.

Ricerca e sviluppo

L’intelligenza artificiale per chatbot e robot umanoidi è un campo di ricerca in continua evoluzione. Nuove tecnologie e algoritmi vengono sviluppati continuamente per migliorare le capacità di entrambi i tipi di sistemi.

Ricatti su Telegram: cosa fare, come gestire una sextorsion

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Siete stati contattati da una ragazza su un social network, che vi ha chiesto di spostare la conversazione su Telegram, o siete stati contattati direttamente su Telegram. Dopo una chat sexy, è stato registrato del materiale personale e ora siete sotto ricatto.

Si tratta di un classico ricatto su Telegram: in questa guida vedremo come gestire un ricatto su Telegram per non avere danni alla propria reputazione ed evitare la diffusione di materiale personale.

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I ricatti su Telegram: perchè avvengono

I ricatti su Telegram fanno parte di un più ampio fenomeno noto come “Sextortion” o “ricatti sessuali online”: si tratta di un’attività ricattatoria condotta da gruppi internazionali di criminali, che eseguono migliaia di ricatti al giorno in tutto il mondo.

L’obiettivo è quello di registrare del materiale intimo, minacciare le vittime di diffonderlo online e ottenere cospicue somme di denaro.

Telegram è un’applicazione che, purtroppo, si presta particolarmente bene ai ricatti in quanto è difficile risalire alle informazioni del proprio interlocutore ed è molto facile cercare e contattare le persone, sfruttando il numero di cellulare, il nome utente o la funzione “persone nelle vicinanze”.

Su Telegram è inoltre molto semplice creare dei gruppi, dove condividere in poco tempo grandi quantità di materiale. Ecco quindi cosa fare per gestire al meglio un ricatto su Telegram.

Non credere ai ricattatori

I ricattatori sono dei professionisti nello spaventare le proprie vittime e normalmente utilizzano due grandi tecniche.

La prima è quella di richiedere denaro per curare un parente malato: spesso i ricattatori inoltrano l’immagine di una persona su un letto d’ospedale in gravissime condizioni per giustificare, con una motivazione umanitaria, la loro richiesta di soldi.

L’altro grande trucco è quello di inoltrare una schermata che presenta una denuncia dell’Interpol ai propri danni: nella foto si legge dell’avvio di un’indagine nei propri confronti per la presenza di materiale pedofornografico sul proprio smartphone.

In questo caso, l’Interpol sembra chiedere una somma di denaro per archiviare la denuncia senza ulteriori conseguenze.

Si tratta ovviamente di bufale, utilizzate per spaventare l’interlocutore, metterlo sotto pressione e ottenere più facilmente il denaro.

Non pagare i ricattatori

I ricattatori su Telegram iniziano chiedendo una cifra, che può essere anche molto alta, per poi scendere gradualmente a seconda delle capacità di spesa della propria vittima.

La promessa è sempre la stessa: pagando, la situazione si interromperà immediatamente e il materiale compromettente verrà cancellato definitivamente dai loro computer.

Anche se presi dal panico, bisogna evitare a qualsiasi costo di pagare. Cedere al ricatto non comporta assolutamente la cancellazione del materiale né la fine delle comunicazioni. Anzi, i ricattatori capiscono che la vittima è disposta a sborsare denaro e, con altre scuse pretestuose, chiedono immediatamente altri soldi fino a stabilire, addirittura, dei pagamenti a cadenza regolare.

Pagare è uno dei peggiori errori che si possa fare quando si è vittime di ricatti su Telegram.

Non fornire il proprio numero di cellulare

Fornire il proprio numero di cellulare è un altro errore da evitare. Se i ricattatori entrano in possesso del numero di telefono possono contattare più facilmente la vittima, intimidirla con maggiore efficacia, fino addirittura a fare delle chiamate minacciose.

E’ necessario quindi non solo non fornire mai il proprio numero, ma anche verificare le impostazioni del proprio profilo: molto spesso Telegram pubblica automaticamente il numero di cellulare con il quale è stata installata l’applicazione.

Controllate subito che non sia visibile pubblicamente, e nel caso, raggiungete le impostazioni dell’applicazione per renderlo visibile solamente a voi stessi.

Non fornire la propria posizione geografica

Telegram consente di fornire la propria posizione geografica: anche questo è un errore. Il problema non risiede tanto nel rischio di essere avvicinati fisicamente da questi criminali, in quanto le sedi di questi gruppi sono sempre in paesi lontani come la Costa d’avorio, le Filippine o il Burkina Faso.

Fornire la propria posizione geografica è un errore perchè permette ai ricattatori di confezionare dei messaggi personalizzati, come una falsa denuncia della polizia che sembra provenire proprio dalla vostra città o altre tecniche di convincimento calibrate per voi.

Non scaricare applicazioni

I ricattatori potrebbero chiedervi di scaricare delle applicazioni o cliccare su dei link: non fatelo assolutamente. Si tratta sicuramente di virus e malware che hanno il compito di controllare la vostra rubrica telefonica o raccogliere altre informazioni sensibili, come gli accessi bancari.

Evitate di accettare e di eseguire qualsiasi applicazione. Se lo avete già fatto, scaricate immediatamente dalle piattaforme come Google Play o lo store di iOS un antivirus, come AVG o Kaspersky, ed avviatelo immediatamente per cercare di bloccare immediatamente qualsiasi malware che potrebbe essere stato installato sul vostro smartphone.

