06 Luglio 2025
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Microsoft Surface Pro 4 recensione. Sì, è quel che volevamo

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Il nuovo Microsoft Surface Pro 4 è decisamente il fiore all’occhiello dell’azienda di Redmond, che ha creato una offerta di elevato livello per prestazioni professionali, migliorando l’esperienza e le misure del Pro 3 e offrendo diverse caratteristiche rinnovate e migliorate.

Dopo tre generazioni di “tablet che possono sostituire il vostro portatile” più o meno di successo, la formula è stata perfezionata. La versione 2015 del tablet Microsoft aggiunge al prodotto il processore Intel, uno schermo leggermente più grande (perfettamente proporzionato a 12,3 pollici con ratio 3:2) e una manciata di chicche hardware e software; non cambia però il DNA, anche nel prezzo, del suo predecessore, l’eccellente Surface Pro 3 del 2014. Una mossa saggia, perché l’ultimo prodotto della gamma Surface Pro sta davvero cercando di passare il confine che separa un tablet da un portatile, e pare che ci stia riuscendo, anche se il costo va di pari passo.

Il Microsoft Surface Pro 4 è più leggero e snello del Pro 3, e lo schermo più grande è anche più brillante
Il Microsoft Surface Pro 4 è più leggero e snello del Pro 3, e lo schermo più grande è anche più brillante

Microsoft Surface Pro 4 recensione. Finalmente quel che volevamo

Guardando la linea elegante del Microsoft Surface Pro 4, un pensiero al passato è d’obbligo: ricordate gli umili inizi della linea Surface? Nel 2012, i primi modelli di tablet in offerta da Microsoft erano, se non derisi, decisamente poco considerati, specie nelle opinioni e recensioni online. Si pensava all’epoca che Microsoft avesse fatto un nuovo passo falso per rispondere all’enorme successo dell’iPad Apple dell’anno precedente. Qualsiasi innovazione di design, dalla tastiera al sostegno piegabile, sembrava un compromesso poco convincente. La scelta del sistema operativo, Windows 8 o del (fortunatamente defunto) Windows RT non aiutò e, alla fine, Surface ne uscì con le ossa rotte (un po’ come il fiasco di Zune), soprattutto di fronte ad un costo elevato.

Ma questa è storia, ormai. Già il Surface Pro 3 del 2014 era diventato l’ultimo dispositivo targato Microsoft dedicato a coloro che volevano un tablet e un portatile senza sentirsi orfani dell’uno o dell’altro. Il nuovo Surface Pro 4 raffina la formula del suo predecessore e passa al sistema operativo Windows 10, lasciandosi alle spalle il più grande dei compromessi che gli erano costati tante critiche (cioè Windows 8). Ora sono l’iPad Pro di Apple e il Pixel C di Google a rincorrere il design in offerta da Microsoft, con tastiere richiudibili e sistemi operativi multitasking.

Certo, non si può dire che il nuovo Surface Pro 4 sia economico: la varietà di opzioni di configurazione e di accessori lo fa partire da un prezzo base attorno ai 1500 euro- un prezzo pesante. Per quella cifra avete un l’ultimo Intel Core M3, 128 GB di memoria, 4 GB di RAM e una penna per il touchscreen che si attacca magneticamente a un lato dello schermo. È probabile che l’Intel Core M3 non basti a coprire le funzioni di un computer da utilizzare quotidianamente e che sia meglio optare per un Intel Core i5. Lo confermano diverse opinioni e recensioni online.

L’unica nota negativa, vista anche nei modelli precedenti, è che nella confezione del vostro Surface Pro 4, qualunque sia il prezzo che pagate, non ci sarà la tastiera richiudibile (che fa anche da custodia per lo schermo). L’hanno chiamata un prodigio ingegneristico ed è davvero così, ora che ha tasti abbastanza separati l’uno dall’altro, simili a quelli di un vero portatile – peccato che dovete comprarla a parte.

Il Microsoft Surface Pro 4 ha una tastiera finalmente comoda, con i tasti ben distanziati. Anche se va acquistata a parte
Il Microsoft Surface Pro 4 ha una tastiera finalmente comoda, con i tasti ben distanziati. Anche se va acquistata a parte

Si connette al tablet attraverso una cerniera magnetica che corre sulla parte inferiore del dispositivo e si richiude sul telaio del tablet per permettervi di trasportarlo agilmente.  È inclusa nel l’offerta la nuova penna touchscreen, migliorata rispetto al modello precedente e attaccabile magneticamente al bordo del tablet. Lo schermo è più largo (con una diagonale di 12,3 pollici invece di 12), e non aumenta eccessivamente la grandezza del tablet stesso e nemmeno il suo costo.

Resta l’ultimo problema del supporto posteriore, molto utile su un tavolo ma difficile da usare sulle ginocchia o, per esempio, su un mezzo pubblico affollato, anche i modelli precedenti avevano questo difetto. Microsoft ha risolto il problema con un prodotto gemello e nuovo di zecca, anche nel prezzo, l’ultimo Surface Book: pubblicizzato come il “portatile definitivo”, possiede alcune caratteristiche di design del Surface Pro (come lo schermo staccabile e l’efficente tastiera) e le riunisce in un prodotto stile “notebook” con una solida cerniera che lo sostiene. È un bel prodotto, disponibile in configurazioni anche più potenti, ma gli manca la portabilità e la leggerezza del Pro 4.

Il Microsoft Surface Pro 4 ha migliorato anche la comodità del dispositivo e la stabilità durante l'utilizzo da PC. Anche se in alcune situazioni può ancora risultare scomodo
Il Microsoft Surface Pro 4 ha migliorato anche la comodità del dispositivo e la stabilità durante l’utilizzo da PC. Anche se in alcune situazioni può ancora risultare scomodo

Come concordano le opinioni e recensioni, proprio come il Surface Pro è soprattutto un tablet e in parte un portatile, l’inverso si può dire del Surface Book, che può essere comunque la soluzione per chi cerca una combinazione tra la funzionalità offerta del portatile e quella del tablet. Staccati dalle rispettive tastiere, i due schermi sembrano identici a un’occhiata superficiale e viene da chiedersi se la prossima generazione di questi dispositivi non offrirà dei modelli super-tablet combinabili con un supporto da portatile a parte o una tastiera portatile, con un costo proponibile, ovviamente.

MICROSOFT SURFACE PRO 4

Prezzo del modello revisionato1.299 $
Schermo/risoluzionetouchscreen da 12,3 pollici, 2.736 x 1.824 pixel
CPU2,4 GHz Intel Core i5-6300U
RAM8 GB
Grafica128 MB Intel HD Graphics 520
Memoria256 GB SSD
Connettività802.11ac wireless, Bluetooth 4.0
Sistema operativoMicrosoft Windows 10 Pro (64-bit)

Microsoft Surface Pro 4 recensione. Design e caratteristiche

La linea di tablet Surface ha sempre seguito alcune regole di design che sono state mantenute e migliorate nel nuovo modello, sia nello schermo che nel telaio. I primi modelli di Surface Pro erano spessi 13mm, il Surface Pro 3 era spesso 9,1 mm, mentre questo modello arriva a 8,4 mm nonostante la maggior grandezza dello schermo. Il peso si è notevomente ridotto: il Surface Pro 3 pesava ben 794g mentre il Surface Pro 4 è sceso a 766g, circa 20 grammi in meno, che si sentono.  I diretti concorrenti come l’iPad Pro di Apple e il Pixel C di Google stanno effettivamente adattandosi a questi cambiamenti, che sembrano essere molto apprezzati.

Uno dei salti in avanti dell’ultimo Surface Pro 4 è l’angolo di inclinazione del supporto sul retro, che va da 22 a 150°; il supporto è solido ovunque venga poggiato e non si muove nemmeno quando si usano la penna touch o le dita sullo schermo. Manca, stavolta, il pulsante fisico “Home”: presente nei modelli Surface precedenti, si era spostato di volta in volta sul lato lungo e sul lato corto del dispositivo; ora, nel mondo Windows 10, non è più così necessario, anche se il nuovo Windows 10 del tablet ha un aspetto molto simile a quello del Windows 8, come confermano diverse nelle opinioni e recensioni sul web.

Microsoft Surface Pro 4 recensione. Una penna praticamente perfetta

La nuova penna (senza quel brutto gancio di plastica per attaccarla alla tastiera che avevamo visto nel Surface Pro 3) è un po’ più grossa del modello precedente, ma il costo non è variato molto, e ha un lato piatto che vi permette di attaccarla al lato destro o sinistro del tablet offerta da una connessione magnetica solida e sicura, qualsiasi sia l’utilizzo che fate del vostro tablet o dove lo mettete (in borsa, in valigia, ecc.).

Il Microsoft Surface Pro 4 rende molto più bella e comoda anche la penna, con un apposito supporto e il tasto in alto che apre OneNote
Il Microsoft Surface Pro 4 rende molto più bella e comoda anche la penna, con un apposito supporto e il tasto in alto che apre OneNote

Il bottone che sembra una gomma per cancellare sulla parte superiore della penna, se cliccato, apre l’app Microsoft OneNote, inserita a prezzo zero. Se avete impostato l’ultimo servizio cloud di Microsoft correttamente, i vostri file OneNote posso sincronizzarsi automaticamente su altri dispositivi come il telefono, il tablet (con un supporto multi-piattaforma su dispositivi Android e iOS) o il portatile (Windows o Mac).

In offerta, ci sono app di tutti i tipi per la penna, come l’app interna Fresh Paint per disegnare e fare schizzi o l’app di parole crociate del New York Times. Potete usare la nuova penna sulla maggior parte dei campi da completare, anche su Web browser, e vi si aprirà un pop-up che trasformerà quello che scrivete a mano in un testo per i motori di ricerca, per completare moduli o scrivere email.

I tempi di latenza della penna, rispetto al Surface Pro 3 ma anche al Pro 2, sono stati ridotti e l’accessorio arriva a un livello di pressione di 1.204: un miglioramento eccellente, che con i suoi modelli personalizzabili attirerà gli artisti desiderosi di caratteristiche specifiche per disegnare, senza che debbano sostenere un costo eccessivo.

