13 Novembre 2025
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Oppo Find N recensione

Gli eventi dell’INNO Day di Oppo sono stati molto interessanti ma senza dubbio il Find N è stato il vero spettacolo.

L’iconica serie Find sta lanciando il suo primo smartphone pieghevole e ha un aspetto fantastico. Il nuovo Oppo Find N è più piccolo del più recente Galaxy Fold e utilizza un design senza spazi grazie alla sua cerniera Flexion di sua invenzione. Ma ottiene anche la migliore funzionalità che Fold può offrire: il suo schermo Dynamic AMOLED pieghevole prodotto da Samsung o almeno una sua versione ridotta.

Quindi, Find N è costruito attorno a uno schermo AMOLED pieghevole da 7,1 pollici realizzato da Samsung. Supporta 120Hz dinamici, HDR10+ e ha la stessa nitidezza di Fold3 – circa 370ppi. A differenza del Fold, il Find N ha un foro per la fotocamera selfie interna invece di uno sotto lo schermo.

Il Find N ha un altro schermo all’esterno, ovviamente. È un AMOLED da 5,49 pollici quasi senza cornice, anch’esso perforato, con densità di 402ppi e protezione Gorilla Glass Victus. La frequenza di aggiornamento per questo pannello è fissa a 60Hz. Entrambi gli schermi supportano un’ampia gamma di colori, sono ugualmente calibrati per un’eccellente corrispondenza dei colori e possono offrire fino a 1000 nit di luminosità di picco.

Un altro foglio Gorilla Glass Victus mantiene la parte posteriore al sicuro, escludendo la configurazione a tre fotocamere. Il primario da 50 MP, l’ultrawide da 16 MP e gli snapper con zoom da 13 MP si trovano su un bellissimo pezzo di ceramica.

Lo schermo esterno è molto più simile a un normale smartphone rispetto a Z Fold. A 5,49 pollici con un rapporto di aspetto di 2:1, è in realtà molto utilizzabile: se non fosse per il dispositivo piegato che è due volte più spesso di un normale telefono. La cerniera crea una cornice più grande sul lato sinistro dello schermo, ovviamente, ma non è invadente. La più grande lamentela sullo schermo esterno è che è solo a 60Hz, il che non sarebbe necessariamente un problema, ma sembra assurdo quando lo schermo interno più grande e molto più liscio.

Oppo Find N specifiche

  • Corpo: 132,6×140.2×8,0 mm, 275 g; Pannelli esterni Gorilla Glass Victus, telaio in alluminio, copertura in plastica sopra lo schermo pieghevole.
  • Display interno: AMOLED pieghevole da 7,1″, 120Hz, HDR10+, 1000 nit (picco), risoluzione 1792x1920px, proporzioni 8,4:9, 370ppi; Display esterno: AMOLED da 5,49″, 60Hz, 988 x 1972 pixel, 402ppi, rapporto 18:9, Corning Gorilla Glass Victus.
  • Chipset: Qualcomm SM8350 Snapdragon 888 5G (5 nm): Octa-core (1×2,84 GHz Kryo 680 e 3×2,42 GHz Kryo 680 e 4×1,80 GHz Kryo 680); Adreno 660.
  • Memoria: 256 GB 8 GB RAM, 512 GB 12 GB RAM; UFS 3.1.
  • Sistema operativo/software: Android 11, ColorOS 12.
  • Fotocamera posteriore: Grandangolo (principale) : 50 MP, f/1,8, 24 mm, 1/1,56″, 1,0 µm, PDAF omnidirezionale, OIS; Ultra grandangolare : 16 MP, f/2,2, 14 mm, 1/3,09″, 1,0 µm ; Teleobiettivo : 13 MP, f/2.4, 52 mm, 1/3.4″, 1.0µm, PDAF.
  • Fotocamera anteriore: interna: 32 MP, f/2,4, 1/2,8″, 0,8 µm; esterna: 32 MP, f/2,4, 1/2,8″ m 0,8 µm.
  • Acquisizione video: Fotocamera posteriore : 4K@60fps, 1080p@60/240fps (giroscopio-EIS); Fotocamera frontale : 1080p@30fps, giroscopio-EIS.
  • Batteria: 4.500 mAh; Ricarica rapida 33 W, Ricarica wireless rapida 15 W, Ricarica wireless inversa 10 W.
  • Varie: lettore di impronte digitali (montato lateralmente); NFC; Altoparlanti stereo.

Le fotocamere di Oppo

La fotocamera principale utilizza un sensore Sony IMX766 da 50 MP, un imager Quad-Bayer da 1/1,56″ con pixel da 1,0 µm. Ha un obiettivo stabilizzato da 24 mm f/1,6. È disponibile un PDAF omnidirezionale a tutti i pixel.

La fotocamera ultrawide si basa su un sensore Sony IMX481 da 16 MP, un imager da 1/3,06″ con pixel da 1,0 µm. Si trova dietro un obiettivo da 14 mm f/2,2 e la messa a fuoco è fissa all’infinito.

Il teleobiettivo utilizza un sensore Samsung S5K3M5 1/3.4″ da 13MP con pixel da 1.0µm e obiettivo f/2.4 52mm per zoom ottico 2x.

Le due fotocamere selfie utilizzano sensori Sony IMX615 1/2,8″ da 32 MP con filtri colorati Quad-Bayer e pixel da 0,8 µm. Anche gli obiettivi sono identici, entrambi con un’apertura f/2.4. La messa a fuoco, ovviamente, è fissa.