Raccogliete prove del reato

Conservate le chat Telegram con i ricattatori. A volte le vittime, per cercare di chiudere la situazione e in preda al panico, potrebbero essere tentate di cancellare le chat. Anche questo è un errore da evitare: le chat costituiscono la prova fondamentale del reato informatico che si sta verificando e sono fondamentali per una denuncia alle forze dell’ordine

Dovete conservare le chat: potete eseguire degli screenshot da registare nella galleria fotografica o esportare una copia di backup delle chat, cosa che Telegram permette di fare nel menù “Impostazioni”

Sporgete subito denuncia alle forze dell’ordine

Una delle cose più importanti in queste situazioni è non rimanere da soli. Sporgete immediatamente denuncia,  recandovi personalmente presso una questura, in particolare il dipartimento della polizia postale o presso il comando dei Carabinieri più vicino a voi: dite di essere stati vittima di un reato informatico, consegnate le prove di quanto avvenuto e attenetevi alle loro indicazioni.

Denunciare è molto importante, in quanto permette alle forze dell’ordine di raccogliere dei dati che serviranno per le indagini internazionali, volte a sgominare queste bande di ricattatori.

Rivolgiti a dei consulenti professionisti

Un ottimo metodo per gestire i ricatti su Telegram è quello di farsi accompagnare da consulenti di sicurezza e privacy professionisti. In questo caso, il Gruppo Trizio Consulting, agenzia di protezione della reputazione online con sede a Genova e Roma, può darvi un aiuto immediato.

Grazie al dipartimento sui ricatti online, disponibile 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, i nostri consulenti possono fornirvi, in qualsiasi ora del giorno della notte, una consulenza e un aiuto immediato per gestire al meglio il ricatto senza avere danni alla vostra reputazione e contrastando efficacemente le azioni di questi gruppi di criminali.

Diritto all’oblio. Dopo quanti anni ne puoi beneficiare?

Dopo quanti anni si può beneficiare del diritto all’oblìo?

Questa è una delle prime domande relative al diritto all’oblio, ma cerchiamo di capire che cos’è il diritto all’oblio e dopo quanti anni si può beneficiare di questa normativa europea.

Tecnicamente parlando, il diritto all’oblio è il diritto di una persona di richiedere sia la cancellazione che la deindicizzazione dai motori di ricerca di alcuni dati personali o notizie relative alla propria vita, per proteggere la propria privacy e la reputazione online. Ma come spesso accade in giurisprudenza, è necessario bilanciare questo diritto con il diritto di cronaca esercitato dalle testate giornalistiche.

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Dopo quanti anni si può beneficiare del diritto all’oblio? La risposta a questa domanda non è semplice né immediata, poiché dipende da diverse condizioni.

Occorre innanzitutto riconoscere che non esiste una legge che stabilisca in modo preciso ed esatto dopo quanti anni si può beneficiare del diritto all’oblio. Piuttosto, le varie sentenze nazionali e internazionali negli ultimi anni hanno creato un orientamento normativo di riferimento, che deve essere valutato caso per caso.

Dopo quanti anni hai il diritto all’oblìo per assoluzione?

Nel caso di assoluzione, il diritto all’oblio viene applicato in modo sostanzialmente immediato, soprattutto dopo la riforma Cartabia del 2021, rendendolo quasi automatico. Questo vale sia per le redazioni giornalistiche, che possono decidere di rimuovere l’articolo immediatamente, sia per i motori di ricerca, che sono tenuti a rimuovere dai risultati di ricerca i link ritenuti obsoleti entro 15 giorni dalla notifica ricevuta dal diretto interessato.

Il diritto all’oblio è considerato immediatamente applicabile per ristabilire la reputazione di una persona riconosciuta assolta e innocente.

Dopo quanti anni hai il diritto all’oblìo se sei stato condannato?

La situazione cambia nel caso di condanne: il diritto all’oblio inizia a essere calcolabile dalla data di estinzione della pena, non dalla data in cui la pena è stata inflitta. Il periodo varia da due a cinque anni a seconda della gravità del reato, dell’assenza o presenza di fattori attenuanti e di altre circostanze aggravanti.

In generale, più il reato è lieve e meno coinvolge altre persone, più si tende a considerare un periodo vicino ai due anni. Al contrario, per reati gravi contro le persone o in presenza di circostanze aggravanti, il periodo necessario per poter beneficiare del diritto all’oblio si estende fino a cinque anni.

Cosa può aumentare gli anni necessari per il diritto all’oblìo?

Ci sono effettivamente degli elementi che possono prolungare il periodo necessario per poter beneficiare del diritto all’oblio. In particolare, i gravi reati come quelli legati al terrorismo, all’associazione mafiosa e all’associazione a delinquere ricevono un’attenzione speciale sia dalle redazioni giornalistiche, che di solito attendono cinque anni prima di procedere alla deindicizzazione, sia dai motori di ricerca.

Un altro aspetto rilevante riguarda i reati contro le persone, soprattutto quelli commessi contro categorie considerate vulnerabili, come bambini, anziani, persone con disabilità e donne.

Reati quali la pedofilia e il femminicidio non solo potrebbero non essere soggetti a deindicizzazione prima di cinque anni, ma è anche probabile che si incontrino resistenze anche dopo questo periodo.

Cosa può diminuire gli anni necessari per il diritto all’oblìo?

Allo stesso modo, esistono fattori che possono ridurre il tempo necessario per poter beneficiare del diritto all’oblio. Secondo l’esperienza degli esperti del Gruppo Trizio Consulting, specializzato nella rimozione di contenuti negativi e nel diritto all’oblio su internet, un radicale cambio di vita, accompagnato da una modifica sostanziale del proprio comportamento, un serio e dimostrabile impegno nel servire la società, o un significativo cambiamento e miglioramento nella propria professione, possono contribuire a ridurre i tempi necessari per usufruire del diritto all’oblio.

