18 Settembre 2025
Home Blog Pagina 102

OnePlus X recensione. Smartphone low cost bello ed efficace

OnePlus X, è uno smartphone adatto alle tasche meno facoltose ma che non vogliono rinunciare al design. Non si tratta certo del prodotto di punta presentato dall’azienda cinese, tuttavia, l’OnePlus X ha tutte le caratteristiche per posizionarsi nella fascia medio-alta della classifica dei cellulari.

Il prodotto del marchio cinese, presentato nei giorni scorsi a Londra, è un concentrato stile, creato senza dimenticare le caratteristiche tecniche fondamentali e un prezzo contenuto. Ecco com’è da vicino l’OnePlus X. La recensione.

OnePlus X recensione. Smartphone low cost bello ed efficace

Il design dell’OnePlus X ha un piglio moderno, reso con materiali di qualità molto alta. Il telefono è disponibile in due modelli: Onyx e Ceramic. Entrambe le versioni sono quasi identiche. La lastra posteriore dell’Onyx è in vetro nero a specchio con i bordi arrotondati che conferiscono allo smartphone un look elegante.

L’OnePlus X Ceramic, invece, ha la superficie posteriore in ossido di zirconio con i bordi smussati più che arrotondati. La lastra posteriore è lavorata secondo un procedimento particolare che prevede una cottura a oltre 1000 gradi centigradi per 28 ore. Dopo due giorni di raffreddamento, il materiale viene cotto nuovamente in modo tale da raggiungere un grado di durezza pari a 8.5 punti della scala di Mohs. L’intero processo di lavorazione dura ben 25 giorni e sono necessari tre trattamenti come per la pulizia dei diamanti: il tutto con un tasso di successo dell’operazione del 20%. Vale a dire che 8 su 10 pezzi posteriori potrebbero non essere sufficientemente buoni per l’assemblaggio del telefono.

OnePlus X recensione. Un buon display

Il display AMOLED 5 pollici ha una risoluzione di 1080pixel. Offre un’ottima gamma di colori ed è protetto da Gorilla Glass 3. L’OnePlus X è, inoltre, dotato di un ambient display e di un sensore di prossimità per controllare in un attimo le notifiche, come avviene per il Motorola Moto X.

OnePlus X recensione. Processore e memoria di qualità (dato il prezzo)

L’OnePlus X supporta il processore Qualcomm Snapdragon 801 in coppia con la GPU Adreno 330 e possiede 3GB di RAM. Anche se non si tratta della più recente, è pur sempre una CPU un tempo considerata di fascia alta, quindi ci si aspetta che sia in grado di supportare il processore di fascia media Snapdragon 617. La batteria è da 2,525mAh, in grado di resistere più o meno per una giornata intera.

L'OnePlus X sarà acquistabile su invito a partire da novembre
L’OnePlus X sarà acquistabile su invito a partire da novembre

Lo smartphone ha 16 GB di memoria interna che può essere incrementata fino a 128 GB tramite scheda microSD. Gli slot per la SIM e per la micro SD possono essere utilizzati per inserire due nano SIM. Se la memoria integrata nel telefono è sufficiente, si potrà sempre utilizzare lo slot per la microSD per inserire una seconda SIM, dal momento che l’OnePlus X è uno smartphone dual SIM.

OnePlus X recensione. Interfaccia e funzionalità soddisfacenti

Il sistema operativo è Oxygen, piattaforma basata su Android 5.1.1 Lollipop. E, in effetti, il sistema offre alcune caratteristiche che si trovano su Android 6.0 Marshmallow, come i permessi delle app in modo da non dover installare inutili programmi.

Come per l’OnePlus 2, altre caratteristiche come il tema scuro o la tonalità dei colori possono essere personalizzate, come anche le impostazioni LED. Disponibile anche Google Now, così come i pacchetti di icone personalizzati, file manager, chiavi personalizzate di navigazione hardware e software e lo scorrimento in qualsiasi parte dello schermo per un comodo accesso alla barra delle notifiche.

OnePlus X recensione. La fotocamera

La fotocamera posteriore è di 13 megapixel con un’apertura di diaframma f 2.2 e messa a fuoco automatica. Secondo quanto riportato dall’azienda, la fotocamera è capace di mettere a fuoco e scattare in soli 0,2 secondi.

L'OnePlus X è realizzato con materiali di alta qualità sia nella versione Onyx sia nella versione Ceramic
L’OnePlus X è realizzato con materiali di alta qualità sia nella versione Onyx sia nella versione Ceramic

L’applicazione permette anche di divertirsi regolando alcune impostazioni manualmente, come l’ISO, il tempo di scatto e il bilanciamento del bianco. Discreta anche fotocamera anteriore con 8 megapixel.

OnePlus X recensione. Un buon prodotto dai costi contenuti

Lo smartphone X è il dispositivo di lancio della neonata azienda OnePlus. Sebbene ancora alle prime armi, l’azienda cinese ha già ben chiaro il target di riferimento: clienti che non voglio spendere troppo per un cellulare che comunque riesce ad assolvere a tutte le principali funzioni, senza rinunciare a un design elegante e accattivante. Nella realizzazione dell’OnePlus X non manca di certo la creatività.

Anche il prezzo è altrettanto accattivante. La versione Onyx arriverà in Europa, India e Cina il prossimo 5 novembre per un costo di 269€, mentre il modello Ceramic sarà lanciato qualche settimana dopo – il 24 novembre – al prezzo di 369€.

Con 3 GB di RAM, il processore Snapdragon 801 e una fotocamera da 13 megapixel l'OnePlus X offre tutte le funzionalità di cui si ha bisogno
Con 3 GB di RAM, il processore Snapdragon 801 e una fotocamera da 13 megapixel l’OnePlus X offre tutte le funzionalità di cui si ha bisogno

La OnePlus adotta la strategia di vendita su invito, ma pare che in questa direzione ci siano già dei cambiamenti, dal momento che gli inviti non bastano più a soddisfare la domanda da parte degli utenti.

Il sistema di vendita su invito sarà utilizzato solo per un periodo di tempo limitato con inviti che saranno distribuiti attraverso l’algoritmo di OnePlus all’interno di contest o di una lista di prenotazioni. Questo sistema andrà avanti per il primo mese; dal secondo, invece, sono previste brevi vendite settimanali per consentire a OnePlus di aumentare la produzione.

L’azienda cinese arriva sul mercato internazionale con un dispositivo dotato di tutte le caratteristiche necessarie ad un prezzo estremamente competitivo.

L’unica nota negativa sia per l’One Plus X, sia per il “fratello maggiore” OnePlus 2, è di non essere dotato di tecnologia NFC per effettuare i pagamenti tramite telefono cellulare. Assente anche il dispositivo di lettura delle impronte digitali che, però, per la fascia di appartenenza del telefono, non rappresenta una grossa mancanza.

Ne risulta, tutto sommato, uno smartphone che fa dello stile e dell’eleganza il suo marchio di fabbrica senza tralasciare le principali funzionalità.

Microsoft Outlook 2.0 recensione. Poche novità di un classico

0

Microsoft Outlook 2.0 si propone di aggiornare uno dei software storici di Redmond. Non è un segreto che Microsoft abbia acquistato le aziende dietro l’app-calendario Sunrise e l’app per email Accompli proprio per rinnovare questo prodotto.

Ora, quello che sta cercando di fare, è prendere le migliori caratteristiche di questi prodotti e integrarli dentro Outlook. Microsoft Outlook 2.0.0 per iOS è l’inizio di questo processo – solo un piccolo anticipo delle novità in arrivo, anche se finora non è cambiato granché (tranne per chi usava la vecchia versione di Sunrise).

Microsoft Outlook 2.0 recensione. Poche novità di un classico

Outlook 2.0.0, a differenza del predecessore per iOS, vi permette di aggiungere i mittenti non presenti nella vostra rubrica nei nuovi contatti, ma la funzione è a dir poco nascosta: dovete cliccare il tasto “rispondi a” che vi permette di aprire un menu che trasforma il nome della persona a cui state rispondendo in un link (il quale a sua volta vi mostra l’indirizzo email per intero). È una finestra utile, che vi permette di cliccare una sola volta per vedere tutte le email che avete ricevuto da un dato mittente, o tutti gli eventi e file collegati. Non c’è molto che potete fare, anche con un indirizzo email completo, a meno che non aggiungiate all’elenco dei vostri contatti il mittente di un’email inoltrata – vi basta cliccare sopra l’indirizzo e aggiungerlo ai vostri indirizzi.

