16 Settembre 2025
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Call of Duty Black Ops III recensione. Le novità e i personaggi

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Rispetto ai capitoli a cui ci aveva abituato, una volta provato Call of Duty Black Ops III non si può non provare un senso di spiazzamento. In positivo, certo, ma con qualche dubbio. Call of Duty Black Ops III rappresenta un titolo innovativo nella saga Black Ops, dalla forte vocazione arcade che già si era intravista in Advanced Warfare ma questa volta spinta al massimo grazie ai “superpoteri” che si possono sbloccare durante il gioco, capace di farci fare salti incredibili o addirittura di camminare sui muri.

Call of Duty Black Ops III: le diverse classi di personaggio, con specializzazioni e poteri diversi, regalano una nuova esperienza di gioco nel multiplayer.
Call of Duty Black Ops III: le diverse classi di personaggio, con specializzazioni e poteri diversi, regalano una nuova esperienza di gioco nel multiplayer.

Punta di diamante di questo capitolo è sicuramente la modalità multiplayer, capace di far entrare simultaneamente nella stessa squadra fino a 4 giocatori (indipendentemente dal fatto che si giochi online oppure offline, con schermo in split screen). Le campagne, in questo modo, possono essere vissute sotto una luce completamente diversa con la possibilità di costruire tattiche complesse e avanzate, grazie al gran numero di armi e di “poteri” che ogni giocatore può scegliere di acquisire durante la crescita del suo personaggio. Vediamo, in dettaglio, tutte le caratteristiche di Call of Duty Black Ops III.

Call of Duty Black Ops III: la nuova IA permette di dar vita a partite combattute e dense di strategia.
Call of Duty Black Ops III: la nuova IA permette di dar vita a partite combattute e dense di strategia.

Call of Duty Black Ops III recensione: multiplayer, crescita del personaggio e IA avanzata

La prima novità di Call of Duty Black Ops III riguarda lo svolgimento delle campagne. Rispetto a Black Ops II, che ci aveva abituati a una storyboard in grado di adattarsi alle scelte del giocatore e di seguire sviluppi differenti a seconda delle nostre scelte, in questo nuovo capitolo la trama si sviluppa in modo molto più lineare. L’intenzione, in questo nuovo capitolo, non è tanto quella di stupire attraverso lo sviluppo narrativo della storia, ma di andare oltre: in un futuro prossimo dove le macchine rappresentano ormai una componente fondamentale dell’umanità, i dispositivi biomeccanici sono parte integrante della tecnologia militare.

Call of Duty Black Ops III: la personalizzazione del giocatore permette di vivere differenti esperienze di gioco e di creare tattiche personalizzate
Call of Duty Black Ops III: la personalizzazione del giocatore permette di vivere differenti esperienze di gioco e di creare tattiche personalizzate

I droni, abbondanti nei precedenti capitoli Black Ops, sono rimpiazzati da truppe appiedate di nuova generazione caratterizzate da una forza e velocità sovraumana, capaci di spiccare salti eccezionali e camminare sulle pareti come nel più classico dei film della saga Matrix. Un collegamento neurale chiamato DIN (Direct Neural Interface) consente a chi dirige le fila delle battaglie di comandare direttamente le truppe schierate sul campo, modificandone le decisioni e azzerando i margini di errore. In questo contesto si colloca la nuova modalità multiplayer di Call of Duty Black Ops III: il team da 4 giocatori viene lanciato nella mischia in uno scenario futuristico dove i nemici abbondano.

Call of Duty Black Ops III: scenari futuristici e tecnologie avveniristiche sono al centro di tutte le azioni di gioco.
Call of Duty Black Ops III: scenari futuristici e tecnologie avveniristiche sono al centro di tutte le azioni di gioco.

L’intelligenza artificiale appare migliorata rispetto al passato, con un sistema in grado di adattare il numero di nemici ai giocatori presenti in partita. Ogni classe di nemico, inoltre, si muove sul campo con strategie diverse: si avranno così androidi sprezzanti del pericolo, in grado di avanzare in pieno campo spianandosi la strada a colpi di mitragliatore e umani “bionici” che invece agiranno in copertura, accerchiandoci per farci cadere nella loro rete tattica. Il nostro team da 4 giocatori dovrà vedersela di conseguenza: per gli amanti dell’hardcore gaming non sarà più sufficiente gettarsi nella mischia svuotando il caricatore ma si dovranno elaborare strategie di gruppo, più complesse man mano che si avanzerà nel gioco.

Call of Duty Black Ops III: sessioni frenetiche e azioni rapide si alternano a scelte più tattiche e ragionate. Al giocatore, la scelta della strategia di gioco migliore.
Call of Duty Black Ops III: sessioni frenetiche e azioni rapide si alternano a scelte più tattiche e ragionate. Al giocatore, la scelta della strategia di gioco migliore.

Le campagne, tutte da subito disponibili, sono state concepite per essere rigiocate più e più volte. Il nostro personaggio, ad ogni missione, guadagnerà esperienza e potrà sbloccare nuove abilità chiamate Cyber Core e Cyber Rings. In questo modo un team potrà decidere di specializzare alcuni giocatori in determinate abilità (che vanno dal controllo neurale delle truppe avversarie, facendole rivoltare contro i loro stessi alleati, allo sviluppo delle componentistiche biomeccaniche, in grado di far spiccare salti incredibili e di dare velocità inimmaginabili ai giocatori), che potranno variare nel corso del gioco per adattarsi alle caratteristiche delle singole campagne.

Call of Duty Black Ops III: grazie ai Cyber Core i personaggi potranno compiere azioni al limite della fantascienza.
Call of Duty Black Ops III: grazie ai Cyber Core i personaggi potranno compiere azioni al limite della fantascienza.

Call of Duty Black Ops III recensione: le specializzazioni dei personaggi

Esiste un buon numero di specializzazioni per i soldati di Call of Duty Black Ops III: all’inizio della modalità multigiocatore è possibile scegliere una classe specifica, caratterizzata da un aspetto e una personalità ben precisa, che si andrà a potenziare durante le partite. Ciascuna classe è inoltre caratterizzata da un’arma propria, che si adatterà agli stili di ogni giocatore. Vediamo nel dettaglio tutti i personaggi e le relative specializzazioni:

Ruin

Arma: Schianto gravitazionale. Le punte generano una potente onda d’urto quando vengono conficcate nel suolo.
Abilità: Overdrive. Potenziamento cibernetico delle gambe che aumenta temporaneamente la velocità.

Seraph

Arma: Annihilator. Massiccio revolver ad alto calibro che spara micidiali colpi penetranti.
Abilità: Concentrazione. Durante l’attivazione, il punteggio ottenuto innesca un moltiplicatore bonus per i punti.

Nomad

Arma: Hive. Piazza trappole che rilasciano uno sciame mortale di nanodroni quando attivate.
Abilità: Ripristino. Permette di ripartire dalla posizione in cui si è morti, grazie a un’iniezione di siero a nanoparticelle.

Prophet

Arma: Tempest. Un’arma a colpo caricato che spara una scarica elettrica, folgorando il bersaglio e propagandosi verso i nemici circostanti.
Abilità: Glitch. Ripristina uno stato precedente con questa mod di sistema che viola la griglia di simulazione bellica.

Outrider

Arma: Sparrow. Un arco composito che spara dardi esplosivi la cui forza aumenta col tempo di carica.
Abilità: Impulso visivo. Un impulso sonico che individua i nemici nel raggio d’azione.

Reaper

Arma: Scythe. Minigun a quattro canne integrata nel braccio.
Abilità: Psicosi. Infiltra i sistemi DNI nemici per simulare la presenza di tre Reaper da usare come esca.

Spectre

Arma: Ripper. Spectre sfodera due lame affilate per colpire i nemici con precisione chirurgica.
Abilità: Mimetizzazione. Sofisticati meta-materiali mutano rapidamente per far scivolare i fotoni sulle proprie superfici invece che rifletterli, rendendo Spectre temporaneamente invisibile.

Battery

Arma: Macchina da guerra. Questo lanciagranate spara ordigni rimbalzanti che esplodono al contatto con i nemici.
Abilità: Corazza cinetica. Corazza caricata elettricamente che fa evaporare i proiettili nemici al contatto, neutralizzandoli completamente.

Firebreak

Arma: Purificatore. Un lanciafiamme che proietta un fascio in grado di incenerire qualsiasi cosa si trovi nel suo raggio di azione.
Abilità: Onda di calore. Una serie di ondate ad altissimo calore, ravvicinate tra loro, stordiscono e disorientano i nemici vicini al giocatore.

Call of Duty Black Ops III: la modalità co-op a 4 giocatori è la più attesa di questo gioco.
Call of Duty Black Ops III: la modalità co-op a 4 giocatori è la più attesa di questo gioco.

Call of Duty Black Ops III recensione: considerazioni finali

Call of Duty Black Ops III è certamente un titolo che non delude, diverso dai precedenti e capace di accontentare una buona fetta degli appassionati della saga. Il nuovo motore grafico Next Gen riesce alla perfezione a gestire l’eccezionale grafica e l’enorme numero di nemici, insieme alla nuova IA che li caratterizza. Sotto l’aspetto grafico, alcuni puristi potrebbero storcere il naso per uno stile forse troppo “cartoon”, rafforzato dalla presenza dei superpoteri e dalle azioni di gioco al limite del fantascientifico: troppo colore, troppa vivacità, troppe animazioni lontane dalla realtà rischiano alla lunga di rendere uno scenario di gioco irreale e molto lontano dai precedenti Call of Duty. Lo stesso ambiente futuristico che ha caratterizzato gli ultimi capitoli, forse, avrebbe bisogno di un ritorno al passato, senza cyborg e senza armi sofisticate.

Call of Duty Black Ops III: annunciata l'attesissima modalità zombie.
Call of Duty Black Ops III: annunciata l’attesissima modalità zombie.

