21 Ottobre 2025
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Falsa versione di Angry Birds in Google Play contiene un virus

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C’è una falsa versione di Angry Birds in Google Play (precedentemente noto come Android Marketplace), contenente malware infetto. Rovio avvisa gli utenti a non farsi ingannare.

“Attenzione per le versioni falsificate di Angry Birds Space, e assicuratevi di scaricare in modo sicuro ricevendo il gioco ufficiale da Rovio,” il creatore del gioco mobile ha avvertito tutti in un post sul blog.

Il download non sicuro è una versione funzionante di Angry Birds che guadagna l’accesso al telefono utilizzando un cavallo di Troia chiamato Andr / Kongfu-L, secondo la società di sicurezza Sophos web. I criminali informatici dietro il gioco falso possono dirigere il telefono a qualsiasi sito web, una volta che hai installato il loro cavallo di Troia.

Assicurarsi di scaricare solo la versione ufficiale del gioco per evitare di infettare il telefono. La versione ufficiale di Angry Birds  in Google Play  non è perciolosa.

Angry Birds, l’ultima edizione della popolare saga gioco mobile, è stato rilasciato il 22 marzo per Android, iOS, Mac e PC. E ‘stato scaricato 10 milioni di volte in soli tre giorni. La versione originale di Angry Birds è il download più popolare di tutti i tempi, avendo raggiunto i 500 milioni pietra miliare nel mese di novembre 2011.

Ecco Pinterest, il Social Network basato su immagini

Il nuovo progetto Pinterest (gratuito, ad accesso solo su invito) accetta la sfida di creare un nuovo modo per esplorare e scoprire on-line contenuti in base ai vostri interessi. Più in particolare, si concentra sulle immagini e video piuttosto che su articoli, blog basati su testo, musica o podcast. Si tratta di un clone vicino a Pinspire, da cui si differenzia per il tipo di partecipazione, visto che Pinspire è aperto a chiunque.

La premessa di Pinterest è di creare “bacheche”, che non sono altro che categorie, sulle quali si possono salvare immagini che si trovano online o tramite altri utenti Pinterest. I vostri cartoncini virtuali diventano piccole collezioni di immagini di grande impatto visivo, con note in allegato ed evenutalmente link alla fonte originale da cui le immagini provengono. Ovviamente anche qui possiamo seguire altri utenti, e in particolare il loro flusso di immagini.

E’ inoltre possibile aggiungere contenuti trovati altrove sul Web utilizzando il pulsante Pinterest della barra dei segnalibri. Quando si imposta un account, il sito vi guiderà attraverso l’installazione del pulsante in base al browser che stai utilizzando in quel momento. Ha funzionato bene per me sia in Mozilla Firefox che con Internet Explorer, ma ha avuto dei problemi talvolta con il Chrome di Google.

La PinBoard, la home page personalizzata con le foto e le immagini del social network basato su foto, Pinterest
La PinBoard, la home page personalizzata con le foto e le immagini del social network basato su foto, Pinterest

Utilizzare Pinterest – In primo luogo, come detto, avrete bisogno di un invito per partecipare a Pinterest. La richiesta è effettuabile direttamente sul sito, sebbene si verrà messi in lista d’attesa… e chi sa per quanto tempo si dovrà aspettare. Per ottenere un invito più velocemente consigliamo di farselo inviare da qualcuno che è già sul sito e che lo può inoltrare via mail, Facebook o Twitter. Con un invito, sarete in grado di realizzare un account con una username, email e password.

Durante questa breve configurazione, Pinterest vi aiuterà a installare un pulsante di segnalibro che si può usare per “segnalare” le cose interessanti che si vedono online. Successivamente, è possibile scegliere le aree di interesse da un elenco ragionevolmente diversificato che viene fornito, che comprende l’architettura, design, educazione, giardinaggio, storia, abbigliamento donna, animali e altro ancora. Gli interessi che si selezionano determinno che tipo di contenuto vedrai la prima volta che visiterai la homepage per utenti registrati Pinterest.

