Chrome, il browser pre-impostato su ogni device Android, viene direttamente dalla fabbrica Google. Per questo una delle funzionalità principali è la possibilità di fare una ricerca direttamente nella barra degli indirizzi. Inoltre le impostazioni sono molto semplici da settare, come se fossimo su desktop.
Guida per cambiare motore di ricerca su Android
Una delle impostazioni più facili è cambiare il motore di ricerca di base. Vediamo come fare.
1.
Premete sull’icona del menu in alto a destra: dal menu a tendina che esce premete su Impostazioni.
Cambiare motore di ricerca: il menu
2.
Sotto l’opzione Basics cercate Motore di ricerca. Vedrete che, sotto, comparirà il nome del motore di ricerca attualmente utilizzato.
Come cambiare motore di ricerca: i 5 motori ricerca possibili
3.
Potrete scegliere tra 5 differenti motori di ricerca. Potete scegliere tra Google, Yahoo, Bing, Ask e Aol. Google è il predefinito su Chrome (ovviamente).
Cambiando il motore di ricerca di default non fermerà Google Now o Google Search: continueranno a funzionare tramite le ricerche su www.google.com. Se state usando Google Chrome Beta non cambierà molto: soltanto la grafica del menu Basics.
Ci sono diversi modi per esaminare un disco rigido danneggiato o formattato e recuperare i dati da un PC rotto. Con un po’ di pazienza, i giusti strumenti e un po’ di cura, spesso è possibile recuperare parte – se non tutte – le informazioni.
Come recuperare i dati da un PC rotto
Come recuperare dati da un PC rotto: ecco cosa vi serve
Preparare gli strumenti e verificare le condizioni del disco rigido
La prima cosa da fare è assicurarsi di avere gli strumenti giusti per collegare in modo sicuro il disco rigido a un altro computer. L’ideale sarebbe avere a disposizione un cavo adattatore da SATA/IDE a USB o una docking station per poter facilmente connettere il disco rigido al computer.
Certo, se volete sporcarvi le mani potete anche provare a installare il disco rigido direttamente all’interno del computer, ma con una connessione esterna sarà tutto più semplice e veloce. Quindi, controllare il disco rigido: è danneggiato? I pin sono piegati o rotti? Assicurarsi che il disco rigido sia in condizioni abbastanza buone da poterlo utilizzare, prima di rischiare di danneggiarlo ulteriormente.
Se il disco rigido è troppo danneggiato dal punto di vista fisico, occorrono delle misure più drastiche (che esamineremo più avanti). Al contrario, se è in buone condizioni e se si hanno gli strumenti per connetterlo al computer, si può procedere.
Come recuperare dati da un PC rotto: collegare i dischi per verificarne l’integrità
Recuperare dati da un PC rotto: scegliere un software di recupero dati e collegare il disco rigido al computer
Prima di qualunque altra cosa, assicurarsi di aver aggiornato l’antivirus e l’antimalware: non si può sapere cosa c’è nel disco rigido ed è meglio prendere precauzioni prima di collegarlo al computer. A questo punto è necessario scaricare e installare i programmi di recupero dati. Eccone alcuni:
Recuva, ottimo software per recuperare i dati da un PC rotto
• Recuva(Windows, gratuito): realizzato dallo stesso team di CCleaner, Recuva è indispensabile e rende il recupero dei dati facile e veloce. Recuva è un’ottima opzione anche semplicemente per navigare o ripristinare file selezionati fuori dal disco rigido. In alternativa, prendere in considerazione Undelete Plus per Windows. • FileSalvage(OS X, $ 89,95): FileSalvage per Mac è costoso, ma è uno degli strumenti migliori per recuperare i dati da un disco rigido connesso in OS X. Può recuperare praticamente ogni tipo di file su molteplici partizioni, anche da dischi rigidi danneggiati o da supporti corrotti. In alternativa si può provare Data Rescue for Mac ($100).
TestDisk, uno strumento completo per recuperare i dati da un PC rotto
• TestDisk(Win/OS X/Linus, gratuito): se avete un po’ di dimestichezza con le righe di comando, TestDisk è un software open source che si può destreggiare in quasi tutte le piattaforme o tipi di partizioni. Svolge un grande lavoro nel recuperare velocemente i dati. • Distribuzioni Bootable Linux per il recupero del disco: se non si è interessati ad armeggiare con le app (o a pagarle), si può prendere in considerazione l’idea di masterizzare un CD o una chiavetta USB con BlackTrack, Bart PE o SpinRite, così da poterlo avviare su un OS che non sia il disco rigido principale, evitando così di scrivere o di toccare il disco rigido da cui si sta cercando di recuperare i dati.
Molti di questi software possono recuperare dati da dischi rigidi formattati, soprattutto se i dati non sono stati sovrascritti. Occorre ricordarsi che meno si lavora con il disco rigido da cui si stanno recuperando i dati, meglio è. Quando si legge il disco, infatti, si corre il rischio di peggiorare il danno, e scrivendo è possibile che si sovrascrivano dati che si sta cercando di recuperare.
Le distribuzioni avviabili di Linux – molte delle quali hanno pre-installati programmi comeTestDisk – sono il modo migliore per agire se si ha familiarità con il metodo e se si interessati a recuperare intere partizioni o ad avviare nuovamente il disco rigido. Se si è interessati semplicemente al recupero dei file e si è sicuri che sul disco fosse installato un sistema Windows o Mac, un programma stand-alone è il modo più facile per procedere.
Recuperare dati da un PC rotto: sfoderare le armi pesanti (e il portafogli)
Se il disco rigido è danneggiato dal punto di vista fisico, se è stato cancellato e sovrascritto, nessun metodo ha funzionato e si ha davvero necessità di recuperare i file, allora è il momento di rivolgersi a dei professionisti. Un trucco per capire se ci si trova di fronte a veri professionisti, è il fatto di non dare alcuna garanzia del recupero dei dati da un PC rotto senza prima aver visto l’oggetto. Diffidate dai recuperi miracolosi e ad ogni costo.