Postdatazione di un messaggio

Attenzione anche a come impostate i gesti di scorrimento sullo schermo: per farlo, dovete entrare nelle Impostazioni e specificare cosa volete che succeda quando scorrete con il dito sullo schermo, con opzioni di Archivio e Cancellazione messaggi – e molto altro. Potete ad esempio postporre un messaggio a un momento in cui potrete leggerlo o informare i vostri colleghi dei giorni in cui siete disponibili per partecipare a una riunione – questo grazie alla funzionalità che trasforma un elemento di testo all’interno di un’email (come una data) in un link diretto al vostro calendario (non ci sono però icone ad aiutarvi in questo processo).

Le differenze con la versione precedente sono minime, ma sostanziali secondo Microsoft, che ha integrato elementi di interfaccia utente che permettono di processare le informazioni (e la navigazione) più velocemente, in modo da poter fare più cose con meno clic. “Quando si sta lavorando”, secondo il comunicato Microsoft, “sono questi piccoli salva-tempo che fanno la differenza”.

La nuova versione di Outlook non sembra essere così innovativa, comunque. È vero: accedere alla lista contatti è più veloce (nota: accedere, non aggiungerne di nuovi) e il percorso per inserire allegati è più breve – ma accedere ad alcune funzionalità, come abbiamo detto, è veramente complicato. Inoltre, nella casella della posta in arrivo gli argomenti delle email sono disposti in maniera strana, come se il programma non volesse mostrarci il testo (e infatti, per leggerlo, dobbiamo sempre cliccarci sopra).

La stessa osservazione vale per Outlook 2.0 all’interno dell’Apple Watch: l’icona è presente sullo schermo ma a cliccarci sopra il sistema va in crash e l’app non si apre – sull’iPhone sì, ma sull’Apple Watch non c’è verso di farla funzionare.

È un bug dell’Apple Watch? Può darsi, ma sembra il classico problema Microsoft: la funzione è lì, puoi usarla, ma devi prima capire come impostarla. Insomma, sembra che debba ancora arrivare una versione veramente nuova e innovativa di Outlook: se non siete già dei fan ed è la prima volta che vi avvicinate ad Outlook, vi consigliamo di usarlo sul vostro Mac – Outlook 2.0.0 richiede iOS 8.0 o successivo e watchOS 2.0 per gli Apple Watch. È gratuito nell’App Store.

Per chi è Microsoft Outlook 2.0.0

I fan di Outlook troveranno le nuove funzioni utili; se invece non state già usando Outlook forse è il caso che aspettiate prima di cambiare: la nuova versione non offre niente di particolarmente innovativo

 

OnHub il router di Google. Facile da usare, ma poteva far di più

Con il router OnHub ,Google entra ufficialmente nell’arena dei router Wi-Fi per la casa. Sviluppato insieme a TP-Link, l’OnHub è un modello dual-band con un tocco di eleganza che lo fa sembrare tutto tranne che un router. Contiene più di una dozzina di antenne, è facilissimo da installare e usa un’app apposita per controllare determinate funzioni del network.

Sfortunatamente non possiede una buona parte delle normali funzioni di gestione dei router classici, compresi il controllo genitoriale, la portabilità dei network ospiti e i servizi VPN. OnHub è equipaggiato con circuiti che permettono di controllare i dispositivi automatici ZigBee e monta un Bluetooth 4.0, ma nessuna di queste funzioni ci risulta abilitata. Inoltre, ha spazio per una sola connessione LAN via cavo e l’unica porta USB è riservata a funzioni di recupero.

OnHub il router di Google. Design e caratteristiche

Router OnHub. Recensione

OnHub è un router progettato per stare all’aria aperta. La maggior parte dei modelli di router hanno l’aspetto di scatole nere non meglio identificabili con antenne che escono da sopra o dai lati – OnHub invece ha un rivestimento cilindrico che risulta gradevole all’occhio e non presenta antenne esterne. È nero, misura 19,5 cm in altezza e 11,6 cm in diametro e ha un rivestimento in plastica rimovibile blu scuro.

La sommità del router contiene uno altoparlante che produce una serie di rumori durante l’impostazione e un anello di luce che emette un debole bagliore per farvi capire lo status del router. Un colore dorato indica che qualcosa non funziona bene – in questo caso andate sull’app di Google On e cercate di risolvere il problema passo passo. Una luce blu indica che il router è pronto per essere impostato e verde mare indica che il router è attivo.

OnHub è un router AC1900 che viaggia (teoricamente) a 600 Mbs su banda da 2,4 GHz e fino a 1.300 Mbs su banda da 5GHz. Monta un processore dual-core da 1,4 GHz, ha 4GB di memoria flash (per gli aggiornamenti del software) e 1 GB di memoria DDR3. Ci sono anche 6 antenne da 2,4 GHz e 6 antenne da 5 GHz circolari, per coprire tutte le direzioni, un’antenna che amplifica il segnale e un trasmettitore che cambia continuamente canale per migliorare la connessione wireless. OnHub possiede anche antenne ZigBee e Bluetooth ma non sono abilitate (Google ha promesso un supporto per entrambe in futuro, ma senza specificare quando arriverà).

Per accedere al (povero) assortimento di porte I/O di OnHub bisogna rimuovere la copertura; dentro, trovate una porta WAN, una porta per cavo Ethernet, una porta USB 3.0 e l’alloggio per l’alimentatore. Una sola porta Ethernet significa che potete connettere un solo dispositivo per volta via cavo (mentre altri router AC1900 della stessa fascia di prezzo, come il D-Link Wireless AC1900 Dual-Band Gigabit Cloud Router (DIR-880L)ne hanno quattro). La porta USB è destinata a funzioni di recupero, quindi non potete usarla per aggiungere un drive esterno o una stampante alla vostra rete.

OnHub il router si comanda tramite Google On App

Mentre la maggior parte dei router sono gestibili attraverso un’interfaccia online, OnHub si gestisce tramite l’app gratuita Google On per iOS o Android. L’app è molto semplice da usare e fornisce suggerimenti e spiegazioni su come impostare l’apparecchio. La pagina principale mostra una panoramica sui vostri dispositivi connessi, vi avvisa se ci sono problemi e vi collega alla Guida se ne avete necessità. Potete cliccare su qualsiasi dispositivo per vederne l’indirizzo IP, MAC, lo stato di connessione e la cronologia di caricamento e scaricamento. Potete anche verificare l’uso in tempo diretto di ciascun dispositivo e assegnare priorità di traffico per periodi di 1, 2 o 4 ore.

OnHub inline 3

Cliccando sulla piccola icona verde in fondo alla pagina, viene lanciato un controllo della rete che misura la capacità di caricamento e scaricamento dalla rete, e l’efficenza Wi-Fi (quale velocità il vostro dispositivo mobile può potenzialmente raggiungere in un dato luogo della vostra casa). Cliccando sull’etichetta di accesso Wi-Fi, il router vi mostra nome e password e vi dà l’opzione di inviare questa informazione ad amici e famiglia via email, SMS o Facebook.

Le impostazioni di rete sono scarse: potete assegnare un indirizzo IP personalizzato o usare un’impostazione automatica di default, potete abilitare o disabilitare il DHCP, l’IP statico e le impostazioni PPoE WAN, oltre che impostare le porte – non c’è, come anticipavamo, il controllo genitoriale né opzioni per una rete ospite, né impostazioni VPN. Mancano anche impostazioni firewall, la possibilità di bloccare siti specifici e creare SSID separate per ciascuna banda su cui assegnare dispositivi specifici.

OnHub il router di Google. Installazione e prestazioni

Installare OnHub non potrebbe essere più facile, ma per farlo dovete avere un account Google valido. Per iniziare, scaricate l’app e registratevi usando i vostri username e password Google. Seguite le istruzioni sullo schermo, collegate il router alla corrente e al cavo Ethernet, leggete dalla base del dispositivo il codice di impostazione del router e la SSID.

