02 Novembre 2025
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Xiaomi Mi Band. Il braccialetto fitness costa poco ed è bravo

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Xiaomi Mi Band è una offerta tutta cinese per chi vuole comprare un braccialetto fitness che costi meno di 30 euro. La recensione del prodotto non può non tenere conto del grande sforzo fatto da Xiaomi per racchiudere in poco spazio veramente molte funzioni, disponibile tramite diversi negozi online, che ne fanno un prodotto piuttosto concorrenziale.

Xiaomi Mi Band. Il braccialetto fitness: design e misura

L’idea migliore dietro a questo prodotto è l’estrema semplicità del suo design. Il Mi Band consiste di un modulo di rilevamento ovale con una cromatura opaca, bordi smussati e netti, e una fascia di gomma colorata (o nera di default). Niente fibbie o rigonfiamenti: solo un pulito ed economico rilevatore che chiunque può indossare. Nell’app c’è un’opzione per scegliere mano sinistra, mano destra o collo – quindi è probabile che Xiaomi stia lavorando ad accessori indossabili sul collo in stile Misfit.

Xiaomi Mi Band. Il braccialetto fitness costa meno di 30 euro e ha delle buone funzioni di base
Xiaomi Mi Band. Il braccialetto fitness costa meno di 30 euro e ha delle buone funzioni di base

Il Mi Band è impermeabile da 1 a 30 minuti – neppure il Jawbone UP3 poteva arrivare a tanto. È incredibilmente leggero e non impedisce i movimenti del polso in alcun modo, caratteristica importante perché deve rilevare il sonno e i passi. Un elemento negativo è che è facilmente consumabile da ambo i lati, quindi non sappiamo quanto possa durare se indossato tutti i giorni per mesi.

La maggior concorrenza al Mi Band viene dai pedometri da 4 Euro (oltre naturalmente al fatto che potete usare Google Fit o Fitbit sul vostro telefono senza bisogno di indossare nulla). Funziona però molto bene come motivatore: l’atto stesso di indossarlo al mattino può incoraggiarvi a raggiungere gli obiettivi che vi siete prefissati.

Non c’è uno schermo sulla parte superiore ma tre LED il cui colore può essere personalizzato sull’app Mi Fit per mostrare i vostri progressi. Per esempio, il LED sul lato inferiore brilla solo se siete al 30% del vostro obiettivo. I LED funzionano quando sono in carica ma non quando muoviamo il polso. Peccato, perché avrebbero avuto un’utile funzione motivazionale in stile “batteria carica/scarica” capace di aumentare la motivazione dell’utilizzatore.

Xiaomi Mi Band. Il braccialetto fitness: rilevamento dell’attività e del sonno

Il rilevamento del Mi Band è qualcosa a metà strada tra app come Google Fit, Moves e rilevatori con sensori reali come per esempio quelli per tracciare i battiti del cuore. Il Mi Band rileva i passi, la distanza e fa una stima delle calorie bruciate, fornendo i tempi della vostra attività durante il giorno. Suddivide la vostra giornata in camminate, corse e attività in qualche modo “fisiche” (quindi potrebbe capitarvi di vedere inserita una giornata normale nella categoria “corsa”).

Un elemento, questo, abbastanza fastidioso che però viene compensato dal fatto che il Mi Band riesca a tracciare i passi e quindi vi permette di farvi una tabella di marcia sui vostri obiettivi di camminata (attenzione che spesso e volentieri il Mi Band esagera nel contare i passi e la distanza percorsa durante il giorno).

Il rilevamento del sonno funziona allo stesso modo: non possiamo sapere quanto accurato sia il Mi Band, nonostante in teoria possa misurare automaticamente quanto sonno leggero e pesante avete avuto durante la notte. I movimenti della mano tendono ad essere frequenti anche quando dormiamo, quindi è probabile che la quantità di “sonno leggero” registrata sia comunque troppo alta.

Xiaomi Mi Band. Il braccialetto fitness esegue un conteggio abbastanza preciso della attività notturna
Xiaomi Mi Band. Il braccialetto fitness esegue un conteggio abbastanza preciso della attività notturna

Non è certamente il più accurato rilevatore sul mercato – e questo non è una sorpresa – ma risulta comunque più utile di un pedometro base (senza statistiche) e più comodo del vostro telefono (le cui batterie si scaricano velocemente). Il Mi Band si connette via Bluetooth ma se non vi servono gli allarmi non avete bisogno di sincronizzarlo. Da notare anche che il Mi Band è compatibile sia con iPhone che con Android e funziona anche con Google Fit.

Xiaomi Mi Band. Il braccialetto fitness: funzioni

Il Mi Band ha un paio di funzioni che esulano dal campo del fitness, come un allarme e vibrazioni quando ricevete una chiamata – purtroppo, non vibra quando ricevete un SMS e un messaggio su WhatsApp (come fanno altri dispositivi indossabili senza schermo) ma di nuovo: Xiaomi ha voluto attenersi alle funzioni base per tenere il costo basso e far durare le batterie il più possibile.

Xiaomi Mi Band. Il braccialetto fitness ha alcune funzioni aggiuntive. Alcune sono per i possessori di cellulari Xiaomi, dovremo aspettare per vedere qualcosa anche su Android
Xiaomi Mi Band. Il braccialetto fitness ha alcune funzioni aggiuntive. Alcune sono per i possessori di cellulari Xiaomi, dovremo aspettare per vedere qualcosa anche su Android

Se avete un telefono Xiaomi (e probabilmente non l’avete) potete impostare il Mi Band come un dispositivo di sicurezza con la sua funzione Smart Lock: quando il Mi Band è vicino, il vostro telefono si sblocca automaticamente. È una funzione aggiuntiva interessante (soprattutto in Cina dove i telefoni Xiaomi sono più comuni che in Occidente) ma per vederla su Android ci sarà da aspettare.

Xiaomi Mi Band. Il braccialetto fitness: l’app Mi Fit

Il Mi Band tende a non avere problemi di sincronizzazione (anche se è possibile che vi richieda più tentativi di accesso la prima volta). L’app è basica, con un profilo che raccoglie i dettagli della media dei vostri passi, i giorni totali in cui avete usato l’app e il totale di chilometri percorsi a piedi, così come il peso e l’altezza. I dati di quanto siete vicini a completare i vostri obiettivi di camminata quotidiani appaiono sulla videata principale, così come una tabella delle attività e il grafico settimanale. Non si può dire che sia ottimale dal punto di vista della motivazione sul lungo periodo ma potete impostare l’app per inviarvi una notifica dopo le 21,30 ogni giorno con i vostri progressi quotidiani e un allarme mattutino con i dettagli del vostro sonno.

Xiaomi Mi Band. Il braccialetto fitness esegue dei report accurati delle prestazioni fisiche
Xiaomi Mi Band. Il braccialetto fitness esegue dei report accurati delle prestazioni fisiche

Xiaomi ha una grande opportunità di far crescere l’app Mi Fit prima di lanciare altri dispositivi indossabili: ha molti utilizzatori in Asia e può superare Jawbone e Fitbit. Come abbiamo detto, l’hardware è leggero, facile da usare e assolutamente economico – se Xiaomi sfornasse un’app di fitness sullo stile di vita e una seconda versione del Mi Band più accurata, diventerebbe inarrestabile.

Xiaomi Mi Band. Il braccialetto fitness: durata della batteria e ricarica

Xiaomi Mi Band. Il braccialetto fitness ha una buona autonomia e si scarica non troppo velocemente
Xiaomi Mi Band. Il braccialetto fitness ha una buona autonomia e si scarica non troppo velocemente

Xiaomi garantisce che il Mi Band funziona per 30 giorni senza ricarica: non è un risultato impressionante come nel Misfit Flash o nel Jawbone UP Move, che non hanno schermi e durano 6 mesi. Ma di nuovo: il Mi Band costa meno e 30 giorni è una prestazione decisamente migliore di qualsiasi altro dispositivo indossabile con uno schermo, persino migliore dei rilevatori al top di gamma (che durano di solito 1 settimana).

La ricarica è veloce (da zero a pieno in meno di 2 ore) ed è ancora più facile grazie a un cavo incluso nel prodotto (che è corto e facile da perdere, fate attenzione).

Insomma, un prodotto competitivo e utile per una fascia di prezzo in cui Xiaomi ha dimostrato di essere all’avanguardia nel campo del rilevamento dell’attività fisica.

3D Touch, trucchi e segreti per ottenere il massimo dai nuovi iPhone

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3D Touch, trucchi e segreti: con l’avvento di questa nuova tecnologia, sbarcata per la prima volta su iPhone 6S, l’esperienza d’uso di tutti i possessori dei “melafonini” è stata rivoluzionata. Grazie al feedback tattile del display, che ha introdotto le funzionalità “Peek” (pressione leggera) e “Pop” (pressione più decisa e prolungata), è possibile interagire diversamente con icone, voci di menù, applicazioni e funzioni del nostro iPhone. Scopriamo le più interessanti e le più “nascoste”.