Il nostro consiglio, se il disco rigido è vostro e se i dati sono di un certo valore, è di fare il backup costante dei dati, sia localmente sia online. Dopotutto, è molto meglio poter recuperare in fretta i dati piuttosto che aspettare che il disco rigido si rompa e si sia costretti a correre ai ripari. Perché – sappiatelo – qualunque disco rigido è destinato a rompersi, è solo questione di tempo.
Non riuscire più a trovare il proprio iPhone o iPad è un problema serio. Soprattutto quando non si ricorda dove lo si è lasciato: in ufficio? Sull’autobus? Oppure è stato rubato?
Fortunatamente ogni device Apple è dotato della funzionalità Find my iPhone, specie su iOS 8, che permette di tracciare la posizione attuale del dispositivo. C’è anche la possibilità di far emettere un suono specifico per ritrovarlo nel caso lo aveste perso nelle vicinanze; come estrema opzione (nel caso fosse stato rubato) potete cancellare da remoto anche tutti i dati. Si stima che circa il 50% dei furti coinvolga uno smartphone: grazie però a questa applicazione la percentuale è scesa parecchio.
Find my iPhone su iOS 8: i settaggi iniziali
Find my iPhone su iOS 8: attivazione
Come quasi tutte le funzionalità di iOS8 anche Find my iPhone utilizza iCloud. Se non avete un profilo, createlo. Solitamente viene chiesto all’installazione iniziale, ma se avete saltato quel passaggio, andate in Impostazioni > iCloud e create l’account. Ricordate che Fmi (Find my iPhone) utilizza l’ID Apple legato al device.
Attivare Fmi è molto semplice. In Impostazioni scegliete iCloud>Fmi e attivate lo slide verso destra, per farlo diventare verde. Ora Fmi è attivo.
Ci sarà un’altra opzione: Invia ultima posizione: questa è un’aggiunta di iOS8 e indica che il vostro iPhone invierà la posizione alla Apple un momento prima che la batteria si scarichi definitivamente. Normalmente quando l’iPhone è spento o scarico la funzionalità Fmi non può essere attiva: questo potrebbe essere un problema nel caso in cui non riusciste a trovare in tempo il device. Con Invia ultima posizione potrete almeno sapere quando è finita la batteria e dove si trova l’iPhone in quel momento.
Deve essere attiva anche la geolocalizzazione. Andate quindi in impostazioni>privacy>geolocalizzazione e attivatela.
Scaricare l’app Find my iPhone
Ora che avete attivato le giuste impostazioni, potete scaricare l’applicazione. Cercate sull’Appstore e scaricatela. L’applicazione vi mostrerà tutti i device che utilizzano il vostro ID, nel momento in cui hanno attiva la Fmi. Una volta installata apritela e vi sarà chiesto di inserire il vostro ID. Apparirà quindi la mappa con la lista dei device sulla sinistra. Questo è molto utile: nel caso aveste perso il vostro iPhone, potete rintracciarlo grazie al vostro iPad.
Utilizzare l’applicazione Find my iPhone
Find my iPhone su iOS 8: la mappa per individuare il device
Una volta aperta la mappa, avete delle opzioni. In basso, cliccando l’icona della macchina, vedrete apparire il percorso per raggiungere il device selezionato. Cliccando invece su Azioni, vi si aprono tre possibilità.
Play Sound: il vostro iPhone emetterà un suono. Utilissimo nel caso in cui non trovaste il vostro device in giro per la casa o una volta raggiunta la destinazione indicata dalla mappa.
Lost Mode: vi permette di inserire un codice da remoto e bloccare il device. Questo impedirà a chiunque trovi l’iPhone di accedere ai vostri dati. Potrete poi sbloccarlo inserendo nuovamente il codice.
Erase Phone: come suggerisce il nome, si tratta di un caso estremo per cancellare totalmente i dati presenti. Va usata soltanto nel caso in cui siete certi di non ritrovare o riavere più il telefono; oppure se avete dati sensibili salvati. Una volta premuto il tasto, il vostro account ID verrà cancellato così come tutte le informazioni. L’iPhone sparirà dalla lista e, probabilmente, dalla vostra vita.
Utilizzare Find my iPhone dal sito iCloud
Se non siete in possesso di un altro device Apple, non tutto è perduto. Il sito iCloud vi permette di accedere a Fmi così come ad altre applicazioni (iWorks, Calendar, Mail, iCloud Drive). Fate il login con il vostro ID, aprite Fmi e vedrete la mappa con la posizione del device visualizzato. Cliccate sul puntino verde e sul nome del device: vi appariranno così le tre opzioni elencate in precedenza.
Find my iPhone da Web: il sito iCloud
La funzione Family Sharing
Su iOS8 è possibile condividere i device in famiglia. Per attivare questo servizio dovete attivarlo e attivare Fmi su tutti i device di famiglia. In questo modo ogni membro della famiglia può aiutare nel caso si perda uno degli iPhone.
L’ultima versione di OS X (10.10), chiamata Yosemite è ormai uscita da un pezzo sul mercato e molti si chiedono come accelerare Yosemite Mac OS X. Da Cupertino hanno fatto sapere che molti errori precedenti sono stati corretti e, senza dubbio, la nuova versione apporta dei miglioramenti. Ma ci sono altri piccoli accorgimenti che si possono fare per migliorare ancora di più le prestazioni e accelerare Yosemite (particolarmente sui MacBook).
Come accelerare Yosemite. Le impostazioni da modificare
Tutti gli aggiornamenti dal 2011 (Lion) includono il “Recovery Mode”, che provvede a funzioni di diagnostica e di recupero. Per accedere premete CMD e R non appena sentite il classico suono dei Mac quando si accendono. Arriverete allo schermo delle Utilities. Da qui potrete gestire le Disk Utility (vedere i prossimi aiuti) per aumentare la velocità di Yosemite.