Ma si tratta certamente di gusti e sensazioni personali, diverse da giocatore a giocatore. I punti certi di questo Call of Duty Black Ops III sono sicuramente la campagna co-op a quattro giocatori, capace di puntare sulla creazione di una vera strategia, e sulla profondità di gioco garantita delle specializzazioni delle classi personaggio. In questo modo le combinazioni di gioco sono infinite e ogni campagna, anche rigiocata mille volte, rischia di non stancare mai potendola rigiocare in modo completamente diverso.

Il nuovo sistema di movimento del personaggio, più fluido e naturale, semplifica le azioni di gioco e dona nuova linfa vitale a questo Call of Duty Black Ops III. Se a questo, poi, si aggiunge la nuova e attesissima modalità Zombie, ne esce davvero un capitolo completo su tutti i fronti.

Maker Faire. Roma è capitale dell’innovazione europea

La città universitaria della Sapienza a Roma sta per diventare una città del futuro. Responsabile del cambiamento è l’edizione della Maker Faire. Si tratta di una delle più importanti fiere dell’innovazione al mondo, giunta quest’anno alla terza edizione.

Maker Faire. Roma è capitale dell’innovazione europea

Un’area di oltre 100mila metri quadrati, con circa 15mila metri quadrati dedicati agli spazi espositivi, più di 600 stand e con oltre 700 invenzioni in mostra provenienti da tutto il mondo, selezionate tra più di 1300 progetti arrivati alla Call for Makers. Non basta.

Ad arricchire la tre giorni romana saranno centinaia di workshop e seminari con gli speaker più importanti del settore e un’area dedicata ai kids di quasi tremila metri quadrati, dove i bambini dai 5 anni in su avranno a disposizione più di 90 laboratori per imparare a programmare e costruire il proprio robottino. Novità di quest’anno, fra le altre cose, anche la mega voliera di 300 metri quadrati di larghezza e di 22 metri d’altezza, dove sarà possibile assistere alle performance dei droni.

Maker Faire. Le origini in Usa

Nata nel 2006 a San Mateo, in California, la Maker Faire è diventata, negli anni, un appuntamento fisso per gli appassionati di tecnologia e innovazione. La fiera non è una semplice esposizione di progetti e invenzioni, ma è soprattutto un luogo e un’occasione di incontro fra esperti, appassionati, imprese che fanno dell’innovazione tecnologica la propria ragion d’essere e che vogliono condividere le proprie conoscenze e scoperte. Con oltre un milione e mezzo di visitatori in tutto il mondo, Maker Faire può vantare ben 131 eventi organizzati solo nel 2014.

Centinaia di espositori da tutto il mondo partecipano alla fiera dell'innovazione
Centinaia di espositori da tutto il mondo partecipano alla fiera dell’innovazione

Dalla California, l’evento ha assunto proporzioni enormi, diffondendosi in tutto il mondo. L’edizione della Maker Faire Bay Area ha accolto oltre 110 makers ed oltre 130.000 visitatori; la World Maker Faire New York ha ospitato oltre 600 maker e più di 75mila visitatori. Altre 120 Mini Maker Faire, eventi indipendenti curati da community, si sono diffuse in Europa e in Italia.

Maker Faire. Ora la capitale è Roma

Maker Faire Rome è l’edizione europea di Maker Faire, la più grande esposizione al mondo dopo le americane “Area Bay” e “New York”. Scienza, fantascienza, tecnologia e divertimento si fondono in un’unica manifestazione, attenta sempre a strizzare l’occhio al business e ad un nuovo modo di fare impresa.

Maker Faire dà spazio ai “makers”, che sperimentano nuove invenzioni per risolvere i problemi della vita di tutti i giorni. E, allo stesso tempo, è una vetrina non solo per gli addetti ai lavori, ma per i curiosi di tutte le età. C’è posto, dunque, per l’esposizione di stampanti 3D, droni, robot, digital manifacturing, ma anche per le nuove forme di arte, spettacolo, artigianato, sperimentazioni sul cibo.

Il logo dell'edizione 2015 della Maker Faire a Roma
Il logo dell’edizione 2015 della Maker Faire a Roma

Numerosi i settori in cui è suddivisa la fiera: si va dal 3D printing, 3D scanning, e Arduino, all’Art, Artisans & New Craft, Biology, Cultural Heritage, Drones, Education, Energy & Sustainability, Fabrication, passando per il Fashion & Wearables, Food&Agriculture, Games, Hacks, Home Automation, Internet of Things, Kids & Education, Music & Sound, Open Source, Recycling & Upcycling, Robotics, Science, Steam Punk, Wellness & Healthcare. Non mancheranno i workshop in cui ci si confronterà sui temi dell’istruzione e i live talk.

Maker Faire. Area Kids

Attesissima l’Area Kids con i suoi 3mila metri quadrati, curata da Codemotion e dedicata ai giovani innovatori dai 5 ai 16 anni: laboratori di programmazione, tour guidati da animatori scientifici, mini laboratori di making e uno “science corner” che mostrerà come la scienza può dare spettacolo. I ragazzi potranno realizzare concretamente il loro primo robot, circuito o videogioco. Assoluta novità del 2015 saranno “le Isole Didattiche” – sette postazioni aperte in cui, ci saranno attività dedicate al riciclo creativo didattico e al learning by doing, e un’area FabLab a misura di bambini e ragazzi.

Maker Faire. Maker Music

Assieme a Sugarmusic, editore musicale ed etichetta discografica tra le più rinomate a livello internazionale, verrà realizzata un’area Maker Music, appositamente dedicata ai maker della musica e alle loro sperimentazioni. Laboratori interattivi, realizzazioni di strumenti musicali in autoproduzione basati sulla piattaforma Arduino e performance dal vivo saranno un’ulteriore attrazione per il pubblico della manifestazione.

Non solo appassionati ed esperti, anche i curiosi possono visitare gli stand della fiera
Non solo appassionati ed esperti, anche i curiosi possono visitare gli stand della fiera

Maker Faire. Le scuole e le università

Un ruolo primario avranno anche i ragazzi selezionati tra le oltre cento scuole superiori (Istituti Tecnici e Its) che hanno partecipato alla Call for Schools. Trenta i progetti selezionati e i relativi stand – quasi il doppio rispetto agli spazi dello scorso anno – messi a disposizione delle scuole per far emergere la capacità di inventiva e il talento degli studenti. Assieme alle scuole saranno presenti anche le più prestigiose università italiane.

Maker Faire. Food & Agricolture

Degna di nota sarà anche l’Area Food & Agricolture, con oltre 40 espositori presenti nel padiglione dedicato: dall’innovazione nel campo della produzione di birra artigianale, alla stampa di crepes in 3D, al robot che fa cocktail, al tappo intelligente per tracciare la conservazione del vino, passando per gli orti verticali, arrivando alle coltivazioni idroponiche.

La Maker Faire organizzata a Londra. Ogni anno sono centinaia le comunità locali che si attivano per accogliere la fiera nella propria città
La Maker Faire organizzata a Londra. Ogni anno sono centinaia le comunità locali che si attivano per accogliere la fiera nella propria città

Maker Faire. Le precedenti edizioni

Quest’anno, dopo il successo delle edizioni 2013 e 2014, che hanno fatto registrare più di 90mila visitatori, sono attese centinaia di invenzioni e attrazioni da 65 nazioni.

Maker Faire Rome – The European Edition è curata da Massimo Banzi, co-fondatore di Arduino, Riccardo Luna, Digital Champion Italiano e Stefano Micelli, professore Ca’ Foscari, ed è organizzata da Asset Camera, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Roma la cui la mission è mettere la città di Roma al centro del dibattito sull’innovazione, attraverso la diffusione della cultura digitale e lo sviluppo dell’imprenditorialità individuale e collettiva, propria del DNA del movimento dei Makers.

Il tuo iPhone è lento? forse è una sindrome psicologica

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Il tuo iPhone è lento? Prova a considerare questa innovativa teoria. Che gli utenti di Apple siano tra i più fidelizzati al mondo era cosa nota da tempo. Ma che ad avvalorare questa tesi ci sia il supporto scientifico di ricerche mirate è davvero una novità. A metterlo in luce due studi che svelano altrettanti particolari comportamenti dei “seguaci” di Apple.

Il primo è quello di Statista che rileva una tendenza nei consumatori Apple a percepire come lento il proprio iPhone ad ogni nuova versione rilasciata dall’azienda di Cupertino. Il secondo studio è condotto da Strand Consult e dimostra come gli utenti Apple siano addirittura affetti da una sindrome che ricorda la sindrome di Stoccolma.

Il tuo iPhone è lento? la teoria della sindrome psicologica

Statista, una società di statistiche online con base in Germania, ha notato come, in corrispondenza con l’uscita di un nuovo modello di iPhone, gli utenti si lamentino della lentezza del loro “vecchio” dispositivo. Pare, però, che ad aumentare questa sensazione di obsolescenza sia più una componente psicologica che un difetto reale.

Con l’uscita dell’ultimo iPhone 6s, ad esempio, alcuni utenti avranno notato che le versioni precedenti del telefono sono più lente o che la batteria dura di meno. Questa tendenza è mostrata anche da Google Trends in concomitanza con l’uscita di ogni nuova release di casa Apple. Statista ha provato a segnare su un grafico la tendenza. Appena dopo il rilascio di un nuovo modello di iPhone, il termine di ricerca “iPhone lento” su Google subisce un picco.

Il tuo iPhone è lento? Il grafico di Statista che mostra il picco di ricerche "iPhone lento"
Il tuo iPhone è lento? Il grafico di Statista che mostra il picco di ricerche “iPhone lento”

Questo accade all’incirca dal 2008 e per ogni nuova versione del telefono immessa sul mercato da quella data in poi. I picchi di ricerca del termine “iPhone lento” vanno via via attenuandosi nelle settimane successive all’ingresso del nuovo modello sul mercato, a testimonianza che la componente psicologica gioca in questo caso un ruolo fondamentale.

Ad accentuare questa tendenza, il fatto che ad ogni nuova uscita, Apple rilascia un aggiornamento di iOS, il sistema operativo che gira sugli iPhone, fattore che rende la sensazione di lentezza ancora più marcata.