Il team di Pinterest con il co-fondatore Ben Silbermann al centro
Il team di Pinterest con il co-fondatore Ben Silbermann al centro

A questo punto è l’ora di creare tabelle, o sottocategorie più raffinate, dove potrete appuntare le cose che si trovano sul web. Ho provato a creare una tabella di arredamento, dove sono stato invitato a inserire immagini di interno che io possa un giorno utilizzare quando avessi voglia di rinnovare casa. Un altra tabella che ho fatto si chiama “Luoghi dove mi piacerebbe andare” sotto la categoria “Travel & Places” dove ho potuto inserire immagini di destinazioni di vacanza da sogno.

Infine, quando si hanno pochi interessi selezionati o poche tabelle realizzate, Pinterest invita a esplorare le immagini che altri utenti hanno caricato. Immagini bellissime e affascinanti sono apparse sulla mia pagina, che è stata subito inondata di foto di artigianato, fai da te e di foto di progetti di design, sia architettonici che di interni.

Difficoltà con Pinterest – Pinterest può essere difficile da navigare qualora ci si addentri nella navigazione: Trova un immagine che ti piace> clicca sull’utente> clicca su una delle schede dell’utente, e una volta che si arriva a tre o quattro livelli di profondità, è difficile fare marcia indietro. L’opzione più semplice è quello di cliccare sulla barra di navigazione principale e ritornare verso la propri homepage o una categoria di interesse.

Mi piacerebbe vedere un percorso di navigazione nella parte superiore con collegamenti ipertestuali per visualizzare le pagine precedentemente visitate, come fanno comunemente i siti di shopping. Allo stesso modo durante la navigazione di Pinterest, ho dovuto cliccare il pulsante indietro due o tre volte, addirittura quello del browser, e avrei preferito saltare semplicemente indietro tramite un link. Il contenuto è inoltre troppo concentrato su mestieri, home design e moda più di ogni altra cosa, sarebbe meglio aggiungere altre categorie.

Pinterest nel panorama web – Pinterest, che ha anche un app iPhone, si differenzia da altri siti che supportano modi alternativi alla ricerca di contenuti online, diversi da quelli scritti, in gran parte perché è estremamente concentrato sull’impatto visivo. L’app per iPad Flipboard, per esempio, che realizza dei libri digitali da sfogliare, ha un impatto visivo ma si concentra sulla rivista come contenuto dal Web, piegando il testo come fosse una pagina scritta.

StumbleUpon per molti versi è molto simile a Pinterest, dandovi categorie di interesse da esplorare, ma non troverete nulla di simile circa l’aggiunta di immagini o porzioni di schermate web. Springpad, un altro servizio che ti permette di salvare immagini e clip Web in un contenitore virtuale, è abbastanza vicino a Pinterest, in teoria, ma mentre quest’ultimo in realtà è divertente da usare e bello da guardare, Springpad francamente non lo è.

Il logo ufficiale di Pinterest
Il logo ufficiale di Pinterest

Pinterest si affaccia su un panorama dove già con Flickr e Photobucket si tenta di dare una piattaforma di successo per la gestione delle immagini. L’aggiunta del concetto di condivisione delle bacheche “alla Facebook”, fa di Pinterest un interessante novità nell’ambito del social network “visuale” e potrebbe diventare importante ed utilizzato, a patto che risolva alcuni problemi di comunicazione e sia facile da integrare ed utilizzare con altri strumenti di condivisione come, perlomeno, Facebook, Twitter, LinkedIN, Google Plus, le piattaforme di Social Bookmark e i più popolari browser.

Roberto Trizio

Internet vivrà di Mobile e App. Signori.. il web è morto

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Un titolo della rivista Wired nel 2010 ha affermato : “Il web è morto. Lunga vita ad Internet. ” Gli autori Chris Anderson e Michael Wolff hanno sostenuto che il World Wide Web è ” in declino mentre le apps mobili saranno sempre più in ascesa. Questo non è solo un dibattito sull’uso della tecnologia. Si tratta di visioni diverse del modo in cui la gente accede alle informazioni, impara, si diverte, e crea materiali con gli altri nell’era digitale. Anderson e Wolff hanno spiegato la loro visione in questo modo:

