29 Dicembre 2025
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Telecom Tuttofibra: internet/chiamate illimitate? non proprio

Fibra ottica senza limiti e chiamate Voip illimitate verso fissi e cellulari: ecco il cuore della nuova offerta Tutto Fibra Telecom Italia dedicata a quei clienti che vogliono navigare e chiamare senza vincoli orari o sorprese in bolletta telefonica.

L’offerta, proposta al prezzo base di 44,90 € mensili (con la possibilità di usufruire di sconti e promozioni a seconda dei diversi periodi dell’anno), include chiamate illimitate a 0 € senza scatto alla risposta verso tutti i telefoni fissi e cellulari nazionali, internet illimitato con velocità fino a 30 Mega in download e 3 Mega in upload, modem Fibra incluso nell’abbonamento e dulcis in fundo 300 SMS al mese inclusi dalla webmail verso tutti i telefonini.

I servizi, se rapportati al prezzo del pacchetto e alle tante promozioni consultabili sul sito dedicato a TuttoFibra, evidenziano una proposta economicamente allettante specialmente per quei clienti che desiderano aumentare la velocità e le prestazioni della navigazione passando alla fibra ottica. Ma attenzione: prima di aderire al servizio è sempre bene prestare particolare attenzione ai classici asterischi che contraddistinguono le diciture “chiamate illimitate”.

Chiamate “illimitate” solo sulla carta: occhio a non sforare le soglie giornaliere e mensili

tuttofibra4Partiamo da un semplice presupposto: se vi state già pregustando il passaggio a Tutto Fibra per trascorrere ogni giorno ore e ore al telefono con i vostri cari o i vostri amici, presumibilmente questa offerta non fa per voi.

Nelle condizioni contrattuali Telecom Italia precisa che il traffico voce nazionale verso i numeri di rete fissa e i cellulari è sì illimitato, ma anche soggetto a “condizioni di uso lecito e corretto” da parte dell’utente. Cosa significa? In pratica Telecom presume che l’utente tipo, una volta attivata l’offerta, non debba comunque sforare determinate soglie per il traffico voce pari a:

  • Traffico giornaliero uscente (chiamate effettuate) non superiore a 300 minuti (5 ore);
  • Traffico mensile uscente non superiore a 1.500 minuti (25 ore).

In questi casi, un’ora di chiamata al giorno per 30 giorni è sufficiente a far sforare l’utente dalle soglie previste. Sempre da contratto, il superamento di almeno uno di questi parametri costituisce “presunzione di utilizzo dell’offerta per esigenze diverse dalla comunicazione interpersonale”.

In questo modo Telecom Italia si riserva la facoltà di effettuare le opportune verifiche e adottare le necessarie misure, riservandosi la facoltà di rivedere il contratto e di “sospendere l’applicazione delle condizioni tariffarie specifiche e pretendendo il pagamento dell’intero consumo di traffico effettuato, che verrà valorizzato secondo le condizioni economiche dell’Offerta di base di Telecom Italia o di altra offerta tariffaria con prezzi delle telefonate verso cellulari nazionali a consumo, oppure di risolvere il contratto relativo al servizio telefonico di base e/o del servizio ADSL“.

Tecnologia Tuttofibra: la velocità effettiva dipende da molti fattori

La connessione in fibra proposta dal contratto si basa sulla tecnologia FTTC: sostanzialmente, la fibra ottica non viene servita al cliente sotto casa ma all’armadio di distribuzione o alla centrale più vicina. Lo spazio fisico tra questa e l’abitazione del cliente viene coperta con i classici cavi telefonici, su una distanza solitamente uguale o inferiore ai 300 metri, con possibili perdite di velocità rispetto a quella nominale indicata dal contratto.

Tutto Fibra riporta infatti tra le condizioni “l’effettiva velocità di navigazione in Internet dipende da molteplici e variabili fattori tecnici, quali la distanza della rete d’accesso che separa la sede del cliente dalla centrale cui è attestata la linea telefonica, il livello di congestione della rete Internet, i server dei siti web cui il Cliente si collega e le caratteristiche del modem e del computer utilizzati”.

Nonostante il valore comunque elevato della velocità minima garantita (21 Mbps in download e 1,2 Mbps in upload), caratteristiche tecniche ed effettiva copertura devono essere comunque verificate prima di procedere alla sottoscrizione di un nuovo contratto, verificando che sussistano le condizioni per garantire una velocità adeguata.

Telefono VOIP

Tutto Fibra non offre all’utente una linea telefonica tradizionale, optando per la tecnologia Voip: in questo modo le conversazioni vengono effettuate attraverso la connessione internet, collegando tutti gli apparecchi telefonici della casa direttamente al modem. Questa procedura offre due inconvenienti:

  • Per chiamare, il modem deve necessariamente essere acceso, funzionante e connesso alla linea;
  • Tutti i telefoni devono essere collegati fisicamente al modem. Per continuare a utilizzare le prese domestiche, è necessario richiedere a Telecom l’uscita – a pagamento – di un tecnico per l’adeguamento dell’impianto.

In caso di interruzione della linea in fibra ottica, oltre alla navigazione anche il servizio di chiamate Voip risulterà inutilizzabile.

Servizi aggiuntivi
Facile Mini Duo:  coppia di telefoni cordless, forniti al costo standard di 59,90 € (oppure a solo 1 € nel caso in cui si riesca ad approfittare di una delle tante promo offerte da Telecom);
TIMvision con decoder: TV on demand di Telecom Italia, fornita in prova gratuita per i primi 6 mesi. Dopo i primi 6 mesi il cliente paga 14,90€/mese, in caso di recesso nei primi 6 mesi paga 59 € per gli sconti fruiti, in caso di recesso dopo il 7° mese è tenuto solo alla restituzione del decoder.

Costi di attivazione/disattivazione
– Contributo attivazione Linea Fibra: 99 € (gratis se sottoscritto durante una promo);
– Vincolo contrattuale: 24 mesi;
– Costo di disattivazione: 99 €;
– Costo di recesso anticipato del contratto: 96,80 € (per ADSL e linea telefonica)

Opinioni degli utenti:

PRO: Rapidità in fase di attivazione, assistenza clienti precisa e puntuale, velocità nell’allacciare la linea e nel fornire i dispositivi, condizioni contrattuali chiare e senza cattive sorprese.

CONTRO: Velocità di navigazione più bassa del livello minimo garantito (specialmente negli orari di maggior affollamento della linea), stabilità della connessione, bassa potenza dell’antenna WiFi integrata nel modem Fibra, modem a volte instabile e soggetto a blocchi improvvisi che ne richiedono il riavvio.

Conclusioni
Per il suo rapporto qualità/prezzo, Tutto Fibra di Telecom Italia rappresenta una buona soluzione per chi si affaccia per la prima volta sul mondo della fibra ottica e desidera navigare con velocità maggiori di una normale linea Adsl. Per il passaggio alla nuova tariffa, occorre però tener ben presenti le limitazioni sulle soglie delle chiamate in uscita, i vincoli legati alla telefonia Voip e i problemi di velocità sulla Linea Fibra segnalati da molti utenti sulla Rete.

Prima di procedere alla sottoscrizione di un nuovo contratto, è sempre bene informarsi sulla reale copertura della propria abitazione e sulla distanza effettiva da questa all’armadio di distribuzione Telecom più vicino (distanze comprese fra i 200 e i 300 metri potrebbero comportare rallentamenti).

Android. Risparmiare batteria e aumentare la durata

Risparmiare la batteria di un dispositivo Android e aumentarne la durata: un tema sempreverde che riguarda trasversalmente i possessori di Samsung, HTC, Huawei o NGM, e qualunque altro produttore che abbia deciso di appoggiarsi al robottino di Google per il suo sistema operativo. Vediamo insieme alcuni trucchi che permettono di risparmiare la batteria, senza privarsi della potenza offerta dai moderni smartphone.

Usate solo batterie originali

Il più elementare dei consigli, ma seguito da meno persone di quelle che dovrebbero. Per risparmiare denaro, molti utenti comprano batterie non originali, addirittura senza marca: in realtà si scaricano molto più velocemente e durano di meno, per cui vale il detto “chi più spende, meno spende” perchè una buona pila, oltre a garantirvi una migliore esperienza di uso, alla fine, vi conviene.

Risparmiare batteriaRiducete il tempo di spegnimento dello schermo

Molti utenti impostano lo spegnimento automatico dello schermo dopo parecchi minuti, temendo che il display gli si spenga in mano. In realtà finchè viene eseguito un tocco, il conto alla rovescia non parte.

E inoltre un utente medio sblocca lo smartphone circa 40 volte al giorno ma lo rimette in tasca ancora acceso: se impostiamo lo spegnimento dopo un minuto, il dispositivo rimane 40 minuti acceso. Con una opzione a 15 secondi, solo 10 minuti.

Disattivate la brillantezza automatica dello schermo

Nella barra delle notifiche, possiamo rapidamente raggiungere l’opzione che regola la luminosità dello schermo. In teoria, potremmo lasciar decidere al nostro smartphone come regolare la brillantezza, grazie ad un sensore che gli permette di capire la luce ambientale che lo avvolge, e che lo porta a regolarsi di conseguenza. Peccato, che nella grande maggioranza dei casi, lo smartphone si regoli per una luce ben più forte di quella che serve. Disattiviamo l’opzione, certi di eseguire una delle azioni più decisive per il risparmio batteria.

