06 Luglio 2025
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Nokia Lumia 950 XL recensione. Buon phablet, look a parte

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Se ormai gli smartphone non bastano più, e il mercato punta sui phablet, possiamo dire a buon diritto che Microsoft Nokia Lumia 950 XL si trova in una posizione migliore rispetto ai suoi rivali, data la grande esperienza di Redmond sul campo, derivante anche dalla gamma Surface. Ed effettivamente, oltre ad essere un buon prodotto, abbiamo anche delle trovate tecniche interessanti, sebbene il 950 XL assomigli tantissimo, anche troppo, al suo fratello minore, il Nokia Lumia 950.

Nokia Lumia 950 XL recensione. Buon phablet, look a parte

Con un prezzo che si aggira intorno ai 740€, il Lumia 950 XL ha uno schermo davvero grande con i suoi 5.7 pollici in diagonale. Se non fosse per l’alloggiamento della telecamera posteriore, il Lumia 950 XL sembrerebbe quasi identico al suo fratello più piccolo, il Lumia 950. Troviamo infatti lo stesso colore bianco o nero, in policarbonato (ovvero, plastica); i pulsanti del volume, di blocco e di scatto della fotocamera posizionati sempre sul lato destro del dispositivo. Il lato inferiore, anche in questo caso, ospita la porta USB-C proprio come nel Lumia 950.

Il Microsoft Nokia Lumia XL sarà lanciato, con ogni probabilità, a novembre
Il Microsoft Nokia Lumia XL sarà lanciato, con ogni probabilità, a novembre

Il display ha una risoluzione di 2.160 x 1.440 pixel con 518 pixel per pollice. Microsoft impiega la tecnologia AMOLED con Corning Gorilla Glass 4. Che il corpo del telefono sia in plastica è una caratteristica secondaria, visto che scompare sotto l’enorme schermo frontale. Certo, però, che se il materiale del dispositivo non è di lusso, non si può dire lo stesso del prezzo.

Tuttavia, il corpo in plastica non è affatto una garanzia di insuccesso. Rende, anzi, il dispositivo più facile da impugnare, cosa fondamentale per un telefono di quelle dimensioni.

Nokia Lumia 950 XL recensione. Una fotocamera strepitosa

Grazie in gran parte a Nokia, Microsoft ha imparato a costruire una fotocamera per smartphone di assoluto livello. Anche in questo caso le caratteristiche sono identiche al Lumia 950.

La telecamera posteriore è dotata di obiettivo PureView da 20 megapixel con triplo flash LED, stabilizzazione ottica dell’immagine, capacità di registrazione video 4K e ottica Zeiss. La telecamera anteriore è di 5 megapixel con grandangolo per i selfie e registrazione video a 1080p.

Attiva anche la funzione Living Images che riesce a registrare un video appena un secondo prima che l’otturatore si chiuda in modo da ottenere immagini dinamiche, nitide e dagli ottimi contrasti, con un leggero effetto di movimento. E anche nel caso in cui si volessero inviare le immagini a qualcuno che non ha un telefono con la tecnologia Living Images, si potrà scegliere se mandare un file video mp4 o un .jpg leggermente più grande del normale – circa il 20% in più.

Le caratteristiche del Microsoft Nokia Lumia 950 XL sono identiche al fratello più piccolo, Lumia 950, ad eccezione del processore
Le caratteristiche del Microsoft Nokia Lumia 950 XL sono identiche al fratello più piccolo, Lumia 950, ad eccezione del processore

La fotocamera del Lumia 950 XL è perfetta per la fotografia sportiva, dal momento che è in grado di individuare i pixel a fuoco per evitare foto sfocate nella ripresa di soggetti in movimento.

Nokia Lumia 950 XL recensione. Bene l’hardware, bellissimo il raffreddamento

Che ci crediate o no, il Microsoft Nokia Lumia 950 XL non è di gran lunga più potente rispetto al suo omologo più piccolo, il 950. Certo, il telefono supporta un processore octa-core Snapdragon 810, di ultima generazione Qualcomm, ma non aspettatevi il doppio delle prestazioni rispetto all’esa-core Snapdragon 808 del 950.

Però una grossa novità c’è: Microsoft ha adattato al phablet la tecnologia di raffreddamento a liquido impiegata nei tablet della linea Surface. Questo sistema di raffreddamento dovrebbe rivelarsi utile soprattutto quando si utilizza il Lumia 950 XL con la funzione di schermo PC, grazie a “Continuum”.

Ecco il look del Microsoft Nokia Lumia 950 XL con un display che misura 5.7 pollici in diagonale

La RAM è di 3GB. Lo spazio di archiviazione del telefono è di 32GB, espandibile fino a 2TB, tramite microSD card. Due antenne LTE, 802.11ac Wi-Fi e Bluetooth 4.1 completano la scheda tecnica, mentre il sistema operativo Windows 10, dà all’utente una ottima coordinazione con i PC e spinge ancora di più l’utilizzo dell’assistente virtuale Cortana e, di conseguenza, del motore di ricerca Bing.

Tutte queste funzionalità sono supportate da una batteria rimovibile da 3,340mAh che, secondo Microsoft, può resistere per 75 ore di conversazione col 3G, 25 ore di navigazione in Wi-Fi e 11 ore di riproduzione video a 1080p. Se si voleva un cellulare Windows che durasse tutto il giorno eccovi accontentati.

Nokia Lumia 950 XL recensione. Look a parte, è un ottimo tentativo

Anche se non si è un fan dei telefoni di queste dimensioni, bisogna tenere conto che il Microsoft Lumia 950 XL è un discreto tentativo di rimonta da parte di Microsoft rispetto ai rivali che utilizzano iOS e Android. Proprio come il Lumia 950, il 950 XL è progettato per le sue funzionalità, più che per il suo look.

Ad esempio, la tecnologia di Windows Hello, basata sul riconoscimento dell’iride, sembra molto affascinante ed è incredibilmente facile da configurare. Inoltre, la capacità del telefono di funzionare come un PC, facendo girare applicazioni come Office, potrebbe contribuire ad attrarre tutti quei consumatori che hanno ogni giorno a che fare con questi strumenti per lavoro.

Come già detto per il Lumia 950, il 950 XL non sarà, certo, in grado di far balzare Microsoft al primo posto nel panorama della telefonia mondiale, ma si tratta pur sempre di un prezioso tentativo di competere con i maggiori concorrenti.

Microsoft Nokia Lumia 950 recensione. Non bello, ma piace

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Il nuovo Microsoft Nokia Lumia 950 si candida ad essere il nuovo top di gamma offerto da Microsoft nel campo degli smartphone. Dopo avere accumulato molta esperienza e aver individuato alcune strade per combattere lo strapotere di Apple e Google, Redmond mira ad avere il suo telefono di punta, collocando il sistema operativo Windows Mobile 10 saldamente sul mercato. Ecco come sarà il nuovo Microsoft Nokia Lumia 950. La recensione.

Microsoft Nokia Lumia 950 recensione. Non bello, ma piace

I precedenti sistemi operativi lanciati da Microsoft con Windows Phone 7 e Windows Phone 8 non erano in grado di competere seriamente con iOS di Apple e Android di Google, ma l’azienda promette che con Windows Mobile 10 le cose cambieranno. Il prezzo del nuovo dispositivo si aggirerà intorno ai 630 € per un telefono dotato di display QHD 5,2 pollici, 32 GB di memoria, uno slot per microSD e una fotocamera posteriore da 20 megapixel.

Il Nokia Lumia 950 utilizza la versione più recente del sistema operativo di Microsoft, include l’assistente personale Cortana, il pacchetto Office, la sicurezza basata sul riconoscimento dell’iride Windows Hello e la possibilità di utilizzare il telefono come un PC attraverso la funzionalità Continuum. Diamo uno sguardo più da vicino alle caratteristiche telefono stesso.

Microsoft Nokia Lumia 950 recensione. Un involucro di plastica ad altissima risoluzione

Iniziamo da una nota un pò dolente. Il Nokia Lumia 950 è rivestito da una scocca in policarbonato bianco o nero, di media qualità. Non è, dunque, l’involucro più elegante che c’è in giro. Anche a peso e a misure non è di certo all’avanguardia con i suoi 8,25 mm di spessore e il peso di 150 grammi, per cui se siete in cerca di un prodotto particolarmente elegante, questa non è la scelta migliore.

Il Microsoft Nokia Lumia 950 è realizzato in policarbonato e disponibile le versione in bianco o in nero
Il Microsoft Nokia Lumia 950 è realizzato in policarbonato e disponibile le versione in bianco o in nero

A dispetto di ciò, bisogna comunque dire che il guscio solido permette di tenere saldamente il telefono e di avere una impressione si solidità che compensa il look non eccessivamente eccitante.

Sul bordo destro del cellulare sono posizionati i tasti di regolazione del volume, il pulsante di blocco e il pulsante di scatto della fotocamera. Gli altri bordi sono privi di pulsanti. La porta USB-C si trova nella parte inferiore del dispositivo.

Il display AMOLED è di 5.2 pollici con una risoluzione di 2.560 x 1.440 pixel ed è dotato di tecnologia Corning Gorilla Glass 3. Si tratta di uno schermo incredibilmente nitido, in grado di rappresentare ogni dettaglio delle foto scattate con la fotocamera di 20 megapixel di cui è dotato il telefono. Non c’è dubbio che il Lumia 950 sia perfetto per i film e per i giochi.

