Punti chiave
Il governo Meloni si trova in questi giorni al centro di una delicata e controversa partita sulle nomine dei presidenti delle Autorità di Sistema Portuale (AdSP) italiane. Dopo mesi di stallo e tensioni interne alla maggioranza, la questione è diventata urgente per il settore portuale e logistico nazionale, che chiede a gran voce una governance stabile e competente per affrontare le sfide infrastrutturali e di mercato.
Le procedure di nomina si sono sbloccate solo parzialmente, con alcuni nomi già proposti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e in attesa di ratifica parlamentare o del via libera definitivo delle Regioni:
- Antonio Gurrieri (AdSP Mare Adriatico Orientale – Trieste e Monfalcone)
- Francesco Benevolo (AdSP Adriatico Centro Settentrionale – Ravenna)
- Francesco Mastro (AdSP Mare Adriatico Meridionale – Bari, Brindisi, Barletta, Manfredonia, Monopoli, Termoli)
- Giovanni Gugliotti (AdSP Mare Ionio – Taranto)
- Davide Gariglio (AdSP Mar Tirreno Settentrionale – Livorno, Capraia, Piombino, Portoferraio, Rio Marina, Cavo)
- Matteo Paroli (AdSP Mar Ligure Occidentale – Genova e Savona)
Alcune di queste nomine hanno già ricevuto il parere favorevole delle Regioni di riferimento, come nel caso di Mastro e Gariglio, mentre altre sono ancora bloccate da trattative politiche e audizioni parlamentari.
Le cause dello stallo: scontri politici e spartizione tra partiti
Il ritardo nelle nomine è dovuto principalmente a un braccio di ferro interno alla maggioranza di governo, in particolare tra Fratelli d’Italia e Lega, che puntano a “mettere la bandierina” sui porti più strategici. La situazione è ulteriormente complicata da:
- Inchieste giudiziarie (come quella sul porto di Genova), che hanno imposto maggiore cautela nelle scelte.
- Necessità di allineare le scadenze dei presidenti in carica, per procedere a un rinnovo complessivo e non frammentato.
- Accuse di spartizione politica e mancanza di competenze specifiche nei candidati, con alcuni nomi considerati troppo vicini a vecchie gestioni o a logiche di partito, e altri che rischiano di non rispettare i requisiti anagrafici previsti dalla legge.
Le principali associazioni del cluster marittimo-portuale (Alis, Ancip, Assiterminal, Assologistica, Confitarma, Federagenti, Uniport) hanno inviato un appello urgente al governo e al ministro Salvini affinché si proceda rapidamente alle nomine, sottolineando come la mancanza di presidenti effettivi stia rallentando opere infrastrutturali e la gestione dei porti.
Per sbloccare la situazione, si valuta la nomina temporanea dei candidati come commissari straordinari, in attesa della ratifica parlamentare.
Le polemiche sulle scelte e il rischio di “resa politica”
Le scelte del governo sono finite nel mirino di stampa e opposizione, che denunciano una “svendita” della governance portuale a logiche di spartizione partitica e la presenza di candidati senza esperienza manageriale portuale o addirittura in conflitto con i limiti di età previsti6. In particolare, viene criticata la conferma o la candidatura di figure considerate troppo legate al passato o a logiche di partito, sia di centrosinistra che di centrodestra.
Esempi di nomine contestate
Porto/AdSP | Candidato | Criticità evidenziate |
---|---|---|
Genova/Savona (Mar Ligure Occ.) | Matteo Paroli | Esperienza manageriale diretta contestata |
Livorno (Mar Tirreno Sett.) | Davide Gariglio | Vicinanza a PD, competenze logistiche dubbie |
Bari (Adriatico Meridionale) | Francesco Mastro | Nomina politica, vicino a Emiliano |
Ravenna (Adriatico Centro Sett.) | Francesco Benevolo | Burocrate ministeriale, critico col centrodestra |
Trieste (Adriatico Orientale) | Antonio Gurrieri | Legato a vecchie gestioni di centrosinistra |
Napoli/Civitavecchia | Annunziata/Petri | Rischio superamento limiti di età |
Il dossier nomine portuali rappresenta una delle principali criticità politiche e gestionali per il governo Meloni in queste settimane. La scelta dei nuovi presidenti delle Autorità di Sistema Portuale è bloccata da scontri interni alla maggioranza, accuse di spartizione e timori legati a inchieste giudiziarie. Il settore chiede una rapida soluzione per garantire la piena operatività dei porti, mentre il governo valuta soluzioni-ponte in attesa di un difficile compromesso politico.