Per quanto amiamo il Web libero, lo stiamo abbandonando per i servizi più semplici, dal design accattivante che funzionano e basta …. Questa non è una distinzione banale. Nel corso degli ultimi anni, uno dei cambiamenti più importanti del mondo digitale è stato il passaggio dal Web alle piattaforme chiuse che utilizzano Internet per il trasporto, ma non il browser per la visualizzazione . Poiché gli schermi sono più piccoli, il traffico mobile tende ad essere guidato da software specializzato, per lo più applicazioni, progettate per un unico scopo. Per il bene delle esperienze sui dispositivi mobili, gli utenti dovranno rinunciare al browser. Essi utilizzano la Rete, ma non il web. Veloce batte flessibile …

Questo era inevitabile. E ‘il ciclo del capitalismo. La storia delle rivoluzioni industriali, dopo tutto, è una storia di battaglie per il controllo. Una tecnologia viene inventata, si diffonde, mille fiori sbocciano, e poi qualcuno trova il modo di catturarla, bloccando gli altri. Succede ogni volta …. Il Web generativo dove ognuno è libero di creare quello che vuole, continua a prosperare, spinto dagli incentivi di espressione, attenzione, reputazione, e simili. Ma il concetto di Web come mercato finale per la consegna digitale è ora in dubbio.

Insomma, Anderson e Wollf hanno chiaramente previsto l’ascesa del Web mobile, ma il dibattito che hanno lanciato con le applicazioni Web continua. E ‘in parte un dibattito sul futuro dei personal computer più piccoli, contro i dispositivi mobili portatili.

Le app superano ormai l'uso di software da desktop fissi. E' il mobile: i futuro di internet
Le app superano ormai l'uso di software da desktop fissi. E' il mobile: i futuro di internet

Le tendenze confermano – Le tendenze sono abbastanza chiare. Strumenti mobili come smartphone, tablet, netbook e computer portatili sono ormai una fonte primaria di connettività Internet nei paesi altamente sviluppati, e l’adozione di strumenti tecnologici in regioni meno sviluppate del mondo è stato dominato da piccoli dispositivi wireless. Le ultime indagini sugli adulti americani del Pew Research Center & American Life Project mostrano che quasi i due terzi della gente usa la connessione al Web tramite smartphone, tablet PC, o un computer portatile.

Secondo le stime di Cisco, entro il 2016 ci saranno 10 miliardi di dispositivi Internet mobili in uso a livello globale. La popolazione mondiale è prevista a 7,3 miliardi nel 2016, in modo che i dispositivi saranno 1,4 per persona sul pianeta. Il traffico smartphone crescerà di 50 volte entro il 2016. In effetti, il Cisco “Visual Networking Index”, pubblicato nel mese di febbraio, riporta che ci sarà così tanto traffico generato tra il 2015 e il 2016 da smartphone, tablet e laptop che la quantità di movimento dati di Internet per quel solo anno sarà tre volte la dimensione stimata dell’intera Internet mobile nel dal 2000 al 2012.

Il boom della connettività mobile è stata accompagnato da un boom di innovazione e di vendita di applicazioni software mirate (apps). L‘IPhone di Apple e del suo App Store ha debuttato nel giugno 2007, l’iPad ha debuttato nel mese di aprile 2010. Il 3 marzo, Apple ha annunciato che 25 miliardi di applicazioni sono state scaricate. Allo stesso modo, l’Android Market di Google ha raggiunto 10 miliardi di download entro dicembre 2011.

Nel giugno del 2011, i ricercatori hanno riferito che il tempo speso sulle applicazioni ha cominciato a superare il tempo trascorso sul desktop o mobile Web. Il cambiamento riflette un aumento del 91% del tempo trascorso con le applicazioni tra giugno 2010 e giugno 2011. Nel dicembre 2011, l’azienda di previsione tecnologica del Gruppo Gartner prevede, “entro il 2015 i progetti di sviluppo di applicazioni mobili rivolte smartphone e tablet supereranno i progetti per PC nativi con un rapporto di 4 a 1. Smartphone e tablet rappresentano oltre il 90% della nuova crescita netta per i prossimi quattro anni “. Gartner prevede che 1 miliardo di smartphone sarà venduto nel 2014. Circa il doppio del numero di PC che ci si aspetta che saranno venduti in quell’anno.