Microsoft Nokia Lumia 950 recensione. Una delle migliori fotocamere

Il Lumia 950 sfoggia una fotocamera posteriore 20 megapixel PureView con un flash LED triplo, stabilizzazione ottica dell’immagine e ottica Zeiss. Non solo. Oltre alle riprese video 4K, è presente la funzione Living Images.

La fotocamera da 20 megapixel è perfetta per la fotografia sportiva
La fotocamera da 20 megapixel è perfetta per la fotografia sportiva

La fotocamera, cioè, comincia a registrare un video un secondo prima che si chiuda l’otturatore. Il risultato è un’immagine particolarmente nitida e dai colori vividi, che ha un effetto di leggero movimento, della durata, appunto, di appena un secondo. Se, poi, si vuole inviare l’immagine a qualcuno che non possiede un telefono che supporta la funzione Living Images, è possibile scegliere di inviare il file come un file video .mp4 o come un .jpg leggermente più grande del normale – circa il 20% in più.

Un’altra caratteristica interessante della fotocamera del Lumia 950 è la ripresa dei soggetti in movimento: il sensore individua esattamente i pixel su cui si concentra l’inquadratura per evitare l’effetto sfocato. Il Microsoft Nokia Lumia 950 è uno dei pochi telefoni ideali per la fotografia sportiva.

La fotocamera anteriore è di 5 megapixel, dotata di obiettivo grandangolare e di capacità di cattura video a 1080p.

Microsoft Nokia Lumia 950 recensione. Bene hardware e connettività. Batteria nella media.

Il Lumia 950 possiede uno dei più recenti processori Qualcomm: il 64-bit, esa-core Snapdragon 808 che, in coppia con i 3GB di RAM, dà al Lumia 950 la stessa potenza del G4 LG e del Moto X Style – non esattamente gli ultimi arrivati. Il telefono ha una capacità di memoria di 32 GB, che può essere incrementata fino a 200GB tramite scheda microSD.

Il Lumia 950 non ospita una, ma due antenne interne – ognuna vicina ai due angoli inferiori. A completare il pacchetto ci sono il supporto LTE, 802.11ac Wi-Fi e Bluetooth 4.1.

A completare il tutto c’è una batteria di 3,000mAh che, stando alle affermazioni di Microsoft, può durare fino a 9 ore e 30 minuti di navigazione web in Wi-Fi, 18 ore di conversazione su reti 3G e 10 ore di riproduzione video a 1080p. Quindi, un telefono che può durare tutto il giorno – almeno sulla carta.

Microsoft Nokia Lumia 950 recensione. Design a parte, è un top di gamma.

Microsoft rientra a pieno titolo nel mercato degli smartphone e lo fa con un telefono fortemente concentrato sulle funzionalità e poco sullo stile e l’aspetto estetico. Lo schermo è super nitido e brillante, la fotocamera è una delle migliori in circolazione.

La presentazione dei prodotti Microsoft Nokia Lumia 950 e 950 XL, in arrivo a novembre
La presentazione dei prodotti Microsoft Nokia Lumia 950 e 950 XL, in arrivo a novembre

Caratteristiche come Windows Hello – la tecnologia di scansione dell’iride per sbloccare il telefono – contribuisce a far uscire Microsoft dal mischia dei telefoni mediocri. Cosa da non sottovalutare, infine, è “Continuum” che permette al Lumia 950 di fare ciò che nessun altro può, ovvero funzionare come un PC.

Sarà il Lumia 950 da solo salvare Microsoft dall’oscurità nello scenario dei telefoni cellulari? Questo è improbabile. Ciò che è sicuro è che con questo nuovo modello Microsoft costringe i suoi competitori a seguire la sua scia. E questo è forse più importante del Lumia 950 in sé.

Facebook Here vs Google Now. Chi offre le notifiche migliori?

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La gara sugli assistenti virtuali che aiutano l’utente a trovare quello di cui ha bisogno, non è nata per caso. Dietro ad una funziona tanto utile, si nasconde la possibilità di capire e profilare gli utenti, inviare pubblicità targettizzata e contenuti sponsorizzati, in maniera fortemente integrata con il mondo mobile. E i due contendenti sono Google Now, che già esiste ed è largamente diffuso, e la sua risposta da parte del re dei social network, Facebook Here.

Sia Google che Facebook hanno delle limitazioni nel numero di informazioni a cui possono accedere. Ad esempio, Google non sa chi sono i vostri amici, con chi chattate o quali notizie vi interessano; allo stesso modo, Facebook non sa cosa c’è nelle vostre email, le indicazioni stradali usate, cosa cercate sui motori di ricerca o cosa state facendo con il vostro telefonino Android. Ecco perché Google e Facebook hanno enormi possibilità per quanto riguarda la costruzione di un assistente personale, ma funzionalità molto diverse tra loro. Vediamo insieme le caratteristiche e soprattutto poniamoci la domanda, chi può vincere la sfida?

Facebook Here vs Google Now. Chi offre le notifiche migliori?

Google parte avvantaggiato, questo è certo – Google Now è stato lanciato nel 2012, carico di funzionalità, la maggior parte delle quali riguardanti il reperimento di dati oggettivi – orari dei voli aerei, aggiornamenti dalla casella email, notiziari in diretta da tutto il mondo o informazioni sul traffico. L’ultima trovata, Google Now On Tap, fornisce informazioni su quello che sta accadendo sulle altre vostre applicazioni.

In parole povere, Google Now fa quello che Google è capace di fare al meglio: spremere dati da una serie di fonti sparse e concentrarle in un contenitore di informazioni con cui interagire – aiuta lo strapotere di Google nella ricerca, nella gestione delle email e nella mappatura. Insomma, Now è spesso molto utile anche se non si potrebbe proprio definire “interessante”.

Facebook sta facendo qualcosa di diverso. Sta testando la strada del “maggiordomo” virtuale con M, una funzionalità che vi permette di usare Messenger per mandare richieste e ordini a un sistema ibrido umano-intelligenza artificiale. Oggi però fa la sua comparsa quella che può essere considerata come la cosa più vicina a un assistente personale digitale all’interno del campo Notifiche.

Facebook here è un assistente personale che sa tutto ciò che vi riguarda – persone, luoghi e cose che vi stanno a cuore. Oggi la funzionalità compare sotto la sezione Notifiche e vi mostra:

  • compleanni di amici;
  • eventi nella vita degli amici;
  • un promemoria dei vostri eventi;
  • i migliori eventi sportivi del giorno;
  • i migliori spettacoli televisivi del giorno;
  • argomenti di tendenza.

Se poi permettete a Facebook di rintracciare la storia dei vostri spostamenti, Here vi dirà:

  • eventi popolari in zona;
  • tempo locale;
  • notizie locali;
  • luoghi in zona che i vostri amici possono aver visitato o commentato;
  • cinema in programmazione nelle sale della zona.

Potete personalizzare Here perché nasconda o mostri quello che volete, impostando i permessi per l’arrivo delle notifiche da parte di fonti da voi selezionate.

Facebook Here, in fondo, fa quello che è bravo a fare Facebook: elaborare i vostri dati biografici e il vostro comportamento per trovare quello che considerate importante – è qui che entra in gioco la preminenza di Facebook in campo social, nei feed e nella messaggistica da mobile. Facebook Here è interessante, anche se non sempre “utile”.

È possibile che in futuro ci sarà una convergenza nelle funzioni di Facebook Here e Google Now – qualche segnale di sovrapposizione nelle funzionalità c’è già, come gli aggiornamenti sportivi o i suggerimenti vicino al luogo in cui vi trovate. Resta il fatto che sia Facebook che Google si appoggiano a tipologie di dati diverse fra loro (e questo è il motivo per cui continueranno a operare probabilmente su due binari indipendenti).

Facebook Here e il suo asso nella manica. Le notifiche

Facebook ha però un asso nella manica, che rende Here unico – il fatto che l’assistente sia costruito là dove le persone spendono già molto tempo, sia che si trovino in ambiente iOS che Android, ovvero nella sezione Notifiche.

L’assistente digitale non è solo una tra le tante opzioni da trovare sotto la categoria “Altre applicazioni”, come le informazioni sui luoghi vicini da visitare o gli articoli “salvati” da leggere: qui si tratta della sezione Notifiche, il luogo dove gli utenti passano la maggior parte del loro tempo a controllare se qualcuno li ha taggati in una foto, ha aggiornato il suo status o ha messo “Mi piace” a un loro post.

La sua posizione dà la possibilità a Facebook Here di essere al centro dell’attenzione per periodi di tempo decisamente lunghi. I pop up di Google Now hanno una funzione diversa, sono più nascosti e compaiono solo quando abbiamo bisogno di cercare qualcosa – qualcosa di veramente utile (anche se forse meno interessante sul lungo periodo).

Google Now, nonostante abbia la facoltà di interrompervi, è più rispettoso del vostro tempo e ha parametri di efficenza che rispecchiano alla perfezione lo stile “classico” di Google.

D’altra parte, l’attrattiva delle notifiche di Here è tipica dei contenuti condivisi su Facebook – con tutto il suo corollario di annunci sponsorizzati che certamente arriveranno in futuro e che diventeranno ancora più potenti grazie alla capacità di Facebook di entrare nel vostro comportamento abituale in rete. Immaginate di poter monetizzare l’attenzione che attirate – siete un ristorante locale e siete in cima alla lista dei suggerimenti: niente male, no?