Usate sfondi scuri

Può sembrare un dettaglio, ma gli sfondi chiari consumano veramente molto più di quello che potremmo pensare, specie se abbiamo schermi AMOLED come quasi tutti i Samsung. Scegliamo uno sfondo, un’immagine o un launcher che tenda allo scuro, ed evitiamo di scegliere soluzioni animate, preferendo quelle statiche, e potremo risparmiare anche 10% di batteria al giorno.

Togliere la vibrazioneTogliete la vibrazione

Sfatiamo un falso mito. Appena acquistato, lo smartphone Android è impostato di solito per vibrare al tocco e alle chiamate, e noi crediamo che in questo modo risparmiamo batteria. E invece, oltre al fatto che può essere fastidioso sentire continuamente la vibrazione ogni volta che premiamo un tasto, lo smartphone usa molta più energia per vibrare che per riprodurre la suoneria. A meno che non siate costretti a farlo, mettete una musica tonante, ma disattivate la vibrazione.

Imparate ad utilizzare la modalità blocco

La modalità blocco permette di disattivare in un momento solo il Wi-Fi, la vibrazione e il trasferimento dati. Imparate ad utilizzarlo quando sapete che per un certo periodo di tempo potrete fare a meno dello smartphone, e che questo vi servirà solamente per ricevere le chiamate. Risparmierete intere ore di utilizzo della batteria, arrivando a salvarne anche il 30% al giorno.

Disattivate GPS, NFC, Bluetooh e usate il Wi-Fi intelligente

Tre tecnologie, una per il tracciamento satellitare e le altre due per lo scambio di dati con dispositivi nelle vicinanze, che se non vengono utilizzate nel momento, possono essere decisamente spente, risparmiando sulla batteria. Anche il Wi-Fi può essere ottimizzato: la cosa migliore sarebbe quella di spegnere anch’esso quando lo smartphone non è in attività, ma in alternativa potete scegliere nelle impostazioni di tenerlo acceso durante la modalità riposo del telefono. In questo modo eviterà di riconnettersi ad ogni sblocco del dispositivo, risparmiando parecchia autonomia.

Disattivate controlli e funzioni avanzate

Sono certamente belli ed accattivanti, ma non indispensabili: i controlli avanzati come quelli gestuali, quelli che fanno scorrere la pagina web all’abbassarsi degli occhi, o che riconoscono suoni e rumori, consumano veramente molta batteria. A meno che non ne facciate un uso intensivo, o se la batteria scende sotto il 30%, disattivateli in attesa di avere di nuovo la pila al 100%.

Notifiche nella schermata di bloccoVisualizzate le notifiche lasciando lo schermo bloccato

Ci sono delle ottime suite, come Dynamic Notificationsche permettono di visualizzare le notifiche di tutte le piattaforme a cui siamo iscritti, dalle mail ai social, attraverso la schermata di blocco, senza bisogno quindi di doverla disattivare tutte le volte. Questo eviterà uno sforzo all’interfaccia utente in grado di portare ad un risparmio fino al 10% di batteria, specie se avete uno schermo AMOLED.

Tenete le applicazioni aggiornate…

Il problema della durata della batteria è veramente molto sentito fra gli utenti. Per questo moltissime applicazioni si aggiornano con il passare del tempo, proprio per ottimizzare il consumo della pila: tenetele aggiornate per poter godere dei miglioramenti che gli sviluppatori pensano per voi. Dal lato opposto, cercate di cancellare le applicazioni che non usate da almeno 15 giorni, perchè molto spesso utilizzano dati in background di cui voi non vi accorgete, ma che pesano significativamente sull’autonomia del dispositivo.

…ma fatelo manualmente

Altrettanto importante: l’update automatico di applicazioni e widget fa in modo che tutte le volte che si apra un applicativo, questo si colleghi silenziosamente con i server dello sviluppatore alla ricerca di eventuali aggiornamenti di cui proporre l’installazione. Comodo ma decisamente dispendioso, specie per app ultrapopolari come quella di Gmail, YouTube o del meteo: nelle impostazioni di ogni applicazione, selezionate l’opzione per l’aggiornamento manuale ed eseguitelo voi in tempi prestabiliti.

Disattivate la sincronizzazione automatica dei social e del profilo Google

Consuma un’enormità di batteria: si tratta della modalità per cui il profilo di Google e tutte le sue piattaforme di sincronizzano ad intervalli regolari con i vari dispositivi. In media il motore di ricerca è programmato per eseguire un aggiornamento ogni 15 minuti: decisamente esagerato, se vogliamo salvare la nostra povera batteria. Scegliamo di togliere questa opzione, e di eseguire la sincronizzazione manualmente quando ci serve. Ci toglierà solo pochi secondi, ma ci farà risparmiare tantissima batteria.

Discorso simile per i social, specie Twitter e Google Plus, che mangiano molta batteria. Impostate l’aggiornamento dei tweet manuale e non automatico, per aumentare enormemente l’autonomia.

Controllate il segnale

Se vi trovate in un luogo con poco segnale, una galleria, uno studio di registrazione o un luogo sotterraneo, noterete che la barretta della connessione telefonica si abbassa: in quel momento lo smartphone inizia a lavorare e a consumare tantissima batteria per cercare di rimanere reperibile e pronto a ricevere telefonate. Ovviamente non potete cambiare luogo, ma mettete la modalità aereo per risparmiare fatica alla vostra pila, per poi ritornare alla normalità appena tornerete in un luogo ricettivo.

Tenete fresco lo smartphone

Le batterie funzionano meglio al fresco: quindi se infilate il dispositivo nella tasca quando andate a correre, o state sotto il sole cocente, non solo dovreste proteggere lo smartphone dalla fusione dei circuiti ma anche dagli ioni di litio, il materiale di cui sono composte le moderne pile, che con il calore perdono di intensità e si scaricano più facilmente.

Mettere in sicurezza e in privato un profilo Twitter

Quando ci si prepara a pubblicare un contenuto su Twitter, esiste un concetto da tener sempre ben presente: nulla di quello che si posterà rimarrà privato. Foto, testi, tag, video sono destinati al pubblico dominio, condivisi con tutto il mondo. Fatta questa prima, fondamentale considerazione esistono tuttavia una serie di precauzioni e buone abitudini affinché tutto il materiale twittato possa essere circoscritto a un pubblico limitato, come una cerchia di amici stretti o di familiari, escludendo gli sguardi curiosi dei colleghi o peggio ancora dei datori di lavoro.

Twitter e privacy: attenzione soprattutto ai dispositivi mobili

Mettere in sicurezza il login

Avete deciso di crearvi una nuova identità sulla piattaforma del micro-blogging per cinguettare tutto il giorno con i vostri follower? Prima di farlo, è bene interrogarsi sulle principali misure di sicurezza per realizzare un account a prova di intrusi:

Scegliere una password complessa

Si tratta di una precauzione fondamentale e, purtroppo, spesso ignorata dagli utenti. La password dovrà avere una lunghezza superiore agli 8 caratteri (ancor meglio 10), dovrà includere caratteri speciali (lettere maiuscole e minuscole, numeri, segni di punteggiatura o simboli), dovrà essere esclusiva (non utilizzata su altri account o indirizzi mail di proprietà dell’utente) e non dovrà essere associabile a nomi personali o elementi facilmente indovinabili della propria vita (nomi di familiari, animali domestici, numeri di telefono, compleanni, indirizzi, ecc…).

Attivare l’autenticazione a due fattori

Oltre alla password, per incrementare la sicurezza è indispensabile dotarsi di una seconda credenziale di accesso. Come prima alternativa, Twitter dà la possibilità all’utente di associare il proprio account a un numero di cellulare: ad ogni accesso il sistema inoltrerà al numero impostato nel proprio account un SMS contenente un codice di sicurezza sempre diverso, da inserire accanto alla password per finalizzare il login.

In alternativa, è possibile associare un dispositivo Android o iOS all’account Twitter. A ogni tentativo di accesso, la piattaforma invierà una notifica push direttamente al dispositivo registrato: confermandola, l’utente avrà modo di provare la propria identità e sbloccare la procedura di login. Se l’account è già attivo, raggiungete le ImpostazioniSicurezza e Privacy e visualizzerete l’opzione Verifica di accesso: permette di abilitare l’autenticazione a due fattori (mediante SMS o notifiche push sui dispositivi registrati).

Come fare un Tweet sicuro

Ora che siamo entrati nel nostro account, iniziamo la nostra vita pubblica sul popolare social network: il primo passo da compiere consiste nel gestire correttamente i tweet che postiamo.

Clicchiamo sull’icona con l’ingranaggio situata sulla parte superiore destra della home e selezionare Impostazioni. Dal menù laterale, cliccando su Sicurezza e Privacy, si potranno visualizzare alcuni settaggi:

  • Posizione dei Tweet: attivando l’opzione, Twitter utilizza la connessione Gps del dispositivo mobile per geolocalizzare i messaggi inviati dagli utenti, mostrandone la posizione geografica. Disattiviamo questa funzione.
  • Reperibilità: consente di essere trovati dagli altri utenti attraverso l’indirizzo e-mail fornito in sede di registrazione account. Togliamo anche questa possibilità, viene grandemente utilizzata dagli spammer per l’invio di messaggi fastidiosi.
  • Tag nelle foto: permette all’intera community Twitter o soltanto ai follower di taggare il proprio account nelle foto. In alternativa, è sempre possibile disabilitare i tag in modo da non comparire all’interno di alcuna immagine.