Microsoft Surface Pro 4 recensione.La tastiera richiudibile resta un accessorio fondamentale

Confrontando il Surface Pro 4 con i suoi predecessori, Surface Pro 2 e Pro 3, nelle opinioni e recensioni, la differenza che più salta agli occhi è la tastiera richiudibile che funge anche da custodia. Anche se venduta separatamente, come costo aggiuntivo, è ancora parte integrale della linea Surface ed è difficile immaginare di comprare il Pro senza pagare la tastiera. La nuova versione porta con sé dei cambiamenti notevoli: invece di tasti larghi, presenta tasti a “isola”, ben distanziati, che imitano quelli di una qualsiasi tastiera da portatile e che permettono di usare da subito la tastiera senza tempi di “adattamento” al nuovo formato. Il prezzo della tastiera non si è gonfiato, per fortuna.

Anche il touchpad interno alla tastiera è stato rinnovato: è più efficiente dei modelli precedenti, leggermente più grande e, soprattutto, dà una sensazione più confortevole all’utilizzo (il rivestimento non dà più quella sensazione di “plastica”). Non è responsive come il touchpad di un MacBook, ma è un nuovo passo in quella direzione.

La tastiera offerta mantiene l’innovazione dell’ultimo anno, una seconda cerniera sul bordo superiore che si può piegare e attaccare magneticamente al telaio del tablet: il retro del dispositivo si alza, ottenendo così un’inclinazione più comoda per scrivere. Su questo punto persino  l’iPad Pro di Apple e il Pixel C di Google hanno da lavorare.

Microsoft Surface Pro 4 recensione. Uno schermo più grande e migliore

Un elemento che non ha mai dato problemi con i tablet Surface è lo schermo. In questi tre anni la risoluzione e la dimensione sono aumentate, passando da 12 a 13 pollici e da 2.160 x 1.440 a 2.736 x 1.824 pixel, con una ratio al 3:2, , la stessa di un foglio di carta A4, cosa che rende il Pro 4 particolarmente adatto alla lettura di ebook e PDF, oltre che alla creazione di elementi di design per un eventuale uso su carta.

Il Microsoft Surface Pro 4 migliora la risoluzione dello schermo, che rimane uno dei suoi punti di forza
Il Microsoft Surface Pro 4 migliora la risoluzione dello schermo, che rimane uno dei suoi punti di forza

Lo schermo, senza un prezzo troppo elevato, ha un aspetto magnifico, nelle opinioni e recensioni lo si nota spesso, e l’alta risoluzione vi garantisce che non vedrete i pixel, anche leggendo del testo su sfondo bianco. Apple chiama questo tipo di alta risoluzione “retina” e l’ha integrata nella maggior parte dei suoi dispositivi; Microsoft la chiama PixelSense – ma è essenzialmente la stessa cosa.

PORTE E CONNETTIVITÀ

Video1 porta Mini Display
Audio1 jack cuffie/microfono
Dati1 porta USB 3.0 e un lettore di microcarte SD
Rete802.11ac Wi-Fi, Bluetooth

Microsoft Surface Pro 4 recensione. Connessioni e prestazioni

Il Surface Pro 4 è più un tablet che un portatile e, per questo motivo, il numero di porte e connessioni resta limitato (è essenzialmente lo stesso del Surface Pro 3): 1 porta USB 3.0, una porta Mini Display per i video, 1 lettore di microcarte SD e un jack audio. Giusto per fare un confronto: il Surface Book aggiunge una seconda porta USB 3.0 e una porta SD di dimensioni standard.

Come processori potete scegliere tra l’ultimo Intel Core M, Core i5 o Core i7; tutti figli dell’ultima generazione Skylake (il Surface Pro 4 che recensiamo qui monta un Intel Core i5 e ha 8 GB di RAM). La prestazione offerta delle due unità è praticamente identica e un po’ più veloce di quelle del Surface Pro 3. Con un Core i5 il vostro Surface Pro 4 si destreggia benissimo con browser multipli, streaming in HD, applicazioni d’ufficio, Photoshop (su immagini ad alta risoluzione) e altro senza rallentamenti.

Su questi modelli i giochi base girano bene, anche se siete limitati ai più semplici, senza una scheda grafica dedicata. Però abbiamo provato Call of Duty: Black Ops II della Activision Blizzard e, con gli opportuni settaggi di risoluzione, ci siamo trovati bene. Anche Tomb Raider della Eidos Interactive è piacevole, così come Asphalt Airborne, prodotto proprio dalla Microsoft.

Se veniamo alla durata della batteria, contenere il prezzo ha portato però ad una sbavatura. Bisogna ammettere che questo nuovo modello non migliora molto la situazione rispetto al precedente Surface Pro 3. Anzi, dura meno: 6 ore e 32 minuti contro le 7 ore e 46 minuti del Surface Pro 3 (fatto dovuto anche al cambiamento di sistema operativo, da Windows 8 a Windows 10). Infatti, dopo 1 anno di utilizzo moderato e l’aggiornamento a Windows 10, anche il Surface Pro 3 scende a 6 ore e 19 minuti di autonomia – va detto che sono comunque risultati adeguati a una giornata di utilizzo moderato e che la scelta deriva dalla volontà di non aumentare troppo il costo.

Microsoft Surface Pro 4 recensione. Conclusioni

Microsoft ha sempre chiamato il Surface Pro, il tablet che può sostituire il vostro portatile – ma non è mai stato veramente così, a parte nel caso dell’ultimo Surface Book, che però ha il suo bel costo. Il nuovo Surface Pro è più un iPad (o un iPad Pro) migliorato su cui far girare i software Windows che vi servono, e che dà il meglio di sé con le app di schizzo, disegno, lettura e visione dei video. Pesa poco e ha un’ottima portabilità: la tastiera richiudibile e il supporto sul retro lo rendono adatto ad essere usato praticamente ovunque, anche se, nelle opinioni e recensioni si nota che è ancora piuttosto scomodo da usare sulle ginocchia.

La critica più giusta che si può fare al nuovo Surface Pro 4 è quella di cui sopra, ovvero che la tastiera offerta non è inclusa e che una configurazione decente costa parecchio. A parte questo, dobbiamo dire il Surface Pro 4 aggiunge caratteristiche di alto livello al modello dello scorso anno, il già eccellente Surface Pro 3, mentre l’unico prodotto che può competere con il Pro 4 resta il Surface Book (ancora però a livello embrionico).

POSITIVO: il Surface Pro 4 monta uno schermo più grande con una risoluzione maggiore su una telaio più sottile di quello del modello dello scorso anno. La penna e la tastiera sono anche migliorate e questo è uno dei primi sistemi mobile forniti di processore Intel. Si apprezza la sforzo di non aumentare troppo il prezzo.

NEGATIVO: bisogna comprarsi la tastiera, che continua ad essere un articolo venduto separatamente. Inoltre, la batteria non riesce ancora a coprire un giorno intero. Questo problemi  l’iPad Pro di Apple e il Pixel C di Google li hanno già risolti.

VOTO: 8,5. Sicuramente un voto più che positivo per il Surface Pro 4, che si posiziona tra i migliori tablet Windows mai realizzati – sempre che vi compriate la tastiera a parte.

LG G5, novità e caratteristiche in anteprima

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Dopo il successo di G3 e LG G4, impariamo a conoscere il nuovo LG G5, novità e caratteristiche in anteprima per il modello di punta della casa coreana per il 2016. Nonostante la recente presentazione di G4, insistenti rumors parlano di una possibile presentazione di LG G5 durante il prossimo MWC di Barcellona, in calendario per Febbraio 2016. Ecco a voi, quindi, LG G5, novità e caratteristiche in anteprima per uno smartphone destinato a diventare uno dei più attesi e desiderati per la prossima stagione.

LG G5, novità e caratteristiche in anteprima

Dopo il successo ottenuto qualche anno fa con LG G2, l’uscita sul mercato di LG G3 ha confermato la “rinascita” del settore smartphone per la casa coreana. Grazie alla velocità del sistema, alle componentistiche d’avanguardia e a un design apprezzato dagli utenti, LG ha voluto riproporsi negli ultimi mesi del 2015 con LG G4, in tutto e per tutto simile al suo predecessore (di cui migliora alcuni aspetti hardware) e con un design simile ma al contempo diverso, grazie alle cover in pelle naturale che hanno contraddistinto l’uscita del nuovo modello.

LG G5, novità e caratteristiche in anteprima: design e hardware

Abbandonato definitivamente l’esperimento del rivestimento in pelle (maggiormente soggetto a usura anche solo dopo qualche mese di utilizzo), per il prossimo LG G5 ci si aspetta un corpo in metallo, molto più simile al design “premium” degli smartphone top di gamma del mercato, iPhone in primis. Le dimensioni rimarranno più o meno identiche, con un display da 5.6″ IPS Ultra HD e risoluzione 4K (con 545 ppi), uno scanner dell’iride nella parte posteriore (destinato a sostituire i più comuni sensori per il rilevamento dell’impronta digitale) e un design simile ai suoi predecessori.

LG G5, novità e caratteristiche in anteprima. Ecco come sarà il nuovo smartphone di punta di LG per il 2016 (le immagini inserite in questo articolo sono rendering o elaborazioni grafiche di come potrebbe essere LG G5, non rappresentano pertanto i prodotto reale).
LG G5, novità e caratteristiche in anteprima. Ecco come sarà il nuovo smartphone di punta di LG per il 2016 (le immagini inserite in questo articolo sono rendering o elaborazioni grafiche di come potrebbe essere LG G5, non rappresentano pertanto i prodotto reale).

Sotto il display batterà un processore octa-core Snapdragon 810 da 2.9 GHz (anche se alcuni rumors parlano di un exa-core Snapdragon 820 da 1.8 GHz), accompagnato da 4 GB di RAM e tre possibili modelli da 32, 64 o 128 GB di memoria interna (espandibile mediante scheda MicroSD).

La connettività sarà adeguata al livello di questo prodotto, con GPS, Wi-Fi, Bluetooth 3.0, NFC e connettività 4G.

LG G5, novità e caratteristiche in anteprima: fotocamera e batteria

Miglioramenti in vista anche sotto il comparto video/fotografico, già ampiamente apprezzato dagli utenti di LG G3 e G4. Per la fotocamera principale si parla di una risoluzione pari a 20 Megapixel con tecnologia laser e autofocus a infrarossi, capace di registrare video in 4k con framerate fino a 60 fps.