3D Touch, trucchi e segreti: come funziona la nuova tecnologia

Elementi cardine del 3D Touch (presente su iPhone 6S con sistema operativo iOS 9) sono le due gesture principali, chiamate Peek e Pop. Peek consiste in una leggera pressione dello schermo che, per fare un esempio immediato, consente di visualizzare l’anteprima di una e-mail o un’immagine semplicemente toccandola. Premendo con maggiore intensità si attiva la gesture Pop, che permette invece di aprire l’e-mail o l’immagine che veniva visualizzata in anteprima con Peek.

3D Touch, trucchi e segreti: modificando l'intensità della pressione sullo schermo, è possibile attivare le funzioni Peek e Pop, per interagire in modo diverso con gli elementi del display.
3D Touch, trucchi e segreti: modificando l’intensità della pressione sullo schermo, è possibile attivare le funzioni Peek e Pop, per interagire in modo diverso con gli elementi del display.

Il 3D Touch non funziona soltanto all’interno delle applicazioni Apple e di quelle native di iPhone 6S: grazie alle SDK di iOS 9 i produttori di applicazioni potranno implementare questa nuova tecnologia nelle loro App, che renderanno il 3D Touch ancor più popolare sui dispositivi Apple. Si tratta, in pratica, della più grande rivoluzione iPhone dal 2007, anno in cui per la prima volta vennero introdotte le funzionalità Multi-touch.

3D Touch, trucchi e segreti: foto e video

La prima, interessante novità riguarda gli amanti dei selfie. Spesso e volentieri può capitare di avere pochi secondi di tempo per immortalare un momento speciale: come fare, allora, per accedere subito alla fotocamera frontale? Semplice: basta tenere premuta l’icona della fotocamera nella schermata Home fino alla comparsa del Menù Azioni Rapide, selezionando la voce “scatta un Selfie“.

3D Touch, trucchi e segreti: con le funzioni Peek e Pop, scattarsi una foto o condividere un selfie è questione di pochi secondi.
3D Touch, trucchi e segreti: con le funzioni Peek e Pop, scattarsi una foto o condividere un selfie è questione di pochi secondi.

Oggi come oggi, per molti utenti, è fondamentale condividere sulla Rete le foto appena scattate. Per farlo, basta selezionare la foto scattata e premervi sopra attivando la funzione Peek: a questo punto, effettuando uno swipe verso l’alto sarà possibile condividerla o copiarla in memoria. Premendo con più decisione (Pop) sarà invece possibile visualizzare la foto a schermo intero.

Può capitare invece di ricevere un video, via mail, MMS, chat o altri canali. Per evitare di scaricarlo e consumare Megabyte di dati, sarà sufficiente toccarlo con la funzione Peek per visualizzare un’antemprima. Se questa sarà di nostro gradimento, toccandolo con più decisione (Pop) si avvierà il download e la visione a schermo intero.

3D Touch viene in nostro aiuto anche durante lo scatto delle foto. Quando la app fotocamera è aperta, per vedere gli scatti già fatti basta premere leggermente (Peek) sulla miniatura delle foto e tenere premuto per fare apparire una barra di scorrimento con il rullino delle fotografie scattate. Per aprirne una, basterà aumentare la pressione del dito attivando la funzione Pop, che aprirà la foto desiderata con la possibilità di condividerla, modificarla o eliminarla.

3D Touch, trucchi e segreti: visualizzare le anteprime

Pensiamo a una ricerca su internet. A volte, per trovare le informazioni desiderate, è necessario aprire decine di siti, con conseguente perdita di tempo e traffico di dati. La funzione Peek permette di “sbirciare” il contenuto dei siti senza aprirli. Per fare apparire l’anteprima di una pagina web, basta toccare il relativo link in Safari: per aprire la pagina nel browser, senza rilasciare il dito, è sufficiente aumentare la pressione trasformando il Peek in un Pop. La pagina si aprirà regolarmente.

3D Touch, trucchi e segreti: Peek consente di visualizzare le anteprime di e-mail, pagine web e messaggi senza aprirli.
3D Touch, trucchi e segreti: Peek consente di visualizzare le anteprime di e-mail, pagine web e messaggi senza aprirli.

La funzione anteprima di Peek vale anche per le e-mail. Nella posta in arrivo della app Mail effettuando un Peek su un messaggio è possibile visualizzarne il contenuto in anteprima, mentre con la funzione Pop si andrà ad aprire il messaggio.

Anche le Mappe godono delle anteprime Peek. Quando si riceve un messaggio contenente un indirizzo, con una leggera pressione si apre l’anteprima delle Mappe e con una pressione più decisa si va direttamente all’applicazione.

3D Touch, trucchi e segreti: le funzioni più particolari

Una volta che si è presa confidenza con l’interfaccia 3D Touch, trucchi e segreti possono spuntare in ogni angolo del nostro iPhone. Una delle particolarità più significative, per esempio, è il “Peek Zoom“. Dal menù impostazioni -> Generali -> Accessibilità è possibile attivare la funzione zoom, che di default risulta disabilitata. In questo modo, ogni volta che si andrà a fare Peek su un elemento, sarà possibile zoomarlo con la semplice pressione del dito.

Altra funzione interessante è il trackpad. Esercitando un Peek sulla tastiera, questa si colorerà di grigio chiaro: a questo punto sarà possibile, senza rilasciare il dito, spostarsi esattamente come se si trattasse di un trackpad. Su di un testo, in questo modo, per selezionare una parola basterà intensificare la pressione una volta, due volte per selezionare una frase e tre volte per l’intero paragrafo.

Durante l’utilizzo, potrebbe capitare di voler regolare la sensibilità del Touch 3D. Un po’come avviene per la sensibilità dei mouse. Per farlo, aprire Impostazioni -> Generali -> Accessibilità -> 3D Touch e regolare la sensibilità su bassa, media o alta.

 

Le migliori app per Apple TV, scelte per voi

La nuova Apple TV è molto più di una televisione per guardare film e giocare. C’è tutto un mondo di app, là fuori, che vi permette di fare tante altre cose: l’Apple TV è in effetti una piattaforma che porta a casa vostra l’intrattenimento visivo a cui siete più abituati (film preferiti, spettacoli, video virali, giochi a 1080p-60 fps) in modalità del tutto innovative ed estremamente attraenti.

Le migliori app per Apple TV, ecco i dettagli

Ma in un mondo di app ci si può perdere facilmente, così abbiamo selezionato per voi le migliori app per Apple TV, in modo che sappiate scegliere quelle che fanno al caso vostro senza brutte sorprese.

Le migliori app per Apple TV. Zova

Le migliori app per Apple TV. Zova aiuta a tenersi in forma
Le migliori app per Apple TV. Zova aiuta a tenersi in forma

Zova afferma che la mission dell’azienda è quella di “guidare e aiutare le persone a vivere una vita attiva e salutare” – e l’ultimo passo in questa direzione lo ha compiuto trasformando il suo servizio in un’app per Apple TV. A differenza delle app per iPhone o iPad, dove dovete trovare una posizione confortevole da cui sia possibile vedere lo schermo, Zova per Apple TV riempie tutto lo schermo. Il cast è tutto al femminile e multi-stile.

Oltre al controllo da remoto Siri, funziona con un controller opzionale di gioco MFi e, se avete un Apple Watch, vi mostrerà addirittura il vostro battito cardiaco sulla TV. Un’integrazione spettacolare. Potete scaricare Zova gratis e ottenere contenuti aggiuntivi attraverso il canale di vendita interno all’app stessa.

Le migliori app per Apple TV. Madefire

Le migliori app per Apple TV. Madefire è specializzata nella fruizione dei fumetti
Le migliori app per Apple TV. Madefire è specializzata nella fruizione dei fumetti

Madefire vuole “rivoluzionare il modo in cui le storie vengono raccontate, lette e condivise” trasformando ciò che prima era testo e immagini statiche in qualcosa di molto più dinamico e interattivo – qualcosa, per esempio, che si possa guardare sull’Apple TV.

I fumetti animati non sono una novità ma Madefire si è specializzata sul prodotto, e si vede. Hanno grandi personaggi come Superman, Batman, Wonder Woman, IDW, Dark House, Valiant, Titan, Boom, Oni Press, Top Cow e altri – sì, ci sono anche i Transformers e My Little Pony, oltre a titoli originali.

L’app Madefire è gratis e così anche parte dei suoi contenuti. Il resto è acquistabile sull’app ed è presentato in una panoramica a 360° con musica, effetti sonori, animazioni e tutto quello che è necessario per permettervi di godervi la lettura del vostro eroe a fumetti preferito sulla vostra TV!

Le migliori app per Apple TV. Artsy Shows

Le migliori app per Apple TV. Artsy Show permette di vedere opere e mostre in esclusiva
Le migliori app per Apple TV. Artsy Show permette di vedere opere e mostre in esclusiva

Fino ad oggi, se volevate vedere una parte del mondo, potevate farlo saltando su un aereo e visitando il posto di persona. Internet ci ha permesso di avere ogni cosa creata dall’uomo a portata del nostro salotto – o quasi. Mettiamo che vogliate visitare un museo o una galleria d’arte: non sono molti gli strumenti che vi permettono di farlo. Artsy Shows è uno di questi: potete muovervi attraverso il tempo e lo spazio per visitare l’arte, la cultura e la storia di epoche diverse…dal vostro salotto, appunto. Ci sono oltre 1000 esposizioni da esplorare, aggiornate quotidianamente, e visto che è in TV, potete godervelo con la vostra famiglia.