Andate sulle impostazioni Wi-Fi del vostro dispositivo mobile, collegatelo alla SSID del router e tornate sull’app di Google On per assegnare un nome al router e creare la vostra rete. Usate le vostre impostazioni Wi-Fi per collegarvi al router e avete finito. Google suggerisce di lasciarlo all’aria aperta, preferibilmente all’altezza degli occhi per una copertura ottimale.

Test hanno dimostrato che, nella stessa stanza, OnHub arriva a 297Mbps, battendo i 144 Mbps del D-Link DIR-880L e i 171 Mbps del Netgear Nighthawk X6 AC3200 Tri-Band WiFi Router  – da specificare che entrambi questi modelli lavorano a 802,11ac (5GHz). Comunque, non arriva alle prestazioni da 558 Mbps del D-Link AC3200 Ultra Wi-Fi (DIR-890L/R) o a quelle da 452 Mbps dell’Asus RT-AC3200 Tri-Band Router.

A una distanza di 9 metri le cose non vanno così bene: la velocità di 38,6 Mbps non si avvicina neppure a quella da 140 Mbps del D-Link DIR-880L, tenendosi sotto di più di 100Mbps, ed è la metà di quella raggiunta dal router Amped Wireless High Power 700mW Dual Band AC (RTA15) (da 75 Mbps. Il D-Link DIR-890L/R invece spazza tutti via con i suoi 310 Mbps.

Conclusioni

Il Google OnHub è stato progettato per persone non esperte di tecnologia che cercano un modo veloce e semplice per avere una rete dual-band – e in questo, funziona. Il suo design unico vi permette di metterlo ovunque in casa (basta che abbiate una connessione Ethernet) e l’app Google rende semplice l’impostazione e il controllo della rete Wi-Fi. Ciò detto, ci si potrebbero aspettare opzioni avanzate di gestione da un router che costa 200$, come anche una porta USB che vi consenta di connettere periferiche come hard drive o stampanti. Ma soprattutto, ci si aspetterebbe delle prestazioni migliori sulla distanza.

Una volta che Google sistemerà la faccenda delle funzionalità ZigBee e Bluetooth, OnHub avrà il potenziale di diventare un router “smart” – ciononostante, sarà ancora lontano dal raggiungere la velocità del D-Link AC3200 Ultra Wi-Fi (DIR-890L/R). Certo, quest’ultimo costa di più (100$) ma vi offre anche di più in termini di impostazioni e porte I/O.

Insomma, Google centra l’obiettivo della semplicità ma poteva fare di meglio dal punto di vista della connettività.

Garanzia iPhone: come funziona, come si attiva

0

Con la garanzia iPhone, presto o tardi, tutti i possessori dello smartphone Apple sono costretti a farvi i conti. Un vetro scheggiato, un problema hardware, un blocco improvviso di iOS o la batteria che non tiene più la carica come un tempo: problemi comuni davanti ai quali è possibile ottenere assistenza – gratuitamente o a pagamento, a seconda dei casi –  attraverso i canali ufficiali Apple. Vediamo come.

Garanzia iPhone: Apple Care aiuta a minimizzare il rischio di dover mettere mano al portafogli per le riparazioni.
Garanzia iPhone: Apple Care aiuta a minimizzare il rischio di dover mettere mano al portafogli per le riparazioni.

Garanzia iPhone: come funziona, come si attiva

Partiamo da un dato: ogni prodotto venduto da Apple gode dei due anni di garanzia obbligatori per il mercato italiano ed europeo. Per il primo anno, in caso di difetti o malfunzionamenti sarà sufficiente recarsi in un qualunque Apple Store per ricevere assistenza (o, in alternativa, utilizzare il supporto telefonico o quello telematico sul sito Apple).

Per il secondo anno, invece, sarà necessario recarsi presso il venditore del dispositivo: solo in caso di acquisti sullo store online di Apple o presso un Apple Premium Reseller (APR),  sarà possibile ottenere assistenza dalla casa madre gratuitamente. Viceversa, in caso di acquisto in un negozio o in un centro commerciale, a far valere la garanzia per il secondo anno sarà direttamente il venditore che ci comunicherà le modalità per ricevere supporto da Apple.

Garanzia iPhone: dal sito Apple è possibile consultare la sezione Supporto, inserire i dati del proprio iPhone e controllare lo stato della garanzia.
Garanzia iPhone: dal sito Apple è possibile consultare la sezione Supporto, inserire i dati del proprio iPhone e controllare lo stato della garanzia.

Ma cosa copre esattamente la garanzia iPhone? Indubbiamente, qualsiasi tipo di difetto legato alla produzione: graffi, difetti del display, schermo rotto, problemi hardware e software riscontrati “appena fuori dalla scatola” possono essere immediatamente segnalati per vedersi sostituire il dispositivo appena comprato. Nei due anni di garanzia successivi all’acquisto, bisogna fare attenzione: la garanzia iPhone non copre ogni genere di danno.

In caso di problemi hardware e software si potrà sempre tornare nell’Apple Store di fiducia e affidare lo smartphone alle mani esperte del team Genius Bar, ma a volte potrebbe essere richiesto un conguaglio economico da parte del cliente, soprattutto per riparare danni accidentali o derivanti da un uso inappropriato del device. In questi casi specifici, potrebbe essere utile attivare le garanzie aggiuntive Apple Care (69€) e Apple Care+ (99€).

Queste soluzioni estendono a due anni l’assistenza diretta da parte di Apple (indipendentemente dal luogo di acquisto dello smartphone), con la possibilità di beneficiare per due anni dell’assistenza telefonica gratuita e della copertura mondiale Apple (recandosi in un qualsiasi Apple Store per ricevere assistenza). Apple Care+, inoltre, permette di accedere agli interventi di riparazione per danni accidentali al costo forfettario di 69€ (a fronte di riparazioni che, nel caso degli iPhone più moderni, potrebbero sfiorare le 300€).

Garanzia iPhone: i danni allo schermo e al vetro sono esclusi e sempre a carico del cliente.
Garanzia iPhone: i danni allo schermo e al vetro sono esclusi e sempre a carico del cliente.

Garanzia iPhone: come funziona, come si attiva in caso di rottura dello schermo

La rottura dello schermo è uno dei danni più frequenti – e più fastidiosi – per tutti i possessori iPhone. Si tratta logicamente di un danno accidentale, che non rientra quindi nei parametri di garanzia Apple. Che si tratti di un danno a carico del vetro o del display, le procedure da seguire sono essenzialmente due: portare l’iPhone presso un Apple Store per la riparazione oppure rivolgersi a un negozio autorizzato. In entrambi i casi la riparazione sarà a pagamento, con una cifra variabile a seconda del danno e del componente da riparare.

Per i possessori della garanzia Apple Care+, ricordiamo, questo genere di riparazioni possono essere effettuate negli Apple Store a prezzi competitivi. In ogni caso, è bene diffidare dai negozi improvvisati o dai presunti professionisti che propongono riparazioni su dispositivi iPhone a prezzi irrisori. In buona parte dei casi, le riparazioni vengono eseguite con componenti compatibili e di qualità estremamente scarsa.

Garanzia iPhone: i problemi hardware e software sono quasi sempre coperti da garanzia.
Garanzia iPhone: i problemi hardware e software sono quasi sempre coperti da garanzia.

Garanzia iPhone: come funziona, come si attiva in caso di problemi hardware e software

Nel corso del primo anno di garanzia ogni iPhone può essere riportato presso un qualsiasi Apple Store nel mondo per problematiche riguardanti hardware o software. Dal malfunzionamento dei tasti alla fotocamera, dal TouchID ai problemi di iOS, lo staff del Genius Bar è a disposizione dei clienti per testare i dispositivi, identificare i problemi e fornire una soluzione.

Qualora il problema sia di facile soluzione, questo verrà risolto al momento, riconsegnando l’iPhone nelle mani del cliente. In caso di problematiche più complesse, la politica di Apple prevede la consegna al cliente di un nuovo dispositivo pari a quello “difettato”: si tratta di iPhone ricondizionati, perfettamente funzionanti e revisionati in modo da renderli pari a un nuovo iPhone, che permettono al cliente di continuare a usare il dispositivo e di evitare i tempi tecnici dovuti agli interventi di riparazione.