Dopo quanti anni hai il diritto all’oblio per personalità politiche?

Le personalità politiche rappresentano un caso particolare quando si parla di diritto all’oblio.

Generalmente, chi ricopre un incarico pubblico, e ha dunque responsabilità nei confronti dei cittadini, necessita di un periodo più lungo per poter beneficiare del diritto all’oblio. In questo contesto, un elemento chiave è la posizione pubblica dell’individuo, spesso legata a un mandato elettivo.

Sia le redazioni giornalistiche che i dipartimenti legali dei motori di ricerca ritengono che i cittadini e gli elettori abbiano il diritto di essere informati in modo preciso e prolungato su eventi che riguardano un determinato candidato o titolare di carica pubblica.

Anche per le personalità politiche è possibile ottenere il diritto all’oblio, ma sono necessarie strategie specifiche e il soddisfacimento di requisiti legali ben definiti, data la tendenza del diritto di cronaca a prevalere in queste situazioni.

Cos’è il Ramadan

Il Ramadan è considerato il mese più sacro nel calendario islamico. Durante il Ramadan ogni adulto musulmano praticante sano è tenuto a digiunare dall’alba al tramonto, e ad astenersi anche dal bere acqua, dando così una notevole prova di resistenza fisica e di fede, fino alla sera, quando potrà finalmente interrompere il digiuno, riunendosi insieme ad amici, parenti e conoscenti in un momento conviviale.

L’osservanza del digiuno è un obbligo di fede. Si tratta di uno dei cinque “pilastri” dell’Islam – insieme alla testimonianza di fede, alla preghiera, all’elemosina e al pellegrinaggio – e si accompagna all’obbligo di recitare 5 volte al giorno le preghiere previste, volgendo lo sguardo a La Mecca. Prima dell’alba è consentito consumare un pasto, il suhur, al tramonto il digiuno si interrompe con un dattero e un bicchiere d’acqua, dopodiché segue l’iftar, ovvero il pasto serale dove si invitano amici e parenti.

La pratica del digiuno

Il digiuno, un tempo pratica comune anche tra le antiche comunità dell’Arabia preislamica, è stato elevato a obbligo religioso dall’Islam, come testimonia il Corano, che lo indica come mezzo per sviluppare il timor di Dio, o taqwa. Non solo tra i fedeli musulmani, ma anche le popolazioni pagane di Mecca seguivano tradizioni di digiuno, in particolare nel decimo giorno di Muharram, con lo scopo di espiazione dei peccati e prevenzione delle carestie.

Riscontri storici, come quelli riportati dall’autore iracheno Abu Zanad nel VIII secolo, suggeriscono che pratiche simili al digiuno del Ramadan fossero osservate anche da comunità preislamiche nella regione di Giazira, nel nord dell’odierno Iraq.

La formalizzazione del digiuno durante il Ramadan come prescrizione divina avvenne nel 624 d.C., a 18 mesi dalla migrazione del profeta Maometto da Mecca a Medina (Egira), evidenziando il profondo significato spirituale e comunitario attribuito a questa pratica. Tra gli obiettivi del digiuno si riconoscono l’autodisciplina, il rafforzamento del senso di appartenenza comunitaria, la pazienza, l’amore per il divino, ma anche una maggiore empatia verso i bisognosi, stimolando i fedeli alla beneficenza, come la zakat.

Il Ramadan e le sue radici sono oggetto di studio e dibattito tra gli storici. Philip Jenkins, tra altri, propone che la pratica musulmana del digiuno possa avere influenze dalle tradizioni quaresimali delle Chiese Siriache, un’ipotesi che trova sostegno in alcuni ambienti accademici, sebbene sia contestata da studiosi musulmani come al-Azami, che rigettano l’idea di una derivazione siriaco-cristiana del Corano. Questa teoria sottolinea la complessità e l’intreccio di influenze culturali e religiose che caratterizzano la storia delle pratiche di digiuno nel mondo islamico.

I divieti nel Ramadan

Durante il digiuno del Ramadan è proibito praticare atti sessuali, proferire ingiurie o male parole, imprecazioni e bestemmie, allo stesso modo sono vietati gli atti di violenza (fatta eccezione per la legittima difesa) ed è proibito mentire e calunniare, o dedicarsi a vizi come il fumo.

I negozi e le aziende restano chiusi durante il giorno per riaprire soltanto dopo il tramonto.

È una sorta di lunga ordalia spirituale e fisica, con alcuni momenti di comunione e convivialità, che aiuta tutti i fedeli musulmani a compiere una riflessione spirituale, per fermarsi facendo il punto sulla propria vita, e purificarsi nel corpo e nello spirito dedicandosi al prossimo, con l’obiettivo dichiarato di lasciare da parte le priorità del corpo per privilegiare quelle dell’anima.

Durante il mese sacro del Ramadan, oltre all’obbligo del digiuno, i musulmani sono esortati a intensificare le loro pratiche devozionali, tra cui la recita di preghiere, la beneficenza e l’esercizio dell’autodisciplina. Tali attività trovano fondamento negli insegnamenti degli Hadith, in particolare nei racconti autentificati raccolti in Sahih Al-Bukhari e Sahih Muslim.

Queste tradizioni sottolineano il carattere spirituale profondamente significativo del Ramadan, descrivendo come, con l’inizio di questo mese, si aprano le porte del Paradiso e si chiudano quelle dell’inferno, mentre i demoni vengono incatenati. Questa immagine simbolica riflette l’opportunità offerta ai fedeli di avvicinarsi spiritualmente a Dio, purificando l’anima attraverso pratiche di devozione e altruismo, in un periodo in cui il bene è reso più accessibile e il male è tenuto a bada.