Oppo non è così ambizioso come Samsung con il suo software personalizzato per il multitasking, ma ci sono alcuni gesti che aiutano a sfruttare al meglio lo schermo più grande. Puoi pizzicare con quattro dita per comprimere un’app a schermo intero in una colonna mobile più piccola o dividere lo schermo a metà scorrendo con due dita verso il basso. Oppo ha anche personalizzato molte delle proprie app con funzionalità progettate per lo schermo pieghevole: ad esempio, se lo si apre ad angolo, l’app musicale può visualizzare i testi nella metà superiore.

Diritto all’oblio. Cos’è e come utilizzarlo

Il diritto all’oblio è il diritto alla rimozione di informazioni private su una persona dalle ricerche su Internet e da altre directory in determinate circostanze. Il concetto è stato discusso e messo in pratica in diverse giurisdizioni, tra cui Argentina, Unione Europea (UE) e Filippine. La questione è nata dal desiderio degli individui di determinare lo sviluppo della propria vita in modo autonomo, senza essere stigmatizzati perennemente o periodicamente come conseguenza di una specifica azione compiuta nel passato“.

C’è stata polemica sulla praticità di stabilire un diritto all’oblio (rispetto all’accesso alle informazioni) come diritto umano internazionale. Ciò è in parte dovuto alla vaghezza delle attuali sentenze che tentano di attuare tale diritto. Inoltre, vi sono preoccupazioni sul suo impatto sul diritto alla libertà di espressione, sulla sua interazione con il diritto alla privacy e sul fatto che la creazione di un diritto all’oblio riduca la qualità di Internet attraverso la censura e la riscrittura della storia. Chi è a favore del diritto all’oblio ne cita la necessità a causa di questioni come il revenge porn o pornositi e ricatti online che compaiono negli elenchi dei motori di ricerca per il nome di una persona, così come le istanze di questi risultati che fanno riferimento a piccoli reati che le persone potrebbero aver commesso in passato. La preoccupazione centrale risiede nell’influenza potenzialmente indebita che tali risultati possono esercitare sulla reputazione online di una persona quasi indefinitamente se non vengono rimossi.

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Le basi del diritto all’oblio

Le legislazioni europee sulla protezione dei dati mirano a proteggere le informazioni private potenzialmente dannose sugli individui, ma invece di un “diritto all’oblio” viene implementato un “diritto alla cancellazione dei dati” più limitato. La nozione di “diritto all’oblio” deriva da numerose idee europee preesistenti. C’è una convinzione di vecchia data nel Regno Unito, in particolare ai sensi del Rehabilitation of Offenders Act, che dopo un certo periodo di tempo, molte condanne penali vengono “annullate”, il che significa che le informazioni relative a tale persona non dovrebbero essere prese in considerazione quando si ottiene un’assicurazione o si cerca lavoro. Allo stesso modo, la Francia segue questo diritto. Le opinioni sul diritto all’oblio differiscono notevolmente tra gli Stati Uniti e i paesi dell’UE. Negli Stati Uniti, la trasparenza, il diritto alla libertà di parola secondo il Primo Emendamento e il “diritto alla conoscenza” sono generalmente preferiti rispetto alla rimozione o all’aumento della difficoltà di accedere a informazioni pubblicate in modo veritiero riguardanti individui e società. Sebbene il termine “diritto all’oblio” sia un’idea relativamente nuova, la Corte di giustizia europea ha legalmente consolidato che il “diritto all’oblio” è un diritto umano quando si è pronunciata contro Google nel caso Costeja il 13 maggio 2014.

Nel 1995, l’ Unione Europea ha adottato la Direttiva Europea sulla Protezione dei Dati (Direttiva 95/46/CE) per regolamentare il trattamento dei dati personali. Questo è ora considerato una componente della legge sui diritti umani. La nuova proposta europea di regolamento generale sulla protezione dei dati fornisce protezione ed esenzione per le società elencate come società “media”, come giornali e altre opere giornalistiche. Tuttavia, Google ha volutamente rinunciato a essere classificata come azienda “media”, quindi l’azienda non è protetta. I giudici dell’Unione europea hanno stabilito che, poiché la società internazionale, Google, è un raccoglitore e un elaboratore di dati, dovrebbe essere classificata come “responsabile del trattamento” ai sensi della direttiva sulla protezione dei dati dell’UE. Questi “titolari del trattamento” sono tenuti ai sensi del diritto dell’UE a rimuovere i dati “inadeguati, irrilevanti o non più pertinenti”, rendendo questa direttiva di importanza globale.

Google e l’Unione Europea

All’articolo 12 della direttiva 95/46/CE, l’UE ha fornito una base giuridica alla protezione delle persone su Internet. Nel 2012 la Commissione europea ha divulgato un progetto di regolamento europeo sulla protezione dei dati per sostituire la direttiva, che includeva una protezione specifica nel diritto all’oblio all’articolo 17. [19] Un diritto all’oblio è stato sostituito da un diritto più limitato diritto di cancellazione nell’articolo 17 della versione del GDPR che è stata adottata dal Parlamento europeo nel marzo 2014 e che è diventata legge dell’UE nell’aprile 2016.