Garanzia iPhone: la batteria è normalmente soggetta a usura, ma potrebbe essere coperta da garanzia in alcuni casi.
Garanzia iPhone: la batteria è normalmente soggetta a usura, ma potrebbe essere coperta da garanzia in alcuni casi.

Garanzia iPhone: come funziona, come si attiva in caso di problemi alla batteria

La batteria è uno di quei componenti soggetti all’usura del tempo. Dopo anni di cicli di caricamento, l’autonomia dell’iPhone si riduce progressivamente rispetto a quella del giorno di acquisto. Si tratta di un deperimento del tutto normale ma a volte è possibile riscontrarlo dopo appena alcuni mesi (o addirittura settimane) dall’acquisto.

In questi casi, pur trattandosi di un componente soggetto a normale usura, è possibile recarsi in un Apple Store o centro convenzionato per un controllo. Lo staff provvederà a testare la batteria e a sostituire l’iPhone con un identico modello ricondizionato in caso di problemi. Inutile agire altrimenti: la batteria di iPhone non è removibile e ogni tentativo di aprirlo per cercare di sostituirla andrebbe a invalidare la garanzia.

Garanzia iPhone: cosa fare in tutti gli altri casi

Per un problema di qualsiasi natura, è bene innanzitutto portare l’iPhone presso un Apple Store o centro convenzionato per un primo controllo. Le problematiche più comuni possono essere risolte in pochi minuti, mentre per quelle più complesse può essere necessaria la sostituzione del dispositivo o addirittura il ritiro dello stesso, per poter procedere alle riparazioni del caso. Per i dispositivi coperti da garanzia è inoltre possibile usufruire dell’assistenza telefonica gratuita (o di quella a pagamento, per i casi non contemplati dalla garanzia) secondo le modalità descritte nella pagina del Supporto Apple.

Il consiglio è quello di passare sempre attraverso i canali ufficiali, anche quando si tratta di effettuare riparazioni a pagamento: solo in questi casi si avrà la certezza di un risultato ottimale, evitando brutte sorprese derivanti da interventi di personale privo delle adeguate competenze.

Toshiba Satellite Radius 14 recensione. Tra qualità e difetti

Il Toshiba Satellite Radius 14 fa parte della nuova gamma di portatili che hanno anche la funzione di tablet. La crescente popolarità di questi dispositivi fa sì che ad ogni nuova uscita ci sia un sensibile miglioramento delle prestazioni e delle funzionalità. Toshiba si è comportata in maniera un abbastanza bipolare: fra alcuni elementi di grande pregio e funzionalità, si notano però alcuni difetti piuttosto fastidiosi che inficiano il quadro generale. Vediamo insieme i dettagli e la recensione.

Toshiba Satellite Radius 14 recensione. Tra qualità e difetti

Il Toshiba Satellite Radius 14, ad un prezzo più che accessibile, offre uno schermo da 14 pollici e solide prestazioni grazie al processore Intel i3. La batteria, inoltre, ha una durata che supera la media dei laptop “ibridi” di ultima generazione. Da segnalare anche l’introduzione del tasto dedicato per avviare Cortana, molto pratico per richiamare l’assistente personale di Windows 10. Tuttavia, alcuni aspetti ergonomici penalizzano il dispositivo, il cui uso prolungato potrebbe risultare scomodo.

Toshiba Satellite Radius 14 recensione. Un design nella norma

Dal punto di vista estetico il Toshiba Satellite Radius 14 non è particolarmente innovativo, con il suo telaio in plastica nera e una texture sul lato superiore e inferiore. All’apertura, sfoggia uno schermo 14 pollici che ruota per trasformarsi in un tablet.

Il Toshiba Satellite Radius 14 offre solide prestazioni grazie al processore Intel i3
Il Toshiba Satellite Radius 14 offre solide prestazioni grazie al processore Intel i3

L’unico neo è la rifinitura in plastica dei bordi che risulta alquanto scomoda per i polsi quando si digita sulla tastiera per un po’ di tempo. Anche le estremità appuntite del laptop contribuiscono a non offrire un aspetto elegante e armonico.

Le cerniere che tengono agganciato lo schermo alla tastiera non sono fra le più belle finora create, ma svolgono la loro funzione di far roteare lo schermo senza farlo cadere bruscamente all’indietro. Con le dimensioni di 30x 23cm – e 2cm di spessore – e con un peso di circa 2 chili, il Toshiba Satellite Radius 14 si pone a metà strada tra l’Asus Transformer Book Flip TP300 e l’Inspiron 15 7000 di Dell.

Toshiba Satellite Radius 14 recensione. Il vero problema: la tastiera e il touchpad

La tastiera è il vero punto debole del laptop. Se da un lato, infatti, si presenta più piccola e meno profonda rispetto ad altri modelli, la tastiera del Toshiba Satellite Radius 14 ha i pulsanti più piccoli della media di 2 millimetri (10mm di Toshiba contro i 12mm della media).

Questo comporta un affaticamento del polso quando si scrive sulla tastiera per un certo periodo di tempo. In compenso, una novità interessante presente sulla tastiera del Toshiba Satellite Radius 14 è il pulsante che aziona direttamente Cortona, l’assistente personale di Windows 10. Ciò dà la possibilità di avere un accesso super veloce, risparmiando batteria e tempo.

La scocca in plastica nera con texture non è il massimo dell'eleganza
La scocca in plastica nera con texture non è il massimo dell’eleganza

Il touchpad, che misura 10x6cm, e con una superficie liscia e opaca, piacevole al tatto, offre una grande precisione dei movimenti standard del mouse, compreso lo scrolling con le due dita.

Toshiba Satellite Radius 14 recensione. Un display grande ma con qualche sbavatura

Il Radius 14 ha uno schermo 14 pollici con 1366 x 768 pixel. Altro punto debole del laptop è proprio la poca luminosità del display e la ristretta gamma di colori che è in grado di riprodurre. Agli angoli dello schermo, poi, si perde anche un po’ di nitidezza. Non bisogna, quindi, mai spostarsi dalla posizione frontale dalla quale si guarda il monitor.

La luminanza media dello schermo è di 182 nit, comunque più avanti rispetto all’Asus TP300 (161), ma dietro al Lenovo Edge 15 (199). La media di luminanza per uno schermo è di 231 nit. Anche per quanto riguarda i colori, il monitor del Toshiba Satellite Radius 14 ricrea solo per il 64,2 per cento lo spettro sRGB.

I nuovi laptop come il Toshiba Satellite Radius 14 possono essere utilizzati con la funzione di tablet
I nuovi laptop come il Toshiba Satellite Radius 14 possono essere utilizzati con la funzione di tablet

Toshiba Satellite Radius 14 recensione. Audio

Il laptop è dotato di altoparlanti Harmon Kardon, posizionati nella griglia metallica dietro la tastiera. Il suono riprodotto è di buon livello. Se si ascolta una canzone si riescono a distinguere la varietà dei suoni degli strumenti e dei timbri vocali, eccezion fatta per i bassi che perdono un po’ della loro vivacità sonora. Durante la prova di surriscaldamento il Radius 14 è rimasto sempre sotto una soglia assolutamente accettabile.

Toshiba Satellite Radius 14 recensione. Porte e Webcam

Per la connettività, il Toshiba Satellite Radius 14 dispone di tre porte USB: una porta 3.0 con USB Sleep and Charge (in modo da poter ricaricare il telefono o il tablet anche quando il portatile è spento), e una porta USB 2.0. Il dispositivo è dotato anche di un jack sia per le cuffie sia per il microfono, di una porta HDMI e di un lettore di schede SD.

Le cerniere del Toshiba Satellite Radius 14 permettano la rotazione dello schermo in modalità tablet
Le cerniere del Toshiba Satellite Radius 14 permettano la rotazione dello schermo in modalità tablet

La webcam in HD fotografa a un livello decente, mentre i doppi microfoni TruTalk forniscono un audio buono, ma non eccezionale.

Toshiba Satellite Radius 14 recensione. Prestazioni

Dotato di una CPU da 2.1 GHz con processore Intel Core i3 5015U, 6 GB di RAM e un hard disk da 500GB, il Radius 14 è perfettamente in grado di assolvere alle funzioni tradizionali di un laptop, dalla navigazione sul Web alla riproduzione di un film ad alta definizione. Anche con 20 schede aperte contemporaneamente su Chrome, non si avverte alcun rallentamento evidente.