Controllare i Driver
La prima cosa da fare è controllare i driver del disco per capire se ci siano errori. Fare l’aggiornamento, infatti, è complicato, e nel caso ci fossero dei problemi sul disco, il processo potrebbe richiedere maggior tempo e procurare ulteriori danni. Utilizzate lo strumento Disk Utility: avviatelo e selezionate il boot drive, quindi cliccate su Verifica disco. Nel caso ci fossero dei problemi, utilizzate la funzione Repair Disk per risolvere.
Accelerare Yosemite: Recovery Disk
Riparare i permessi
In seguito bisogna riparare, se necessario, i permessi. Selezionate il boot partition e cliccate su Verifica permessi e, se utilizzate molto il Mac, attendete qualche minuto: ci vorrà un po’ di tempo. Nel caso fossero riscontrati problemi, cliccate sul bottone Repair Disk Permissions e aspettatevi un’altra lunga attesa.
Togliere la trasparenza
Un problema comune nelle prestazioni, dopo l’installazione di Yosemite, si riscontra nei settaggi della grafica. Quello che potete fare è togliere la funzionalità di Transparency, che rende i menù traslucidi. Andando in Preferenze di Sistema dal menu Mela cliccate su Accesibilità.
Accelerare Yosemite: come togliere la funzione Transparency
Meno FileVault
Se utilizzate FileVault, l’opzione di OSX per crittare i drive, provate a disattivarla e riattivarla mentre non utilizzate il computer. Potete compiere questa azione andando nella sezione FireVault cliccando su Preferenze di Sistema > Sicurezza e privacy.
Riposo a Spotlight
Un’altra potenziale causa di scarso rendimento è Spotlight, che indicizza più o meno tutto quello che c’è sul vostro computer. Spotlight è utilissima, anche nel caso in cui dimenticaste dove avete lasciato certi file, ma per farlo porta via un sacco di attività al computer. Potete disattivare temporaneamente questa funzione, selezionando il periodo o disattivandola a lungo termine andando in Preferenze di Sistema > Opzioni Spotlight.
Per accelerare Yosemite si può intervenire anche sulla funzione Spotlight
Altri trucchi
Se Yosemite è ancora lento, potete provare queste altre operazioni:
Controllate sempre le App che lavorano in background. Aggiornate tutte le app manualmente e poi controllate sempre il lavoro in background che svolgono.
OS X ama la RAM, soprattutto se usate programmi come Photoshop o Indesign.
Lasciate sempre spazio libero sul disco. La mancanza di spazio può avere brutti effetti sulla rendita della performance. Scaricate spesso i vostri file su hardrive esterni per tenere libero il computer.
Se proprio non riuscite ad ottenere risultati, bisogna considerare di resettare il PRAM (Parameter Random-Access Memory). Questa è un’azione estrema, quando tutte le altre proposte non hanno portato a niente. Per farlo:
Scegli il menu Apple> Chiudi sessione.
Individuare i seguenti tasti sulla tastiera: Option, Command (⌘), P, e R. Dovranno essere premuti contemporaneamente fra poco.
Accendere il Mac.
Premere immediatamente e tenere premuti i tasti Opzione-Comando-PR. È necessario premere la combinazione di tasti prima che appaia la schermata grigia.
Continuare a tenere premuti i tasti fino a quando il Mac si riavvia, e si sente il suono di avvio per la seconda volta.
Rilasciare i tasti.
Dopo il ripristino PRAM del computer, potrebbe essere necessario aggiornare il volume degli altoparlanti, risoluzione dello schermo, e le preferenze del disco di avvio. Se anche questo dovesse fallire, bisogna considerare invece una nuova installazione. Infine, la più risolutiva delle soluzioni: tornare a Mavericks.
Con Microsoft Skydrive si può accedere in qualsiasi momento ai propri file su Windows 8. In poche parole su questa applicazione personale potrete caricare in ogni momento i vostri file e ritrovarli, quando siete connessi alla rete.
Usare Skydrive su Windows 8
Dal menu Start aprite l’applicazione Skydrive. Una volta aperto vi apparirà una schermata: sulla sinistra trovate l’elenco delle vostre cartelle, mentre sulla destra una anteprima dei file all’interno di ciascuna cartella.
SkyDrive per windows 8: la schermata iniziale
Per copiare i file dal computer a Skydrive cliccate su Carica e cercate i file che desiderate salvare sull’applicazione. Una volta cliccato su Carica apparirà il menu per selezionare i file. Scegliete la cartella entro cui ci sono i file; per fare un passo indietro cliccate sulla freccia. Ritornate indietro fino al limite, quando vi compariranno le cartelle Librerie, Homegroups, le cartelle Utente e Computer. Da qui potrete muovervi a cercare le cartelle. Una volta trovata, cliccate e troverete tutti i file.
Skydrive per Windows8: la schermata di upload file
Selezionare i file. Scegliete i file per l’upload. Se cambiate idea su un file, basterà cliccarci ancora per toglierlo dalla lista di upload. Infatti ogni volta che cliccate su un file, Skydrive lo inserirà nella lista upload, mostrandolo in basso. Potete continuare la ricerca e la selezione in altre cartelle; Skydrive aggiornerà automaticamente la lista.
Cliccare su Aggiungi. Una volta cliccato, Skydrive inizierà l’upload. La velocità di upload è alta per i documenti, ma contenuti digitali come musica o foto possono impiegare più tempo.
La famiglia di TV Panasonic Smart Viera, uscita per la prima volta sul mercato nel 2014, costituisce un netto passo in avanti rispetto alle precedenti generazioni di Smart TV prodotte dalla casa giapponese. Un balzo qualitativo reso possibile anche da alcune caratteristiche di nuova introduzione come Tv Anywhere, che permette di accedere ai contenuti del TV da ogni parte del mondo.