Le migliori app per Apple TV. Kitchen Stories

Le migliori app per Apple TV. Kitchen Stories è specializzata nell'offrire video e guide per la cucina
Le migliori app per Apple TV. Kitchen Stories è specializzata nell’offrire video e guide per la cucina

Kitchen Stories è stato creato per portare “esperienze culinarie uniche nella vostra cucina”: lo scopo viene raggiunto attraverso video di istruzioni piacevoli da vedere e da far venire l’acquolina in bocca – un contenuto ideale per la vostra Apple TV (specialmente se potete vedere lo schermo dalla vostra cucina!)

Ci sono contenuti per migliorare le vostre abilità culinarie, ricette classiche, soluzioni dell’ultimo minuto, cucina vegana e altro. Ed è tutto scaricabile gratuitamente! Senz’altro una delle migliori app per Apple TV.

Le migliori app per Apple TV. Mixcloud

Le migliori app per Apple TV. Mixcloud porta il meglio dei remix direttamente nella Apple TV
Le migliori app per Apple TV. Mixcloud porta il meglio dei remix direttamente nella Apple TV

La mission di Mixcloud è di “ispirare le vostre orecchie” con i DJ più caldi del momento e i presentatori radio più seguiti – un prodotto interessante per chi non ha Apple Music, oppure per chi vuole qualcosa di diverso che combini compilation e programmi radiofonici – il tutto sull’Apple TV (che ancora difetta, va detto, di un audio in background).

Una delle caratteristiche importanti dell’Apple TV è che non è solo legata all’audio della vostra TV, ma può coprire l’intero ambiente in cui si trova il dispositivo. Può servire per una festa, ma anche quando state cucinando o lavorando e volete ascoltare qualcosa che però non “spari” il suono direttamente verso di voi.

Le migliori app per Apple TV. Star Walk Kids

Le migliori app per Apple TV. Star Walks Kids aiuta i bambini a scoprire l'astronomia.
Le migliori app per Apple TV. Star Walks Kids aiuta i bambini a scoprire l’astronomia.

Star Walk Kids per Apple TV porta l’esperienza di esplorazione del sistema solare per iPhone e iPad sul grande schermo. Non avete ovviamente la possibilità di puntare il vostro schermo direttamente verso le stelle e avere informazioni in realtà aumentata su quello che state guardando, ma avete comunque dei gran contenuti: tutti i pianeti del sistema solare inclusi la Luna e Plutone, costellazioni, le 700 stelle più luminose nel cielo notturno, il buco nero Cygnus X-1, la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) e il telescopio spaziale Hubble. Tutto sulla vostra TV: coinvolgente per tutti, grandi e piccoli di tutte le età.

Le migliori app per Apple TV. Sing!

Le migliori app per Apple TV. Sing! è l'app principe per tutti coloro che vogliono provare il Karaoke attraverso la propria Smart TV
Le migliori app per Apple TV. Sing! è l’app principe per tutti coloro che vogliono provare il Karaoke attraverso la propria Smart TV

L’obiettivo di Smule è di “connettere il mondo attraverso la musica” – qualcosa che il team Smule ha fatto fin dall’uscita dell’App Store originale sull’iPhone, nel 2008. Da allora, ogni volta che Apple ha ampliato il parco dei dispositivi e delle piattaforme, Smule è cresciuto con loro. Ora, per Apple TV, Smule ha presentato una versione di Sing, l’app per karaoke.

Con Sing! non cantate semplicemente: vi esibite come in un concerto. Potete registrarvi aggiungendo effetti, fare duetti con artisti famosi, trovare e seguire gli amici – oltre ad essere visibile a tutti, visto che è connesso a Internet. Ci sono oltre 100.000 canzoni e ne vengono aggiunte di continuo.

Le migliori app per Apple TV. Carrot Weather

Le migliori app per Apple TV. Carrott Weather porta le previsioni meteo a casa tua, in tono anche scherzoso
Le migliori app per Apple TV. Carrott Weather porta le previsioni meteo a casa tua, in tono anche scherzoso

CARROT, dello sviluppatore Brian Mueller, è un’app ironica che, grazie alla sua “intelligenza artificiale”, permette di avere previsioni meteo “simpatiche”, con commenti spiritosi che trasformano qualcosa di banale e noioso in un’esperienza interessante – da provare, se siete quella tipologia di persone che guardano spesso le previsioni del tempo.

Le migliori app per Apple TV è probabile che non siano ancora state inventate – ma di quelle esistenti vi abbiamo dato un panorama sufficientemente completo. È possibile che ne abbiamo persa qualcuna per strada: scriveteci qual è la vostra app preferita!

Samsung Galaxy View recensione. Il mega tablet non ci piace

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Samsung Galaxy View è un prodotto che non passa certo inosservato. Grazie al suo schermo colossale da 18,4 pollici di diagonale rappresenta un tablet di proporzioni mastodontiche, in grado di inaugurare un nuovo mercato di device che possano sostituire tv, smart tv, computer e notebook per l’intrattenimento multimediale di tutti i giorni. Un “multimedia replacement” che andrà a integrarsi con tutte le applicazioni e i canali web, Netflix in primis. Non è tutto oro quel che luccica: le dimensioni esagerate, l’ingombrante cover non removibile integrata e un comparto hardware sottotono rischiano di far passare in secondo piano questo prodotto, a poche settimane dal lancio di iPad Pro.

Samsung Galaxy View recensione. Il mega tablet non ci piace

In un mercato effervescente, caratterizzato dall’attesa per iPad Pro e Microsoft Surface Pro 4, Samsung ha voluto giocare una carta differente proponendo un maxi-tablet votato all’intrattenimento multimediale. Diversamente dalla concorrenza, Samsung Galaxy View non è un prodotto destinato a utilizzi professionali: votato all’entertainment, i 18,4 pollici dello schermo sono ideali per la visione di video, film, album fotografici, canali multimediali come Youtube e Netflix (da poco approdato in Italia) o per far girare videogiochi. Ma nessuna app di tipo professionale. Del resto, le dotazioni tecniche del dispositivo non sorprendono per potenza, rivelandosi quasi sottotono per gli standard a cui Samsung ha abituato in materia di tablet e smartphone negli ultimi anni. Vediamo, nel dettaglio, le caratteristiche di questo nuovo Samsung Galaxy View.

Samsung Galaxy View, le dimensioni generose lo rendono ideale per essere appoggiato su un tavolo, ma scomodo per essere trasportato e utilizzato tenendolo fra le mani.
Samsung Galaxy View, le dimensioni generose lo rendono ideale per essere appoggiato su un tavolo, ma scomodo per essere trasportato e utilizzato tenendolo fra le mani.

Samsung Galaxy View recensione: il design non convince

Solo a guardarlo, spuntano i primi dubbi. Le dimensioni più che generose (45,18 x 27,58 x 1,19 centimetri), che fanno lievitare il peso2,65 kg, rendono il Samsung Galaxy View più simile a un notebook che a un tablet. Come se non bastasse, resta quantomeno discutibile la scelta di Samsung di dotare questo colosso di un supporto-cover fisso, capace di far sembrare il prodotto ancor più grande di quanto non lo sia in realtà.

Samsung Galaxy View, la cover/base di appoggio non è removibile e non si può ripiegare, rendendo ancora più mastodontico il dispositivo.
Samsung Galaxy View, la cover/base di appoggio non è removibile e non si può ripiegare, rendendo ancora più mastodontico il dispositivo.

Il supporto posteriore, che resta sempre aperto “a cavalletto”, non consente al Samsung Galaxy View di essere appoggiato parallelamente a un tavolo, nè di poterlo tenere in mano con facilità. Una scelta che obbliga l’utente a tenerlo in piedi su una superficie piatta, come un tavolo o una scrivania, come un qualsiasi televisore. Evidentemente, dato il peso e le dimensioni, questo prodotto non è stato concepito per un utilizzo “portatile” ma solo come “tv replacement”.

I materiali utilizzati, inoltre, non trasmettono quella sensazione di qualità e solidità degli ultimi prodotti Samsung, dando una sgradevole impressione di bassa qualità soprattutto per quanto riguarda le plastiche del supporto/cover. Stesso discorso per la grande maniglia posteriore: un soluzione tutt’altro che comoda e gradevole esteticamente.

Samsung Galaxy View recensione: la dotazione hardware

Sul fronte hardware, Samsung Galaxy View è  equipaggiato con il sistema operativo Android 5.1 Lollipop (al momento, Samsung non ha rivelato nulla in merito a un futuro aggiornamento ad Android 6 Marshmallow). Sotto al display da 18,4 pollici full HD (con 1920×1080 pixel di risoluzione e 119 ppi, molto meno rispetto ai 2.732 x 2.048 pixel e 264 ppi del display Retina di Apple), pulsa un processore octa-core Exynos 7580 da 1,6 GHz, con 2 GB di RAM e una memoria interna da 32 GB.