LG G5, novità e caratteristiche in anteprima. La fotocamera principale sarà da 20 Mp mentre quella frontale, da 10 Mp, sarà dotata di sensore per il riconoscimento dell'iride.
LG G5, novità e caratteristiche in anteprima. La fotocamera principale sarà da 20 Mp mentre quella frontale, da 10 Mp, sarà dotata di sensore per il riconoscimento dell’iride.

La fotocamera frontale, invece, verrà portata a 10 Megapixel per la gioia degli amanti del selfie. Anche la batteria uscirà potenziata dal passaggio alla nuova versione: si parla di 3500 o addirittura 4100 mAh, che dovrebbero coprire fino a 48 ore di normale utilizzo dello smartphone o almeno 24 ore di impiego intensivo.

LG G5, novità e caratteristiche in anteprima: scanner biometrico, schermo flessibile e fotocamera 3D

Pur non essendoci ancora alcuna conferma da parte di LG, diverse fonti hanno avanzato l’ipotesi che il nuovo LG G5 possa diventare, a tutti gli effetti, l’apripista di una nuova generazione di smartphone ultra-tecnologici. A cominciare proprio dal sistema di scansione e riconoscimento dell’iride dell’utente, che servirà da password biometrica per l’accesso allo smartphone e per tutte quelle funzioni che richiedono la massima sicurezza.

A differenza dei classici scanner delle impronte digitali, che richiedono il contatto fisico con il dispositivo, per riconoscere l’iride dell’utente sarà sufficiente portare la fotocamera frontale a 40-50 centimetri dall’occhio. Un’operazione tanto semplice quanto naturale, che potrà servire anche per le normali funzioni di sblocco dello schermo tramite riconoscimento facciale.

Atri rumors vorrebbero LG G5 equipaggiato con uno schermo curvo OLED, una sorta di evoluzione di quello già visto sulla serie LG G Flex. In questo modo, anche la scocca dello smartphone risulterebbe in linea con il concetto di flessibilità, consentendo alla struttura di LG G5 di potersi piegare assorbendo le sollecitazioni di tutti i giorni.

LG G5, novità e caratteristiche in anteprima. Per la prima volta, potrebbe essere introdotta una scocca interamente in metallo (nella foto, un'elaborazione grafica).
LG G5, novità e caratteristiche in anteprima. Per la prima volta, potrebbe essere introdotta una scocca interamente in metallo (nella foto, un’elaborazione grafica).

A completare il comparto fotografico, potenziato con l’introduzione della fotocamera principale da 20 Megapixel, potrebbe arrivare anche la capacità di catturare immagini e video in 3D. Grazie all’elevata qualità del sensore, i contenuti 3D potrebbero agevolmente essere riprodotti sui moderni smart TV domestici, con la possibilità di apprezzarli nei minimi dettagli.

LG G5, novità e caratteristiche in anteprima: prezzo e data di uscita

Manca ancora l’ufficialità, ma per questo nuovo LG G5 il prezzo di lancio sul mercato europeo potrebbe assestarsi intorno ai 599 euro per il modello base (in linea con la politica commerciale aggressiva adottata da LG con il G3 e il G4). Per conoscere la data di uscita bisognerà aspettare la presentazione ufficiale, prevista attorno al mese di febbraio e comunque entro il primo trimestre 2016. L’ipotesi più accreditata, è che LG G5 possa fare il suo arrivo sui mercati fra il terzo e il quarto trimestre del 2016.

Xiaomi Mi Band. Il braccialetto fitness costa poco ed è bravo

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Xiaomi Mi Band è una offerta tutta cinese per chi vuole comprare un braccialetto fitness che costi meno di 30 euro. La recensione del prodotto non può non tenere conto del grande sforzo fatto da Xiaomi per racchiudere in poco spazio veramente molte funzioni, disponibile tramite diversi negozi online, che ne fanno un prodotto piuttosto concorrenziale.

Xiaomi Mi Band. Il braccialetto fitness: design e misura

L’idea migliore dietro a questo prodotto è l’estrema semplicità del suo design. Il Mi Band consiste di un modulo di rilevamento ovale con una cromatura opaca, bordi smussati e netti, e una fascia di gomma colorata (o nera di default). Niente fibbie o rigonfiamenti: solo un pulito ed economico rilevatore che chiunque può indossare. Nell’app c’è un’opzione per scegliere mano sinistra, mano destra o collo – quindi è probabile che Xiaomi stia lavorando ad accessori indossabili sul collo in stile Misfit.

Xiaomi Mi Band. Il braccialetto fitness costa meno di 30 euro e ha delle buone funzioni di base
Xiaomi Mi Band. Il braccialetto fitness costa meno di 30 euro e ha delle buone funzioni di base

Il Mi Band è impermeabile da 1 a 30 minuti – neppure il Jawbone UP3 poteva arrivare a tanto. È incredibilmente leggero e non impedisce i movimenti del polso in alcun modo, caratteristica importante perché deve rilevare il sonno e i passi. Un elemento negativo è che è facilmente consumabile da ambo i lati, quindi non sappiamo quanto possa durare se indossato tutti i giorni per mesi.

La maggior concorrenza al Mi Band viene dai pedometri da 4 Euro (oltre naturalmente al fatto che potete usare Google Fit o Fitbit sul vostro telefono senza bisogno di indossare nulla). Funziona però molto bene come motivatore: l’atto stesso di indossarlo al mattino può incoraggiarvi a raggiungere gli obiettivi che vi siete prefissati.

Non c’è uno schermo sulla parte superiore ma tre LED il cui colore può essere personalizzato sull’app Mi Fit per mostrare i vostri progressi. Per esempio, il LED sul lato inferiore brilla solo se siete al 30% del vostro obiettivo. I LED funzionano quando sono in carica ma non quando muoviamo il polso. Peccato, perché avrebbero avuto un’utile funzione motivazionale in stile “batteria carica/scarica” capace di aumentare la motivazione dell’utilizzatore.

Xiaomi Mi Band. Il braccialetto fitness: rilevamento dell’attività e del sonno

Il rilevamento del Mi Band è qualcosa a metà strada tra app come Google Fit, Moves e rilevatori con sensori reali come per esempio quelli per tracciare i battiti del cuore. Il Mi Band rileva i passi, la distanza e fa una stima delle calorie bruciate, fornendo i tempi della vostra attività durante il giorno. Suddivide la vostra giornata in camminate, corse e attività in qualche modo “fisiche” (quindi potrebbe capitarvi di vedere inserita una giornata normale nella categoria “corsa”).

Un elemento, questo, abbastanza fastidioso che però viene compensato dal fatto che il Mi Band riesca a tracciare i passi e quindi vi permette di farvi una tabella di marcia sui vostri obiettivi di camminata (attenzione che spesso e volentieri il Mi Band esagera nel contare i passi e la distanza percorsa durante il giorno).

Il rilevamento del sonno funziona allo stesso modo: non possiamo sapere quanto accurato sia il Mi Band, nonostante in teoria possa misurare automaticamente quanto sonno leggero e pesante avete avuto durante la notte. I movimenti della mano tendono ad essere frequenti anche quando dormiamo, quindi è probabile che la quantità di “sonno leggero” registrata sia comunque troppo alta.

Xiaomi Mi Band. Il braccialetto fitness esegue un conteggio abbastanza preciso della attività notturna
Xiaomi Mi Band. Il braccialetto fitness esegue un conteggio abbastanza preciso della attività notturna

Non è certamente il più accurato rilevatore sul mercato – e questo non è una sorpresa – ma risulta comunque più utile di un pedometro base (senza statistiche) e più comodo del vostro telefono (le cui batterie si scaricano velocemente). Il Mi Band si connette via Bluetooth ma se non vi servono gli allarmi non avete bisogno di sincronizzarlo. Da notare anche che il Mi Band è compatibile sia con iPhone che con Android e funziona anche con Google Fit.

Xiaomi Mi Band. Il braccialetto fitness: funzioni

Il Mi Band ha un paio di funzioni che esulano dal campo del fitness, come un allarme e vibrazioni quando ricevete una chiamata – purtroppo, non vibra quando ricevete un SMS e un messaggio su WhatsApp (come fanno altri dispositivi indossabili senza schermo) ma di nuovo: Xiaomi ha voluto attenersi alle funzioni base per tenere il costo basso e far durare le batterie il più possibile.

Xiaomi Mi Band. Il braccialetto fitness ha alcune funzioni aggiuntive. Alcune sono per i possessori di cellulari Xiaomi, dovremo aspettare per vedere qualcosa anche su Android
Xiaomi Mi Band. Il braccialetto fitness ha alcune funzioni aggiuntive. Alcune sono per i possessori di cellulari Xiaomi, dovremo aspettare per vedere qualcosa anche su Android

Se avete un telefono Xiaomi (e probabilmente non l’avete) potete impostare il Mi Band come un dispositivo di sicurezza con la sua funzione Smart Lock: quando il Mi Band è vicino, il vostro telefono si sblocca automaticamente. È una funzione aggiuntiva interessante (soprattutto in Cina dove i telefoni Xiaomi sono più comuni che in Occidente) ma per vederla su Android ci sarà da aspettare.

Xiaomi Mi Band. Il braccialetto fitness: l’app Mi Fit

Il Mi Band tende a non avere problemi di sincronizzazione (anche se è possibile che vi richieda più tentativi di accesso la prima volta). L’app è basica, con un profilo che raccoglie i dettagli della media dei vostri passi, i giorni totali in cui avete usato l’app e il totale di chilometri percorsi a piedi, così come il peso e l’altezza. I dati di quanto siete vicini a completare i vostri obiettivi di camminata quotidiani appaiono sulla videata principale, così come una tabella delle attività e il grafico settimanale. Non si può dire che sia ottimale dal punto di vista della motivazione sul lungo periodo ma potete impostare l’app per inviarvi una notifica dopo le 21,30 ogni giorno con i vostri progressi quotidiani e un allarme mattutino con i dettagli del vostro sonno.

