Un titolo della rivista Wired nel 2010 ha affermato : “Il web è morto. Lunga vita ad Internet. ” Gli autori Chris Anderson e Michael Wolff hanno sostenuto che il World Wide Web è ” in declino mentre le apps mobili saranno sempre più in ascesa. Questo non è solo un dibattito sull’uso della tecnologia. Si tratta di visioni diverse del modo in cui la gente accede alle informazioni, impara, si diverte, e crea materiali con gli altri nell’era digitale. Anderson e Wolff hanno spiegato la loro visione in questo modo:
Per quanto amiamo il Web libero, lo stiamo abbandonando per i servizi più semplici, dal design accattivante che funzionano e basta …. Questa non è una distinzione banale. Nel corso degli ultimi anni, uno dei cambiamenti più importanti del mondo digitale è stato il passaggio dal Web alle piattaforme chiuse che utilizzano Internet per il trasporto, ma non il browser per la visualizzazione . Poiché gli schermi sono più piccoli, il traffico mobile tende ad essere guidato da software specializzato, per lo più applicazioni, progettate per un unico scopo. Per il bene delle esperienze sui dispositivi mobili, gli utenti dovranno rinunciare al browser. Essi utilizzano la Rete, ma non il web. Veloce batte flessibile …
Questo era inevitabile. E ‘il ciclo del capitalismo. La storia delle rivoluzioni industriali, dopo tutto, è una storia di battaglie per il controllo. Una tecnologia viene inventata, si diffonde, mille fiori sbocciano, e poi qualcuno trova il modo di catturarla, bloccando gli altri. Succede ogni volta …. Il Web generativo dove ognuno è libero di creare quello che vuole, continua a prosperare, spinto dagli incentivi di espressione, attenzione, reputazione, e simili. Ma il concetto di Web come mercato finale per la consegna digitale è ora in dubbio.
Insomma, Anderson e Wollf hanno chiaramente previsto l’ascesa del Web mobile, ma il dibattito che hanno lanciato con le applicazioni Web continua. E ‘in parte un dibattito sul futuro dei personal computer più piccoli, contro i dispositivi mobili portatili.
Le app superano ormai l'uso di software da desktop fissi. E' il mobile: i futuro di internet
Le tendenze confermano – Le tendenze sono abbastanza chiare. Strumenti mobili come smartphone, tablet, netbook e computer portatili sono ormai una fonte primaria di connettività Internet nei paesi altamente sviluppati, e l’adozione di strumenti tecnologici in regioni meno sviluppate del mondo è stato dominato da piccoli dispositivi wireless. Le ultime indagini sugli adulti americani del Pew Research Center & American Life Project mostrano che quasi i due terzi della gente usa la connessione al Web tramite smartphone, tablet PC, o un computer portatile.
Secondo le stime di Cisco, entro il 2016 ci saranno 10 miliardi di dispositivi Internet mobili in uso a livello globale. La popolazione mondiale è prevista a 7,3 miliardi nel 2016, in modo che i dispositivi saranno 1,4 per persona sul pianeta. Il traffico smartphone crescerà di 50 volte entro il 2016. In effetti, il Cisco “Visual Networking Index”, pubblicato nel mese di febbraio, riporta che ci sarà così tanto traffico generato tra il 2015 e il 2016 da smartphone, tablet e laptop che la quantità di movimento dati di Internet per quel solo anno sarà tre volte la dimensione stimata dell’intera Internet mobile nel dal 2000 al 2012.
Il boom della connettività mobile è stata accompagnato da un boom di innovazione e di vendita di applicazioni software mirate (apps). L‘IPhone di Apple e del suo App Store ha debuttato nel giugno 2007, l’iPad ha debuttato nel mese di aprile 2010. Il 3 marzo, Apple ha annunciato che 25 miliardi di applicazioni sono state scaricate. Allo stesso modo, l’Android Market di Google ha raggiunto 10 miliardi di download entro dicembre 2011.
Nel giugno del 2011, i ricercatori hanno riferito che il tempo speso sulle applicazioni ha cominciato a superare il tempo trascorso sul desktop o mobile Web. Il cambiamento riflette un aumento del 91% del tempo trascorso con le applicazioni tra giugno 2010 e giugno 2011. Nel dicembre 2011, l’azienda di previsione tecnologica del Gruppo Gartner prevede, “entro il 2015 i progetti di sviluppo di applicazioni mobili rivolte smartphone e tablet supereranno i progetti per PC nativi con un rapporto di 4 a 1. Smartphone e tablet rappresentano oltre il 90% della nuova crescita netta per i prossimi quattro anni “. Gartner prevede che 1 miliardo di smartphone sarà venduto nel 2014. Circa il doppio del numero di PC che ci si aspetta che saranno venduti in quell’anno.