In OpenOffice il Toshiba Satellite Radius 14 è in grado di collegare 20mila nomi ad altrettanti indirizzi in soli 6 minuti e mezzo. Inoltre, i 500GB di capienza permettono al Radius 14 una velocità di trasferimento dati di 29.9 Mbps, più veloce rispetto alla media di altri laptop della stessa fascia di prezzo. Dotato di scheda grafica Intel HD, il Radius 14 riproduce 20 fotogrammi al secondo ad una risoluzione di 1366 x 768pixel e con impostazioni automatiche.

Toshiba Satellite Radius 14 recensione. Durata della batteria e prezzo

L’autonomia del Toshiba Satellite Radius 14 è di 6 ore e 22 minuti se si naviga sul web con wi-fi. Il prezzo si aggira intorno ai 500 – 600€. Sul sito di Toshiba, è disponibile anche una versione più costosa, ma anche più potente con Intel Core i5, 6 GB di RAM e un disco rigido da 1TB.

Lo schermo è uno dei punti deboli del laptop a causa della sua poca luminosità
Lo schermo è uno dei punti deboli del laptop a causa della sua poca luminosità

Toshiba Satellite Radius 14 recensione. Software e Garanzia

Il Radius 14 supporta Windows 10 con tutti gli annessi e connessi. Vale a dire il supporto dell’assistente digitale Cortana, del nuovo browser per navigare Edge e del passaggio automatico da desktop a tablet ogni volta che si ribalta il monitor.

Toshiba offre anche la garanzia di un anno e un assortimento di programmi di utilità, come ad esempio il PC Health Monitor, per monitorare le condizioni della batteria e le statistiche, la temperatura della CPU e la velocità della ventola. La Toshiba Service Station aiuta invece a mantenere il software sempre aggiornato e i driver costantemente all’ultima versione.

Conclusioni

Con un prezzo fissato intorno ai 500€, è difficile per Toshiba fronteggiare la concorrenza con altri dispositivi della stessa fascia. Fra i pro c’è sicuramente uno schermo grande, 14 pollici, una durata della batteria accettabile e buone prestazioni della CPU. Bisogna, però, comunque fare i conti con i tasti più piccoli della media e la poca luminosità del monitor. Tutto l’insieme fa del Toshiba Satellite Radius 14 un laptop pieno di contraddizioni, fra punte di elevate prestazioni e difetti abbastanza grossolani.

Nokia Lumia 950 XL recensione. Buon phablet, look a parte

11

Se ormai gli smartphone non bastano più, e il mercato punta sui phablet, possiamo dire a buon diritto che Microsoft Nokia Lumia 950 XL si trova in una posizione migliore rispetto ai suoi rivali, data la grande esperienza di Redmond sul campo, derivante anche dalla gamma Surface. Ed effettivamente, oltre ad essere un buon prodotto, abbiamo anche delle trovate tecniche interessanti, sebbene il 950 XL assomigli tantissimo, anche troppo, al suo fratello minore, il Nokia Lumia 950.

Nokia Lumia 950 XL recensione. Buon phablet, look a parte

Con un prezzo che si aggira intorno ai 740€, il Lumia 950 XL ha uno schermo davvero grande con i suoi 5.7 pollici in diagonale. Se non fosse per l’alloggiamento della telecamera posteriore, il Lumia 950 XL sembrerebbe quasi identico al suo fratello più piccolo, il Lumia 950. Troviamo infatti lo stesso colore bianco o nero, in policarbonato (ovvero, plastica); i pulsanti del volume, di blocco e di scatto della fotocamera posizionati sempre sul lato destro del dispositivo. Il lato inferiore, anche in questo caso, ospita la porta USB-C proprio come nel Lumia 950.

Il Microsoft Nokia Lumia XL sarà lanciato, con ogni probabilità, a novembre
Il Microsoft Nokia Lumia XL sarà lanciato, con ogni probabilità, a novembre

Il display ha una risoluzione di 2.160 x 1.440 pixel con 518 pixel per pollice. Microsoft impiega la tecnologia AMOLED con Corning Gorilla Glass 4. Che il corpo del telefono sia in plastica è una caratteristica secondaria, visto che scompare sotto l’enorme schermo frontale. Certo, però, che se il materiale del dispositivo non è di lusso, non si può dire lo stesso del prezzo.

Tuttavia, il corpo in plastica non è affatto una garanzia di insuccesso. Rende, anzi, il dispositivo più facile da impugnare, cosa fondamentale per un telefono di quelle dimensioni.

Nokia Lumia 950 XL recensione. Una fotocamera strepitosa

Grazie in gran parte a Nokia, Microsoft ha imparato a costruire una fotocamera per smartphone di assoluto livello. Anche in questo caso le caratteristiche sono identiche al Lumia 950.

La telecamera posteriore è dotata di obiettivo PureView da 20 megapixel con triplo flash LED, stabilizzazione ottica dell’immagine, capacità di registrazione video 4K e ottica Zeiss. La telecamera anteriore è di 5 megapixel con grandangolo per i selfie e registrazione video a 1080p.

Attiva anche la funzione Living Images che riesce a registrare un video appena un secondo prima che l’otturatore si chiuda in modo da ottenere immagini dinamiche, nitide e dagli ottimi contrasti, con un leggero effetto di movimento. E anche nel caso in cui si volessero inviare le immagini a qualcuno che non ha un telefono con la tecnologia Living Images, si potrà scegliere se mandare un file video mp4 o un .jpg leggermente più grande del normale – circa il 20% in più.

Le caratteristiche del Microsoft Nokia Lumia 950 XL sono identiche al fratello più piccolo, Lumia 950, ad eccezione del processore
Le caratteristiche del Microsoft Nokia Lumia 950 XL sono identiche al fratello più piccolo, Lumia 950, ad eccezione del processore

La fotocamera del Lumia 950 XL è perfetta per la fotografia sportiva, dal momento che è in grado di individuare i pixel a fuoco per evitare foto sfocate nella ripresa di soggetti in movimento.

Nokia Lumia 950 XL recensione. Bene l’hardware, bellissimo il raffreddamento

Che ci crediate o no, il Microsoft Nokia Lumia 950 XL non è di gran lunga più potente rispetto al suo omologo più piccolo, il 950. Certo, il telefono supporta un processore octa-core Snapdragon 810, di ultima generazione Qualcomm, ma non aspettatevi il doppio delle prestazioni rispetto all’esa-core Snapdragon 808 del 950.

Però una grossa novità c’è: Microsoft ha adattato al phablet la tecnologia di raffreddamento a liquido impiegata nei tablet della linea Surface. Questo sistema di raffreddamento dovrebbe rivelarsi utile soprattutto quando si utilizza il Lumia 950 XL con la funzione di schermo PC, grazie a “Continuum”.

Ecco il look del Microsoft Nokia Lumia 950 XL con un display che misura 5.7 pollici in diagonale

La RAM è di 3GB. Lo spazio di archiviazione del telefono è di 32GB, espandibile fino a 2TB, tramite microSD card. Due antenne LTE, 802.11ac Wi-Fi e Bluetooth 4.1 completano la scheda tecnica, mentre il sistema operativo Windows 10, dà all’utente una ottima coordinazione con i PC e spinge ancora di più l’utilizzo dell’assistente virtuale Cortana e, di conseguenza, del motore di ricerca Bing.

Tutte queste funzionalità sono supportate da una batteria rimovibile da 3,340mAh che, secondo Microsoft, può resistere per 75 ore di conversazione col 3G, 25 ore di navigazione in Wi-Fi e 11 ore di riproduzione video a 1080p. Se si voleva un cellulare Windows che durasse tutto il giorno eccovi accontentati.

Nokia Lumia 950 XL recensione. Look a parte, è un ottimo tentativo

Anche se non si è un fan dei telefoni di queste dimensioni, bisogna tenere conto che il Microsoft Lumia 950 XL è un discreto tentativo di rimonta da parte di Microsoft rispetto ai rivali che utilizzano iOS e Android. Proprio come il Lumia 950, il 950 XL è progettato per le sue funzionalità, più che per il suo look.