Xiaomi Mi Band. Il braccialetto fitness esegue dei report accurati delle prestazioni fisiche
Xiaomi Mi Band. Il braccialetto fitness esegue dei report accurati delle prestazioni fisiche

Xiaomi ha una grande opportunità di far crescere l’app Mi Fit prima di lanciare altri dispositivi indossabili: ha molti utilizzatori in Asia e può superare Jawbone e Fitbit. Come abbiamo detto, l’hardware è leggero, facile da usare e assolutamente economico – se Xiaomi sfornasse un’app di fitness sullo stile di vita e una seconda versione del Mi Band più accurata, diventerebbe inarrestabile.

Xiaomi Mi Band. Il braccialetto fitness: durata della batteria e ricarica

Xiaomi Mi Band. Il braccialetto fitness ha una buona autonomia e si scarica non troppo velocemente
Xiaomi Mi Band. Il braccialetto fitness ha una buona autonomia e si scarica non troppo velocemente

Xiaomi garantisce che il Mi Band funziona per 30 giorni senza ricarica: non è un risultato impressionante come nel Misfit Flash o nel Jawbone UP Move, che non hanno schermi e durano 6 mesi. Ma di nuovo: il Mi Band costa meno e 30 giorni è una prestazione decisamente migliore di qualsiasi altro dispositivo indossabile con uno schermo, persino migliore dei rilevatori al top di gamma (che durano di solito 1 settimana).

La ricarica è veloce (da zero a pieno in meno di 2 ore) ed è ancora più facile grazie a un cavo incluso nel prodotto (che è corto e facile da perdere, fate attenzione).

Insomma, un prodotto competitivo e utile per una fascia di prezzo in cui Xiaomi ha dimostrato di essere all’avanguardia nel campo del rilevamento dell’attività fisica.

3D Touch, trucchi e segreti per ottenere il massimo dai nuovi iPhone

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3D Touch, trucchi e segreti: con l’avvento di questa nuova tecnologia, sbarcata per la prima volta su iPhone 6S, l’esperienza d’uso di tutti i possessori dei “melafonini” è stata rivoluzionata. Grazie al feedback tattile del display, che ha introdotto le funzionalità “Peek” (pressione leggera) e “Pop” (pressione più decisa e prolungata), è possibile interagire diversamente con icone, voci di menù, applicazioni e funzioni del nostro iPhone. Scopriamo le più interessanti e le più “nascoste”.

3D Touch, trucchi e segreti: come funziona la nuova tecnologia

Elementi cardine del 3D Touch (presente su iPhone 6S con sistema operativo iOS 9) sono le due gesture principali, chiamate Peek e Pop. Peek consiste in una leggera pressione dello schermo che, per fare un esempio immediato, consente di visualizzare l’anteprima di una e-mail o un’immagine semplicemente toccandola. Premendo con maggiore intensità si attiva la gesture Pop, che permette invece di aprire l’e-mail o l’immagine che veniva visualizzata in anteprima con Peek.

3D Touch, trucchi e segreti: modificando l'intensità della pressione sullo schermo, è possibile attivare le funzioni Peek e Pop, per interagire in modo diverso con gli elementi del display.
3D Touch, trucchi e segreti: modificando l’intensità della pressione sullo schermo, è possibile attivare le funzioni Peek e Pop, per interagire in modo diverso con gli elementi del display.

Il 3D Touch non funziona soltanto all’interno delle applicazioni Apple e di quelle native di iPhone 6S: grazie alle SDK di iOS 9 i produttori di applicazioni potranno implementare questa nuova tecnologia nelle loro App, che renderanno il 3D Touch ancor più popolare sui dispositivi Apple. Si tratta, in pratica, della più grande rivoluzione iPhone dal 2007, anno in cui per la prima volta vennero introdotte le funzionalità Multi-touch.

3D Touch, trucchi e segreti: foto e video

La prima, interessante novità riguarda gli amanti dei selfie. Spesso e volentieri può capitare di avere pochi secondi di tempo per immortalare un momento speciale: come fare, allora, per accedere subito alla fotocamera frontale? Semplice: basta tenere premuta l’icona della fotocamera nella schermata Home fino alla comparsa del Menù Azioni Rapide, selezionando la voce “scatta un Selfie“.

3D Touch, trucchi e segreti: con le funzioni Peek e Pop, scattarsi una foto o condividere un selfie è questione di pochi secondi.
3D Touch, trucchi e segreti: con le funzioni Peek e Pop, scattarsi una foto o condividere un selfie è questione di pochi secondi.

Oggi come oggi, per molti utenti, è fondamentale condividere sulla Rete le foto appena scattate. Per farlo, basta selezionare la foto scattata e premervi sopra attivando la funzione Peek: a questo punto, effettuando uno swipe verso l’alto sarà possibile condividerla o copiarla in memoria. Premendo con più decisione (Pop) sarà invece possibile visualizzare la foto a schermo intero.

Può capitare invece di ricevere un video, via mail, MMS, chat o altri canali. Per evitare di scaricarlo e consumare Megabyte di dati, sarà sufficiente toccarlo con la funzione Peek per visualizzare un’antemprima. Se questa sarà di nostro gradimento, toccandolo con più decisione (Pop) si avvierà il download e la visione a schermo intero.

3D Touch viene in nostro aiuto anche durante lo scatto delle foto. Quando la app fotocamera è aperta, per vedere gli scatti già fatti basta premere leggermente (Peek) sulla miniatura delle foto e tenere premuto per fare apparire una barra di scorrimento con il rullino delle fotografie scattate. Per aprirne una, basterà aumentare la pressione del dito attivando la funzione Pop, che aprirà la foto desiderata con la possibilità di condividerla, modificarla o eliminarla.

3D Touch, trucchi e segreti: visualizzare le anteprime

Pensiamo a una ricerca su internet. A volte, per trovare le informazioni desiderate, è necessario aprire decine di siti, con conseguente perdita di tempo e traffico di dati. La funzione Peek permette di “sbirciare” il contenuto dei siti senza aprirli. Per fare apparire l’anteprima di una pagina web, basta toccare il relativo link in Safari: per aprire la pagina nel browser, senza rilasciare il dito, è sufficiente aumentare la pressione trasformando il Peek in un Pop. La pagina si aprirà regolarmente.

3D Touch, trucchi e segreti: Peek consente di visualizzare le anteprime di e-mail, pagine web e messaggi senza aprirli.
3D Touch, trucchi e segreti: Peek consente di visualizzare le anteprime di e-mail, pagine web e messaggi senza aprirli.

La funzione anteprima di Peek vale anche per le e-mail. Nella posta in arrivo della app Mail effettuando un Peek su un messaggio è possibile visualizzarne il contenuto in anteprima, mentre con la funzione Pop si andrà ad aprire il messaggio.

Anche le Mappe godono delle anteprime Peek. Quando si riceve un messaggio contenente un indirizzo, con una leggera pressione si apre l’anteprima delle Mappe e con una pressione più decisa si va direttamente all’applicazione.

3D Touch, trucchi e segreti: le funzioni più particolari

Una volta che si è presa confidenza con l’interfaccia 3D Touch, trucchi e segreti possono spuntare in ogni angolo del nostro iPhone. Una delle particolarità più significative, per esempio, è il “Peek Zoom“. Dal menù impostazioni -> Generali -> Accessibilità è possibile attivare la funzione zoom, che di default risulta disabilitata. In questo modo, ogni volta che si andrà a fare Peek su un elemento, sarà possibile zoomarlo con la semplice pressione del dito.

Altra funzione interessante è il trackpad. Esercitando un Peek sulla tastiera, questa si colorerà di grigio chiaro: a questo punto sarà possibile, senza rilasciare il dito, spostarsi esattamente come se si trattasse di un trackpad. Su di un testo, in questo modo, per selezionare una parola basterà intensificare la pressione una volta, due volte per selezionare una frase e tre volte per l’intero paragrafo.

Durante l’utilizzo, potrebbe capitare di voler regolare la sensibilità del Touch 3D. Un po’come avviene per la sensibilità dei mouse. Per farlo, aprire Impostazioni -> Generali -> Accessibilità -> 3D Touch e regolare la sensibilità su bassa, media o alta.

 

Le migliori app per Apple TV, scelte per voi

La nuova Apple TV è molto più di una televisione per guardare film e giocare. C’è tutto un mondo di app, là fuori, che vi permette di fare tante altre cose: l’Apple TV è in effetti una piattaforma che porta a casa vostra l’intrattenimento visivo a cui siete più abituati (film preferiti, spettacoli, video virali, giochi a 1080p-60 fps) in modalità del tutto innovative ed estremamente attraenti.

Le migliori app per Apple TV, ecco i dettagli

Ma in un mondo di app ci si può perdere facilmente, così abbiamo selezionato per voi le migliori app per Apple TV, in modo che sappiate scegliere quelle che fanno al caso vostro senza brutte sorprese.

Le migliori app per Apple TV. Zova

Le migliori app per Apple TV. Zova aiuta a tenersi in forma
Le migliori app per Apple TV. Zova aiuta a tenersi in forma

Zova afferma che la mission dell’azienda è quella di “guidare e aiutare le persone a vivere una vita attiva e salutare” – e l’ultimo passo in questa direzione lo ha compiuto trasformando il suo servizio in un’app per Apple TV. A differenza delle app per iPhone o iPad, dove dovete trovare una posizione confortevole da cui sia possibile vedere lo schermo, Zova per Apple TV riempie tutto lo schermo. Il cast è tutto al femminile e multi-stile.

Oltre al controllo da remoto Siri, funziona con un controller opzionale di gioco MFi e, se avete un Apple Watch, vi mostrerà addirittura il vostro battito cardiaco sulla TV. Un’integrazione spettacolare. Potete scaricare Zova gratis e ottenere contenuti aggiuntivi attraverso il canale di vendita interno all’app stessa.

Le migliori app per Apple TV. Madefire

Le migliori app per Apple TV. Madefire è specializzata nella fruizione dei fumetti
Le migliori app per Apple TV. Madefire è specializzata nella fruizione dei fumetti

Madefire vuole “rivoluzionare il modo in cui le storie vengono raccontate, lette e condivise” trasformando ciò che prima era testo e immagini statiche in qualcosa di molto più dinamico e interattivo – qualcosa, per esempio, che si possa guardare sull’Apple TV.

I fumetti animati non sono una novità ma Madefire si è specializzata sul prodotto, e si vede. Hanno grandi personaggi come Superman, Batman, Wonder Woman, IDW, Dark House, Valiant, Titan, Boom, Oni Press, Top Cow e altri – sì, ci sono anche i Transformers e My Little Pony, oltre a titoli originali.