Vulnerabilità mutliple sono state segnalate nel plugin Newsletter ALO EasyMail per WordPress, che può essere sfruttato da malintenzionati per condurre attacchi cross-site scripting.
Alcuni input di ingresso non vengono validati correttamente prima di essere restituito all’utente. Questo può essere sfruttato per eseguire codice HTML arbitrario e codice script nella sessione browser di un utente nel contesto del sito affetto.
Le vulnerabilità sono state riscontrate nelle versioni precedenti alla 2.4.5.
Soluzione Aggiornamento alla versione 2.4.5.
ALO EasyMail Newsletter è un plugin per WordPress che permette di scrivere e inviare newsletter, e raccogliere e gestire i sottoscrittori. Il plugin supporta l’internazionalizzazione e multilingue. È possibile aggiungere o aggiornare la traduzione nella propria lingua. Per rendere il pacchetto più leggero è possibile usare solo i file della tua lingua al suo interno. È possibile visitare http://code.google.com/p/alo-easymail/ per cercare i file di lingua (più aggiornate. MO e. File PO) .
La condivisione della stampante è una necessità molto forte nella vita d’ufficio. Vi proponiamo due modi per collegarla, tramite un rete per il lavoro quotidiano su sistema Windows, e tramite un servizio cloud-based offerto da Google per poter stampare, veramente, in ogni angolo del mondo.
Condividere la stampante in ufficio – La condivisione di una stampante richiede alcuni passaggi. In primo luogo, bisogna operare sul computer a cui è connessa o che gestisce la stampante. Aprite le impostazioni di condivisione avanzate facendo clic sul pulsante Start , quindi scegliete Pannello di controllo. Fate clic su Centro rete e condivisione e quindi, nel riquadro di sinistra, fate clic su Cambia impostazioni di condivisione avanzate.
Collegare una stampante nella rete d’ufficio o via web
Se la condivisione stampante è spenta, sotto Condivisione file e stampanti, selezionate Attiva condivisione file e stampanti, e quindi fate clic su Salva modifiche. Date ovviamente tutte le autorizzazioni e le password necessarie per consentire l’operazione. Ora è necessario condividere la stampante stessa. Sempre nel pannello di controllo selezionate dispositivi e stampanti. Fate clic con il tasto destro sulla stampante che si desidera condividere, quindi fate clic su Proprietà stampante. Raggiungete la scheda Condivisione e selezionare la casella di controllo Condividi la stampante.
Le altre persone sulla rete possono ora collegarsi a questa stampante. Tutto quello che dovete fare è aggiungere una stampante di rete ai loro computer. Per farlo tornate a Dispositivi e stampanti. Fate clic su Aggiungi stampante. Fate clic su Aggiungi una rete, wireless, o una stampante Bluetooth, fate clic sulla stampante condivisa,poi su Avanti e seguire le istruzioni sullo schermo.
Condividere una stampante nel mondo con Google Cloud Print – Finora abbiamo mostrato come collegare stampanti che si trovano nella stessa rete, o comunque nello stesso raggio di azione dell’ufficio. Ora immaginate uno scenario leggermente diverso dove la stampante è collegata al computer, ma la si vuole condividere con persone al di fuori della rete domestica. Per esempio, i vostri amici potrebbero essere in una città diversa e vorrebbero poter inviare lavori di stampa alla stampante tramite Internet. Si può fare tutto questo?
La risposta è sì! Google offre una tecnologia di stampa basata su web chiamata Cloud Printche consente di accedere alla stampante esistente da qualsiasi browser o telefono cellulare tramite Internet. Lo stesso servizio può essere utilizzato per condividere la stampante con chiunque altro sul web senza che esse siano parte della vostra rete domestica.
Condividere la stampante su Internet – Supponendo che la stampante sia collegata al computer Windows o Mac, ecco come si può condividere con amici e familiari ovunque:
Google Cloud Print permette di stampare con una interazione via mail
Aprite ilbrowser Google Chrome, scegliete Strumenti -> Opzioni (o Preferenze) -> e collegatevi a Google Print Cloud.
Scegliete “Registrazione stampante” per visualizzare tutte le stampanti collegate al computer che è possibile collegare via Internet attraverso Google Print Cloud.
Fare clic su “Gestisci le tue Stampanti“, selezionare l’opzione Stampanti e quindi evidenziare il nome della stampante che si desidera condividere con il mondo esterno.