Panasonic Smart Viera: Design e caratteristiche
Ad una prima, distratta occhiata poco o nulla sembrerebbe essere stato cambiato a livello di interfaccia grafica, basata sulla rivoluzionaria My Home Screen. Prendendo in mano il telecomando e premendo il tasto Home, ci si trova davanti alle familiari schermate personalizzabili Panasonic con la possibilità di impostare una serie di profili per ogni singolo componente della famiglia, con relative schermate personali.
Alcuni Panasonic Smart Viera presentano una fotocamera incorporata nella cornice, con un sistema di riconoscimento facciale che consente al televisore di impostare automaticamente il profilo associato all’utente. In alternativa, il microfono incorporato è in grado di riconoscere le voci dei singoli utenti e di visualizzare a schermo le relative schermate personalizzate.
Panasonic Smart Viera, ecco l’interfaccia grafica.
Dando una rapida occhiata ai titoli della schermata iniziale, è facile accorgersi di come tante nuove funzioni e caratteristiche siano state aggiunte in questa versione del Panasonic Smart Viera. Tra le principali spicca MyStream, un aggregatore grafico di contenuti on-demand provenienti da fonti diverse come Youtube e file multimediali presenti su dispositivi mobili.
Sebbene in un primo momento MyStream non brilli per ricchezza di contenuti, consentendogli di monitorare i gusti e le abitudini personali dell’utente si riempirà ben presto di nuove, interessanti proposte multimediali. Una tecnologia che, sebbene già sfruttata dalla concorrenza, fa di questo TV Panasonic uno dei migliori compagni per l’intrattenimento e il tempo libero.
Altra novità è rappresentata da Freetime, un’autentica guida multimediale che mostra all’utente la programmazione dei diversi canali e informazioni dettagliate su tutte le trasmissioni, oltre a garantire l’accesso a una serie di contenuti on demand forniti dalle emittenti stesse.
Con MyStream l’intrattenimento dello Smart TV Viera raggiunge livelli al Top.
Migliorato rispetto al passato il comparto delle App, dove tuttavia si registrano ancora diverse pecche e mancanze (come l’assenza di Amazon Instant), sebbene l’ampia offerta di Freetime aiuti a supplire e a non far sentire particolarmente la mancanza di servizi aggiuntivi. Una caratteristica innovativa è invece rappresentata dalla funzione TV Anywhere, capace di trasformare il proprio Panasonic Smart Viera in un autentico server video internazionale. In questo modo, attraverso un qualsiasi computer, tablet o smartphone connesso alla Rete, è possibile accedere in diretta allo streaming delle trasmissioni televisive (o a quelle registrate dal TV su chiavette e Hard disk) da qualunque parte del pianeta, scavalcando quei “paletti” dovuti ai diritti televisivi che a volte non consentono lo streaming di un canale da un Paese all’altro.
Il tutto senza violare alcuna legge, dal momento che il servizio si configura come un normale accesso ad uno streaming privato della propria TV (ammesso che si disponga di una connessione sufficientemente veloce per visualizzarlo)
Le app del Panasonic Smart Viera, sebbene non numerose, funzionano a dovere.
Altra grande novità è la funzione Info Bar, capace di rivelare attraverso la fotocamera la presenza di una persona e di “risvegliare” il TV dallo stato di standby per visualizzare a schermo determinate informazioni come previsioni meteo, orologio e feed provenienti da MyStream.
Una funzione che potrebbe apparire indigesta ad alcuni utenti, dal momento che attivandola la Smart Viera resta sempre vigile monitorando con il suo “occhio” tutto ciò che accade nella stanza. Nessuna paura però: la funzione Info Bar può essere disattivata, garantendo maggiore privacy e consumi energetici minori. Il lavoro svolto dai tecnici Panasonic risulta nel complesso notevole e permette all’utente un’ampia personalizzazione dei contenuti e delle schermate.
Le numerose funzionalità offerte dalla Info Bar del Panasonic Smart Viera.
Panasonic Smart Viera: guida alle impostazioni migliori
Come sempre Panasonic rappresenta un esempio di semplicità quando si tratta di guidare i propri utenti alla scoperta di un prodotto nuovo e complesso. Durante l’installazione iniziale l’utente è guidato da un tutorial passo-passo con spiegazioni e consigli per ottenere una corretta impostazione di tutte le caratteristiche del nuovo Smart Viera. Al punto da mettere a disposizione un vero e proprio tutorial parlato per illustrate le potenzialità dell’interfaccia My Home, talmente ben realizzato da meritare qualche minuto per la completa visione.
Ecco la schermata Home personalizzabile del Panasonic Smart Viera
Apprezzata anche l’introduzione, nella barra superiore del My Home Screen, di alcuni collegamenti alla guida, per evitare di “perdersi” nelle impostazioni e ottenere subito risposta a tutte le possibili domande. Ulteriore punto di forza è l’impressionante connettività del Panasonic Smart Viera con smartphone e tablet.
Usati insieme, i dispositivi mobili potenziano l’esperienza multimediale abilitando funzionalità extra: grazie a Viera TV Remote app, per esempio, è possibile visualizzare le trasmissioni su un device all’interno di un’altra stanza della casa, oppure condividere contenuti e flussi video da dispositivo mobile a TV, o viceversa.
Panasonic Smart Viera: le prestazioni
Considerati i passi in avanti compiuti rispetto al passato, le performance attuali dei Panasonic Smart Viera appaiono sorprendentemente elevate. Il caricamento dei menù è praticamente istantaneo (con l’accezione dei contenuti Freetime, dove a volte si registrano leggeri lag e ritardi nello scroll, ma non tali da risultare frustranti). Dopo alcuni giorni di test è facile accorgersi di come tutte le caratteristiche, da quelle nuove a quelle già presenti nei passati modelli Panasonic, risultino utilizzaili al 100%, senza crash o ritardi. Un risultato sorprendente, data la complessità dei menù e delle funzionalità introdotte.