Entrambi gli assistenti realizzati da Apple e Google restano nascosti finché non avete bisogno di loro – Facebook Here è un aggregatore di contenuti che di certo non si può ignorare, ce l’avete sempre davanti agli occhi. Google Now resta più in sordina, ma quando avrete bisogno di cercare l’informazione giusta, sarà lì per aiutarvi. E lo farà più di quanto immaginiate.

L’app Kibo. Una tastiera criptata per scrivere messaggi sicuri

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Inviare messaggi criptati con una tastiera dedicata alla privacy. L’app Kibo è una tastiera criptata per scrivere messaggi sicuri ideata al momento solo per il sistema operativo iOS (ma presto in arrivo anche su Android), serve ad inviare messaggi criptati, all’interno di applicazioni di messaggistica istantanea installati sul dispositivo come WhatsApp o iMessage o Facebook e altre.

L’app Kibo. Una tastiera criptata per scrivere messaggi sicuri

Kibo è la dimostrazione che la sfera digitale è ancora in grado di sfornare idee originali e utili. Se, infatti, pensate che mandare o ricevere dei messaggi nascosti sia roba da agenti segreti, provate a pensare a tutte quelle situazioni in cui cercavate un po’ di privacy ma intorno al vostro cellulare circolavano parenti curiosi, fratelli invadenti o colleghi indiscreti.

In fondo, Kibo aggiunge semplicemente un ulteriore livello di privacy alle vostre attività digitali. Sono della stessa opinione i fondatori del servizio che spiegano come «Kibo risolva il problema della tutela della privacy degli utenti durante lo scambio di messaggi contenenti segreti o informazioni private». «La gente crede che nessuno possa intercettare i loro messaggi privati; tuttavia, i messaggi molto personali sono spesso visti dai loro amici, e colleghi. Motivo per cui – fanno sapere gli ideatori della app – miriamo a fornire un mezzo per inviare e ricevere messaggi in modo che nessuno, tranne il mittente e il destinatario, possa vedere e leggere».

Con Kibo i messaggi sono codificati solo al momento dell'invio
Con Kibo i messaggi sono codificati solo al momento dell’invio

Le app precedenti

Ovviamente non si tratta della prima applicazione di messaggistica che si muove in questa direzione. Ci hanno già pensato Confide e Snapchat, con i messaggi che si autodistruggono e che per essere visualizzati dovevano essere tenuti premuti dagli utenti. Ma Kibo è un po’ diverso, dal momento che può essere utilizzato in diverse applicazioni di messaggistica perché “vive” all’interno della tastiera.

L’app Kibo. Come funziona?

Kibo richiede, naturalmente, che entrambi i destinatari abbiano installato l’applicazione per visualizzare i messaggi segreti. La tastiera si presenta molto simile a quella di iOS, ad eccezione di un piccolo lucchetto situato accanto alla barra spaziatrice. Per inviare un messaggio segreto, l’utente digita il messaggio di testo, quindi tiene premuto sul lucchetto e, infine, schiaccia ‘Invia’ per inviare la “missiva” segreta che è stata codificata e che apparirà sotto forma di testo casuale. “C’è un problema?” o “Sono d’accordo” sono le frasi predefinite che la app utilizza.

Kibo può essere utilizzato all'interno di qualsiasi app di messaggistica istantanea
Kibo può essere utilizzato all’interno di qualsiasi app di messaggistica istantanea

Dall’altra parte, il destinatario, per ricevere il messaggio segreto, deve tenere premuto il testo fittizio, come se avesse intenzione di copiarlo e, schiacciando il tasto ‘copia’, il messaggio segreto viene visualizzato. Kibo afferma di utilizzare l’algoritmo di crittografia simmetrica DES, così da non poter avere accesso al testo conservato crittografato sui propri server. Solo il mittente e il destinatario, dunque, sono in grado di leggere i messaggi in chiaro.

L’app Kibo. L’idea all’origine

Nonostante alcuni aspetti da perfezionare, il progetto rimane comunque molto valido. Come è venuto in mente di creare un’applicazione simile? Tutto è nato da una festa a sorpresa, rovinata da un iPhone. «Questo ci ha spinto a pensare alla trasparenza forzata nell’era digitale» – raccontano gli ideatori. «Dopo aver esplorato le funzionalità di iOS, abbiamo implementato un prodotto basato su una tastiera esterna». Kibo, tuttavia, non viene presentato in concorrenza con altre applicazioni di messaggistica sicura come WIckr e Telegram, ma piuttosto come complementare a essi.

L’App Kibo. Gli ideatori

Il team non si definisce una start up tradizionale ma piuttosto «una piccola comunità di innovatori che lavorano insieme verso l’obiettivo comune di proteggere la privacy degli utenti». I due co-fondatori sono Vitaly Halenchyk e Krill Davydov. Hanno attualmente sede negli Stati Uniti, ma hanno in programma di trasferirsi in Europa.

Al posto del messaggio criptato sarà visibile una frase predefinita
Al posto del messaggio criptato sarà visibile una frase predefinita

Per lo sviluppo e il lancio di Kibo, sono stati aiutati da un investitore, di cui non rivelano l’identità. «Al momento tutte le operazioni sono condotte sotto l’egida della società del nostro investitore» – ammettono dal team di ideatori.

Kibo è e rimarrà – a detta dei fondatori – una app a download gratuito, ma il piano è quello di monetizzare con l’introduzione di funzionalità aggiuntive e add-on. «La funzionalità di testo nascosto rimarrà gratuito anche in futuro. Tuttavia, ci accingiamo a introdurre nuove funzionalità a pagamento e componenti aggiuntivi, ma è troppo presto per parlarne» – tengono a precisare.

Facebook Search FYI. Il motore di ricerca che sfida Google

Facebook Search FYI è la nuova “creatura” del social network più diffuso al mondo, un vero e proprio motore di ricerca in grado di competere con l’agguerrita concorrenza di Google e con i recentissimi servizi offerti da Twitter Moments. Ogni giorno, infatti, oltre 1,4 miliardi di utenti effettuano sulla piattaforma social lanciata da Zuckerberg la bellezza di 1,5 miliardi di ricerche, pubblicando oltre 2 miliardi di post. Numeri da capogiro che fanno di Facebook uno dei più grandi contenitori di notizie al mondo: perchè, allora, non sfruttare tutto il materiale presente attraverso un apposito motore di ricerca?

Facebook Search FYI: ecco il nuovo motore di ricerca di Facebook che raggruppa i contenuti del social per argomento.
Facebook Search FYI: ecco il nuovo motore di ricerca di Facebook che raggruppa i contenuti del social per argomento.

Facebook Search FYI, il motore di ricerca interno a Facebook

A tutti noi, durante una normale sessione di Facebook, può capitare di addocchiare una notizia e di volerla approfondire. Il gesto più ovvio, consiste nel chiudere la pagina di Facebook per aprirne una di Google, o di un qualsiasi altro motore di ricerca, proseguendo la navigazione lontano dal social network in blu. Questo gesto, per molti automatico, rappresenta senza ombra di dubbio un danno per Facebook: perchè, allora, non implementare un motore di ricerca a tutti gli effetti all’interno del profilo degli utenti?

Ecco allora arrivare Facebook Search FYI, acronimo di “For Your Information”. Il funzionamento del nuovo servizio è molto semplice: un’apposita barra di ricerca consente all’utente di ricercare parole e frasi direttamente all’interno del social. La pagina dei risultati mostrerà post, pagine, commenti e contenuti pubblicati non solo dai propri contatti, ma anche di altri utenti e di pagine appartenenti a Facebook. Il punto di forza di questo motore sarà la ricerca per argomenti (attualità, politica, sport, etc…), un po’come da qualche tempo avviene sul servizio concorrente Twitter Moments.

Facebook Search FYI mostra tutti i risultati suddivisi per persone, pagine, foto, ultimi contenuti postati e quelli più rilevanti.
Facebook Search FYI mostra tutti i risultati suddivisi per persone, pagine, foto, ultimi contenuti postati e quelli più rilevanti.

Pensiamo, ad esempio, di ricercare i risultati di un’importante competizione sportiva: da un lato verranno mostrati i contenuti postati dai nostri amici e dalle pagine che attualmente seguiamo. Parallelamente, verranno mostrati i contenuti di pagine ufficiali, fan club, siti di informazione e quant’altro possa riguardare l’argomento ricercato. In questo modo, si avrà accesso a un gran numero di informazioni, a partire da un’unica pagina di risultati, con la possibilità di commentare e partecipare in tempo reale a tutte le discussioni. In questo modo, a più di un utente potrebbe passare la voglia di uscire dal social e di aprire la pagina di ricerca di Google.

Facebook Search FYI: il social in blu lancia il guanto di sfida a Google per il primato di ricerche.
Facebook Search FYI: il social in blu lancia il guanto di sfida a Google per il primato di ricerche.

Facebook Search FYI: le differenze con Google e gli altri motori di ricerca

Esistono però importanti differenze tra Facebook Search FYI e i servizi offerti da Google e, più in generale, dai classici motori di ricerca. La prima, e più ovvia, riguarda la fonte dei dati raccolti. Mentre Google reperisce i risultati dall’intera rete internet, esplorando periodicamente tutto il World Wide Web, Facebook Search FYI si occupa di fornire risultati esclusivamente tra i contenuti pubblicati su Facebook. Prendiamo, ad esempio, la ricerca della parola “notizie” su Google. In primo piano troveremo i risultati principali di Google News, seguiti dalle principali testate di informazione nazionali e da quelle locali, dai blog e dai portali meno famosi. I risultati, ovviamente, verranno personalizzati in base alla localizzazione dell’utente, alla sua nazionalità e all’IP di navigazione (un utente italiano visualizzerà il sito del Corriere della Sera, mentre a un utente francese verrà mostrato il link di Le Monde e così via).