Cliccate sul pulsante Condividi, digitate gli indirizzi email dei destinatari. E ‘facile come la condivisione di un documento di Google Docs con qualcuno in modalità di sola lettura
Il destinatario, con cui avrete condiviso la stampa, dovrebbe accedere a google.it/ Cloudprint utilizzando il proprio account Google e accettando la “stampante condivisa.”
Infine è sufficiente clicare sul pulsante “Stampa” sul sito web Cloud Print, caricare un file e stampare utilizzando il dispositivo condiviso.
Una volta dato il comando, la stampante dovrebbe entrare in funzione nell’arco di una decina di secondi. La procedura è perfettamente funzionante anche via mobile. Questo metodo non richiede alcun collegamento diretto e tutto funziona all’interno del browser.
Linux e Android sono due progetti open-source strettamente legati, ma sono stati finora distanti anni luce, almeno fino a ieri. Questo è quanto si evince dal lavoro di Linus Torvalds, leader del progetto Linux, che ha rilasciato una versione del kernel che getta un ponte tra i due mondi. La versione 3.3 include infatti parti del codice di Android.
Un’unione sempre avvenuta – A dire la verità, ogni telefono Android è sempre stato un telefono Linux. Anche se i programmatori che scrivono applicazioni Android utilizzano in genere una interfaccia come Java, è una versione di Linux personalizzata da Google che gestisce i dettagli come gli input da tastiera, il multitasking tra le varie app, e il mantenimento dei dati necessari in memoria. Ma finora l’Android di Google è sempre stato un codice separato, non riconosciuto e fuori dal repository principale garantito da Torvalds.
L'unione fra Linux e Android garantirà un enorme miglioramento dei progetti Open-Source
I benefici dell’accordo – L’odierna fusione di Google Android con il Linux di Torvalds dovrebbe rendere più facile la programmazione e il progresso per gli sviluppatori. Google potrà beneficiare di nuove funzionalità aggiunte alla linea principale di Linux e con meno problemi, mantenendo il suo codice in sincronia con lo sviluppo del kernel Linux. Allo stesso modo, coloro che usano Linux nei dispositivi mobili possono trarre beneficio dai miglioramenti che in precedenza dovevano essere sostanzialmente copiati dal lavoro di Google.
Google contribuirà quindi al codice open-source, aiutando la comunità con il proprio lavoro, così come con progetti open-source, targati Google. Un altro esempio che conferma l’unione fra i due codici è nel team di Google Android, che sta lavorando con i suoi fratelli open-source sul motore del browser WebKit. Google aveva lavorato sul browser mobile del suo Android con un progetto separato da WebKit, ma con l’arrivo di Chrome per Android, la versione mobile del suo browser si integra direttamente con il progetto WebKit.
Le dichiarazioni dei protagonisti – Torvalds ha annunciato il rilascio di Linux 3.3 la scorsa notte sulla mailing list del kernel Linux. Non parla della fusione con Android, ma si sa che è in corso da mesi quando Tim Bird, un programmatore che lavora in Sony, ha annunciato il “progetto mainlining Android” nel mese di dicembre. “Vorrei annunciare l’inizio di un progetto unire le caratteristiche di Android nel kernel Linux”, ha detto Bird.
Greg Kroah-Hartman, sviluppatore del kernel Linux di vecchia data, ha confermato di aspettarsi componenti del kernel Android in Linux 3.3 a. E in un’intervista del febbraio con Muktware, disse: “La release 3,3 del kernel vi permetterà di avviare un userspace Android senza alcuna modifica, sebbene la gestione dell’alimentazione non sia molto buona. Nella versione 3.4 del kernel si spera di poter correggere questo problema e arrivare ad una piena integrazione con Android.”
Il gruppo di hacker Anonymous, che ha colpito diversi siti fra cui quello di Equitalia, il sito del Vaticano e WordPress.org, potrebbe aver lanciato il suo sistema operativo personale. Soprannominato Anonymous OS Live, il sistema operativo, che è disponibile come download gratuito su Sourceforge, si basa sulla versione Ubuntu di Linux. Secondo una descrizione sulla pagina Sourceforge, il sistema operativo è progettato per “scopi didattici” e può anche essere usato per controllare “la sicurezza delle pagine web”.
Il sistema operativo lanciato dal gruppo Hacker Anonymous
Le persone dietro il software hanno costituito una pagina di Tumblr che fornisce notizie e aggiornamenti sul software. E proprietari hanno annunciato ieri che il sistema operativo è stato scaricato oltre 4.600 volte. Non è immediatamente chiaro chi ci sia dietro il sistema operativo. Anonymous non ha alcuna gerarchia centrale, e in molti casi, le parti del gruppo fanno quello che vogliono. In altre parole, non vi è alcun modo per sapere se questo sistema operativo è stato approvato da tutto il gruppo, o è il frutto di pochi membri.
