18 Settembre 2025
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Truffe sulla carte di credito. Quando e come il web ti inganna

Le truffe sulle carte di credito sono in crescita. A rivelarlo il rapporto statistico annuale pubblicato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. In realtà, dallo studio è emersa una complessità di dati che evidenziano, innanzi tutto, una crescita delle frodi attraverso il canale di Internet e una decrescita delle frodi attraverso altri canali.

Dal rapporto si evince, inoltre, una diminuzione dell’importo frodato, a fronte, però, di un aumento del numero di frodi. Vale a dire che i criminali che adottano questi sistemi scelgono di rubare meno soldi, ma di rubare più frequentemente per aggirare le soglie di attenzione sia dei consumatori sia degli istituti emittenti.

Truffe sulla carte di credito. Quando e come il web ti inganna

Dal rapporto stilato, che prende in esame tutto il 2014, emerge che il valore delle frodi effettuate con carte di pagamento ha subìto una diminuzione del 2,73% rispetto al 2013. Il dato, però, non è purtroppo confortante se lo si confronta con il numero delle frodi, in aumento – rispetto sempre all’anno precedente – dell’11,06%.

Si stima, infatti, che gli importi “rubati” ad ogni transazione si attestino intorno ad una media che va dai 177€ ai 151€. Questo significa che si sceglie di ricorrere alla frode per piccole transazioni in modo da aggirare i sospetti dei titolari delle carte e degli istituti di credito che le emettono.

Se il valore delle frodi su carte di pagamento è un dato in calo, non scende il dato sul numero di frodi commesse
Se il valore delle frodi su carte di pagamento è un dato in calo, non scende il dato sul numero di frodi commesse

Nel rapporto del Dipartimento del Tesoro del MEF si analizzano anche i canali attraverso i quali vengono commesse le frodi. E se gli illeciti diminuiscono nel caso degli sportelli ATM per il prelievo dei contanti e per i POS, il dato non conferma tale tendenza quando si prende in esame la Rete.

Pare, infatti, che su Internet le frodi effettuate con carte di pagamento siano in aumento del 13,36%, mentre i POS e gli sportelli ATM subiscono una leggera inflessione, rispettivamente, del 18,68% e del 17,94%.

Truffe sulle carte di credito. In calo le frodi tramite ATM

L’aumento dei controlli e il contrasto dei sistemi di frode maggiormente diffusi ha portato ad un dato certamente positivo per quanto riguarda i furti ai danni dei titolari di carte di pagamento durante i prelievi agli sportelli ATM. Sono diminuite del 60% le manomissioni degli ATM. La tendenza positiva si conferma soprattutto nelle regioni centro-settentrionali dell’Italia, con un dato in controtendenza, in leggero aumento, per le isole.

Le manomissioni degli sportelli ATM per i prelievi sono in netto calo
Le manomissioni degli sportelli ATM per i prelievi sono in netto calo

Del tutto scomparsi, fra le modalità di messa in atto della frode, l’utilizzo della macchina fotografica a distanza per carpire i dati degli utenti, e il cosiddetto “cash trapping”. Questa modalità di frode risulta semplice quanto efficace e consiste nell’installare una sorta di forcella nella fessura delle postazioni Bancomat, dalla quale fuoriescono le banconote. Al momento del prelievo, nonostante la transazione sia andata a buon fine, i soldi non possono essere ritirati perché bloccati dalla forcella. Quando il titolare della carta si reca all’interno dell’istituto di credito presso cui sta effettuando il prelievo per chiedere spiegazioni, i malviventi hanno via libera per rimuovere la forcella e ritirare i soldi.

Anche la pratica di “skimming” è in netto calo. Secondo questo sistema di frode si installa sulla tastiera delle postazioni ATM una tastiera falsa in grado di memorizzare i dati dell’utente. Secondo l’analisi le manomissioni ATM vengono ricondotte a gruppi criminali di nazionalità bulgara, mentre per la pratica dello skimming i gruppi criminali specializzati sono soprattutto albanesi e romeni.

Le frodi attraverso gli sportelli ATM sono in calo soprattutto nelle regioni maggiormente colpite in passato
Le frodi attraverso gli sportelli ATM sono in calo soprattutto nelle regioni maggiormente colpite in passato

Il calo delle frodi su prelievi ATM si attesta al 24%, con un dato positivo soprattutto in quelle regioni italiane dove il fenomeno era in forte crescita nel 2013. Rispetto all’anno precedente, Piemonte, Lombardia e Lazio sono le regioni dove questo tipo di frode ha subìto una forte battuta d’arresto con le percentuali, rispettivamente, del 2,5%, del 2% e dell’1,5% del Lazio.

Truffe sulle carte di credito. Le frodi più frequenti all’Estero

Un discorso a parte merita, poi, l’estero, ovvero tutti quei paesi, esclusa l’Italia, dove all’aumento delle frodi su Internet corrisponde anche un aumento delle frodi su POS e ATM. Il dato complessivo parla di un aumento di percentuale pari al 10,2% per il valore delle frodi, e del 40,4% del numero di frodi. In cima alla lista dei paesi che vedono salire la diffusione del fenomeno si colloca il Regno Unito con il 4,98%, a seguire Turchia, Russia, Francia e Canada.

Nella classifica dei paesi, invece, che hanno assistito ad una diminuzione del fenomeno ci sono, in ordine crescente, Australia, Iran, Paesi Bassi, Sudafrica e Argentina. Sempre per quanto riguarda l’estero, le Nazioni più a rischio frode per i prelievi ATM sono Indonesia, Filippine e Russia.

Le regioni con i colori più forti sono quelle più colpite dal fenomeno delle frodi su prelievi
Le regioni con i colori più forti sono quelle più colpite dal fenomeno delle frodi su prelievi

Da sottolineare il dato secondo cui in Italia la maggior parte delle frodi su carta di pagamento avvengono all’estero. Il 41,7% delle frodi avviene in Italia, contro il 58,3% dei reati subìti all’estero e, in misura maggiore, nel Regno Unito. In Francia e in Gran Bretagna questo dato si inverte: vale a dire, le frodi avvengono più frequentemente sul territorio nazionale piuttosto che all’estero.

Insieme alle frodi effettuate tramite POS e sportelli ATM, è in calo anche il numero di contraffazioni della carta. Erano soprattutto africani e cinesi i gruppi criminali dediti all’uso di carte clonate compromesse all’estero, principalmente negli Stati Uniti.

L’ufficio Centrale Antifrode dei Mezzi di Pagamento (UCAMP) è il settore del Dipartimento del Tesoro incaricato al contrasto delle frodi, attraverso il monitoraggio delle falsificazioni degli Euro, le prevenzioni delle frodi sulle carte di pagamento e l’attività di formazione.

Truffe sulle carte di credito. Il carattere globale delle frodi online

Attraverso l’analisi di tale mole di dati illustrati nel rapporto annuale, bisogna considerare che l’aumento delle frodi su Internet inserisce l’Italia in un contesto globale. Le frodi online, infatti, sono le più semplici, le più redditizie e soprattutto le meno rischiose.

Questo evidenzia un limite oggettivo che riguarda l’attività investigativa e giudiziaria e la cooperazione internazionale in materia di reati commessi in Rete. D’altra parte, però, il calo delle frodi attraverso gli altri canali – POS e ATM – evidenzia un rafforzamento del sistema di protezione delle carte di pagamento nelle transazioni fisiche. Internet, oltre ad essere un contesto ancora vulnerabile, garantisce anche l’anonimato e quindi l’impunità del reato.

Sui Black Market internazionali è possibile reperire i dati delle carte e i servizi che istruiscono alle attività illegali
Sui Black Market internazionali è possibile reperire i dati delle carte e i servizi che istruiscono alle attività illegali

Allarmante è il metodo con il quale le organizzazioni criminali ottengono i dati delle carte di pagamento che avviene o tramite il furto degli stessi nei database delle aziende o attraverso l’acquisto nel mercato nero (Black Market).

Truffe sulle carte di credito. Il settore viaggi il più danneggiato

Nel primo caso, sono i grandi operatori eCommerce e mCommerce (per il settore mobile) a pargarne per primi le spese con un aumento del 46% del numero di frodi (133 al giorno), soprattutto nel settore “viaggi”.

In particolare nel settore aereo le frodi corrispondono a circa l’1% – 1,5% delle entrate fino ad un massimo del 3%-4% per le compagnie attive in Medio Oriente e in America Latina. La Rete, inoltre, gioca un ruolo primario nel riciclaggio del denaro. I proventi realizzati attraverso le frodi con carte di pagamento sono riutilizzati, sotto forma di moneta virtuale (Bitcoin), per finanziare il terrorismo, il gioco d’azzardo illegale e il traffico di armi e di essere umani.

Truffe sulle carte di credito. I Black Market

All’interno dei Black Market è possibile reperire qualsiasi tipo di infomazione, dall’attività di “carding”, ovvero la commercializzazione e lo scambio dei dati relativi alle carte di pagamento, all’offerta vera e propria di servizi che istruiscono all’attività illegale.

Questa offerta viene denominata Cybercrime-as-a-service (CaaS) e va dai servizi relativi alla diffusione di Malware, capaci di infettare il sistema, ai servizi di hacking e di riciclaggio del denaro. Attraverso il gioco d’azzardo illegale, infatti, è possibile “ripulire” i soldi che derivano da attività illecite, fra cui anche la frode su carte di pagamento.

Truffe sulle carte di credito. Il commercio dei dati delle carte

Preoccupante è, poi, la semplicità con cui è possibile reperire i dati relativi ad una carta di pagamento a basso costo. I siti che forniscono queste particolari offerte sono embargo.cc, rescator.cm e netsky.bz.

L'elenco dei Black Market, italiani e internazionali, presi in esame nel rapporto 2015
L’elenco dei Black Market, italiani e internazionali, presi in esame nel rapporto 2015

Il prezzo per ottenere dati relativi al cosiddetto CVV, che include nome e indirizzo dell’intestatario, data di scadenza della carta e il codice segreto si aggira intorno ai 10 dollari. Prezzo che sale a 100 dollari, soprattutto se è riferito a “clienti Top” con maggiori disponibilità finanziarie, per ottenere il Dump, ovvero i dati grezzi immagazzinati nella banda magnetica delle carte di credito.

Il costo sale perché con il Dump è possibile clonare le carte ed effettuare tutti quei tipi di pagamento per i quali è necessaria la presenza fisica della carta. In sostanza, il prezzo per ottenere il CVV di un cittadino americano è di circa 10 dollari; per un cittadino europeo il prezzo varia dai 5 ai 25 dollari.

Truffe sulle carte di credito. L’Italia

In Italia, le comunità più attive per la vendita di prodotti relativa a carte di pagamento sono Italian Darknet Community e AlphaBay. Su questi siti è possibile sia acquistare carte di pagamento, per un prezzo che varia dalle poche decine di dollari fino a 125 dollari, sia acquistare corsi di carding, che spiegano come operare in sicurezza.

Gli oggetti e i servizi più venduti sui Black Market: al primo posto le droghe
Gli oggetti e i servizi più venduti sui Black Market: al primo posto le droghe

Nei dark market, la rete virtuale privata dove gli utenti connettono solamente persone di cui si fidano, i prodotti più venduti sono le droghe, seguiti dai corsi e servizi (sempre per imparare le pratiche di frode).