Prestazioni eccellenti e grande fluidità per i modelli Panasonic Smart Viera.
Caratteristiche aggiuntive
Analogamente a quanto fatto da altre case produttrici, Panasonic ha dotato gli Smart TV Viera di fascia alta di un doppio telecomando: accanto al primo, “standard”, capace di soddisfare le più comuni necessità dell’utente, se ne trova un secondo di “nuova generazione” adatto per gestire le funzionalità avanzate degli Smart TV moderni e delle relative interfacce grafiche.
Cuore di questo telecomando “smart” è un touchpad circolare che domina la parte mediana, consentendo all’utente di guidare il cursore sul TV come avviene sullo schermo di un normale computer. Da registrare, purtroppo, la scarsa sensibilità della parte touch e la pressione eccessiva che bisogna esercitare sulla sua superficie per ottenere un click. Opinabile, infine, la scelta di adottare un touchpad circolare per comandare un cursore all’interno di una superficie rettangolare.
Per chi fosse alla ricerca di un sistema di controllo più intuitivo e affidabile, è sempre possibile ricorrere a Viera TV Remote App per controllare attraverso smartphone o tablet lo smart TV Viera.
Il nuovo telecomando del Panasonic Smart Viera.
Conclusioni
Panasonic Smart Viera offre una ricca serie di funzionalità e caratteristiche che possono facilmente influenzare la decisione di acquisto di un nuovo televisore. L’introduzione di Freetime e dei suoi contenuti on-demand contribuisce a rafforzare la simpatia dei nuovi clienti durante questa delicata e cruciale fase di scelta.
L’efficacia e l’immediatezza della navigazione, insieme alle nuove e funzionali caratteristiche, collocano la gamma Viera nella fascia alta del mercato con un prodotto ricco di pregi e dai pochi difetti.
Spesso e volentieri, una volta acquistato un nuovo televisore, ci si chiede quale siano le impostazioni migliori per far risaltare le immagini, in pratica: come regolare lo schermo TV? La gestione della luminosità, del contrasto e di tutte le impostazioni presenti nei menù consentono una grande personalizzazione, ma quali sono i trucchi per regolare al meglio lo schermo di un tv?
Come regolare lo schermo TV. La guida completa
La calibrazione perfetta richiede un equipaggiamento specifico, esperienza e conoscenza tecnica. Un buon risultato può comunque essere ottenuto anche da un principiante, grazie a questa guida su come regolare al meglio lo schermo della tv.
Come regolare lo schermo della TV? Orientarsi fra le impostazioni
Lo scopo della calibrazione
“Calibrare” significa in poche parole ottimizzare la qualità delle immagini che scorrono sullo schermo. Si tratta ormai una necessità, dal momento che tutte le case produttrici tendono a “pompare” la resa cromatica dei loro televisori, aumentando la temperatura del colore, agendo sulla gamma e sulla luminosità al fine di farli sembrare più vivaci all’interno dei negozi, facendoli spiccare tra i tv concorrenti. Per queste ragioni, la prima operazione da fare sarà quella di resettare le impostazioni ai settaggi standard.
Come regolare al meglio lo schermo della tv
Selezionare la modalità “film” Questa modalità è solitamente raggiungibile dal menù “immagine” del televisore, anche se alcuni modelli potrebbero avere un tasto dedicato sul telecomando per passare velocemente da una modalità all’altra. La modalità “film” risulta essere in molti casi la migliore, grazie a colori più reali e una corretta impostazione della gamma.
Inoltre, questa modalità riduce notevolmente gli artifici creati da molti tv con la cosiddetta “nitidezza artificiale”, con valori di luminosità adatti a stanze buie o poco illuminate. In questo caso, all’occorrenza, sarà sufficiente agire sui controlli manuali della luminosità per compensare questo aspetto in caso di visione del tv in pieno giorno o in stanze con molta luce.
Ridurre il contrasto Molte tv escono dalla fabbrica con livelli di luminosità molto elevati, un fattore che non contribuisce ad aumentare la qualità delle immagini aumentando invece il consumo energetico del televisore. Ridurre la luminosità a livelli più naturali evita quel fastidioso effetto di immagini che “bucano” lo schermo, rendendole più reali e regalando in ultima analisi un deciso risparmio sulla bolletta energetica.
Su alcuni modelli di tv è possibile attivare un sensore in grado di regolare autonomamente la luminosità dello schermo in funzione di quella ambientale: un’impostazione utile se si vuole evitare di dover continuamente agire sui tasti del telecomando o direttamente sul menù immagine.
Per regolare lo schermo TV la modalità Film rappresenta la soluzione ideale.
Disattivare il contrasto dinamico Funzioni come “contrasto dinamico, riduzione del rumore, nitidezza avanzata” e simili vanno disattivate se si desidera puntare alla qualità delle immagini.
La ragione è presto detta: si tratta di funzioni introdotte per compensare la bassa qualità dei segnali tv tradizionali, del tutto inutili quando si visualizza un video in alta risoluzione o un canale in full HD. Sui televisori più moderni e su quelli con 100/120 Hz questi settaggi possono creare immagini dall’aspetto artificiale.
Cambiare la temperatura del colore Con questo parametro è possibile calibrare la tonalità delle immagini, che risulteranno più calde (rosse) a valori di temperatura inferiori e più fredde (blu) a valori superiori. Un aspetto che si può facilmente verificare guardando fuori dalla finestra: in una giornata soleggiata i colori appaiono caldi, in una nevosa tutto è virato sulle note fredde del blu.
Attualmente il 99% dei televisori viene venduto con temperature del colore troppo elevate, con il risultato di immagini troppo fredde. Uno stratagemma visivo che serve più che altro a vendere i prodotti in negozio ma che male si adatta a una visione da salotto del tv, dove solitamente viene individuata come “ideale” una temperatura colore di 6500 Kelvin. Per questa ragione è consigliabile cambiare questo valore dalle impostazioni del televisore, impostando una tonalità calda per l’immagine.