Contraddizioni e paura per Linux – Questa frammentazione nel gruppo è evidente in un tweet inviato ieri, e un altro questa mattina, da @ Anonops, un account Twitter che afferma di parlare per conto del gruppo Anonymous. @Anonops ha scritto che il sistema operativo “è falso” e “solo una spugna di virus Trojan”.
Disperati i sostenitori di Linux che temono che si sviluppi paura attorno al sistema operativo libero. “Per favore la gente, nel nostro mondo, nel mondo Linux e opensource, non c’è virus (sic). “Se volete credere che un utente possa aver contratto da quel sistema operativo un trojan non scaricatelo ma non cadete nell’errore di credere che il mondo Linux è pericoloso e pieno di virus. ” si legge su twitter.
Nel frattempo, specie su Facebook, Anonymous OS Live è stato scaricato circa 21.000 volte. E ‘stato raccomandato da 36 persone, mentre 22 hanno detto che è meglio stare alla larga.
La tecnologia come elemento fondamentale per la gestione dei fondi azionari. Vittorio Grimaldi, notogestore di fondi azionariper importanti aziende come la San Paolo IMI Asset Management e dopo un periodo in Banca Sella ora consulente presso la banca internazionale Pictet ci spiega come l’informatica viene in aiuto della gestione finanziaria dei patrimoni.
Grimaldi e la gestione dei fondi azionari
Innanzitutto Buongiorno Dott. Vittorio Grimaldi e grazie dell’intervista. In che modo la tecnologia, facendo esempi concreti, aiuta a meglio gestire i fondi, dott. Grimaldi?
Al riguardo si puo’ osservare che oggi la maggior parte dei gestori di fondi utilizza una ” piattaforma bloomberg” cui accede mediante una sua personale ” password”, contro un corrispettivo annuo. Essa oggi si pone rispetto alla gestione dei fondi come ad esempio l’iphone si pone rispetto al modo piu’ efficiente di comunicare. E’ continuamente ” upgradata” ( migliorata) per meglio seguire le molteplici esigenze gestionali.
Nella quotidianita’ oltre a costituire lo strumento piu’ efficiente- ” in real time”-per la conoscenza di informazioni quantitative e qualitative delle principali variabili micro, quali prezzi di azioni con relative notizie societarie, e macro, andamento dei tassi d’interesse e di cambio con relativa pubblicazione di notizie macroeconomiche, la parte a piu’ elevato valore aggiunto e’ quella che io definisco personalmente del ” macinacaffe'”.
Cosa significa? Gli ingredienti disponibili – molto esaustivi per ogni tipo di analisi- e disponibili in modo indifferenziato per tutti i suoi utilizzatori possono essere poi raggruppati in tabelle, statistiche ecc. che ogni gestore puo’ personalizzare per cui, rimanendo nell’esempio, a parita’ di ingredienti il ” caffe’ macinato” puo’ essere completamente diverso e quindi portare a conclusioni operative divergenti: senza ” la mano dell’uomo” a mio avviso, ogni tecnologia, anche quella dei robots, lascia il tempo che trova.
In sintesi, il pilota e’ importante come , se non piu’, della ” Ferrari” per vincere la corsa. L’estremizzazione di quanto detto porta alla creazione di ” sistemi proprietari personalizzati” che costituiscono efficaci strumenti di gestione dei fondi; peraltro vanno continuamente ” monitorati” e ” upgradati” ( termine ” tecnologico” per dire migliorati). Per la gestione delle azioni, comparto di mia specifica competenza, detti sistemi utilizzano numerosi variabili quali indicatori empirici ( p/e, p/bv….), intervalli di confidenza di stime IBES, statistiche relative a ” better than/lower than” dei risultati aziendali trimestrali ecc. per addivenire a conclusioni operative, del tipo ” buy, hold, sell”.
Dott. Grimaldi, quindi la tecnologia aiuta sensibilmente nell’efficacia delle scelte?
L’efficacia secondo me appartiene ancora prevalentemente all’abilita’/professionalita’ dello specialista ( essere umano) piu’ che alla tecnologia; direi che l’efficienza del processo è ormai prevalentemente ” tecnologica“. Proprio quando efficienza ed efficacia utilizzano all’unisolo la tecnologia- mi riferisco ad esempio a quant fund, program traders, algoritmic traders ecc, che nelle loro gestioni operative si affidano esclusivamente alla ” tecnologia”- intravedo qualche effetto deleterio nel suo uso.Cio’ puo’ portare, quando questi programmi in ” piu’ mani “di trader/gestori” fanno contemporaneamente la stessa cosa- talvolta anche a leva!-, a improvvise volatilita’ dei mercati, direi a ” manipolazzioni” degli stessi che ” arrichiscono pochi” e “danneggiano molti”: una regolamentazione piu’ stringente al riguardo s’impone!