Lo spazio di archiviazione, decisamente limitato per un dispositivo votato alla visione di film in alta definizione, può essere comunque espanso tramite lo slot di memoria microSD. Anche la fotocamera frontale da appena 2,1 megapixel fatica a convincere (soprattutto per la sua risoluzione irrisoria, appena sufficiente per le videochiamate), mentre la batteria da 5.700 mAh dovrebbe essere sufficiente per un’autonomia dichiarata di 8,5 ore in riproduzione video.

Samsung Galaxy View, la qualità costruttiva è buona, ma i materiali sembrano lasciare a desiderare. Le plastiche non trasmettono una sensazione di qualità e l'assenza di componenti in metallo fa sembrare questo prodotto alquanto "povero".
Samsung Galaxy View, la qualità costruttiva è buona, ma i materiali sembrano lasciare a desiderare. Le plastiche non trasmettono una sensazione di qualità e l’assenza di componenti in metallo fa sembrare questo prodotto alquanto “povero”.

Completano la dotazione il modulo WiFi, GPS, lo standard LTE cat.6, Bluetooth 4.1, quattro altoparlanti per la riproduzione di file audio in alta qualità, connessione USB 2.0 e ingresso jack da 3,5 mm per le cuffie.

Samsung Galaxy View recensione: la dotazione software

Samsung Galaxy View è equipaggiato con Android 5.1.1 Lollipop, penultimo arrivato nella famiglia di sistemi operativi “made in Google”. Come tale, include il supporto multi-utente, una migliore gestione della modalità risparmio energetico e la crittografia hardware opzionale.

Samsung Galaxy View, il sistema operativo Android 5.1 e l'interfaccia TouchWiz rendono agevole lo zapping attraverso i principali canali multimediali.
Samsung Galaxy View, il sistema operativo Android 5.1 e l’interfaccia TouchWiz rendono agevole lo zapping attraverso i principali canali multimediali.

In aggiunta Samsung ha portato su questo nuovo tablet l’interfaccia utente TouchWiz già vista su altri prodotti della casa coreana. Molto utile, sotto questo aspetto, la presenza di un unico launcher per tutti i servizi video, particolarmente indicato per chi desidera surfare sul web tra un filmato e il successivo.

Samsung Galaxy View: perchè non siamo rimasti soddisfatti

Ciò che non convince paradossalmente, per un tablet votato ai contenuti multimediali, è proprio lo schermo. Con dimensioni così generose ci si sarebbe aspettato un display 4K o comunque simile a quello Retina montato da iPad Pro. Lo schermo, inoltre, perde in nitidezza se guardato a distanza ravvicinata. A salvarsi sono invece i colori: nonostante non si tratti di un display super AMOLED come quelli già visti su altri prodotti Samsung, quello del Samsung Galaxy View riesce a garantire una resa cromatica ottimale, con tonalità vivaci, bianchi luminosi e neri profondi.

Altro punto debole è la memoria interna: oggi come oggi 32 Gb sono davvero pochi per un device votato ai contenuti multimediali, specialmente se si pensa che 4-5 film in HD arrivano a riempire quasi tutto lo spazio a disposizione. La possibilità di espandere i Gb di memoria è garantita dallo slot microSD, ma in questo caso al prezzo di acquisto del Samsung Galaxy View va sommato quello della scheda, facendo lievitare il costo complessivo. Anche il comparto hardware presenta notevoli limitazioni per via dei 2 Gb di RAM ma soprattutto per il processore Exynos 7580, sufficiente per la visione dei video in HD ma non per far girare a dovere i videogiochi di ultima generazione.

Per quanto riguarda il prezzo, le prime indiscrezioni parlano di 599 dollari (che potrebbero assestarsi a 599 euro per il mercato europeo), un cifra nettamente più contenuta rispetto ai 799 dollari necessari per portarsi a casa un iPad Pro. Stiamo parlando, comunque, di due dispositivi molto diversi fra loro per qualità costruttiva, potenza e ambiti di utilizzo.

Samsung Galaxy View non rappresenta un diretto concorrente di iPad Pro, ma nemmeno di tutti gli altri tablet presenti sul mercato: questo dispositivo è più simile a un “apripista” per un nuovo segmento legato al divertimento multimediale. I dati di vendita ci diranno se i difetti e le limitazioni del Samsung Galaxy View saranno giudicati trascurabili a fronte dei vantaggi apportati da questo nuovo dispositivo.

OnePlus X recensione. Smartphone low cost bello ed efficace

OnePlus X, è uno smartphone adatto alle tasche meno facoltose ma che non vogliono rinunciare al design. Non si tratta certo del prodotto di punta presentato dall’azienda cinese, tuttavia, l’OnePlus X ha tutte le caratteristiche per posizionarsi nella fascia medio-alta della classifica dei cellulari.

Il prodotto del marchio cinese, presentato nei giorni scorsi a Londra, è un concentrato stile, creato senza dimenticare le caratteristiche tecniche fondamentali e un prezzo contenuto. Ecco com’è da vicino l’OnePlus X. La recensione.

OnePlus X recensione. Smartphone low cost bello ed efficace

Il design dell’OnePlus X ha un piglio moderno, reso con materiali di qualità molto alta. Il telefono è disponibile in due modelli: Onyx e Ceramic. Entrambe le versioni sono quasi identiche. La lastra posteriore dell’Onyx è in vetro nero a specchio con i bordi arrotondati che conferiscono allo smartphone un look elegante.

L’OnePlus X Ceramic, invece, ha la superficie posteriore in ossido di zirconio con i bordi smussati più che arrotondati. La lastra posteriore è lavorata secondo un procedimento particolare che prevede una cottura a oltre 1000 gradi centigradi per 28 ore. Dopo due giorni di raffreddamento, il materiale viene cotto nuovamente in modo tale da raggiungere un grado di durezza pari a 8.5 punti della scala di Mohs. L’intero processo di lavorazione dura ben 25 giorni e sono necessari tre trattamenti come per la pulizia dei diamanti: il tutto con un tasso di successo dell’operazione del 20%. Vale a dire che 8 su 10 pezzi posteriori potrebbero non essere sufficientemente buoni per l’assemblaggio del telefono.

OnePlus X recensione. Un buon display

Il display AMOLED 5 pollici ha una risoluzione di 1080pixel. Offre un’ottima gamma di colori ed è protetto da Gorilla Glass 3. L’OnePlus X è, inoltre, dotato di un ambient display e di un sensore di prossimità per controllare in un attimo le notifiche, come avviene per il Motorola Moto X.

OnePlus X recensione. Processore e memoria di qualità (dato il prezzo)

L’OnePlus X supporta il processore Qualcomm Snapdragon 801 in coppia con la GPU Adreno 330 e possiede 3GB di RAM. Anche se non si tratta della più recente, è pur sempre una CPU un tempo considerata di fascia alta, quindi ci si aspetta che sia in grado di supportare il processore di fascia media Snapdragon 617. La batteria è da 2,525mAh, in grado di resistere più o meno per una giornata intera.

L'OnePlus X sarà acquistabile su invito a partire da novembre
L’OnePlus X sarà acquistabile su invito a partire da novembre

Lo smartphone ha 16 GB di memoria interna che può essere incrementata fino a 128 GB tramite scheda microSD. Gli slot per la SIM e per la micro SD possono essere utilizzati per inserire due nano SIM. Se la memoria integrata nel telefono è sufficiente, si potrà sempre utilizzare lo slot per la microSD per inserire una seconda SIM, dal momento che l’OnePlus X è uno smartphone dual SIM.

OnePlus X recensione. Interfaccia e funzionalità soddisfacenti

Il sistema operativo è Oxygen, piattaforma basata su Android 5.1.1 Lollipop. E, in effetti, il sistema offre alcune caratteristiche che si trovano su Android 6.0 Marshmallow, come i permessi delle app in modo da non dover installare inutili programmi.

Come per l’OnePlus 2, altre caratteristiche come il tema scuro o la tonalità dei colori possono essere personalizzate, come anche le impostazioni LED. Disponibile anche Google Now, così come i pacchetti di icone personalizzati, file manager, chiavi personalizzate di navigazione hardware e software e lo scorrimento in qualsiasi parte dello schermo per un comodo accesso alla barra delle notifiche.

OnePlus X recensione. La fotocamera

La fotocamera posteriore è di 13 megapixel con un’apertura di diaframma f 2.2 e messa a fuoco automatica. Secondo quanto riportato dall’azienda, la fotocamera è capace di mettere a fuoco e scattare in soli 0,2 secondi.

L'OnePlus X è realizzato con materiali di alta qualità sia nella versione Onyx sia nella versione Ceramic
L’OnePlus X è realizzato con materiali di alta qualità sia nella versione Onyx sia nella versione Ceramic

L’applicazione permette anche di divertirsi regolando alcune impostazioni manualmente, come l’ISO, il tempo di scatto e il bilanciamento del bianco. Discreta anche fotocamera anteriore con 8 megapixel.

OnePlus X recensione. Un buon prodotto dai costi contenuti

Lo smartphone X è il dispositivo di lancio della neonata azienda OnePlus. Sebbene ancora alle prime armi, l’azienda cinese ha già ben chiaro il target di riferimento: clienti che non voglio spendere troppo per un cellulare che comunque riesce ad assolvere a tutte le principali funzioni, senza rinunciare a un design elegante e accattivante. Nella realizzazione dell’OnePlus X non manca di certo la creatività.