Al termine del Ramadan si tiene una vera e propria festa, detta Id al-fitr, o festa della rottura del digiuno, che può durare fino a tre giorni, durante la quale si tengono spettacoli e festival.

Le esenzioni dal digiuno

La pratica del digiuno non è però prevista per alcune categorie. Sono esentati gli anziani, i minori di 12 anni, dunque non è previsto alcun digiuno per i bambini, le donne in gravidanza e in allattamento, i malati, i viaggiatori e le donne durante il ciclo mestruale.

Questi ultimi, le donne con il ciclo e i viaggiatori, così come coloro che hanno sofferto di malanni passeggeri durante il mese del Ramadan, dovranno poi recuperare i giorni di digiuno nel corso dell’anno. Gli anziani e i malati gravi sono invece incoraggiati a praticare opere di carità, se sono in condizione di farlo, durante tutto il mese sacro.

Le origini del Ramadan

Letteralmente “ramadan” significa ‘grande calore’ o ‘calore cocente’ ed è il nome del nono mese del calendario lunare islamico. Così importante e sacro, perché secondo l’Islam fu durante il mese di Ramadan che l’angelo Gabriele rivelò a Maometto il Corano.

Ma ci sono altri momenti topici dell’Islam verificatisi durante il mese sacro. Fu infatti sempre durante il Ramadan che la comunità musulmana di Maometto sconfisse la tribù Quraysh de La Mecca; e fu durante il Ramadan che, sei anni dopo tale prima vittoriosa battaglia, Maometto condusse la sua comunità a La Mecca, che rivendicò come appartenente ai musulmani che prima ne erano stati cacciati e dove “purificò” il santuario della Ka’ba dagli usi dei pagani – la Ka’ba oggi è l’edificio più sacro per l’Islam.

La Ka’ba

Situata al centro della Grande Moschea nella città della Mecca, in Arabia Saudita, la Ka’ba è un antico edificio a forma di cubo verso il quale i musulmani di tutto il mondo si rivolgono per pregare. Durante il pellegrinaggio annuale, noto come Hajj, milioni di musulmani si recano alla Mecca per pregare e rendere omaggio alla Ka’ba.

La data del Ramadan perché la data varia di anno in anno?

Anche se il nome ‘calore cocente’ fa pensare a un mese torrido, oggi non è detto che tale periodo cada durante i mesi estivi del calendario gregoriano. Questo perché il calendario islamico segue rigorosamente quello lunare, che conta 11 giorni in meno rispetto a quello solare: per cui di anno in anno la data di inizio del Ramadan viene anticipata, causando una variazione delle stagioni in cui viene celebrato. In alcuni periodi si celebra d’inverno, con conseguente digiuno abbreviato. Quest’anno, ad esempio, l’inizio del mese sacro cade il 10 marzo.

Nella tradizione, l’inizio di un mese lunare veniva stabilito in base all’avvistamento a occhio nudo della prima falce di Luna crescente. Ma essendo tale metodo poco accurato, per via delle possibili perturbazioni meteorologiche e di altri elementi che possono ostacolare o ritardare l’avvistamento, oggi tale determinazione è affidata a un preciso calcolo tecnologico, il cui rigore però impedisce al mese di Ramadan di coincidere sempre con il periodo estivo, come era in passato.

Poiché 1,9 miliardi di fedeli abitano ogni angolo del globo a chi abita dove in quel periodo dell’anno il sole non tramonta mai, come in Alaska, le autorità islamiche raccomandano di seguire il calendario del paese più vicino dove sia possibile attuare una netta distinzione tra il giorno e la notte.

Le ricorrenze nel Ramadan

Il Ramadan, oltre a essere un periodo di intensa spiritualità e devozione per i musulmani, è costellato da numerose ricorrenze che arricchiscono il tessuto culturale e religioso di questo mese sacro.

Tra queste, spiccano date significative che commemorano eventi storici e figure importanti dell’Islam. Il sesto giorno del mese, ad esempio, segna la nascita di al-Husayn ibn ‘Alī, nipote del Profeta Maometto, figura di spicco per la comunità sciita. Il decimo giorno ricorda la scomparsa di Khadīja bint Khuwaylid, prima moglie del Profeta e sua prima seguace. La vittoria nella battaglia di Badr, momento cruciale per la nascente comunità musulmana, è celebrata il diciassettesimo giorno.

La conquista della città di Mecca, che segnò un punto di svolta nella diffusione dell’Islam, ricorre il diciannovesimo giorno. Infine, il ventunesimo giorno è dedicato alla memoria di ‘Alī ibn Abī Ṭālib, primo cugino e genero del Profeta, e di l’imam ʿAlī al-Riḍā, anch’essi figure centrali nella tradizione islamica.

Nei paesi a maggioranza musulmana, il rispetto del digiuno assume un’importanza tale da riflettersi anche nella sfera legale, con normative che in alcuni casi sanzionano penalmente la violazione pubblica di questa pratica durante il Ramadan, in nome della morale collettiva.

Tuttavia, è importante sottolineare che, nella vita privata, la pratica del digiuno rimane una questione di fede personale e di coscienza individuale, senza obblighi imposti dalla legge. Questa distinzione tra sfera pubblica e privata riflette la complessità delle interpretazioni e delle applicazioni della legge islamica nei diversi contesti culturali e nazionali.

Capire e studiare questo mese speciale per la fede islamica è un modo per entrare in un mondo che molto spesso viene ignorato ed è un vero e proprio mistero per molte persone.

