30 Dicembre 2025
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Amazon: un bug su iOS cancella tutti gli ebook del Kindle

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Amazon ha diramato un annuncio di sicurezza relativo a tutti gli utenti che utilizzano il sistema operativo iOS.

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Il gigante online della vendita al dettaglio ha messo in guardia gli utenti iOS avvertendo di non scaricare l’ultimo aggiornamento per la sua applicazione Kindle a causa di un problema tecnico che cancella l’intera libreria di un cliente dal dispositivo.

Dopo aver scaricato l’aggiornamento, gli utenti Kindle vengono disconnessi dei loro account, e tutto quello che avevano scaricato viene cancellato dai dispositivi. Fra l’altro vengono cancellati anche  i segnalibri e altre impostazioni, in base alle osservazioni di alcuni utenti su iTunes. Gli utenti devono poi effettuare nuovamente l’accesso a Kindle e riscaricare i loro libri dal web. Alcuni  lamentano il fatto di aver dovuto  eliminare l’applicazione e scaricarla di nuovo.

Amazon sta già lavorando ad una soluzione, ma per ora si invitano tutti gli utenti possessori di un Kindle e del sistema operativo iOS a non scaricare alcun aggiornamento software, in attesa della risoluzione del bug.

Agostino Guardamagna

Iphone 5. Bug in iOs permette di superare password di accesso

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Una falla nel sistema operativo di Apple iOS 6.1, permette ad hacker di accedere alle applicazioni del telefono, ascoltare i messaggi vocali, ed effettuare chiamate.

bug ios 6.1

Un video su YouTube che mostra agli utenti come “superare il codice di accesso dell’iPhone 5 e delle più recenti versioni del suo sistema,  tra cui iOS 6.1, è stato pubblicato da alcuni giorni. La persona che ha caricato il video mostra come si possa superare con relativa facilità la password che blocca lo schermo.  In particolare, gli utenti devono schiacciare il tasto per spegnere l’iPhone, effettuare una chiamata di emergenza, e tenere il dito sul pulsante di accensione.

Apple ha spiegato di essere a conoscenza del problema e di essere già al lavoro per una risoluzione del problema, che tuttavia richiederà un aggiornamento del sistema operativo.

Agostino Guardamagna

Virus ed estorsione di denaro: sgominata banda europea

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La polizia europea ha sgominato una banda di criminali informatici che, dopo aver bloccato i computer di migliaia di utenti con un virus appositamente progettato, si fingevano poliziotti ed estorcevano denaro in cambio dello sblocco del dispositivo.

virus estorsione

L’ingegnosa truffa consisteva nel progettare e diffondere tramite messaggi email dei virus di tipo ransomware, pensati per bloccare i documenti del computer e creare dei messaggi fittizi che dimostravano la presenza di qualche contenuto illegale: al gruppo criminale bastava presentarsi come poliziotti presso casa delle vittime e chiedere dei soldi in cambio dello sblocco del computer e della promessa di non denunciare l’accaduto.

Secondo le stime dell’Europol, la truffa, eseguita in 30 stati in tutta Europa avrebbe permesso di estorcere circa 100 dollari per ogni vittima: calcolando che il 3% dei destinatari del virus ha ceduto al ricatto, l’operazione riguarderebbe un giro d’affari di diversi milioni di euro.

Il leader della rete – un ragazzo di 27 anni, russo – è stato arrestato negli Emirati Arabi Uniti nel mese di dicembre, ha detto Francisco Martinez, segretario per la sicurezza di stato spagnolo . Dieci altri sospetti, tra cui sei russi, due ucraini, e due georgiani sono stati arrestati sulla Costa del Sol, una popolare destinazione turistica sulla costa del Mediterraneo.

Federico Bisi

Android: piattaforma sempre più colpita da virus

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La piattaforma Android sta diventando un obiettivo in chiave mobile per i criminali informatici, secondo un rapporto di sicurezza Web società Blue Coat Systems. In un rapporto sul malware dedicato ai dispositivi mobili, Blue Coat osserva come Android sia un obiettivo popolare.

“La nostra piattaforma WebPulse – si legge nel report – registra una serie di virus sviluppati per Android. Il quaranta per cento del malware su Android è stato diffuso attraverso applicazioni, dimostrando come i criminali informatici possano utilizzare con successo le infrastrutture integrate per attaccare gli utenti mobili. Negli ultimi sei mesi, WebPulse ha anche bloccato un numero crescente di applicazioni dannose esclusivamente progettate per Android.” Veicolo molto utilizzato per la diffusione di virus, le applicazioni e i contenuti a carattere pornografico, un vettore di minacce  particolarmente pericoloso, anche per la rapidità con cui si diffondono le infezioni.