“Operazione Onymous”

Un duro colpo all’ecosistema criminale in Rete è stato inferto dalle forze dell’ordine di vari paesi a novembre dello scorso anno con “l’Operazione Onymous”. Tale operazione ha portato al sequestro di decine di black market nascosti della rete anonima Tor (The Onion Router), il sistema di comunicazione anonima per Internet basato sulla seconda generazione del protocollo instradamento, noto come “onion routing”. Tra i siti sottosequestro il popolare SilkRod 2.0.

Truffe sulle carte di credito. Il caso Snai

Nel 2013 Snai, uno dei principali operatori del mercato del gioco autorizzato, è stato oggetto di sistematiche aggressioni da parte di organizzazioni criminali che sfruttavano la visibilità dell’operatore per fare soldi.

Per raggiungere il loro scopo, i gruppi criminali ricorrevano alla pratica della “collusion” che si attua quando due giocatori, il dumper (perdente) e il receiver (il vincente) giocano allo stesso tavolo scambiandosi i fondi del gioco.

Un’altra pratica utilizzata ai danni di Snai era quella attraverso cui si creavano conti di gioco con credenziali fittizie o rubate e per alimentarli attraverso carte di pagamento sottratte. L’obiettivo era di perdere la somma che veniva caricata sui conti fittizi per trasferirla sul conto di un giocatore regolarmente profilato. Grazie alla collaborazione con le forze dell’ordine le frodi sul sito Snai sono rientrate nella norma.

Truffe sulle carte di credito. La prevenzione

L’utilizzo sempre più massivo degli smartphone ha, infine, portato alla nascita di nuove modalità di pagamento come “One Click”, le App e i Wallet per la telefonia mobile. Parallelamente a questa nuova tendenza abbiamo assistito all’esplosione delle organizzazioni criminali che in questi ultimi anni hanno fatto un salto di qualità, assumendo una dimensione sempre più globale.

Per prevenire i reati di frode online bisogna ricorrere ad alcuni strumenti adeguati
Per prevenire i reati di frode online bisogna ricorrere ad alcuni strumenti adeguati

Per prevenire tali reati è necessario munirsi di strumenti adeguati. Molti siti privati utilizzano l’AVS (Address Verification System) per controllare che l’indirizzo utilizzato in fase di ordine corrisponda a quello effettivamente associato alla carta.

Altri strumenti per la prevenzione sono: la richiesta di un numero telefonico di rete fissa, l’analisi dell’indirizzo inserito per la spedizione e l’indirizzo IP da cu proviene l’ordine; per le compagnie di trasporto, la richiesta in fase di presentazione del viaggiatore della carta di credito utilizzata per il pagamento del viaggio.

Fermo restando che, al momento, la misura di prevenzione più efficace contro le frodi su carte di pagamento è la diffusione e la pubblicazione dei dati relativi a tale reato. In questo modo è possibile monitorare le azioni criminali e innalzare il livello di alert degli utenti per fare fronte comune nella prevenzione e nella gestione delle frodi.

Facebook Notify. Come funziona l’aggregatore di news in blu

Facebook Notify è il servizio del portale in blu che mira a radunare le principali fonti di notizie sul web, una funzione che rappresenta una chiara risposta non solo al vecchio e caro Google News, ma ad altri servizi come Twitter Moments e ad Apple News.

Facebook Notify. Come funziona l’aggregatore di news in blu

Dopo le foto, i video, i live-stream, pare che la battaglia fra i social media si sia spostata ormai nel campo dell’informazione e delle notizie. Fornire una copertura totale e in tempo reale degli avvenimenti più importanti sembra, infatti, essere l’ultima frontiera dei social. Ed è così che Facebook non poteva rimanere l’unico network senza una app dedicata all’informazione.

Notify funzoina sostanzialmente come un aggregatore di notizie. L’applicazione consente agli utenti di iscriversi ai canali di informazione, chiamati “stations”, e invia notifiche appena vengono pubblicati nuovi articoli. Notify distingue tra i “providers”, cioè i singoli produttori di contenuti e le “stations”, ovvero i canali specializzati con la possibilità di scegliere di ricevere le notifiche in base a diverse categorie, che possono andare dai siti di notizie a quelli di moda alle etichette musicali e via dicendo.

Notify è la nuova app per le notizie di Facebook che potrebbe arrivare prestissimo
Notify è la nuova app per le notizie di Facebook che potrebbe arrivare prestissimo

Il funzionamento è intuitivo: appena viene pubblicata una nuova notizia da uno dei partner di Facebook, l’app invia una notifica a tutti gli utenti che hanno installato Notify e che seguono quel canale, quella persona o quell’argomento. Non è ancora ufficiale, ma Notify potrebbe costituire una app a sé stante.

Anche se oramai tutte le maggiori testate giornalistiche nazionali e internazionali hanno sviluppato nel tempo una propria app, il meccanismo delle notifiche potrebbe risultare innovativo. Se, infatti, è improbabile che un lettore mantenga attive le notifiche delle app di news, non è altrettanto improbabile, invece, che l’utente abbia abilitato le notifiche provenienti da Facebook.

E così, anche piattaforme molto seguite come il New York Times o Buzzfeed possono fare affidamento a Facebook per direzionale il flusso di utenti che arriva dai social network.

Facebook Notify. La sfida è a Moments di Twitter

Notify è una chiara risposta a Moments, l’applicazione di news lanciata da Twitter proprio in questi giorni. La nuova app di casa Twitter funziona come un mega aggregatore di notizie, organizzate per argomenti. In sostanza, per ogni tema, che va dallo sport alla politica e all’attualità, un team di curatori filtra e scandaglia tutto il materiale – dai tweet ai contenuti multimediali – in rete su quell’argomento.

Con Twitter Moments è possibile avere immediatamente una selezione di tweet, foto e video su un determinato argomento
Con Twitter Moments è possibile avere immediatamente una selezione di tweet, foto e video su un determinato argomento

Ne viene fuori una selezione, in tempo reale, delle discussioni più importanti con tutte le ultime notizie legate a uno specifico argomento. È possibile fare tutto questo semplicemente cliccando sull’icona a forma di fulmine. Per essere sempre informati non sarà più necessario seguire profili o cercare gli hashtag più popolari, perché grazie a Moments tutto quello che c’è da sapere su un argomento sarà a portata di mano.

Attualmente le notizie riportate all’interno dei Moments vengono selezionate con la collaborazioni delle più grandi redazioni americane (Washington Post e New York Times, ma anche Vogue, Fox, Buzzfeed). Fra gli altri partner anche NASA, la lega di baseball MLB e Getty Images.

Prima di Facebook Notify. In origine c’era Flipboard

Ma i due social network con più iscritti al mondo sono solo fra gli ultimi ad aver pensato ad un applicazione che permettesse di essere costantemente aggiornati sulle notizie del giorno. Uno dei primi a provarci era stato Flipboard, lanciato nel luglio del 2010, originariamente solo per iPad.

Flipboard è stata una delle prima app pensate per mantener aggiornati gli utenti su argomenti di loro interesse
Flipboard è stata una delle prima app pensate per mantener aggiornati gli utenti su argomenti di loro interesse

L’applicazione permette di creare un personale social magazine. Basta scegliere gli argomenti di interesse e la app fa tutto il resto, aggregando il materiale proveniente da diverse fonti, testate giornalistiche, blog e social network. Il tutto viene alla fine confezionato come se si tratti di una rivista digitale. L’utente ha anche la possibilità di personalizzare ulteriormente i contenuti, aggiungendo nuovi elementi o persone da seguire e condividendo il link alla propria raccolta di articoli.

News Republic

News Republic è stata lanciata appena un anno dopo Fliboard, nel 2011. L’applicazione consente la lettura delle notizie provenienti dai principali portali italiani e permette anche di creare canali personalizzati gestibili in modo interattivo.

Ovviamente sono vari i temi che è possibile selezionare, dallo sport alla tecnologia, dalla cronaca al gossip. I partner di News Republic sono non solo le maggiori testate giornalistiche ma anche i quotidiani che forniscono le notizie locali. Con la funzione myNews si può personalizzare il proprio canale di informazione e con la funzione TagNav si può esplorare in modo semplice e rapido altri articoli collegati alla notizia che si sta leggendo.

BriefMe

Sempre nel 2011 è stata lanciata, per i dipositivi Apple, Brief me che consente di leggere in maniera comoda le notizie provenienti dal web, raccogliendo in un’unica schermata le anteprime con le ultime news provenienti dall’account Google Reader e gli ultimi tweets delle persone seguite. Nel frattempo è possibile rimanere connesso su Facebook e Twitter.

La presentazione della nuova Apple News
La presentazione della nuova Apple News

Facebook Notify. L’avversario è anche Apple News

Fra gli arrivi annunciati c’è poi Apple News, l’applicazione che a breve sarà lanciata dall’azienda di Cupertino che permetterà di selezionare gli argomenti o per contenuti o direttamente dai siti. L’applicazione, inoltre, sarà in grado di capire i gusti dell’utente per suggerire contenuti che potrebbero essere interessanti.

Attraverso il tasto “Esplora” si potranno consultare nuovi contenuti, quando si è stanchi di quelli che sono stati già scelti. È, inoltre, possibile ordinare gli articoli in “Top Hits”, “Temi” e “Canali”. La ricerca dei nuovi contenuti è estremamente rapida e fluida e l’assenza di annunci pubblicitari è totale.

Call of Duty Black Ops III recensione. Le novità e i personaggi

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Rispetto ai capitoli a cui ci aveva abituato, una volta provato Call of Duty Black Ops III non si può non provare un senso di spiazzamento. In positivo, certo, ma con qualche dubbio. Call of Duty Black Ops III rappresenta un titolo innovativo nella saga Black Ops, dalla forte vocazione arcade che già si era intravista in Advanced Warfare ma questa volta spinta al massimo grazie ai “superpoteri” che si possono sbloccare durante il gioco, capace di farci fare salti incredibili o addirittura di camminare sui muri.

Call of Duty Black Ops III: le diverse classi di personaggio, con specializzazioni e poteri diversi, regalano una nuova esperienza di gioco nel multiplayer.
Call of Duty Black Ops III: le diverse classi di personaggio, con specializzazioni e poteri diversi, regalano una nuova esperienza di gioco nel multiplayer.

Punta di diamante di questo capitolo è sicuramente la modalità multiplayer, capace di far entrare simultaneamente nella stessa squadra fino a 4 giocatori (indipendentemente dal fatto che si giochi online oppure offline, con schermo in split screen). Le campagne, in questo modo, possono essere vissute sotto una luce completamente diversa con la possibilità di costruire tattiche complesse e avanzate, grazie al gran numero di armi e di “poteri” che ogni giocatore può scegliere di acquisire durante la crescita del suo personaggio. Vediamo, in dettaglio, tutte le caratteristiche di Call of Duty Black Ops III.

Call of Duty Black Ops III: la nuova IA permette di dar vita a partite combattute e dense di strategia.
Call of Duty Black Ops III: la nuova IA permette di dar vita a partite combattute e dense di strategia.