Ad esempio, la tecnologia di Windows Hello, basata sul riconoscimento dell’iride, sembra molto affascinante ed è incredibilmente facile da configurare. Inoltre, la capacità del telefono di funzionare come un PC, facendo girare applicazioni come Office, potrebbe contribuire ad attrarre tutti quei consumatori che hanno ogni giorno a che fare con questi strumenti per lavoro.

Come già detto per il Lumia 950, il 950 XL non sarà, certo, in grado di far balzare Microsoft al primo posto nel panorama della telefonia mondiale, ma si tratta pur sempre di un prezioso tentativo di competere con i maggiori concorrenti.

Microsoft Nokia Lumia 950 recensione. Non bello, ma piace

11

Il nuovo Microsoft Nokia Lumia 950 si candida ad essere il nuovo top di gamma offerto da Microsoft nel campo degli smartphone. Dopo avere accumulato molta esperienza e aver individuato alcune strade per combattere lo strapotere di Apple e Google, Redmond mira ad avere il suo telefono di punta, collocando il sistema operativo Windows Mobile 10 saldamente sul mercato. Ecco come sarà il nuovo Microsoft Nokia Lumia 950. La recensione.

Microsoft Nokia Lumia 950 recensione. Non bello, ma piace

I precedenti sistemi operativi lanciati da Microsoft con Windows Phone 7 e Windows Phone 8 non erano in grado di competere seriamente con iOS di Apple e Android di Google, ma l’azienda promette che con Windows Mobile 10 le cose cambieranno. Il prezzo del nuovo dispositivo si aggirerà intorno ai 630 € per un telefono dotato di display QHD 5,2 pollici, 32 GB di memoria, uno slot per microSD e una fotocamera posteriore da 20 megapixel.

Il Nokia Lumia 950 utilizza la versione più recente del sistema operativo di Microsoft, include l’assistente personale Cortana, il pacchetto Office, la sicurezza basata sul riconoscimento dell’iride Windows Hello e la possibilità di utilizzare il telefono come un PC attraverso la funzionalità Continuum. Diamo uno sguardo più da vicino alle caratteristiche telefono stesso.

Microsoft Nokia Lumia 950 recensione. Un involucro di plastica ad altissima risoluzione

Iniziamo da una nota un pò dolente. Il Nokia Lumia 950 è rivestito da una scocca in policarbonato bianco o nero, di media qualità. Non è, dunque, l’involucro più elegante che c’è in giro. Anche a peso e a misure non è di certo all’avanguardia con i suoi 8,25 mm di spessore e il peso di 150 grammi, per cui se siete in cerca di un prodotto particolarmente elegante, questa non è la scelta migliore.

Il Microsoft Nokia Lumia 950 è realizzato in policarbonato e disponibile le versione in bianco o in nero
Il Microsoft Nokia Lumia 950 è realizzato in policarbonato e disponibile le versione in bianco o in nero

A dispetto di ciò, bisogna comunque dire che il guscio solido permette di tenere saldamente il telefono e di avere una impressione si solidità che compensa il look non eccessivamente eccitante.

Sul bordo destro del cellulare sono posizionati i tasti di regolazione del volume, il pulsante di blocco e il pulsante di scatto della fotocamera. Gli altri bordi sono privi di pulsanti. La porta USB-C si trova nella parte inferiore del dispositivo.

Il display AMOLED è di 5.2 pollici con una risoluzione di 2.560 x 1.440 pixel ed è dotato di tecnologia Corning Gorilla Glass 3. Si tratta di uno schermo incredibilmente nitido, in grado di rappresentare ogni dettaglio delle foto scattate con la fotocamera di 20 megapixel di cui è dotato il telefono. Non c’è dubbio che il Lumia 950 sia perfetto per i film e per i giochi.

Microsoft Nokia Lumia 950 recensione. Una delle migliori fotocamere

Il Lumia 950 sfoggia una fotocamera posteriore 20 megapixel PureView con un flash LED triplo, stabilizzazione ottica dell’immagine e ottica Zeiss. Non solo. Oltre alle riprese video 4K, è presente la funzione Living Images.

La fotocamera da 20 megapixel è perfetta per la fotografia sportiva
La fotocamera da 20 megapixel è perfetta per la fotografia sportiva

La fotocamera, cioè, comincia a registrare un video un secondo prima che si chiuda l’otturatore. Il risultato è un’immagine particolarmente nitida e dai colori vividi, che ha un effetto di leggero movimento, della durata, appunto, di appena un secondo. Se, poi, si vuole inviare l’immagine a qualcuno che non possiede un telefono che supporta la funzione Living Images, è possibile scegliere di inviare il file come un file video .mp4 o come un .jpg leggermente più grande del normale – circa il 20% in più.

Un’altra caratteristica interessante della fotocamera del Lumia 950 è la ripresa dei soggetti in movimento: il sensore individua esattamente i pixel su cui si concentra l’inquadratura per evitare l’effetto sfocato. Il Microsoft Nokia Lumia 950 è uno dei pochi telefoni ideali per la fotografia sportiva.

La fotocamera anteriore è di 5 megapixel, dotata di obiettivo grandangolare e di capacità di cattura video a 1080p.

Microsoft Nokia Lumia 950 recensione. Bene hardware e connettività. Batteria nella media.

Il Lumia 950 possiede uno dei più recenti processori Qualcomm: il 64-bit, esa-core Snapdragon 808 che, in coppia con i 3GB di RAM, dà al Lumia 950 la stessa potenza del G4 LG e del Moto X Style – non esattamente gli ultimi arrivati. Il telefono ha una capacità di memoria di 32 GB, che può essere incrementata fino a 200GB tramite scheda microSD.

Il Lumia 950 non ospita una, ma due antenne interne – ognuna vicina ai due angoli inferiori. A completare il pacchetto ci sono il supporto LTE, 802.11ac Wi-Fi e Bluetooth 4.1.

A completare il tutto c’è una batteria di 3,000mAh che, stando alle affermazioni di Microsoft, può durare fino a 9 ore e 30 minuti di navigazione web in Wi-Fi, 18 ore di conversazione su reti 3G e 10 ore di riproduzione video a 1080p. Quindi, un telefono che può durare tutto il giorno – almeno sulla carta.

Microsoft Nokia Lumia 950 recensione. Design a parte, è un top di gamma.

Microsoft rientra a pieno titolo nel mercato degli smartphone e lo fa con un telefono fortemente concentrato sulle funzionalità e poco sullo stile e l’aspetto estetico. Lo schermo è super nitido e brillante, la fotocamera è una delle migliori in circolazione.

La presentazione dei prodotti Microsoft Nokia Lumia 950 e 950 XL, in arrivo a novembre
La presentazione dei prodotti Microsoft Nokia Lumia 950 e 950 XL, in arrivo a novembre

Caratteristiche come Windows Hello – la tecnologia di scansione dell’iride per sbloccare il telefono – contribuisce a far uscire Microsoft dal mischia dei telefoni mediocri. Cosa da non sottovalutare, infine, è “Continuum” che permette al Lumia 950 di fare ciò che nessun altro può, ovvero funzionare come un PC.

Sarà il Lumia 950 da solo salvare Microsoft dall’oscurità nello scenario dei telefoni cellulari? Questo è improbabile. Ciò che è sicuro è che con questo nuovo modello Microsoft costringe i suoi competitori a seguire la sua scia. E questo è forse più importante del Lumia 950 in sé.

Facebook Here vs Google Now. Chi offre le notifiche migliori?

0

La gara sugli assistenti virtuali che aiutano l’utente a trovare quello di cui ha bisogno, non è nata per caso. Dietro ad una funziona tanto utile, si nasconde la possibilità di capire e profilare gli utenti, inviare pubblicità targettizzata e contenuti sponsorizzati, in maniera fortemente integrata con il mondo mobile. E i due contendenti sono Google Now, che già esiste ed è largamente diffuso, e la sua risposta da parte del re dei social network, Facebook Here.

Sia Google che Facebook hanno delle limitazioni nel numero di informazioni a cui possono accedere. Ad esempio, Google non sa chi sono i vostri amici, con chi chattate o quali notizie vi interessano; allo stesso modo, Facebook non sa cosa c’è nelle vostre email, le indicazioni stradali usate, cosa cercate sui motori di ricerca o cosa state facendo con il vostro telefonino Android. Ecco perché Google e Facebook hanno enormi possibilità per quanto riguarda la costruzione di un assistente personale, ma funzionalità molto diverse tra loro. Vediamo insieme le caratteristiche e soprattutto poniamoci la domanda, chi può vincere la sfida?