Sebbene a volte potrebbe essere utile impostare la tonalità dei colori sul valore “normale” o “default”, quasi sempre è sconsigliabile impostare la temperatura colore su valori freddi, che risultano troppo lontani dallo standard di 6500 Kelvin (da notare, a questo proposito, che quasi sempre le modalità “film” presentano automaticamente tonalità calde per i colori).
Spyder TV HD, un valido alleato per regolare lo schermo TV
Ricorrere a strumenti professionali I consigli sin qui forniti si possono comodamente attuare senza alcuna conoscenza tecnica particolare e senza alcuno strumento specifico. Tuttavia, per chi fosse alla ricerca della calibrazione perfetta è possibile ricorrere a diversi strumenti, come un disco di calibrazione (come DVE HD Basics Essential) capace di fornire tutti i suggerimenti e i consigli per ottenere una resa cromatica perfetta.
In alternativa, è possibile ricorrere a un calibratore di immagine come Spyder TV. Questo dispositivo risulta utile in particolar modo per ottimizzare i tv ad alta definizione, rendendo più gradevole la visione dei filmati e dei canali trasmessi in HD.
Al giorno d’oggi con una spesa di circa 200€ si possono acquistare ottime stampanti con tutte le funzionalità necessarie. La stampante Canon Pixma MP560 è sicuramente tra queste e può diventare un’alleata per la stampa grazie alle tante funzionalità, come per esempio quella di separare le pagine di un documento per poterle scansionare una ad una.
Recensione CANON PIXMA MP560: Design e funzionalità
Il vassoio anteriore estraibile della Canon Pixma MP560
La Canon Pixma MP560 è, nelle dimensioni e nella forma, del tutto simile ai modelli più vecchi. Il colore nero e argento salta subito agli occhi e la stampante non occupa tanto spazio: 45x35x15cm. Bisogna però tenere conto del cassetto della fuoriuscita delle stampe, estraibile: in questo caso bisogna aggiungere circa 10cm. A tale prezzo, inoltre, non ci si aspetta un design di questo tipo, ma Canon ha dimostrato di essere attenta anche allo stile.
Il display superiore è la prova di un’attenzione particolare al design. Un bellissimo schermo LCD a colori da cui è possibile controllare tutte le funzionalità e le impostazioni; per navigare all’interno dei menu con facilità è installata la Canon’s Easy Scroll Wheel.
Il display LCD a colori con tutte le funzionalità per la stampa
Vicino al display si trova un piccolo sportello per accedere al lettore di memory card, tra cui Memory Stick, xD, SD, MMC e microSD. C’è anche un PictBridge, compatibile con USB per stampare direttamente dal supporto.
La stampante ha due vassoi da cui escono le stampe: il primo, frontale, il secondo posteriore, per le stampe più piccole. Inoltre è possibile la stampa fronte-retro per risparmiare e, allo stesso tempo, fare bene all’ambiente.
La stampante si puà collegare ad un PC tramite la USB 2.0 o tramite la wireless, installata già dentro il dispositivo. Non è disponibile, invece, un collegamento Ethernet (per questa funzionalità è meglio selezionare il modello Lexmark Impact S305).
Impostare il collegamento wireless è molto semplice, grazie al sofware su CD da inserire nel PC. Basterà inserire le opzioni del router e la stampante si occuperà del resto. Ci vorrà meno di un minuto.
Lo scanner miusra 21x27cm e si trova appena sopra le cartucce di inchiostro. Le cartucce sono 5: ciano, magenta, giallo, nero e un nero speciale per le foto.
Facendo un breve calcolo e utilizzando i prezzi esposti sul sito Canon, il costo di una stampa è di circa 3 centesimi (4 centesimi per il pigmento di nero adatto alle foto). Un prezzo giusto per il budget speso per la stampante.
Le funzionalità di copiatura sono quelle che ci si aspetta di trovare: si possono allargare le dimensioni fino al 400% dell’originale, o, semplicemente, adattare le dimensioni del documento al foglio di stampa. Si può copiare fronte-retro, eliminare i margini, duplicare esattamente, ritagliare parte di documenti e fare collage di foto.
Lo scanner è funzionale, con opzioni di salvataggio che inviano il file direttamente al PC, lo trasformano in allegato ad una mail, in PDF o semplicemente lo aprono con un’applicazione. Si possono scegliere formati come TIFF, JPEG o PDF, e lo scanner riesce a leggere anche film o negativi. Le dimensioni supportate sono 21x27cm.
L’interno della stampante Canon Pixma MP560
Abbiamo paragonato la Canon con altre quattro stampanti sullo stesso prezzo. Il risultato non è stato deludente, ma nemmeno sorprendente. Abbiamo sottoposto la stampante a 4 test: una presentazione, una foto, pagine di testo e una grafica a colori.
I documenti stampati dalla MP560 non sono usciti tutti alla perfezione: la pagina di testo non ha riscontrato particolari problemi, ma la foto, la presentazione e la grafica hanno riscontrato piccole imperfezioni di stampa. Siamo rimasti un po’ sorpresi da questo risultato, dal momento che Canon ci ha abituati ad avere sempre prodotti perfetti.
Una recensione sull’Acer Aspire Switch 11 non può non riassumere le caratteristiche di questo compagno digitale come un ibrido al confine tra tablet e laptop. Lo schermo, infatti, si aggancia con un magnete alla tastiera e può assumere quattro diverse posizioni. Al costo di circa 440€, l’Aspire 11 si candida ad essere un perfetto strumento per studenti con budget mirato oppure per consumatori che cercano qualcosa di versatile per navigare quotidianamente.
Il design invece non è il massimo dell’eleganza, quindi non fa al caso vostro se avete pretese di questo tipo. Andiamo a scoprire insieme tutte le caratteristiche di questa gradevole proposta Acer.