L’app Madefire è gratis e così anche parte dei suoi contenuti. Il resto è acquistabile sull’app ed è presentato in una panoramica a 360° con musica, effetti sonori, animazioni e tutto quello che è necessario per permettervi di godervi la lettura del vostro eroe a fumetti preferito sulla vostra TV!

Le migliori app per Apple TV. Artsy Shows

Le migliori app per Apple TV. Artsy Show permette di vedere opere e mostre in esclusiva
Le migliori app per Apple TV. Artsy Show permette di vedere opere e mostre in esclusiva

Fino ad oggi, se volevate vedere una parte del mondo, potevate farlo saltando su un aereo e visitando il posto di persona. Internet ci ha permesso di avere ogni cosa creata dall’uomo a portata del nostro salotto – o quasi. Mettiamo che vogliate visitare un museo o una galleria d’arte: non sono molti gli strumenti che vi permettono di farlo. Artsy Shows è uno di questi: potete muovervi attraverso il tempo e lo spazio per visitare l’arte, la cultura e la storia di epoche diverse…dal vostro salotto, appunto. Ci sono oltre 1000 esposizioni da esplorare, aggiornate quotidianamente, e visto che è in TV, potete godervelo con la vostra famiglia.

Le migliori app per Apple TV. Kitchen Stories

Le migliori app per Apple TV. Kitchen Stories è specializzata nell'offrire video e guide per la cucina
Le migliori app per Apple TV. Kitchen Stories è specializzata nell’offrire video e guide per la cucina

Kitchen Stories è stato creato per portare “esperienze culinarie uniche nella vostra cucina”: lo scopo viene raggiunto attraverso video di istruzioni piacevoli da vedere e da far venire l’acquolina in bocca – un contenuto ideale per la vostra Apple TV (specialmente se potete vedere lo schermo dalla vostra cucina!)

Ci sono contenuti per migliorare le vostre abilità culinarie, ricette classiche, soluzioni dell’ultimo minuto, cucina vegana e altro. Ed è tutto scaricabile gratuitamente! Senz’altro una delle migliori app per Apple TV.

Le migliori app per Apple TV. Mixcloud

Le migliori app per Apple TV. Mixcloud porta il meglio dei remix direttamente nella Apple TV
Le migliori app per Apple TV. Mixcloud porta il meglio dei remix direttamente nella Apple TV

La mission di Mixcloud è di “ispirare le vostre orecchie” con i DJ più caldi del momento e i presentatori radio più seguiti – un prodotto interessante per chi non ha Apple Music, oppure per chi vuole qualcosa di diverso che combini compilation e programmi radiofonici – il tutto sull’Apple TV (che ancora difetta, va detto, di un audio in background).

Una delle caratteristiche importanti dell’Apple TV è che non è solo legata all’audio della vostra TV, ma può coprire l’intero ambiente in cui si trova il dispositivo. Può servire per una festa, ma anche quando state cucinando o lavorando e volete ascoltare qualcosa che però non “spari” il suono direttamente verso di voi.

Le migliori app per Apple TV. Star Walk Kids

Le migliori app per Apple TV. Star Walks Kids aiuta i bambini a scoprire l'astronomia.
Le migliori app per Apple TV. Star Walks Kids aiuta i bambini a scoprire l’astronomia.

Star Walk Kids per Apple TV porta l’esperienza di esplorazione del sistema solare per iPhone e iPad sul grande schermo. Non avete ovviamente la possibilità di puntare il vostro schermo direttamente verso le stelle e avere informazioni in realtà aumentata su quello che state guardando, ma avete comunque dei gran contenuti: tutti i pianeti del sistema solare inclusi la Luna e Plutone, costellazioni, le 700 stelle più luminose nel cielo notturno, il buco nero Cygnus X-1, la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) e il telescopio spaziale Hubble. Tutto sulla vostra TV: coinvolgente per tutti, grandi e piccoli di tutte le età.

Le migliori app per Apple TV. Sing!

Le migliori app per Apple TV. Sing! è l'app principe per tutti coloro che vogliono provare il Karaoke attraverso la propria Smart TV
Le migliori app per Apple TV. Sing! è l’app principe per tutti coloro che vogliono provare il Karaoke attraverso la propria Smart TV

L’obiettivo di Smule è di “connettere il mondo attraverso la musica” – qualcosa che il team Smule ha fatto fin dall’uscita dell’App Store originale sull’iPhone, nel 2008. Da allora, ogni volta che Apple ha ampliato il parco dei dispositivi e delle piattaforme, Smule è cresciuto con loro. Ora, per Apple TV, Smule ha presentato una versione di Sing, l’app per karaoke.

Con Sing! non cantate semplicemente: vi esibite come in un concerto. Potete registrarvi aggiungendo effetti, fare duetti con artisti famosi, trovare e seguire gli amici – oltre ad essere visibile a tutti, visto che è connesso a Internet. Ci sono oltre 100.000 canzoni e ne vengono aggiunte di continuo.

Le migliori app per Apple TV. Carrot Weather

Le migliori app per Apple TV. Carrott Weather porta le previsioni meteo a casa tua, in tono anche scherzoso
Le migliori app per Apple TV. Carrott Weather porta le previsioni meteo a casa tua, in tono anche scherzoso

CARROT, dello sviluppatore Brian Mueller, è un’app ironica che, grazie alla sua “intelligenza artificiale”, permette di avere previsioni meteo “simpatiche”, con commenti spiritosi che trasformano qualcosa di banale e noioso in un’esperienza interessante – da provare, se siete quella tipologia di persone che guardano spesso le previsioni del tempo.

Le migliori app per Apple TV è probabile che non siano ancora state inventate – ma di quelle esistenti vi abbiamo dato un panorama sufficientemente completo. È possibile che ne abbiamo persa qualcuna per strada: scriveteci qual è la vostra app preferita!

Samsung Galaxy View recensione. Il mega tablet non ci piace

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Samsung Galaxy View è un prodotto che non passa certo inosservato. Grazie al suo schermo colossale da 18,4 pollici di diagonale rappresenta un tablet di proporzioni mastodontiche, in grado di inaugurare un nuovo mercato di device che possano sostituire tv, smart tv, computer e notebook per l’intrattenimento multimediale di tutti i giorni. Un “multimedia replacement” che andrà a integrarsi con tutte le applicazioni e i canali web, Netflix in primis. Non è tutto oro quel che luccica: le dimensioni esagerate, l’ingombrante cover non removibile integrata e un comparto hardware sottotono rischiano di far passare in secondo piano questo prodotto, a poche settimane dal lancio di iPad Pro.

Samsung Galaxy View recensione. Il mega tablet non ci piace

In un mercato effervescente, caratterizzato dall’attesa per iPad Pro e Microsoft Surface Pro 4, Samsung ha voluto giocare una carta differente proponendo un maxi-tablet votato all’intrattenimento multimediale. Diversamente dalla concorrenza, Samsung Galaxy View non è un prodotto destinato a utilizzi professionali: votato all’entertainment, i 18,4 pollici dello schermo sono ideali per la visione di video, film, album fotografici, canali multimediali come Youtube e Netflix (da poco approdato in Italia) o per far girare videogiochi. Ma nessuna app di tipo professionale. Del resto, le dotazioni tecniche del dispositivo non sorprendono per potenza, rivelandosi quasi sottotono per gli standard a cui Samsung ha abituato in materia di tablet e smartphone negli ultimi anni. Vediamo, nel dettaglio, le caratteristiche di questo nuovo Samsung Galaxy View.

Samsung Galaxy View, le dimensioni generose lo rendono ideale per essere appoggiato su un tavolo, ma scomodo per essere trasportato e utilizzato tenendolo fra le mani.
Samsung Galaxy View, le dimensioni generose lo rendono ideale per essere appoggiato su un tavolo, ma scomodo per essere trasportato e utilizzato tenendolo fra le mani.

Samsung Galaxy View recensione: il design non convince

Solo a guardarlo, spuntano i primi dubbi. Le dimensioni più che generose (45,18 x 27,58 x 1,19 centimetri), che fanno lievitare il peso2,65 kg, rendono il Samsung Galaxy View più simile a un notebook che a un tablet. Come se non bastasse, resta quantomeno discutibile la scelta di Samsung di dotare questo colosso di un supporto-cover fisso, capace di far sembrare il prodotto ancor più grande di quanto non lo sia in realtà.

Samsung Galaxy View, la cover/base di appoggio non è removibile e non si può ripiegare, rendendo ancora più mastodontico il dispositivo.
Samsung Galaxy View, la cover/base di appoggio non è removibile e non si può ripiegare, rendendo ancora più mastodontico il dispositivo.

Il supporto posteriore, che resta sempre aperto “a cavalletto”, non consente al Samsung Galaxy View di essere appoggiato parallelamente a un tavolo, nè di poterlo tenere in mano con facilità. Una scelta che obbliga l’utente a tenerlo in piedi su una superficie piatta, come un tavolo o una scrivania, come un qualsiasi televisore. Evidentemente, dato il peso e le dimensioni, questo prodotto non è stato concepito per un utilizzo “portatile” ma solo come “tv replacement”.

I materiali utilizzati, inoltre, non trasmettono quella sensazione di qualità e solidità degli ultimi prodotti Samsung, dando una sgradevole impressione di bassa qualità soprattutto per quanto riguarda le plastiche del supporto/cover. Stesso discorso per la grande maniglia posteriore: un soluzione tutt’altro che comoda e gradevole esteticamente.

Samsung Galaxy View recensione: la dotazione hardware

Sul fronte hardware, Samsung Galaxy View è  equipaggiato con il sistema operativo Android 5.1 Lollipop (al momento, Samsung non ha rivelato nulla in merito a un futuro aggiornamento ad Android 6 Marshmallow). Sotto al display da 18,4 pollici full HD (con 1920×1080 pixel di risoluzione e 119 ppi, molto meno rispetto ai 2.732 x 2.048 pixel e 264 ppi del display Retina di Apple), pulsa un processore octa-core Exynos 7580 da 1,6 GHz, con 2 GB di RAM e una memoria interna da 32 GB.