Regno Unito: progettato nuovo software per supportare i futuri satelliti

Il Ministero della Difesa del Regno Unito ha compiuto un passo significativo verso il potenziamento delle sue capacità di intelligence, sorveglianza e ricognizione dallo spazio, assegnando due importanti contratti per lo sviluppo di software terrestre destinato a supportare la futura costellazione di satelliti.

Le filiali britanniche di Rhea, azienda belga, e di Lockheed Martin, conglomerato americano, sono state selezionate per questo progetto, con un investimento complessivo di 4 milioni di sterline, equivalente a circa 5 milioni di dollari.

Questi accordi, annunciati il 14 febbraio, rappresentano il frutto di un lavoro di preparazione iniziato a metà del 2023, quando le due aziende furono scelte tra sei candidati per il progetto denominato Beroe.

Nonostante l’apparente modestia dell’investimento, l’impatto atteso da questo sviluppo è ritenuto cruciale. Il Commodoro David Moody, a capo delle capacità presso il Comando spaziale del Regno Unito, ha sottolineato l’importanza di questo momento per la difesa e l’industria spaziale britannica.

Le innovazioni software e le partnership che ne scaturiranno giocheranno un ruolo determinante nel futuro della gestione delle attività spaziali del Regno Unito, con l’obiettivo di controllare e massimizzare l’uso dei satelliti in maniera sicura e sostenibile.

Il completamento dei contratti, della durata di 20 mesi, è previsto per marzo 2025, senza una tempistica definita per le fasi successive di acquisizione o sviluppo software.

Il controllo satellitare britannico si basa attualmente sulla rete Skynet 5, dedicata alle comunicazioni. Tuttavia, il progetto Beroe mira a estendere le capacità satellitari a un ventaglio più ampio di enti governativi e tipologie di satelliti, sia individualmente sia in coordinamento. Sebbene Beroe operi indipendentemente da Skynet, supporterà le future costellazioni di satelliti attraverso programmi come ISTARI e Minerva in orbita terrestre bassa.

ISTARI prevede lo sviluppo di un sistema multi-satellite decennale, con un investimento di 968 milioni di sterline, per rafforzare sorveglianza e raccolta di informazioni a supporto delle operazioni militari. Minerva, con un budget di 127 milioni di sterline, si concentra sullo sviluppo di quattro satelliti dimostrativi, destinati a validare la capacità di raccolta e diffusione autonoma di dati. Il lancio di Tyche, il primo satellite del gruppo Minerva, è previsto per quest’anno, ponendo le basi per il futuro sviluppo del progetto ISTARI.

Questi programmi si inseriscono in un piano di spesa decennale del Ministero della Difesa, che ammonta a 6,4 miliardi di sterline, come parte della strategia di difesa spaziale lanciata nel 2022.

La maggior parte dei fondi sarà destinata all’acquisto di nuovi satelliti e infrastrutture terrestri per il programma Skynet 6, con Airbus già impegnata nella costruzione del satellite Skynet 6A.

Una competizione aggiuntiva è in corso per la fornitura di una nuova generazione di satelliti a banda stretta e larga, segnando un nuovo capitolo nello sviluppo spaziale britannico.

L’Autorità Palestinese riceve 114 milioni di dollari da Israele

L’Autorità Palestinese ha ricevuto 407 milioni di shekel (114 milioni di dollari) da Israele, con ulteriori fondi in arrivo a seguito di un accordo per sbloccare i fondi fiscali congelati, lo ha comunicato ufficialmente il governo norvegese.
Il 18 febbraio la Norvegia ha dichiarato di aver accettato di assistere nel trasferimento dei fondi stanziati per l’Autorità Palestinese (AP) che sono stati raccolti da Israele, fornendo finanziamenti.

Questo denaro è assolutamente necessario per prevenire il collasso dell’Autorità Palestinese, per garantire che i palestinesi ricevano servizi vitali e che gli insegnanti e gli operatori sanitari siano pagati“, ha affermato il primo ministro norvegese Jonas Gahr Stoere.
Altri trasferimenti sono attesi “nei prossimi giorni”, ha aggiunto senza specificare i tempi esatti né l’importo.
L’Autorità Palestinese esercita un autogoverno limitato nella Cisgiordania occupata da Israele.

In base agli accordi di pace provvisori raggiunti negli anni ’90, il ministero delle finanze israeliano riscuote le tasse per conto dei palestinesi ed effettua trasferimenti mensili all’Autorità palestinese. Ma una disputa è scoppiata sui pagamenti in seguito all’attacco contro Israele del 7 ottobre da parte di Hamas da Gaza, un territorio governato dal gruppo islamico palestinese.
Israele riscuote le tasse sulle merci importate nei territori palestinesi attraverso il territorio israeliano, trattenendo una commissione del 3% prima di trasferire il resto all’Autorità Palestinese. Israele controlla tutte le frontiere dei territori palestinesi, escluso il valico di Rafah tra l’Egitto e la Striscia di Gaza.

Secondo la soluzione concordata, la Norvegia funge da intermediario, trattenendo entrate fiscali pari alla parte che Israele stima sarebbe andata a Gaza, mentre l’Autorità Palestinese riceverebbe il resto.
Oslo ha ricevuto anche la quota di denaro che avrebbe trattenuto per conto dell’Autorità Palestinese. La dichiarazione del governo norvegese non dice quanto valesse quella quota.
Il ministero degli Esteri non ha risposto immediatamente a una richiesta di commento.

Germania: la cannabis ora è legale

La Germania fa parte ora di un piccolo gruppo di paesi e giurisdizioni che hanno legalizzato la cannabis. Il Bundestag ha approvato una legge che consente alle persone e alle associazioni di volontariato di coltivare e detenere quantità limitate di cannabis.