Non solo iPhone lento. C’è la sindrome dell’iPhone perfetto

Ancora una volta il fattore psicologico interviene quando si parla di prodotti a marchio Apple. Secondo gli studi della società danese Strand Consult, pare che gli utenti dell’iPhone sono così fidelizzati al marchio che, anche quando il loro telefono presenta degli oggettivi difetti, tendono a minimizzare i disagi e a muoversi in difesa dell’azienda di Cupertino.

Strand Consult parla addirittura di una sorta di sindrome di Stoccolma – la sindrome che lega una persona rapita ai propri rapitori, verso i quali tende a provare un senso di protezione. Un meccanismo simile, con i dovuti distinguo del caso, si è instaurato fin dal rilascio del primo iPhone. Quando, infatti, sui cellulari della Apple non era ancora disponibile il 3G, gli utenti erano pronti a difendere l’azienda dicendo che il sistema di connessione non era a quei tempi diffuso e quindi se ne poteva fare a meno. Lo stesso accadeva quando si imputava all’iPhone la mancata possibilità di inviare MMS. “Ma chi usa più gli MMS?” erano pronti a rispondere i fanatici della Mela.

Il tuo iPhone è lento? Gli ultimi modelli lanciati sul mercato da Apple sono iPhone 6 e iPhone 6s
Il tuo iPhone è lento? Gli ultimi modelli lanciati sul mercato da Apple sono iPhone 6 e iPhone 6s

E anche quando il dispositivo Apple presenta delle funzioni che non sono al pari delle prestazioni di un qualsiasi altro cellulare, l’utente Apple tende a minimizzare. E allora se la fotocamera non è così potente, che importa? Le foto sono ugualmente fantastiche. E ancora, se l’iPhone non è multitasking è solo una scelta intenzionale da parte dell’azienda per rendere il telefono più veloce. E per la batteria integrata, l’utente Apple rispondere che nessuno va in giro con batterie di ricambio, quindi il problema non sussiste!

Persino la caratteristica di avere programmi esclusivamente dedicati ai prodotti Apple e non utilizzabili su altre piattaforme, viene vista come un indubbio pregio. Lo zoccolo duro dei fidelizzati risponde, infatti, che Apple garantisce il massimo della sicurezza, che sa cos’è meglio per gli utenti e che il fatto che i giochi e le applicazioni siano sviluppati unicamente per gli iPhone rende i dispositivi più veloci e con il massimo delle funzionalità.

Del design neanche a parlarne. Appena si sottolinea che l’iPhone è un telefono a bassa tecnologia confezionato all’interno di un design elegante, gli utenti risponderanno che la combinazione tra l’interfaccia e il design di Apple è la sua caratteristica vincente.

Anche per le chiamate che si interrompono sarà colpa della Mela? Neanche per sogno. I responsabili sono gli operatori. E quasi come se l’iPhone fosse la testimonianza tangibile della perfezione, nessun utente avrà nulla da ridire se il telefono non supporta le schede di memoria, o se non è possibile installarvi il proprio browser preferito per la navigazione.

Il tuo iPhone è lento? Uno degli ultimi modelli di iPhone - il 5s - già considerato "lento" dagli utenti
Il tuo iPhone è lento? Uno degli ultimi modelli di iPhone – il 5s – già considerato “lento” dagli utenti

Questa particolare fidelizzazione è diventata negli anni quasi un culto. Apple, infatti, può contare su una base di utenti che, anche in presenza di dispositivi non rivoluzionari, sarà sempre disposta ad acquistare i suoi prodotti.

Certamente, si tratta di una componente che fa invidia agli altri produttori di telefono. Nokia, Samsung, LG, HTC o Sony Ericsson non possono vantarsi di avere una clientela tanto fidelizzata. Per questo non è così improbabile parlare di una vera e propria “Sindrome di iPhone”.

iPhone 6s, meglio comprare o aspettare iPhone 7?

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Appena tolto il velo agli ultimi iPhone 6S e iPhone 6S Plus, la domanda sorge spontanea: iPhone 6s, meglio comprare o aspettare iPhone 7? Certo, parlare di iPhone 7 a pochi giorni dall’uscita del 6S può sembrare un’esagerazione, ma nemmeno troppo se si pensa come ormai ogni anno Apple presenti sul mercato un nuovo smartphone. La domanda, quindi, sorge spontanea: meglio comprare subito o aspettare ancora 11 mesi (supponendo l’uscita di iPhone 7 per settembre 2016)? Vediamo di scoprire insieme la scelta più conveniente.

iPhone 6s, meglio comprare o aspettare iPhone 7? Ecco tutte le informazioni per rispondere alla fatidica domanda
iPhone 6s, meglio comprare o aspettare iPhone 7? Ecco tutte le informazioni per rispondere alla fatidica domanda

iPhone 6s, meglio comprare o aspettare iPhone 7?

iPhone 6S e 6S Plus hanno stupito alla loro presentazione per qualità e quantità di caratteristiche inedite per la famiglia iPhone. Mai, in tutta la storia dei telefonini della Mela, si era assistito a una serie “S” così ricca di novità: dalla funzione 3D Touch, in grado di associare specifiche funzioni al grado di pressione delle dita, al comparto fotografico migliorato e potenziato con una fotocamera da 12 Mp e l’introduzione delle fotografie animate Live Photos. iPhone 6S ha stupito anche per il nuovo processore A9 a 64 bit, in grado di garantire prestazioni CPU più rapide del 70% e una grafica più reattiva del 90%, andando ulteriormente a migliorare le già ottime prestazioni dei suoi predecessori.

iPhone 6s, meglio comprare o aspettare iPhone 7? Con il nuovo smartphone è previsto l'arrivo del processore A10.
iPhone 6s, meglio comprare o aspettare iPhone 7? Con il nuovo smartphone è previsto l’arrivo del processore A10.

iPhone 6S e 6S Plus sono prodotti di alta fascia, caratterizzati da un design pulito, caratteristiche costruttive eccellenti e da una grande potenza. Di contro, c’è il prezzo: per portarsi a casa un iPhone 6S sono necessari 779 euro per la versione da 16 Gb, 889 euro per quella da 32 Gb e 999 euro per quella da 128 Gb. Di poco superiori i prezzi per 6S Plus: 889 euro per la versione da 16 Gb, 999 euro per quella da 64 Gb e 1.109 euro per quella più capiente da 128 Gb.

 

iPhone 6s, meglio comprare o aspettare iPhone 7? Tra le nuove colorazioni potrebbe spuntare anche quella dorata.
iPhone 6s, meglio comprare o aspettare iPhone 7? Tra le nuove colorazioni potrebbe spuntare anche quella dorata.

iPhone 6S, meglio comprare o aspettare iPhone 7? Le promesse di iPhone 7

A un anno da quella che -presumibilmente- sarà la presentazione dell’iPhone 7, esistono già tonnellate di rumors e indiscrezioni più o meno fondate su quella che sarà la settima famiglia dello smartphone di Cupertino. A cominciare dal design: su iPhone 7 potrebbe scomparire la scocca in metallo. Voci autorevoli parlano di un iPhone 7 impermeabile all’acqua e resistente alla polvere, caratteristica che male si abbina all’alluminio visto nelle ultime due generazioni.

Se da un lato sarebbe verosimile l’impiego della lega di alluminio serie 7000 vista su AppleWatch, non si può escludere un ritorno di una scocca in plastica o l’arrivo di materiali di nuova generazione, dalla ceramica alla lega di metallo liquido. In quest’ultimo caso, la voce prenderebbe corso in seguito all’accordo commerciale stretto da Apple con la Liquidmetal Technologies, capace di realizzare questa lega brevettata con una resistenza doppia rispetto a quella del titanio.

iPhone 6s, meglio comprare o aspettare iPhone 7? Design rinnovato e nuove funzioni varranno un altro anno di attesa?
iPhone 6s, meglio comprare o aspettare iPhone 7? Design rinnovato e nuove funzioni varranno un altro anno di attesa per iPhone 7?

Sempre a livello di design, non può passare inosservata la tendenza di Apple nel voler ridisegnare l’estetica degli iPhone ogni 2 generazioni di prodotto: la serie 5 e la serie 6, molto simili tra di loro come pure le vecchie serie 3 e 4, possono ragionevolmente lasciare a intendere un nuovo cambio di rotta stilistico per i prodotti del futuro. Per quanto riguarda i colori, dopo l’introduzione del “pink gold” vista su iPhone 6S è facile immaginare l’arrivo di nuove colorazioni, pensate per abbinarsi ai futuri Apple Watch 2 la cui uscita sul mercato dovrebbe coincidere con la presentazione di iPhone 7.

iPhone 6s, meglio comprare o aspettare iPhone 7? Il design del nuovo smartphone è ancora un'incognita. Non è da escludere nemmeno l'arrivo della Digital Crown vista su Apple Watch.
iPhone 6s, meglio comprare o aspettare iPhone 7? Il design del nuovo smartphone è ancora un’incognita. Non è da escludere nemmeno l’arrivo della Digital Crown vista su Apple Watch.