Lo spazio di archiviazione, decisamente limitato per un dispositivo votato alla visione di film in alta definizione, può essere comunque espanso tramite lo slot di memoria microSD. Anche la fotocamera frontale da appena 2,1 megapixel fatica a convincere (soprattutto per la sua risoluzione irrisoria, appena sufficiente per le videochiamate), mentre la batteria da 5.700 mAh dovrebbe essere sufficiente per un’autonomia dichiarata di 8,5 ore in riproduzione video.

Samsung Galaxy View, la qualità costruttiva è buona, ma i materiali sembrano lasciare a desiderare. Le plastiche non trasmettono una sensazione di qualità e l'assenza di componenti in metallo fa sembrare questo prodotto alquanto "povero".
Samsung Galaxy View, la qualità costruttiva è buona, ma i materiali sembrano lasciare a desiderare. Le plastiche non trasmettono una sensazione di qualità e l’assenza di componenti in metallo fa sembrare questo prodotto alquanto “povero”.

Completano la dotazione il modulo WiFi, GPS, lo standard LTE cat.6, Bluetooth 4.1, quattro altoparlanti per la riproduzione di file audio in alta qualità, connessione USB 2.0 e ingresso jack da 3,5 mm per le cuffie.

Samsung Galaxy View recensione: la dotazione software

Samsung Galaxy View è equipaggiato con Android 5.1.1 Lollipop, penultimo arrivato nella famiglia di sistemi operativi “made in Google”. Come tale, include il supporto multi-utente, una migliore gestione della modalità risparmio energetico e la crittografia hardware opzionale.

Samsung Galaxy View, il sistema operativo Android 5.1 e l'interfaccia TouchWiz rendono agevole lo zapping attraverso i principali canali multimediali.
Samsung Galaxy View, il sistema operativo Android 5.1 e l’interfaccia TouchWiz rendono agevole lo zapping attraverso i principali canali multimediali.

In aggiunta Samsung ha portato su questo nuovo tablet l’interfaccia utente TouchWiz già vista su altri prodotti della casa coreana. Molto utile, sotto questo aspetto, la presenza di un unico launcher per tutti i servizi video, particolarmente indicato per chi desidera surfare sul web tra un filmato e il successivo.

Samsung Galaxy View: perchè non siamo rimasti soddisfatti

Ciò che non convince paradossalmente, per un tablet votato ai contenuti multimediali, è proprio lo schermo. Con dimensioni così generose ci si sarebbe aspettato un display 4K o comunque simile a quello Retina montato da iPad Pro. Lo schermo, inoltre, perde in nitidezza se guardato a distanza ravvicinata. A salvarsi sono invece i colori: nonostante non si tratti di un display super AMOLED come quelli già visti su altri prodotti Samsung, quello del Samsung Galaxy View riesce a garantire una resa cromatica ottimale, con tonalità vivaci, bianchi luminosi e neri profondi.

Altro punto debole è la memoria interna: oggi come oggi 32 Gb sono davvero pochi per un device votato ai contenuti multimediali, specialmente se si pensa che 4-5 film in HD arrivano a riempire quasi tutto lo spazio a disposizione. La possibilità di espandere i Gb di memoria è garantita dallo slot microSD, ma in questo caso al prezzo di acquisto del Samsung Galaxy View va sommato quello della scheda, facendo lievitare il costo complessivo. Anche il comparto hardware presenta notevoli limitazioni per via dei 2 Gb di RAM ma soprattutto per il processore Exynos 7580, sufficiente per la visione dei video in HD ma non per far girare a dovere i videogiochi di ultima generazione.

Per quanto riguarda il prezzo, le prime indiscrezioni parlano di 599 dollari (che potrebbero assestarsi a 599 euro per il mercato europeo), un cifra nettamente più contenuta rispetto ai 799 dollari necessari per portarsi a casa un iPad Pro. Stiamo parlando, comunque, di due dispositivi molto diversi fra loro per qualità costruttiva, potenza e ambiti di utilizzo.

Samsung Galaxy View non rappresenta un diretto concorrente di iPad Pro, ma nemmeno di tutti gli altri tablet presenti sul mercato: questo dispositivo è più simile a un “apripista” per un nuovo segmento legato al divertimento multimediale. I dati di vendita ci diranno se i difetti e le limitazioni del Samsung Galaxy View saranno giudicati trascurabili a fronte dei vantaggi apportati da questo nuovo dispositivo.

OnePlus X recensione. Smartphone low cost bello ed efficace

OnePlus X, è uno smartphone adatto alle tasche meno facoltose ma che non vogliono rinunciare al design. Non si tratta certo del prodotto di punta presentato dall’azienda cinese, tuttavia, l’OnePlus X ha tutte le caratteristiche per posizionarsi nella fascia medio-alta della classifica dei cellulari.

Il prodotto del marchio cinese, presentato nei giorni scorsi a Londra, è un concentrato stile, creato senza dimenticare le caratteristiche tecniche fondamentali e un prezzo contenuto. Ecco com’è da vicino l’OnePlus X. La recensione.

OnePlus X recensione. Smartphone low cost bello ed efficace

Il design dell’OnePlus X ha un piglio moderno, reso con materiali di qualità molto alta. Il telefono è disponibile in due modelli: Onyx e Ceramic. Entrambe le versioni sono quasi identiche. La lastra posteriore dell’Onyx è in vetro nero a specchio con i bordi arrotondati che conferiscono allo smartphone un look elegante.

L’OnePlus X Ceramic, invece, ha la superficie posteriore in ossido di zirconio con i bordi smussati più che arrotondati. La lastra posteriore è lavorata secondo un procedimento particolare che prevede una cottura a oltre 1000 gradi centigradi per 28 ore. Dopo due giorni di raffreddamento, il materiale viene cotto nuovamente in modo tale da raggiungere un grado di durezza pari a 8.5 punti della scala di Mohs. L’intero processo di lavorazione dura ben 25 giorni e sono necessari tre trattamenti come per la pulizia dei diamanti: il tutto con un tasso di successo dell’operazione del 20%. Vale a dire che 8 su 10 pezzi posteriori potrebbero non essere sufficientemente buoni per l’assemblaggio del telefono.

OnePlus X recensione. Un buon display

Il display AMOLED 5 pollici ha una risoluzione di 1080pixel. Offre un’ottima gamma di colori ed è protetto da Gorilla Glass 3. L’OnePlus X è, inoltre, dotato di un ambient display e di un sensore di prossimità per controllare in un attimo le notifiche, come avviene per il Motorola Moto X.

OnePlus X recensione. Processore e memoria di qualità (dato il prezzo)

L’OnePlus X supporta il processore Qualcomm Snapdragon 801 in coppia con la GPU Adreno 330 e possiede 3GB di RAM. Anche se non si tratta della più recente, è pur sempre una CPU un tempo considerata di fascia alta, quindi ci si aspetta che sia in grado di supportare il processore di fascia media Snapdragon 617. La batteria è da 2,525mAh, in grado di resistere più o meno per una giornata intera.

L'OnePlus X sarà acquistabile su invito a partire da novembre
L’OnePlus X sarà acquistabile su invito a partire da novembre

Lo smartphone ha 16 GB di memoria interna che può essere incrementata fino a 128 GB tramite scheda microSD. Gli slot per la SIM e per la micro SD possono essere utilizzati per inserire due nano SIM. Se la memoria integrata nel telefono è sufficiente, si potrà sempre utilizzare lo slot per la microSD per inserire una seconda SIM, dal momento che l’OnePlus X è uno smartphone dual SIM.

OnePlus X recensione. Interfaccia e funzionalità soddisfacenti

Il sistema operativo è Oxygen, piattaforma basata su Android 5.1.1 Lollipop. E, in effetti, il sistema offre alcune caratteristiche che si trovano su Android 6.0 Marshmallow, come i permessi delle app in modo da non dover installare inutili programmi.

Come per l’OnePlus 2, altre caratteristiche come il tema scuro o la tonalità dei colori possono essere personalizzate, come anche le impostazioni LED. Disponibile anche Google Now, così come i pacchetti di icone personalizzati, file manager, chiavi personalizzate di navigazione hardware e software e lo scorrimento in qualsiasi parte dello schermo per un comodo accesso alla barra delle notifiche.

OnePlus X recensione. La fotocamera

La fotocamera posteriore è di 13 megapixel con un’apertura di diaframma f 2.2 e messa a fuoco automatica. Secondo quanto riportato dall’azienda, la fotocamera è capace di mettere a fuoco e scattare in soli 0,2 secondi.

L'OnePlus X è realizzato con materiali di alta qualità sia nella versione Onyx sia nella versione Ceramic
L’OnePlus X è realizzato con materiali di alta qualità sia nella versione Onyx sia nella versione Ceramic

L’applicazione permette anche di divertirsi regolando alcune impostazioni manualmente, come l’ISO, il tempo di scatto e il bilanciamento del bianco. Discreta anche fotocamera anteriore con 8 megapixel.

OnePlus X recensione. Un buon prodotto dai costi contenuti

Lo smartphone X è il dispositivo di lancio della neonata azienda OnePlus. Sebbene ancora alle prime armi, l’azienda cinese ha già ben chiaro il target di riferimento: clienti che non voglio spendere troppo per un cellulare che comunque riesce ad assolvere a tutte le principali funzioni, senza rinunciare a un design elegante e accattivante. Nella realizzazione dell’OnePlus X non manca di certo la creatività.

Anche il prezzo è altrettanto accattivante. La versione Onyx arriverà in Europa, India e Cina il prossimo 5 novembre per un costo di 269€, mentre il modello Ceramic sarà lanciato qualche settimana dopo – il 24 novembre – al prezzo di 369€.

Con 3 GB di RAM, il processore Snapdragon 801 e una fotocamera da 13 megapixel l'OnePlus X offre tutte le funzionalità di cui si ha bisogno
Con 3 GB di RAM, il processore Snapdragon 801 e una fotocamera da 13 megapixel l’OnePlus X offre tutte le funzionalità di cui si ha bisogno

La OnePlus adotta la strategia di vendita su invito, ma pare che in questa direzione ci siano già dei cambiamenti, dal momento che gli inviti non bastano più a soddisfare la domanda da parte degli utenti.