La legge approvata dalla coalizione di governo tripartita del Cancelliere Olaf Scholz legalizza la coltivazione di un massimo di tre piante per il consumo privato e il possesso di un massimo di 25 grammi di cannabis.

La produzione di cannabis su larga scala, ma pur sempre non commerciale, sarà consentita ai membri dei cosiddetti cannabis club con non più di 500 membri, tutti adulti. Solo i soci del club possono consumare il loro prodotto.

Abbiamo due obiettivi: reprimere il mercato nero e migliorare la protezione dei bambini e dei giovani“, ha detto il ministro della Sanità Karl Lauterbach all’inizio di un acceso dibattito in cui l’opposizione lo ha accusato di promuovere l’uso di droghe.

Voi affermate seriamente che legalizzando più droghe riusciremo a contenere il consumo di droga tra i giovani“, ha affermato il deputato democristiano Tino Sorge.
Questa è la cosa più stupida che abbia mai sentito.”

Ma Lauterbach sostiene che questo equivale a “mettere la testa sotto la sabbia”: non solo il consumo di cannabis è aumentato vertiginosamente tra i giovani, il cui cervello in via di sviluppo è particolarmente a rischio, ma al giorno d’oggi le droghe di strada sono allo stesso tempo più forti e più impure, aumentando notevolmente i loro danni.

Si stima che circa 4,5 milioni di tedeschi facciano uso di cannabis.
La Germania è il nono paese a legalizzare l’uso ricreativo della droga, che è legale anche in alcune giurisdizioni subnazionali negli Stati Uniti e in Australia.

Molti altri paesi ne consentono l’uso medico come antidolorifico. La cannabis rimane illegale per i minori, così come il suo consumo vicino alle scuole e ai campi da gioco.
Alcuni politici si sono chiesti se le nuove normative avrebbero avuto un impatto sullo spaccio, dal momento che coloro che non sono disposti a coltivare la propria cannabis o ad unirsi a un cannabis club potrebbero comunque preferire acquistare la droga dagli spacciatori.

Il commento

La decisione del Bundestag di legalizzare la cannabis rappresenta un passo avanti significativo per la Germania e la pone all’avanguardia di un movimento globale per riformare le politiche sulle droghe.

Aspetti positivi:

  • Riduzione del mercato nero: La legalizzazione e la regolamentazione del mercato della cannabis potrebbero sottrarre il controllo dalle mani dei criminali e generare entrate fiscali per il governo.
  • Protezione dei consumatori: La cannabis legale potrebbe essere sottoposta a controlli di qualità più rigorosi, riducendo i rischi per la salute dei consumatori.
  • Maggiore libertà individuale: Gli adulti dovrebbero avere il diritto di scegliere se consumare cannabis, come fanno con altre sostanze legali come l’alcol e il tabacco.
  • Ricerca scientifica: La legalizzazione potrebbe facilitare la ricerca sugli effetti della cannabis, sia positivi che negativi.

Preoccupazioni:

  • Aumento del consumo: La legalizzazione potrebbe portare ad un aumento del consumo di cannabis, soprattutto tra i giovani.
  • Impatto sulla salute mentale: La cannabis può avere effetti negativi sulla salute mentale, soprattutto in persone con predisposizione a problemi psicotici.
  • Incidenti stradali: Guidare sotto l’effetto di cannabis può essere pericoloso e aumentare il rischio di incidenti.

E’ importante monitorare attentamente l’impatto della nuova legge per identificare eventuali effetti negativi e apportare le opportune modifiche.

Inoltre, la legalizzazione della cannabis non deve essere vista come una panacea per tutti i problemi. E’ necessario accompagnare la riforma con campagne di informazione e sensibilizzazione sui rischi e benefici della cannabis, soprattutto per i giovani.

In definitiva, la legalizzazione della cannabis in Germania rappresenta un esperimento sociale di grande portata che avrà implicazioni per altri paesi in tutto il mondo. Il tempo ci dirà se questo esperimento avrà successo o meno.

Altri aspetti da considerare:

  • Impatto sul sistema sanitario: La legalizzazione potrebbe portare ad un aumento dei costi per il sistema sanitario, in particolare per la cura di problemi di dipendenza e di salute mentale.
  • Questioni legali: La nuova legge potrebbe creare confusione e incertezze, in particolare per quanto riguarda la guida sotto l’effetto di cannabis e il consumo in luoghi pubblici.
  • Opinione pubblica: L’opinione pubblica sulla legalizzazione della cannabis è ancora divisa, con una parte della popolazione che la sostiene e un’altra che si oppone.

Sarà interessante vedere come la Germania gestirà questi aspetti e come la nuova legge si evolverà nel tempo.

Alexei Navalny, leader dell’opposizione russa, muore in carcere

Il più importante leader dell’opposizione russa, Alexei Navalny, è collassato ed è morto dopo una passeggiata nella colonia penale artica “Lupo Polare” dove stava scontando una lunga pena detentiva, lo ha comunicato il servizio carcerario russo.


Navalny, ex avvocato di 47 anni, è salito alla ribalta più di dieci anni fa con blog su quella che secondo lui era una vasta corruzione e opulenza tra i “truffatori e ladri” dell’élite russa.
Il servizio penitenziario federale del distretto autonomo di Yamalo-Nenets ha dichiarato in un comunicato che Navalny non si è sentito bene dopo una passeggiata nella colonia penale IK-3 a Kharp, a circa 1.900 km a nord-est di Mosca nel circolo polare artico.