Agostino Guardamagna

iPhone 4S e iOS 6: problemi con Vodafone e Microsoft Exchange

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L’ultimo aggiornamento del sistema iOS per Iphone 4S ha incontrato problemi di banda, specie con gli utenti Vodafone: Apple ha dunque realizzato un’ulteriore versione del sistema operativo da installare al più presto.

Il sistema iOS 6.0 diffuso dall’azienda di Cupertino e rapidamente scaricato dagli utenti dell’iPhone 4S ha immediatamente riscontrato problemi con la navigazione internet e con le chiamate dei principali operatori di telefonia, in particolare Vodafone, i cui utenti hanno lamentato inconvenienti a seguito dell’aggiornamento del sistema. In campo aziendale, è stato invece un blocco di compatibilità con il software Microsoft Exchange ad allarmare i clienti. La Apple ha invitato i propri utenti a sostituire l’ultima versione 6.0 con la 6.0.1, progettata per rimediare all’errore. Il dispositivo interessato è il solo iPhone 4S, nè la quinta versione nè gli iPad sembrano essere coinvolti nel problema.

Il rilascio di Apple iOS 6,0 verso la fine di gennaio aveva aggiunto numerose funzioni che consentono agli utenti di acquistare i biglietti del cinema da Fandango, ripristinato l’opzione per l’utilizzo di iTunes e il download di singoli brani da iCloud. Altri aggiornamenti riguardavano la gestione delle password, alcune nuove scorciatoie per il browser Safari, e miglioramenti nel software di mappatura di Apple.

Roberto Trizio

Blackberry userà prodotti Trend Micro per sicurezza sue applicazioni

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BlackBerry  si affiderà a Trend Micro per garantire la sicurezza delle applicazioni di terze parti installate sul nuovo BlackBerry 10. Come già App Store, anche la piattaforme BlackBerry eseguirà la scansione alla ricerca di malware nelle applicazioni per proteggere i clienti appoggiandosi alla tecnologia di Trend Micro Mobile Service Application Reputation.

“BlackBerry sta lavorando con Trend Micro per implementare un approccio più robusto per affrontare problemi di privacy e di sicurezza relativi a applicazioni di terze parti,” ha spiegato ieri in un comunicato Adrian Stone, direttore del Security Response della BlackBerry “Con l’integrazione della scansione mobile avanzata di Trend Micro e la nostra capacità di rilevamento interna siamo in grado di fornire un ulteriore livello di protezione e sicurezza per i clienti BlackBerry.”

La scorsa settimana, RIM ha presentato il sistema BlackBerry BB10 mobile e i primi due smartphone. Ma la società sa che le applicazioni sono fondamentali nel processo decisionale d’acquisto: a questo scopo, BlackBerry ha cercato di promuovere un potente sviluppo di app  tramite manifestazione come “Portathon”, una iniziativa che mira a convincere gli siluppatori a creare delle versioni dei loro prodotti per sistema operativo BB10.

Agostino Guardamagna

Android: Virus su Play Store registravano conversazioni sul pc

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Le applicazioni Superclean e DroidCleaner, fino a poco tempo fa disponibili sul Play Store delle piattaforme Android, erano virus in grado di rubare dati personali dal computer e di inviarli ai pirati informatici.

La dinamica dell’attacco era relativamente semplice: due applicazioni all’apparenza progettate per pulire lo smartphone o il tablet dai file infetti e obsoleti, erano in realtà programmi che risiedevano silenziosamente sul dispositivo, che una volta connesso al computer, sfruttavano la funzionalità di avvio automatico delle periferiche, per installarsi nel sistema operativo e rubare tutte le principali informazioni personali, fra cui la registrazione delle conversazioni e i filmati realizzati con il microfono e la videocamera del pc, dati che venivano puntualmente spediti ai creatori del malware.

Fortunatamente, la funzione di auto avvio dei dispositivi collegati al computer su cui i virus facevano affidamento, è stata da tempo disabilitata in tutti i sistemi Windows, ma gli utenti che hanno versioni del sistema Microsoft anteriori alla settima dovrebbero eseguire uno scan antivirus e disinstallare le due app dai dispositivi mobili.

Superclean e DroidCleaner non sono ormai più disponibili sul Play Store, ma la loro permanenza per diverse settimane e il numero di download abbastanza consistente, mettono in guardia gli utenti sulla necessità di verificare la provenienza delle applicazioni, per le quali sarebbe meglio cercare alcune credenziali online prima di procedere al download.

Wickr: l’app per messaggi che si autodistruggono si aggiorna

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L’applicazione Wickr, che consente di inviare messaggi che si autodistruggono dopo essere stati letti per la tutela della privacy ha aggiunto cinque nuove funzioni.