Leggi il Report ufficiale sul futuro di Internet tra mobile a app del Pew Research Center

Roberto Trizio

WordPress. Vulnerabilità in Alo Newsletter Plugin

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Vulnerabilità mutliple sono state segnalate nel plugin Newsletter ALO EasyMail per WordPress, che può essere sfruttato da malintenzionati per condurre attacchi cross-site scripting.

Alcuni input di ingresso non vengono validati correttamente prima di essere restituito all’utente. Questo può essere sfruttato per eseguire codice HTML arbitrario e codice script nella sessione browser di un utente nel contesto del sito affetto.

Le vulnerabilità sono state riscontrate nelle versioni precedenti alla 2.4.5.

Soluzione
Aggiornamento alla versione 2.4.5.

ALO EasyMail Newsletter è un plugin per WordPress che permette di scrivere e inviare newsletter, e raccogliere e gestire i sottoscrittori. Il plugin supporta l’internazionalizzazione e multilingue. È possibile aggiungere o aggiornare la traduzione nella propria lingua. Per rendere il pacchetto più leggero è possibile usare solo i file della tua lingua al suo interno. È possibile visitare http://code.google.com/p/alo-easymail/ per cercare i file di lingua (più aggiornate. MO e. File PO) .

Per qualsiasi domanda non esitate a contattarci.

Condividere una stampante in rete. Con Windows, con Google Cloud Print

La condivisione della stampante è una necessità molto forte nella vita d’ufficio. Vi proponiamo due modi per collegarla, tramite un rete per il lavoro quotidiano su sistema Windows, e tramite un servizio cloud-based offerto da Google per poter stampare, veramente, in ogni angolo del mondo.

Condividere la stampante in ufficio – La condivisione di una stampante richiede alcuni passaggi. In primo luogo, bisogna operare sul computer a cui è connessa o che gestisce la stampante. Aprite le impostazioni di condivisione avanzate facendo clic sul pulsante Start , quindi scegliete Pannello di controllo. Fate clic su Centro rete e condivisione e quindi, nel riquadro di sinistra, fate clic su Cambia impostazioni di condivisione avanzate.

Collegare una stampante nella rete d'ufficio o via web
Collegare una stampante nella rete d’ufficio o via web

Se la condivisione stampante è spenta, sotto Condivisione file e stampanti, selezionate Attiva condivisione file e stampanti, e quindi fate clic su Salva modifiche. Date ovviamente tutte le autorizzazioni e le password necessarie per consentire l’operazione. Ora è necessario condividere la stampante stessa. Sempre nel pannello di controllo selezionate dispositivi e stampanti. Fate clic con il tasto destro sulla stampante che si desidera condividere, quindi fate clic su Proprietà stampante. Raggiungete la scheda Condivisione e selezionare la casella di controllo Condividi la stampante.

Le altre persone sulla rete possono ora collegarsi a questa stampante. Tutto quello che dovete fare è aggiungere una stampante di rete ai loro computer. Per farlo tornate a Dispositivi e stampanti. Fate clic su Aggiungi stampante. Fate clic su Aggiungi una rete, wireless, o una stampante Bluetooth, fate clic sulla stampante condivisa,poi su Avanti e seguire le istruzioni sullo schermo.

Condividere una stampante nel mondo con Google Cloud Print – Finora abbiamo mostrato come collegare stampanti che si trovano nella stessa rete, o comunque nello stesso raggio di azione dell’ufficio. Ora immaginate uno scenario leggermente diverso dove la stampante è collegata al computer, ma la si vuole condividere con persone al di fuori della rete domestica. Per esempio, i vostri amici potrebbero essere in una città diversa e vorrebbero poter inviare lavori di stampa alla stampante tramite Internet. Si può fare tutto questo?

La risposta è sì! Google offre una tecnologia di stampa basata su web chiamata Cloud Print che consente di accedere alla stampante esistente da qualsiasi browser o telefono cellulare tramite Internet. Lo stesso servizio può essere utilizzato per condividere la stampante con chiunque altro sul web senza che esse siano parte della vostra rete domestica.