Per esercitare il diritto all’oblio e richiedere la rimozione da un motore di ricerca, è necessario compilare un modulo tramite il sito web del motore di ricerca. La procedura di richiesta di rimozione di Google richiede che il richiedente identifichi il proprio paese di residenza, informazioni personali, un elenco degli URL da rimuovere insieme a una breve descrizione e, in alcuni casi, l’allegato di un documento di identità. Il richiedente riceve un’email da Google che conferma la richiesta, ma la richiesta deve essere valutata prima di essere approvata per la rimozione. Se la richiesta viene approvata, le ricerche che utilizzano il nome della persona non comporteranno più la visualizzazione del contenuto nei risultati di ricerca. Il contenuto rimane online e non viene cancellato. Dopo che una richiesta è stata soddisfatta, il loro team di rimozione esamina la richiesta, soppesando “il diritto alla privacy dell’individuo contro il diritto del pubblico di sapere“, decidendo se il sito web è “inadeguato, irrilevante o non più pertinente, o eccessivo rispetto alle finalità per quale sono stati elaborati”. Google ha formato un consiglio consultivo di vari professori, avvocati e funzionari governativi di tutta Europa per fornire linee guida per queste decisioni. Tuttavia, il processo di revisione è ancora un mistero per il grande pubblico. Le linee guida stabilite dai regolatori dell’UE non sono state rilasciate fino a novembre 2014, ma Google ha iniziato ad agire su questo molto prima di allora, il che ha permesso loro di “modellare l’interpretazione ai propri fini”. Nel maggio 2015, ottanta accademici hanno chiesto a Google una maggiore trasparenza in una lettera aperta.

Se Google rifiuta una richiesta di scollegamento del materiale, gli europei possono fare appello alla loro agenzia locale per la protezione dei dati. A maggio 2015, l’Agenzia britannica per la protezione dei dati ha trattato 184 reclami di questo tipo e ha annullato la decisione di Google in circa un quarto di questi. Se Google non si attiene a una decisione dell’Agenzia per la protezione dei dati, può affrontare un’azione legale.

Quando si applica il diritto all’oblio?

All’articolo 17, il GDPR delinea le circostanze specifiche in cui si applica il diritto all’oblio. Una persona ha il diritto alla cancellazione dei propri dati personali se:

  • I dati personali non sono più necessari per lo scopo originariamente raccolto o elaborato da un’organizzazione.
  • Un’organizzazione fa affidamento sul consenso di un individuo come base legale per il trattamento dei dati e tale individuo revoca il proprio consenso.
  • Un’organizzazione fa affidamento su interessi legittimi come giustificazione per il trattamento dei dati di un individuo, l’individuo si oppone a questo trattamento e non esiste un interesse legittimo prevalente per l’organizzazione a continuare con il trattamento.
  • Un’organizzazione sta elaborando dati personali per scopi di marketing diretto e l’individuo si oppone a questo trattamento.
  • Un’organizzazione ha trattato illegalmente i dati personali di un individuo.
  • Un’organizzazione deve cancellare i dati personali al fine di rispettare una norma o un obbligo legale.
  • Un’organizzazione ha elaborato i dati personali di un bambino per offrire i propri servizi della società dell’informazione .

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Di conseguenza, un operatore di un motore di ricerca deve, in linea di principio, accettare le richieste di cancellazione relative a pagine web in cui compaiono dati personali sensibili, a meno che tali collegamenti non si rivelino strettamente necessari per tutelare la libertà di informazione degli utenti di Internet potenzialmente interessati ad accedere a pagine web contenenti dati sensibili.

Per quanto riguarda i dati giudiziari, l’operatore del motore di ricerca è tenuto ad accogliere una richiesta di deindicizzazione verso pagine web che contengono informazioni non più attuali (ad esempio, informano di una condanna in primo grado di una persona poi assolta in appello), salvo che il ruolo pubblico svolto dalla persona, la gravità del reato e altre circostanze non rendano prevalente l’interesse pubblico alla conoscenza. Se l’operatore del motore di ricerca ritiene prevalente l’interesse pubblico all’informazione – e quindi i link non devono essere rimossi – dovrà comunque “organizzare l’elenco dei risultati in modo tale che l’immagine complessiva che ne risulta per l’internauta rispecchi l’attuale situazione giuridica”. In altre parole, l’algoritmo dovrà ordinare i risultati non in base alla loro popolarità,ma sull’attualità dell’informazione.

Sono questi i passaggi più recenti ma non certo gli ultimi che ripercorreranno una storia destinata a durare a lungo e il cui finale, ad oggi, sembra essere ancora molto lontano.

Recensione Apple iPhone 13 Pro

Sono tanti i modelli di iPhone presenti attualmente sul mercato e tutti ottimi dispositivi. Più precisamente, Apple ne ha prodotti ben otto straordinari modelli, a partire dall’iPhone SE all’iPhone 13 Pro Max.

Ma il nostro intento non è quello di raccomandarli tutti, bensì di aiutare gli utenti a decidere quale sia il miglior acquisto da fare, riducendone la scelta.

Il nuovo iPhone 13 Pro uscito quest’anno, non ha guadagnato il massimo dei voti, pur essendo un dispositivo perfettamente funzionante soprattutto per chi cerca un’esperienza fotografica e di video al top.

Il modello che consigliamo per gli appassionati Apple è sicuramente l’iPhone 13 standard per il suo ottimo rapporto qualità/prezzo, mentre per i professionisti vale la pena acquistare il Pro Max per la maggiore durata della batteria.

iPhone 13 Pro vs iPhone 13 Pro Max

Sebbene tra l’iPhone 12 Pro ed il 12 Pro Max esista una netta differenza di funzionalità, infatti, la versione Pro Max monta una fotocamera con zoom più elevato e prestazioni maggiori anche con scarsa luminosità, l’iPhone 13 Pro ed il Pro Max sono simili.

Essi hanno le stesse quattro fotocamere (3 sul retro ed 1 davanti), così come la medesima frequenza di aggiornamento del display a 120 Hz ed il processore A 15 potenziato con una GPU migliore rispetto all’iPhone 13 standard. Anche le quattro versioni di colori sono identiche.