A livello di display, le dimensioni non dovrebbero variare rispetto al 6S (4,7″) e al 6S Plus (5,5″), mentre potrebbe vedere la luce un iPhone 7 mini da 4″ per andare incontro alle esigenze di chi disdegna gli schermi di grandi dimensioni. In un telefono destinato a diventare il più “grande” di tutti, anche la risoluzione potrebbe conoscere un deciso aumento: si parla, in questo caso, di un’evoluzione del display Retina, protetta da un vetro in zaffiro (lo stesso di Apple Watch) o in alternativa da un’evoluzione del Gorilla Glass 4 attualmente equipaggiato, conosciuta con il nome di “Project Phire“: un nuovo materiale composito capace di garantire una resistenza ai graffi e agli urti simile allo zaffiro, ma dal costo inferiore. Il sistema di rilevamento delle impronte digitali TouchID, inoltre, potrebbe essere spostato dal tasto home al display, convertendo l’intero schermo ad un unico, grande lettore di impronte.

iPhone 6s, meglio comprare o aspettare iPhone 7? Per lo schermo del nuovo iPhone si prevede una tecnologia capace di fornire più dettagli rispetto a Retina.
iPhone 6s, meglio comprare o aspettare iPhone 7? Per lo schermo del nuovo iPhone si prevede una tecnologia capace di fornire più dettagli rispetto a Retina.

iPhone 7 vedrà molto probabilmente il debutto del processore A10 da 6 core, ancora più performante dell’A9 equipaggiato su iPhone 6S, cui potrebbe essere accompagnato un aumento della ram e della memoria interna. Questo, unito a una nuova batteria a lunga durata allo studio da ormai molti mesi nei laboratori di Cupertino (che potrebbe abbinarsi a un nuovo sistema di ricarica wireless), porterebbe a un nuovo rapporto potenza/prestazioni nel mercato degli smartphone di fascia alta. Per questa ragione appare ormai scontata l’eliminazione della versione da 16 Gb e l’introduzione di una da 32 Gb, anche considerato il peso sempre più elevato delle foto scattate (quelle catturate con la funzione Live Photos, per esempio, pesano il doppio di quelle standard).

iPhone 6s, meglio comprare o aspettare iPhone 7? La nuova batteria, più capiente, potrebbe essere affiancata dalla ricarica wireless.
iPhone 6s, meglio comprare o aspettare iPhone 7? La nuova batteria, più capiente, potrebbe essere affiancata dalla ricarica wireless.

Anche per il comparto fotografico si annunciano grosse novità: anche se la fotocamera rimarrà probabilmente la stessa vista su iPhone 6S (12 Mp per la fotocamera principale e 5 Mp per la frontale) è previsto un deciso aumento qualitativo grazie a una nuova lente dotata di prisma, in grado di dividere i colori dello spettro e di rielaborarli autonomamente a livello di processore.

iPhone 6S, meglio comprare o aspettare iPhone 7? Scegliete in base al telefono di partenza

Come abbiamo visto, iPhone 6S e 6S Plus sono entrambi smartphone eccezionali. iPhone 7 si preannuncia come un’ulteriore evoluzione nella famiglia dei telefoni di Cupertino, ma è ancora presto per fare una valutazione obiettiva sulla base delle effettive caratteristiche che, con ogni probabilità, saranno diffuse ufficialmente a settembre 2016. Oltre al prezzo, esistono molti altri fattori che potrebbero far cadere l’ago della bilancia verso il 6S o verso l’attesa, in vista dell’iPhone 7 del 2016.

Il nostro consiglio è quello di contestualizzare la scelta a seconda dello smartphone di provenienza, perchè in questo modo potrete puntare sul rapporto fra la qualità, il prezzo, e i miglioramenti di cui si può godere: tutti coloro che partono da un dispositivo “old-style” e vogliono passare ad uno smartphone, quelli che hanno scelto un prodotto di fascia medio-bassa, o chi ha acquistato un telefono top di gamma, ma che con il tempo è diventato “anziano”, come il Galaxy S3 o l’iPhone 4S, l’acquisto di un 6S (o 6S Plus) rappresenta un deciso passo in avanti, con uno smartphone moderno e in grado di restare al passo con la tecnologia per molti altri anni.

Con questa mossa, questi utenti potranno godere di un iPhone ricco di funzionalità, in grado di accompagnare tranquillamente l’utente per i prossimi 2-3 anni (ma anche 4-5, a seconda di quanta potenza si vuole chiedere ad uno smartphone).

iPhone 6s, meglio comprare o aspettare iPhone 7? Per i possessori di smartphone nuovi e potenti, potrebbe essere più utile aspettare.
iPhone 6s, meglio comprare o aspettare iPhone 7? Per i possessori di smartphone nuovi e potenti, potrebbe essere più utile aspettare.

Attenzione, però, a chi proviene da uno smartphone di fascia alta come un iPhone 6, un HTC One A9, un Galaxy S5 o un LG G4. In questo caso è bene ricordare che la Apple, solitamente, lancia delle nuove funzioni in prodotti intermedi come l’iPhone 6S, per eliminarle o confermarle, potenziate, nella versione successiva.

Per questo motivo, posto che non si hanno problemi di qualità dato il telefono attualmente in possesso, comprare un iPhone 6S e vedere delle novità migliorate o ampliate nella versione 7, e dopo un tempo relativamente breve, porrebbe di fronte ad una situazione poco piacevole. Aver speso soldi per un top di gamma, e non avere l’ultimo grido a disposizione, oppure dover spendere due volte, per un 6S e un 7.

Insomma, se con il vostro smartphone non potete lamentarvi, consigliamo di aspettare l’arrivo di iPhone 7 . E’ bene prima farsi un’idea su quelle che saranno le caratteristiche definitive del nuovo iPhone 7 del 2016, per evitare di spendere soldi e rimpiangerli nel giro di pochi mesi.

All’utente, in ogni caso, spetta la scelta finale: non esiste una risposta uguale per tutti. L’unica cosa certa, è che si sta parlando (e si parlerà) di due grandi smartphone. I patiti del “melafonino” sicuramente non si lasceranno perdere l’acquisto del 6S, sostituendolo magari con il nuovo modello appena uscirà, mentre altri potrebbero valutare l’acquisto in base a determinate caratteristiche del dispositivo (il 3D Touch, ad esempio, semplifica di molto l’esperienza d’uso su iOS 9, regalando nuove funzioni). Nel frattempo, seguiremo attentamente tutti i rumors riguardanti iPhone 7 e cercheremo di aiutarvi, di volta in volta, a trovare una risposta alla fatidica domanda: iPhone 6s, meglio comprare o aspettare iPhone 7.

Apple News. L’app di notizie della Mela. Così si usa al meglio

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Con l’era di Internet e la crisi del mercato editoriale, sfogliare giornali e riviste è diventata una pratica quasi obsoleta se non fosse per Apple News. L’app nuova di zecca lanciata dalla Mela, impone la riscoperta di questa antica abitudine quotidiana.

Leggere contenuti, senza rinunciare agli elementi multimediali, passare fisicamente da una pagina all’altra di una rivista o di un quotidiano sarà adesso molto più facile grazie ad Apple News. Ecco i vantaggi che offre l’app.

Apple News. L’app di notizie della Mela. Così si usa al meglio

Ci hanno già provato in tanti a riprodurre sullo schermo di uno smartphone o di un tablet la sensazione di sfogliare e leggere giornali e riviste. Applicazioni come NYT Now, Timeline, BriefMe e Flipboard sono dei validi tentativi che hanno migliorato il modo di leggere contenuti da parte degli utenti sui loro dispositivi mobili. E per quanto Flipboard sia stata fino ad ora l’app migliore in questa direzione, Apple News è di gran lunga più efficace, meglio organizzata e maggiormente accattivante.

Come funziona Apple News

La prima volta che si accede a Apple News, l’app farà un breve sondaggio sui vostri gusti personali e sui vostri interessi per selezionare i contenuti che vi piace leggere. Se, ad esempio, si ha la preferenza per gli argomenti che riguardano il cibo, si potranno leggere contenuti che provengono da fonti come Epicurious e Grub Street.

Apple News faciliterà la lettura di articoli su iPhone e iPad
Apple News faciliterà la lettura di articoli su iPhone e iPad

Oltre alla selezione per contenuti, si può scegliere direttamente i siti. Si potranno dunque segnalare giornali come il New York Times o il Wall Street Journal e ancora la CNN. Ovviamente, più vasta è la selezione più Apple News sarà in grado di capire i gusti dell’utente e suggerire contenuti che potrebbero essere interessanti.

La funzione di suggerire articoli in linea con il profilo del lettore è del tutto nuova. Attraverso il tasto “Esplora”, infatti, si potranno consultare nuovi contenuti, quando si è stanchi di quelli che sono stati già scelti. È, inoltre, possibile ordinare gli articoli in “Top Hits”, “Temi” e “Canali”. La ricerca dei nuovi contenuti è estremamente rapida e fluida.

In fondo ad ogni articolo, poi, ci sono i tre pulsanti che permettono altrettante diverse funzioni. Il pulsante di condivisione, il cuoricino per aggiungere ai “Preferiti” e il segnalibro.

Schiacciando il pulsante “Condividi”, si aprirà il classico menu pop-up di Apple che dà la possibilità di segnalare l’articolo a qualcuno, o inviarlo tramite messaggio o e-mail. Si può aggiungerlo ai promemoria o aprirlo con Safari e, naturalmente, condividerlo su Twitter, Facebook e sugli altri social network.

La schermata dei "Preferiti" all'interno di Apple News
La schermata dei “Preferiti” all’interno di Apple News

Il tasto “Segnalibro” consente di leggere l’articolo in un secondo momento anche in modalità offline. Opzione, quest’ultima, da non sottovalutare se si ha una connessione lenta oppure se si è costretti a lunghi viaggi in aereo o in qualsiasi luogo dove non arriva la connessione.

La lettura offline permette anche di risparmiare i Gb a disposizione per la navigazione gratuita. Tutti gli articoli evidenziati dal segnalibro sono sistemati nella sezione Preferiti della app, pronti per essere letti.

Apple News. L’app punta su semplicità e fluidità

Apple News è un’applicazione veloce e fluida che permette di accedere ai contenuti in maniera facile ed immediata. Anche se non tutti i siti scelti come fonti per le notizie sono ottimizzati per la lettura sulla app dell’azienda di Cupertino, la loro consultazione sarà allo stesso modo agevole, senza strane formattazioni come accade a volte su Flipboard.

Altra caratteristica che rende le prestazioni di Apple News più avanti rispetto alle altre app pensate finora è il fatto di poter leggere senza essere disturbati da annunci pubblicitari di nessun tipo.

Apple News. L’app mira anche a grafica ed usabilità

Leggere i contenuti su un dispositivo mobile diventa un’esperienza rilassante e comoda con Apple News. Tutte le notizie si aggiornano automaticamente ad ogni accesso. Oltre al testo, anche le immagini presenti in un articolo saranno facilmente visibili. Basterà fare una leggera pressione sulla foto per ingrandirla e scorrere con un dito per vedere l’intera galleria delle immagini.