Particolare cautela va prestata anche ai link generati con i cosiddetti riduttori di URL, particolarmente utilizzati su Twitter per la loro capacità di abbreviare indirizzi molto lunghi e relegarli in pochi caratteri (per rimanere nei canonici 140 a disposizione per ogni Tweet). Alcuni browser come Internet Explorer e Firefox dispongono di plugin appositi che visualizzano l’indirizzo esteso senza bisogno di aprirlo, dando modo all’utente di controllarne l’origine.

Durante la vita del vostro account Twitter fate poi attenzione alle applicazioni che chiedono i dati di accesso al proprio account: sulla Rete esistono molte applicazioni di terze parti (non riconducibili direttamente a Twitter Inc) che richiedono i dati del nostro account per funzionare. Prima di fornire qualsiasi dato, è sempre bene spendere qualche decina di minuti e fare una ricerca dettagliata sulla Rete dell’applicazione cui ci accingiamo a fornire le credenziali. Portali specializzati e community molto spesso riportano informazioni preziose per non cadere in pericolose truffe.

Dalle impostazioni utente è possivile consultare la scheda Sicurezza e Privacy

Bloccare e segnalare un utente

Se invece volete bloccare definitivamente qualcuno, potete farlo semplicemente: basta visualizzare il suo profilo, fare clic sul menù a discesa poco prima della sua foto, e selezionare Blocca. Da questo momento l’utente non può seguire il vostro account twitter (se era un follower viene disiscritto automaticamente), non potrà aggiungervi alle liste di utenti che segue, non visualizzerà l’immagine del vostro profilo e se vi dovesse menzionare in un tweet l’azione non vi viene segnalata.

Ricordate che all’utente non viene spedita alcuna notifica, ma questo può accorgersi ugualmente del vostro blocco in quanto non risulta più un vostro follower. Quello che scrivete sulla vostra timeline inoltre rimarrà visibile anche a quella persona, specie se si scollega dal suo account.  Se volete evitare anche questo, tornate nelle Impostazioni – Sicurezza e attivate l’opzione Privacy dei Tweet. Abilitando questa funzione, il profilo passa da pubblico a privato: così facendo soltanto le persone autorizzate potranno visualizzare i propri Tweet. I motori di ricerca, inoltre, non registreranno i contenuti e non li mostreranno nei risultati. L’opzione non si applica ai Tweet inviati in passato, che continueranno a rimanere visibili al pubblico.

Nel caso in cui alla fine della procedura desideriate segnalare l’utente e il suo comportamento, potete denunciarlo ai gestori della piattaforma. Sempre sul profilo della persona, scegliete Segnalazione di una violazione per avvisare di comportamenti inadeguati (insulti, razzismo o blasfemia per esempio), attraverso il modulo apposito che vi comparirà.

Bloccare la pubblicità

A volte invece i fastidi sono di natura pubblicitaria, magari attraverso il normale circuito di advertising di Twitter. Sempre da Impostazioni – Sicurezza e Privacy raggiungiamo l’opzione Sponsorizzazioni: togliendo la spunta alla casella, si impedisce ai partner pubblicitari di Twitter di proporre contenuti pubblicitari in linea con i propri interessi, le informazioni personali condivise sul profilo o le pagine web visitate di recente. Una pubblicità targettizzata in base alle nostre abitudini personali.

Se invece ci imbattiamo nello spam da parte di un account apposito potete dapprima bloccarlo come spiegato precedentemente  e poi ripetere la stessa procedura di segnalazione degli utenti sopra descritta, scegliendo però l’opzione Segnala Spam. Potrete inviare una rapida spiegazione dell’accaduto al team di sicurezza.

In caso di furto dell’account

Quando si notano stranezze, contenuti sconosciuti o comportamenti inattesi del proprio profilo, è sempre bene reimpostare immediatamente la password del profilo e, per sicurezza, anche quella dell’indirizzo mail collegato. In questo modo a chiunque si trovi in possesso delle nostre credenziali verranno impediti nuovi accessi all’account.

Quando invece un account risulta compromesso e non si ha più modo di accedervi, è indispensabile richiedere immediatamente una nuova password utilizzando l’apposito modulo. In alternativa è possibile inviare una richiesta di supporto scegliendo come oggetto “utenza violata o danneggiata” e fornendo l’indirizzo mail associato all’utenza Twitter compromessa, oltre al nome utente e all’ultima data in cui si è riusciti ad accedere al profilo. Via mail, verranno comunicate dal team di Twitter le azioni di compiere per riappropriarsi dell’account sottratto.

Garanzia smartphone Italia o Europa: regole e differenze

Quando navighiamo in uno shop online alla ricerca di uno smartphone da acquistare, siamo ormai abituati a trovarci di fronte a tre diverse tipologie di telefono: Garanzia Italia, Garanzia Europa e brandizzati. Che cosa cambia? Perché scegliere uno o l’altro? I prodotti con Garanzia Europa possono costare anche molto meno, ma sono affidabili? Se si acquista un brandizzato, cosa cambia rispetto al no brand? E soprattutto: quale conviene acquistare? A quest’ultima domanda non c’è in realtà una risposta univoca, dipende dalle esigenze e dalle priorità dell’acquirente. In questa guida, segnaliamo le differenze tra i tre tipi di telefono per aiutarvi nella scelta.

Garanzia smartphone Italia, Europa o Brand: la prima cosa che cambia è il prodotto

Leggendo il termine garanzia si può pensare a una differenza che riguardi esclusivamente l’assistenza data al nostro prodotto in caso di guasto, mentre in realtà  è prima di tutto una vera e propria differenza di prodotto.

Il prodotto con Garanzia Italia è stato realizzato per il mercato italiano. Avrà la lingua italiana di default e i manuali sempre nella nostra lingua. Con un prodotto a Garanzia Italia è possibile usufruire di promozioni, sconti, applicazioni, regali, suite che il produttore offre su territorio nazionale. Si è, insomma, seguiti dal produttore anche da un punto di vista commerciale.

Il prodotto con Garanzia Europa è un prodotto di importazione. Costa meno e la differenza può essere tanta, ma non si è seguiti da un punto di vista commerciale. Questo significa che non è possibile usufruire di nessuna promozione, applicazione specifica, regali, sconti, iniziative con punti fedeltà che il produttore può decidere di fare nel tempo. In questo momento, ad esempio, acquistando un Samsung Galaxy 4 si ha in regalo Gear 2 Neo, ma l’offerta non vale per l’acquisto di un Galaxy di importazione.

Inoltre, quando si acquista un prodotto con Garanzia Europa, spesso la consegna ha tempi più lunghi rispetto a quella dei prodotti italiani. Diversa anche la documentazione: i manuali correlati ai prodotti con Garanzia Europa sono multilingua, ma potrebbe non esserci l’italiano.

Brandizzato significa che il dispositivo è personalizzato dalla compagnia telefonica. Le differenze a volte sono minime, come ad esempio i link diretti a siti e servizi dell’operatore e una diversa grafica di alcuni elementi, altre volte possono coinvolgere firmware e modem. Questo significa che non è consigliabile utilizzarli con le schede di altri operatori telefonici o che potrebbero anche non funzionare. Inoltre, c’è la possibilità che gli smartphone brandizzati non ricevano gli aggiornamenti del produttore nelle stesse modalità di quelli no brand.

Durata garanzia

La Garanzia: 24 mesi sono un tuo diritto

Chiarita la differenza di prodotto, a quanto ammonta la Garanzia, ovvero il periodo per il quale hai diritto alla riparazione? Alcune regole sono comuni: quando facciamo un acquisto, è sempre sottoposto per legge a due tipi di garanzia:

  • La garanzia del venditore o legale: è la garanzia del negoziante da cui abbiamo acquistato il nostro nuovo device. Una norma europea impone che debba durare almeno 24 mesi, in qualsiasi posto dell’UE sia acquistato, e obbliga l’esercente a ritirare il nostro apparecchio in caso di problemi e a restituircelo riparato. Questa garanzia vale allo stesso modo per tutti e tre le tipologie di telefono: italiani, importati e brandizzati.
    Nota: il limite minimo della garanzia del venditore è 24 mesi solo se si acquista lo smartphone o il tablet come persona fisica, quindi con scontrino. Se acquistiamo invece un device con fattura, la durata della garanzia obbligatoria diminuisce a 12 mesi.
  • La garanzia del produttore o commerciale (chiamata anche convenzionale): è la garanzia della casa di produzione del nostro apparecchio, ha durata variabile e può essere inferiore ai 24 mesi. Si aggiunge a quella del venditore e ci permette di portare il nostro dispositivo danneggiato presso i centri di assistenza convenzionati con il marchio. In questo caso, si può andare anche senza scontrino del venditore, sapendo però che l’anno di garanzia sarà calcolato dal momento della produzione – rilevabile dai codici del telefono – e non dal giorno dell’acquisto.

L’assistenza: tempi e modalità con la Garanzia Italia

Quando acquistiamo un prodotto italiano, in caso di problemi possiamo quindi rivolgerci al nostro venditore per 24 mesi oppure a un centro assistenza della casa di produzione per il tempo definito dalla garanzia commerciale. In quest’ultimo caso, per tutti i marchi il prodotto può essere consegnato in qualsiasi centro assistenza e i tempi minimi di riparazione sono molto simili, dai 7 ai 10 giorni, mentre quelli massimi dipendono dal tipo di guasto e dall’eventuale centro esterno in cui è necessario mandare lo smartphone per la riparazione.