Call of Duty Black Ops III recensione: multiplayer, crescita del personaggio e IA avanzata

La prima novità di Call of Duty Black Ops III riguarda lo svolgimento delle campagne. Rispetto a Black Ops II, che ci aveva abituati a una storyboard in grado di adattarsi alle scelte del giocatore e di seguire sviluppi differenti a seconda delle nostre scelte, in questo nuovo capitolo la trama si sviluppa in modo molto più lineare. L’intenzione, in questo nuovo capitolo, non è tanto quella di stupire attraverso lo sviluppo narrativo della storia, ma di andare oltre: in un futuro prossimo dove le macchine rappresentano ormai una componente fondamentale dell’umanità, i dispositivi biomeccanici sono parte integrante della tecnologia militare.

Call of Duty Black Ops III: la personalizzazione del giocatore permette di vivere differenti esperienze di gioco e di creare tattiche personalizzate
Call of Duty Black Ops III: la personalizzazione del giocatore permette di vivere differenti esperienze di gioco e di creare tattiche personalizzate

I droni, abbondanti nei precedenti capitoli Black Ops, sono rimpiazzati da truppe appiedate di nuova generazione caratterizzate da una forza e velocità sovraumana, capaci di spiccare salti eccezionali e camminare sulle pareti come nel più classico dei film della saga Matrix. Un collegamento neurale chiamato DIN (Direct Neural Interface) consente a chi dirige le fila delle battaglie di comandare direttamente le truppe schierate sul campo, modificandone le decisioni e azzerando i margini di errore. In questo contesto si colloca la nuova modalità multiplayer di Call of Duty Black Ops III: il team da 4 giocatori viene lanciato nella mischia in uno scenario futuristico dove i nemici abbondano.

Call of Duty Black Ops III: scenari futuristici e tecnologie avveniristiche sono al centro di tutte le azioni di gioco.
Call of Duty Black Ops III: scenari futuristici e tecnologie avveniristiche sono al centro di tutte le azioni di gioco.

L’intelligenza artificiale appare migliorata rispetto al passato, con un sistema in grado di adattare il numero di nemici ai giocatori presenti in partita. Ogni classe di nemico, inoltre, si muove sul campo con strategie diverse: si avranno così androidi sprezzanti del pericolo, in grado di avanzare in pieno campo spianandosi la strada a colpi di mitragliatore e umani “bionici” che invece agiranno in copertura, accerchiandoci per farci cadere nella loro rete tattica. Il nostro team da 4 giocatori dovrà vedersela di conseguenza: per gli amanti dell’hardcore gaming non sarà più sufficiente gettarsi nella mischia svuotando il caricatore ma si dovranno elaborare strategie di gruppo, più complesse man mano che si avanzerà nel gioco.

Call of Duty Black Ops III: sessioni frenetiche e azioni rapide si alternano a scelte più tattiche e ragionate. Al giocatore, la scelta della strategia di gioco migliore.
Call of Duty Black Ops III: sessioni frenetiche e azioni rapide si alternano a scelte più tattiche e ragionate. Al giocatore, la scelta della strategia di gioco migliore.

Le campagne, tutte da subito disponibili, sono state concepite per essere rigiocate più e più volte. Il nostro personaggio, ad ogni missione, guadagnerà esperienza e potrà sbloccare nuove abilità chiamate Cyber Core e Cyber Rings. In questo modo un team potrà decidere di specializzare alcuni giocatori in determinate abilità (che vanno dal controllo neurale delle truppe avversarie, facendole rivoltare contro i loro stessi alleati, allo sviluppo delle componentistiche biomeccaniche, in grado di far spiccare salti incredibili e di dare velocità inimmaginabili ai giocatori), che potranno variare nel corso del gioco per adattarsi alle caratteristiche delle singole campagne.

Call of Duty Black Ops III: grazie ai Cyber Core i personaggi potranno compiere azioni al limite della fantascienza.
Call of Duty Black Ops III: grazie ai Cyber Core i personaggi potranno compiere azioni al limite della fantascienza.

Call of Duty Black Ops III recensione: le specializzazioni dei personaggi

Esiste un buon numero di specializzazioni per i soldati di Call of Duty Black Ops III: all’inizio della modalità multigiocatore è possibile scegliere una classe specifica, caratterizzata da un aspetto e una personalità ben precisa, che si andrà a potenziare durante le partite. Ciascuna classe è inoltre caratterizzata da un’arma propria, che si adatterà agli stili di ogni giocatore. Vediamo nel dettaglio tutti i personaggi e le relative specializzazioni:

Ruin

Arma: Schianto gravitazionale. Le punte generano una potente onda d’urto quando vengono conficcate nel suolo.
Abilità: Overdrive. Potenziamento cibernetico delle gambe che aumenta temporaneamente la velocità.

Seraph

Arma: Annihilator. Massiccio revolver ad alto calibro che spara micidiali colpi penetranti.
Abilità: Concentrazione. Durante l’attivazione, il punteggio ottenuto innesca un moltiplicatore bonus per i punti.

Nomad

Arma: Hive. Piazza trappole che rilasciano uno sciame mortale di nanodroni quando attivate.
Abilità: Ripristino. Permette di ripartire dalla posizione in cui si è morti, grazie a un’iniezione di siero a nanoparticelle.

Prophet

Arma: Tempest. Un’arma a colpo caricato che spara una scarica elettrica, folgorando il bersaglio e propagandosi verso i nemici circostanti.
Abilità: Glitch. Ripristina uno stato precedente con questa mod di sistema che viola la griglia di simulazione bellica.

Outrider

Arma: Sparrow. Un arco composito che spara dardi esplosivi la cui forza aumenta col tempo di carica.
Abilità: Impulso visivo. Un impulso sonico che individua i nemici nel raggio d’azione.

Reaper

Arma: Scythe. Minigun a quattro canne integrata nel braccio.
Abilità: Psicosi. Infiltra i sistemi DNI nemici per simulare la presenza di tre Reaper da usare come esca.

Spectre

Arma: Ripper. Spectre sfodera due lame affilate per colpire i nemici con precisione chirurgica.
Abilità: Mimetizzazione. Sofisticati meta-materiali mutano rapidamente per far scivolare i fotoni sulle proprie superfici invece che rifletterli, rendendo Spectre temporaneamente invisibile.

Battery

Arma: Macchina da guerra. Questo lanciagranate spara ordigni rimbalzanti che esplodono al contatto con i nemici.
Abilità: Corazza cinetica. Corazza caricata elettricamente che fa evaporare i proiettili nemici al contatto, neutralizzandoli completamente.

Firebreak

Arma: Purificatore. Un lanciafiamme che proietta un fascio in grado di incenerire qualsiasi cosa si trovi nel suo raggio di azione.
Abilità: Onda di calore. Una serie di ondate ad altissimo calore, ravvicinate tra loro, stordiscono e disorientano i nemici vicini al giocatore.

Call of Duty Black Ops III: la modalità co-op a 4 giocatori è la più attesa di questo gioco.
Call of Duty Black Ops III: la modalità co-op a 4 giocatori è la più attesa di questo gioco.

Call of Duty Black Ops III recensione: considerazioni finali

Call of Duty Black Ops III è certamente un titolo che non delude, diverso dai precedenti e capace di accontentare una buona fetta degli appassionati della saga. Il nuovo motore grafico Next Gen riesce alla perfezione a gestire l’eccezionale grafica e l’enorme numero di nemici, insieme alla nuova IA che li caratterizza. Sotto l’aspetto grafico, alcuni puristi potrebbero storcere il naso per uno stile forse troppo “cartoon”, rafforzato dalla presenza dei superpoteri e dalle azioni di gioco al limite del fantascientifico: troppo colore, troppa vivacità, troppe animazioni lontane dalla realtà rischiano alla lunga di rendere uno scenario di gioco irreale e molto lontano dai precedenti Call of Duty. Lo stesso ambiente futuristico che ha caratterizzato gli ultimi capitoli, forse, avrebbe bisogno di un ritorno al passato, senza cyborg e senza armi sofisticate.

Call of Duty Black Ops III: annunciata l'attesissima modalità zombie.
Call of Duty Black Ops III: annunciata l’attesissima modalità zombie.

Ma si tratta certamente di gusti e sensazioni personali, diverse da giocatore a giocatore. I punti certi di questo Call of Duty Black Ops III sono sicuramente la campagna co-op a quattro giocatori, capace di puntare sulla creazione di una vera strategia, e sulla profondità di gioco garantita delle specializzazioni delle classi personaggio. In questo modo le combinazioni di gioco sono infinite e ogni campagna, anche rigiocata mille volte, rischia di non stancare mai potendola rigiocare in modo completamente diverso.

Il nuovo sistema di movimento del personaggio, più fluido e naturale, semplifica le azioni di gioco e dona nuova linfa vitale a questo Call of Duty Black Ops III. Se a questo, poi, si aggiunge la nuova e attesissima modalità Zombie, ne esce davvero un capitolo completo su tutti i fronti.

Maker Faire. Roma è capitale dell’innovazione europea

La città universitaria della Sapienza a Roma sta per diventare una città del futuro. Responsabile del cambiamento è l’edizione della Maker Faire. Si tratta di una delle più importanti fiere dell’innovazione al mondo, giunta quest’anno alla terza edizione.

Maker Faire. Roma è capitale dell’innovazione europea

Un’area di oltre 100mila metri quadrati, con circa 15mila metri quadrati dedicati agli spazi espositivi, più di 600 stand e con oltre 700 invenzioni in mostra provenienti da tutto il mondo, selezionate tra più di 1300 progetti arrivati alla Call for Makers. Non basta.

Ad arricchire la tre giorni romana saranno centinaia di workshop e seminari con gli speaker più importanti del settore e un’area dedicata ai kids di quasi tremila metri quadrati, dove i bambini dai 5 anni in su avranno a disposizione più di 90 laboratori per imparare a programmare e costruire il proprio robottino. Novità di quest’anno, fra le altre cose, anche la mega voliera di 300 metri quadrati di larghezza e di 22 metri d’altezza, dove sarà possibile assistere alle performance dei droni.

Maker Faire. Le origini in Usa

Nata nel 2006 a San Mateo, in California, la Maker Faire è diventata, negli anni, un appuntamento fisso per gli appassionati di tecnologia e innovazione. La fiera non è una semplice esposizione di progetti e invenzioni, ma è soprattutto un luogo e un’occasione di incontro fra esperti, appassionati, imprese che fanno dell’innovazione tecnologica la propria ragion d’essere e che vogliono condividere le proprie conoscenze e scoperte. Con oltre un milione e mezzo di visitatori in tutto il mondo, Maker Faire può vantare ben 131 eventi organizzati solo nel 2014.

Centinaia di espositori da tutto il mondo partecipano alla fiera dell'innovazione
Centinaia di espositori da tutto il mondo partecipano alla fiera dell’innovazione

Dalla California, l’evento ha assunto proporzioni enormi, diffondendosi in tutto il mondo. L’edizione della Maker Faire Bay Area ha accolto oltre 110 makers ed oltre 130.000 visitatori; la World Maker Faire New York ha ospitato oltre 600 maker e più di 75mila visitatori. Altre 120 Mini Maker Faire, eventi indipendenti curati da community, si sono diffuse in Europa e in Italia.

Maker Faire. Ora la capitale è Roma

Maker Faire Rome è l’edizione europea di Maker Faire, la più grande esposizione al mondo dopo le americane “Area Bay” e “New York”. Scienza, fantascienza, tecnologia e divertimento si fondono in un’unica manifestazione, attenta sempre a strizzare l’occhio al business e ad un nuovo modo di fare impresa.