Condividere la stampante su Internet – Supponendo che la stampante sia collegata al computer Windows o Mac, ecco come si può condividere con amici e familiari ovunque:

Google Cloud Print permette di stampare con una interazione via mail
Google Cloud Print permette di stampare con una interazione via mail
  • Aprite il browser Google Chrome, scegliete Strumenti -> Opzioni (o Preferenze) -> e collegatevi a Google Print Cloud.
  • Scegliete “Registrazione stampante” per visualizzare tutte le stampanti collegate al computer che è possibile collegare via Internet attraverso Google Print Cloud.
  • Fare clic su “Gestisci le tue Stampanti“, selezionare l’opzione Stampanti e quindi evidenziare il nome della stampante che si desidera condividere con il mondo esterno.
  • Cliccate sul pulsante Condividi, digitate gli indirizzi email dei destinatari. E ‘facile come la condivisione di un documento di Google Docs con qualcuno in modalità di sola lettura
  • Il destinatario, con cui avrete condiviso la stampa, dovrebbe accedere a google.it/ Cloudprint utilizzando il proprio account Google e accettando la “stampante condivisa.”
  • Infine è sufficiente clicare sul pulsante “Stampa” sul sito web Cloud Print, caricare un file e stampare utilizzando il dispositivo condiviso.

Una volta dato il comando, la stampante dovrebbe entrare in funzione nell’arco di una decina di secondi. La procedura è perfettamente funzionante anche via mobile. Questo metodo non richiede alcun collegamento diretto e tutto funziona all’interno del browser.

Federico Tassinari

Linux 3.3 si allea con Android. Nuova frontiera Open-Source

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Linux e Android sono due progetti open-source strettamente legati, ma sono stati finora distanti anni luce, almeno fino a ieri. Questo è quanto si evince dal lavoro di Linus Torvalds, leader del progetto Linux, che ha rilasciato una versione del kernel che getta un ponte tra i due mondi. La versione 3.3 include infatti parti del codice di Android.

Un’unione sempre avvenuta – A dire la verità, ogni telefono Android è sempre stato un telefono Linux. Anche se i programmatori che scrivono applicazioni Android utilizzano in genere una interfaccia come Java, è una versione di Linux personalizzata da Google che gestisce i dettagli come gli input da tastiera, il multitasking tra le varie app, e il mantenimento dei dati necessari in memoria. Ma finora  l’Android di Google è sempre stato un codice separato, non riconosciuto e  fuori dal repository principale garantito da Torvalds.

L'unione fra Linux e Android garantirà un enorme miglioramento dei progetti Open-Source
L'unione fra Linux e Android garantirà un enorme miglioramento dei progetti Open-Source

I benefici dell’accordoL’odierna fusione di Google Android con il Linux di Torvalds dovrebbe rendere più facile la programmazione e il progresso per gli sviluppatori. Google potrà beneficiare di nuove funzionalità aggiunte alla linea principale di Linux e con meno problemi, mantenendo il suo codice in sincronia con lo sviluppo del kernel Linux. Allo stesso modo, coloro che usano Linux nei dispositivi mobili possono trarre beneficio dai miglioramenti che in precedenza dovevano essere sostanzialmente copiati dal lavoro di Google.

Google contribuirà quindi al codice open-source, aiutando la comunità con il proprio lavoro, così come con progetti open-source, targati Google. Un altro esempio che conferma l’unione fra i due codici è nel team di Google Android, che sta lavorando con i suoi fratelli open-source sul motore del browser WebKit. Google aveva lavorato sul browser mobile del suo Android con un progetto separato da WebKit, ma con l’arrivo di Chrome per Android, la versione mobile del suo browser si integra direttamente con il progetto WebKit.

Le dichiarazioni dei protagonistiTorvalds ha annunciato il rilascio di Linux 3.3 la scorsa notte sulla mailing list del kernel Linux. Non parla della fusione con Android, ma si sa che è in corso da mesi quando Tim Bird, un programmatore che lavora in Sony,  ha annunciato il “progetto mainlining Android” nel mese di dicembre. “Vorrei annunciare l’inizio di un progetto unire le caratteristiche di Android nel kernel Linux”, ha detto Bird.