Insomma, dott. Grimaldi, l’uso della tecnologia non puo’ prescindere dall’abilita’ e direi deontologia professionale del gestore?
Proprio cosi. Un esempio mi sembra calzante al riguardo, l’uso dei derivati puo’ portare a ” sane” strategie di copertura del rischio oppure a pericolosissime operazioni speculative specie in presenza di elevato uso d’indebitamento ( leva). D’altra parte la ” chimica” e’ utilizzabile per salvare il ” malato terminale” oppure per costruire una bomba atomica da sterminio di massa!
Crescono le tutele per chi è iscritto a social network dedicati alla salute, partecipa a blog e a forum di discussione o segue siti web che si occupano esclusivamente di tematiche sanitarie; i gestori di questi siti, infatti, dovranno fornire agli utenti una specifica “avvertenza”, che informi sui rischi di esporsi in rete con la propria patologia.
Tutele per la privacy nei forum
Così stabiliscono le “Linee guida” per i siti web dedicati alla salute (che non riguardano comunque i servizi di assistenza sanitaria on line e la telemedicina) varate dal Garante della privacy e Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 42 del 20 febbraio 2012.
E’ in forte aumento il numero di utenti che, nell’ambio di siti web, blog, forum, social network si scambiano informazioni, inviano commenti, chiedono consigli o consulenze. E’ un fenomeno che, presenta evidenti vantaggi, ma anche potenziali rischi connessi alla pubblicazione e alla diffusione on line dei dati “sensibili” relativi alla loro salute.
In base alle Linee guida del Garante, i gestori di siti, blog, forum, social network dedicati a tematiche relative alla salute, che prevedano o meno la registrazione degli utenti, dovranno inserire nella loro home page una specifica “avvertenza di rischio”, il cui scopo sarà quello di richiamare l’attenzione sui rischi connessi al fatto di rendersi identificabili sul web in relazione alla propria patologia.
E’ concreta, infatti, la possibilità che tali informazioni possano essere indicizzate dai motori di ricerca o conosciuti da altri utenti Internet non necessariamente iscritti al sito.
L’utente, avvertito del rischio, potrà fare attenzione e decidere in modo più consapevole se inserire o meno dati personali (es. nome, cognome e-mail etc.) che possano rivelare, anche indirettamente, la propria identità o quella di terzi, così come se pubblicare foto o video che consentano di rendere identificabili persone e luoghi.
L’utente sarà invitato a dare conferma di aver preso visione dell’ “avvertenza di rischio”, barrando un’apposita casella.
I siti che prevedono la registrazione saranno tenuti anche ad informare gli utenti sugli scopi per i quali i dati sono richiesti, sulle modalità del loro trattamento, sui tempi di conservazione, sul diritto di cancellare, aggiornare, rettificare o integrare i dati così raccolti, come previsto dal Codice privacy.
Il Garante, infine, ha stabilito che i dati raccolti dai gestori dei siti dovranno essere protetti da rigorose misure di sicurezza, dovranno restare riservati e non essere comunicati o diffusi a terzi, e dovranno essere trattati solo da personale autorizzato.
Raccomandazioni per i Gestori di Siti web, esclusivamente dedicati alla salute che prevedono la registrazione dell’utente, connesse all’“avvertenza di rischio“:
avvertire l’utente di valutare con la necessaria attenzione l’opportunità, nei propri interventi, di inserire, o meno, dati personali (compreso l’indirizzo e-mail), che possano rivelarne, anche indirettamente, l’identità (si pensi, ad esempio, al caso in cui in cui l’utente, nel testimoniare la propria esperienza o descrivere il proprio stato di salute, inserisca riferimenti a luoghi, persone, circostanze e contesti che consentano anche indirettamente di risalire alla sua identità);
avvertire l’utente di valutare l’opportunità di pubblicare, o meno, foto o video che consentano di identificare o rendere identificabili persone e luoghi;
avvertire l’utente di prestare particolare attenzione alla possibilità di inserire, nei propri interventi (postati nei diversi spazi dedicati alla salute), dati che possano rivelare, anche indirettamente, l’identità di terzi, quali, ad esempio, altre persone accomunate all’autore del post dalla medesima patologia, esperienza umana o percorso medico;
specificare l’ambito di conoscibilità dei dati propri o altrui, immessi dall’utente, in particolare precisando se tali dati siano consultabili soltanto dagli iscritti al sito, ovvero da qualsiasi utente che acceda al sito stesso (reperibilità dei dati mediante funzionalità di ricerca interne al sito);
precisare se i dati sono indicizzabili e reperibili o meno anche dai motori di ricerca generalisti (Google, Yahoo etc.);
invitare l’utente a confermare, apponendo un segno di spunta in un’apposita casella, l’avvenuta presa visione dell’avvertenza di rischio.