Recensione Acer Aspire Switch 11 – Design
Recensione Acer Aspire Switch 11, il design e le porte disponibili
L’Aspire 11 non è bello come un laptop o come un tablet; risiede in un limbo tra un aspetto normale e la bruttezza. In poche parole, si tratta di una piccola scatola grigia con un profilo sottile e curve poco eleganti. Il colore grigio con effetto graffiato sul retro risparmia l’ansia dei primi graffi su una superficie liscia e nuova, ma difficilmente lo rende un bell’oggetto.
L’intero pezzo pesa 1,46kg, ma sembra molto più pesante quando sollevate lo schermo, dal momento che è sbilanciato. Vi renderete conto di questo quando spingerete lo schermo all’indietro per tutta la possibilità di movimento: esso sbilancerà il vostro Acer e lo farà cadere all’indietro. Questo è un problema che affligge tutti questi ibridi tra laptop e portatili, ma è giusto farne menzione ogni volta.
Con la tastiera applicata misura 298×205,4x25mm, mentre il solo tablet è spesso 10.6mm e pesa 760 grammi. Per farvi un’idea, l’iPad Air 2 è spesso 6,1mm e pesa 437 grammi.
Costruito per essere tenuto in mano, lo Switch 11 è comodo da usare, ma diventa difficoltoso nel trasporto per lunghi tempi. Qui entra in gioco una novità di design: Acer Snap Hinge. Permette di trasformare il laptop in 4 modelli diversi a seconda di come lo posizionate: notebook (portatile tradizionale), Pad (tastiera ribaltata dietro il display; utilizzo come tablet), Display (lo schermo è posizionato lontano dalla tastiera; Tenda (forma a V rovesciata con tastiera e display).
Le prime due non hanno bisogno di spiegazioni. La modalità Display è utile quando volete usare l’Acer come tablet ma non volete tenerlo in mano; la modalità Tenda risponde alle stesse esigenze, ma può essere utilizzata anche in spazi angusti, quando non potete spostare in giro lo schermo.
Cambiare modalità di fruizione è molto semplice e l’attacco magnetico produce un suono netto, stabilendo la riuscita del cambiamento.
Il numero di porte disponibili non è un’offerta generosa. Il tablet dispone di uno slot microSD, una porta micro USB 2.0, una porta mini HDMI e i principali collegamenti sul lato destro, mentre il lato sinistro ospita il collegamento al caricatore, il jack per le cuffie, il tasto Windows e controllo volume. Sul lato inferiore c’è una porta per il collegmamento al dock. La parte base, invece, ha una sola porta USB 2.0 e basta; un altro spazio per una SD sarebbe stato utile.
Acer Aspire Switch 11 – Schermo e suoni
Recensione Acer Aspire Switch 11, casse e schermo
Lo schermo di 11,6 pollici misura 1366×768 ed è protetto da Gorilla Glass 3, tipico prodotto degli ibridi. Non sarà certamente il più nitido degli schermi, ma ha una buona fruibilità e, considerando il prezzo, è uno schermo buono.
La qualità delle immagini è buona, il contrasto è decente, con il livello di neri particolarmente buono, anche se la differenza si vede nei colori più accesi e luminosi. La visione laterale non è delle migliori, ma fino a 3 persone possono guardare allo schermo senza che l’immagine perda qualità. I colori non sono trattati alla perfezione, ma sono molto vividi, il che è un bene per guardare film o la televisione.
Il tono della recensione sull’Acer Aspire Switch 11 deve farsi nuovamente serio: la debolezza principale è la luminosità. Dovrebbero esserci due tacche superiori nelle impostazioni della luminosità: l’utilizzo in esterna, infatti, darà notevoli problemi. Acer dichiara di aver utilizzato la tecnologia Zero Air Gap per eliminare i riflessi, ma a prove effettuate non è molto credibile.
Sotto lo schermo si trovano due casse, ma non sono un segno distintivo del prodotto. Il suono riprodotto manca di potenza e viene facilmente sovrapposto dai rumori intorno.
Acer Aspire Switch 11 – Tastiera e Trackpad
Recensione Acer Aspire Switch 11, tastiera
La tastiera offre una scrittura veloce, ma i tasti sono troppo piccoli. Un esempio è il tasto Invio, ridotto a tal punto che è facilissimo premere # al posto di creare un nuovo paragrafo.
Anche il trackpad non offre un’esperienza comoda. Il tocco più soffice riproduce un suono fastidioso e, mentre non ci sono problemi per cliccare, scorrere le pagine è un’impresa. Meglio utilizzare il touch screen.
La gestione del trackpad è confusionaria: premendo al centro si ottiene il menu a tendina del tasto destro del mouse; a questo punto, però, per avere un clic normale, dovrete premere sull’estrema sinistra del trackpad. Anche la parte superiore del trackpad implica un clic “sinistro” del mouse: questo rende il tutto ancora più confusionario.
Acer Aspire Switch 11 – Performance
A dar potenza è un processore quad-core Intel Atom Z3745 (1.33 GHz), associato a una RAM di 2GB. Con questo prezzo non si possono ottenere certamente prestazioni più elevate per sfidare il mercato. Sono prestazioni, infatti, per un uso quotidiano senza pretese.
L’avviamento è velocissimo: ci vuole poco meno di un minuto per arrivare alla schermata desktop dopo averlo acceso. Anche dopo ore di utilizzo con massiccio uso di programmi e potenzialità, la velocità rimane uguale. Switch non ha però una ventola, quindi vi accompagnerà quel suono familiare: un ronzio continuo.
Ci sarà un po’ di lag solo nel caso in cui decidete di lasciarlo acceso per tempi lunghissimi: le lettere digitate tarderanno a comparire a schermo.
Acer Aspire Switch 11 – Batteria
In un test in cui viene simulato l’utilizzo di web browser, riproduzioni video in background e tutti i processi, l’Acer ha resistito per 7 ore e 27 minuti: un risultato eccellente considerando che monta una singola pila a tre celle al Litio. Anche con l’utilizzo delle massime impostazioni dello schermo non ha subito crolli di batteria.