Il sistema di vendita su invito sarà utilizzato solo per un periodo di tempo limitato con inviti che saranno distribuiti attraverso l’algoritmo di OnePlus all’interno di contest o di una lista di prenotazioni. Questo sistema andrà avanti per il primo mese; dal secondo, invece, sono previste brevi vendite settimanali per consentire a OnePlus di aumentare la produzione.

L’azienda cinese arriva sul mercato internazionale con un dispositivo dotato di tutte le caratteristiche necessarie ad un prezzo estremamente competitivo.

L’unica nota negativa sia per l’One Plus X, sia per il “fratello maggiore” OnePlus 2, è di non essere dotato di tecnologia NFC per effettuare i pagamenti tramite telefono cellulare. Assente anche il dispositivo di lettura delle impronte digitali che, però, per la fascia di appartenenza del telefono, non rappresenta una grossa mancanza.

Ne risulta, tutto sommato, uno smartphone che fa dello stile e dell’eleganza il suo marchio di fabbrica senza tralasciare le principali funzionalità.

Microsoft Outlook 2.0 recensione. Poche novità di un classico

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Microsoft Outlook 2.0 si propone di aggiornare uno dei software storici di Redmond. Non è un segreto che Microsoft abbia acquistato le aziende dietro l’app-calendario Sunrise e l’app per email Accompli proprio per rinnovare questo prodotto.

Ora, quello che sta cercando di fare, è prendere le migliori caratteristiche di questi prodotti e integrarli dentro Outlook. Microsoft Outlook 2.0.0 per iOS è l’inizio di questo processo – solo un piccolo anticipo delle novità in arrivo, anche se finora non è cambiato granché (tranne per chi usava la vecchia versione di Sunrise).

Microsoft Outlook 2.0 recensione. Poche novità di un classico

Outlook 2.0.0, a differenza del predecessore per iOS, vi permette di aggiungere i mittenti non presenti nella vostra rubrica nei nuovi contatti, ma la funzione è a dir poco nascosta: dovete cliccare il tasto “rispondi a” che vi permette di aprire un menu che trasforma il nome della persona a cui state rispondendo in un link (il quale a sua volta vi mostra l’indirizzo email per intero). È una finestra utile, che vi permette di cliccare una sola volta per vedere tutte le email che avete ricevuto da un dato mittente, o tutti gli eventi e file collegati. Non c’è molto che potete fare, anche con un indirizzo email completo, a meno che non aggiungiate all’elenco dei vostri contatti il mittente di un’email inoltrata – vi basta cliccare sopra l’indirizzo e aggiungerlo ai vostri indirizzi.

Postdatazione di un messaggio

Attenzione anche a come impostate i gesti di scorrimento sullo schermo: per farlo, dovete entrare nelle Impostazioni e specificare cosa volete che succeda quando scorrete con il dito sullo schermo, con opzioni di Archivio e Cancellazione messaggi – e molto altro. Potete ad esempio postporre un messaggio a un momento in cui potrete leggerlo o informare i vostri colleghi dei giorni in cui siete disponibili per partecipare a una riunione – questo grazie alla funzionalità che trasforma un elemento di testo all’interno di un’email (come una data) in un link diretto al vostro calendario (non ci sono però icone ad aiutarvi in questo processo).

Le differenze con la versione precedente sono minime, ma sostanziali secondo Microsoft, che ha integrato elementi di interfaccia utente che permettono di processare le informazioni (e la navigazione) più velocemente, in modo da poter fare più cose con meno clic. “Quando si sta lavorando”, secondo il comunicato Microsoft, “sono questi piccoli salva-tempo che fanno la differenza”.

La nuova versione di Outlook non sembra essere così innovativa, comunque. È vero: accedere alla lista contatti è più veloce (nota: accedere, non aggiungerne di nuovi) e il percorso per inserire allegati è più breve – ma accedere ad alcune funzionalità, come abbiamo detto, è veramente complicato. Inoltre, nella casella della posta in arrivo gli argomenti delle email sono disposti in maniera strana, come se il programma non volesse mostrarci il testo (e infatti, per leggerlo, dobbiamo sempre cliccarci sopra).

La stessa osservazione vale per Outlook 2.0 all’interno dell’Apple Watch: l’icona è presente sullo schermo ma a cliccarci sopra il sistema va in crash e l’app non si apre – sull’iPhone sì, ma sull’Apple Watch non c’è verso di farla funzionare.

È un bug dell’Apple Watch? Può darsi, ma sembra il classico problema Microsoft: la funzione è lì, puoi usarla, ma devi prima capire come impostarla. Insomma, sembra che debba ancora arrivare una versione veramente nuova e innovativa di Outlook: se non siete già dei fan ed è la prima volta che vi avvicinate ad Outlook, vi consigliamo di usarlo sul vostro Mac – Outlook 2.0.0 richiede iOS 8.0 o successivo e watchOS 2.0 per gli Apple Watch. È gratuito nell’App Store.

Per chi è Microsoft Outlook 2.0.0

I fan di Outlook troveranno le nuove funzioni utili; se invece non state già usando Outlook forse è il caso che aspettiate prima di cambiare: la nuova versione non offre niente di particolarmente innovativo

 

OnHub il router di Google. Facile da usare, ma poteva far di più

Con il router OnHub ,Google entra ufficialmente nell’arena dei router Wi-Fi per la casa. Sviluppato insieme a TP-Link, l’OnHub è un modello dual-band con un tocco di eleganza che lo fa sembrare tutto tranne che un router. Contiene più di una dozzina di antenne, è facilissimo da installare e usa un’app apposita per controllare determinate funzioni del network.

Sfortunatamente non possiede una buona parte delle normali funzioni di gestione dei router classici, compresi il controllo genitoriale, la portabilità dei network ospiti e i servizi VPN. OnHub è equipaggiato con circuiti che permettono di controllare i dispositivi automatici ZigBee e monta un Bluetooth 4.0, ma nessuna di queste funzioni ci risulta abilitata. Inoltre, ha spazio per una sola connessione LAN via cavo e l’unica porta USB è riservata a funzioni di recupero.

OnHub il router di Google. Design e caratteristiche

Router OnHub. Recensione

OnHub è un router progettato per stare all’aria aperta. La maggior parte dei modelli di router hanno l’aspetto di scatole nere non meglio identificabili con antenne che escono da sopra o dai lati – OnHub invece ha un rivestimento cilindrico che risulta gradevole all’occhio e non presenta antenne esterne. È nero, misura 19,5 cm in altezza e 11,6 cm in diametro e ha un rivestimento in plastica rimovibile blu scuro.

La sommità del router contiene uno altoparlante che produce una serie di rumori durante l’impostazione e un anello di luce che emette un debole bagliore per farvi capire lo status del router. Un colore dorato indica che qualcosa non funziona bene – in questo caso andate sull’app di Google On e cercate di risolvere il problema passo passo. Una luce blu indica che il router è pronto per essere impostato e verde mare indica che il router è attivo.

OnHub è un router AC1900 che viaggia (teoricamente) a 600 Mbs su banda da 2,4 GHz e fino a 1.300 Mbs su banda da 5GHz. Monta un processore dual-core da 1,4 GHz, ha 4GB di memoria flash (per gli aggiornamenti del software) e 1 GB di memoria DDR3. Ci sono anche 6 antenne da 2,4 GHz e 6 antenne da 5 GHz circolari, per coprire tutte le direzioni, un’antenna che amplifica il segnale e un trasmettitore che cambia continuamente canale per migliorare la connessione wireless. OnHub possiede anche antenne ZigBee e Bluetooth ma non sono abilitate (Google ha promesso un supporto per entrambe in futuro, ma senza specificare quando arriverà).

Per accedere al (povero) assortimento di porte I/O di OnHub bisogna rimuovere la copertura; dentro, trovate una porta WAN, una porta per cavo Ethernet, una porta USB 3.0 e l’alloggio per l’alimentatore. Una sola porta Ethernet significa che potete connettere un solo dispositivo per volta via cavo (mentre altri router AC1900 della stessa fascia di prezzo, come il D-Link Wireless AC1900 Dual-Band Gigabit Cloud Router (DIR-880L)ne hanno quattro). La porta USB è destinata a funzioni di recupero, quindi non potete usarla per aggiungere un drive esterno o una stampante alla vostra rete.

OnHub il router si comanda tramite Google On App

Mentre la maggior parte dei router sono gestibili attraverso un’interfaccia online, OnHub si gestisce tramite l’app gratuita Google On per iOS o Android. L’app è molto semplice da usare e fornisce suggerimenti e spiegazioni su come impostare l’apparecchio. La pagina principale mostra una panoramica sui vostri dispositivi connessi, vi avvisa se ci sono problemi e vi collega alla Guida se ne avete necessità. Potete cliccare su qualsiasi dispositivo per vederne l’indirizzo IP, MAC, lo stato di connessione e la cronologia di caricamento e scaricamento. Potete anche verificare l’uso in tempo diretto di ciascun dispositivo e assegnare priorità di traffico per periodi di 1, 2 o 4 ore.

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Cliccando sulla piccola icona verde in fondo alla pagina, viene lanciato un controllo della rete che misura la capacità di caricamento e scaricamento dalla rete, e l’efficenza Wi-Fi (quale velocità il vostro dispositivo mobile può potenzialmente raggiungere in un dato luogo della vostra casa). Cliccando sull’etichetta di accesso Wi-Fi, il router vi mostra nome e password e vi dà l’opzione di inviare questa informazione ad amici e famiglia via email, SMS o Facebook.

Le impostazioni di rete sono scarse: potete assegnare un indirizzo IP personalizzato o usare un’impostazione automatica di default, potete abilitare o disabilitare il DHCP, l’IP statico e le impostazioni PPoE WAN, oltre che impostare le porte – non c’è, come anticipavamo, il controllo genitoriale né opzioni per una rete ospite, né impostazioni VPN. Mancano anche impostazioni firewall, la possibilità di bloccare siti specifici e creare SSID separate per ciascuna banda su cui assegnare dispositivi specifici.

OnHub il router di Google. Installazione e prestazioni

Installare OnHub non potrebbe essere più facile, ma per farlo dovete avere un account Google valido. Per iniziare, scaricate l’app e registratevi usando i vostri username e password Google. Seguite le istruzioni sullo schermo, collegate il router alla corrente e al cavo Ethernet, leggete dalla base del dispositivo il codice di impostazione del router e la SSID.