L’avvertenza di rischio può essere richiamata dal gestore anche eventualmente attraverso l’inserimento, nella home page del sito, di un’immagine che rimandi l’utente al testo dell’avvertenza stessa.
L’input è passato a diverse funzioni nello script wp-content/plugins/video-embed-thumbnail-generator/kg_callffmpeg.php ma non è validato correttamente prima di essere utilizzato in una chiamata “exec ()” . Questo può essere sfruttato per iniettare ed eseguire comandi di shell arbitrari.
Le vulnerabilità sono state confermate nella versione 1.1. Altre versioni potrebbero essere colpiti.
Soluzione:
Aggiornare subito alla versione 2.0.3 Hai problemi con il tuo WordPress o con i tuoi plugin e la sicurezza? Chiedi senza problemi
Una vulnerabilità è stata scoperta nel WP-RecentComments plugin per WordPress, che può essere sfruttata da malintenzionati per condurre attacchi di tipo SQL injection.
L’input passato tramite il parametro “id” a index.php (quando “action” è impostato su “rc-content”) non viene validato correttamente prima di essere utilizzato in una query SQL. Questo può essere sfruttato per manipolare le query SQL iniettando codice SQL arbitrario.
La vulnerabilità è stata confermata nella versione 2.0.7. Altre versioni potrebbero essere colpite.
Al momento non ci sono aggiornamenti del plugin da parte dell’autore.
Cosa fare
Al momento si può solamente editare direttamente il codice ed inserire un controllo dell’input. Ma bisogna conoscere attentamente tutto il codice del Plugin, in caso contrario è meglio disattivare il plugin e cancellarlo dal server fino ad avvenuto upgrade dell’autore.
Hai problemi con il tuo WordPress o con i tuoi plugin e la sicurezza? Chiedi senza problemi
Aprire una pagina Facebook aziendale è facile quanto divertente, nonchè enormemente di moda, visto che Facebook sembra essere ormai elemento imprescindibile di una corretta presenza sui social media. Altrettanto facile ma meno gratificante, però, il vedere poche persone sulla nostra pagina, e un flusso di utenti che rimane sempre piuttosto basso, nonostante tutta la buona volontà. Vediamo insieme come creare e diffondere non solo una pagina Facebook di successo, ma che porti risultati economicamente validi, perchè il nostro sforzo venga premiato.
Ottenere fan alla pagina aziendale
Invitate gli amici Iniziate dal passo più semplice. Ognuno di noi ha un certo numero di amici e colleghi di lavoro iscritti a Facebook, e la piattaforma consente di invitare i propri contatti a diventare fan, ovvero a cliccare sul fatidico “Mi piace” nella nostra pagina. Possiamo farlo cliccando su “Edita Pagina” – Risorse – Dillo ai tuoi Fan”. E’ possibile sfruttare l’opzione “Aggiungi un file di contatti” ovvero un elenco CSV di mail, non superiore ai 5000 record, i cui proprietari verranno automaticamente invitati a seguire la nostra pagina.
Il Facebook LikeBox, uno dei principali strumenti per ottenere Like alla propria pagina
E’ possibile anche aggiungere i contatti della propria webmail, unica eccezione l’inbox Gmail, che non viene supportata, e per la quale è necessario passare attraverso la creazione del file CSV. Tenete ben presente che alcuni contatti diventeranno fan, altri invece no, perchè non saranno interessati. In questo caso non cadete nella tentazione di inviare un invito più volte, o fatelo solo se offrite un qualche tipo di bonus, o di vantaggio. Ma evitate di diventare ripetitivi e noiosi. Allo stesso tempo, inserite un link in fondo a ogni mail lavorativa che inviate. Sembra una soluzione di poco conto, ma può portare molti più iscritti di quanti immaginate.
Aggiungete un Like Box sul vostro sito Altro elemento fondamentale, se disponete di un sito internet aziendale, è sicuramente quello di pubblicare un box di Facebook integrato attraverso il quale i vostri lettori/clienti possono diventare fan delle vostre pagine. Per farlo andate su “Edita pagina – Risorse – Usa i Plugin Social – Like Box”. Completate le opzioni a disposizione e richiedete il codice. Una volta incollato in una qualsiasi parte del vostro sito, il gioco è fatto. Pubblicatelo nella pagine del vostro portale, ma non solo in home page: anche nelle pagine interne e nelle landing page che usate per le campagne pubblicitarie.