Pur avendo più o meno le stesse caratteristiche, però, vale la pena considerare un valore aggiunto importante per quanto riguarda la linea di iPhone 13: la durata della batteria.

In effetti l’iPhone 13 Pro Max ha una durata della batteria assolutamente incredibile, la migliore che si sia mai vista su qualsiasi iPhone, per questo motivo pensiamo che valga la pena spendere 100€ in più.

iPhone 13 Pro vs iPhone 12 Pro

L’iPhone 13 Pro assomiglia molto al 12 Pro, infatti hanno quasi le stesse misure anche se il nuovo modello è leggermente più pesante. Pure la fotocamera posteriore è più grande.

Il primo cambiamento evidente tra il 13 ed il 12 Pro lo si riscontra nello schermo da 6,1 pollici, 2532 x 1570 pixel, 120 Hz, che è stato portato da 800 cd/m2 di luminosità a 1000 cd/m2.

Pure lo scorrimento risulta più fluido è più evidente in Safari. Un cambiamento importante si nota anche nella fotocamera con zoom, che rispetto all’obiettivo con zoom 2x dell’iPhone 12 Pro, passa a 3x con il modello 13 Pro.

Altra novità è nello scatto fotografico, infatti iPhone 13 Pro permette di fotografare oggetti molto vicini alla fotocamera con ottimi risultati (nuova modalità macro).

Pure i sensori del 13 Pro sono leggermente più grandi rispetto al modello precedente, ma i risultati con scarsa illuminazione sono davvero impercettibili.

In termini di 5G la velocità è praticamente uguale su tutti i modelli di iPhone 13 e 12. Non rileviamo grosse differenze neppure nelle prestazioni di applicazioni o Wifi.

iPhone 13 Pro vs telefoni Android

Per poter confrontare l’iPhone 13 con i telefoni Android della stessa fascia di prezzo, come il Samsung Galaxy Flip oppure il One Plus 9 Pro, bisogna basarsi principalmente sui due sistemi operativi Ios ed Android con i relativi servizi offerti.

Certamente questi due dispositivi Android hanno dei vantaggi rispetto ai servizi Ios. Vero è che il Flip ha una durata delle batteria breve, ma il suo maggior pregio è quello di ripiegarsi e stare comodamente in tasca.

Il One Plus 9 Pro ha fotocamere fantastiche, prestazioni veloci ed uno schermo più grande dell’iPhone 13 Pro, pur rientrando nella stessa fascia di prezzo.

L’iPhone 13 Pro potrebbe essere quello giusto?

Fatte tutte le considerazioni, non stiamo sconsigliando di comprare l’iPhone 13 Pro, ma di capire bene quali siano le reali preferenze ed esigenze nell’utilizzo di uno smartphone.

Saranno certamente in molti ad optare per una durata della batteria maggiore ed una fotocamera più performante che iPhone 13 Pro Max offre, ma ci sarà anche chi preferisce un buon rapporto qualità/prezzo, scegliendo un iPhone 13.

Ottima via di mezzo per quanti desiderano un cellulare tascabile e buona durata della batteria è l’iPhone 13 Pro, che non presenta grossi svantaggi pur non distinguendosi molto tra gli altri concorrenti.

Recensione iPad Mini 2021

Finora l’Ipad Mini è stato considerato come una via di mezzo tra il modello base meno costoso e l’ipad Pro, senza attirare l’attenzione del pubblico più di tanto.

Ma l’iPad Mini di ultima generazione potrebbe cambiare completamente questo scenario, visto che prima di tutto è stato ridisegnato per renderlo più simile alla linea top di iPad Pro prodotta da Apple.

Infatti, è stato utilizzato lo stesso chipset A15 che alimenta l’IPhone 13 Pro, uno spazio di archiviazione raddoppiato rispetto al modello precedente ed un display leggermente più grande.

A ciò si aggiunge un supporto Apple Pencil di seconda generazione, connettività 5G ed opzione per sub-6GHz, oltre che una batteria capace di durare un’intera giornata.

Anche il prezzo è leggermente lievitato rispetto al suo predecessore, infatti, il costo è di 499$. Sicuramente il modello base da 329$ resta sempre un buon prodotto per gran parte degli utenti, ma la versione MIni risulta essere un’ottima alternativa per chi cerca un prodotto più piccolo e potente.

Tanta potenza nel nuovo iPad Mini

L’iPad Mini è l’ultima creazione di casa Apple ridisegnato per assomigliare ad un Pro, a partire dalla scocca in alluminio. Misura 7,7 per 5,3 per 0,5 pollici e pesa soltanto 10,4 grammi, il che lo rende più maneggevole rispetto al modello precedente.

Questo tablet di quinta generazione offre un display da 8,3 pollici e 2.226 x 1.488 pixel. Si tratta di un LCD laminato antiriflesso ed abbastanza luminoso, che offre buona visibilità anche alla luce del sole.

Inoltre, pur essendo un display da 60 GHz, la differenza con le versioni Pro non è così evidente. Successivamente al rilascio del nuovo iPad Mini, su internet si sono viste parecchie lamentele circa lo scorrimento Jelly (fenomeno che si verifica quando un lato del display si aggiorna leggermente più velocemente dell’altro).

Ma questo fenomeno è in realtà comune a molti display a 60 GHz. In effetti tale problematica, dopo che il dispositivo è stato testato per un’intera giornata, non è percepibile senza rivedere a scorrimento rapido sullo schermo o testando le applicazioni a rallentatore.

Display a parte, Apple ha ottimizzato il design rendendolo simile ai Pro, in modo da migliorarne il suo utilizzo pur essendo più piccolo.