Maker Faire dà spazio ai “makers”, che sperimentano nuove invenzioni per risolvere i problemi della vita di tutti i giorni. E, allo stesso tempo, è una vetrina non solo per gli addetti ai lavori, ma per i curiosi di tutte le età. C’è posto, dunque, per l’esposizione di stampanti 3D, droni, robot, digital manifacturing, ma anche per le nuove forme di arte, spettacolo, artigianato, sperimentazioni sul cibo.

Il logo dell'edizione 2015 della Maker Faire a Roma
Il logo dell’edizione 2015 della Maker Faire a Roma

Numerosi i settori in cui è suddivisa la fiera: si va dal 3D printing, 3D scanning, e Arduino, all’Art, Artisans & New Craft, Biology, Cultural Heritage, Drones, Education, Energy & Sustainability, Fabrication, passando per il Fashion & Wearables, Food&Agriculture, Games, Hacks, Home Automation, Internet of Things, Kids & Education, Music & Sound, Open Source, Recycling & Upcycling, Robotics, Science, Steam Punk, Wellness & Healthcare. Non mancheranno i workshop in cui ci si confronterà sui temi dell’istruzione e i live talk.

Maker Faire. Area Kids

Attesissima l’Area Kids con i suoi 3mila metri quadrati, curata da Codemotion e dedicata ai giovani innovatori dai 5 ai 16 anni: laboratori di programmazione, tour guidati da animatori scientifici, mini laboratori di making e uno “science corner” che mostrerà come la scienza può dare spettacolo. I ragazzi potranno realizzare concretamente il loro primo robot, circuito o videogioco. Assoluta novità del 2015 saranno “le Isole Didattiche” – sette postazioni aperte in cui, ci saranno attività dedicate al riciclo creativo didattico e al learning by doing, e un’area FabLab a misura di bambini e ragazzi.

Maker Faire. Maker Music

Assieme a Sugarmusic, editore musicale ed etichetta discografica tra le più rinomate a livello internazionale, verrà realizzata un’area Maker Music, appositamente dedicata ai maker della musica e alle loro sperimentazioni. Laboratori interattivi, realizzazioni di strumenti musicali in autoproduzione basati sulla piattaforma Arduino e performance dal vivo saranno un’ulteriore attrazione per il pubblico della manifestazione.

Non solo appassionati ed esperti, anche i curiosi possono visitare gli stand della fiera
Non solo appassionati ed esperti, anche i curiosi possono visitare gli stand della fiera

Maker Faire. Le scuole e le università

Un ruolo primario avranno anche i ragazzi selezionati tra le oltre cento scuole superiori (Istituti Tecnici e Its) che hanno partecipato alla Call for Schools. Trenta i progetti selezionati e i relativi stand – quasi il doppio rispetto agli spazi dello scorso anno – messi a disposizione delle scuole per far emergere la capacità di inventiva e il talento degli studenti. Assieme alle scuole saranno presenti anche le più prestigiose università italiane.

Maker Faire. Food & Agricolture

Degna di nota sarà anche l’Area Food & Agricolture, con oltre 40 espositori presenti nel padiglione dedicato: dall’innovazione nel campo della produzione di birra artigianale, alla stampa di crepes in 3D, al robot che fa cocktail, al tappo intelligente per tracciare la conservazione del vino, passando per gli orti verticali, arrivando alle coltivazioni idroponiche.

La Maker Faire organizzata a Londra. Ogni anno sono centinaia le comunità locali che si attivano per accogliere la fiera nella propria città
La Maker Faire organizzata a Londra. Ogni anno sono centinaia le comunità locali che si attivano per accogliere la fiera nella propria città

Maker Faire. Le precedenti edizioni

Quest’anno, dopo il successo delle edizioni 2013 e 2014, che hanno fatto registrare più di 90mila visitatori, sono attese centinaia di invenzioni e attrazioni da 65 nazioni.

Maker Faire Rome – The European Edition è curata da Massimo Banzi, co-fondatore di Arduino, Riccardo Luna, Digital Champion Italiano e Stefano Micelli, professore Ca’ Foscari, ed è organizzata da Asset Camera, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Roma la cui la mission è mettere la città di Roma al centro del dibattito sull’innovazione, attraverso la diffusione della cultura digitale e lo sviluppo dell’imprenditorialità individuale e collettiva, propria del DNA del movimento dei Makers.

Il tuo iPhone è lento? forse è una sindrome psicologica

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Il tuo iPhone è lento? Prova a considerare questa innovativa teoria. Che gli utenti di Apple siano tra i più fidelizzati al mondo era cosa nota da tempo. Ma che ad avvalorare questa tesi ci sia il supporto scientifico di ricerche mirate è davvero una novità. A metterlo in luce due studi che svelano altrettanti particolari comportamenti dei “seguaci” di Apple.

Il primo è quello di Statista che rileva una tendenza nei consumatori Apple a percepire come lento il proprio iPhone ad ogni nuova versione rilasciata dall’azienda di Cupertino. Il secondo studio è condotto da Strand Consult e dimostra come gli utenti Apple siano addirittura affetti da una sindrome che ricorda la sindrome di Stoccolma.

Il tuo iPhone è lento? la teoria della sindrome psicologica

Statista, una società di statistiche online con base in Germania, ha notato come, in corrispondenza con l’uscita di un nuovo modello di iPhone, gli utenti si lamentino della lentezza del loro “vecchio” dispositivo. Pare, però, che ad aumentare questa sensazione di obsolescenza sia più una componente psicologica che un difetto reale.

Con l’uscita dell’ultimo iPhone 6s, ad esempio, alcuni utenti avranno notato che le versioni precedenti del telefono sono più lente o che la batteria dura di meno. Questa tendenza è mostrata anche da Google Trends in concomitanza con l’uscita di ogni nuova release di casa Apple. Statista ha provato a segnare su un grafico la tendenza. Appena dopo il rilascio di un nuovo modello di iPhone, il termine di ricerca “iPhone lento” su Google subisce un picco.

Il tuo iPhone è lento? Il grafico di Statista che mostra il picco di ricerche "iPhone lento"
Il tuo iPhone è lento? Il grafico di Statista che mostra il picco di ricerche “iPhone lento”

Questo accade all’incirca dal 2008 e per ogni nuova versione del telefono immessa sul mercato da quella data in poi. I picchi di ricerca del termine “iPhone lento” vanno via via attenuandosi nelle settimane successive all’ingresso del nuovo modello sul mercato, a testimonianza che la componente psicologica gioca in questo caso un ruolo fondamentale.

Ad accentuare questa tendenza, il fatto che ad ogni nuova uscita, Apple rilascia un aggiornamento di iOS, il sistema operativo che gira sugli iPhone, fattore che rende la sensazione di lentezza ancora più marcata.

Non solo iPhone lento. C’è la sindrome dell’iPhone perfetto

Ancora una volta il fattore psicologico interviene quando si parla di prodotti a marchio Apple. Secondo gli studi della società danese Strand Consult, pare che gli utenti dell’iPhone sono così fidelizzati al marchio che, anche quando il loro telefono presenta degli oggettivi difetti, tendono a minimizzare i disagi e a muoversi in difesa dell’azienda di Cupertino.

Strand Consult parla addirittura di una sorta di sindrome di Stoccolma – la sindrome che lega una persona rapita ai propri rapitori, verso i quali tende a provare un senso di protezione. Un meccanismo simile, con i dovuti distinguo del caso, si è instaurato fin dal rilascio del primo iPhone. Quando, infatti, sui cellulari della Apple non era ancora disponibile il 3G, gli utenti erano pronti a difendere l’azienda dicendo che il sistema di connessione non era a quei tempi diffuso e quindi se ne poteva fare a meno. Lo stesso accadeva quando si imputava all’iPhone la mancata possibilità di inviare MMS. “Ma chi usa più gli MMS?” erano pronti a rispondere i fanatici della Mela.

Il tuo iPhone è lento? Gli ultimi modelli lanciati sul mercato da Apple sono iPhone 6 e iPhone 6s
Il tuo iPhone è lento? Gli ultimi modelli lanciati sul mercato da Apple sono iPhone 6 e iPhone 6s

E anche quando il dispositivo Apple presenta delle funzioni che non sono al pari delle prestazioni di un qualsiasi altro cellulare, l’utente Apple tende a minimizzare. E allora se la fotocamera non è così potente, che importa? Le foto sono ugualmente fantastiche. E ancora, se l’iPhone non è multitasking è solo una scelta intenzionale da parte dell’azienda per rendere il telefono più veloce. E per la batteria integrata, l’utente Apple rispondere che nessuno va in giro con batterie di ricambio, quindi il problema non sussiste!

Persino la caratteristica di avere programmi esclusivamente dedicati ai prodotti Apple e non utilizzabili su altre piattaforme, viene vista come un indubbio pregio. Lo zoccolo duro dei fidelizzati risponde, infatti, che Apple garantisce il massimo della sicurezza, che sa cos’è meglio per gli utenti e che il fatto che i giochi e le applicazioni siano sviluppati unicamente per gli iPhone rende i dispositivi più veloci e con il massimo delle funzionalità.

Del design neanche a parlarne. Appena si sottolinea che l’iPhone è un telefono a bassa tecnologia confezionato all’interno di un design elegante, gli utenti risponderanno che la combinazione tra l’interfaccia e il design di Apple è la sua caratteristica vincente.

Anche per le chiamate che si interrompono sarà colpa della Mela? Neanche per sogno. I responsabili sono gli operatori. E quasi come se l’iPhone fosse la testimonianza tangibile della perfezione, nessun utente avrà nulla da ridire se il telefono non supporta le schede di memoria, o se non è possibile installarvi il proprio browser preferito per la navigazione.

Il tuo iPhone è lento? Uno degli ultimi modelli di iPhone - il 5s - già considerato "lento" dagli utenti
Il tuo iPhone è lento? Uno degli ultimi modelli di iPhone – il 5s – già considerato “lento” dagli utenti

Questa particolare fidelizzazione è diventata negli anni quasi un culto. Apple, infatti, può contare su una base di utenti che, anche in presenza di dispositivi non rivoluzionari, sarà sempre disposta ad acquistare i suoi prodotti.

Certamente, si tratta di una componente che fa invidia agli altri produttori di telefono. Nokia, Samsung, LG, HTC o Sony Ericsson non possono vantarsi di avere una clientela tanto fidelizzata. Per questo non è così improbabile parlare di una vera e propria “Sindrome di iPhone”.

iPhone 6s, meglio comprare o aspettare iPhone 7?