Parte 2 – Aggiornare la pagina Facebook
Potreste pensare che per ottenere molti iscritti la carta vincente sia quella di invitare molti amici, e diffondere continui link alla pagina. Errore. Il modo migliore in assoluto è quello di aggiornare la pagina con contenuti realmente interessanti. Fate questo e i vostri fan aumenteranno senza che dobbiate fare qualcosa in particolare. Vediamo come aggiornare al meglio un pagina Facebook
Ottenete uno username unico La prima cosa che dovete fare è qualla di sostituire quella lunga serie di cifre che identifica la vostra pagina Facebook nella barra degli indirizzi, con un testo più accattivante e che vi aiuterà anche a livello di posizionamento sui motori di ricerca. Utilizzate l’apposita funzione di Facebook. Ricordate che una volta impostato un nome, non lo potrete più modificare nè trasferire ad un’altra pagina, quindi accertatevi di essere loggati non con il vostro profilo personale, ma con la pagina Business: potete eseguire il passaggio dall’account personale alla pagina in ogni momento cliccando a destra su “Loggati come Profilo/Pagina”.
Informazioni complete sulla vostra azienda Non lasciate la vostra pagina incompleta. Completate tutti i campi, con tutte le informazioni possibili, aggiungete foto, immagini del profilo, interessi e se avete un blog o sito aziendale ovviamente linkatelo, aggiungendo da subito del contenuto originale prelevato dal vostro portale.
Il sondaggio è un ottimo approccio per l’interazione con il cliente
Linkate anche gli altri Non siate accentratori. La pagina Facebook consente di linkare altri siti: citate siti di partner, fornitori o clienti particolarmente fedeli, e darete un senso di completezza alla pagina che renderà gli utenti molto più fiduciosi e felici. Cercate di linkare non tanto altri siti aziendali, statici per quanto ben fatti, ma articoli, dossier, notizie dei partner che abbiano un senso.
Fate domande Una cosa che ha sempre avuto molta presa sugli utenti sono le domande e i sondaggi. Facebook dispone di un sistema molto avanzato per i poll. Chiedete spesso consigli e suggerimenti sui vostri prodotti e servizi, ma anche argomenti correlati. Non limitatevi solamente a chiedere “Vi piacciono le soluzioni delle nostre polizze assicurative?”, aprite la mente e chiedete anche. “Vi sentite più sicuri a casa vostra, in ufficio o a casa dei vostri genitori?”
Aggiornamenti Personali Le considerazioni personali aggiungono un tocco di originalità e di calore alla pagina. Non scadete nell’informare i vostri clienti che la pizza vi è venuta male, non interessa a nessuno e potete farlo nel vostro account personale. Ma potete citare un libro che state leggendo, una cosa che avete imparato sul lavoro o su quali progetti state lavorando. Un consiglio personale: moltissimi su Facebook vengono presi da una sorta di mania filosofica, e cominciano a postare aforismi e frasi. Fatelo solo se siete per natura così, ma non forzate e non assumete atteggiamenti che nella vita reale non avreste.
Rispondete ai commenti Ci sono pagine di aziende anche importanti, stracolme di domande di utenti lasciate completamente ignorate. Il contatto con il pubblico è fondamentale, per questo parlate, rispondete con calma e completezza alle domande, e se vi vengono posti consigli o critiche, non censurate il commento e non mettetevi sulla difensiva. Ringraziate del contributo e fatene tesoro, includendo fra le risposte ciò che voi pensate di dover fare per migliorare.
Integrate Facebook con gli altri social Un’altra mossa vincete sta sicuramente nell’integrare più social con Facebook, il che rende anche più semplice la gestione delle informazioni, con la pubblicazione simultanea di più aggiornamenti e notizie.
Innanzitutto potete integrare qualsiasi cosa dal vostro sito/blog tramite i Feed RSS: se non avete un blog e volete aprirlo, potete scegliere Networked Blog, dove basta loggarsi a Facebook con il proprio account, registrare il vostro blog e completare il processo di iscrizione. Qualsiasi cosa verrà pubblicata su questa piattaforma, oppure solo determinati post o categorie, verrà condiviso immediatamente.
