La tecnologia e la gestione dei fondi azionari

La tecnologia come elemento fondamentale per la gestione dei fondi azionari. Vittorio Grimaldi, noto gestore di fondi azionari per importanti aziende come la San Paolo IMI Asset Management e dopo un periodo in Banca Sella ora consulente presso la banca internazionale Pictet ci spiega come l’informatica viene in aiuto della gestione finanziaria dei patrimoni.

Grimaldi e la gestione dei fondi azionari

Innanzitutto Buongiorno Dott. Vittorio Grimaldi e grazie dell’intervista. In che modo la tecnologia, facendo esempi concreti, aiuta a meglio gestire i fondi, dott. Grimaldi?

Al riguardo si puo’ osservare che oggi la maggior parte dei gestori di fondi utilizza una ” piattaforma bloomberg” cui accede mediante una sua personale ” password”, contro un corrispettivo annuo. Essa oggi si pone rispetto alla gestione dei fondi come ad esempio l’iphone si pone rispetto al modo piu’ efficiente di comunicare. E’ continuamente ” upgradata” ( migliorata) per meglio seguire le molteplici esigenze gestionali.

Nella quotidianita’ oltre a costituire lo strumento piu’ efficiente- ” in real time”-per la conoscenza di informazioni quantitative e qualitative delle principali variabili micro, quali prezzi di azioni con relative notizie societarie, e macro, andamento dei tassi d’interesse e di cambio con relativa pubblicazione di notizie macroeconomiche, la parte a piu’ elevato valore aggiunto e’ quella che io definisco personalmente del ” macinacaffe'”.

Cosa significa? Gli ingredienti disponibili – molto esaustivi per ogni tipo di analisi- e disponibili in modo indifferenziato per tutti i suoi utilizzatori possono essere poi raggruppati in tabelle, statistiche ecc. che ogni gestore puo’ personalizzare per cui, rimanendo nell’esempio, a parita’ di ingredienti il ” caffe’ macinato” puo’ essere completamente diverso e quindi portare a conclusioni operative divergenti: senza ” la mano dell’uomo” a mio avviso, ogni tecnologia, anche quella dei robots, lascia il tempo che trova.

In sintesi, il pilota e’ importante come , se non piu’, della ” Ferrari” per vincere la corsa. L’estremizzazione di quanto detto porta alla creazione di ” sistemi proprietari personalizzati” che costituiscono efficaci strumenti di gestione dei fondi; peraltro vanno continuamente ” monitorati” e ” upgradati” ( termine ” tecnologico” per dire migliorati). Per la gestione delle azioni, comparto di mia specifica competenza, detti sistemi utilizzano numerosi variabili quali indicatori empirici ( p/e, p/bv….), intervalli di confidenza di stime IBES, statistiche relative a ” better than/lower than” dei risultati aziendali trimestrali ecc. per addivenire a conclusioni operative, del tipo ” buy, hold, sell”.

Dott. Grimaldi, quindi la tecnologia aiuta sensibilmente nell’efficacia delle scelte?

L’efficacia secondo me appartiene ancora prevalentemente all’abilita’/professionalita’ dello specialista ( essere umano) piu’ che alla tecnologia; direi che l’efficienza del processo è ormai prevalentemente ” tecnologica“. Proprio quando efficienza ed efficacia utilizzano all’unisolo la tecnologia- mi riferisco ad esempio a quant fund, program traders, algoritmic traders ecc, che nelle loro gestioni operative si affidano esclusivamente alla ” tecnologia”- intravedo qualche effetto deleterio nel suo uso.Cio’ puo’ portare, quando questi programmi in ” piu’ mani “di trader/gestori” fanno contemporaneamente la stessa cosa- talvolta anche a leva!-, a improvvise volatilita’ dei mercati, direi a ” manipolazzioni” degli stessi che ” arrichiscono pochi” e “danneggiano molti”: una regolamentazione piu’ stringente al riguardo s’impone!

Insomma, dott. Grimaldi, l’uso della tecnologia non puo’ prescindere dall’abilita’ e direi deontologia professionale del gestore?

Proprio cosi. Un esempio mi sembra calzante al riguardo, l’uso dei derivati puo’ portare a ” sane” strategie di copertura del rischio oppure a pericolosissime operazioni speculative specie in presenza di elevato uso d’indebitamento ( leva). D’altra parte la ” chimica” e’ utilizzabile per salvare il ” malato terminale” oppure per costruire una bomba atomica da sterminio di massa!

Luca Turchi