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Appena tolto il velo agli ultimi iPhone 6S e iPhone 6S Plus, la domanda sorge spontanea: iPhone 6s, meglio comprare o aspettare iPhone 7? Certo, parlare di iPhone 7 a pochi giorni dall’uscita del 6S può sembrare un’esagerazione, ma nemmeno troppo se si pensa come ormai ogni anno Apple presenti sul mercato un nuovo smartphone. La domanda, quindi, sorge spontanea: meglio comprare subito o aspettare ancora 11 mesi (supponendo l’uscita di iPhone 7 per settembre 2016)? Vediamo di scoprire insieme la scelta più conveniente.

iPhone 6s, meglio comprare o aspettare iPhone 7? Ecco tutte le informazioni per rispondere alla fatidica domanda
iPhone 6s, meglio comprare o aspettare iPhone 7? Ecco tutte le informazioni per rispondere alla fatidica domanda

iPhone 6s, meglio comprare o aspettare iPhone 7?

iPhone 6S e 6S Plus hanno stupito alla loro presentazione per qualità e quantità di caratteristiche inedite per la famiglia iPhone. Mai, in tutta la storia dei telefonini della Mela, si era assistito a una serie “S” così ricca di novità: dalla funzione 3D Touch, in grado di associare specifiche funzioni al grado di pressione delle dita, al comparto fotografico migliorato e potenziato con una fotocamera da 12 Mp e l’introduzione delle fotografie animate Live Photos. iPhone 6S ha stupito anche per il nuovo processore A9 a 64 bit, in grado di garantire prestazioni CPU più rapide del 70% e una grafica più reattiva del 90%, andando ulteriormente a migliorare le già ottime prestazioni dei suoi predecessori.

iPhone 6s, meglio comprare o aspettare iPhone 7? Con il nuovo smartphone è previsto l'arrivo del processore A10.
iPhone 6s, meglio comprare o aspettare iPhone 7? Con il nuovo smartphone è previsto l’arrivo del processore A10.

iPhone 6S e 6S Plus sono prodotti di alta fascia, caratterizzati da un design pulito, caratteristiche costruttive eccellenti e da una grande potenza. Di contro, c’è il prezzo: per portarsi a casa un iPhone 6S sono necessari 779 euro per la versione da 16 Gb, 889 euro per quella da 32 Gb e 999 euro per quella da 128 Gb. Di poco superiori i prezzi per 6S Plus: 889 euro per la versione da 16 Gb, 999 euro per quella da 64 Gb e 1.109 euro per quella più capiente da 128 Gb.

 

iPhone 6s, meglio comprare o aspettare iPhone 7? Tra le nuove colorazioni potrebbe spuntare anche quella dorata.
iPhone 6s, meglio comprare o aspettare iPhone 7? Tra le nuove colorazioni potrebbe spuntare anche quella dorata.

iPhone 6S, meglio comprare o aspettare iPhone 7? Le promesse di iPhone 7

A un anno da quella che -presumibilmente- sarà la presentazione dell’iPhone 7, esistono già tonnellate di rumors e indiscrezioni più o meno fondate su quella che sarà la settima famiglia dello smartphone di Cupertino. A cominciare dal design: su iPhone 7 potrebbe scomparire la scocca in metallo. Voci autorevoli parlano di un iPhone 7 impermeabile all’acqua e resistente alla polvere, caratteristica che male si abbina all’alluminio visto nelle ultime due generazioni.

Se da un lato sarebbe verosimile l’impiego della lega di alluminio serie 7000 vista su AppleWatch, non si può escludere un ritorno di una scocca in plastica o l’arrivo di materiali di nuova generazione, dalla ceramica alla lega di metallo liquido. In quest’ultimo caso, la voce prenderebbe corso in seguito all’accordo commerciale stretto da Apple con la Liquidmetal Technologies, capace di realizzare questa lega brevettata con una resistenza doppia rispetto a quella del titanio.

iPhone 6s, meglio comprare o aspettare iPhone 7? Design rinnovato e nuove funzioni varranno un altro anno di attesa?
iPhone 6s, meglio comprare o aspettare iPhone 7? Design rinnovato e nuove funzioni varranno un altro anno di attesa per iPhone 7?

Sempre a livello di design, non può passare inosservata la tendenza di Apple nel voler ridisegnare l’estetica degli iPhone ogni 2 generazioni di prodotto: la serie 5 e la serie 6, molto simili tra di loro come pure le vecchie serie 3 e 4, possono ragionevolmente lasciare a intendere un nuovo cambio di rotta stilistico per i prodotti del futuro. Per quanto riguarda i colori, dopo l’introduzione del “pink gold” vista su iPhone 6S è facile immaginare l’arrivo di nuove colorazioni, pensate per abbinarsi ai futuri Apple Watch 2 la cui uscita sul mercato dovrebbe coincidere con la presentazione di iPhone 7.

iPhone 6s, meglio comprare o aspettare iPhone 7? Il design del nuovo smartphone è ancora un'incognita. Non è da escludere nemmeno l'arrivo della Digital Crown vista su Apple Watch.
iPhone 6s, meglio comprare o aspettare iPhone 7? Il design del nuovo smartphone è ancora un’incognita. Non è da escludere nemmeno l’arrivo della Digital Crown vista su Apple Watch.

A livello di display, le dimensioni non dovrebbero variare rispetto al 6S (4,7″) e al 6S Plus (5,5″), mentre potrebbe vedere la luce un iPhone 7 mini da 4″ per andare incontro alle esigenze di chi disdegna gli schermi di grandi dimensioni. In un telefono destinato a diventare il più “grande” di tutti, anche la risoluzione potrebbe conoscere un deciso aumento: si parla, in questo caso, di un’evoluzione del display Retina, protetta da un vetro in zaffiro (lo stesso di Apple Watch) o in alternativa da un’evoluzione del Gorilla Glass 4 attualmente equipaggiato, conosciuta con il nome di “Project Phire“: un nuovo materiale composito capace di garantire una resistenza ai graffi e agli urti simile allo zaffiro, ma dal costo inferiore. Il sistema di rilevamento delle impronte digitali TouchID, inoltre, potrebbe essere spostato dal tasto home al display, convertendo l’intero schermo ad un unico, grande lettore di impronte.

iPhone 6s, meglio comprare o aspettare iPhone 7? Per lo schermo del nuovo iPhone si prevede una tecnologia capace di fornire più dettagli rispetto a Retina.
iPhone 6s, meglio comprare o aspettare iPhone 7? Per lo schermo del nuovo iPhone si prevede una tecnologia capace di fornire più dettagli rispetto a Retina.

iPhone 7 vedrà molto probabilmente il debutto del processore A10 da 6 core, ancora più performante dell’A9 equipaggiato su iPhone 6S, cui potrebbe essere accompagnato un aumento della ram e della memoria interna. Questo, unito a una nuova batteria a lunga durata allo studio da ormai molti mesi nei laboratori di Cupertino (che potrebbe abbinarsi a un nuovo sistema di ricarica wireless), porterebbe a un nuovo rapporto potenza/prestazioni nel mercato degli smartphone di fascia alta. Per questa ragione appare ormai scontata l’eliminazione della versione da 16 Gb e l’introduzione di una da 32 Gb, anche considerato il peso sempre più elevato delle foto scattate (quelle catturate con la funzione Live Photos, per esempio, pesano il doppio di quelle standard).

iPhone 6s, meglio comprare o aspettare iPhone 7? La nuova batteria, più capiente, potrebbe essere affiancata dalla ricarica wireless.
iPhone 6s, meglio comprare o aspettare iPhone 7? La nuova batteria, più capiente, potrebbe essere affiancata dalla ricarica wireless.

Anche per il comparto fotografico si annunciano grosse novità: anche se la fotocamera rimarrà probabilmente la stessa vista su iPhone 6S (12 Mp per la fotocamera principale e 5 Mp per la frontale) è previsto un deciso aumento qualitativo grazie a una nuova lente dotata di prisma, in grado di dividere i colori dello spettro e di rielaborarli autonomamente a livello di processore.

iPhone 6S, meglio comprare o aspettare iPhone 7? Scegliete in base al telefono di partenza

Come abbiamo visto, iPhone 6S e 6S Plus sono entrambi smartphone eccezionali. iPhone 7 si preannuncia come un’ulteriore evoluzione nella famiglia dei telefoni di Cupertino, ma è ancora presto per fare una valutazione obiettiva sulla base delle effettive caratteristiche che, con ogni probabilità, saranno diffuse ufficialmente a settembre 2016. Oltre al prezzo, esistono molti altri fattori che potrebbero far cadere l’ago della bilancia verso il 6S o verso l’attesa, in vista dell’iPhone 7 del 2016.

Il nostro consiglio è quello di contestualizzare la scelta a seconda dello smartphone di provenienza, perchè in questo modo potrete puntare sul rapporto fra la qualità, il prezzo, e i miglioramenti di cui si può godere: tutti coloro che partono da un dispositivo “old-style” e vogliono passare ad uno smartphone, quelli che hanno scelto un prodotto di fascia medio-bassa, o chi ha acquistato un telefono top di gamma, ma che con il tempo è diventato “anziano”, come il Galaxy S3 o l’iPhone 4S, l’acquisto di un 6S (o 6S Plus) rappresenta un deciso passo in avanti, con uno smartphone moderno e in grado di restare al passo con la tecnologia per molti altri anni.

Con questa mossa, questi utenti potranno godere di un iPhone ricco di funzionalità, in grado di accompagnare tranquillamente l’utente per i prossimi 2-3 anni (ma anche 4-5, a seconda di quanta potenza si vuole chiedere ad uno smartphone).

iPhone 6s, meglio comprare o aspettare iPhone 7? Per i possessori di smartphone nuovi e potenti, potrebbe essere più utile aspettare.
iPhone 6s, meglio comprare o aspettare iPhone 7? Per i possessori di smartphone nuovi e potenti, potrebbe essere più utile aspettare.

Attenzione, però, a chi proviene da uno smartphone di fascia alta come un iPhone 6, un HTC One A9, un Galaxy S5 o un LG G4. In questo caso è bene ricordare che la Apple, solitamente, lancia delle nuove funzioni in prodotti intermedi come l’iPhone 6S, per eliminarle o confermarle, potenziate, nella versione successiva.

Per questo motivo, posto che non si hanno problemi di qualità dato il telefono attualmente in possesso, comprare un iPhone 6S e vedere delle novità migliorate o ampliate nella versione 7, e dopo un tempo relativamente breve, porrebbe di fronte ad una situazione poco piacevole. Aver speso soldi per un top di gamma, e non avere l’ultimo grido a disposizione, oppure dover spendere due volte, per un 6S e un 7.

Insomma, se con il vostro smartphone non potete lamentarvi, consigliamo di aspettare l’arrivo di iPhone 7 . E’ bene prima farsi un’idea su quelle che saranno le caratteristiche definitive del nuovo iPhone 7 del 2016, per evitare di spendere soldi e rimpiangerli nel giro di pochi mesi.

All’utente, in ogni caso, spetta la scelta finale: non esiste una risposta uguale per tutti. L’unica cosa certa, è che si sta parlando (e si parlerà) di due grandi smartphone. I patiti del “melafonino” sicuramente non si lasceranno perdere l’acquisto del 6S, sostituendolo magari con il nuovo modello appena uscirà, mentre altri potrebbero valutare l’acquisto in base a determinate caratteristiche del dispositivo (il 3D Touch, ad esempio, semplifica di molto l’esperienza d’uso su iOS 9, regalando nuove funzioni). Nel frattempo, seguiremo attentamente tutti i rumors riguardanti iPhone 7 e cercheremo di aiutarvi, di volta in volta, a trovare una risposta alla fatidica domanda: iPhone 6s, meglio comprare o aspettare iPhone 7.