Anche il prezzo è altrettanto accattivante. La versione Onyx arriverà in Europa, India e Cina il prossimo 5 novembre per un costo di 269€, mentre il modello Ceramic sarà lanciato qualche settimana dopo – il 24 novembre – al prezzo di 369€.

Con 3 GB di RAM, il processore Snapdragon 801 e una fotocamera da 13 megapixel l'OnePlus X offre tutte le funzionalità di cui si ha bisogno
Con 3 GB di RAM, il processore Snapdragon 801 e una fotocamera da 13 megapixel l’OnePlus X offre tutte le funzionalità di cui si ha bisogno

La OnePlus adotta la strategia di vendita su invito, ma pare che in questa direzione ci siano già dei cambiamenti, dal momento che gli inviti non bastano più a soddisfare la domanda da parte degli utenti.

Il sistema di vendita su invito sarà utilizzato solo per un periodo di tempo limitato con inviti che saranno distribuiti attraverso l’algoritmo di OnePlus all’interno di contest o di una lista di prenotazioni. Questo sistema andrà avanti per il primo mese; dal secondo, invece, sono previste brevi vendite settimanali per consentire a OnePlus di aumentare la produzione.

L’azienda cinese arriva sul mercato internazionale con un dispositivo dotato di tutte le caratteristiche necessarie ad un prezzo estremamente competitivo.

L’unica nota negativa sia per l’One Plus X, sia per il “fratello maggiore” OnePlus 2, è di non essere dotato di tecnologia NFC per effettuare i pagamenti tramite telefono cellulare. Assente anche il dispositivo di lettura delle impronte digitali che, però, per la fascia di appartenenza del telefono, non rappresenta una grossa mancanza.

Ne risulta, tutto sommato, uno smartphone che fa dello stile e dell’eleganza il suo marchio di fabbrica senza tralasciare le principali funzionalità.

Microsoft Outlook 2.0 recensione. Poche novità di un classico

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Microsoft Outlook 2.0 si propone di aggiornare uno dei software storici di Redmond. Non è un segreto che Microsoft abbia acquistato le aziende dietro l’app-calendario Sunrise e l’app per email Accompli proprio per rinnovare questo prodotto.

Ora, quello che sta cercando di fare, è prendere le migliori caratteristiche di questi prodotti e integrarli dentro Outlook. Microsoft Outlook 2.0.0 per iOS è l’inizio di questo processo – solo un piccolo anticipo delle novità in arrivo, anche se finora non è cambiato granché (tranne per chi usava la vecchia versione di Sunrise).

Microsoft Outlook 2.0 recensione. Poche novità di un classico

Outlook 2.0.0, a differenza del predecessore per iOS, vi permette di aggiungere i mittenti non presenti nella vostra rubrica nei nuovi contatti, ma la funzione è a dir poco nascosta: dovete cliccare il tasto “rispondi a” che vi permette di aprire un menu che trasforma il nome della persona a cui state rispondendo in un link (il quale a sua volta vi mostra l’indirizzo email per intero). È una finestra utile, che vi permette di cliccare una sola volta per vedere tutte le email che avete ricevuto da un dato mittente, o tutti gli eventi e file collegati. Non c’è molto che potete fare, anche con un indirizzo email completo, a meno che non aggiungiate all’elenco dei vostri contatti il mittente di un’email inoltrata – vi basta cliccare sopra l’indirizzo e aggiungerlo ai vostri indirizzi.

Postdatazione di un messaggio

Attenzione anche a come impostate i gesti di scorrimento sullo schermo: per farlo, dovete entrare nelle Impostazioni e specificare cosa volete che succeda quando scorrete con il dito sullo schermo, con opzioni di Archivio e Cancellazione messaggi – e molto altro. Potete ad esempio postporre un messaggio a un momento in cui potrete leggerlo o informare i vostri colleghi dei giorni in cui siete disponibili per partecipare a una riunione – questo grazie alla funzionalità che trasforma un elemento di testo all’interno di un’email (come una data) in un link diretto al vostro calendario (non ci sono però icone ad aiutarvi in questo processo).

Le differenze con la versione precedente sono minime, ma sostanziali secondo Microsoft, che ha integrato elementi di interfaccia utente che permettono di processare le informazioni (e la navigazione) più velocemente, in modo da poter fare più cose con meno clic. “Quando si sta lavorando”, secondo il comunicato Microsoft, “sono questi piccoli salva-tempo che fanno la differenza”.

La nuova versione di Outlook non sembra essere così innovativa, comunque. È vero: accedere alla lista contatti è più veloce (nota: accedere, non aggiungerne di nuovi) e il percorso per inserire allegati è più breve – ma accedere ad alcune funzionalità, come abbiamo detto, è veramente complicato. Inoltre, nella casella della posta in arrivo gli argomenti delle email sono disposti in maniera strana, come se il programma non volesse mostrarci il testo (e infatti, per leggerlo, dobbiamo sempre cliccarci sopra).

La stessa osservazione vale per Outlook 2.0 all’interno dell’Apple Watch: l’icona è presente sullo schermo ma a cliccarci sopra il sistema va in crash e l’app non si apre – sull’iPhone sì, ma sull’Apple Watch non c’è verso di farla funzionare.

È un bug dell’Apple Watch? Può darsi, ma sembra il classico problema Microsoft: la funzione è lì, puoi usarla, ma devi prima capire come impostarla. Insomma, sembra che debba ancora arrivare una versione veramente nuova e innovativa di Outlook: se non siete già dei fan ed è la prima volta che vi avvicinate ad Outlook, vi consigliamo di usarlo sul vostro Mac – Outlook 2.0.0 richiede iOS 8.0 o successivo e watchOS 2.0 per gli Apple Watch. È gratuito nell’App Store.

Per chi è Microsoft Outlook 2.0.0

I fan di Outlook troveranno le nuove funzioni utili; se invece non state già usando Outlook forse è il caso che aspettiate prima di cambiare: la nuova versione non offre niente di particolarmente innovativo

 

OnHub il router di Google. Facile da usare, ma poteva far di più

Con il router OnHub ,Google entra ufficialmente nell’arena dei router Wi-Fi per la casa. Sviluppato insieme a TP-Link, l’OnHub è un modello dual-band con un tocco di eleganza che lo fa sembrare tutto tranne che un router. Contiene più di una dozzina di antenne, è facilissimo da installare e usa un’app apposita per controllare determinate funzioni del network.

Sfortunatamente non possiede una buona parte delle normali funzioni di gestione dei router classici, compresi il controllo genitoriale, la portabilità dei network ospiti e i servizi VPN. OnHub è equipaggiato con circuiti che permettono di controllare i dispositivi automatici ZigBee e monta un Bluetooth 4.0, ma nessuna di queste funzioni ci risulta abilitata. Inoltre, ha spazio per una sola connessione LAN via cavo e l’unica porta USB è riservata a funzioni di recupero.

OnHub il router di Google. Design e caratteristiche

Router OnHub. Recensione

OnHub è un router progettato per stare all’aria aperta. La maggior parte dei modelli di router hanno l’aspetto di scatole nere non meglio identificabili con antenne che escono da sopra o dai lati – OnHub invece ha un rivestimento cilindrico che risulta gradevole all’occhio e non presenta antenne esterne. È nero, misura 19,5 cm in altezza e 11,6 cm in diametro e ha un rivestimento in plastica rimovibile blu scuro.

La sommità del router contiene uno altoparlante che produce una serie di rumori durante l’impostazione e un anello di luce che emette un debole bagliore per farvi capire lo status del router. Un colore dorato indica che qualcosa non funziona bene – in questo caso andate sull’app di Google On e cercate di risolvere il problema passo passo. Una luce blu indica che il router è pronto per essere impostato e verde mare indica che il router è attivo.

OnHub è un router AC1900 che viaggia (teoricamente) a 600 Mbs su banda da 2,4 GHz e fino a 1.300 Mbs su banda da 5GHz. Monta un processore dual-core da 1,4 GHz, ha 4GB di memoria flash (per gli aggiornamenti del software) e 1 GB di memoria DDR3. Ci sono anche 6 antenne da 2,4 GHz e 6 antenne da 5 GHz circolari, per coprire tutte le direzioni, un’antenna che amplifica il segnale e un trasmettitore che cambia continuamente canale per migliorare la connessione wireless. OnHub possiede anche antenne ZigBee e Bluetooth ma non sono abilitate (Google ha promesso un supporto per entrambe in futuro, ma senza specificare quando arriverà).

Per accedere al (povero) assortimento di porte I/O di OnHub bisogna rimuovere la copertura; dentro, trovate una porta WAN, una porta per cavo Ethernet, una porta USB 3.0 e l’alloggio per l’alimentatore. Una sola porta Ethernet significa che potete connettere un solo dispositivo per volta via cavo (mentre altri router AC1900 della stessa fascia di prezzo, come il D-Link Wireless AC1900 Dual-Band Gigabit Cloud Router (DIR-880L)ne hanno quattro). La porta USB è destinata a funzioni di recupero, quindi non potete usarla per aggiungere un drive esterno o una stampante alla vostra rete.