Nella parte superiore dell’iPad Mini troviamo il pulsante di accensione, i tasti del volume e due griglie che ospitano gli altoparlanti. Sia il primo che i secondi possono essere utilizzati senza problemi in qualsiasi orientamento si sta utilizzando il tablet (orizzontale o verticale).

Nella parte inferiore del tablet sono collegate due griglie per altoparlanti aggiuntivi ed una porta USB-C, mentre nella parte destra vi è una slot Sim ed un connettore Apple Pencil, cha aggiunge maggiore larghezza al dispositivo rendendolo meno pratico se lo si utilizza in verticale.

Per essere più precisi, delle 4 griglie presenti, soltanto 2 ospitano realmente gli altoparlanti, mentre le restanti fanno solo da design.

Quelli esistenti, comunque, sono di buona qualità, infatti, il volume massimo arriva a 94dB.

Risultati del benchmark e batteria per iPad Mini

Riassumiamo le caratteristiche salienti dell’Ipad Mini di quinta generazione:

  • chipset Apple A15 Bionic
  • 4 GB di Ram
  • 64 Giga spazio di archiviazione (per il modello base), aumentabile fino a 256 GB con 150 $ in più di spesa.

Questo è di certo al momento il tablet Apple più potente da acquistare ad un prezzo accessibile rispetto alle versioni Pro ed all’iPad Air.

Risultati dei test effettuati

Dai vari test effettuati su questo nuovo prodotto di casa Apple, mettendolo a confronto con altri dispositivi top di gamma, possiamo senz’altro affermare che esso ha superato tutta la concorrenza.

Ciò vuol dire che l’iPad Mini è in grado di gestire le attività più impegnative senza perdere un colpo. Sono state testate le potenzialità del disegno, del fotoritocco e del gioco, senza che esso abbia mai rallentato.

Ma la cosa che sorprende di più è sicuramente la durata della batteria, che supera in modo soddisfacente un utilizzo alquanto intenso, grazie alle dimensioni ridotte del display ed al chipset montato al suo interno.

Basti pensare che la visione di video HD con luminosità piena ha permesso di tenerlo acceso per oltre 6 ore, mentre riducendo la stessa al 50% si arriva fino a 10 ore, con un residuo di carica del 18%.

iPad Mini sempre connesso

In questo dispositivo di quinta generazione, Apple ha aggiunto maggiori opzioni di connettività, infatti, il tablet supporta la connettività LTE e sub-6GHz, con un costo extra di 150$.

Ma oltre a questo, il nuovo iPad Mini supporta le schede sim di qualsiasi operatore, oltre che eSim ed Apple sim.

Sullo stesso è disponibile anche il Wifi 6 e Bluetooth 5.0.

Una fotocamera che conta

Fino a poco tempo fa i tablet non erano molto utilizzati per scattare foto o fare video ed i costosi componenti aggiunti a tali dispositivi per questo scopo, non valevano di certo il costo maggiorato degli stessi.

Ma da quando la pandemia ha costretto le persone a lavorare da casa e gli alunni a studiare a distanza, il bisogno di una videocamera adeguata e performante si è resa necessaria.

Per tale motivo, iPad Mini oggi sfoggia un sensore frontale da 12 MP con Center Stage, come nella versione Pro.

Questo rende perfetta la videocamera per lunghe chat video con amici, parenti e colleghi di lavoro. L’aggiunta della funzione Center Stage, invece, segue l’inquadratura dell’utente e sfoca il resto dello sfondo durante l’intera videochiamata.

Anche la fotocamera posteriore dell’iPad Mini si adatta a tutti i generi di illuminazione, ma soprattutto per scatti rapidi o scansioni di documenti. Pure le applicazioni AR sembrano più naturali.

iPadOS 15 su iPad Mini

iPadOS 15 è il miglior sistema operativo per tablet di Apple fino ad oggi, ma su iPad Mini esso non è così performante, infatti, il suo utilizzo in modalità orizzontale permette solo il 20% del display con tastiera apera.

Inoltre, i pulsanti per andare su applicazioni o siti web sono eccessivamente piccoli. Molti utenti lamentano il fatto che sia difficile lavorare su questo tablet con due finestre aperte, ma chiaramente una tale esigenza comporta la scelta di un prodotto con display più grande, per questo non lo si può ritenere un aspetto negativo.

Uno dei lati positivi per tutti i modelli di iPad è la possibilità di ottenere aggiornamenti anche fino a 5 anni e a differenza dei dispositivi android, per essi non è necessario attendere per scaricare il sistema operativo più recente.

Pochi accessori ma essenziali

L’iPad Mini viene venduto con cavo USB-C ed un alimentatore da 20 W. Funziona con Apple Pencil di seconda generazione (129$) e c’è un ulteriore accessorio Smart Folio (59$), che funziona sia come custodia che come supporto quando lo si utilizza in modalità orizzontale.

Nonostante questi accessori siano abbastanza costosi, sono ritenuti veramente essenziali, visto che sia il tablet che il pennino sono abbastanza piccoli da poter essere utilizzati contemporaneamente.

Bisogna aggiungere anche che la Apple Pencil di seconda generazione è più intuitiva rispetto al modello precedente, infatti, è sufficiente toccare il lato della penna due volte per scrivere e per cancellare.

Ricordiamo, però, che il modello base di iPad Mini è compatibile soltanto con il pennino di prima generazione.

Qual’è il miglior tablet da scegliere per le proprie esigenze personali e di lavoro?

Possiamo senz’altro affermare che iPad Mini è un tablet che si adatta bene ad ogni tipo di esigenza, perchè è poco ingombrante ma molto efficiente in tutte le sue funzioni.