Periodo assistenza

Periodo dell’assistenza del produttore, così come altre variabili, possono variare da casa a casa e sono sempre consultabili nelle condizioni di Garanzia, che si trovano all’interno della scatola facilmente o sono rintracciabili sul sito dei produttori. Ecco un elenco alla condizioni di garanzia pubblicate sui siti web di alcuni tra i brand più noti:

L’assistenza con Garanzia Europa: le differenze tra i produttori

Le differenze nascono quando si parla di Garanzia Europa e riguardano in particolare il dove rivolgersi per la riparazione. Alcuni shop online permettono di inviarli a loro, in quanto venditori, ma a livello di tempistiche o di costi di spedizione potrebbe non convenire e la soluzione migliore diventa affidarsi alla garanzia commerciale, consegnando il proprio device a un centro di assistenza della casa di produzione.

Ma come si comportano alcuni dei più grandi marchi per con i prodotti importati, per quanto riguarda l’assistenza per un prodotto Europa? Per capirlo, abbiamo provato a contattare direttamente i centri assistenza. A tutti abbiamo posto tre domande precise:

  • In caso di guasti, dove si porta il prodotto?
  • Quanto tempo durano le riparazioni?
  • Devo pagare qualcosa?

Ecco cosa ci hanno risposto:

HTC

  • E’ necessario portare il telefono in modo autonomo, mentre per quelli italiani è previsto il ritiro con corriere.
  • 15-20 giorni
  • Sì, le eventuali spese di spedizione del prodotto a un centro assistenza.

SAMSUNG

  • In Italia esiste un unico centro che si occupa dei device a garanzia Europa: APE COM srl, Via Manin, 14, 20871 Vimercate (MB) – Tel. 0862/577153. La maggior parte dei centri assistenza non ritira il nostro prodotto, ma sul sito della sede www.sstservice.it si trova un elenco dei centri raccolta, che si occupano di spedire alla sede anche i prodotti importati.
  • Circa un mese.
  • Nessun costo aggiuntivo.

HUAWEI

  • C’è un solo centro assistenza per i prodotti importati e si trova a Milano. E’ però possibile lasciare il proprio dispositivo al più vicino centro raccolta tra i 271 sparsi sul territorio.
  • Nessuna differenza sulle tempistiche rispetto alla Garanzia Italia, purché il modello sia commercializzato anche in Italia. In caso contrario, non viene effettuata nessuna assistenza.
  • Non ci sono costi aggiuntivi.

NOKIA

  • E’ necessario portare in modo autonomo il proprio device a riparare. Tutti i centri li ritirano e trattano nello stesso modo Garanzia Italia ed Europa, a patto che i modelli siano venduti anche in Italia.
  • 7 giorni se sono in grado di ripararlo in sede, 15-20 giorni se devono spedirlo a un centro specializzato. Può succedere se ci sono delle variazioni, ad esempio di firmware, rispetto ai modelli italiani.
  • Nessun costo aggiuntivo.

APPLE

Diversi centri assistenza convenzionati con Apple non hanno saputo cosa dire riguardo la Garanzia Europa e hanno rimandato all’assistenza clienti Apple (tel. 199 120 800).  Anche in questo caso,  il concetto di Garanzia Europa non è praticamente contemplato e la risposta è stata che tutti prodotti Apple godono della stessa garanzia. Stando a queste parole, se ne deduce:

  • Ritiro a casa o è possibile lasciare il dispositivo in qualsiasi centro assistenza.
  • Circa una settimana.
  • Nessun costo aggiuntivo.

BLACKBERRY

  • Si tratta di un caso particolare. L’assistenza ci fa sapere che è il rivenditore del proprio gestore telefonico ad occuparsi della raccolta e del reindirizzamento presso i centri raccolta competenti.
  • Le variabili di tempo devono essere definite con il proprio operatore.
  • Anche eventuali costi aggiuntivi devono essere chiariti con il proprio operatore.

Se state pensando di acquistare un prodotto con Garanzia Europa, per avere chiarimenti su quello che ci sarà da fare in caso di guasto contattate sempre un centro assistenza prima dell’acquisto. Non è infatti scontato che tutti i brand trattino i prodotti importati e, in questo caso, per avvalersi della garanzia commerciale non resta altra strada che spedire il telefono nei centri assistenza del Paese di importazione.

iPhone iOS7: risparmiare batteria e aumentare la durata

Esiste una strana regola per cui la batteria di uno smartphone è carica quando non ci serve, e prossima allo zero nei momenti in cui ne abbiamo il maggior bisogno. Per tutti i possessori di iPhone tuttavia, esistono veramente tanti trucchi per allungare la vita delle nostre pile. Vediamo tutti gli stratagemmi migliori, aggiornati all’ultima versione iOS 7.

Attiva la luminosità automatica

L’iPhone è dotato di un sensore che aggiusta la luminosità dello schermo a seconda delle condizioni ambientali in cui ci si trova, sia per risparmiare la batteria che per vedere più chiaramente gli oggetti sul display. Attiva l’opzione e riuscirai a salvare almeno il 5% di batteria ogni giorno. L’opzione è in ImpostazioniLuminosità e sfondo – Luminosità automatica ON

Disattiva il Background Motion

E’ una delle funzioni più lussuose, ed è il Background Motion: è una sottigliezza, ma se provi a muovere l’iPhone e a fissare le icone delle app rispetto all’immagine di sfondo, le vedrai oscillare leggermente, come se si trovassero su piani differenti, si chiama effetto di parallasse. Molto bello, ma come tutti gli effetti visivi consuma batteria, e per qualcosa che non è di così vitale importanza. Raggiungi Impostazioni – Generali – Accessibilità – Reduce Motion – e posiziona lo slider su ON per disattivare l’opzione.

iphone5s display

Disabilita gli sfondi dinamici

Un’altra funzione introdotta in iOS 7 sono gli sfondi animati che si muovono al di sotto delle icone delle applicazioni. Offrono certamente un effetto gradevole alla vista, ma alcune possono consumare veramente molta molta batteria. Raggiungi nel menù l’opzione Wallpaper e sfondi e disabilita la voce Sfondi Dinamici.

Spegni il Bluetooth

Se non stai utilizzando un auricolare o qualsiasi gadget Bluetooth, disabilita questa funzione. In realtà l’iPhone è programmato per cercare continuamente dei terminali a cui collegarsi, ed è sempre disposto ad accettare dati in entrata: un lavoro di sottofondo che alla lunga riduce la durata della batteria anche del 10%. Raggiungi le Impostazioni – Bluetooth e metti lo slider su OFF

Dosa il 3G/4G

L’iPhone mette a disposizione le più veloci connessioni, come il 3G e addirittura il 4G LTE, ma questi protocolli, se da un lato offrono più velocità di navigazione e maggiore qualità delle chiamate, dall’altro richiedono ovviamente tanta batteria per funzionare. Nel caso in cui non dobbiate visualizzare video ad alta definizione o eseguire download importanti, potete sacrificare un minimo di velocità in favore della batteria. Potete raggiungere Impostazioni – Generali – Cellulare – e posizionare la slide di LTE su OFF per disattivare l’opzione.

Usa il Wi-Fi solo quando necessario

Non solo nel momento in cui si naviga, ma anche in background, decine di applicazioni utilizzano la connessione internet WiFi per rimanere aggiornate. Questo implica un continuo traffico di dati, specie quando una nuova rete viene visualizzata e l’iPhone cerca di capire se può connettersi oppure no. Per questo prendete l’abitudine di abilitare il WiFi poco prima di usarlo e poi spegnerlo, e risparmierete una montagna di batteria. Per farlo basta andare su Impostazioni – WiFi e settare su OFF

Iphone GPSDisattiva il GPS

Un consiglio veramente azzeccato: il GPS integrato nell’iPhone non fa altro che comunicare in continuazione la nostra posizione, in modo da aggiornare tutti i servizi locali a nostra disposizione.

Ma a meno che non abbiamo bisogno reale e immediato di utilizzare il tracciamento della nostra posizione, disabilitare il GPS farà risparmiare quasi il 15% della batteria ogni giorno. Tra l’altro, questo eviterà il continuo controllo della posizione da parte delle applicazioni, facendo un favore anche alla vostra privacy. Si trova in Impostazioni – Privacy – Servizi per la posizione – OFF

Blocca l’aggiornamento intelligente delle App

Ci sono veramente molte applicazioni di iOS 7 che cercano di semplificarti la vita. Una funzione è legata alla funzione di aggiornamento in background delle App: si tratta di una opzione per cui l’iPhone capisce gli applicativi usati più spesso, l’ora del giorno in cui vengono aperti, in modo da aggiornarli automaticamente in tempo per la prossima volta in cui l’app verrà aperta.

Ad esempio, se apriamo il meteo alle 8 del mattino, la funzione aggiorna il tutto entro quell’ora del giorno successivo. Si tratta di una soluzione molto intelligente, ma che consuma batteria, e poi una controllata alla sostanza degli aggiornamenti prima di installarli non fa male. Per disabilitare la funzione vai in Impostazioni – Generale – Aggiornamento in Background delle App – e deseleziona la funzione del tutto o per applicazioni specifiche.