OnHub il router si comanda tramite Google On App

Mentre la maggior parte dei router sono gestibili attraverso un’interfaccia online, OnHub si gestisce tramite l’app gratuita Google On per iOS o Android. L’app è molto semplice da usare e fornisce suggerimenti e spiegazioni su come impostare l’apparecchio. La pagina principale mostra una panoramica sui vostri dispositivi connessi, vi avvisa se ci sono problemi e vi collega alla Guida se ne avete necessità. Potete cliccare su qualsiasi dispositivo per vederne l’indirizzo IP, MAC, lo stato di connessione e la cronologia di caricamento e scaricamento. Potete anche verificare l’uso in tempo diretto di ciascun dispositivo e assegnare priorità di traffico per periodi di 1, 2 o 4 ore.

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Cliccando sulla piccola icona verde in fondo alla pagina, viene lanciato un controllo della rete che misura la capacità di caricamento e scaricamento dalla rete, e l’efficenza Wi-Fi (quale velocità il vostro dispositivo mobile può potenzialmente raggiungere in un dato luogo della vostra casa). Cliccando sull’etichetta di accesso Wi-Fi, il router vi mostra nome e password e vi dà l’opzione di inviare questa informazione ad amici e famiglia via email, SMS o Facebook.

Le impostazioni di rete sono scarse: potete assegnare un indirizzo IP personalizzato o usare un’impostazione automatica di default, potete abilitare o disabilitare il DHCP, l’IP statico e le impostazioni PPoE WAN, oltre che impostare le porte – non c’è, come anticipavamo, il controllo genitoriale né opzioni per una rete ospite, né impostazioni VPN. Mancano anche impostazioni firewall, la possibilità di bloccare siti specifici e creare SSID separate per ciascuna banda su cui assegnare dispositivi specifici.

OnHub il router di Google. Installazione e prestazioni

Installare OnHub non potrebbe essere più facile, ma per farlo dovete avere un account Google valido. Per iniziare, scaricate l’app e registratevi usando i vostri username e password Google. Seguite le istruzioni sullo schermo, collegate il router alla corrente e al cavo Ethernet, leggete dalla base del dispositivo il codice di impostazione del router e la SSID.

Andate sulle impostazioni Wi-Fi del vostro dispositivo mobile, collegatelo alla SSID del router e tornate sull’app di Google On per assegnare un nome al router e creare la vostra rete. Usate le vostre impostazioni Wi-Fi per collegarvi al router e avete finito. Google suggerisce di lasciarlo all’aria aperta, preferibilmente all’altezza degli occhi per una copertura ottimale.

Test hanno dimostrato che, nella stessa stanza, OnHub arriva a 297Mbps, battendo i 144 Mbps del D-Link DIR-880L e i 171 Mbps del Netgear Nighthawk X6 AC3200 Tri-Band WiFi Router  – da specificare che entrambi questi modelli lavorano a 802,11ac (5GHz). Comunque, non arriva alle prestazioni da 558 Mbps del D-Link AC3200 Ultra Wi-Fi (DIR-890L/R) o a quelle da 452 Mbps dell’Asus RT-AC3200 Tri-Band Router.

A una distanza di 9 metri le cose non vanno così bene: la velocità di 38,6 Mbps non si avvicina neppure a quella da 140 Mbps del D-Link DIR-880L, tenendosi sotto di più di 100Mbps, ed è la metà di quella raggiunta dal router Amped Wireless High Power 700mW Dual Band AC (RTA15) (da 75 Mbps. Il D-Link DIR-890L/R invece spazza tutti via con i suoi 310 Mbps.

Conclusioni

Il Google OnHub è stato progettato per persone non esperte di tecnologia che cercano un modo veloce e semplice per avere una rete dual-band – e in questo, funziona. Il suo design unico vi permette di metterlo ovunque in casa (basta che abbiate una connessione Ethernet) e l’app Google rende semplice l’impostazione e il controllo della rete Wi-Fi. Ciò detto, ci si potrebbero aspettare opzioni avanzate di gestione da un router che costa 200$, come anche una porta USB che vi consenta di connettere periferiche come hard drive o stampanti. Ma soprattutto, ci si aspetterebbe delle prestazioni migliori sulla distanza.

Una volta che Google sistemerà la faccenda delle funzionalità ZigBee e Bluetooth, OnHub avrà il potenziale di diventare un router “smart” – ciononostante, sarà ancora lontano dal raggiungere la velocità del D-Link AC3200 Ultra Wi-Fi (DIR-890L/R). Certo, quest’ultimo costa di più (100$) ma vi offre anche di più in termini di impostazioni e porte I/O.

Insomma, Google centra l’obiettivo della semplicità ma poteva fare di meglio dal punto di vista della connettività.

Garanzia iPhone: come funziona, come si attiva

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Con la garanzia iPhone, presto o tardi, tutti i possessori dello smartphone Apple sono costretti a farvi i conti. Un vetro scheggiato, un problema hardware, un blocco improvviso di iOS o la batteria che non tiene più la carica come un tempo: problemi comuni davanti ai quali è possibile ottenere assistenza – gratuitamente o a pagamento, a seconda dei casi –  attraverso i canali ufficiali Apple. Vediamo come.

Garanzia iPhone: Apple Care aiuta a minimizzare il rischio di dover mettere mano al portafogli per le riparazioni.
Garanzia iPhone: Apple Care aiuta a minimizzare il rischio di dover mettere mano al portafogli per le riparazioni.

Garanzia iPhone: come funziona, come si attiva

Partiamo da un dato: ogni prodotto venduto da Apple gode dei due anni di garanzia obbligatori per il mercato italiano ed europeo. Per il primo anno, in caso di difetti o malfunzionamenti sarà sufficiente recarsi in un qualunque Apple Store per ricevere assistenza (o, in alternativa, utilizzare il supporto telefonico o quello telematico sul sito Apple).

Per il secondo anno, invece, sarà necessario recarsi presso il venditore del dispositivo: solo in caso di acquisti sullo store online di Apple o presso un Apple Premium Reseller (APR),  sarà possibile ottenere assistenza dalla casa madre gratuitamente. Viceversa, in caso di acquisto in un negozio o in un centro commerciale, a far valere la garanzia per il secondo anno sarà direttamente il venditore che ci comunicherà le modalità per ricevere supporto da Apple.

Garanzia iPhone: dal sito Apple è possibile consultare la sezione Supporto, inserire i dati del proprio iPhone e controllare lo stato della garanzia.
Garanzia iPhone: dal sito Apple è possibile consultare la sezione Supporto, inserire i dati del proprio iPhone e controllare lo stato della garanzia.

Ma cosa copre esattamente la garanzia iPhone? Indubbiamente, qualsiasi tipo di difetto legato alla produzione: graffi, difetti del display, schermo rotto, problemi hardware e software riscontrati “appena fuori dalla scatola” possono essere immediatamente segnalati per vedersi sostituire il dispositivo appena comprato. Nei due anni di garanzia successivi all’acquisto, bisogna fare attenzione: la garanzia iPhone non copre ogni genere di danno.

In caso di problemi hardware e software si potrà sempre tornare nell’Apple Store di fiducia e affidare lo smartphone alle mani esperte del team Genius Bar, ma a volte potrebbe essere richiesto un conguaglio economico da parte del cliente, soprattutto per riparare danni accidentali o derivanti da un uso inappropriato del device. In questi casi specifici, potrebbe essere utile attivare le garanzie aggiuntive Apple Care (69€) e Apple Care+ (99€).

Queste soluzioni estendono a due anni l’assistenza diretta da parte di Apple (indipendentemente dal luogo di acquisto dello smartphone), con la possibilità di beneficiare per due anni dell’assistenza telefonica gratuita e della copertura mondiale Apple (recandosi in un qualsiasi Apple Store per ricevere assistenza). Apple Care+, inoltre, permette di accedere agli interventi di riparazione per danni accidentali al costo forfettario di 69€ (a fronte di riparazioni che, nel caso degli iPhone più moderni, potrebbero sfiorare le 300€).

Garanzia iPhone: i danni allo schermo e al vetro sono esclusi e sempre a carico del cliente.
Garanzia iPhone: i danni allo schermo e al vetro sono esclusi e sempre a carico del cliente.

Garanzia iPhone: come funziona, come si attiva in caso di rottura dello schermo

La rottura dello schermo è uno dei danni più frequenti – e più fastidiosi – per tutti i possessori iPhone. Si tratta logicamente di un danno accidentale, che non rientra quindi nei parametri di garanzia Apple. Che si tratti di un danno a carico del vetro o del display, le procedure da seguire sono essenzialmente due: portare l’iPhone presso un Apple Store per la riparazione oppure rivolgersi a un negozio autorizzato. In entrambi i casi la riparazione sarà a pagamento, con una cifra variabile a seconda del danno e del componente da riparare.

Per i possessori della garanzia Apple Care+, ricordiamo, questo genere di riparazioni possono essere effettuate negli Apple Store a prezzi competitivi. In ogni caso, è bene diffidare dai negozi improvvisati o dai presunti professionisti che propongono riparazioni su dispositivi iPhone a prezzi irrisori. In buona parte dei casi, le riparazioni vengono eseguite con componenti compatibili e di qualità estremamente scarsa.