Come appare un articolo della rivista Wired su Apple News
Come appare un articolo della rivista Wired su Apple News

Per passare all’articolo successivo basterà scorrere la pagina proprio come si farebbe con un giornale cartaceo. Ogni articolo avrà delle animazioni fluide. Fra i design più belli da leggere con Apple News c’è quello del New York Times. All’accesso appare una grande immagine e un link alle più importanti notizie.

Dopo di che, si vede un elenco di articoli tra cui scegliere. Le immagini sono disposte in primo piano nella parte superiore della pagina, e si può scorrere per vederle in sequenza, senza altri collegamenti speciali. Più si allarga la partnership fra Apple e le grandi testate, più sarà facile la lettura dei loro contenuti sui dispositivi mobili.

Apple News è una delle più belle applicazioni firmate Apple negli ultimi tempi. Si tratta della perfetta combinazione fra semplicità e ricercatezza. Anche se Flipboard è servito in qualche misura come ispirazione, Apple News presenta un aspetto pulito e ordinato, oltre a garantire una navigazione senza annunci o altre interferenze.

Si tratta di una gradita aggiunta a iOS 9, per tutti coloro a cui piace mantenersi aggiornati sulle ultime notizie.

Samsung Galaxy Note 5 recensione. Stupendo ma pochi GB

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Il nuovo Samsung Galaxy Note 5. Recensione di uno smartphone ultrapiatto, estremamente maneggevole con uno schermo extra lucido e una fotocamera potente. Alla qualità complessiva del telefono, si aggiungono i suoi inequivocabili punti di forza: la durata della batteria, superiore ai livelli finora visti, e il pennino, modificato ulteriormente rispetto al modello precedente.

Ciò non toglie, però, che l’ultimo modello di casa Samsung presenti dei “difetti”. Non esiste più lo slot per la memoria espandibile e anche la batteria, sebbene abbia una durata eccezionale, non è estraibile come nei vecchi modelli. Queste ultime due modifiche potrebbero danneggiare Samsung, avvantaggiando rivali meno costosi come LG, HTC e Motorola. Resta il fatto che il Galaxy Note 5 è un ottimo telefono, anche se di certo è ancora perfettibile. Ecco qui la recensione del prodotto.

Samsung Galaxy Note 5 recensione. Straordinario, peccato la memoria

Benché presenti un design molto accattivante, il Galaxy Note 5 è lo smartphone che meno si distingue all’interno della linea Note. Ad un primo sguardo, infatti, assomiglia molto al Galaxy S6 Edge +. I modelli Note 5 e S6 Edge + non sono altro che le versioni giganti dei modelli Galaxy S6 Edge e Galaxy S6 che Samsung ha lanciato lo scorso marzo.

Il nuovo pennino, ribattezzato dalla casa produttrice coreana “S-Pen”, è l’unico elemento che rende il Note 5 veramente diverso dagli altri prodotti dello stesso marchio. Tuttavia, nonostante le pochissime novità, non si può dire certo che il Galaxy Note 5 non sia un buon telefono.

Il Samsung Galaxy Note 5 disponibile in oro, argento, bianco e nero zaffiro
Il Samsung Galaxy Note 5 disponibile in oro, argento, bianco e nero zaffiro

Samsung Galaxy Note 5 recensione. Le varianti e il display

Ma andiamo con ordine. Il Samsung Galaxy Note 5 è disponibile in diversi colori: oro, argento, bianco e nero zaffiro (che sembra blu alla luce). I prezzi variano a seconda del rivenditore e del Paese di acquisto. Diciamo, indicativamente, che la versione da 64GB costa 700 euro, mentre il modello con 32GB si attesta su un valore di 600 euro. Prezzi ben più alti rispetto all’iPhone6 Plus da 64 GB (che costa circa 500 euro) e rispetto allo stesso Galaxy S6 Plus che nella versione da 64 GB costa circa 600 euro.

Per quanto riguarda l’aspetto estetico del telefono, nonostante la sua grandezza, il Galaxy Note 5 mantiene la sua maneggevolezza e il design più elegante e sottile rispetto al precedente Note 4. Lo schermo AMOLED è sempre di 5.7 pollici con una risoluzione di 2,560×1,440 pixel, che rende nitidi moltissimi dettagli.

Il nuovo Samsung Galaxy Note 5 presentato dall'azienda coreana è un telefono dalle ottime prestazioni
Il nuovo Samsung Galaxy Note 5 presentato dall’azienda coreana è un telefono dalle ottime prestazioni

Sotto il display ci sono i due soliti tasti (Applicazioni recenti e Indietro) e il tasto Home, che ora funge anche da lettore di impronte digitali e per avviare Google Now (la risposta a Siri di Apple). Il pulsante di accensione si trova sul lato destro, mentre quello per la regolazione del volume è posizionato sul lato sinistro.

Lungo il lato posteriore, poi, c’è l’uscita micro USB per caricare la batteria, mentre sul lato anteriore troviamo il jack per le cuffie, la fondina della S-Pen, e lo slot per la scheda SIM. Sul retro ci sono l’obiettivo della fotocamera da 16 megapixel e il flash. Abbiamo già accennato che il dispositivo si presenta come un corpo unico, senza batteria estraibile e spazio per la memoria espandibile.

Samsung Galaxy Note 5 recensione. La S-Pen

La S-Pen, come anticipato – vera novità di quest’anno – è fatta di policarbonato e cambia sempre un po’ rispetto ai modelli precedenti. Il design del pennino presenta le superfici dei lati piatte in modo da evitare l’accidentale scivolamento sulle superfici piane.

Un avvertimento importante: il pennino deve essere inserito nella fondina dall’estremità a punta. Se si inserisce dalla parte sbagliata – come hanno provato a fare molti utenti – la penna rimarrà irrimediabilmente incastrata nel telefono. Per il resto, la S-Pen continua a mantenere le sue funzioni di scrittura, puntatore e aiuto nella navigazione.

La fondina del pennino del nuovo Galaxy Note 5 consente di inserire la S-Pen esclusivamente dall'estremità appuntita
La fondina del pennino del nuovo Galaxy Note 5 consente di inserire la S-Pen esclusivamente dall’estremità appuntita

La penna si può, inoltre, utilizzare per aprire una finestra di dialogo del menu, o per vedere l’anteprima di foto e video. Permette di trascinare e rilasciare il testo e fare la cattura dello schermo. Secondo Samsung, la S-Pen è stata resa ancora più fluida nella scrittura e con un tocco più leggero. Anche l’applicazione S-Note risulta estremamente semplificata, con funzioni extra e con diverse opzioni di personalizzazione sul colore, lo spessore, ecc.

Samsung Galaxy Note 5 recensione. Novità del Note 5

Rispetto al Galaxy Note 4 del 2014, il Note 5 presenta alcuni assi nella manica. Innanzi tutto, ha la nuova funzione “Air Command”, un’icona galleggiante che svela un menu circolare con le applicazioni più utilizzate, vale a dire l’app S-Note, il browser e la galleria fotografica. L’Air Command si può disattivare, dal menu Impostazioni, oppure si possono cambiare le tre app a scelta.

La nuova funzione "Air command" di Samsung Galaxy Note 5 permette di accedere facilmente alle tre app più utilizzate
La nuova funzione “Air command” di Samsung Galaxy Note 5 permette di accedere facilmente alle tre app più utilizzate

Poi c’è la funzione “Screen off memo”, che consente di creare una specie di nota adesiva anche quando lo schermo è spento. Con il nuovo modello sarà, inoltre, possibile scrivere su un file PDF e con il Note 5 sarà possibile eseguire uno screenshot dell’intero schermo, senza effettuare più screenshot se il testo è lungo.

Samsung Galaxy Note 5 recensione. Android e applicazioni

Il Samsung Galaxy Note 5 supporta Android 5.1 Lollipop. Questo vuol dire che è il telefono è legato ad un’ampia gamma di servizi di Google, Google Now e l’accesso ai file di Google Drive. Si potrà, inoltre, migliorare l’aspetto del display o i pulsanti di accesso rapido del centro notifiche a tendina e tutto ciò che ha a che fare con la S-Pen attraverso il software di Samsung.

Anche se l’uscita di Android 6.0 Marshmallow è alle porte, non ci è dato sapere quando questa sarà disponibile sui cellulari Samsung.

Presenti anche nell’ultimo dispositivo le applicazioni “storiche” S-Note e S-Salute, oltre a numerose componenti aggiuntive opzionali, come come Galaxy Gifts e Galaxy Essentials.

Dal menu Impostazioni saranno a disposizione moltissime funzioni extra. Due fra tutte: La modalità Facile, per avere uno schermo semplificato, e la modalità Privata, per nascondere foto o file che nessuno può vedere. Presenti anche due livelli di consumo energetico, aspetti e temi per variare la grafica del telefono e persino un manuale utente. Tirando giù la tendina delle notifiche, sarà a portata di mano la torcia. Dalla home page se si scorre verso destra, si aprirà Flipboard, utile per leggere le notizie.

Samsung Galaxy Note 5 recensione. Foto e video

Un discorso a parte merita la fotocamera del nuovo Galaxy Note 5. Nonostante il numero di pixel non sia cambiato, l’applicazione presenta però un diaframma più aperto (dall’f2.2 del Note 4 all’1.9 del Note 5). Questo vuol dire che il sensore è in grado di catturare più luce anche nelle situazioni di scarsa luminosità. Le prestazioni sono, dunque, molto simili al S6 e al S6 Edge. Sempre presente la stabilizzazione ottica dell’immagine che contribuisce a diminuire le sfocature dovute ad una foto mossa. Si potranno anche scattare foto in modalità HDR.