Certo questo vale soprattutto per chi ha come priorità quella di utilizzare un dispositivo piccolo, perchè in altri casi ci sono modelli superiori ed ovviamente più performanti.

Il modello base che parte da 329$ è ideale per quanti non necessitano di un tablet Apple a livello professionale, ma vogliono un prodotto buono.

Per gli amanti di Android, invece, consigliamo il Samsung Galaxy Tab S7 Plus, il migliore sul mercato di questo sistema operativo oppure Amazon Fire HD 8 per chi è orientato verso un dispositivo semplice, portatile ed economico.

Il miglior tablet portatile

Tutti i tablet di Apple sono facili da portare da un luogo all’altro, ma se ne stiamo cercando uno da mettere nella tasca della giacca, allora iPad Mini è quello più indicato. A ciò si aggiunge una buona potenza ed un prezzo alla portata di tutti.

Hai bisogno di un Antivirus? Consigli utili su quale scegliere

Ecco alcune domande alle quali cercheremo di dare una risposta in questo articolo. I virus di Windows sono ancora un problema?

Windows ha una protezione integrata abbastanza soddisfacente? Vediamo insieme quali sono i migliori antivirus del 2021 da installare sul proprio PC.

L’importanza di un antivirus

I virus oggi rappresentano ancora un grande problema, ma non l’unico di cui preoccuparsi, visto che sono ormai sempre più frequenti i tentativi di rubare dati personali e sensibili, come quelli personali e bancari.

Tra l’altro, questi criminali del web utilizzano metodi sempre più elaborati come applicazioni e siti web falsi, che hanno lo scopo di rubare dati di accesso ed informazioni private.

I moderni software antivirus fanno molto di più che individuare, bloccare e rimuovere i virus. I migliori in commercio, infatti, riescono a proteggere i dati personali indipendentemente dal dispositivo che si sta utilizzando.

Questo vuol dire che scegliere oggi una suite di sicurezza che funzioni sia sul PC che sul proprio cellulare è sicuramente un’ottima soluzione.

Attualmente ci sono pacchetti che includono anche il VPN, in modo da offrire maggiore sicurezza e privacy mentre si naviga sul web, avvisando qualora ci fosse un malware che tenta di accedere alla fotocamera oppure al microfono del dispositivo.

Addirittura, l’ultima funzionalità aggiunta riguarda la protezione dell’identità ed ha lo scopo di monitorare spiacevoli intrusioni in indirizzi email, password ed altre informazioni personali.

Essa, inoltre, è in grado di avvisare l’utente in anticipo per permettergli di poter agire in tempo ed evitare il peggio.

Nel 2021 prendere in considerazione un antivirus solo per scongiurare il pericolo di attacchi da virus non è più sufficiente, perchè rappresenta soltanto una minima parte della sicurezza di cui si necessita.

Meglio optare per un software che sia in grado di garantire la massima tranquillità, mentre si lavora su PC Windows o su uno smartphone Android.

Che tipo di antivirus ha Windows 10?

Riferendoci a Windows, sappiamo bene che è dotato di protezione antivirus da molti anni, è quella preinstallata con Windows 10 è senza dubbio la più potente che vi sia mai stata.

Parliamo di Windows Defender, ottimo software in grado di proteggere l’intero sistema di un dispositivo. Nel rapporto più recente di AV-Test (maggio e giugno 2021), esso ha bloccato il 100% dei virus “noti” ed altrettanti attacchi zero-day “sconosciuti”.

In realtà dovrebbe essere un vantaggio il fatto che un software di sicurezza sia integrato nel sistema operativo, ma quando si tratta di risorse del sistema, esso ha un fattore di resistenza maggiore e ciò causa un rallentamento nel caricamento delle applicazioni.

Questo non succede con altri prodotti studiati per la sicurezza informatica come Norton 360. Cosa ancora più importante è che Windows Defender non offre neppure quelle sicurezze extra previste con prodotti a pagamento.

Ciò significa che non si è altrettanto protetti da siti web pericolosi, truffe sui social ed email di phishing. Sicuramente Windows Defender ha il vantaggio di essere gratuito e di non prevedere alcuna installazione o configurazione.

Ma ciò non significa ottenere una protezione completa, che invece offrono i migliori prodotti a pagamento e per questo che non possiamo consigliare di tenere solo questo per la propria sicurezza, soprattutto per dispositivi non Windows come il cellulare.

Perchè scegliere un software antivirus a pagamento?

La domanda sorge spontanea: Perchè pagare per ottenere una maggiore sicurezza sul proprio dispositivo?

La risposta è già chiara per tutto ciò che abbiamo detto finora. Oltre al fatto che Windows Defender può rallentare il caricamento delle applicazioni, un software antivirus a pagamento offre altri vantaggi.

Partiamo dal fatto che esso fornisce una gamma di funzionalità più ampia, riferendoci sempre al livello di protezione sul PC ed altri dispositivi, come gli avvisi di applicazioni che tentano di accedere alla webcam e di notifiche su violazioni dell’indirizzo email.

Da tenere presente, inoltre, che un prodotto di sicurezza a pagamento viene aggiornato regolarmente ed aggiunte nuove funzioni.

Tra tutti i prodotti consigliati per navigare sul web senza alcuna preoccupazione, le nostre scelte migliori sono al momento Norton 360 e Mc Fee Total Protection.

Pagare per ottenere la migliore protezione, vuol dire avere anche la possibilità di ottenerla in un unico abbonamento su tutti i dispositivi, compresi quelli di altri componenti della famiglia.