Ha perso conoscenza quasi immediatamente, si legge.
Sono state eseguite tutte le misure di rianimazione necessarie, che non hanno dato risultati positivi“, ha detto il servizio penitenziario, aggiungendo che si stanno accertando le cause della morte.
Il Cremlino ha detto che il presidente Vladimir Putin è stato informato della morte, che ha suscitato un torrente di indignazione da parte dell’Occidente, alcuni sostengono che il leader russo ne sia responsabile.
I sostenitori di Navalny hanno detto di non poter confermare che fosse morto, ma che se lo fosse, sarebbe evidentemente stato ucciso.

Le autorità russe pubblichino una confessione secondo cui hanno ucciso Alexei Navalny in prigione“, ha scritto sui social media Leonid Volkov, aiutante di Navalny.
I maggiori leader occidentali hanno reso omaggio al suo coraggio come combattente per la libertà. Alcuni, senza citare prove, hanno accusato senza mezzi termini il Cremlino.
Alexei Navalny ha pagato con la vita la sua resistenza a un sistema di oppressione“, ha detto il ministro degli Esteri francese Stephane Sejourne. “La sua morte in una colonia penale ci ricorda la realtà del regime di Vladimir Putin.”

Muratov: è un omicidio

L’avvocato di Navalny era diretto al carcere di Kharp dove il suo cliente stava scontando condanne per un totale di più di 30 anni.
Non appena si è diffusa la notizia, la televisione statale russa ha trasmesso una conferenza stampa del capo della banca centrale.
Il portavoce di Navalny, Kira Yarmysh, ha detto di non avere alcuna conferma della sua morte.

La mia sincera convinzione è che siano state le condizioni di detenzione a portare alla morte di Navalny“, ha detto il direttore del giornale russo e premio Nobel per la pace Dmitry Muratov. “La sua condanna è stata integrata con l’omicidio.

I sostenitori di Navalny pensavano che un giorno sarebbe uscito di prigione per assumere la presidenza della Federazione russa, anche se molti attivisti dell’opposizione avevano espresso il timore che fosse in grave pericolo nel sistema carcerario russo.
Navalny si è guadagnato l’ammirazione della disparata opposizione russa per essere tornato volontariamente in Russia nel 2021 dalla Germania, dove era stato curato per quello che test di laboratorio occidentali hanno dimostrato essere un tentativo di avvelenarlo con un agente nervino.

Navalny disse all’epoca di essere stato avvelenato in Siberia nell’agosto 2020. Il Cremlino ha negato di aver tentato di ucciderlo e ha detto che non c’erano prove che fosse stato avvelenato con un agente nervino.
Navalny prevede da tempo che la Russia potrebbe affrontare disordini politici interni, compresa la rivoluzione, perché ha affermato che Putin ha costruito un fragile sistema di governo personale basato sul servilismo e sulla corruzione.

Il Cremlino aveva respinto le accuse di corruzione di Navalny e la ricchezza personale di Putin. Il movimento di Navalny è fuori legge e la maggior parte dei suoi alleati più anziani sono fuggiti dalla Russia e ora vivono in Europa.

I funzionari russi considerano Navalny un estremista, un burattino dell’agenzia di intelligence statunitense CIA, che secondo loro è intenzionata a cercare di gettare i semi della rivoluzione per indebolire la Russia e renderla uno stato cliente dell’Occidente.
Navalny ha partecipato alle marce nazionaliste russe negli anni 2000. Le richieste di restrizioni all’immigrazione e le critiche su quelle che alcuni consideravano le sue opinioni eccessivamente nazionaliste hanno portato alla sua espulsione dal partito di opposizione liberale Yabloko nel 2007.

Quando nel dicembre 2011 scoppiarono le manifestazioni contro Putin, dopo un’elezione viziata da accuse di frode, egli fu uno dei primi leader dell’opposizione arrestati.

Questa è la differenza tra me e te: tu hai paura e io non ho paura“, disse Navalny in una intervista – “Mi rendo conto che c’è pericolo, ma perché dovrei avere paura?
L’ultimo post di Navalny su Telegram è stato un messaggio di San Valentino a sua moglie Yulia sotto una foto di loro insieme.

La fine di un’epoca: il PCUS cede il potere

Nel febbraio del 1990, il Comitato Centrale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica accettò di rinunciare al suo monopolio politico, aprendo la strada alla dissoluzione dell’URSS.

Nel 1990, l’Unione Sovietica era in piena crisi. La riforma economica e politica avviata da Michail Gorbačëv, chiamata perestrojka, introdotta nel 1985, mirava a riformare l’economia sovietica attraverso la liberalizzazione e l’introduzione di elementi di economia di mercato, oltre a tentare di modernizzare le strutture politiche. Tuttavia, queste riforme non avevano portato i risultati sperati, ma anzi avevano aggravato i problemi di scarsità, inflazione, corruzione e burocrazia, creando malcontento tra la popolazione e all’interno del partito.

Parallelamente, la riforma della libertà di espressione e informazione, chiamata glasnost’, aveva scatenato le proteste e le rivendicazioni di molte repubbliche sovietiche, che chiedevano maggiore autonomia o addirittura l’indipendenza dal controllo centrale di Mosca. La glasnost’ aveva anche portato alla luce i crimini e gli errori del regime sovietico, minando ulteriormente la legittimità del PCUS.

Il sistema politico sovietico, basato sul ruolo egemone del Partito Comunista dell’Unione Sovietica (PCUS), era sempre più contestato e delegittimato. La crisi economica, insieme alla guerra in Afghanistan e alle pressioni internazionali, in particolare dagli Stati Uniti durante la presidenza di Ronald Reagan, contribuì a esacerbare la situazione, mettendo in dubbio la sostenibilità del modello sovietico.