Disabilita il controllo continuo dei messaggi

L’iPhone, specie nella sua applicazione iMessage ma anche con tutti i client di posta elettronica e instant messaging, controlla in continuazione la presenza di nuovi messaggi per notificarteli quanto prima. Ma questo consuma veramente molta batteria, e può ridurre la durata anche della metà. Se disattivi questo tipo di verifica, risparmierai una marea di autonomia, e potrai comunque verificare la presenza di novità quando accederai direttamente al profilo di posta o social network. Vai in Impostazioni – Mail, Contatti, Calendario – Scarica nuovi Dati – OFF

iPhone 5c BluImposta lo spegnimento automatico

Puoi dare disposizioni all’iPhone perchè spenga lo schermo e vada in modalità riposo (riceverai comunque chiamate e messaggi) quando non lo utilizzi per un determinato periodo di tempo. Prova ad impostare la funzione Auto-Lock ogni 2 o 3 minuti di inutilizzo. Per farlo vai in Impostazioni – Generali – Autolock – Preferenze

Spegni l’equalizzatore

L’applicazione iPod e la playlist di musica dell’iPhone sono dotate di equalizzatore, uno strumento in grado di aggiustare i suoni, aumentare i bassi e livellare gli acuti. Ma tutte queste operazioni vengono fatte mentre la musica è in riproduzione e consumano molta batteria. Se non ricerchi una qualità di ascolto da vecchio CD, puoi disabilitare questa funzione in favore di una maggiore durata della pila. Vai in Impostazioni – Musica – EQ  – OFF

Riduci al minimo le attività più faticose per l’iPhone

Se hai poca batteria e fai partire un bel video in alta definizione, non puoi lamentarti che l’iPhone ti si spenga in mano. Per questo quando ti trovi quasi a secco, evita di eseguire applicazioni di videogiochi, vedere filmati, e navigare su siti lenti a caricarsi. E se proprio vuoi andare su YouTube, almeno clicca in alto a destra e disattiva l’opzione HD, oppure salva le clip nella categoria “Da vedere successivamente”.

Acquista delle batterie di ultradurata

Tutti i consigli che ti abbiamo dato aumenteranno di molto la durata della tua batteria, ma se ancora ti trovi nei pasticci, puoi anche acquistare delle batterie compatibili con l’iPhone con una durata straordinaria rispetto alla media: l’importante è che non acquisti prodotti usati, non garantiti o che non siano conformi ai regolamenti europei. Rivolgiti ai prodotti di marche conosciute come Mophie Kensington.

Facebook, privacy e sicurezza: consigli ed errori da evitare

Privacy e sicurezza su FacebookLa maggior parte di noi passa molte ore al giorno su Facebook, pubblicando più o meno consapevolmente informazioni sulla propria vita privata, sul proprio lavoro, sui propri parenti e amici. Spesso lo si fa senza curarsi del problema della privacy, probabilmente perché non è un problema così sentito da indurci a pensare di prendere provvedimenti per salvaguardare le nostre informazioni personali. Forse pensiamo di non avere nulla che agli altri possa  interessare scoprire per danneggiarci o non siamo molto consapevoli di dove le nostre informazioni andranno a finire.

Il problema, spesso preso quindi sottogramba, in realtà esiste e si verifica nel momento in cui, quando pubblichiamo qualcosa online, rischia di finire nelle mani di qualsiasi malintenzionato. Potrebbe capitare a causa di falle dei servizi web a cui siamo iscritti o di attacchi hacker, una minaccia molto più presente di quanto si possa immaginare, se non seguiamo attivamente le news del settore. Al contrario di quello che si può credere, piattaforme di ampia notorietà e grande uso, proprio come Facebook, non sono immuni da questi rischi, anzi. Facebook registra diversi casi di pubblicazione di dati degli utenti senza consenso, a causa si bug di sistema.

Aldilà di questi pericoli, non si è al sicuro nemmeno quando sulla piattaforma tutto funziona come dovrebbe, perché è la stessa natura del mezzo a renderci vulnerabili. E’ facile impostare diverse nostre informazioni come “pubbliche”, rendendole così accessibili a chiunque ed incorrendo in grandi pericoli.

Un’infografica ci ricorda che i nostri dati, scoperti attraverso brecce nel sistema o semplicemente perché siamo noi a non tenerli gelosamente custoditi, possono essere rubati e usati per furto d’identità, o magari anche “solo” per farci perdere il lavoro (basta pensare a una foto di noi in clima di festa, magari poco gradita a chi in quel momento sta valutando la nostra candidatura).
Alcuni dati piuttosto impressionanti, relativi al rischio che corriamo quando condividiamo informazioni personali su Facebook:

  • 600 mila account compromessi ogni giorno
  • 1 utente su 4 a cui sono stati rubati i dati è diventato vittima di furto di identità
  • il 55% dei teen-ager rilascia i propri dati a sconosciuti
  • sono in aumento i furti in casa effettuati studiando le informazioni lasciate dai proprietari sui social media

Come conservare  i nostri dati al sicuro? Nell’infografica troviamo alcuni suggerimenti di base, da tenere sempre presenti prima di premere il pulsante Pubblica o di inserire nostre informazioni personali nelle impostazioni di Facebook.

facebook - statistiche furto identitàFACEBOOK: COSE DA FARE E DA NON FARE PER TENERE AL SICURO LE PROPRIE INFORMAZIONI

1. Controlla che i dati sensibili associati al tuo profilo, come numero di telefono, indirizzo mail, carriera professionale, luogo di residenza siano visibili soltanto ai tuoi amici.

2. Dividi i contatti in diverse liste, ad esempio: famiglia, amici più stretti, amici, colleghi… Facebook ti propone alcune liste di default, ma puoi aggiungere tutti i gruppi che vuoi. Queste liste di amici ti permettono di fare vedere i tuoi post a cerchie ben definite di persone. E’ possibile scegliendone uno predefinito, così come modificare di volta in volta il pubblico che vedrà il nostro post attraverso il menu a tendina posto vicino al pulsante Pubblica.

3. Controlla i post già pubblicati ed elimina eventuali informazioni troppo personali. Per farsi un’idea delle informazioni che a volte diventano pubbliche e che possono metterci a rischio, si può dare un’occhiata a questo sito in inglese: WeKnowWhatAreYouDoing

4. Disattiva la geolocalizzazione, soprattutto se stai navigando da mobile. Ogni device permette di selezionare le app che possono accedere alla nostra posizione dalle proprie impostazioni.

5. Cambia password almeno una volta al mese, e prova a non ripetere mai la stessa password.

6. Non usare altrove la password di Facebook e utilizza sempre password differenti per i siti web a cui ti iscrivi. Memorizzarle tutte può diventare un’impresa difficile, ma oggi esistono servizi come LastPass che possono memorizzarle per noi.

7. Controlla le impostazioni della privacy sulle singole foto che pubblichi e che hai già pubblicato, sugli album e sulle foto profilo.

8. Non utilizzarre connessioni Wi-Fi non protette o insicure, quando ti connetti a internet. Se succede, subito dopo modifica la password di Facebook e della mail associata al tuo profilo.

9. Non permettere agli amici che ti tagghino nelle fotografie senza il tuo consenso. Nelle impostazioni del tuo profilo, puoi scegliere di verificare tutti i post in cui sei taggato prima che siano pubblicati automaticamente sulla tua bacheca. Inoltre, per sapere quando si parla di te pubblicamente online, puoi usare strumenti come Google Alert e Social Mention.

Privacy dei teenagers su Facebook10. Non ignorare gli avvisi di modifica del regolamento sulla privacy che Facebook ti invia.

11. Non usare Klout o servizi social simili, perché spesso la loro interfaccia non permette di capire in modo chiaro chi può o meno vedere i tuoi contenuti

12. Non pubblicare post in cui dichiari di essere fuori casa per un lungo periodo di tempo. In America alcune assicurazioni, se riescono a provare che si è postato sui social media il fatto di essere fuori casa per un certo periodo, stanno cominciando a non dare rimborsi in caso di furto in casa

13. Non pubblicare mai l’intero indirizzo di casa. Anche se lavori da casa, scegli una casella postale da segnalare per farti recapitare la posta.

14. Non pubblicare foto dei tuoi figli, ma se proprio devi non li identificare e non li taggare

15. Non postare foto dei tuoi amici o di qualcun altro che fa cose sconvenienti.

16. Non pubblicare informazioni che riguardano la tua azienda o potrebbe essere causa di licenziamento

17. Non accettare richieste di amicizia da persone che non conosci, soprattutto se nel loro profilo hanno pochi amici.

18. Non utilizzare password semplici, ma mescola lettere maiuscole e minuscole, caratteri speciali e numeri o, se preferisci qualcosa di meno complesso, unisci insieme più parole che tra loro non hanno un senso compiuto. E’ importante fare attenzione alla sicurezza della password soprattutto per i siti della banca o che regolano le nostre transazioni finanziarie.

19. A queste regole, si aggiungono alcuni consigli per tutelare l’uso di facebook da parte dei minori. Semplici, ma importanti:

  • Se non sono ancora su Facebook, comincia al più presto a dare indicazioni su come utilizzare il mezzo e preparati a spiegar loro tutto a tempo debito
  • Dai delle regole d’uso
  • Discuti apertamente con loro dei rischi che una mancata privacy dei propri dati può portare
  • Prima che si iscrivano a un gruppo, chiedi loro di sottoporlo alla tua attenzione
  • Controlla i post prima che li pubblichino, e spiega loro se stanno per mostrare dati troppo personali, in quanto potrebbero non rendersene conto
  • Diventate “amici” su Facebook… ma senza interferire con commenti imbarazzanti sui loro post!

Come ripristinare o formattare Windows 8 e 8.1 (salvando i file)

Il vostro PC con Windows 8 o 8.1 inizia a fare i capricci? Rallentamenti e blocchi sono all’ordine del giorno? Nessun problema: tra le novità apportate alla versione 8, Windows offre ai suoi utenti la nuova funzione di ripristino, particolarmente utile per riportare il sistema operativo ai parametri di fabbrica mantenendo documenti e App installate dallo store Microsoft. Una soluzione “soft” che potrebbe rivelarsi sufficiente in molti casi, senza dover necessariamente ricorrere alla formattazione del computer.