Facebook Search FYI: tra i risultati della ricerca, anche quelli del "motore" interno.
Facebook Search FYI: tra i risultati della ricerca, anche quelli del “motore” interno.

Facebook Search FYI lavora in maniera simile, ma con differenze importanti. Partendo dalle parole inserite dall’utente nel campo di ricerca, l’algoritmo di Facebook si preoccuperà di ricercare una serie di argomenti affini, a cui abbinerà tutti i post di Facebook rispondenti a queste caratteristiche. I risultati saranno poi ordinati e mostrati al cliente in maniera organica: post degli amici, pagine seguite, pagine ufficiali di organizzazioni e siti di informazione, post di personaggi influenti e così via, includendo se necessario anche i post di perfetti sconosciuti. Il risultato sarà un collage di contenuti grazie al quale sarà possibile farsi un’idea, in tempo reale, di tutto quello che riguarda un dato argomento.

Facebook Search FYI è la risposta al servizio concorrente Twitter Moments.
Facebook Search FYI è la risposta al servizio concorrente Twitter Moments.

Le ricerche fornite da Facebook Search FYI, inoltre, cambieranno in tempo reale in funzione di tutti i nuovi contenuti postati, garantendo un aggiornamento in diretta di gran lunga superiore a quello fornito da Google e dai motori di ricerca concorrenti. Il paragone con Twitter Moments è inevitabile: a distanza di poche settimane dal lancio del nuovo servizio in grado di catalogare i cinguettii della Rete, Facebook ha risposto con un servizio quasi analogo, con annesso motore di ricerca.

Twitter Moments, infatti, mostra attraverso un’apposita icona tutti i fatti del giorno relativi a un dato argomento, includendo tweet, video, Vine, Periscope e Link. Entrambi i servizi agiscono in pratica come “aggregatori di contenuti” dei rispettivi social, evitando a. La battaglia che si giocherà, in questo caso, è di grande interesse: chi sarà il nuovo social network delle notizie?

Android Pay. Come funziona il pagamento mobile di Google

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Lanciata da poco più di un mese, per ora solo sul mercato statunitense, la nuova Android Pay si presenta come una valida alternativa alle altre app concorrenti – Samsung Pay e Apple Pay – per quanto riguarda il pagamento tramite dispositivi mobile.

Ma se da un lato la nuova funzionalità marchiata Google risulta facile da usare, dall’altro – stando alle prime recensioni – pare che Android Pay soffra degli stessi difetti della rivale Apple Pay, ovvero, pochi rivenditori riconoscono e accettano questo sistema di pagamento.

Android Pay. Come funziona il pagamento mobile di Google

Android Pay sostituisce, in buona sostanza, l’utilizzo fisico delle carte di credito. Con questo sistema di pagamento, infatti, non è più necessario estrarre la carta di credito dal portafoglio e strisciarla per effettuare un acquisto. Basterà, semplicemente, caricare l’articolo acquistato sul proprio account toccando il telefono.

Questi tipi di pagamento si basano su una speciale antenna all’interno dei telefoni progettati per le “comunicazioni di campo vicino”, o NFC (Near Field Communication). Oltre all’antenna NFC, presente in molti dei più recenti smartphone, è necessario, per la riuscita del pagamento, che ci sia un terminale compatibile a trasferire i dati di pagamento quando si autorizza a farlo.

Se hai già i dati della carta di credito o di debito memorizzati in Google Wallet, Android Pay chiede automaticamente di utilizzarli come fonte di fondi. In caso contrario, è possibile immettere i dati manualmente o eseguire la scansione della carta come se si stesse depositando un assegno. Poi si convalida la card con un codice inviato al tuo numero.

Se non si dispone già di un codice di accesso, scanner di impronte digitali, o qualche altro tipo di sistema di sicurezza impostato sul telefono, è necessario crearne uno. Come con Apple Pay, Android Pay genera un numero di conto virtuale per la scheda memorizzata e mantiene irreperibili le informazioni sensibili per la sicurezza. È inoltre possibile bloccare in remoto o cancellare il dispositivo per evitare che la carta virtuale finisca nelle mani sbagliate, se il telefono viene rubato.

Android Pay. I vantaggi

I pagamenti mobili come Android Pay sono più sicuri rispetto all’utilizzo della carta di credito o di debito, perché non trasmettono il vostro numero di carta. Trasmettono numeri unici che sono legati al dispositivo particolare e al conto di pagamento, e un codice utilizzabile una sola volta per che serve per verificare le transazioni.

Android Pay di Google è stato lanciato da poco più di un mese negli Stati Uniti
Android Pay di Google è stato lanciato da poco più di un mese negli Stati Uniti

Oltre ad essere più sicuro, Android Pay può anche essere più comodo perché evita di riempire il portafoglio di carte, che, invece, saranno immagazzinate direttamente sul telefono. Non solo sicurezza e comodità, ma anche velocità. Con Android Pay, infatti, le transazioni avvengono più velocemente rispetto all’uso di contanti o di una carta “fisica”. Immagazzinando i dati delle carte fedeltà, ad esempio, sarà possibile simultaneamente ricaricare la carta ed effettuare il pagamento senza ripetere più volte l’operazione.

Android Pay. I limiti

Nonostante tutti i vantaggi, Android Pay presenta ancora dei limiti. Innanzi tutto, ma questo vale anche per la rivale Apple Pay, i rivenditori che accettano questo tipo di pagamento sono ancora troppo pochi. Su un campione di 47 rivenditori e ristoranti, solo otto accettano pagamenti wireless.

Altro svantaggio è che per effettuare il pagamento, è necessario prima accendere il telefono, sbloccarlo e inserire un codice di accesso o Pin. Google ha garantito che presto la maggior parte dei telefoni Android saranno dotati di un sensore di impronte digitali in modo da poter effettuare il pagamento solo premendo tale pulsante, cosa che avviene già per gli iPhone.

Nonostante questi passaggi aggiuntivi, Android Pay è facile da usare. Si tiene il telefono vicino a un terminale fino a quando è riconosciuto il pagamento e, successivamente, Google invia un avviso sul telefono per la conferma del pagamento.

Le due applicazioni create da Google per i servizi di pagamento: Google Wallet (2011) e Android Pay
Le due applicazioni create da Google per i servizi di pagamento: Google Wallet (2011) e Android Pay

Android Pay. Com’è nato il nuovo sistema di pagamento

Già in passato, nel 2011, Google aveva dato vita ad un sistema di pagamento mobile attraverso il “Google Wallet”, che permetteva oltre all’acquisto anche il trasferimento di denaro ad amici. Adesso, pur mantenendo attiva la funzione di Google Wallet, il colosso di Montain View ha deciso, con Android Pay, di lanciare una nuova app separata, destinata solo al pagamento tramite dispositivo mobile. Con Android Pay, Google sta lavorando con tutto il settore dei pagamenti: ciò permetterà al sistema di essere compatibile con una più ampia gamma di carte di pagamento, cellulari e operatori.

Google ha creato Android Pay dopo aver acquisito la piattaforma di pagamento mobile SoftCard. Insieme, le due aziende hanno creato un modo semplice e veloce per pagare beni e servizi. Come abbiamo già accennato, il servizio diventerà più conveniente quando più rivenditori saranno in grado di gestirlo. Al momento, i negozi compatibili con Pay Android sono, fra gli altri, McDonalds, GameStop, e Macy.

la tecnologia NFC - Near field communication permette di pagare avvicinando il telefono al terminale
La tecnologia NFC – Near field communication permette di pagare avvicinando il telefono al terminale

All’interno di Android Pay si può anche visualizzare un elenco degli ultimi acquisti che effettuati tramite l’applicazione. In teoria, questo elenco potrebbe anche dirvi la posizione esatta dei negozi in cui hai fatto ogni acquisto.

Vicini eppure concorrenti. Samsung Pay

Se il pagamento tramite Android Pay risulta ancora poco diffuso, non è così per l’app diretta concorrente, Samsung Pay. Il servizio di pagamento mobile lanciato da Samsung soltanto poche settimane fa è accettato quasi ovunque e funziona anche con i terminali più vecchi.

A differenza di Apple Pay e Android Pay, il servizio di Samsung funziona quasi ovunque perché utilizza sia Near Field Communication (NFC) sia la trasmissione sicura magnetica (MST) per la trasmissione di informazioni di pagamento.

L’NFC, tecnologia presente anche su Apple Pay e Android Pay, permette la trasmissione sicura di informazioni di pagamento tra un chip NFC (che si trova nello smartphone) e un lettore NFC del rivenditore. Basarsi unicamente sulla tecnologia NFC è svantaggioso a causa di una minore diffusione tra i rivenditori.

La tecnologia MST, in dotazione in questa versione, funziona inviando un piccolo segnale magnetico dallo smartphone a un lettore di carte di credito, imitando lo stesso segnale che si produce quando si striscia la carta. Quasi tutti i rivenditori hanno una macchina per la lettura delle carte di credito. Questo permette a Samsung Pay di funzionare senza richiedere ulteriori investimenti in infrastrutture ai rivenditori.