Apple News. L’app di notizie della Mela. Così si usa al meglio

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Con l’era di Internet e la crisi del mercato editoriale, sfogliare giornali e riviste è diventata una pratica quasi obsoleta se non fosse per Apple News. L’app nuova di zecca lanciata dalla Mela, impone la riscoperta di questa antica abitudine quotidiana.

Leggere contenuti, senza rinunciare agli elementi multimediali, passare fisicamente da una pagina all’altra di una rivista o di un quotidiano sarà adesso molto più facile grazie ad Apple News. Ecco i vantaggi che offre l’app.

Apple News. L’app di notizie della Mela. Così si usa al meglio

Ci hanno già provato in tanti a riprodurre sullo schermo di uno smartphone o di un tablet la sensazione di sfogliare e leggere giornali e riviste. Applicazioni come NYT Now, Timeline, BriefMe e Flipboard sono dei validi tentativi che hanno migliorato il modo di leggere contenuti da parte degli utenti sui loro dispositivi mobili. E per quanto Flipboard sia stata fino ad ora l’app migliore in questa direzione, Apple News è di gran lunga più efficace, meglio organizzata e maggiormente accattivante.

Come funziona Apple News

La prima volta che si accede a Apple News, l’app farà un breve sondaggio sui vostri gusti personali e sui vostri interessi per selezionare i contenuti che vi piace leggere. Se, ad esempio, si ha la preferenza per gli argomenti che riguardano il cibo, si potranno leggere contenuti che provengono da fonti come Epicurious e Grub Street.

Apple News faciliterà la lettura di articoli su iPhone e iPad
Apple News faciliterà la lettura di articoli su iPhone e iPad

Oltre alla selezione per contenuti, si può scegliere direttamente i siti. Si potranno dunque segnalare giornali come il New York Times o il Wall Street Journal e ancora la CNN. Ovviamente, più vasta è la selezione più Apple News sarà in grado di capire i gusti dell’utente e suggerire contenuti che potrebbero essere interessanti.

La funzione di suggerire articoli in linea con il profilo del lettore è del tutto nuova. Attraverso il tasto “Esplora”, infatti, si potranno consultare nuovi contenuti, quando si è stanchi di quelli che sono stati già scelti. È, inoltre, possibile ordinare gli articoli in “Top Hits”, “Temi” e “Canali”. La ricerca dei nuovi contenuti è estremamente rapida e fluida.

In fondo ad ogni articolo, poi, ci sono i tre pulsanti che permettono altrettante diverse funzioni. Il pulsante di condivisione, il cuoricino per aggiungere ai “Preferiti” e il segnalibro.

Schiacciando il pulsante “Condividi”, si aprirà il classico menu pop-up di Apple che dà la possibilità di segnalare l’articolo a qualcuno, o inviarlo tramite messaggio o e-mail. Si può aggiungerlo ai promemoria o aprirlo con Safari e, naturalmente, condividerlo su Twitter, Facebook e sugli altri social network.

La schermata dei "Preferiti" all'interno di Apple News
La schermata dei “Preferiti” all’interno di Apple News

Il tasto “Segnalibro” consente di leggere l’articolo in un secondo momento anche in modalità offline. Opzione, quest’ultima, da non sottovalutare se si ha una connessione lenta oppure se si è costretti a lunghi viaggi in aereo o in qualsiasi luogo dove non arriva la connessione.

La lettura offline permette anche di risparmiare i Gb a disposizione per la navigazione gratuita. Tutti gli articoli evidenziati dal segnalibro sono sistemati nella sezione Preferiti della app, pronti per essere letti.

Apple News. L’app punta su semplicità e fluidità

Apple News è un’applicazione veloce e fluida che permette di accedere ai contenuti in maniera facile ed immediata. Anche se non tutti i siti scelti come fonti per le notizie sono ottimizzati per la lettura sulla app dell’azienda di Cupertino, la loro consultazione sarà allo stesso modo agevole, senza strane formattazioni come accade a volte su Flipboard.

Altra caratteristica che rende le prestazioni di Apple News più avanti rispetto alle altre app pensate finora è il fatto di poter leggere senza essere disturbati da annunci pubblicitari di nessun tipo.

Apple News. L’app mira anche a grafica ed usabilità

Leggere i contenuti su un dispositivo mobile diventa un’esperienza rilassante e comoda con Apple News. Tutte le notizie si aggiornano automaticamente ad ogni accesso. Oltre al testo, anche le immagini presenti in un articolo saranno facilmente visibili. Basterà fare una leggera pressione sulla foto per ingrandirla e scorrere con un dito per vedere l’intera galleria delle immagini.

Come appare un articolo della rivista Wired su Apple News
Come appare un articolo della rivista Wired su Apple News

Per passare all’articolo successivo basterà scorrere la pagina proprio come si farebbe con un giornale cartaceo. Ogni articolo avrà delle animazioni fluide. Fra i design più belli da leggere con Apple News c’è quello del New York Times. All’accesso appare una grande immagine e un link alle più importanti notizie.

Dopo di che, si vede un elenco di articoli tra cui scegliere. Le immagini sono disposte in primo piano nella parte superiore della pagina, e si può scorrere per vederle in sequenza, senza altri collegamenti speciali. Più si allarga la partnership fra Apple e le grandi testate, più sarà facile la lettura dei loro contenuti sui dispositivi mobili.

Apple News è una delle più belle applicazioni firmate Apple negli ultimi tempi. Si tratta della perfetta combinazione fra semplicità e ricercatezza. Anche se Flipboard è servito in qualche misura come ispirazione, Apple News presenta un aspetto pulito e ordinato, oltre a garantire una navigazione senza annunci o altre interferenze.

Si tratta di una gradita aggiunta a iOS 9, per tutti coloro a cui piace mantenersi aggiornati sulle ultime notizie.

Samsung Galaxy Note 5 recensione. Stupendo ma pochi GB

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Il nuovo Samsung Galaxy Note 5. Recensione di uno smartphone ultrapiatto, estremamente maneggevole con uno schermo extra lucido e una fotocamera potente. Alla qualità complessiva del telefono, si aggiungono i suoi inequivocabili punti di forza: la durata della batteria, superiore ai livelli finora visti, e il pennino, modificato ulteriormente rispetto al modello precedente.

Ciò non toglie, però, che l’ultimo modello di casa Samsung presenti dei “difetti”. Non esiste più lo slot per la memoria espandibile e anche la batteria, sebbene abbia una durata eccezionale, non è estraibile come nei vecchi modelli. Queste ultime due modifiche potrebbero danneggiare Samsung, avvantaggiando rivali meno costosi come LG, HTC e Motorola. Resta il fatto che il Galaxy Note 5 è un ottimo telefono, anche se di certo è ancora perfettibile. Ecco qui la recensione del prodotto.

Samsung Galaxy Note 5 recensione. Straordinario, peccato la memoria

Benché presenti un design molto accattivante, il Galaxy Note 5 è lo smartphone che meno si distingue all’interno della linea Note. Ad un primo sguardo, infatti, assomiglia molto al Galaxy S6 Edge +. I modelli Note 5 e S6 Edge + non sono altro che le versioni giganti dei modelli Galaxy S6 Edge e Galaxy S6 che Samsung ha lanciato lo scorso marzo.

Il nuovo pennino, ribattezzato dalla casa produttrice coreana “S-Pen”, è l’unico elemento che rende il Note 5 veramente diverso dagli altri prodotti dello stesso marchio. Tuttavia, nonostante le pochissime novità, non si può dire certo che il Galaxy Note 5 non sia un buon telefono.

Il Samsung Galaxy Note 5 disponibile in oro, argento, bianco e nero zaffiro
Il Samsung Galaxy Note 5 disponibile in oro, argento, bianco e nero zaffiro

Samsung Galaxy Note 5 recensione. Le varianti e il display

Ma andiamo con ordine. Il Samsung Galaxy Note 5 è disponibile in diversi colori: oro, argento, bianco e nero zaffiro (che sembra blu alla luce). I prezzi variano a seconda del rivenditore e del Paese di acquisto. Diciamo, indicativamente, che la versione da 64GB costa 700 euro, mentre il modello con 32GB si attesta su un valore di 600 euro. Prezzi ben più alti rispetto all’iPhone6 Plus da 64 GB (che costa circa 500 euro) e rispetto allo stesso Galaxy S6 Plus che nella versione da 64 GB costa circa 600 euro.

Per quanto riguarda l’aspetto estetico del telefono, nonostante la sua grandezza, il Galaxy Note 5 mantiene la sua maneggevolezza e il design più elegante e sottile rispetto al precedente Note 4. Lo schermo AMOLED è sempre di 5.7 pollici con una risoluzione di 2,560×1,440 pixel, che rende nitidi moltissimi dettagli.

Il nuovo Samsung Galaxy Note 5 presentato dall'azienda coreana è un telefono dalle ottime prestazioni
Il nuovo Samsung Galaxy Note 5 presentato dall’azienda coreana è un telefono dalle ottime prestazioni

Sotto il display ci sono i due soliti tasti (Applicazioni recenti e Indietro) e il tasto Home, che ora funge anche da lettore di impronte digitali e per avviare Google Now (la risposta a Siri di Apple). Il pulsante di accensione si trova sul lato destro, mentre quello per la regolazione del volume è posizionato sul lato sinistro.

Lungo il lato posteriore, poi, c’è l’uscita micro USB per caricare la batteria, mentre sul lato anteriore troviamo il jack per le cuffie, la fondina della S-Pen, e lo slot per la scheda SIM. Sul retro ci sono l’obiettivo della fotocamera da 16 megapixel e il flash. Abbiamo già accennato che il dispositivo si presenta come un corpo unico, senza batteria estraibile e spazio per la memoria espandibile.

Samsung Galaxy Note 5 recensione. La S-Pen

La S-Pen, come anticipato – vera novità di quest’anno – è fatta di policarbonato e cambia sempre un po’ rispetto ai modelli precedenti. Il design del pennino presenta le superfici dei lati piatte in modo da evitare l’accidentale scivolamento sulle superfici piane.

Un avvertimento importante: il pennino deve essere inserito nella fondina dall’estremità a punta. Se si inserisce dalla parte sbagliata – come hanno provato a fare molti utenti – la penna rimarrà irrimediabilmente incastrata nel telefono. Per il resto, la S-Pen continua a mantenere le sue funzioni di scrittura, puntatore e aiuto nella navigazione.

La fondina del pennino del nuovo Galaxy Note 5 consente di inserire la S-Pen esclusivamente dall'estremità appuntita
La fondina del pennino del nuovo Galaxy Note 5 consente di inserire la S-Pen esclusivamente dall’estremità appuntita

La penna si può, inoltre, utilizzare per aprire una finestra di dialogo del menu, o per vedere l’anteprima di foto e video. Permette di trascinare e rilasciare il testo e fare la cattura dello schermo. Secondo Samsung, la S-Pen è stata resa ancora più fluida nella scrittura e con un tocco più leggero. Anche l’applicazione S-Note risulta estremamente semplificata, con funzioni extra e con diverse opzioni di personalizzazione sul colore, lo spessore, ecc.

Samsung Galaxy Note 5 recensione. Novità del Note 5

Rispetto al Galaxy Note 4 del 2014, il Note 5 presenta alcuni assi nella manica. Innanzi tutto, ha la nuova funzione “Air Command”, un’icona galleggiante che svela un menu circolare con le applicazioni più utilizzate, vale a dire l’app S-Note, il browser e la galleria fotografica. L’Air Command si può disattivare, dal menu Impostazioni, oppure si possono cambiare le tre app a scelta.