Cosa si può fare per migliorare la sicurezza di Windows 10 in modo gratuito

Non si riuscirà mai ad ottenere una protezione completa in modo del tutto gratuito, ma ci sono comunque alcune da fare che possono aiutare.

Installare ed usare un gestore di password

Bitwarden è un ottimo gestore di password in grado di memorizzare tutti gli accessi dell’utente ed inserirli ogni volta che è necessario accedere ad un’applicazione, ad un sito web oppure ad un servizio.

Spesso accade che i gestori di password chiedano dove sia stata utilizzata, in modo che si possa cambiare più facilmente. Alcuni di essi collegano l’utente direttamente alla pagina di modifica della password di quel sito.

Installare un servizio VPN

Una VPN crittografa la connessione internet ed aiuta ad aggiungere sicurezza e ad offrire privacy mentre si visitano siti, si scaricano file o si eseguono altre attività online.

Il consiglio è di utilizzare un servizio VPN affidabile e ce ne sono alcuni validi ma gratuiti tra cui scegliere.

Prestare attenzione a ciò su cui si clicca

Ormai è risaputo che la maggior parte delle truffe consistono nell’indurre la persona a cliccare su collegamenti presenti nelle email inviate e che a loro volta scaricano malware.

Stessa cosa vale per le versioni di siti falsi che richiedono l’accesso e poi rubano i dati del malcapitato. In questo caso, il nostro consiglio è di verificare la veridicità di questi siti non cliccando sul collegamento indicato, bensì digitando l’indirizzo dal proprio broswer.

Se è reale, esso sarà certamente in grado di trovarla. Bisogna prestare molta attenzione anche ai messaggi presenti nei social media, considerando sempre ogni collegamento o download come sospetti.

Queste sono le truffe più comuni da evitare.

Effettuare backup regolari

Un altro valido suggerimento per proteggere i propri dati è quello di effettuare regolari backup offline, pur sapendo che l’utilizzo di servizi online è un’ottima cosa.

A tal riguardo consigliamo di dare un’occhiata ad utili guide su come eseguire il backup di Windows 10 ed impostare una pianificazione regolare.

Non utilizzare un account amministratore

Altra azione importante che si può compiere per ottenere maggiore protezione sui propri dispositivi, è evitare di utilizzare un account Windows con i privilegi di amministratore.

Questo fa si che si sradichino molte minacce, evitando a tanti malware e spyware di installarsi. Basta creare un nuovo account amministratore e modificare quello esistente, rendendolo standard.

Ecco come fare:

  • Impostazioni
  • Account
  • Famiglia e altre persone.

In questa ultima voce si aggiunge un membro della famiglia oppure un account generico. Si imposta come amministratore e poi si esce dall’account esistente.

Successivamente si accede come nuovo, poi si clicca sul proprio account normale e quando viene visualizzata l’opzione Cambia tipo di account si clicca su di esso. A questo punto è possibile scegliere se rendere l’account standard o amministratore.

Fare questo passaggio dovrebbe offrire una discreta protezione da download accidentali con malware nascosti.

Come velocizzare il tuo Pc con Windows

Ormai anche Windows 11 sta per fare il suo ingresso sul mercato, ma nel frattempo ecco 10 suggerimenti per rendere il proprio dispositivo Windows 10 il più veloce possibile.

Oggi si tende ad acquistare modelli di laptop o PC sempre più performanti per ottenere prestazioni sempre al top, ma in verità è molto improbabile che si possa avere una velocità straordinaria su questi dispositivi ultramoderni per sempre.

Inevitabilmente, man mano che la memoria interna si riempie ed i processi in background iniziano ad entrare in funzione, vi sono dei rallentamenti.

Si tratta di un problema riscontrabile in particolar modo sui prodotti Windows (senza hardware Surface), i quali non beneficiano della continuità tra hardware e software come accade per i prodotti di casa Apple.

Tale fattore, però, non deve essere considerato un problema insormontabile, perché fortunatamente esistono alcuni passaggi eseguibili da ogni singolo utente, atti ad aumentare o ripristinare le prestazioni del proprio PC.

Si tratta di passaggi completamente sicuri e da provare, inoltre, molti di essi non costeranno assolutamente nulla.

Unica nota negativa è che essi sono applicabili soltanto se il proprio dispositivo è dotato di un’unità SSD, in quanto i vecchi dischi rigidi meccanici sono più limitati.

Il nostro consiglio, a tal proposito, è di passare ad un SSD per potersi rendere effettivamente conto dell’aumento delle prestazioni.

In commercio vi sono ottimi SSD disponibili, non molto costosi e tramite guide dedicate sarà possibile scoprire come effettuarne l’installazione sul proprio PC.

Vediamo insieme quali sono i 10 suggerimenti utili a rendere il proprio PC più veloce e performante:

Rimuovere i programmi di avvio

Uno dei motivi per i quali un computer ben utilizzato impiega tanto tempo per avviarsi, riguarda le molteplici applicazioni ed i giochi che sono stati installati.

Molti di essi, infatti, vengono avviati in modo automatico quando parte Windows, ma in realtà la maggior parte non sono necessari e dovrebbero funzionare soltanto quando servono.

Fortunatamente esiste un’area dedicata nelle Impostazioni, in cui è possibile monitorare queste applicazioni e giochi tenendoli sotto controllo.

Cliccando su Avvio si vedrà un elenco di tutte le applicazioni impostate e pronte ad aprirsi ogni volta che Windows viene avviato. Poiché da esse sono esclusi i servizi importanti, è possibile disattivare tutto o almeno ciò che davvero non è importante.