La Samsung Pay utilizza sia la tecnologia NFC sia quella MST
La Samsung Pay utilizza sia la tecnologia NFC sia quella MST

La procedura di installazione di Samsung Pay è abbastanza comune agli altri servizi di questo tipo. Gli utenti devono eseguire la scansione della carta sul proprio smartphone con lettore di card, accettare termini e condizioni di servizio e immettere un codice di verifica per confermare la proprietà della carta.

Samsung sostiene che il suo servizio di pagamento mobile funzionerà al 95% dei casi e anche con la maggior parte lettori di schede più vecchie. Ovviamente la maggior parte degli impiegati nei negozi al dettaglio fanno ancora fatica a prendere confidenza con questa nuova modalità di pagamento.

Il servizio è già integrato sul Galaxy S6 di Samsung, S6 Edge, Note 5, e S6 Edge +, tutti dotati dei componenti necessari per Samsung Pay. In futuro, Samsung prevede di aggiungere carte fedeltà e di fornire ai partner un metodo per memorizzare coupon e sconti direttamente sul proprio account Samsung Pay.

Lenovo Miix 3 recensione. Il tablet ultraeconomico, efficiente

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Se volete comprare un tablet da 8 pollici con Windows – anche se è solo la versione a 32 bit, e volete farlo ad un costo accessibile (sotto i 300 euro), Lenovo Miix 3 rappresenta una buona scelta. Windows 8 ha una lunga storia di utilizzo per tablet: da anni è concorrente di Android e iOS, dimostrando che software diversi possono essere usati, oltre che su computer, anche su tablet. Inutile dire che per un prezzo davvero molto vantaggioso, non possiamo aspettarci il top dal punto di vista delle prestazioni o della connettività. Vediamo insieme le caratteristiche e la recensione.

Lenovo Miix 3 recensione. Il tablet ultraeconomico, efficiente

Il processore Atom è progettato per un utilizzo a basso consumo, non per prestazioni eccezionali: il suo scopo è quello di fornire applicazioni che richiedono poca energia e tempi di caricamento ridotti – ecco perché il suo funzionamento richiede soltanto pochi watt. Il predecessore di questo modello, il Lenovo Miix 2, aveva delle caratteristiche per molti versi superiori all’attuale. Di solito, ci si aspetterebbe il contrario: non è questo il caso.

Per esempio, la risoluzione si è ridotta da HD a 1024×786 pixel, la batteria arriva solo a 15 Wh invece di 17 e il pulsante Windows Home è scomparso. I cambiamenti si comprendono meglio dando un’occhiata al prezzo, che è calato rispetto al precedente. I suoi diretti concorrenti sono Asus e Dell, che vendono tablet Windows come l’Asus VivoTab 8 o il Dell Venue 8 Pro.

Ecco le specifiche del Lenovo:

  • Processore: Intel Atom Z3735F 1.33 GHz;
  • Adattatore grafico: Intel HD Graphics (Bay Trail), Core: 620 MHz, 10.18.10.3643;
  • Memoria: 2048 MB, PC3L-12800 DDR3L 1600 MHz
  • Schermo: 7.85 pollici 4:3, 1024×768 pixel, multitouch a 10 dita, IPS, lucido;
  • Immagazzinamento dati: 32 GB eMMC Flash, 32 GB, Samsung MBG4GC, 23 GB gratis;
  • Peso: 375 g, caricabatterie: 80 g.

Lenovo Miix 3 recensione. Custodia e connettività

Lenovo Miix 3 recensione: lo schermo non è HD, in controtendenza con alcuni prodotti della concorrenza
Lenovo Miix 3 recensione: lo schermo non è HD, in controtendenza con alcuni prodotti della concorrenza

Visto il prezzo, ci saremmo accontentati di una custodia semplice ed economica di plastica. Il Lenovo va invece oltre ogni aspettativa grazie a una custodia di alluminio che gli conferisce un aspetto elegante e piacevole al tocco (oltre a una maggior robustezza).

D’altro canto, la connettività non offre niente di più del minimo possibile per un tablet di questa fascia di prezzo. Oltre a un pulsante di accensione, il regolatore del volume, l’ingresso per le cuffie, una porta USB e l’ingresso per una micro SD, non c’è altro. È scomparso persino il pulsante Windows Home (com’è anche il caso di Asus e Dell).

Riguardo i componenti interni, anche qui non c’è da dire granché: WLAN è disponibile agli standard 802.11 a/b/g/n e il Bluetooth gira nella sua versione attuale 4.0. Le webcam da 2 MP sul fronte e sul retro possono essere usate al massimo per videotelefonare.

Lenovo Miix 3 recensione. Dispositivi di input

Il touchscreen è un multitouch e supporta fino a 10 dita. Anche se raramente vengono usate più di due o tre dita per gli input, è comunque inusuale che modelli di questa fascia di prezzo includano schermi multi-touch di questo tipo. Il miglior modello di Lenovo, lo Yoga Tablet 2, accetta non più di cinque dita contemporaneamente – comunque, non è un grosso problema: controllare Windows 8 sul Miix con le vostre dita è elementare ed intuitivo; gesti comuni per il touchscreen sono eseguiti istantaneamente.

Altri dispositivi come il mouse o la tastiera possono essere collegati senza fili tramite Bluetooth. Il Miix include una penna, anche se la concorrenza (Dell) ha dimostrato che non si può omettere la penna per i tablet da 8 pollici in questa fascia di prezzo (stiamo parlando del Venue 8 Pro, che però costa di più).

Lenovo Miix 3 recensione. Schermo

Una risoluzione di 1024×768 pixel viene di solito associata a vecchi modelli di schermo CRT. Lenovo utilizza il formato 4:3, mentre gli altri tablet da 8 pollici offrono almeno 1280×800 pixel in formato 16:10 – utilizzava questa risoluzione persino il predecessore, il Miix 2.

Lenovo Miix 3 recensione: le prestazioni sono buone, così come anche la durata della batteria.
Lenovo Miix 3 recensione: le prestazioni sono buone, così come anche la durata della batteria.

Stesso discorso per la luminosità dello schermo, leggermente al di sotto dei 300 cd/m², una prestazione inferiore al suo precedessore e alla concorrenza. La luminosità media è appena di 289 cd/m², cosa che rende il dispositivo appena sufficiente per l’utilizzo all’esterno – sarebbe stato meglio uno schermo un po’ più scuro; dopotutto, gli schermi IPS sono noti per la stabilità dell’angolo di visuale.

La misurazione della fedeltà nel riportare i colori attraverso CalMAN rivela deviazioni significative del blu e del magenta, come accade per molti schermi economici (ma si nota solo facendo un paragone con altri schermi meglio calibrati).

Lenovo Miix 3 recensione. Prestazioni

La potenza del tablet è sufficiente solo per semplici applicazioni da desktop: le funzionalità da ufficio o di ricerca sul web sono svolte senza problemi dal processore Atom. La memoria principale da 2 GB, così come la memoria da 32 GB del modulo eMMC sono impressionanti – il massimo che potremmo aspettarci da un tablet da 8 pollici a questo prezzo. Anche la concorrenza più costosa non monta un hardware più potente; al contrario, l’Asus VivoTab 8  offre solo 1 GB di RAM (che è poco persino per un tablet economico).

Lenovo Miix 3 recensione. Processore

Come molti altri tablet economici Windows, il Miix monta un processore Intel Atom, l’Intel Atom Z3735F. Si tratta di un processore quad-core SoC con una velocità base di più di 1,3 GHz che può arrivare fino a 1,8 GHz sotto carico. A basso utilizzo, la velocità è limitata a circa 500 MHz. Perfino i tablet più costosi da 8 pollici, con un CPU Atom leggermente più potente non arrivano ad offrire una potenza migliore (pochi punti percentuale, e non più del 15%).

Lenovo Miix 3 recensione. Prestazioni di sistema e memoria

Come dicevamo, l’hardware soddisfa i bisogni dell’utente – il voto di PCMark, un 7, dimostra che non ci sono differenze sostanziali tra il Miix e la concorrenza. Non ci sorprende, visto che tutti i modelli sono equipaggiati con una memoria flash eMMC da 32 GB e con 2 GB di memoria principale (non avendo un voto PCMark per l’Asus VivoTab 8, l’unico con 1 GB di RAM, non possiamo purtroppo usarlo come metro di paragone).

Un modulo eMMC con una capacità di 32 GB serve come dispositivo di memoria. Il Lenovo Miix 3 usa il modello MBG4GC della Samsung. La velocità di lettura e scrittura della memoria flash, se paragonata a quella della concorrenza, è nella media.

Lenovo Miix 3 recensione. Scheda grafica e gioco

Sapevamo già che l’Intel Atom non offriva grandi performance grafiche. L’unità grafica interna, l’Intel HD Graphics (Bay Trail), riesce a mostrare video su YouTube in HD, ma potete scordarvi una resa 3D accurata o la creazione di video. Del resto, non sono gli ambiti di utilizzo dei tablet – specialmente non in questa fascia di prezzo, come dimostra l’assenza di differenze importanti tra questo modello e la concorrenza dotata di processore e scheda grafica simili.

Anche se i giochi per Windows possono essere installati sul tablet, la potenza dell’hardware e l’assenza di mouse e tastiera diminuiscono notevolmente l’esperienza di gioco. Questo modello, con la scheda grafica di cui è dotato, non è adatto per i giochi – basta vedere i requisiti grafici di fps di buona parte dei giochi in circolazione. Abbiamo testato il vecchio gioco “StarCraft 2”, che ha la stessa risoluzione del tablet e funziona benissimo con un basso livello di dettaglio, attorno ai 40-50 fps.