Da oggi è possibile inviare e successivamente autodistruggere immagini e PDF da Google Drive, Dropbox, e verso altri utenti Wickr. È inoltre possibile inviare un massimo di tre video di 30 secondi, fino a 5 MB, per ogni messaggio mentre i messaggi audio, che funzionano come messaggi vocali, sono stati estesi a 30 secondi.

Inoltre, gli utenti di Wickr possono ora connettersi fra loro senza  raccolta di dati personali: la funzione, chiamata Wickr ID Connect, permette di rimanere anonimi e nascosti durante l’utilizzo Wickr, ma allo stesso tempo di espandere la vostra cerchia Wickr.
Infine la nuova funzionalità Wickr Sync, collega il tuo account Wickr a tutti i dispositivi iOS: iPhone 4 e successivi, iPod Touch 4 e successivi, iPad e iPad Mini.

L’applicazione iOS ha debuttato la scorsa estate e si distingue per la sua capacità di crittografare e quindi eliminare automaticamente tutti i tipi di comunicazione. Secondo il co-fondatore di Wickr, Vendi Nico nei prossimi mesi debutterà una versione dell’app per piattaforma Android.

Fabio Bisi

Google: chiavette e dispositivi USB al posto delle password

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Le password sono uno strumento superato, è ora di affidare la sicurezza dei nostri account all’hardware come una chiavetta USB, che permetta di accedere ai nostri account online senza bisogno di dover inserire parole d’ordine facili da indovinare o rubare. E’ l’idea a cui stanno lavorando i tecnici di sicurezza Google.

“Noi sosteniamo che i problemi di sicurezza e usabilità riguardo alle password sono intrattabili,” scrive  Eric Grosse del team di sicurezza Google e Mayank Upadhyay, tecnico esperto in privacy, in un articolo che sarà pubblicato a fine mese su IEEE Security & Privacy. “E ‘il momento di rinunciare alle regole per le password complesse e cercare qualcosa di meglio.”

Nel documento, i due esperti propongono un’alternativa abbastanza rivoluzionaria: una chiavetta abbinata ad ogni utente che si inserisce in una porta USB del computer, comunica la propria identità al sito web che si vuole raggiungere, e così facendo concede all’utente l’accesso al suo account, senza la necessità di inserire una password.

“Alcune idee ancora più fantasiose potrebbero comportare l’integrazione con gli smartphone o gioielli che gli utenti possono utilizzare e portare addosso continuamente” scrivono gli autori. “Possiamo immaginare anche che uno smartphone o una smartcard siano in collegamento ad esempio con un anello, per funzionare anche in situazioni in cui il telefono possa essere senza connettività cellulare.” Ma come si possono evolvere i sistemi di sicurezza, così quelli di attacco: cosa succederebbe si chiedono i due studiosi, se un pirata informatico utilizzasse un dispositivo bluetooth per captare il contenuto della chiavette di sicurezza?

Google ha già fatto un passo avanti significativo in questo settore durante la registrazione ai propri servizi nel momento in cui ad una password indicata dall’utente viene aggiunto un codice spedito a un oggetto che la persona possiede, più comunemente il cellulare, da utilizzare assieme agli altri dati forniti e mira ad espandere tale processo coinvolgendo sempre più nelle procedure di sicurezza  i dispositivi hardware.

Roberto Trizio

 

DeleteMe Mobile: nuova app per cancellazione dati da siti web

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L’azienda di sicurezza Abine ha lanciato un’app per iOS e Android che permette di richiedere la rimozione dei propri dati personali dai siti web, grazie all’intermediazione di personale specializzato.

L’applicazione DeleteMe Mobile, scaricabile gratuitamente sui dispositivi mobili,  si occupa dapprima di individuare portali e servizi che hanno registrato i nostri dati, presentando i risultati in una lista:  l’utente può indicare da quali siti web vuole che le sue credenziali vengano rimosse e la richiesta viene inoltrata ai consulenti della Abine che svolgono l’oneroso compito di contattare personalmente i responsabili del trattamento dati per una cancellazione definitiva. La prima richiesta è gratuita, laddove per un utilizzo più massiccio viene offerto un piano di abbonamento trimestrale a 24,99 dollari.

“Anche se la maggioranza degli utenti di telefonia cellulare (57 per cento) hanno disinstallato o deciso di non installare un app per motivi di privacy – spiega la consulente Abine, Sarah Downey – c’è una grave mancanza di applicazioni dedicate alla privacy che risponda ai bisogni degli utenti. Per un numero sempre maggiore di persone, il mobile è il modo con cui ci si connette al web, e una soluzione come questa era necessaria”. Abine è la casa produttrice fra l’altro di DoNotTrackMe, un altro strumento per la privacy incentrato sul blocco dei codici che mirano a tracciare il comportamento degli utenti sul web.

Roberto Trizio