Con 10 tab aperte su Chrome (una delle quali riproduceva al massimo volume un video di Youtube), lo schermo a luminosità massima e Skype aperto l’Acer è sceso al 5% di batteria dopo 7 ore. Non solo ha retto bene, ma il tempo di resistenza è ottimo.
Il lato negativo si ha con la carica: troppo lenta. Mettere in carica per 30 minuti serve a raggiungere circa il 14%, cioè un utilizzo di circa un’ora.
Considerazioni finali
Si può prendere in considerazione questo prodotto se non avete molto budget da spendere. Inoltre ha molti aspetti positivi: la capacità di operare su più funzioni (tv, browsing, video…), la durata di batteria, la possibilità di 4 posizioni differenti. Ci sono però anche molti contro: la potenza del processore, lo schermo e le casse. Il design, inoltre, non è per nulla accattivante.Quello che però convince è il prezzo: vale la pena provarlo.
Al giorno d’oggi è possibile lavorare sui contenuti video su qualsiasi device, dai Pc per il video editing fino agli smartphone. È indubbio, però, che a livello professionale ci si debba dotare di strumenti adeguati. Oggi la tecnologia video ha raggiunto i 4k (ultra HD) ed è necessario avere un computer che possa gestire i processi e i dati così pesanti. Un computer non adatto rischierebbe di bloccarsi spesso, cancellando magari ore di lavoro.
Nel caso in cui si dovesse lavorare su un video di un minuto, allora basterà, per esempio, utilizzare l’iPad. Ma se il lavoro si dovesse trasformare in un video di 60-90 bisognerà procurarsi uno strumento idoneo.
Il primo passo è quello di scegliere il software di editing video. Con Final Cut Pro X, la scelta ricade sui Mac; conSony Vegas Pro, allora PC. Gli elementi da tenere a mente quando si sta per comprare un computer per questo tipo di lavoro sono: potenza, capacità di memoria, dimensioni schermo. Ecco alcune scelte possibili per iniziare a cercare il vostro prodotto definitivo.
I migliori PC Desktop per il video editing
MAC PRO
Mac Pro. Indubbiamente il migliore PC per il video editing, anche se è molto costoso
I computer Mac sono lo standard per la produzione video. Il nuovo Mac Pro è il giusto prodotto in questo caso. Il piccolo cilindro nero ha dentro di sé un processore quad-Core (o 6-Core) Intel Xeon E5, una scheda grafica AMD Fire Pro e la memoria flash integrata. Il costo parte da 3.000€ circa (escuso il monitor): certo non è economico, ma per fare un ottimo lavoro è sicuramente la scelta giusta.
Purtroppo non ha tanto spazio di memoria interno, per cui servirà spendere altri soldi per hard drive esterni. Ma grazie alla connessione Thunderbolt non ci sarà alcuna differenza tra memoria interna ed esterna.
Sono incluse 4 porte USB, 6 porte Thunderbolts, 2 porte ethernet e una HDMI.
iMAC
iMac: uno dei migliori PC per il video editing ma ad un costo non troppo elevato
L’iMac è una buona scelta per risparmiare sul budget. L’ultimo modello ha un processore 3.2GHz Intecl Core i5, 8GB di RAM, 1 TB di hard drive e scheda grafica NVIDIA GeForce.
Si consiglia di portare la RAM da 8 a 16 Giga, per migliorare le prestazioni dell’editor video.
La differenza tra iMac e Mac Pro è che il secondo ha tempi di rendering più veloci, quindi se siete pagati per ore di lavoro o avete tempi di consegna molto ristretti, è meglio puntare al MacPro. Per quanto riguarda l’iMac, bisogna considerare che il monitor è già incluso.
Per Mac esistono diversi software di video editing: Final Cut Pro X, Avi Media Composer o Adobe Premiere Pro sono solo alcuni di questi.
HEWLETT-PACKARD Z1 G2
Hewlett Packard Z1 G2. Uno dei migliori PC per il video editing, basato su sistema Windows
Se preferite lavorare su Windows, allora questa è la scelta migliore. Stabilità e velocità sono le caratteristiche principali; inoltre, grazie al “service mode” potrete girare lo schermo facilmente per accedere alle parti interne del computer. In questo modo sarà più facile aggiungere dischi di memoria, RAM o schede grafiche.
Il computer ha un processore Intel Xeon E3-1280 v3 Dual Core. Leggendo alcune recensioni in giro per il web, molto utenti dicono di trovarsi molto bene sul video editing (in HD) anche facendo girare più programmi alla volta.
Per una migliore performance, scegliete il modello con il processore Intel Xeon e 16 GB di RAM.
I Laptop per il video editing
In genere i laptop non sono la soluzione migliore a lungo termine. Solitamente infatti si paga di più per avere meno e le dimensioni dello schermo sono inferiori. Può essere una soluzione però per chi viaggia.
MAC BOOK PRO
Mac Book Pro: Tra i migliori PC per il video editing questo è sicuramente il migliore nel settore portatile
Con un Mac non si sbaglia mai, perché pensati per gestire contenuti multimediali. Avendo a disposizione un buon budget, scegliete lo schermo da 15 pollici con Retina Display. Questo modello gira con scheda grafica NVIDIA GeForce GT che aumenta la velocità del rendering.
DELL PRECISION M2800
Dell Precision M2800: un altro ottimo PC per il video editing portatile, basato su Windows
Da parte Windows provate questo modello. Con un costo abbordabile, il laptop DELL (15,6 pollici) è una scelta valida per le modifiche ai vostri video. Potete scegliere tra processore Intel Core i5 o i7, fino a 16 Giga di RAM e 1 TB di memoria interna. Collegandolo a più schermi potrete avere anche una postazione desktop per portare avanti il vostro lavoro.
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