Lenovo Miix 3 recensione. Emissioni ed energia

Lenovo Miix 3 recensione: un prodotto accettabile per questo prezzo, ma quanto a videogiochi l'esperienza è limitata
Lenovo Miix 3 recensione: un prodotto accettabile per questo prezzo, ma quanto a videogiochi l’esperienza è limitata

Rumore di sistema

La bassa dissipazione di potenza dell’Intel Atom consente un raffreddamento passivo del dispositivo: il tablet non contiene componenti rumorose ed è piacevolmente silenzioso. Sotto massimo carico, il processore Atom inizialmente lavora alla massima velocità, 1,6 GHz circa. Dopo qualche minuto però la temperatura della custodia si alza, cosa che si nota particolarmente sul retro in alluminio, e la velocità non supera il valore base di 1,3 GHz.

In pratica, l’hardware non dovrebbe essere spinto ai suoi limiti, o la custodia si scalda troppo. Sotto massimo carico si registrano temperature che vanno sopra i 37° (non sgradevoli, comunque).

Speaker

Gli speaker del Lenovo Miix 3 producono un suono udibile e chiaro, anche se non si può pretendere troppo da un tablet di questo prezzo e con uno speaker mono. Il suono è sottile e viene da un lato del dispositivo: va bene per video o chiamate, ma per film lunghi è raccomandabile connettere degli speaker esterni o delle cuffie. Grazie al leggero Intel Atom, il consumo di energia del tablet è relativamente basso – a basso utilizzo, necessita di meno di 1 watt. L’Asus VivoTab 8 richiede fino a 2,4 watt, mentre il Lenovo Yoga 2 8 fino a 3,4 watt. Sotto carico, però, il Miix 3 8 consuma fino a 10,9 watt, al pari della concorrenza.

Batterie

La durata di vita delle batterie è stata misurata con il test WLAN e lo strumento Battery Eater. Il Miix 3 dura almeno 6 ore senza corrente. Come abbiamo detto all’inizio dell’articolo, la batteria da 15 Wh è più piccola di quella del predecessore, che aveva una capacità di 17 Wh. Al contrario, l’Asus VivoTab 8 è equipaggiato con una batteria identica e dura un po’ più di 5 ore, mentre la batteria da 18 Wh del Dell Venue 8 Pro dura poco più di 6 ore. Lo stesso per il Lenovo Yoga 2 8 (che ha una batteria più grande).

Lenovo Miix 3 recensione. Conclusioni

Potevamo aspettarci qualcosa di veramente utile ad un prezzo così? Il Lenovo ha dimostrato di sì: la potenza di calcolo non diminuisce proporzionalmente con il prezzo quando paragonato a prodotti della concorrenza più costosi dotati di processore Atom. Anzi: il Lenovo Miix 3 non è inferiore ai tablet da 8 pollici da 300 euro.

Lo schermo in formato 4:3 non è male, ma la bassa risoluzione a 1024×768 pixel lo è – anche perché la maggior parte dei tablet da 8 pollici ha schermi in formato HD (e pure sulla luminosità si poteva fare di meglio).

Comunque, il Miix resta un buon prodotto, con un’eccellente custodia in alluminio che ne aumenta valore e robustezza. Va anche detto che il prodotto non mostra debolezze o errori che ci potremmo aspettare da un prezzo così basso (fatto che è un vantaggio di per sé). In definitiva, con il Miix 3, la Lenovo offre un buon rapporto qualità/prezzo per un tablet da 8 pollici in questa fascia di prezzo.

HP Spectre x360 recensione. Laptop/tablet forte e conveniente

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Il nuovo HP Spectre x360 pur non presentando particolari novità, si colloca nella fascia alta dei laptop ibridi sia per qualità estetica, sia per prestazioni, sia per il prezzo. L’HP Spectre x360, infatti, con il design flessibile, che lo rende adatto ad essere utilizzato sia come portatile sia come tablet e con la batteria ultra resistente offre un rapporto ottimo fra qualità e prezzo, collocandosi al di sotto dei 1000 euro. Ecco il nuovo HP Spectre x360, la recensione.

HP Spectre x360 recensione. Laptop/tablet forte e conveniente

Il nuovo arrivato in casa HP non rompe, di certo, nessuno schema precedente. Tuttavia, ci sono alcune caratteristiche – come la cerniera che permette una facile conversione in modalità “tablet”, il design in metallo di alta qualità, le prestazioni solide e la batteria di lunga durata – che fanno balzare l’HP Spectre x360 in cima alla lista di computer portatili da 13 pollici.

L’idea di un computer portatile che si piega all’indietro per diventare un tablet non è nuova, e da quando Lenovo ha introdotto la linea Yoga nel 2012, abbiamo visto ibridi simili di Dell, Toshiba, HP e altri. Questo design pieghevole è diventato lo stile più popolare per gli ibridi a metà strada tra laptop e tablet.

Il nuovo HP Spectre x360 è un laptop ibrido che combina efficienza e costi bassi. Ecco la recensione
Il nuovo HP Spectre x360 è un laptop ibrido che combina efficienza e costi bassi. Ecco la recensione

In questo caso, HP utilizza il marchio x360 migliorandolo con un nuovo design della cerniera, il materiale in alluminio e la promessa di prestazioni di fascia alta. Per chi non lo sapesse, HP ritiene che la sua linea Spectre sia il fiore all’occhiello dell’azienda.

Il sistema utilizza i processori Intel Core i5 e Core i7. L’HP Spectre x360 mira a massimizzare la durata della batteria, senza rinunciare al design. Pare che l’azienda abbia lavorato a stretto contatto con Microsoft per ottimizzare i driver e le impostazioni per massimizzare il tempo di durata. E allora, via la spia tradizionale dell’attività del disco rigido, che influiva sulla durata della batteria. E, in effetti, la collaborazione ha dato i suoi frutti se si pensa che la batteria ha resistito ben 12 ore durante i test.

Il display di 13,3 pollici ha una risoluzione di 1,920×1,080, il processore è Intel Core i5-5200U, lo spazio di archiviazione è di 256 GB con 8 GB di RAM.

Le cerniere permettono di trasformare l'HP Spectre x360 in un tablet
Le cerniere permettono di trasformare l’HP Spectre x360 in un tablet

Entro la primavera HP lancerà una versione con una più alta risoluzione del display (3,200×1,800), uno spazio di archiviazione di 512GB e Core i7. Una versione dell’HP Spectre x360 di cui parliamo qui sarà disponibile nel Regno Unito a metà marzo per £ 899.

Le prestazioni e il design del nuovo prodotto mettono l’ibrido di HP in diretta concorrenza con il Dell XPS 13, l’Apple MacBook Air e il Lenovo Yoga 3.

HP Spectre x360 recensione. Design e funzionalità

L’HP Spectre x360 è realizzato da fogli di alluminio di grandi dimensioni, che danno al telaio un aspetto senza soluzione di continuità, con un bordo esterno lucido a contrasto con il grigio-argento opaco all’ interno. Nonostante il design impeccabile, il peso – di 1,4 chili, risulta essere più pesante di quanto ci si aspetterebbe, considerando che l’XPS 13 e il Lenovo Yoga 3 Pro pesano entrambi circa 1,2 chili e il MacBook Air da 13 pollici pesa 1,3 chili.

La flessibilità dello schermo del nuovo HP Spectre x360
La flessibilità dello schermo del nuovo HP Spectre x360

Le cerniere si muovono in maniera fluida. HP ha annunciato una novità del meccanismo interno con tre ingranaggi ad incastro. La tastiera retroilluminata è simile ad altri prodotti HP, con i tasti distanziati tra loro. Il touchpad mantiene uno spazio piuttosto grande.

Il display, 1,920×1,080, è IPS, che offre una visualizzazione ottimale da qualsiasi angolo, cosa particolarmente importante per gli ibridi che adottano la modalità kiosk. L’unica pecca dello schermo è che è particolarmente lucido, e riflette un po’ di luce. Il Dell XPS 13 ha un display lucido sulla sua versione touch ad alta risoluzione e un display opaco nella versione 1080p non-touch.

Una seconda versione dello schermo dell’HP Spectre x360 sarà disponibile solo fra qualche mese con un display di 3,200×1,800. Per un computer portatile da 13 pollici, la risoluzione attuale di 1,920×1,080 pixel è più che adeguata, anzi, riteniamo che risoluzioni superiori abbiano un effetto negativo sulla durata della batteria.

Come si presenta il nuovo laptop HP Spectre x360 chiuso
Come si presenta il nuovo laptop HP Spectre x360 chiuso

HP Spectre x360 recensione. Connessioni, prestazioni e batteria

Con doppia uscita video HDMI e mini-DisplayPort, lo Spectre x360 può supportare due monitor esterni alla volta. Il sistema è dotato di porte USB 3.0. Ma è la durata della batteria che fa la differenza, rendendo il dispositivo fra i migliori nella sua categoria. La batteria dell’HP Spectre x360 può tranquillamente durare per 12 ore consecutive.

HP Spectre x360 recensione finale e conclusioni

Abbiamo già detto che il nuovo modello HP non apporta nessuna novità nel settore degli ibridi né per design né per funzionalità. Lo Spectre x 360 è essenzialmente una versione più bella di quello che eravamo abituati a vedere prima, costruito con materiali di prima qualità e dotato di uno schermo eccellente e le più recenti CPU Intel. Il vero punto di forza è che HP è riuscita a fornire tutto questo per meno di 1000 euro. Ciò è sufficiente a far dimenticare il fatto che il portatile sia un po’ più pesante di quanto dovrebbe essere.