La nuova funzione "Air command" di Samsung Galaxy Note 5 permette di accedere facilmente alle tre app più utilizzate
La nuova funzione “Air command” di Samsung Galaxy Note 5 permette di accedere facilmente alle tre app più utilizzate

Poi c’è la funzione “Screen off memo”, che consente di creare una specie di nota adesiva anche quando lo schermo è spento. Con il nuovo modello sarà, inoltre, possibile scrivere su un file PDF e con il Note 5 sarà possibile eseguire uno screenshot dell’intero schermo, senza effettuare più screenshot se il testo è lungo.

Samsung Galaxy Note 5 recensione. Android e applicazioni

Il Samsung Galaxy Note 5 supporta Android 5.1 Lollipop. Questo vuol dire che è il telefono è legato ad un’ampia gamma di servizi di Google, Google Now e l’accesso ai file di Google Drive. Si potrà, inoltre, migliorare l’aspetto del display o i pulsanti di accesso rapido del centro notifiche a tendina e tutto ciò che ha a che fare con la S-Pen attraverso il software di Samsung.

Anche se l’uscita di Android 6.0 Marshmallow è alle porte, non ci è dato sapere quando questa sarà disponibile sui cellulari Samsung.

Presenti anche nell’ultimo dispositivo le applicazioni “storiche” S-Note e S-Salute, oltre a numerose componenti aggiuntive opzionali, come come Galaxy Gifts e Galaxy Essentials.

Dal menu Impostazioni saranno a disposizione moltissime funzioni extra. Due fra tutte: La modalità Facile, per avere uno schermo semplificato, e la modalità Privata, per nascondere foto o file che nessuno può vedere. Presenti anche due livelli di consumo energetico, aspetti e temi per variare la grafica del telefono e persino un manuale utente. Tirando giù la tendina delle notifiche, sarà a portata di mano la torcia. Dalla home page se si scorre verso destra, si aprirà Flipboard, utile per leggere le notizie.

Samsung Galaxy Note 5 recensione. Foto e video

Un discorso a parte merita la fotocamera del nuovo Galaxy Note 5. Nonostante il numero di pixel non sia cambiato, l’applicazione presenta però un diaframma più aperto (dall’f2.2 del Note 4 all’1.9 del Note 5). Questo vuol dire che il sensore è in grado di catturare più luce anche nelle situazioni di scarsa luminosità. Le prestazioni sono, dunque, molto simili al S6 e al S6 Edge. Sempre presente la stabilizzazione ottica dell’immagine che contribuisce a diminuire le sfocature dovute ad una foto mossa. Si potranno anche scattare foto in modalità HDR.

La nuova S-Pen del Galaxy Samsung Note 5 è stata resa ancora più fluida e dal tocco più leggero
La nuova S-Pen del Galaxy Samsung Note 5 è stata resa ancora più fluida e dal tocco più leggero

Nel nuovo modello ci sarà anche la possibilità di registrare in diretta su YouTube, come avviene con Periscope di Twitter. C’è un intenzionale ritardo di trenta secondi tra il momento dell’avvio della registrazione e la visualizzazione del filmato su YouTube. (La funzione della trasmissione in diretta su Youtube è una prerogativa, al momento, solo del Note 5 e dell’S6 Board+). Ancora a proposito della fotocamera, la modalità Pro permetterà di scattare e salvare le immagini in formato Raw, sul quale sarà possibile intervenire in post-produzione con tutti gli aggiustamenti del caso.

Sarà anche possibile registrare un collage di 6 secondi e poi aggiungervi un sottofondo musicale da condividere (il file viene salvato come un 720p Mp4). Si potranno anche creare delle simpatiche GIF animate, unendo una serie di scatti. (Il Note 5 permette anche di annotare scrivendo qualcosa sulle foto, opzione che non è presente sull’Edge+).

La qualità delle immagini scattate è sostanzialmente buona anche se la modalità automatica, soprattutto nelle fotografie notturne, rischia di togliere il contrasto naturale a favore di un’immagine piatta e artificiale, sebbene più luminosa.

Anche gli amanti dei selfie saranno accontentati con una fotocamera anteriore da 3.9 megapixel e un sensore da 5 megapixel. Disponibile anche una modalità di grandangolo selfie per far entrare più persone nell’inquadratura.

La qualità dei video fa un balzo in avanti, con la cattura in 4K o Ultra HD, con una risoluzione a 3,840×2,160 pixel. Oggettivamente questa caratteristica è eccessiva per chiunque, ma è comunque disponibile per i fanatici della risoluzione che dispongono di un monitor 4K e sono consapevoli dell’eccezionale grandezza dei file.

Proprio per evitare l’eccessiva pesantezza dei file, Samsung di default imposta i video in full HD, con una risoluzione di 1,920×1,080 pixel – la stessa risoluzione della maggior parte dei HDTV 1080p. Ma è possibile modificare queste impostazioni. Anche la registrazione audio dei video è eccellente con la cattura anche delle voci e dei suoni a distanza.

Samsung Galaxy Note 5 recensione. Prestazioni hardware

Il processore è octa-core. Samsung utilizza Exynos 7, un processore quad-core 2.1 Ghz e un processore quad-core da 1.5Ghz. La Ram è incrementata rispetto al Note 4 con una capacità di 4 GB. Purtroppo rimane una debolezza quella dell’impossibilità di incrementare la memoria, quindi si deve necessariamente scegliere a priori tra il Galaxy Note versione 32 GB e la versione a 64 GB.

Il retro del Galaxy Note 5 presenta la fotocamera da 16 megapixel e il flash
Il retro del Galaxy Note 5 presenta la fotocamera da 16 megapixel e il flash

Samsung non ha reso nota la sua partnership con Microsoft, la quale mette a disposizione 100Gb di cloud per l’archiviazione dei dati su Microsoft OneDrive. Questa opzione è gratuita per due anni, passati i quali si dovrà pagare per mantenere i contenuti salvati online. Il servizio di cloud messo a disposizione da Microsoft certamente aiuta, ma non dà ai proprietari del Note 5 molta flessibilità nello scegliere come archiviare i propri dati.

Basti pensare al Note 4 che partiva dai 32 Gb ma dava la disponibilità di espandere la memoria fino a 128 Gb attraverso le microSD. Certo, sugli iPhone l’opzione di incrementare lo spazio di memoria non è mai stato disponibile, però l’assenza di slot di archiviazione dati pesa molto su quest’ultimo dispositivo ultra costoso di Samsung.

Le prestazioni generali del telefono rimangono invidiabili. Si passa da telefono spento all’avvio in 25 secondi e la fotocamera si apre in meno di un secondo. Anche la durata della batteria è sbalorditiva con 15 ore di autonomia, contro le 12,9 del Note 4.

Ci sono varie ragioni per spiegare questo evidente miglioramento. L’ottimizzazione del processore oppure l’incremento della Ram. Resta da dire che la durata della batteria varia a seconda di come si utilizza il dipositivo (la musica in streaming o la navigazione accelerano il consumo della batteria). Il Galaxy Note 5 supporta, inoltre, due standard di ricarica wireless (PMA e WPC, che rientrano nello standard Qi).

Sono presenti, inoltre, due modalità di risparmio energetico, tra cui la modalità ultrapowersaving che trasforma il telefono attivo solo per le emergenze.

Samsung Galaxy Note 5 recensione. Qualità delle chiamate

Non c’è un ottimo modo per testare la qualità dell’audio delle chiamate. Dopo alcune conversazioni di prova con chiamate sulla rete fissa, la qualità risulta un po’ debole. Si sente un’eco sussurrante. Pare che questo difetto si attenui con il vivavoce.

Il volume delle chiamate rimane un punto di debolezza per tutti i telefoni Samsung. Difetto ben noto all’azienda coreana che ha aggiunto la funzione “volume extra”. Dal punto di vista dei dati, la velocità è abbastanza in linea con quella degli altri modelli. Il test eseguito con l’applicazione Speedtest.net ha registrato risultati coerenti con Tim nella mia zona. La velocità media di download è di 72Mbps, mentre in upload si attesta intorno a 20-30 Mbps.

Samsung Galaxy Note 5 recensione. Samsung Pay

Come per S6 e S6 Board+, il Note 5 supporta samsung Pay, il nuovo sistema di pagamento dell’azienda. Samsung Pay, però, sarà disponibile solo negli Stati Uniti e in Corea del Sud per ora.

Anche dal punto di vista della sincronizzazione, Samsung ha reso più facile il funzionamento di SideSync, che rende più agevole la condivisione dei contenuti su PC, tablet e Tv. Uno dei vantaggi è la connessione automatica (dopo la configurazione iniziale), e la possibilità di rispondere ai messaggi e alle chiamate dalla schermata del computer, funzione simile a quella di handoff di Apple.

Samsung Galaxy Note 5 recensione. Accessori

Samsung ha progettato una serie di componenti aggiuntivi per il Note 5, tra cui un disco di ricarica wireless più veloce. Fra gli accessori più strani, c’è la Keyboard Cover che fa scattare la tastiera QWERTY sullo schermo per un’esperienza simile a quella del BlackBerry.

Samsung Galaxy Note 5 recensione. Comprare o no?

In buona sostanza, il Galaxy Note 5 è un dispositivo di eccellenza, con un design e uno stile pazzeschi. Pur non rappresentando un concentrato di novità per chi è già fidelizzato alla linea dei Note, non si può dire che per chi entra a far parte per la prima volta della “famiglia” non abbia molto da offrire. Bisogna, però, ancora capire dove si colloca sul mercato il Note 5, poiché il S6 è il telefono per tutti, il S6 Edge ha uno stile dalle linee più morbide e il S6 Edge + è più grande. Diciamo piuttosto che il prezzo inferiore al Galaxy S6 Edge+, rende il Note 5 il telefono extra-large più conveniente della Samsung.

Twitter Moments: come funziona? I nuovi tweet organizzati

Il più famoso social di Microblogging ha finalmente tolto il velo sulla sua funzione più attesa Twitter Moments: come spiega il nome, si tratta di un “aggregatore” di tweet, video nativi, Vine, Periscope, link e contenuti in genere in grado di rivoluzionare l’esperienza d’uso degli utenti Twitter.

Nato con il nome in codice “Project lightning”, Twitter Moments può contare su un team dedicato di curatori incaricato di selezionare, giorno per giorno, i contenuti più interessanti e di catalogarli in appositi raccoglitori che ne faciliteranno la consultazione.Una delle critiche più diffuse mosse a Twitter è quella di essere un social “complicato”: con la funzione Moments, l’uccellino più famoso al mondo ha scelto di cambiare definitivamente strada.

Twitter Moments: come cambierà l'esperienza d'uso degli utenti del social dedicato al Microblogging.
Twitter Moments: come cambierà l’esperienza d’uso degli utenti del social dedicato al Microblogging.