Reinizializzare Windows 8 e 8.1 conservando documenti e applicazioni

La nuova funzione di ripristino è stata introdotta dai tecnici di Redmond per riportare il sistema operativo alle impostazioni di fabbrica, mantenendo inalterata la cartella documenti e le sole App scaricate dal Windows Store (con relative impostazioni). Tutto il resto verrà cancellato, in modo da poter correggere eventuali problemi al sistema.

Per reinizializzare Windows 8 è sufficiente seguire questi semplici passaggi:

  • Dalla schermata Start cercare la voce Reinizializza;
  • Cliccare Impostazioni dalla barra laterale, quindi Reinizializza il Pc (visibili sull’estremità sinistra dello schermo);
  • Continuare con la procedura guidata fino a quando il sistema non verrà riavviato automaticamente. A quel punto il PC caricherà una schermata di aggiornamento del sistema con una percentuale di completamento. Esaurita quest’ultima fase, Windows 8 tornerà esattamente come uscito dalla scatola: al termine della presentazione di benvenuto, sul desktop apparirà un riepilogo di tutte le applicazioni cancellate nel corso della procedura.

Nel caso di Windows 8.1 il percorso è diverso:

  • Dal Desktop posiziona il cursore in basso a destra e clicca su Impostazioni dalla barra laterale, quindi Modifica impostazioni computer (visibili in basso a destra dello schermo);
  • Fai clic su Aggiorna e ripristina nella colonna di sinistra e quindi tocca o fai clic su Ripristino e scegli Reinizializza il pc conservando i tuoi file
  • Segui la procedura fino al completamento

Ripristinare la configurazione di Sistema

win8_4Come per le precedenti versioni di Windows, anche la 8 offre la possibilità di utilizzare un punto di ripristino per riportare il sistema a uno stato precedente considerato “sicuro”, mantenendo inalterati i file salvati sui dischi e le applicazioni installate precedentemente alla creazione del punto di ripristino. Per accedere a questa funzione:

  • Aprire la schermata Start e cercare la voce Ripristino;
  • Dalla barra laterale cliccare su Impostazioni, quindi su Ripristino nella parte opposta dello schermo;
  • Selezionare la voce Configura ripristino di sistema, quindi Ripristino configurazione di sistema;
  • Selezionare il Ripristino consigliato (l’ultimo registrato nel sistema) oppure la voce Scegli un punto di ripristino diverso (qualora si renda necessario ripristinare uno stato cronologicamente più vecchio);
  • La procedura avrà inizio portando a un riavvio automatico del sistema, che completerà la procedura di ripristino di Windows.

Se hai la versione Windows 8.1, usiamo invece un percorso leggermente differente

  • Scorri rapidamente il cursore sul bordo destro dello schermo e quindi tocca Cerca.
  • Immetti pannello di controllo nella casella di ricerca e tocca o fai clic su Pannello di controllo.
  • Immetti ripristino nella casella di ricerca del Pannello di controllo e tocca o fai clic su Ripristino
  • Tocca o fai clic su Apri Ripristino configurazione di sistema e quindi segui le istruzioni.

Formattare Windows 8 e Windows 8.1

Quando il solo ripristino non basta a correggere i problemi, procedere alla formattazione del computer e alla re-installazione di Windows 8 rappresenta l’ultima risorsa percorribile.

  • Prima di imbarcarsi nell’operazione, è fondamentale disporre del disco di installazione di Windows o di un dispositivo esterno su cui copiare i file di installazione necessari a re-installare Windows 8 (DVD e chiavetta USB di avvio possono essere creati attraverso l’apposito tool di Microsoft, che permette di ricreare un disco di avvio semplicemente inserendo il codice seriale della copia di Windows installata sul Pc);
  • Riavviare il Pc e accedere al BIOS, che Microsoft ha ribattezzato UEFI: per farlo dobbiamo premere, a seconda della scheda madre installata, un tasto fra Canc, F2 o F10, come indicato sullo schermo nella primissima schermata successiva all’accensione). Da qui, selezionare la voce Boot e assicurarsi che al primo posto compaia la voce DVD o USB;
  • Nel caso di Windows 8.1 dobbiamo invece aprire la Charms Bar (la barra laterale destra) e selezionare la voce “Impostazioni”, da lì selezionare la voce “Arresta“, tenendo premuto il tasto SHIFT della tastiera e selezionando “Riavvia il sistema“. Accederemo così alle opzioni di avvio avanzate.
  • Inserire la chiavetta USB o il DVD di avvio di Windows 8 e uscire dal Bios salvando le modifiche e scegliendo il riavvio del computer;
  • Se richiesto, premere un tasto per avviare da DVD o USB;
  • Completare la procedura guidata di formattazione dell’hard disk (tenere a mente che ogni file presente andrà definitivamente perso), procedendo quindi all’installazione di Windows 8 indicando, di volta in volta, le diverse preferenze e i dati utente che verranno richiesti: lingua, data e ora, layout della tastiera, codice seriale di Windows. Sarà inoltre necessario indicare la partizione del disco su cui si desidera installare il nuovo sistema operativo;
  • Terminata l’installazione sarà possibile personalizzare il sistema operativo con la configurazione iniziale (proposta automaticamente), prima di poter tornare a lavorare con il proprio Pc con le stesse prestazioni di quando era uscito dalla scatola.

 

Come liberare spazio e memoria su Android. Guida completa

Prima o poi, anche il più capiente degli smartphone è destinato a soffrire di un problema comune fra i possessori di questi dispositivi: la mancanza di memoria disponibile. Fra applicazioni, giochi, brani musicali, downloads, foto e video la quantità di spazio occupata cresce costantemente nel tempo, assottigliando la capacità delle memorie interne e (dove presenti) delle schede aggiuntive. Le soluzioni al problema sono molteplici, dalla cancellazione dei file temporanei all’eliminazione delle applicazioni non più utilizzate, dall’utilizzo di software dedicati al backup dei materiali più voluminosi su dispositivi esterni.

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Via foto e applicazioni inutili

La prima operazione da compiere consiste nel ricercare quali applicazioni o file hanno determinato l’esaurimento della memoria del dispositivo. Per avere una prima idea è sufficiente entrare nelle Impostazioni e selezionare la voce “Memoria“.

Questa funzionalità fornisce un colpo d’occhio immediato sulla memoria totale, quella occupata e su quanto i diversi media (app, musica, immagini, etc…) incidono in termini di Mb. In questo modo è possibile farsi una prima idea sulle cause che hanno portato all’esaurimento della memoria disponibile: un album fotografico troppo corposo, video della durata di un kolossal hollywoodiano o un numero elevato di applicazioni installate (e poco utilizzate).

Iniziamo quindi a cancellare film, foto e video che non ci interessano: possiamo utilizzare lo stesso cavetto che usiamo caricare lo smartphone per entrare attraverso l’USB nel nostro computer e scaricare in locale i dati, prima di cancellarli dal dispositivo, oppure conservarli online, come spiegato più avanti. Per gli usi futuri, questi servizi permettono anche l’upload automatico ogni volta che si realizza un contenuto multimediale, per non ritrovarsi presto con nuovi file di cui liberarsi.

Accedendo alla voce ImpostazioniAltroGestione Applicazioni, invece, verranno visualizzate le app installate e la relativa quantità di memoria utilizzata: selezionandone una, il sistema fornirà informazioni aggiuntive sulla quantità di dati archiviati, sugli aggiornamenti installati e sulle modalità di disinstallazione. Scommettiamo che ci sono parecchi applicativi che non usate da almeno 15 giorni?

Svuotare i file temporanei e la cartella download

Tutte le app tendono ad accumulare in memoria file temporanei utili al loro corretto funzionamento. A volte questi file, anzichè essere cancellati dall’applicazione che li ha generati, tendono ad ammassarsi inutilmente nella memoria sottraendo spazio prezioso al dispositivo.

Sempre dalla voce di menù ImpostazioniMemoria, tappando su Dati nella cache è possibile liberare spazio attraverso la cancellazione dei file temporanei utilizzati dalle applicazioni. Può essere utile in questo senso operare periodicamente una pulizia della cartella Download, che custodisce in ordine cronologico tutti i file scaricati dal web (da quelli più recenti a quelli più datati che potrebbero pertanto essere eliminati). Applicazioni come Es Gestore File permettono di visualizzare graficamente il contenuto della memoria interna di un dispositivo, visualizzare anteprime dei contenuti, cancellare o modificare file e directory: utilizzatela per trovare la directory dei Download dal web e svuotarla.

È possibile, inoltre, spostare intere applicazioni dalla memoria principale a quella di una scheda SD interna (per i dispositivi che prevedono questa caratteristica), liberando ulteriore spazio. L’opzione si trova in Impostazioni – Altro – Gestione Applicazioni – cliccando sull’app e selezionando Sposta in scheda SD.

Una scheda SD può liberare molto spazio sulla memoria interna

Cancellare SMS e E-mail obsolete

Tra i maggiori responsabili della penuria di memoria figurano SMS, MMS ed e-mail. Se i primi tendono ad accumularsi nella memoria per anni e in quantitativi massicci (non sempre ci si ricorda di cancellare gli SMS più datati), immagini ed allegati scambiati attraverso i restanti servizi possono incidere in maniera ancora maggiore sulla capacità di uno smartphone. Cancellare SMS datati e vecchie e-mail con allegati pesanti può essere una soluzione rapida e indolore per liberare in un solo colpo anche centinaia di Megabyte.