Facebook Here vs Google Now. Chi offre le notifiche migliori?

Google parte avvantaggiato, questo è certo – Google Now è stato lanciato nel 2012, carico di funzionalità, la maggior parte delle quali riguardanti il reperimento di dati oggettivi – orari dei voli aerei, aggiornamenti dalla casella email, notiziari in diretta da tutto il mondo o informazioni sul traffico. L’ultima trovata, Google Now On Tap, fornisce informazioni su quello che sta accadendo sulle altre vostre applicazioni.

In parole povere, Google Now fa quello che Google è capace di fare al meglio: spremere dati da una serie di fonti sparse e concentrarle in un contenitore di informazioni con cui interagire – aiuta lo strapotere di Google nella ricerca, nella gestione delle email e nella mappatura. Insomma, Now è spesso molto utile anche se non si potrebbe proprio definire “interessante”.

Facebook sta facendo qualcosa di diverso. Sta testando la strada del “maggiordomo” virtuale con M, una funzionalità che vi permette di usare Messenger per mandare richieste e ordini a un sistema ibrido umano-intelligenza artificiale. Oggi però fa la sua comparsa quella che può essere considerata come la cosa più vicina a un assistente personale digitale all’interno del campo Notifiche.

Facebook here è un assistente personale che sa tutto ciò che vi riguarda – persone, luoghi e cose che vi stanno a cuore. Oggi la funzionalità compare sotto la sezione Notifiche e vi mostra:

  • compleanni di amici;
  • eventi nella vita degli amici;
  • un promemoria dei vostri eventi;
  • i migliori eventi sportivi del giorno;
  • i migliori spettacoli televisivi del giorno;
  • argomenti di tendenza.

Se poi permettete a Facebook di rintracciare la storia dei vostri spostamenti, Here vi dirà:

  • eventi popolari in zona;
  • tempo locale;
  • notizie locali;
  • luoghi in zona che i vostri amici possono aver visitato o commentato;
  • cinema in programmazione nelle sale della zona.

Potete personalizzare Here perché nasconda o mostri quello che volete, impostando i permessi per l’arrivo delle notifiche da parte di fonti da voi selezionate.

Facebook Here, in fondo, fa quello che è bravo a fare Facebook: elaborare i vostri dati biografici e il vostro comportamento per trovare quello che considerate importante – è qui che entra in gioco la preminenza di Facebook in campo social, nei feed e nella messaggistica da mobile. Facebook Here è interessante, anche se non sempre “utile”.

È possibile che in futuro ci sarà una convergenza nelle funzioni di Facebook Here e Google Now – qualche segnale di sovrapposizione nelle funzionalità c’è già, come gli aggiornamenti sportivi o i suggerimenti vicino al luogo in cui vi trovate. Resta il fatto che sia Facebook che Google si appoggiano a tipologie di dati diverse fra loro (e questo è il motivo per cui continueranno a operare probabilmente su due binari indipendenti).

Facebook Here e il suo asso nella manica. Le notifiche

Facebook ha però un asso nella manica, che rende Here unico – il fatto che l’assistente sia costruito là dove le persone spendono già molto tempo, sia che si trovino in ambiente iOS che Android, ovvero nella sezione Notifiche.

L’assistente digitale non è solo una tra le tante opzioni da trovare sotto la categoria “Altre applicazioni”, come le informazioni sui luoghi vicini da visitare o gli articoli “salvati” da leggere: qui si tratta della sezione Notifiche, il luogo dove gli utenti passano la maggior parte del loro tempo a controllare se qualcuno li ha taggati in una foto, ha aggiornato il suo status o ha messo “Mi piace” a un loro post.

La sua posizione dà la possibilità a Facebook Here di essere al centro dell’attenzione per periodi di tempo decisamente lunghi. I pop up di Google Now hanno una funzione diversa, sono più nascosti e compaiono solo quando abbiamo bisogno di cercare qualcosa – qualcosa di veramente utile (anche se forse meno interessante sul lungo periodo).

Google Now, nonostante abbia la facoltà di interrompervi, è più rispettoso del vostro tempo e ha parametri di efficenza che rispecchiano alla perfezione lo stile “classico” di Google.

D’altra parte, l’attrattiva delle notifiche di Here è tipica dei contenuti condivisi su Facebook – con tutto il suo corollario di annunci sponsorizzati che certamente arriveranno in futuro e che diventeranno ancora più potenti grazie alla capacità di Facebook di entrare nel vostro comportamento abituale in rete. Immaginate di poter monetizzare l’attenzione che attirate – siete un ristorante locale e siete in cima alla lista dei suggerimenti: niente male, no?

Entrambi gli assistenti realizzati da Apple e Google restano nascosti finché non avete bisogno di loro – Facebook Here è un aggregatore di contenuti che di certo non si può ignorare, ce l’avete sempre davanti agli occhi. Google Now resta più in sordina, ma quando avrete bisogno di cercare l’informazione giusta, sarà lì per aiutarvi. E lo farà più di quanto immaginiate.

L’app Kibo. Una tastiera criptata per scrivere messaggi sicuri

0

Inviare messaggi criptati con una tastiera dedicata alla privacy. L’app Kibo è una tastiera criptata per scrivere messaggi sicuri ideata al momento solo per il sistema operativo iOS (ma presto in arrivo anche su Android), serve ad inviare messaggi criptati, all’interno di applicazioni di messaggistica istantanea installati sul dispositivo come WhatsApp o iMessage o Facebook e altre.

L’app Kibo. Una tastiera criptata per scrivere messaggi sicuri

Kibo è la dimostrazione che la sfera digitale è ancora in grado di sfornare idee originali e utili. Se, infatti, pensate che mandare o ricevere dei messaggi nascosti sia roba da agenti segreti, provate a pensare a tutte quelle situazioni in cui cercavate un po’ di privacy ma intorno al vostro cellulare circolavano parenti curiosi, fratelli invadenti o colleghi indiscreti.

In fondo, Kibo aggiunge semplicemente un ulteriore livello di privacy alle vostre attività digitali. Sono della stessa opinione i fondatori del servizio che spiegano come «Kibo risolva il problema della tutela della privacy degli utenti durante lo scambio di messaggi contenenti segreti o informazioni private». «La gente crede che nessuno possa intercettare i loro messaggi privati; tuttavia, i messaggi molto personali sono spesso visti dai loro amici, e colleghi. Motivo per cui – fanno sapere gli ideatori della app – miriamo a fornire un mezzo per inviare e ricevere messaggi in modo che nessuno, tranne il mittente e il destinatario, possa vedere e leggere».

Con Kibo i messaggi sono codificati solo al momento dell'invio
Con Kibo i messaggi sono codificati solo al momento dell’invio

Le app precedenti

Ovviamente non si tratta della prima applicazione di messaggistica che si muove in questa direzione. Ci hanno già pensato Confide e Snapchat, con i messaggi che si autodistruggono e che per essere visualizzati dovevano essere tenuti premuti dagli utenti. Ma Kibo è un po’ diverso, dal momento che può essere utilizzato in diverse applicazioni di messaggistica perché “vive” all’interno della tastiera.

L’app Kibo. Come funziona?

Kibo richiede, naturalmente, che entrambi i destinatari abbiano installato l’applicazione per visualizzare i messaggi segreti. La tastiera si presenta molto simile a quella di iOS, ad eccezione di un piccolo lucchetto situato accanto alla barra spaziatrice. Per inviare un messaggio segreto, l’utente digita il messaggio di testo, quindi tiene premuto sul lucchetto e, infine, schiaccia ‘Invia’ per inviare la “missiva” segreta che è stata codificata e che apparirà sotto forma di testo casuale. “C’è un problema?” o “Sono d’accordo” sono le frasi predefinite che la app utilizza.

Kibo può essere utilizzato all'interno di qualsiasi app di messaggistica istantanea
Kibo può essere utilizzato all’interno di qualsiasi app di messaggistica istantanea

Dall’altra parte, il destinatario, per ricevere il messaggio segreto, deve tenere premuto il testo fittizio, come se avesse intenzione di copiarlo e, schiacciando il tasto ‘copia’, il messaggio segreto viene visualizzato. Kibo afferma di utilizzare l’algoritmo di crittografia simmetrica DES, così da non poter avere accesso al testo conservato crittografato sui propri server. Solo il mittente e il destinatario, dunque, sono in grado di leggere i messaggi in chiaro.