Twitter Moments: come funziona? Così i tweet saranno riorganizzati

La caratteristica chiave di Twitter Moments è la sua capacità di aggiornamento in tempo reale: grazie a un team dedicato di curatori, l’impressionante mole di tweet e contenuti scambiata sul social viene costantemente scandagliata, ricavando da questa azione di filtraggio una selezione delle discussioni più importanti, a livello globale. Immaginiamo una situazione-tipo di Twitter Moments: come accade ogni giorno, i Trend Topics iniziano a fare il giro della Rete viaggiando attraverso miliardi di Tweet. Attraverso la nuova icona a forma di fulmine, è possibile richiamare i Moments: schede tematiche dove un team dedicato raccoglie in tempo reale tutte le ultime notizie legate a uno specifico argomento.

Notizie fresche e, quasi sempre di prima mano: su Twitter infatti è facilissimo imbattersi in conversazioni fra leader mondiali, celebrità, sportivi, giornalisti internazionali o anche semplici utenti che ad ogni minuto commentano ogni tipo di evento in tempo reale, scambiandosi materiali multimediali accanto ai cinguettii. Ad oggi per seguire un particolare tema è necessario seguire profili, destreggiarsi tra le funzioni del social e gli hashtag più popolari: con l’avvento di Moments, tutto quello che c’è da sapere su un dato argomento sarà a portata di mano, o meglio, di “fulmine”, a prescindere dai profili seguiti.

Twitter Moments: come è facile intuire dal nome, si tratta di una raccolta di "momenti", schede tematiche in cui trovano posto i tweet, le immagini e i video dei più importanti argomenti nel mondo. Aggiornati in tempo reale.
Twitter Moments: come è facile intuire dal nome, si tratta di una raccolta di “momenti”, schede tematiche in cui trovano posto i tweet, le immagini e i video dei più importanti argomenti nel mondo. Aggiornati in tempo reale.

Twitter Moments: come cambierà l’esperienza d’uso su Twitter

Moments segna un punto cruciale nella vita di Twitter. Amato da molti utenti per la sua vivacità, odiato da altri per la sua mancanza di semplicità, il social di Microblogging ha voluto con questa nuova funzione voltare pagina. Il nuovo strumento fornisce agli utenti un’autentica “mappa” per muoversi attraverso i principali argomenti della Rete, senza più il bisogno di destreggiarsi tra profili, hashtag e sorpassando il consueto ordine cronologico dei contenuti. Così come al mattino milioni di persone nel mondo consultano i siti dei principali quotidiani, così Twitter punta a fornire in ogni istante una rassegna ricca e completa di tutto quello che accade nel mondo, puntualmente schedato e ordinato. La rotta, in questo caso, è fin troppo chiara: Twitter vuole essere il social network delle notizie.

Twitter Moments: come funziona. L'icona a forma di fulmine permette di accedere alle schede e alle relative raccolte di contenuti.
Twitter Moments: come funziona. L’icona a forma di fulmine permette di accedere alle schede e alle relative raccolte di contenuti.

Twitter Moments: come funziona. Dietro le quinte, le collaborazioni con i principali editor mondiali

Se dal punto di vista dell’utente finale Moments rappresenta di per sè una piccola rivoluzione, a beneficiare della nuova funzione sono soprattutto editor, redazioni e più in generale tutte quelle realtà che fanno della diffusione delle notizie il proprio business. Non solo, quindi, il team interno di curatori: le notizie riportate all’interno dei Moments vengono attualmente selezionate con la collaborazioni delle più grandi redazioni americane (Washington Post e New York Times in primis per le notizie dell’ultimo minuto, ma anche Vogue, Fox, Buzzfeed). Per la selezione dei contenuti, dai tweet ai video, figurano partner del calibro di NASA, la lega di baseball MLB e Getty Images, la popolare banca di immagini. In futuro, con la diffusione del servizio, i partner verranno estesi a livello globale come spiegato nelle linee guida per la creazione dei Moments.

AVG Antivirus: uno spyware che vende i dati? Intervista

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AVG Antivirus è sempre stato uno dei prodotti di sicurezza più diffusi e graditi sul mercato. Il software ha sempre puntato sulla facilità di utilizzo, l’intuitività dell’interfaccia e il sistema di protezione che coinvolge tutti gli aspetti della vita digitale.

Ma un cambiamento nelle Privacy Policy che AVG ha recentemente annunciato, ha aperto una polemica che è partita dal prodotto e si è estesa a tutto il settore. AVG, nella sua versione gratuita, potrà vendere i dati di navigazione e di “abitudini” degli utenti, ad aziende di terze parti. Tanto è bastato per scatenare una lunga serie di commenti e polemiche sul comportamento dell’azienda.

AVG Antivirus: uno spyware che vende i dati? Intervista

Oltre al risentimento di molti, l’affermazione più grave è certamente quella di Alexander Hanff, il CEO di Think Privacy, che non ha esitato a definire il prodotto come “chiaramente categorizzabile nella categoria degli spyware (programmi malevoli progettati con lo scopo di monitorare senza permesso le attività degli utenti ndr)”. Il suo consiglio è stato categorico: “Disinstallatelo”.

Alexander Hanff, CEO di Think Privacy: "Avg è come uno spyware, disinstallatelo"
Alexander Hanff, CEO di Think Privacy: “Avg è come uno spyware, disinstallatelo”

Nel nostro paese, l’azienda ha affidato ad Andrea Orsucci, Direttore tecnico di Avangate Italia che distribuisce il prodotto, una risposta che si riassume in due concetti, quello che i dati sono aggregati, e non è identificabile il singolo utente, e che i clienti possono rimuovere l’iscrizione alla raccolta delle loro informazioni.

In un contesto dove al centro c’è l’onestà nell’utilizzo dei dati, abbiamo raggiunto proprio Orsucci, con il tentativo di testare la correttezza dell’azienda AVG, di cui Avangate è il distributore italiano.

Partiamo dalla storia del prodotto, perchè AVG è nata nel 1991. Finora come sono stati gestiti i dati degli utenti?

Nel 1991 il prodotto era realizzato da Grisoft, una azienda di 150 persone, e gestita con una finalità possiamo definirla più “romantica”, fatta da esperti che sentivano la missione di proteggere le persone, come è anche adesso del resto.

Già in questa fase e per tutta la vita dell’antivirus, tengo a chiarire, i dati sensibili degli utenti, quelli che servono ad identificarli singolarmente come nome, cognome, indirizzo e simili, risiedevano sui server senza che venissero mai e poi mai condivisi con nessuno.

E invece quelli relativi alle abitudini di navigazione, dal 1991 ad oggi sono stati condivisi con qualcuno o no?

Su questo punto preciso la AVG ha scelto di non fornire ulteriori dettagli. Si limitano a dire che dal 2012, l’anno in cui venne lanciata in borsa con il nome di AVG Technologies, ci sono documenti pubblici che spiegano se condividono i dati con qualcuno o meno.

Adesso hanno aggiornato la privacy policy, perchè lo hanno fatto? cosa è cambiato rispetto a prima?

E’ cambiato che l’azienda è diventata diversi anni fa, la AVG Technologies, fa parte di una holding con sede in Olanda, è strutturata come una multinazionale e quindi deve monetizzare come tutte, cambiando il modo di gestire il prodotto e questo ha influito sulle regole di privacy. Però, nel farlo, hanno deciso di essere trasparenti, perchè hanno realizzato un contratto con l’utente di tre pagine, non di venti, tanto che ne stiamo parlando con chiarezza.

Spiegami chiaramente come sono gestiti i dati adesso.

Partiamo dal prodotto gratuito. In questo caso i dati sensibili, quelli personali che ci identificano, non sono in nessun modo condivisi con nessuno e per nessun motivo. I dati di navigazione, come la cronologia del browser, le abitudini che abbiamo, il dispositivo da cui ci connettiamo e via dicendo, cioè le informazioni non personali, possono essere condivise con aziende di terze parti. Mi riferisco sempre al prodotto gratuito.

Andrea Orsucci, che distribuisce AVG in Italia: "I dati sono aggregati e anonimi".
Andrea Orsucci, che distribuisce AVG in Italia: “I dati sono aggregati e anonimi”.

Sì, ma se io mi collego a YouPorn.com mi sembra un dato abbastanza personale non trovi?

Certamente, ma i dati sono innanzitutto aggregati, quindi AVG saprebbe che un tot milioni di persone al mese si collegano a YouPorn, non che ti colleghi proprio tu. Secondo sono anonimizzati, quindi l’identità non viene mai esposta.

E invece il prodotto a pagamento?

Il prodotto a pagamento non condivide mai e per nessun motivo alcun tipo di dato. Nè personale nè di abitudini. Solo i dati tecnici strettamente necessari alla fornitura della protezione.

Non potevano fare una versione Trial che non raccoglie dati in nessun modo, se non per il funzionamento, e poi una versione a pagamento? Non sarebbe stato più onesto?

AVG è stato l’inventore della formula Freemium, cioè del prodotto gratis che poi estende a pagamento le proprie funzionalità. E’ un modello di business vincente che non vogliono cambiare. Però l’azienda ha voluto essere trasparente nello spiegare come funziona la versione gratuita. Tieni conto poi che il prodotto può sia essere usato gratis con la condivisione dei dati non personali a terzi, che puoi comunque revocare, oppure puoi usare la trial di una versione più completa e poi pagare.

Da AVG mi segnalano un articolo che confronta il comportamento anche degli altri vendor. Leggendolo si capisce che nessun prodotto può mai essere completamente gratuito, in ogni senso.

C’è una cosa di AVG che non mi convince. Prima dice di puntare tutto sulla trasparenza, poi però iscrive automaticamente gli utenti della versione gratis al programma che rivende alcuni dati a terzi, e l’utente deve disiscriversi. Si chiama modalità opt-out ed è nota per essere l’approccio più “furbetto” per gestire le iscrizioni.

Sicuramente sì, non posso negarlo. Bisogna considerare però che AVG ha il compito di monetizzare e di guadagnare, per cui ha dovuto scegliere questo metodo. Comunque da AVG mi hanno comunicato che l’opzione di scelta per disiscriversi sarà chiaramente disponibile per tutti gli utenti.

Orsucci: "AVG ha realizzato una privacy policy di tre pagine, non venti come altri vendor".
Orsucci: “AVG ha realizzato una privacy policy di tre pagine, non venti come altri vendor”.

L’utente avrà modo di conoscere esattamente le aziende a cui i suoi dati verranno rivenduti? mi sembra sia un sacrosanto diritto.

Su questo AVG dice di no, le esatte aziende non vengono indicate. Sottolineano che al minimo cenno di disagio o perplessità, l’utente potrà chiamarsi fuori dalla raccolta dei dati.

Aldilà dell’uso dei dati, le nuove versioni di AVG cosa offrono?

Il rilascio di AVG 2016 costituisce un momento importante perchè rappresenta l’allineamento tra la protezione completa per casa e piccoli uffici con quella per aziende. L’interfaccia utente è migliorata e semplificata, e vengono integrati diversi aspetti importanti come un nuova intelligenza collettiva Cloud in abbinamento al nuovo motore di scansione.

Ci sarà anche un File Shredder per eliminazioni sicure, un archivio dati protetto per salvaguardia di file importanti (es. protezione da Cryptolocker ecc), la scansione SSL/TLS. Concludo con un elemento importante. Verrà abbandonato il concetto di “versione 2016” o successivi passando all’approccio “protezione continua”: in questo modo il cliente in possesso di una licenza valida avrà sempre a disposizione la migliore protezione disponibile in termini di motore e database senza pensieri ulteriori.