Greg Kroah-Hartman, sviluppatore del kernel Linux di vecchia data, ha confermato di aspettarsi componenti del kernel Android in Linux 3.3 a. E in un’intervista del febbraio con Muktware, disse: “La release 3,3 del kernel vi permetterà di avviare un userspace Android senza alcuna modifica, sebbene la gestione dell’alimentazione non sia molto buona. Nella versione 3.4 del kernel si spera di poter correggere questo problema e arrivare ad una piena integrazione con Android.”

Hacker Anonymous lanciano sistema operativo. Paura per Linux

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Il gruppo di hacker Anonymous, che ha colpito diversi siti fra cui quello di Equitalia, il sito del Vaticano e WordPress.org, potrebbe aver lanciato il suo sistema operativo personale. Soprannominato Anonymous OS Live, il sistema operativo, che è disponibile come download gratuito su Sourceforge, si basa sulla versione Ubuntu di Linux. Secondo una descrizione sulla pagina Sourceforge, il sistema operativo è progettato per “scopi didattici” e può anche essere usato per controllare “la sicurezza delle pagine web”.

Il sistema operativo lanciato dal gruppo Hacker Anonymous
Il sistema operativo lanciato dal gruppo Hacker Anonymous

Le persone dietro il software hanno costituito una pagina di Tumblr che fornisce notizie e aggiornamenti sul software. E proprietari hanno annunciato ieri che il sistema operativo è stato scaricato oltre 4.600 volte. Non è immediatamente chiaro chi ci sia dietro il sistema operativo. Anonymous non ha alcuna gerarchia centrale, e in molti casi, le parti del gruppo fanno quello che vogliono. In altre parole, non vi è alcun modo per sapere se questo sistema operativo è stato approvato da tutto il gruppo, o è il frutto di pochi membri.

Contraddizioni e paura per Linux – Questa frammentazione nel gruppo è evidente in un tweet inviato ieri, e un altro questa mattina, da @ Anonops, un account Twitter che afferma di parlare per conto del gruppo Anonymous. @Anonops ha scritto che il sistema operativo “è falso” e “solo una spugna di virus Trojan”.

Disperati i sostenitori di Linux che temono che si sviluppi paura attorno al sistema operativo libero. “Per favore la gente, nel nostro mondo, nel mondo Linux e opensource, non c’è virus (sic). “Se volete credere che un utente possa aver contratto da quel sistema operativo un trojan non scaricatelo ma non cadete nell’errore di credere che il mondo Linux è pericoloso e pieno di virus. ” si legge su twitter.

Nel frattempo, specie su Facebook, Anonymous OS Live è stato scaricato circa 21.000 volte. E ‘stato raccomandato da 36 persone, mentre 22 hanno detto che è meglio stare alla larga.

La tecnologia e la gestione dei fondi azionari

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La tecnologia come elemento fondamentale per la gestione dei fondi azionari. Vittorio Grimaldi, noto gestore di fondi azionari per importanti aziende come la San Paolo IMI Asset Management e dopo un periodo in Banca Sella ora consulente presso la banca internazionale Pictet ci spiega come l’informatica viene in aiuto della gestione finanziaria dei patrimoni.

Grimaldi e la gestione dei fondi azionari

Innanzitutto Buongiorno Dott. Vittorio Grimaldi e grazie dell’intervista. In che modo la tecnologia, facendo esempi concreti, aiuta a meglio gestire i fondi, dott. Grimaldi?

Al riguardo si puo’ osservare che oggi la maggior parte dei gestori di fondi utilizza una ” piattaforma bloomberg” cui accede mediante una sua personale ” password”, contro un corrispettivo annuo. Essa oggi si pone rispetto alla gestione dei fondi come ad esempio l’iphone si pone rispetto al modo piu’ efficiente di comunicare. E’ continuamente ” upgradata” ( migliorata) per meglio seguire le molteplici esigenze gestionali.

Nella quotidianita’ oltre a costituire lo strumento piu’ efficiente- ” in real time”-per la conoscenza di informazioni quantitative e qualitative delle principali variabili micro, quali prezzi di azioni con relative notizie societarie, e macro, andamento dei tassi d’interesse e di cambio con relativa pubblicazione di notizie macroeconomiche, la parte a piu’ elevato valore aggiunto e’ quella che io definisco personalmente del ” macinacaffe'”.