La nuova S-Pen del Galaxy Samsung Note 5 è stata resa ancora più fluida e dal tocco più leggero
La nuova S-Pen del Galaxy Samsung Note 5 è stata resa ancora più fluida e dal tocco più leggero

Nel nuovo modello ci sarà anche la possibilità di registrare in diretta su YouTube, come avviene con Periscope di Twitter. C’è un intenzionale ritardo di trenta secondi tra il momento dell’avvio della registrazione e la visualizzazione del filmato su YouTube. (La funzione della trasmissione in diretta su Youtube è una prerogativa, al momento, solo del Note 5 e dell’S6 Board+). Ancora a proposito della fotocamera, la modalità Pro permetterà di scattare e salvare le immagini in formato Raw, sul quale sarà possibile intervenire in post-produzione con tutti gli aggiustamenti del caso.

Sarà anche possibile registrare un collage di 6 secondi e poi aggiungervi un sottofondo musicale da condividere (il file viene salvato come un 720p Mp4). Si potranno anche creare delle simpatiche GIF animate, unendo una serie di scatti. (Il Note 5 permette anche di annotare scrivendo qualcosa sulle foto, opzione che non è presente sull’Edge+).

La qualità delle immagini scattate è sostanzialmente buona anche se la modalità automatica, soprattutto nelle fotografie notturne, rischia di togliere il contrasto naturale a favore di un’immagine piatta e artificiale, sebbene più luminosa.

Anche gli amanti dei selfie saranno accontentati con una fotocamera anteriore da 3.9 megapixel e un sensore da 5 megapixel. Disponibile anche una modalità di grandangolo selfie per far entrare più persone nell’inquadratura.

La qualità dei video fa un balzo in avanti, con la cattura in 4K o Ultra HD, con una risoluzione a 3,840×2,160 pixel. Oggettivamente questa caratteristica è eccessiva per chiunque, ma è comunque disponibile per i fanatici della risoluzione che dispongono di un monitor 4K e sono consapevoli dell’eccezionale grandezza dei file.

Proprio per evitare l’eccessiva pesantezza dei file, Samsung di default imposta i video in full HD, con una risoluzione di 1,920×1,080 pixel – la stessa risoluzione della maggior parte dei HDTV 1080p. Ma è possibile modificare queste impostazioni. Anche la registrazione audio dei video è eccellente con la cattura anche delle voci e dei suoni a distanza.

Samsung Galaxy Note 5 recensione. Prestazioni hardware

Il processore è octa-core. Samsung utilizza Exynos 7, un processore quad-core 2.1 Ghz e un processore quad-core da 1.5Ghz. La Ram è incrementata rispetto al Note 4 con una capacità di 4 GB. Purtroppo rimane una debolezza quella dell’impossibilità di incrementare la memoria, quindi si deve necessariamente scegliere a priori tra il Galaxy Note versione 32 GB e la versione a 64 GB.

Il retro del Galaxy Note 5 presenta la fotocamera da 16 megapixel e il flash
Il retro del Galaxy Note 5 presenta la fotocamera da 16 megapixel e il flash

Samsung non ha reso nota la sua partnership con Microsoft, la quale mette a disposizione 100Gb di cloud per l’archiviazione dei dati su Microsoft OneDrive. Questa opzione è gratuita per due anni, passati i quali si dovrà pagare per mantenere i contenuti salvati online. Il servizio di cloud messo a disposizione da Microsoft certamente aiuta, ma non dà ai proprietari del Note 5 molta flessibilità nello scegliere come archiviare i propri dati.

Basti pensare al Note 4 che partiva dai 32 Gb ma dava la disponibilità di espandere la memoria fino a 128 Gb attraverso le microSD. Certo, sugli iPhone l’opzione di incrementare lo spazio di memoria non è mai stato disponibile, però l’assenza di slot di archiviazione dati pesa molto su quest’ultimo dispositivo ultra costoso di Samsung.

Le prestazioni generali del telefono rimangono invidiabili. Si passa da telefono spento all’avvio in 25 secondi e la fotocamera si apre in meno di un secondo. Anche la durata della batteria è sbalorditiva con 15 ore di autonomia, contro le 12,9 del Note 4.

Ci sono varie ragioni per spiegare questo evidente miglioramento. L’ottimizzazione del processore oppure l’incremento della Ram. Resta da dire che la durata della batteria varia a seconda di come si utilizza il dipositivo (la musica in streaming o la navigazione accelerano il consumo della batteria). Il Galaxy Note 5 supporta, inoltre, due standard di ricarica wireless (PMA e WPC, che rientrano nello standard Qi).

Sono presenti, inoltre, due modalità di risparmio energetico, tra cui la modalità ultrapowersaving che trasforma il telefono attivo solo per le emergenze.

Samsung Galaxy Note 5 recensione. Qualità delle chiamate

Non c’è un ottimo modo per testare la qualità dell’audio delle chiamate. Dopo alcune conversazioni di prova con chiamate sulla rete fissa, la qualità risulta un po’ debole. Si sente un’eco sussurrante. Pare che questo difetto si attenui con il vivavoce.

Il volume delle chiamate rimane un punto di debolezza per tutti i telefoni Samsung. Difetto ben noto all’azienda coreana che ha aggiunto la funzione “volume extra”. Dal punto di vista dei dati, la velocità è abbastanza in linea con quella degli altri modelli. Il test eseguito con l’applicazione Speedtest.net ha registrato risultati coerenti con Tim nella mia zona. La velocità media di download è di 72Mbps, mentre in upload si attesta intorno a 20-30 Mbps.

Samsung Galaxy Note 5 recensione. Samsung Pay

Come per S6 e S6 Board+, il Note 5 supporta samsung Pay, il nuovo sistema di pagamento dell’azienda. Samsung Pay, però, sarà disponibile solo negli Stati Uniti e in Corea del Sud per ora.

Anche dal punto di vista della sincronizzazione, Samsung ha reso più facile il funzionamento di SideSync, che rende più agevole la condivisione dei contenuti su PC, tablet e Tv. Uno dei vantaggi è la connessione automatica (dopo la configurazione iniziale), e la possibilità di rispondere ai messaggi e alle chiamate dalla schermata del computer, funzione simile a quella di handoff di Apple.

Samsung Galaxy Note 5 recensione. Accessori

Samsung ha progettato una serie di componenti aggiuntivi per il Note 5, tra cui un disco di ricarica wireless più veloce. Fra gli accessori più strani, c’è la Keyboard Cover che fa scattare la tastiera QWERTY sullo schermo per un’esperienza simile a quella del BlackBerry.

Samsung Galaxy Note 5 recensione. Comprare o no?

In buona sostanza, il Galaxy Note 5 è un dispositivo di eccellenza, con un design e uno stile pazzeschi. Pur non rappresentando un concentrato di novità per chi è già fidelizzato alla linea dei Note, non si può dire che per chi entra a far parte per la prima volta della “famiglia” non abbia molto da offrire. Bisogna, però, ancora capire dove si colloca sul mercato il Note 5, poiché il S6 è il telefono per tutti, il S6 Edge ha uno stile dalle linee più morbide e il S6 Edge + è più grande. Diciamo piuttosto che il prezzo inferiore al Galaxy S6 Edge+, rende il Note 5 il telefono extra-large più conveniente della Samsung.

Twitter Moments: come funziona? I nuovi tweet organizzati

Il più famoso social di Microblogging ha finalmente tolto il velo sulla sua funzione più attesa Twitter Moments: come spiega il nome, si tratta di un “aggregatore” di tweet, video nativi, Vine, Periscope, link e contenuti in genere in grado di rivoluzionare l’esperienza d’uso degli utenti Twitter.

Nato con il nome in codice “Project lightning”, Twitter Moments può contare su un team dedicato di curatori incaricato di selezionare, giorno per giorno, i contenuti più interessanti e di catalogarli in appositi raccoglitori che ne faciliteranno la consultazione.Una delle critiche più diffuse mosse a Twitter è quella di essere un social “complicato”: con la funzione Moments, l’uccellino più famoso al mondo ha scelto di cambiare definitivamente strada.

Twitter Moments: come cambierà l'esperienza d'uso degli utenti del social dedicato al Microblogging.
Twitter Moments: come cambierà l’esperienza d’uso degli utenti del social dedicato al Microblogging.

Twitter Moments: come funziona? Così i tweet saranno riorganizzati

La caratteristica chiave di Twitter Moments è la sua capacità di aggiornamento in tempo reale: grazie a un team dedicato di curatori, l’impressionante mole di tweet e contenuti scambiata sul social viene costantemente scandagliata, ricavando da questa azione di filtraggio una selezione delle discussioni più importanti, a livello globale. Immaginiamo una situazione-tipo di Twitter Moments: come accade ogni giorno, i Trend Topics iniziano a fare il giro della Rete viaggiando attraverso miliardi di Tweet. Attraverso la nuova icona a forma di fulmine, è possibile richiamare i Moments: schede tematiche dove un team dedicato raccoglie in tempo reale tutte le ultime notizie legate a uno specifico argomento.

Notizie fresche e, quasi sempre di prima mano: su Twitter infatti è facilissimo imbattersi in conversazioni fra leader mondiali, celebrità, sportivi, giornalisti internazionali o anche semplici utenti che ad ogni minuto commentano ogni tipo di evento in tempo reale, scambiandosi materiali multimediali accanto ai cinguettii. Ad oggi per seguire un particolare tema è necessario seguire profili, destreggiarsi tra le funzioni del social e gli hashtag più popolari: con l’avvento di Moments, tutto quello che c’è da sapere su un dato argomento sarà a portata di mano, o meglio, di “fulmine”, a prescindere dai profili seguiti.

Twitter Moments: come è facile intuire dal nome, si tratta di una raccolta di "momenti", schede tematiche in cui trovano posto i tweet, le immagini e i video dei più importanti argomenti nel mondo. Aggiornati in tempo reale.
Twitter Moments: come è facile intuire dal nome, si tratta di una raccolta di “momenti”, schede tematiche in cui trovano posto i tweet, le immagini e i video dei più importanti argomenti nel mondo. Aggiornati in tempo reale.