In alternativa, è sempre possibile ricorrere a programmi che facciano un backup di questi dati prima di cancellarli, come SMS Backup & Restore o My Backup Pro.

Usare un file manager

Tra i metodi più sicuri per cancellare file e contenuti inutili dal nostro smartphone o tablet figura l’utilizzo di un file manager, capace di semplificare la visualizzazione di tutte le cartelle di memoria consentendo all’utente la facoltà di eliminare selettivamente ogni singolo contenuto. Abbiamo già citato Es Gestore File, ma altri validi esempi sono File Manager della Rhythm Software, e X-plore File Manager della Lonely Cat.

Archiviare file on-cloud

Spostare musica, immagini e video dalla memoria interna dello smartphone a una “nuvoletta” è una delle operazioni più indicate qualora si sentisse il bisogno di tenere a disposizione, 24 ore su 24, una grande mole di dati. Google Drive e Dropbox sono due dei servizi più diffusi che consentono, gratuitamente o a pagamento, di immagazzinare Gigabyte di dati sgravando la memoria fisica di tablet e smartphone, ma vi suggeriamo di appoggiarvi a OneDrive, che riteniamo il migliore per questo tipo di operazioni su Android.

Il vantaggio di un accesso immediato ai nostri file deve però essere valutato con il proverbiale rovescio della medaglia: per accedere alla “nuvola” è necessario disporre di una connessione di rete e prepararsi a un consistente traffico in uscita (upload) ed entrata (download) per il passaggio dei file dal dispositivo al cloud e viceversa.

Clean Master

Applicazioni utili

Clean Master: per chi ricerca un’applicazione di facile utilizzo per rimuovere le app inutilizzate e ricercare tutti quei contenuti che non vengono aperti da tempo immemore, Clean Master rappresenta una soluzione ottimale per provvedere ai lavori di pulizia del nostro dispositivo Android e liberare nuovo spazio.

Con oltre “547,000 Terabyte di spazio liberato ogni anno” (questo lo slogan della app), attraverso la una semplicissima interfaccia grafica permette all’utente di:

  • Eliminare file inutili, cache di sistema, tracce di dati e documenti personali lasciati sul dispositivo;
  • Disinstallare, eseguire backup e spostare le applicazioni sulla scheda SD;
  • Eliminare la cronologia del sistema e tutti i dati di navigazione dei browser;
  • Monitorare in tempo reale con un widget l’utilizzo della RAM e della memoria.

App 2 SD: questo software assolve a una semplice, ma estremamente utile funzione: spostare intere applicazioni su una scheda SD in modo da liberare spazio sulla memoria interna del dispositivo. Una volta installata, l’applicazione esegue una scansione dell’intera memoria evidenziando quali app è possibile spostare e quali invece sono destinate a rimanere vincolate alla memoria principale.

Un utile App Manager integrato consente inoltre di gestire in maniera agevole la disinstallazione, lo spostamento e la condivisione con gli amici delle applicazioni. App2SD funziona correttamente sui dispositivi Android fino alla versione 4.0 (Ice Cream Sandwitch), per le versioni successive è necessario fare riferimento alle specifiche di compatibilità pubblicate sulla pagina ufficiale del programma.

Disk Usage: questo eccellente software illustra all’utente come (e da che cosa) viene occupata la memoria del proprio dispositivo Android. Una volta installata, l’applicazione analizza il dispositivo mostrando un resoconto grafico della memoria e delle cartelle che la occupano: in questo modo è possibile visualizzare con un’unica occhiata cartelle dimenticate, file pesanti non più utilizzati che occupano inutilmente spazio prezioso.

Una volta individuati i contenuti da cancellare è sufficiente sfiorare il tasto “delete” per disfarsi dei vecchi contenuti e liberare nuova memoria. In questo caso, per evitare brutte sorprese, è sempre bene eliminare file e cartelle di cui si conosce esattamente il contenuto. Cancellazioni improprie potrebbero comportare irreparabili perdite di dati o compromettere il corretto funzionamento delle applicazioni.

AVG Cleaner

AVG Cleaner: fra gli strumenti più completi per la pulizia di smartphone e tablet Android, AVG Cleaner offre all’utente un ampio ventaglio di funzioni. Oltre alla pulizia rapida della cronologia internet, del registro chiamate e degli SMS ricevuti, consente di fare pulizia tra le app installate, rimuovere i dati indesiderati, gestire al meglio l’utilizzo della cache di sistema e le modalità con cui i diversi programmi occupano la memoria del dispositivo e della scheda SD.

Attraverso un’interfaccia grafica di semplice utilizzo, permette inoltre di cercare i file e le app non più utilizzate e di eliminarle con pochi tocchi dello schermo. Strumenti per una pulizia approfondita, destinati non solo a fare un po’di ordine all’interno del device ma anche ad ottimizzarne velocità e prestazioni.

Ransomware. Rimuovere il virus ricattatore: software e consigli

Il proprio computer bloccato da una schermata della polizia, oppure, da schermata che chiedono il pagamento di una certa cifra per riottenere la proprietà dei propri documenti. Vi trovate di fronte ad un ransomware, il virus ricattatore che rappresenta una delle categorie più pericolose di virus oggi esistenti.

I Ransomware che bloccano il sistema…

La prima tipologia di ransomware fa capo a tutte quelle minacce che si “limitano” a bloccare il normale accesso della vittima al proprio sistema. In questo caso all’atto dell’avvio del sistema operativo una schermata fittizia avverte l’utente che dal computer in uso sono state rilevate (da sedicenti organismi di polizia) attività illecite assimilabili al traffico di materiali illegali, di contenuti pedopornografici o di files coperti da diritto d’autore.

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In questo caso per riottenere l’operatività del proprio computer viene richiesto il pagamento di una “multa” per un valore di qualche centinaio di euro (o dollari). Minacce apparentemente molto serie, supportate dall’utilizzo improprio di loghi appartenenti a forze dell’ordine o agenzie governative, architettate con il solo scopo di creare panico nelle vittime e indurle – senza ragionare – a pagare la cifra stabilita per il “riscatto” del computer.

Il trojan Reveton è uno degli esempi migliori: impedisce l’accesso al proprio computer bloccandolo con una schermata fissa di avviso. Nella fattispecie il messaggio appare su una grafica con il logo di un ente governativo, di polizia o di un’autorità giudiziaria (FBI, Canadian Security Intelligence Service, polizia postale, etc…) lamentando la violazione di una legge, che a seconda del tipo di trojan può variare dalla diffusione di materiale coperto da copyright o di fotografie a carattere sessuale.

Anche in questo caso viene richiesto il pagamento di una cifra, mediante modalità non tracciabili, di importi solitamente minori e pari a circa 100 dollari. La pericolosità di Reveton, tuttavia, risiede nella sua caratteristica di fungere da trojan backdoor: una volta installato, è in grado di garantire a terzi l’accesso indisturbato al proprio computer, sottrarre dati sensibili e informazioni personali all’insaputa dell’utente.

… e quelli che cifrano i dati

La seconda tipologia, più pericolosa e capace di creare danni peggiori, è legata a quei malware che una volta insediati provvedono a crittografare i dati memorizzati sul disco delle vittime, impedendone l’accesso e la corretta visualizzazione.

Una volta operativi, questi cyberware provvedono generalmente a creare una coppia di chiavi pubblica/privata andando nel contempo a criptare documenti di testo, immagini, pdf e files di lavoro di moltissimi programmi professionali attualmente in commercio: mentre da un lato il programma malevolo lascia all’utente la chiave pubblica, dall’altro richiede il pagamento di una somma economica per poter fornire la chiave privata necessaria al processo di de-criptazione. Pena, la completa inservibilità dei file bersagliati dall’attacco.

Le recenti cronache legate al fenomeno dei ransomware ha portato alla ribalta un nome su tutti: Cryptolocker. Questo virus “sequestratore” infetta le versioni di Windows XP, Vista, 7 e 8. Una volta scaricato, Cryptolocker modifica il registro di sistema garantendosi l’avvio automatico ad ogni nuova accensione del computer: a questo punto, sempre automaticamente, avvia una procedura di crittografia avanzata dei file della vittima con una chiave asimmetrica a 2048 bit.

Per riaprire tali documenti sarà quindi necessario disporre di entrambe le chiavi, inclusa quella privata  che sarà rilasciata dai cybercriminali a fronte di un esborso di circa 300 dollari, pagabili rigorosamente con modalità non traccaibili indicate nella schermata di avviso di Cryptolocker. La complessità della chiave, insieme al poco tempo lasciato a disposizione per eseguire il pagamento (evidenziato sullo schermo con un timer), rendono pressochè impossibile ogni tentativo di forzatura dell’algoritmo di cifratura, spingendo molte vittime a pagare nella speranza – spesso vana – di rivedere i propri file. In caso di mancato pagamento, alla scadenza del timer la chiave privata viene automaticamente cancellata rendendo così impossibile il recupero del materiale criptato.

Come si trasmettono i ransomware

Generalmente questi malware penetrano nei computer delle vittime attraverso e-mail di phishing, dove i truffatori spingono le vittime ad aprire allegati infetti facendo leva sulle scuse più disparate: false comunicazioni bancarie in merito a pagamenti non autorizzati, acquisti fasulli su siti di e-commerce per importi cospicui, addebiti errati su carte di credito. Comunicazioni allarmanti che vengono però giudicate risolvibili con una semplice operazione: l’apertura di un file allegato alla mail. Che una volta attivato, scaricherà sul computer della vittima il codice infetto.