Cosa significa? Gli ingredienti disponibili – molto esaustivi per ogni tipo di analisi- e disponibili in modo indifferenziato per tutti i suoi utilizzatori possono essere poi raggruppati in tabelle, statistiche ecc. che ogni gestore puo’ personalizzare per cui, rimanendo nell’esempio, a parita’ di ingredienti il ” caffe’ macinato” puo’ essere completamente diverso e quindi portare a conclusioni operative divergenti: senza ” la mano dell’uomo” a mio avviso, ogni tecnologia, anche quella dei robots, lascia il tempo che trova.

In sintesi, il pilota e’ importante come , se non piu’, della ” Ferrari” per vincere la corsa. L’estremizzazione di quanto detto porta alla creazione di ” sistemi proprietari personalizzati” che costituiscono efficaci strumenti di gestione dei fondi; peraltro vanno continuamente ” monitorati” e ” upgradati” ( termine ” tecnologico” per dire migliorati). Per la gestione delle azioni, comparto di mia specifica competenza, detti sistemi utilizzano numerosi variabili quali indicatori empirici ( p/e, p/bv….), intervalli di confidenza di stime IBES, statistiche relative a ” better than/lower than” dei risultati aziendali trimestrali ecc. per addivenire a conclusioni operative, del tipo ” buy, hold, sell”.

Dott. Grimaldi, quindi la tecnologia aiuta sensibilmente nell’efficacia delle scelte?

L’efficacia secondo me appartiene ancora prevalentemente all’abilita’/professionalita’ dello specialista ( essere umano) piu’ che alla tecnologia; direi che l’efficienza del processo è ormai prevalentemente ” tecnologica“. Proprio quando efficienza ed efficacia utilizzano all’unisolo la tecnologia- mi riferisco ad esempio a quant fund, program traders, algoritmic traders ecc, che nelle loro gestioni operative si affidano esclusivamente alla ” tecnologia”- intravedo qualche effetto deleterio nel suo uso.Cio’ puo’ portare, quando questi programmi in ” piu’ mani “di trader/gestori” fanno contemporaneamente la stessa cosa- talvolta anche a leva!-, a improvvise volatilita’ dei mercati, direi a ” manipolazzioni” degli stessi che ” arrichiscono pochi” e “danneggiano molti”: una regolamentazione piu’ stringente al riguardo s’impone!

Insomma, dott. Grimaldi, l’uso della tecnologia non puo’ prescindere dall’abilita’ e direi deontologia professionale del gestore?

Proprio cosi. Un esempio mi sembra calzante al riguardo, l’uso dei derivati puo’ portare a ” sane” strategie di copertura del rischio oppure a pericolosissime operazioni speculative specie in presenza di elevato uso d’indebitamento ( leva). D’altra parte la ” chimica” e’ utilizzabile per salvare il ” malato terminale” oppure per costruire una bomba atomica da sterminio di massa!

Luca Turchi

Tutele per utenti di social network, blog e forum dedicati alla salute. Il testo originale

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Crescono le tutele per chi è iscritto a social network dedicati alla salute, partecipa a blog e a forum di discussione o segue siti web che si occupano esclusivamente di tematiche sanitarie; i gestori di questi siti, infatti, dovranno fornire agli utenti una specifica “avvertenza”, che informi sui rischi di esporsi in rete con la propria patologia.

Tutele per la privacy nei forum

Così stabiliscono le “Linee guida” per i siti web dedicati alla salute (che non riguardano comunque i servizi di assistenza sanitaria on line e la telemedicina) varate dal Garante della privacy e Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 42 del 20 febbraio 2012.

E’ in forte aumento il numero di utenti che, nell’ambio di siti web, blog, forum, social network si scambiano informazioni, inviano commenti, chiedono consigli o consulenze. E’ un fenomeno che, presenta evidenti vantaggi, ma anche potenziali rischi connessi alla pubblicazione e alla diffusione on line dei dati “sensibili” relativi alla loro salute.