I PRO – Il dispositivo ha un corpo solido in alluminio, cerniere che permettono una roteazione di 360 gradi, un ottimo display e la durata della batteria è molto lunga.

I CONTRO – È più pesante di un MacBook Air, e come molti ibridi simili, lascia la tastiera a vista nella modalità tablet.

IL GIUDIZIO COMPLESSIVO – L’HP Spectre x360 offre un design flessibile a un prezzo accessibile con una batteria che dura tutto il giorno.

 

Microsoft Surface Book. Recensione di un PC/tablet.. magico

Microsoft Surface Book. La recensione del nuovo dispositivo marchiato Microsoft non può non essere fuori dal coro, visto che si tratta di un prodotto a metà strada fra un PC laptop e un tablet.

Microsoft Surface Book. Recensione di un PC/tablet.. magico

Microsoft Surface Book è un computer portatile di 13,5 pollici con touchscreen, il cui schermo è staccabile e dotato di un pennino di fascia alta come per il Surface Pro 4. Proprio il touchscreen e la penna fanno del nuovo prodotto Microsoft il dispositivo ideale per i grafici e gli illustratori, ma – a differenza del Surface Pro 4 – il Surface Book non dimentica di essere prima di tutto un laptop e si presta alla perfezione per le esigenze delle persone comuni che passano la vita tra riunioni e fogli di elaborazione testi.

Il nuovo Microsoft Surface Book è un buon dispositivo con alcune stranezze. La recensione completa
Il nuovo Microsoft Surface Book è un buon dispositivo con alcune stranezze. La recensione completa

Il Surface Pro e il Surface Book sono le due facce delle stessa medaglia: entrambi hanno insolite proporzioni (3:2) dello schermo che corrispondono al formato della carta A4. Entrambi i dispositivi hanno il processore Intel Core i5 e 8GB di RAM. Nel Surface Book, il Core i5 è incluso nel prezzo.

La nostra recensione prende in considerazione il modello con uno spazio di archiviazione di 256 GB. È disponibile, inoltre, una versione opzionale con una scheda grafica Nvidia personalizzata inserita alla base della tastiera (in modo che sia disponibile solo quando le due metà del sistema sono insieme), oltre a un processore più veloce Core i7 e 16GB di RAM, per un totale di poco meno di 3mila euro.

Attenzione: la significativa spesa aggiuntiva non trasforma il prodotto nel laptop per videogame per eccellenza. Ciononostante, il Microsoft Surface Book è abbastanza indicato per i giochi tradizionali con impostazioni grafiche medie. Nonostante non venga utilizzato per la progettazione di siti web o per l’illustrazione di graphic novel, non vuol dire che il potenziale del Surface Book sia sprecato.

Il nuovo prodotto Microsoft, infatti, è concepito per essere un tablet per un quarto e un laptop per tre quarti del tempo, come dimostra la disposizione della batteria, alloggiata per il 75% nella base della tastiera e per il rimanente 25% nello schermo, insieme alla CPU.

E' possibile utilizzare il Surface Book anche solo come tablet
E’ possibile utilizzare il Surface Book anche solo come tablet

Microsoft ha definito il Surface Book come il «portatile definitivo» – un’affermazione un po’ audace se si pensa ad alcune imperfezioni che ancora si notano nel nuovo dispositivo. Innanzi tutto, c’è da segnalare il vuoto che si crea tra la tastiera e lo schermo quando il laptop è chiuso. Anche il peso non del Surface Book non ne fa un prodotto di ultima generazione con i suoi 1,6 chili.

L’ingombrante cerniera, inoltre, lo rende un po’ scomodo da prendere con una sola mano. Più che di un «portatile definitivo», quindi, sarebbe meglio parlare di una prima bozza di portatile finale. Nonostante le ottime prestazioni, infatti, non bisogna dimenticare alcune stranezze e omissioni, soprattutto nel design.

Microsoft Surface Book. Recensione di design e funzionalità

Microsoft Surface Book è pesante sia da guardare sia da sollevare, soprattutto in confronto ad alcuni dei portatili super sottili lanciati sul mercato quest’anno, come il Dell XPS 13 o il Lenovo LaVie Z. Il Surface Book, quando è chiuso, misura 13 millimetri di spessore nella parte anteriore e 22 mm di spessore nella parte posteriore, e pesa 1,4 kg per la versione non-GPU e 1,6 kg per la versione con la GPU Nvidia. A confronto, un MacBook Pro 13 pollici misura 18 millimetri di spessore e pesa 1,5 chili.

Il Surface Book è dotato di un comodo pennino che si attacca al lato con un magnete
Il Surface Book è dotato di un comodo pennino che si attacca al lato con un magnete

Anche se hanno più o meno le stesse dimensioni e peso, c’è qualcosa nei bordi arrotondati del MacBook e nella sua forma complessiva che lo rende più facile da prendere e portare in giro. Una volta aperto, il Surface Book funziona come un normale laptop che supporta Windows 10. Le diverse proporzioni dello schermo non fanno molta differenza. La cerniera sì, però. Microsoft la chiama cerniera dinamica che ruota quando si apre il dispositivo.

Discreta è la quantità di spazio per i collegamenti. Ci sono due porte USB 3.0, una mini-DisplayPort per i video, uno slot per schede SD e un jack audio. Fatta eccezione per il jack audio, tutte le porte sono sulla base della tastiera, e non sono disponibili quando si stacca la schermata.

Microsoft Surface Book. Una “Superficie”, costruita per rimanere sulle ginocchia

La tastiera ha gli stessi tasti di quasi tutti gli altri computer portatili. A differenza della maggior parte dei portatili da 13 pollici, invece, i pulsanti qui necessitano di una pressione particolarmente profonda. Una stranezza riscontrata è la mancanza di un tasto con funzione di comando per il controllo della luminosità dello schermo.

Fortunatamente, c’è una soluzione. Se il vostro computer portatile di Windows 10 non dispone di controlli della luminosità, la combinazione dei pulsanti Fn + Del e Fn + Backspace di solito funziona. Il touchpad ha una parte superiore in vetro e una superficie opaca anti attrito, ma i gesti multitouch, come lo scorrere con due dita, non sono così sensibili come per altri portatili. Il design tradizionale permette al Surface Book di adattarsi comodamente alle ginocchia.

Microsoft Surface Book. Un tablet part-time

Naturalmente, si può anche scegliere di staccare lo schermo per utilizzare il Surface Book come un tablet. Il meccanismo per farlo fa parte di quelle stranezze che abbiamo evidenziato. La maggior parte degli ibridi utilizzano una forte connessione magnetica fra la tastiera e lo schermo, perciò basta semplicemente tirare per separare le due parti. Gli ibridi meno recenti, invece, richiedevano serrature e bottoni complessi per separare lo schermo dalla tastiera.

La "cerniera" del Surface Book ruota all'apertura del laptop
La “cerniera” del Surface Book ruota all’apertura del laptop

Microsoft è, in qualche modo, riuscita a combinare i due sistemi dando origine a qualcosa di poco pratico. Bisogna, innanzi tutto, schiacciare il pulsante all’estrema destra sulla tastiera. È necessario tenere premuto il tasto per circa tre quarti di secondo, poi una lucina verde si accende e si sente il rilascio del meccanismo di aggancio. Dopodiché, bisogna tenere ferma la base con una mano, mentre con l’altra si tira bruscamente lo schermo per staccarlo. Con questo sistema non capita quasi mai di staccare il display al primo tentativo.

Microsoft Surface Book. Il pennino

La penna inclusa è la stessa del Surface Pro 4 e si attacca, anche in questo caso, al lato tramite un magnete. Il pennino funziona benissimo con una varietà di applicazioni, tra cui Fresh Paint per disegnare, l’app per i cruciverba del New York Times e la Microsoft OneNote, che si apre automaticamente quando si fa clic sul pulsante sul retro della penna.

Microsoft Surface Book. Lo schermo

La risoluzione dello schermo 13.5 pollici è di 3,000×2,000 pixel. L’alta risoluzione assicura che non si vedano i singoli pixel, anche se si legge un testo nero su sfondo bianco. Apple chiama questo tipo di alta risoluzione “retina”. Microsoft la chiama PixelSense, ma è essenzialmente lo stesso concetto.

Microsoft Surface Book. Recensione di prestazioni e batteria

Microsoft Surface Book è dotato di un Intel Core i5 e Core i7. Il Core i5 è abbastanza veloce per la navigazione web, streaming media, produttività per ufficio e altre attività comuni. Nessun problema anche per l’uso di Photoshop e di altre applicazioni grafiche più impegnative, come programmi per realizzare disegni e schizzi.

Lo spessore del Surface Book va dai 13 mm ai 22 mm
Lo spessore del Surface Book va dai 13 mm ai 22 mm

Una delle caratteristiche opzionali più intriganti del Surface Book è la nuova scheda grafica Nvidia personalizzata, posizionata alla base della tastiera.

Nvidia e Microsoft hanno entrambi detto poco su questo hardware grafico, che non ha nemmeno un nome, ma Nvidia ha reso il processore personalizzato per l’hardware come Alienware Alpha. Pare che questa GPU sia più o meno al livello della fascia bassa di GeForce 940 di Nvidia.

Nei parametri di gioco, la GPU non ha funzionato molto velocemente, girando solo a 23.5 fotogrammi al secondo in BioShock Infinite con impostazioni elevate di dettagli e una risoluzione di 1,920×1,080 pixel. Ma, cambiando le impostazioni di gioco verso un dettaglio medio-basso, siamo passati a 37,2 fotogrammi al secondo.