Twitter Moments: come cambierà l’esperienza d’uso su Twitter

Moments segna un punto cruciale nella vita di Twitter. Amato da molti utenti per la sua vivacità, odiato da altri per la sua mancanza di semplicità, il social di Microblogging ha voluto con questa nuova funzione voltare pagina. Il nuovo strumento fornisce agli utenti un’autentica “mappa” per muoversi attraverso i principali argomenti della Rete, senza più il bisogno di destreggiarsi tra profili, hashtag e sorpassando il consueto ordine cronologico dei contenuti. Così come al mattino milioni di persone nel mondo consultano i siti dei principali quotidiani, così Twitter punta a fornire in ogni istante una rassegna ricca e completa di tutto quello che accade nel mondo, puntualmente schedato e ordinato. La rotta, in questo caso, è fin troppo chiara: Twitter vuole essere il social network delle notizie.

Twitter Moments: come funziona. L'icona a forma di fulmine permette di accedere alle schede e alle relative raccolte di contenuti.
Twitter Moments: come funziona. L’icona a forma di fulmine permette di accedere alle schede e alle relative raccolte di contenuti.

Twitter Moments: come funziona. Dietro le quinte, le collaborazioni con i principali editor mondiali

Se dal punto di vista dell’utente finale Moments rappresenta di per sè una piccola rivoluzione, a beneficiare della nuova funzione sono soprattutto editor, redazioni e più in generale tutte quelle realtà che fanno della diffusione delle notizie il proprio business. Non solo, quindi, il team interno di curatori: le notizie riportate all’interno dei Moments vengono attualmente selezionate con la collaborazioni delle più grandi redazioni americane (Washington Post e New York Times in primis per le notizie dell’ultimo minuto, ma anche Vogue, Fox, Buzzfeed). Per la selezione dei contenuti, dai tweet ai video, figurano partner del calibro di NASA, la lega di baseball MLB e Getty Images, la popolare banca di immagini. In futuro, con la diffusione del servizio, i partner verranno estesi a livello globale come spiegato nelle linee guida per la creazione dei Moments.

AVG Antivirus: uno spyware che vende i dati? Intervista

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AVG Antivirus è sempre stato uno dei prodotti di sicurezza più diffusi e graditi sul mercato. Il software ha sempre puntato sulla facilità di utilizzo, l’intuitività dell’interfaccia e il sistema di protezione che coinvolge tutti gli aspetti della vita digitale.

Ma un cambiamento nelle Privacy Policy che AVG ha recentemente annunciato, ha aperto una polemica che è partita dal prodotto e si è estesa a tutto il settore. AVG, nella sua versione gratuita, potrà vendere i dati di navigazione e di “abitudini” degli utenti, ad aziende di terze parti. Tanto è bastato per scatenare una lunga serie di commenti e polemiche sul comportamento dell’azienda.

AVG Antivirus: uno spyware che vende i dati? Intervista

Oltre al risentimento di molti, l’affermazione più grave è certamente quella di Alexander Hanff, il CEO di Think Privacy, che non ha esitato a definire il prodotto come “chiaramente categorizzabile nella categoria degli spyware (programmi malevoli progettati con lo scopo di monitorare senza permesso le attività degli utenti ndr)”. Il suo consiglio è stato categorico: “Disinstallatelo”.

Alexander Hanff, CEO di Think Privacy: "Avg è come uno spyware, disinstallatelo"
Alexander Hanff, CEO di Think Privacy: “Avg è come uno spyware, disinstallatelo”

Nel nostro paese, l’azienda ha affidato ad Andrea Orsucci, Direttore tecnico di Avangate Italia che distribuisce il prodotto, una risposta che si riassume in due concetti, quello che i dati sono aggregati, e non è identificabile il singolo utente, e che i clienti possono rimuovere l’iscrizione alla raccolta delle loro informazioni.

In un contesto dove al centro c’è l’onestà nell’utilizzo dei dati, abbiamo raggiunto proprio Orsucci, con il tentativo di testare la correttezza dell’azienda AVG, di cui Avangate è il distributore italiano.

Partiamo dalla storia del prodotto, perchè AVG è nata nel 1991. Finora come sono stati gestiti i dati degli utenti?

Nel 1991 il prodotto era realizzato da Grisoft, una azienda di 150 persone, e gestita con una finalità possiamo definirla più “romantica”, fatta da esperti che sentivano la missione di proteggere le persone, come è anche adesso del resto.

Già in questa fase e per tutta la vita dell’antivirus, tengo a chiarire, i dati sensibili degli utenti, quelli che servono ad identificarli singolarmente come nome, cognome, indirizzo e simili, risiedevano sui server senza che venissero mai e poi mai condivisi con nessuno.

E invece quelli relativi alle abitudini di navigazione, dal 1991 ad oggi sono stati condivisi con qualcuno o no?

Su questo punto preciso la AVG ha scelto di non fornire ulteriori dettagli. Si limitano a dire che dal 2012, l’anno in cui venne lanciata in borsa con il nome di AVG Technologies, ci sono documenti pubblici che spiegano se condividono i dati con qualcuno o meno.

Adesso hanno aggiornato la privacy policy, perchè lo hanno fatto? cosa è cambiato rispetto a prima?

E’ cambiato che l’azienda è diventata diversi anni fa, la AVG Technologies, fa parte di una holding con sede in Olanda, è strutturata come una multinazionale e quindi deve monetizzare come tutte, cambiando il modo di gestire il prodotto e questo ha influito sulle regole di privacy. Però, nel farlo, hanno deciso di essere trasparenti, perchè hanno realizzato un contratto con l’utente di tre pagine, non di venti, tanto che ne stiamo parlando con chiarezza.

Spiegami chiaramente come sono gestiti i dati adesso.

Partiamo dal prodotto gratuito. In questo caso i dati sensibili, quelli personali che ci identificano, non sono in nessun modo condivisi con nessuno e per nessun motivo. I dati di navigazione, come la cronologia del browser, le abitudini che abbiamo, il dispositivo da cui ci connettiamo e via dicendo, cioè le informazioni non personali, possono essere condivise con aziende di terze parti. Mi riferisco sempre al prodotto gratuito.

Andrea Orsucci, che distribuisce AVG in Italia: "I dati sono aggregati e anonimi".
Andrea Orsucci, che distribuisce AVG in Italia: “I dati sono aggregati e anonimi”.

Sì, ma se io mi collego a YouPorn.com mi sembra un dato abbastanza personale non trovi?

Certamente, ma i dati sono innanzitutto aggregati, quindi AVG saprebbe che un tot milioni di persone al mese si collegano a YouPorn, non che ti colleghi proprio tu. Secondo sono anonimizzati, quindi l’identità non viene mai esposta.

E invece il prodotto a pagamento?

Il prodotto a pagamento non condivide mai e per nessun motivo alcun tipo di dato. Nè personale nè di abitudini. Solo i dati tecnici strettamente necessari alla fornitura della protezione.

Non potevano fare una versione Trial che non raccoglie dati in nessun modo, se non per il funzionamento, e poi una versione a pagamento? Non sarebbe stato più onesto?

AVG è stato l’inventore della formula Freemium, cioè del prodotto gratis che poi estende a pagamento le proprie funzionalità. E’ un modello di business vincente che non vogliono cambiare. Però l’azienda ha voluto essere trasparente nello spiegare come funziona la versione gratuita. Tieni conto poi che il prodotto può sia essere usato gratis con la condivisione dei dati non personali a terzi, che puoi comunque revocare, oppure puoi usare la trial di una versione più completa e poi pagare.

Da AVG mi segnalano un articolo che confronta il comportamento anche degli altri vendor. Leggendolo si capisce che nessun prodotto può mai essere completamente gratuito, in ogni senso.

C’è una cosa di AVG che non mi convince. Prima dice di puntare tutto sulla trasparenza, poi però iscrive automaticamente gli utenti della versione gratis al programma che rivende alcuni dati a terzi, e l’utente deve disiscriversi. Si chiama modalità opt-out ed è nota per essere l’approccio più “furbetto” per gestire le iscrizioni.

Sicuramente sì, non posso negarlo. Bisogna considerare però che AVG ha il compito di monetizzare e di guadagnare, per cui ha dovuto scegliere questo metodo. Comunque da AVG mi hanno comunicato che l’opzione di scelta per disiscriversi sarà chiaramente disponibile per tutti gli utenti.

Orsucci: "AVG ha realizzato una privacy policy di tre pagine, non venti come altri vendor".
Orsucci: “AVG ha realizzato una privacy policy di tre pagine, non venti come altri vendor”.

L’utente avrà modo di conoscere esattamente le aziende a cui i suoi dati verranno rivenduti? mi sembra sia un sacrosanto diritto.

Su questo AVG dice di no, le esatte aziende non vengono indicate. Sottolineano che al minimo cenno di disagio o perplessità, l’utente potrà chiamarsi fuori dalla raccolta dei dati.

Aldilà dell’uso dei dati, le nuove versioni di AVG cosa offrono?

Il rilascio di AVG 2016 costituisce un momento importante perchè rappresenta l’allineamento tra la protezione completa per casa e piccoli uffici con quella per aziende. L’interfaccia utente è migliorata e semplificata, e vengono integrati diversi aspetti importanti come un nuova intelligenza collettiva Cloud in abbinamento al nuovo motore di scansione.

Ci sarà anche un File Shredder per eliminazioni sicure, un archivio dati protetto per salvaguardia di file importanti (es. protezione da Cryptolocker ecc), la scansione SSL/TLS. Concludo con un elemento importante. Verrà abbandonato il concetto di “versione 2016” o successivi passando all’approccio “protezione continua”: in questo modo il cliente in possesso di una licenza valida avrà sempre a disposizione la migliore protezione disponibile in termini di motore e database senza pensieri ulteriori.

Google AMP. Cos’è, come funziona, come cambia le news

L’era delle lunghe attese a fissare lo schermo dello smartphone in attesa del caricamento di una pagina web sembra che stia per finire. O per lo meno, si sta pensando seriamente a una soluzione. Google ha presentato il nuovo progetto a cui sta lavorando: si chiamerà Google AMP e consentirà un aumento di velocità nel caricamento dei contenuti su dispositivo mobile.