Garanzia iPhone: i problemi hardware e software sono quasi sempre coperti da garanzia.
Garanzia iPhone: i problemi hardware e software sono quasi sempre coperti da garanzia.

Garanzia iPhone: come funziona, come si attiva in caso di problemi hardware e software

Nel corso del primo anno di garanzia ogni iPhone può essere riportato presso un qualsiasi Apple Store nel mondo per problematiche riguardanti hardware o software. Dal malfunzionamento dei tasti alla fotocamera, dal TouchID ai problemi di iOS, lo staff del Genius Bar è a disposizione dei clienti per testare i dispositivi, identificare i problemi e fornire una soluzione.

Qualora il problema sia di facile soluzione, questo verrà risolto al momento, riconsegnando l’iPhone nelle mani del cliente. In caso di problematiche più complesse, la politica di Apple prevede la consegna al cliente di un nuovo dispositivo pari a quello “difettato”: si tratta di iPhone ricondizionati, perfettamente funzionanti e revisionati in modo da renderli pari a un nuovo iPhone, che permettono al cliente di continuare a usare il dispositivo e di evitare i tempi tecnici dovuti agli interventi di riparazione.

Garanzia iPhone: la batteria è normalmente soggetta a usura, ma potrebbe essere coperta da garanzia in alcuni casi.
Garanzia iPhone: la batteria è normalmente soggetta a usura, ma potrebbe essere coperta da garanzia in alcuni casi.

Garanzia iPhone: come funziona, come si attiva in caso di problemi alla batteria

La batteria è uno di quei componenti soggetti all’usura del tempo. Dopo anni di cicli di caricamento, l’autonomia dell’iPhone si riduce progressivamente rispetto a quella del giorno di acquisto. Si tratta di un deperimento del tutto normale ma a volte è possibile riscontrarlo dopo appena alcuni mesi (o addirittura settimane) dall’acquisto.

In questi casi, pur trattandosi di un componente soggetto a normale usura, è possibile recarsi in un Apple Store o centro convenzionato per un controllo. Lo staff provvederà a testare la batteria e a sostituire l’iPhone con un identico modello ricondizionato in caso di problemi. Inutile agire altrimenti: la batteria di iPhone non è removibile e ogni tentativo di aprirlo per cercare di sostituirla andrebbe a invalidare la garanzia.

Garanzia iPhone: cosa fare in tutti gli altri casi

Per un problema di qualsiasi natura, è bene innanzitutto portare l’iPhone presso un Apple Store o centro convenzionato per un primo controllo. Le problematiche più comuni possono essere risolte in pochi minuti, mentre per quelle più complesse può essere necessaria la sostituzione del dispositivo o addirittura il ritiro dello stesso, per poter procedere alle riparazioni del caso. Per i dispositivi coperti da garanzia è inoltre possibile usufruire dell’assistenza telefonica gratuita (o di quella a pagamento, per i casi non contemplati dalla garanzia) secondo le modalità descritte nella pagina del Supporto Apple.

Il consiglio è quello di passare sempre attraverso i canali ufficiali, anche quando si tratta di effettuare riparazioni a pagamento: solo in questi casi si avrà la certezza di un risultato ottimale, evitando brutte sorprese derivanti da interventi di personale privo delle adeguate competenze.

Toshiba Satellite Radius 14 recensione. Tra qualità e difetti

Il Toshiba Satellite Radius 14 fa parte della nuova gamma di portatili che hanno anche la funzione di tablet. La crescente popolarità di questi dispositivi fa sì che ad ogni nuova uscita ci sia un sensibile miglioramento delle prestazioni e delle funzionalità. Toshiba si è comportata in maniera un abbastanza bipolare: fra alcuni elementi di grande pregio e funzionalità, si notano però alcuni difetti piuttosto fastidiosi che inficiano il quadro generale. Vediamo insieme i dettagli e la recensione.

Toshiba Satellite Radius 14 recensione. Tra qualità e difetti

Il Toshiba Satellite Radius 14, ad un prezzo più che accessibile, offre uno schermo da 14 pollici e solide prestazioni grazie al processore Intel i3. La batteria, inoltre, ha una durata che supera la media dei laptop “ibridi” di ultima generazione. Da segnalare anche l’introduzione del tasto dedicato per avviare Cortana, molto pratico per richiamare l’assistente personale di Windows 10. Tuttavia, alcuni aspetti ergonomici penalizzano il dispositivo, il cui uso prolungato potrebbe risultare scomodo.

Toshiba Satellite Radius 14 recensione. Un design nella norma

Dal punto di vista estetico il Toshiba Satellite Radius 14 non è particolarmente innovativo, con il suo telaio in plastica nera e una texture sul lato superiore e inferiore. All’apertura, sfoggia uno schermo 14 pollici che ruota per trasformarsi in un tablet.

Il Toshiba Satellite Radius 14 offre solide prestazioni grazie al processore Intel i3
Il Toshiba Satellite Radius 14 offre solide prestazioni grazie al processore Intel i3

L’unico neo è la rifinitura in plastica dei bordi che risulta alquanto scomoda per i polsi quando si digita sulla tastiera per un po’ di tempo. Anche le estremità appuntite del laptop contribuiscono a non offrire un aspetto elegante e armonico.

Le cerniere che tengono agganciato lo schermo alla tastiera non sono fra le più belle finora create, ma svolgono la loro funzione di far roteare lo schermo senza farlo cadere bruscamente all’indietro. Con le dimensioni di 30x 23cm – e 2cm di spessore – e con un peso di circa 2 chili, il Toshiba Satellite Radius 14 si pone a metà strada tra l’Asus Transformer Book Flip TP300 e l’Inspiron 15 7000 di Dell.

Toshiba Satellite Radius 14 recensione. Il vero problema: la tastiera e il touchpad

La tastiera è il vero punto debole del laptop. Se da un lato, infatti, si presenta più piccola e meno profonda rispetto ad altri modelli, la tastiera del Toshiba Satellite Radius 14 ha i pulsanti più piccoli della media di 2 millimetri (10mm di Toshiba contro i 12mm della media).

Questo comporta un affaticamento del polso quando si scrive sulla tastiera per un certo periodo di tempo. In compenso, una novità interessante presente sulla tastiera del Toshiba Satellite Radius 14 è il pulsante che aziona direttamente Cortona, l’assistente personale di Windows 10. Ciò dà la possibilità di avere un accesso super veloce, risparmiando batteria e tempo.

La scocca in plastica nera con texture non è il massimo dell'eleganza
La scocca in plastica nera con texture non è il massimo dell’eleganza

Il touchpad, che misura 10x6cm, e con una superficie liscia e opaca, piacevole al tatto, offre una grande precisione dei movimenti standard del mouse, compreso lo scrolling con le due dita.

Toshiba Satellite Radius 14 recensione. Un display grande ma con qualche sbavatura

Il Radius 14 ha uno schermo 14 pollici con 1366 x 768 pixel. Altro punto debole del laptop è proprio la poca luminosità del display e la ristretta gamma di colori che è in grado di riprodurre. Agli angoli dello schermo, poi, si perde anche un po’ di nitidezza. Non bisogna, quindi, mai spostarsi dalla posizione frontale dalla quale si guarda il monitor.

La luminanza media dello schermo è di 182 nit, comunque più avanti rispetto all’Asus TP300 (161), ma dietro al Lenovo Edge 15 (199). La media di luminanza per uno schermo è di 231 nit. Anche per quanto riguarda i colori, il monitor del Toshiba Satellite Radius 14 ricrea solo per il 64,2 per cento lo spettro sRGB.

I nuovi laptop come il Toshiba Satellite Radius 14 possono essere utilizzati con la funzione di tablet
I nuovi laptop come il Toshiba Satellite Radius 14 possono essere utilizzati con la funzione di tablet

Toshiba Satellite Radius 14 recensione. Audio

Il laptop è dotato di altoparlanti Harmon Kardon, posizionati nella griglia metallica dietro la tastiera. Il suono riprodotto è di buon livello. Se si ascolta una canzone si riescono a distinguere la varietà dei suoni degli strumenti e dei timbri vocali, eccezion fatta per i bassi che perdono un po’ della loro vivacità sonora. Durante la prova di surriscaldamento il Radius 14 è rimasto sempre sotto una soglia assolutamente accettabile.

Toshiba Satellite Radius 14 recensione. Porte e Webcam

Per la connettività, il Toshiba Satellite Radius 14 dispone di tre porte USB: una porta 3.0 con USB Sleep and Charge (in modo da poter ricaricare il telefono o il tablet anche quando il portatile è spento), e una porta USB 2.0. Il dispositivo è dotato anche di un jack sia per le cuffie sia per il microfono, di una porta HDMI e di un lettore di schede SD.

Le cerniere del Toshiba Satellite Radius 14 permettano la rotazione dello schermo in modalità tablet
Le cerniere del Toshiba Satellite Radius 14 permettano la rotazione dello schermo in modalità tablet

La webcam in HD fotografa a un livello decente, mentre i doppi microfoni TruTalk forniscono un audio buono, ma non eccezionale.