Andate sulle impostazioni Wi-Fi del vostro dispositivo mobile, collegatelo alla SSID del router e tornate sull’app di Google On per assegnare un nome al router e creare la vostra rete. Usate le vostre impostazioni Wi-Fi per collegarvi al router e avete finito. Google suggerisce di lasciarlo all’aria aperta, preferibilmente all’altezza degli occhi per una copertura ottimale.

Test hanno dimostrato che, nella stessa stanza, OnHub arriva a 297Mbps, battendo i 144 Mbps del D-Link DIR-880L e i 171 Mbps del Netgear Nighthawk X6 AC3200 Tri-Band WiFi Router  – da specificare che entrambi questi modelli lavorano a 802,11ac (5GHz). Comunque, non arriva alle prestazioni da 558 Mbps del D-Link AC3200 Ultra Wi-Fi (DIR-890L/R) o a quelle da 452 Mbps dell’Asus RT-AC3200 Tri-Band Router.

A una distanza di 9 metri le cose non vanno così bene: la velocità di 38,6 Mbps non si avvicina neppure a quella da 140 Mbps del D-Link DIR-880L, tenendosi sotto di più di 100Mbps, ed è la metà di quella raggiunta dal router Amped Wireless High Power 700mW Dual Band AC (RTA15) (da 75 Mbps. Il D-Link DIR-890L/R invece spazza tutti via con i suoi 310 Mbps.

Conclusioni

Il Google OnHub è stato progettato per persone non esperte di tecnologia che cercano un modo veloce e semplice per avere una rete dual-band – e in questo, funziona. Il suo design unico vi permette di metterlo ovunque in casa (basta che abbiate una connessione Ethernet) e l’app Google rende semplice l’impostazione e il controllo della rete Wi-Fi. Ciò detto, ci si potrebbero aspettare opzioni avanzate di gestione da un router che costa 200$, come anche una porta USB che vi consenta di connettere periferiche come hard drive o stampanti. Ma soprattutto, ci si aspetterebbe delle prestazioni migliori sulla distanza.

Una volta che Google sistemerà la faccenda delle funzionalità ZigBee e Bluetooth, OnHub avrà il potenziale di diventare un router “smart” – ciononostante, sarà ancora lontano dal raggiungere la velocità del D-Link AC3200 Ultra Wi-Fi (DIR-890L/R). Certo, quest’ultimo costa di più (100$) ma vi offre anche di più in termini di impostazioni e porte I/O.

Insomma, Google centra l’obiettivo della semplicità ma poteva fare di meglio dal punto di vista della connettività.

Garanzia iPhone: come funziona, come si attiva

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Con la garanzia iPhone, presto o tardi, tutti i possessori dello smartphone Apple sono costretti a farvi i conti. Un vetro scheggiato, un problema hardware, un blocco improvviso di iOS o la batteria che non tiene più la carica come un tempo: problemi comuni davanti ai quali è possibile ottenere assistenza – gratuitamente o a pagamento, a seconda dei casi –  attraverso i canali ufficiali Apple. Vediamo come.

Garanzia iPhone: Apple Care aiuta a minimizzare il rischio di dover mettere mano al portafogli per le riparazioni.
Garanzia iPhone: Apple Care aiuta a minimizzare il rischio di dover mettere mano al portafogli per le riparazioni.

Garanzia iPhone: come funziona, come si attiva

Partiamo da un dato: ogni prodotto venduto da Apple gode dei due anni di garanzia obbligatori per il mercato italiano ed europeo. Per il primo anno, in caso di difetti o malfunzionamenti sarà sufficiente recarsi in un qualunque Apple Store per ricevere assistenza (o, in alternativa, utilizzare il supporto telefonico o quello telematico sul sito Apple).

Per il secondo anno, invece, sarà necessario recarsi presso il venditore del dispositivo: solo in caso di acquisti sullo store online di Apple o presso un Apple Premium Reseller (APR),  sarà possibile ottenere assistenza dalla casa madre gratuitamente. Viceversa, in caso di acquisto in un negozio o in un centro commerciale, a far valere la garanzia per il secondo anno sarà direttamente il venditore che ci comunicherà le modalità per ricevere supporto da Apple.

Garanzia iPhone: dal sito Apple è possibile consultare la sezione Supporto, inserire i dati del proprio iPhone e controllare lo stato della garanzia.
Garanzia iPhone: dal sito Apple è possibile consultare la sezione Supporto, inserire i dati del proprio iPhone e controllare lo stato della garanzia.

Ma cosa copre esattamente la garanzia iPhone? Indubbiamente, qualsiasi tipo di difetto legato alla produzione: graffi, difetti del display, schermo rotto, problemi hardware e software riscontrati “appena fuori dalla scatola” possono essere immediatamente segnalati per vedersi sostituire il dispositivo appena comprato. Nei due anni di garanzia successivi all’acquisto, bisogna fare attenzione: la garanzia iPhone non copre ogni genere di danno.

In caso di problemi hardware e software si potrà sempre tornare nell’Apple Store di fiducia e affidare lo smartphone alle mani esperte del team Genius Bar, ma a volte potrebbe essere richiesto un conguaglio economico da parte del cliente, soprattutto per riparare danni accidentali o derivanti da un uso inappropriato del device. In questi casi specifici, potrebbe essere utile attivare le garanzie aggiuntive Apple Care (69€) e Apple Care+ (99€).

Queste soluzioni estendono a due anni l’assistenza diretta da parte di Apple (indipendentemente dal luogo di acquisto dello smartphone), con la possibilità di beneficiare per due anni dell’assistenza telefonica gratuita e della copertura mondiale Apple (recandosi in un qualsiasi Apple Store per ricevere assistenza). Apple Care+, inoltre, permette di accedere agli interventi di riparazione per danni accidentali al costo forfettario di 69€ (a fronte di riparazioni che, nel caso degli iPhone più moderni, potrebbero sfiorare le 300€).

Garanzia iPhone: i danni allo schermo e al vetro sono esclusi e sempre a carico del cliente.
Garanzia iPhone: i danni allo schermo e al vetro sono esclusi e sempre a carico del cliente.

Garanzia iPhone: come funziona, come si attiva in caso di rottura dello schermo

La rottura dello schermo è uno dei danni più frequenti – e più fastidiosi – per tutti i possessori iPhone. Si tratta logicamente di un danno accidentale, che non rientra quindi nei parametri di garanzia Apple. Che si tratti di un danno a carico del vetro o del display, le procedure da seguire sono essenzialmente due: portare l’iPhone presso un Apple Store per la riparazione oppure rivolgersi a un negozio autorizzato. In entrambi i casi la riparazione sarà a pagamento, con una cifra variabile a seconda del danno e del componente da riparare.

Per i possessori della garanzia Apple Care+, ricordiamo, questo genere di riparazioni possono essere effettuate negli Apple Store a prezzi competitivi. In ogni caso, è bene diffidare dai negozi improvvisati o dai presunti professionisti che propongono riparazioni su dispositivi iPhone a prezzi irrisori. In buona parte dei casi, le riparazioni vengono eseguite con componenti compatibili e di qualità estremamente scarsa.

Garanzia iPhone: i problemi hardware e software sono quasi sempre coperti da garanzia.
Garanzia iPhone: i problemi hardware e software sono quasi sempre coperti da garanzia.

Garanzia iPhone: come funziona, come si attiva in caso di problemi hardware e software

Nel corso del primo anno di garanzia ogni iPhone può essere riportato presso un qualsiasi Apple Store nel mondo per problematiche riguardanti hardware o software. Dal malfunzionamento dei tasti alla fotocamera, dal TouchID ai problemi di iOS, lo staff del Genius Bar è a disposizione dei clienti per testare i dispositivi, identificare i problemi e fornire una soluzione.

Qualora il problema sia di facile soluzione, questo verrà risolto al momento, riconsegnando l’iPhone nelle mani del cliente. In caso di problematiche più complesse, la politica di Apple prevede la consegna al cliente di un nuovo dispositivo pari a quello “difettato”: si tratta di iPhone ricondizionati, perfettamente funzionanti e revisionati in modo da renderli pari a un nuovo iPhone, che permettono al cliente di continuare a usare il dispositivo e di evitare i tempi tecnici dovuti agli interventi di riparazione.

Garanzia iPhone: la batteria è normalmente soggetta a usura, ma potrebbe essere coperta da garanzia in alcuni casi.
Garanzia iPhone: la batteria è normalmente soggetta a usura, ma potrebbe essere coperta da garanzia in alcuni casi.

Garanzia iPhone: come funziona, come si attiva in caso di problemi alla batteria

La batteria è uno di quei componenti soggetti all’usura del tempo. Dopo anni di cicli di caricamento, l’autonomia dell’iPhone si riduce progressivamente rispetto a quella del giorno di acquisto. Si tratta di un deperimento del tutto normale ma a volte è possibile riscontrarlo dopo appena alcuni mesi (o addirittura settimane) dall’acquisto.

In questi casi, pur trattandosi di un componente soggetto a normale usura, è possibile recarsi in un Apple Store o centro convenzionato per un controllo. Lo staff provvederà a testare la batteria e a sostituire l’iPhone con un identico modello ricondizionato in caso di problemi. Inutile agire altrimenti: la batteria di iPhone non è removibile e ogni tentativo di aprirlo per cercare di sostituirla andrebbe a invalidare la garanzia.

Garanzia iPhone: cosa fare in tutti gli altri casi

Per un problema di qualsiasi natura, è bene innanzitutto portare l’iPhone presso un Apple Store o centro convenzionato per un primo controllo. Le problematiche più comuni possono essere risolte in pochi minuti, mentre per quelle più complesse può essere necessaria la sostituzione del dispositivo o addirittura il ritiro dello stesso, per poter procedere alle riparazioni del caso. Per i dispositivi coperti da garanzia è inoltre possibile usufruire dell’assistenza telefonica gratuita (o di quella a pagamento, per i casi non contemplati dalla garanzia) secondo le modalità descritte nella pagina del Supporto Apple.

Il consiglio è quello di passare sempre attraverso i canali ufficiali, anche quando si tratta di effettuare riparazioni a pagamento: solo in questi casi si avrà la certezza di un risultato ottimale, evitando brutte sorprese derivanti da interventi di personale privo delle adeguate competenze.