Google AMP. Cos’è, come funziona

Accelerate Mobile Pages ha, dunque, l’obiettivo di mettere fine alle lunghe attese a cui è costretto l’utente quando apre un link dal suo cellulare. Con l’avvento di smartphone e tablet è inevitabilmente cambiato il modo di accedere alle informazioni, i cui contenuti sempre più spesso vengono consultati da dispositivi mobili e sempre meno da personal computer.

Ogni volta, però, che un contenuto carica lentamente sul telefonino, l’utente tende ad abbandonare il link e l’editore perde un lettore. Questo comporta l’innescarsi di un circolo vizioso in cui sono tutti a perdere. Il consumatore che non ottiene quello che vuole e l’editore che, perdendo un lettore, ha sempre meno possibilità di generare entrate attraverso la pubblicità o gli abbonamenti.

Con l'avvento dei dispositivi mobili è cambiato il modo di fruizione delle notizie
Con l’avvento dei dispositivi mobili è cambiato il modo di fruizione delle notizie

La presentazione del progetto da parte dell’azienda di Montain View mira proprio a colmare questo deficit. Come funziona AMP? Si tratta dunque di un’iniziativa open source che rivoluzionerà l’esperienza dell’accesso ai contenuti sui dispositivi mobili da parte degli utenti. Sarà garantita un’accelerazione nelle prestazioni del web mobile, senza rinunciare alla ricchezza dei contenuti.

Le pagine web avranno comunque video, animazioni ed elementi grafici, ma saranno caricate più velocemente. Non solo. Il linguaggio di codice sarà lo stesso per più piattaforme e dispositivi, in modo che il contenuto possa apparire ovunque in un istante, a prescindere dal tipo di telefono o tablet che si sta utilizzando.

Google AMP. L’accordo con gli editori più importanti

Il progetto si basa su AMP HTML, framework aperto e costruito interamente sulla base di tecnologie web esistenti, che permette ai siti di costruire pagine web più leggere. Il formato AMP HTML in futuro sarà adottato da altri servizi Google, come Google News. Nuove collaborazioni con editori e aziende tecnologiche saranno avviate. Twitter, Pinterest, WordPress.com, Chartbeat, Parse.ly, Adobe Analytics e LinkedIn è il primo gruppo di partner tecnologici che prevedono di integrare pagine HTML AMP.

Al progetto stanno già partecipando trenta editori di tutto il mondo, tra cui il gruppo Condé Nast, The New York Times, The Guardian, El Pais, La Stampa. Il progetto con gli editori europei era stato già annunciato negli scorsi mesi con il nome di Digital News Initiative (DNI), attraverso il quale si era costituita una sorta di tavola rotonda in cui discutere collettivamente su un futuro sostenibile per l’informazione digitale.

Google AMP. Contenuto, distribuzione e pubblicità

Dal progetto Google AMP saranno in molti a trarre beneficio. Quali sono gli aspetti che Google AMP provvederà a migliorare? Contenuti, distribuzione delle notizie e pubblicità sono gli elementi di cui il colosso di Montain View terrà conto per migliorare le prestazioni.

Google AMP migliorerà la distribuzione delle notizie in tutto il mondo e su qualsiasi dispositivo
Google AMP migliorerà la distribuzione delle notizie in tutto il mondo e su qualsiasi dispositivo

Gli editori, innanzi tutto, potranno produrre contenuti sempre più ricchi di elementi multimediali, come immagini, video, mappe, per rendere più accattivanti le loro news. Google AMP fornisce un approccio open source, che consente agli editori di concentrarsi sulla produzione di grandi contenuti, basandosi su componenti condivisi per assicurare elevate prestazioni e una grande esperienza da parte dell’utente.

Per quanto riguarda l’aspetto della distribuzione, i contenuti prodotti in Spagna possono essere raggiunti in un attimo in tutto il mondo, per esempio, anche in Cile. Per garantire questo è stato progettato un nuovo approccio per la memorizzazione nella cache.

Google intende aprire i server cache che saranno utilizzati da chiunque gratuitamente. Vale a dire che gli editori potranno continuare a ospitare il loro contenuto mentre questo verrà distribuito in maniera efficiente attraverso alte prestazioni della cache globale di Google.

Per quanto riguarda la pubblicità, infine, Google AMP supporterà formati diversi di advertising. Ogni sito che utilizzerà l’AMP HTML manterrà la possibilità di scegliere il network pubblicitario così come il formato. Anche il supporto degli abbonamenti e dei paywall è obiettivo centrale del progetto”.

I lettori potranno finalmente accedere ai contenuti dallo smartphone con più rapidità
I lettori potranno finalmente accedere ai contenuti dallo smartphone con più rapidità

Google AMP. Le strategie di Apple e Facebook

Pare però che Google arrivi in ritardo per quanto riguarda la velocizzazione di caricamento dei contenuti sui dispositivi mobili. Facebook e Apple, infatti, con i loro rispettivi “Facebook instant articles” e “Apple News” permettono, già da tempo, a giornali, riviste e società di media digitali di pubblicare i contenuti direttamente sulle loro piattaforme. Google AMP quindi potrebbe essere la risposta dell’azienda di Montain View agli altri due giganti del mercato globale.

Anche se Google afferma che AMP sia stato progettato per facilitare gli affari e le entrate degli editori, chiunque adottando AMP rischia di dover fare cambiamenti radicali nel modo in cui fornisce la pubblicità online. Inoltre, Google AMP, sebbene abbia annunciato che sarà una parte cruciale del progetto, al momento non supporta ancora le modalità di abbonamento per accedere al contenuto.

Nessuna data è stata ancora fissata, ma con ogni probabilità si prevede che il nuovo progetto Google AMP non sarà lanciato prima del prossimo anno.

Ecco Huawei P9: caratteristiche e novità in anteprima

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Non è passato molto tempo dal lancio sul mercato dell’ultimo prodotto di casa Huawei che l’azienda cinese si è già messa al lavoro su un altro dispositivo. Il Huawei P8, infatti, ha da circa un mese fatto il suo ingresso sul mercato globale, ma pare che il gigante orientale abbia già in cantiere il suo successore, Ecco Huawei P9: caratteristiche e novità che trapelano ai media.

Ecco Huawei P9: caratteristiche e novità in anteprima

Secondo indiscrezioni, si è già iniziato a testare in Cina il Huawei P9, con il nome in codice “IP03”, mentre “IP01” e “IP02” erano i codici utilizzati rispettivamente per il Huawei P7 e il P8. Alcune novità saranno introdotte rispetto all’ultimo modello lanciato sul mercato.

Ecco il P8, l'ultimo smartphone presentato in casa Huawei appena un mese fa
Ecco il P8, l’ultimo smartphone presentato in casa Huawei appena un mese fa

Innanzi tutto, dal punto di vista del design pare che il nuovo P9 presenterà una superficie curva. Ancora non è chiaro, però, se sarà tutto il telefono ad essere curvo oppure soltanto lo schermo. Il lettore di impronte digitali sarà posizionato sul pannello posteriore dello smartphone, mentre lo schermo sarà sempre di 5,2 pollici come l’attuale P8, ma il sensore della fotocamera risulterà decisamente migliorato con i suoi 16 megapixel e lo stabilizzatore ottico.

Huawei P9: caratteristiche e novità del processore

La vera novità del nuovo prodotto sarà senz’altro il nuovo sistema su circuito integrato Hisilicon Kirin 950 al quale l’azienda produttrice cinese sta lavorando. Il nuovo processore è fabbricato con processo 16nm TSMC e avrà prestazioni superiori rispetto all’attuale Kirin 930 utilizzato per il Huawei P8.

Il display di 5,2 pollici resterà una delle caratteristiche del nuovo Huawei P9
Il display di 5,2 pollici resterà una delle caratteristiche del nuovo Huawei P9

I processori Kirin sono progettati con core ARM ad alta efficienza energetica per garantire un compromesso tra prestazioni e durata della batteria. Non solo. Il Kirin 950 sarà composto da 4 core Cortex-A72 e dalla potente GPU Mali-T880.

Huawei P9: caratteristiche e novità. In attesa per il lancio sul mercato

Un miglioramento della fotocamera e un processore di gran lunga più potente, dunque, sono le grosse novità a cui sta pensando il colosso cinese. Per il lancio sul mercato, però, dovremo ancora aspettare. Pare infatti che il nuovo P9 non vedrà la luce non prima del 2016 e anche il nuovo processore Kirin 950 sarà pronto non prima di sei mesi. Una scadenza in fondo ragionevole se si pensa che il P8 è stato presentato al grande pubblico soltanto poche settimane fa.

Con il progetto del P9, sembrerebbe, quindi che Huawei sia in procinto di ideare un altro smartphone dalle caratteristiche interessanti che potrebbe uscire dal coro e imporsi sul mercato. D’altronde l’azienda ha un bacino di risorse molto ricco da cui attingere per cercare di rendere il P9 un fiore all’occhiello di cui vale la pena parlare.

Il colosso cinese ha lanciato sul mercato ben sei dispositivi in pochissimo tempo
Il colosso cinese ha lanciato sul mercato ben sei dispositivi in pochissimo tempo

Un’azienda super produttiva

Al di là dei nuovi progetti che verranno realizzati, si deve dare atto alla società cinese che è stata molto prolifica negli ultimi tempi nel lancio di nuovi dispositivi. Basti pensare che in un arco di tempo molto breve, Huawei ha rilasciato sei dispositivi, di cui tre fanno parte della linea P8, fiore all’occhiello della società. Questo gigante tecnologico con sede in Cina ha rilasciato il Huawei P8, P8Max e P8 Lite portatile, che sono stati seguiti dal lancio di uno smartphone di fascia media e due tablet sempre di fascia media.

P8, al momento, è la nave ammiraglia di Huawei ed è stato annunciato soltanto il mese scorso. La sua disponibilità è ancora piuttosto limitata in questo momento, anche se proprio mentre ne scriviamo è destinata a estendersi su un certo numero di mercati.