La durata della batteria si misura in due modi, dal momento che la batteria è divisa in due segmenti. La maggior parte di essa si trova nella base della tastiera, e solo un quarto della capacità totale della batteria è situata nella metà dello schermo-tablet.

Le due parti del Microsoft Surface Book separate
Le due parti del Microsoft Surface Book separate

Chiaramente questo è un dispositivo destinato ad essere utilizzato più a lungo nella sua funzione di portatile. La durata del Surface Book è di 11:24 ore; il tablet da solo ha funzionato per 02:51 ore, ovvero il 25 per cento del tempo totale di entrambe le batterie.

Il sistema è impostato per far scaricare prima la batteria della base, lasciando quella del tablet carica più a lungo possibile, in modo da poter eventualmente staccare e usare da solo il display. Per ricaricarsi, la batteria segue l’ordine inverso, prima il tablet e poi la base. Quando la batteria del tablet si scarica, il dispositivo non permette di separare il display dalla base.

Microsoft Surface Book. Recensione finale e conclusioni

Il giudizio complessivo del nuovo Microsoft Surface Book è decisamente positivo. Anche se non è ancora il portatile definitivo, il Surface Book offre caratteristiche, come il touch screen, il pennino, e la GPU opzionale che il MacBook Pro non presenta. Ha qualche stranezza a cui, però, ci si abitua, soprattutto considerando che si tratta di un prodotto di prima generazione.

I PRO – Microsoft Surface Book racchiude componenti di alta gamma, compresi i nuovi processori Intel e grafica Nvidia opzionali, in un corpo sottile. Alcuni componenti e gran parte della batteria sono posizionati nella base, in modo che la metà “tablet” risulti più leggera. La risoluzione dello schermo è alta, e la penna stilo inclusa ha prestazioni eccellenti.

I CONTRO – Le versioni opzionali con la Nvidia GPU e con un maggiore spazio di archiviazione sono molto costose. Ci sono alcune stranezze, ad esempio lo spazio vuoto tra lo schermo e la base quando il laptop è chiuso.

IL GIUDIZIO COMPLESSIVO – Anche se non è così raffinato come la linea Surface Pro, Microsoft Surface Book è un ibrido potente, pieno di funzionalità che non dimentica la sua primaria funzione di computer portatile.

Come fare il Jailbreak di iOS 9. La guida completa

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Molti possessori di iPhone 6S e 6S Plus sono alla ricerca di un metodo valido per effettuare il jailbreak di iOS 9. La guida per portare a termine questa procedura è elencata nel dettaglio in questo articolo, grazie alla release 1.1.0 del tool Pangu, utilizzabile per il momento solo in ambiente Windows.

Come fare il Jailbreak di iOS 9. La guida completa per sbloccare il sistema di iPhone 6S

Pangu, il software in grado di realizzare il jailbreak “Untethered” di iOS 9 (vale a dire, grazie a un software installato direttamente nel dispositivo, in grado di bypassare la procedura di boot senza ausilio di dispositivi esterni), ha conosciuto sin dal suo primo rilascio alcuni problemi legati alla stabilità della procedura di jailbreak. Blocchi improvvisi e riavvii in fase di installazione sono stati risolti con l’arrivo della versione di Pangu 1.1.0: in questo modo, non solo è migliorata la percentuale di successo dell’operazione (soprattutto quando si utilizzano PC a 64 bit per l’installazione), ma sono stati risolti alcuni bug che portavano a esaurire lo spazio a disposizione su iPhone durante il jailbreak di iOS 9. La guida che segue spiega, passo passo, come eseguire correttamente la procedura. Per iniziare, è fondamentale avere a disposizione un PC Windows sul quale avviare Pangu.

Il jailbreak di iOS 9. La guida per bypassare il sistema operativo Apple in pochi semplici passaggi.
Il jailbreak di iOS 9. La guida per bypassare il sistema operativo Apple in pochi semplici passaggi.

NOTA: se all’interno del dispositivo iPhone o iPad è già stata installata una precedente versione di Pangu (e il dispositivo risulta quindi jailbroken), è sufficiente aggiornare da Cydia Pangu 9.0.x Untether.

  • Per effettuare un nuovo jailbreak bisogna innanzitutto procurarsi Pangu 1.1.0 per Windows:  attraverso il sito ufficiale, è possibile scaricare il file eseguibile .exe del tool per il jailbreak (dal peso di circa 73 Mb). La procedura funziona con tutti gli iPhone successivi al 4S, iPad 2 e successivi (incluse le versioni Mini) e iPod Touch 5-6G, con sistemi operativi iOS 9.0, 9.0.1 e 9.0.2 (non funziona, quindi, con iOS 8 e precedenti).
  • Una volta collegato il dispositivo iPhone o iPad al computer e a una rete internet attiva, è consigliabile eseguire un backup completo di tutti i dati attraverso iCloud o iTunes per evitare spiacevoli sorprese in caso di blocco della procedura di jailbreak. In caso di dispositivo inutilizzabile, sarà sempre possibile ripristinarlo all’ultimo backup disponibile.
  • Prima di entrare nel vivo della procedura di jailbreak, sull’iPhone o iPad è necessario disabilitare l’opzione relativa ai backup codificati, il servizio “Trova il mio iPhone”, il Touch ID e la schermata di blocco.
  • Sul PC, una volta scaricato Pangu, aprire il file eseguibile avendo cura, cliccando con il tasto destro del mouse, di selezionare la voce “esegui come amministratore”. Si aprirà la schermata di benvenuto di Pangu, che inviterà a controllare di aver effettivamente collegato l’iPhone o iPad al PC. Verificato questo passaggio, cliccare sul tasto “Start”.
Il jailbreak di iOS 9. La guida completa. Una schermata di raccomandazioni ci mette in guardia dal pericolo di perdita dati.
Il jailbreak di iOS 9. La guida completa. Una schermata di raccomandazioni ci mette in guardia dal pericolo di perdita dati.

A questo punto, Pangu ci chiederà un minuto del nostro tempo per tutte le raccomandazioni del caso. Il jailbreak, ovviamente, non è una procedura ufficiale approvata da Apple ma rappresenta a tutti i fatti una forzatura del sistema. Per questo, prima di procedere, è bene sapere che il jailbreak potrebbe comportare la perdita dei dati presenti sul dispositivo (motivo per cui, per prima cosa, abbiamo consigliato di eseguire un backup). Per diminuire la durata delle operazioni, Pangu ci chiederà inoltre di attivare la modalità aereo. Una volta terminate queste operazioni, per proseguire cliccare sul pulsante “Already backup“.

Come fare il jailbreak di iOS 9. La guida per un jailbreak “a regola d’arte”

A questo punto, sarà avviata la procedura di jailbreaking (injection).  Un contatore ci informerà in tempo reale sulla percentuale di completamento. Di tanto in tanto, il contatore si fermerà per diversi minuti: si tratta di un rallentamento normale, che serve al software per eseguire dei backup intermedi. Una volta arrivato attorno al 55%, Pangu riavvierà il dispositivo Apple.

Il jailbreak di iOS 9. La guida completa. Riavvii e rallentamenti sono normali durante la procedura di jailbreaking.
Il jailbreak di iOS 9. La guida completa. Riavvii e rallentamenti sono normali durante la procedura di jailbreaking.

Un messaggio inviterà l’utente a riattivare la modalità aereo e a sbloccare, eventualmente, il dispositivo Apple. A questo punto partirà la procedura di copia dei nuovi file nel sistema iOS. Attorno al 75%, dopo un nuovo riavvio dell’iPhone, il programma di jailbreak ci inviterà a guardare il display dell’iPhone (o iPad) dove sarà apparsa la nuova icona Pangu. Toccandola, verrà richiesto l’accesso alla libreria fotografica (cliccare su Accept). Un nuovo riavvio consegnerà nelle nostre mani iOS 9 in versione jailbreak.

Per completare la procedura, a telefono riavviato sarà sufficiente cliccare sulla nuova icona di Cydia. Il dispositivo si riavvierà per l’ultima volta. A questo punto, attraverso l’app store di Cydia, sarà possibile arricchire l’iPhone o l’iPad di nuovi contenuti e widget per rinnovare l’esperienza d’uso di iOS 9.

Il jailbreak di iOS 9. La guida completa. Alla fine della procedura, l'icona di Cydia ci consentirà di accedere al relativo app store.
Il jailbreak di iOS 9. La guida completa. Alla fine della procedura, l’icona di Cydia ci consentirà di accedere al relativo app store.

Come fare il jailbreak di iOS 9. La guida per risolvere eventuali problemi

In caso di blocco di Pangu durante la procedura di jailbreaking (cosa che, nella maggior parte dei casi, avviene attorno al 45% della procedura), è necessario ripristinare un backup precedente attraverso iTunes. A backup terminato, sarà possibile ritentare la procedura. La procedura, ovviamente, è applicabile anche in caso di comparsa di errori, scritte e quant’altro potrebbe causare l’interruzione del jailbreak.

In caso di blocco durante la schermata di autorizzazione per l’accesso alla galleria fotografica, sarà necessario riavviare il jailbreak avendo però cura, prima di consentire l’accesso alla galleria, di aprire l’app Foto. Qualora, invece, sia lo store di Cydia a causare il crash del sistema, sarà necessario riavviare il dispositivo o, alla peggio, ripetere la procedura di jailbreak.