In base alle Linee guida del Garante, i gestori di siti, blog, forum, social network dedicati a tematiche relative alla salute, che prevedano o meno la registrazione degli utenti, dovranno inserire nella loro home page una specifica “avvertenza di rischio”, il cui scopo sarà quello di richiamare l’attenzione sui rischi connessi al fatto di rendersi identificabili sul web in relazione alla propria patologia.

E’ concreta, infatti, la possibilità che tali informazioni possano essere indicizzate dai motori di ricerca o conosciuti da altri utenti Internet non necessariamente iscritti al sito.

L’utente, avvertito del rischio, potrà fare attenzione e decidere in modo più consapevole se inserire o meno dati personali (es. nome, cognome e-mail etc.) che possano rivelare, anche indirettamente, la propria identità o quella di terzi, così come se pubblicare foto o video che consentano di rendere identificabili persone e luoghi.

L’utente sarà invitato a dare conferma di aver preso visione dell’ “avvertenza di rischio”, barrando un’apposita casella.

I siti che prevedono la registrazione saranno tenuti anche ad informare gli utenti sugli scopi per i quali i dati sono richiesti, sulle modalità del loro trattamento, sui tempi di conservazione, sul diritto di cancellare, aggiornare, rettificare o integrare i dati così raccolti, come previsto dal Codice privacy.

Il Garante, infine, ha stabilito che i dati raccolti dai gestori dei siti dovranno essere protetti da rigorose misure di sicurezza, dovranno restare riservati e non essere comunicati o diffusi a terzi, e dovranno essere trattati solo da personale autorizzato.

Raccomandazioni per i Gestori di Siti web, esclusivamente dedicati alla salute che prevedono la registrazione dell’utente, connesse all’“avvertenza di rischio“:

  • avvertire l’utente di valutare con la necessaria attenzione l’opportunità, nei propri interventi, di inserire, o meno, dati personali (compreso l’indirizzo e-mail), che possano rivelarne, anche indirettamente, l’identità (si pensi, ad esempio, al caso in cui in cui l’utente, nel testimoniare la propria esperienza o descrivere il proprio stato di salute, inserisca riferimenti a luoghi, persone, circostanze e contesti che consentano anche indirettamente di risalire alla sua identità);
  • avvertire l’utente di valutare l’opportunità di pubblicare, o meno, foto o video che consentano di identificare o rendere identificabili persone e luoghi;
  • avvertire l’utente di prestare particolare attenzione alla possibilità di inserire, nei propri interventi (postati nei diversi spazi dedicati alla salute), dati che possano rivelare, anche indirettamente, l’identità di terzi, quali, ad esempio, altre persone accomunate all’autore del post dalla medesima patologia, esperienza umana o percorso medico;
  • specificare l’ambito di conoscibilità dei dati propri o altrui, immessi dall’utente, in particolare precisando se tali dati siano consultabili soltanto dagli iscritti al sito, ovvero da qualsiasi utente che acceda al sito stesso (reperibilità dei dati mediante funzionalità di ricerca interne al sito);
  • precisare se i dati sono indicizzabili e reperibili o meno anche dai motori di ricerca generalisti (Google, Yahoo etc.);
  • invitare l’utente a confermare, apponendo un segno di spunta in un’apposita casella, l’avvenuta presa visione dell’avvertenza di rischio.

L’avvertenza di rischio può essere richiamata dal gestore anche eventualmente attraverso l’inserimento, nella home page del sito, di un’immagine che rimandi l’utente al testo dell’avvertenza stessa.

Vulnerabilità in Video Embed & Thumbnail Generator per WordPress

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Alcune vulnerabilità sono state scoperte nel plugin Video Embed & Thumbnail Generator per WordPress, che può essere sfruttata da malintenzionati per compromettere un sistema vulnerabile.

L’input è passato a diverse funzioni nello script wp-content/plugins/video-embed-thumbnail-generator/kg_callffmpeg.php ma non è validato correttamente prima di essere utilizzato in una chiamata “exec ()” . Questo può essere sfruttato per iniettare ed eseguire comandi di shell arbitrari.

Le vulnerabilità sono state confermate nella versione 1.1. Altre versioni potrebbero essere colpiti.

Soluzione:

Aggiornare subito alla versione 2.0.3
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