Altri malware invece si annidano all’interno di semplici pagine web, capaci talvolta di proporre all’utente l’installazione di plugin, programmi eseguibili, falsi aggiornamenti java o flash. Una volta installati, l’estorsione ha inizio: un messaggio blocca ogni attività e richiede un pagamento in denaro per la riattivazione del computer.

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Ransomware: la prevenzione

Per ridurre al minimo i rischi è sufficiente adottare le più basilari norme per l’uso corretto della Rete:

  • Installare sul proprio computer una suite di sicurezza informatica con protezione in tempo reale contro malware e trojan (spesso un semplice antivirus non è sufficiente a tutelare l’utente da questi rischi);
  • Evitare il download di file da siti sconosciuti, specialmente se si tratta di software distribuito generalmente a pagamento  e che viene invece ceduto gratuitamente;
  • Creare backup periodici di tutti i files importanti dell’hard disk del computer, mettendoli al sicuro su un disco o dispositivo di memoria “offline” e quindi immune dagli attacchi della Rete. Un ottimo esempio è Kaspersky Rescue Disk: il programma crea un’immagine del disco fisso che permette di avviare, direttamente da CD o USB, qualsiasi computer infetto e di effettuare una scansione completa (con relativa rimozione di malware) direttamente dal BIOS scavalcando il sistema operativo compromesso. Il programma presenta un’interfaccia immediata e risulta molto semplice da utilizzare, anche per gli utenti meno esperti.
  • Attivare la funzionalità di Windows “Versioni precedenti” dei singoli file. Questa opzione consente al sistema operativo di creare, nel tempo, copie di backup dei file più importanti da poter eventualmente sovrascrivere alle versioni danneggiate dello stesso file. È possibile attivare la funzionalità da Pannello di Controllo, Sistema, Protezione Sistema, Configura, Impostazioni di ripristino, scegliendo le opzioni desiderate circa la frequenza e la quantità di memoria da dedicare ai backup.

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Consigli e software per la rimozione dei ransomware

La prima regola da seguire è basilare: mai cedere al ricatto. Il pagamento della somma richiesta dai cybercriminali non dà infatti alcuna garanzia circa l’effettivo recupero del proprio sistema o dei file criptati. Statisticamente circa il 3% degli utenti colpiti dai ransomware decide di pagare la cifra richiesta: tra questi, meno della metà riesce effettivamente a riappropriarsi del maltolto. Per queste ragioni in caso di attacco è sempre bene farsi trovare preparati.

  • Scollegare immediatamente il computer dalla rete (sia ethernet sia Wi-Fi), impedendo così al virus di comunicare con l’esterno e trasmettere informazioni. In questo modo si evita inoltre che i file criptati vadano a sovrascriversi alle copie “sane” conservate on cloud sui vari Dropbox, Google Drive e similari, contenendo l’entità dell’infezione e facilitando il recupero dei file “sani”.
  • Non riavviate il computer: molti dei danni provocati dai ransomware possono essere limitati evitando di eseguire il reboot della macchina, per impedire che il codice possa prendere definitivamente il controllo del sistema.

ransom5 Hitman Pro Kickstart: questa versione fornisce protezione specifica contro i ransomware che tendono a bloccare l’accesso dell’utente al computer, come Reveton o le varianti italiane dei virus della Polizia.

Il software consente di creare un flash drive USB da tenere a disposizione in caso di infezione da ransomware: all’occorrenza sarà sufficiente riavviare il computer,  impostare da BIOS l’avvio da periferica USB esterna e lasciare che Kickstart compia il suo lavoro, bypassando l’odiosa schermata di blocco e avviando il sistema operativo. A quel punto sarà possibile avviare Hitman Pro per procedere alla scansione e alla rimozione del malware.

Trend Micro Antiransomware USB: analogamente a Kickstart, questo programma una volta installato consente di configurare un dispositivo USB per boot di emergenza. La chiavetta così creata potrà essere quindi inserita all’interno di un computer infetto per consentire al software Trend Micro di effettuare la pulizia e restituire, nel giro di pochi minuti, un sistema operativo perfettamente funzionante.

Panda Ransomware Decrypt Tool: rimuovere un ransomware spesso non è sufficiente per recuperare i file che il codice malevolo ha criptato o rinominato, rendendone impossibile l’apertura. Panda Ransomware Decrypt Tool fornisce un valido aiuto per ricercare ed eventualmente ripristinare tutti i file modificati durante l’infezione. Una volta installato il programma è sufficiente avviare la ricerca all’interno di una cartella o un intero disco per evidenziare tutti i file divenuti inservibili. A questo punto è possibile scegliere due modalità di recupero dei file, normale o avanzata: quest’ultima, più lenta, consente però di ottenere migliori risultati qualora la il meccanismo di cifratura impiegato dal ransomware si dovesse rivelare particolarmente elaborato.

Retrica, la recensione: due permessi di troppo, ma si risolve

Già presente sull’App Store da tempo, Retrica è ora scaricabile anche da Google Play per il sistema operativo Android. Si tratta di un’applicazione molto utilizzata per una delle attività più trendy del momento, tra i ragazzini e non solo: il selfie. Nel dettaglio, quest’app è dedicata a chi ama il selfie in stile vintage: permette di applicare alle proprie foto decine di filtri (80 nella versione premium) per ottenere un effetto retrò, migliorare il proprio scatto e aggiungere diversi effetti. E’ possibile impostare l’autoscatto e creare dei collages di foto. Oltre che per il selfie, Retrica può essere utilizzata anche per scattare normali fotografie.

Retrica-Camera-AndroidPERMESSI RICHIESTI

I permessi richiesti non sono molti, ma tra quei pochi ne compaiono alcuni a cui si deve fare particolarmente attenzione. E’ chiaro che l’app, per il suo corretto funzionamento, richieda l’accesso alla fotocamera e la possibilità di modificare i nostri archivi per poter salvare o eliminare le foto, così come è naturale che voglia l’autorizzazione per gli acquisti in-app, quelli che permettono all’utente di comprare funzioni aggiuntive a pagamento. Altri permessi sono invece incoerenti con le funzioni dell’applicazione, e sono richiesti – come esplicitamente dichiarato nella privacy policy dall’azienda madre  – per l’advertising, fonte di monetizzazione principale di Retrica. I permessi di cui stiamo parlando sono:

Richiesta della nostra posizione
I dati di posizione sono raccolti per associare le coordinate GPS ad ogni foto scattata con Retrica, ma non servono a funzioni effettivamente essenziali e specifiche dell’app. Visto che l’utilità di queste informazioni è marginale, possiamo decidere di negare il permesso alla geolocalizzazione senza incorrere in alcun malfunzionamento. Per disattivare questa opzione, si deve andare nella sezione del proprio dispositivo mobile che permette di gestire quali app possono accedere alla nostra posizione e quali no.

Lettura stato e identità telefono
Retrica ha accesso all’ID del nostro telefono, ossia ai suoi codici identificativi e ad altre caratteristiche del nostro device. Come si legge nella privacy policy dell’app – che da questo punto di vista è chiara, esplicita e snella da leggere – i dati raccolti riguardano il tipo di device, l’ID, l’IP address, il sistema operativo, il browser usato e altre informazioni sulle nostre attività d’utilizzo dell’applicazione. Avere accesso all’ID del telefono permette infatti di tracciarlo continuamente, studiando le nostri abitudini di navigazione e di uso dell’app per motivi statistici e promozionali.

Come usano i dati e come evitare il tracciamento

Tutte queste informazioni possono essere condivise con terze parti per motivi legali o semplicemente pubblicitari. I nostri dati possono essere ceduti a providers collegati alla casa di produzione dell’app e ad advertiser. Tutti i dati raccolti servono per migliorare le attività promozionali, attraverso lo studio dei nostri dati di utilizzo di Retrica e in generale di navigazione. L’app colleziona ad esempio informazioni sulla frequenza con cui la usiamo e per quanto tempo, cedendo poi queste informazioni a compagnie specializzate in analisi statistiche, che le studiano per ottimizzare le campagne promozionali, in modo da rivolgerle a un target sempre più specifico.

retricaSe l’utente non vuole che i suoi dati siano monitorati a fini statistici, con l’obiettivo ultimo di migliorare le strategie di advertising portate avanti dagli sviluppatori, può operare in diversi modi, suggeriti dalla stessa casa madre:

  • Il più intuitivo: disinstallare l’applicazione
  • Togliere il permesso alla geolocalizzazione
  • Chiedere esplicitamente di non monitorare i propri dati contattando l’azienda che si occupa di analisi statistiche per conto di Retrica, la quale offre agli utenti questa possibilità. Tutte le informazioni necessarie per inoltrare la richiesta si trovano nella pagina dedicata.

L’applicazione funzionerà comunque, anche senza il tracciamento dei propri dati. Ultima annotazione: i dati raccolti dall’app sono inviati negli Stati Uniti e sottoposti quindi alla legge sulla privacy locale.

OPINIONI DEGLI UTENTI

Una lamentela abbastanza ricorrente è quella di malfunzionamenti dell’app e di crash. Alcuni utenti affermano che l’applicazione si blocca subito dopo aver scattato una foto, o comunque ogni pochi minuti di utilizzo. Inoltre si lamenta una certa lentezza nello svolgere le sue funzioni, come caricare la foto appena scattata, e l’impossibilità in alcuni casi di utilizzare del tutto l’app, trovandosi davanti solo uno schermo nero o a strisce.

SICURA, MA DISATTIVATE IL TRACCIAMENTO