Il 7 febbraio 1990, il Comitato Centrale del PCUS, l’organo supremo del partito, si riunì per discutere della situazione e delle possibili soluzioni. Dopo un lungo e acceso dibattito, il Comitato Centrale approvò una storica risoluzione, in cui accettava di cedere il suo monopolio del potere, cioè la sua esclusiva capacità di decidere le politiche e le leggi dello Stato.

La risoluzione prevedeva anche la separazione tra il partito e lo Stato, la creazione di un sistema multipartitico, la garanzia dei diritti umani e civili, e il riconoscimento del diritto all’autodeterminazione delle repubbliche. Questa decisione fu una concessione alle richieste di democratizzazione e di maggiore autonomia delle repubbliche, ma fu anche un segno della debolezza e della crisi del partito e del sistema sovietico.

La risoluzione del Comitato Centrale del PCUS fu accolta con favore da molti cittadini sovietici, che speravano in una maggiore libertà e prosperità, ma anche con preoccupazione da altri, che temevano il caos e la disgregazione. Infatti, nei mesi successivi, la situazione si fece sempre più instabile e conflittuale. Molte repubbliche dichiararono la loro indipendenza dall’URSS, e alcune entrarono in guerra tra loro o con le forze federali. Il colpo di stato di agosto 1991, tentato da alcuni membri dell’establishment sovietico per ripristinare l’ordine, fallì ma accelerò ulteriormente il processo di dissoluzione.

Nel dicembre 1991, l’Unione Sovietica cessò di esistere, sostituita dalla Comunità degli Stati Indipendenti (CSI), una confederazione di ex repubbliche sovietiche. Il PCUS si sciolse, e Gorbačëv si dimise dalla carica di presidente dell’URSS il 25 dicembre 1991, segnando ufficialmente la fine dell’Unione Sovietica.

La fine del monopolio del PCUS e il collasso dell’URSS furono eventi che cambiarono radicalmente la storia e la geografia politica del mondo, ponendo fine alla Guerra Fredda e inaugurando un’era di nuove sfide e opportunità internazionali.

Cos’è stata la perestrojka

La perestrojka, che in russo significa “ristrutturazione”, fu un programma di riforme economiche e sociali avviato in Unione Sovietica dal Segretario Generale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica (PCUS), Michail Gorbačëv, a partire dal 1985. Queste riforme miravano a superare la stagnazione economica del paese e a modernizzare la sua struttura sociale e politica, nel contesto di una crescente crisi interna e di tensioni nel blocco sovietico. La perestrojka rappresentò un tentativo radicale di trasformare il sistema economico centralizzato, basato sulla pianificazione statale, verso un modello più flessibile e aperto, che includesse elementi di mercato e di autonomia per le imprese.

Obiettivi della Perestrojka

Gorbačëv perseguì diversi obiettivi principali con la perestrojka:

  1. Riforma Economica: L’obiettivo era trasformare l’economia sovietica da un sistema completamente pianificato e centralizzato a uno più orientato al mercato, con maggiore spazio per l’iniziativa privata e la concorrenza. Ciò includeva la legalizzazione di piccole imprese private, la riduzione del controllo statale sull’economia, e l’introduzione di meccanismi di mercato all’interno del settore statale.
  2. Efficienza e Innovazione: Stimolare l’efficienza produttiva e l’innovazione tecnologica attraverso la decentralizzazione e l’autogestione delle imprese, al fine di migliorare la qualità e la competitività dei prodotti sovietici sul mercato mondiale.
  3. Trasparenza e Apertura (Glasnost’): Accanto alla perestrojka, Gorbačëv introdusse la politica della glasnost’, che significa “trasparenza” o “apertura”. Questa politica mirava a incrementare la libertà di espressione e l’accesso alle informazioni, riducendo la censura e permettendo una maggiore critica del governo e del PCUS. La glasnost’ e la perestrojka erano interconnesse, con l’obiettivo di creare un clima di apertura per supportare le riforme economiche e politiche.
  4. Riforma Politica: Modernizzare il sistema politico sovietico, aumentando la democrazia interna all’interno del PCUS e lo stato, e creando nuove forme di partecipazione politica per i cittadini. Ciò includeva l’introduzione di elezioni competitive per alcune cariche pubbliche e la riduzione del ruolo del partito nella gestione diretta dello stato.

Consequenze della Perestrojka

Le riforme della perestrojka ebbero impatti profondi e spesso non intenzionali sull’Unione Sovietica:

  • Crisi Economica: Le riforme economiche non portarono immediatamente ai miglioramenti sperati. Al contrario, causarono spesso disordini e difficoltà, come inflazione, disoccupazione, e una drastica riduzione del livello di vita per molti cittadini sovietici.
  • Crescita del Nazionalismo e Richieste di Autonomia: La maggiore apertura politica e la riduzione del controllo centrale stimolarono il nazionalismo e le richieste di maggiore autonomia o indipendenza da parte di varie repubbliche sovietiche.
  • Fine dell’URSS: Le tensioni accumulate e l’incapacità di gestire efficacemente la transizione economica e politica contribuirono alla dissoluzione dell’Unione Sovietica nel 1991. La perestrojka, pur essendo stata avviata con l’intento di salvare l’URSS, finì per accelerarne la fine.

La perestrojka fu un tentativo coraggioso ma controverso di riformare l’Unione Sovietica dall’interno. Sebbene mirasse a rinvigorire l’economia e a liberalizzare la società, le sue conseguenze furono complesse e ambivalenti, portando infine al collasso del sistema sovietico che aveva cercato di salvare.