Facebook permette altresì una completa integrazione con Twitter, permettendovi di scegliere quali aggiornamenti dovranno essere condivisi come Tweet presso i vostri follower. Per quanto riguarda LinkedIN, non esiste attualmente la possibilità di pubblicare risorse direttamente da Facebook, e quindi vi suggeriamo prima di collegare, come appena spiegato, Facebook con Twitter, e poi di andare nel vostro account LinkedIN e aggiungere l’applicazione Tweets, in modo da utilizzare Twitter come ponte di comunicazione. Il neo-arrivato Google Plus si integra alla perfezione con gli account personali, ma non con le pagine. In questo caso conviene operare su Facebook, aggiungendo la tab di Google Plus fra le applicazioni installabili.
Parte 3 – I contenuti speciali
Concedere solo ai fan della pagina contenuti speciali. Il migliore turbo per la pagina Facebook
Ottenuti i primi iscritti, e creato un flusso di contenuti interessanti, siamo certi che i vostri fan stiano aumentano considerevolmente e in modo spontaneo. Ma ecco un’altra mossa decisiva, le Reveal Tabs. Si tratta di informazioni, testuali o grafiche, che sono visibili solamente a coloro che hanno già cliccato sul Like della nostra pagina. Obiettivo di questo approccio è quello di offrire contenuti esclusivi solo ai fan, il che può drasticamente aumentare il numero di persone che si abboneranno alla pagina. PageModo è indubbiamente la migliore applicazioni da usare per creare contenuti riservati.
Nel caso di Pagemodo abbiamo un editor visuale che permette di creare grafiche abbastanza accattivanti senza conoscere l’html. Si deve poi incollare il codice nella propria pagina, il che è assolutamente gratuito, oppure creare una nuova pagina direttamente da Pagemodo, il che richiede l’abbonamento al pacchetto Pro (circa 10 euro al mese).
North Social è un servizio a pagamento, circa 15 euro al mese, ma ragiona in modo diverso. Il tool Fan Offer inizia a collegarsi direttamente con la pagina di Facebook e permette di lavorare direttamente nell’account senza dover copia/incollare nessun codice. L’applicazione è basata su aree di lavoro molto intuitive, la prima che racchiude la parte pubblica, l’altra dove possiamo posizionare gli elementi solo per i fan. Possiamo quindi creare l’invito ad un sondaggio molto accattivante, e ripetere lo stesso sondaggio, stavolta con la possibilità di rispondere e di visualizzare le statistiche o i commenti, solo a coloro che avranno cliccato sul Like. Se volete preparare le immagini sappiate che le dimensioni di lavoro sono di 520×800 pixel.
Parte 4 – L’e-commerce su Facebook
Sebbene sia meglio utilizzare Facebook per quello che è, ovvero una piattaforma per la discussione e il confronto personale possiamo aggiungere un e-commerce nella nostra pagina, che, se abbinato ad una corretta gestione dell’utenza, può portare buoni frutti. La prima applicazione che ci viene in aiuto è StoreFront da usarsi se avete già un e-commerce avviato sul web.
StoreFront permette di aprire un e-commerce completo su Facebook
In questo caso, infatti, StoreFront, una volta registrati, mette a disposizione una piattaforma su cui importare i prodotti manualmente, via feed XML o foglio CSV. Ovviamente tutti i prodotti sono condivisibili su ogni social network. A livello di costi siamo sulla settimana di prova gratuita, poi possiamo scegliere fra il piano base, che però non include l’import via XML nè tool particolarmente potenti per l’acquisto direttamente su Facebook, mentre la versione più completa permette un acquisto intermente basato su Facebook, oltre all’integrazione con Amazon, un negozio su eBay o Etsy.
Statistiche Facebook Insight dà una relazione dettagliata di quello che succede sulla pagina. Si tratta di una funzione che può essere curiosa se creiamo una pagina per gli amici, fondamentale se la pagina ha uno scopo di Business. Il servizio è una funzione gratuita e nativa di Facebook, che permette di controllare quantità di utenti, post più letti, commenti, tempo trascorso sulla pagina e comportamento.
Conclusione – Con gli strumenti in mano possiamo veramente usare Facebook per fare Business. Ma è necessario avere il giusto atteggiamento che a mio parere si racchiude in tre punti. Primo: informatevi. Leggete anche altre guide, scritte da giornali o utenti. Secondo: partecipate sinceramente, il che significa, come accennavo prima, mostrare i propri prodotti per quello che sono, e noi stessi per quelli che siamo. Non atteggiatevi a filosofi o esperti di ciò che non siete perchè non funziona. Terzo: siate umili. Se non sapete qualcosa studiate, se un commento su un servizio non è positivo controllate e migliorate, se gli utenti vi chiedono una cosa cercate di accontentarli e Facebook diventerà un potente strumento per il vostro Business.
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