Toshiba Satellite Radius 14 recensione. Prestazioni

Dotato di una CPU da 2.1 GHz con processore Intel Core i3 5015U, 6 GB di RAM e un hard disk da 500GB, il Radius 14 è perfettamente in grado di assolvere alle funzioni tradizionali di un laptop, dalla navigazione sul Web alla riproduzione di un film ad alta definizione. Anche con 20 schede aperte contemporaneamente su Chrome, non si avverte alcun rallentamento evidente.

In OpenOffice il Toshiba Satellite Radius 14 è in grado di collegare 20mila nomi ad altrettanti indirizzi in soli 6 minuti e mezzo. Inoltre, i 500GB di capienza permettono al Radius 14 una velocità di trasferimento dati di 29.9 Mbps, più veloce rispetto alla media di altri laptop della stessa fascia di prezzo. Dotato di scheda grafica Intel HD, il Radius 14 riproduce 20 fotogrammi al secondo ad una risoluzione di 1366 x 768pixel e con impostazioni automatiche.

Toshiba Satellite Radius 14 recensione. Durata della batteria e prezzo

L’autonomia del Toshiba Satellite Radius 14 è di 6 ore e 22 minuti se si naviga sul web con wi-fi. Il prezzo si aggira intorno ai 500 – 600€. Sul sito di Toshiba, è disponibile anche una versione più costosa, ma anche più potente con Intel Core i5, 6 GB di RAM e un disco rigido da 1TB.

Lo schermo è uno dei punti deboli del laptop a causa della sua poca luminosità
Lo schermo è uno dei punti deboli del laptop a causa della sua poca luminosità

Toshiba Satellite Radius 14 recensione. Software e Garanzia

Il Radius 14 supporta Windows 10 con tutti gli annessi e connessi. Vale a dire il supporto dell’assistente digitale Cortana, del nuovo browser per navigare Edge e del passaggio automatico da desktop a tablet ogni volta che si ribalta il monitor.

Toshiba offre anche la garanzia di un anno e un assortimento di programmi di utilità, come ad esempio il PC Health Monitor, per monitorare le condizioni della batteria e le statistiche, la temperatura della CPU e la velocità della ventola. La Toshiba Service Station aiuta invece a mantenere il software sempre aggiornato e i driver costantemente all’ultima versione.

Conclusioni

Con un prezzo fissato intorno ai 500€, è difficile per Toshiba fronteggiare la concorrenza con altri dispositivi della stessa fascia. Fra i pro c’è sicuramente uno schermo grande, 14 pollici, una durata della batteria accettabile e buone prestazioni della CPU. Bisogna, però, comunque fare i conti con i tasti più piccoli della media e la poca luminosità del monitor. Tutto l’insieme fa del Toshiba Satellite Radius 14 un laptop pieno di contraddizioni, fra punte di elevate prestazioni e difetti abbastanza grossolani.

Nokia Lumia 950 XL recensione. Buon phablet, look a parte

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Se ormai gli smartphone non bastano più, e il mercato punta sui phablet, possiamo dire a buon diritto che Microsoft Nokia Lumia 950 XL si trova in una posizione migliore rispetto ai suoi rivali, data la grande esperienza di Redmond sul campo, derivante anche dalla gamma Surface. Ed effettivamente, oltre ad essere un buon prodotto, abbiamo anche delle trovate tecniche interessanti, sebbene il 950 XL assomigli tantissimo, anche troppo, al suo fratello minore, il Nokia Lumia 950.

Nokia Lumia 950 XL recensione. Buon phablet, look a parte

Con un prezzo che si aggira intorno ai 740€, il Lumia 950 XL ha uno schermo davvero grande con i suoi 5.7 pollici in diagonale. Se non fosse per l’alloggiamento della telecamera posteriore, il Lumia 950 XL sembrerebbe quasi identico al suo fratello più piccolo, il Lumia 950. Troviamo infatti lo stesso colore bianco o nero, in policarbonato (ovvero, plastica); i pulsanti del volume, di blocco e di scatto della fotocamera posizionati sempre sul lato destro del dispositivo. Il lato inferiore, anche in questo caso, ospita la porta USB-C proprio come nel Lumia 950.

Il Microsoft Nokia Lumia XL sarà lanciato, con ogni probabilità, a novembre
Il Microsoft Nokia Lumia XL sarà lanciato, con ogni probabilità, a novembre

Il display ha una risoluzione di 2.160 x 1.440 pixel con 518 pixel per pollice. Microsoft impiega la tecnologia AMOLED con Corning Gorilla Glass 4. Che il corpo del telefono sia in plastica è una caratteristica secondaria, visto che scompare sotto l’enorme schermo frontale. Certo, però, che se il materiale del dispositivo non è di lusso, non si può dire lo stesso del prezzo.

Tuttavia, il corpo in plastica non è affatto una garanzia di insuccesso. Rende, anzi, il dispositivo più facile da impugnare, cosa fondamentale per un telefono di quelle dimensioni.

Nokia Lumia 950 XL recensione. Una fotocamera strepitosa

Grazie in gran parte a Nokia, Microsoft ha imparato a costruire una fotocamera per smartphone di assoluto livello. Anche in questo caso le caratteristiche sono identiche al Lumia 950.

La telecamera posteriore è dotata di obiettivo PureView da 20 megapixel con triplo flash LED, stabilizzazione ottica dell’immagine, capacità di registrazione video 4K e ottica Zeiss. La telecamera anteriore è di 5 megapixel con grandangolo per i selfie e registrazione video a 1080p.

Attiva anche la funzione Living Images che riesce a registrare un video appena un secondo prima che l’otturatore si chiuda in modo da ottenere immagini dinamiche, nitide e dagli ottimi contrasti, con un leggero effetto di movimento. E anche nel caso in cui si volessero inviare le immagini a qualcuno che non ha un telefono con la tecnologia Living Images, si potrà scegliere se mandare un file video mp4 o un .jpg leggermente più grande del normale – circa il 20% in più.

Le caratteristiche del Microsoft Nokia Lumia 950 XL sono identiche al fratello più piccolo, Lumia 950, ad eccezione del processore
Le caratteristiche del Microsoft Nokia Lumia 950 XL sono identiche al fratello più piccolo, Lumia 950, ad eccezione del processore

La fotocamera del Lumia 950 XL è perfetta per la fotografia sportiva, dal momento che è in grado di individuare i pixel a fuoco per evitare foto sfocate nella ripresa di soggetti in movimento.

Nokia Lumia 950 XL recensione. Bene l’hardware, bellissimo il raffreddamento

Che ci crediate o no, il Microsoft Nokia Lumia 950 XL non è di gran lunga più potente rispetto al suo omologo più piccolo, il 950. Certo, il telefono supporta un processore octa-core Snapdragon 810, di ultima generazione Qualcomm, ma non aspettatevi il doppio delle prestazioni rispetto all’esa-core Snapdragon 808 del 950.

Però una grossa novità c’è: Microsoft ha adattato al phablet la tecnologia di raffreddamento a liquido impiegata nei tablet della linea Surface. Questo sistema di raffreddamento dovrebbe rivelarsi utile soprattutto quando si utilizza il Lumia 950 XL con la funzione di schermo PC, grazie a “Continuum”.

Ecco il look del Microsoft Nokia Lumia 950 XL con un display che misura 5.7 pollici in diagonale

La RAM è di 3GB. Lo spazio di archiviazione del telefono è di 32GB, espandibile fino a 2TB, tramite microSD card. Due antenne LTE, 802.11ac Wi-Fi e Bluetooth 4.1 completano la scheda tecnica, mentre il sistema operativo Windows 10, dà all’utente una ottima coordinazione con i PC e spinge ancora di più l’utilizzo dell’assistente virtuale Cortana e, di conseguenza, del motore di ricerca Bing.

Tutte queste funzionalità sono supportate da una batteria rimovibile da 3,340mAh che, secondo Microsoft, può resistere per 75 ore di conversazione col 3G, 25 ore di navigazione in Wi-Fi e 11 ore di riproduzione video a 1080p. Se si voleva un cellulare Windows che durasse tutto il giorno eccovi accontentati.

Nokia Lumia 950 XL recensione. Look a parte, è un ottimo tentativo

Anche se non si è un fan dei telefoni di queste dimensioni, bisogna tenere conto che il Microsoft Lumia 950 XL è un discreto tentativo di rimonta da parte di Microsoft rispetto ai rivali che utilizzano iOS e Android. Proprio come il Lumia 950, il 950 XL è progettato per le sue funzionalità, più che per il suo look.

Ad esempio, la tecnologia di Windows Hello, basata sul riconoscimento dell’iride, sembra molto affascinante ed è incredibilmente facile da configurare. Inoltre, la capacità del telefono di funzionare come un PC, facendo girare applicazioni come Office, potrebbe contribuire ad attrarre tutti quei consumatori che hanno ogni giorno a che fare con questi strumenti per lavoro.

Come già detto per il Lumia 950, il 950 XL non sarà, certo, in grado di far balzare Microsoft al primo posto nel panorama della telefonia mondiale, ma si tratta pur sempre di un prezioso tentativo di competere con i maggiori concorrenti.