L’app Kibo. L’idea all’origine

Nonostante alcuni aspetti da perfezionare, il progetto rimane comunque molto valido. Come è venuto in mente di creare un’applicazione simile? Tutto è nato da una festa a sorpresa, rovinata da un iPhone. «Questo ci ha spinto a pensare alla trasparenza forzata nell’era digitale» – raccontano gli ideatori. «Dopo aver esplorato le funzionalità di iOS, abbiamo implementato un prodotto basato su una tastiera esterna». Kibo, tuttavia, non viene presentato in concorrenza con altre applicazioni di messaggistica sicura come WIckr e Telegram, ma piuttosto come complementare a essi.

L’App Kibo. Gli ideatori

Il team non si definisce una start up tradizionale ma piuttosto «una piccola comunità di innovatori che lavorano insieme verso l’obiettivo comune di proteggere la privacy degli utenti». I due co-fondatori sono Vitaly Halenchyk e Krill Davydov. Hanno attualmente sede negli Stati Uniti, ma hanno in programma di trasferirsi in Europa.

Al posto del messaggio criptato sarà visibile una frase predefinita
Al posto del messaggio criptato sarà visibile una frase predefinita

Per lo sviluppo e il lancio di Kibo, sono stati aiutati da un investitore, di cui non rivelano l’identità. «Al momento tutte le operazioni sono condotte sotto l’egida della società del nostro investitore» – ammettono dal team di ideatori.

Kibo è e rimarrà – a detta dei fondatori – una app a download gratuito, ma il piano è quello di monetizzare con l’introduzione di funzionalità aggiuntive e add-on. «La funzionalità di testo nascosto rimarrà gratuito anche in futuro. Tuttavia, ci accingiamo a introdurre nuove funzionalità a pagamento e componenti aggiuntivi, ma è troppo presto per parlarne» – tengono a precisare.

Facebook Search FYI. Il motore di ricerca che sfida Google

Facebook Search FYI è la nuova “creatura” del social network più diffuso al mondo, un vero e proprio motore di ricerca in grado di competere con l’agguerrita concorrenza di Google e con i recentissimi servizi offerti da Twitter Moments. Ogni giorno, infatti, oltre 1,4 miliardi di utenti effettuano sulla piattaforma social lanciata da Zuckerberg la bellezza di 1,5 miliardi di ricerche, pubblicando oltre 2 miliardi di post. Numeri da capogiro che fanno di Facebook uno dei più grandi contenitori di notizie al mondo: perchè, allora, non sfruttare tutto il materiale presente attraverso un apposito motore di ricerca?

Facebook Search FYI: ecco il nuovo motore di ricerca di Facebook che raggruppa i contenuti del social per argomento.
Facebook Search FYI: ecco il nuovo motore di ricerca di Facebook che raggruppa i contenuti del social per argomento.

Facebook Search FYI, il motore di ricerca interno a Facebook

A tutti noi, durante una normale sessione di Facebook, può capitare di addocchiare una notizia e di volerla approfondire. Il gesto più ovvio, consiste nel chiudere la pagina di Facebook per aprirne una di Google, o di un qualsiasi altro motore di ricerca, proseguendo la navigazione lontano dal social network in blu. Questo gesto, per molti automatico, rappresenta senza ombra di dubbio un danno per Facebook: perchè, allora, non implementare un motore di ricerca a tutti gli effetti all’interno del profilo degli utenti?

Ecco allora arrivare Facebook Search FYI, acronimo di “For Your Information”. Il funzionamento del nuovo servizio è molto semplice: un’apposita barra di ricerca consente all’utente di ricercare parole e frasi direttamente all’interno del social. La pagina dei risultati mostrerà post, pagine, commenti e contenuti pubblicati non solo dai propri contatti, ma anche di altri utenti e di pagine appartenenti a Facebook. Il punto di forza di questo motore sarà la ricerca per argomenti (attualità, politica, sport, etc…), un po’come da qualche tempo avviene sul servizio concorrente Twitter Moments.

Facebook Search FYI mostra tutti i risultati suddivisi per persone, pagine, foto, ultimi contenuti postati e quelli più rilevanti.
Facebook Search FYI mostra tutti i risultati suddivisi per persone, pagine, foto, ultimi contenuti postati e quelli più rilevanti.

Pensiamo, ad esempio, di ricercare i risultati di un’importante competizione sportiva: da un lato verranno mostrati i contenuti postati dai nostri amici e dalle pagine che attualmente seguiamo. Parallelamente, verranno mostrati i contenuti di pagine ufficiali, fan club, siti di informazione e quant’altro possa riguardare l’argomento ricercato. In questo modo, si avrà accesso a un gran numero di informazioni, a partire da un’unica pagina di risultati, con la possibilità di commentare e partecipare in tempo reale a tutte le discussioni. In questo modo, a più di un utente potrebbe passare la voglia di uscire dal social e di aprire la pagina di ricerca di Google.

Facebook Search FYI: il social in blu lancia il guanto di sfida a Google per il primato di ricerche.
Facebook Search FYI: il social in blu lancia il guanto di sfida a Google per il primato di ricerche.

Facebook Search FYI: le differenze con Google e gli altri motori di ricerca

Esistono però importanti differenze tra Facebook Search FYI e i servizi offerti da Google e, più in generale, dai classici motori di ricerca. La prima, e più ovvia, riguarda la fonte dei dati raccolti. Mentre Google reperisce i risultati dall’intera rete internet, esplorando periodicamente tutto il World Wide Web, Facebook Search FYI si occupa di fornire risultati esclusivamente tra i contenuti pubblicati su Facebook. Prendiamo, ad esempio, la ricerca della parola “notizie” su Google. In primo piano troveremo i risultati principali di Google News, seguiti dalle principali testate di informazione nazionali e da quelle locali, dai blog e dai portali meno famosi. I risultati, ovviamente, verranno personalizzati in base alla localizzazione dell’utente, alla sua nazionalità e all’IP di navigazione (un utente italiano visualizzerà il sito del Corriere della Sera, mentre a un utente francese verrà mostrato il link di Le Monde e così via).

Facebook Search FYI: tra i risultati della ricerca, anche quelli del "motore" interno.
Facebook Search FYI: tra i risultati della ricerca, anche quelli del “motore” interno.

Facebook Search FYI lavora in maniera simile, ma con differenze importanti. Partendo dalle parole inserite dall’utente nel campo di ricerca, l’algoritmo di Facebook si preoccuperà di ricercare una serie di argomenti affini, a cui abbinerà tutti i post di Facebook rispondenti a queste caratteristiche. I risultati saranno poi ordinati e mostrati al cliente in maniera organica: post degli amici, pagine seguite, pagine ufficiali di organizzazioni e siti di informazione, post di personaggi influenti e così via, includendo se necessario anche i post di perfetti sconosciuti. Il risultato sarà un collage di contenuti grazie al quale sarà possibile farsi un’idea, in tempo reale, di tutto quello che riguarda un dato argomento.

Facebook Search FYI è la risposta al servizio concorrente Twitter Moments.
Facebook Search FYI è la risposta al servizio concorrente Twitter Moments.

Le ricerche fornite da Facebook Search FYI, inoltre, cambieranno in tempo reale in funzione di tutti i nuovi contenuti postati, garantendo un aggiornamento in diretta di gran lunga superiore a quello fornito da Google e dai motori di ricerca concorrenti. Il paragone con Twitter Moments è inevitabile: a distanza di poche settimane dal lancio del nuovo servizio in grado di catalogare i cinguettii della Rete, Facebook ha risposto con un servizio quasi analogo, con annesso motore di ricerca.

Twitter Moments, infatti, mostra attraverso un’apposita icona tutti i fatti del giorno relativi a un dato argomento, includendo tweet, video, Vine, Periscope e Link. Entrambi i servizi agiscono in pratica come “aggregatori di contenuti” dei rispettivi social, evitando a. La battaglia che si giocherà, in questo caso, è di grande interesse: chi sarà il nuovo social network delle notizie?