Per ottenere un ulteriore miglioramento, basta andare sulla barra delle applicazioni e fare clic sulla freccia rivolta verso l’alto in modo da visualizzare le icone di notifica.

Qui si vedono i vari programmi di Windows, ma è utile sapere che alcuni di essi sono essenziali, come il software antivirus, mentre altri potrebbero non esserlo.

Basta cliccare sul pulsante destro del mouse su ognuno di essi e, se è presente un menù impostazioni, selezionarlo e disattivare l’opzione per l’avvio automatico con Windows.

Ci sono programmi che possono essere avviati manualmente quando servono, anziché essere eseguiti sempre in automatico.

Per disabilitare tutti gli altri programmi ed applicazioni che si avviano con Windows, basta premere Windows +R, digitare msconfig e fare click su OK, poi selezionare “Nascondi tutti i servizi Microsoft” e vedere cosa rimane.

Potrebbero esserci servizi non essenziali e per essi si deseleziona la casella di spunta che in tal modo ne impedisce l’esecuzione. Per fare un esempio, Firefox funziona perfettamente anche senza il servizio di manutenzione Mozilla.

Vale la pena controllarlo anche nella scheda di Avvio del Task Manager, alla quale accedere facendo click con il pulsante destro del mouse sulla barra delle applicazioni e selezionando Task Manager. Non sempre è facile sapere cosa deselezionare, ma può essere di aiuto Google per cercare elementi e vedere se servono o meno.

Windows 10 è in grado di far comprendere quanto impatto possa avere ogni programma sulle prestazioni.

Per quelli che hanno un impatto considerevole sul suo avvio, è possibile cliccare con il pulsante destro del mouse per disabilitarli. Se l’utilizzo del proprio disco è al 100%, siamo qui a dare alcuni suggerimenti su come risolvere il problema.

Deframmentare il disco rigido

Le versioni più recenti di Windows deframmentano il disco in modo automatico, attraverso lo strumento di Microsoft già presente, ma esistono deframmentatori migliori che rendono il PC più performante per quel che concerne le prestazioni.

I programmi che includono O&O Defrag sono ben noti, però Smart Defrag 5 di IOBit sono altrettanto validi e gratuiti.

Da tenere ben presente, però, che uno di questi strumenti va usato solo se si possiede un computer con disco rigido meccanico tradizionale; in caso contrario, in presenza di un SSD essi non vanno bene, ma bisogna utilizzare soltanto un deframmentatore su disco rigido.

Verificare la presenza di malware ed altri elementi nocivi

Un altro consiglio utile è di eseguire una scansione del sistema per assicurarsi che non vi siano software sbagliati e che possano causare danni, rallentando il proprio PC.

Se su di esso è installato Windows Defender, bisogna accedere al menù Start, poi Impostazioni ed Aggiornamento e Sicurezza, cliccare su Sicurezza Windows.

Successivamente nel pannello di destra si clicca su Apri sicurezza di Windows (Windows Defender).

Una volta cliccato su questa voce e nella finestra successiva, sul lato destro appaiono le opzioni per eseguire una scansione rapida, completa o personalizzata. Sarebbe meglio scegliere quella completa, evitando nel frattempo di utilizzare il PC.

Si prosegue cliccando su Scansiona ora e nel frattempo se Windows trova qualcosa di anomalo, provvede ad avvisare ed a suggerire i modi per affrontare il problema.

Se, invece, si utilizzano altri pacchetti come AVG, Norton, McFee o simili, sarà necessario riavviare il programma e trovare l’opzione per eseguire una scansione del sistema. Ma fare questa operazione non è complicato

Regolare la quantità di memoria utilizzata da Windows

Un’altra soluzione efficace per un PC che sta rallentando nelle sue prestazioni è consentire a Windows di utilizzare più memoria virtuale. Ecco come fare:

Dal menù impostazioni digitare “Prestazioni” nella barra di ricerca

Scegliere “Regola l’aspetto e le prestazioni di Windows”

Poi cliccare sulla scheda “Avanzate” nella parte superiore della finestra che appare in “Memoria virtuale”, fare click su “Cambia”.

Controllare per vedere le impostazioni della dimensione del file di paging e se il valore consigliato è inferiore a quello attualmente allocato, deselezionare la casella “Gestisci automaticamente le dimensioni del file di paging per tutte le unità” nella parte superiore della finestra.

In seguito selezionare “Dimensione personalizzata”, inserire la cifra consigliata nella casella “Dimensione iniziale” e la cifra attualmente assegnata nella casella “Dimensione massima”.

Infine, premere “Imposta” per confermare e poi OK per completare

Abbandonare gli effetti visivi

Windows ha varie animazioni utilizzate in tutto e per tutto, che sebbene offrano un certo stile, rischiano di rallentare in modo significativo i dispositivi più vecchi. Ma per fortuna esse sono facili da spegnere.

Basta aprire il menu Start di Windows e digitare le impostazioni di sistema avanzate, selezionando il risultato migliore. Nella finestra che appare vi è una sezione denominata Performance con un pulsante per le impostazioni.

Cliccando su di essa verrà visualizzato un elenco dei vari effetti visivi ed a questo punto è possibile deselezionare quelli ritenuti più problematici oppure selezionare l’opzione Regola per le migliori prestazioni in alto.

Fare sempre click su OK per salvare le modifiche effettuate

Reinstallare Windows

Un’ultima tecnica utile per aumentare la velocità di Windows consiste nel reinstallarlo. Tale azione rimuove tutto il software indesiderato che rallenta il dispositivo, cancella adware ed altri malware, file spazzatura e così via.

Rispetto alle versioni precedenti che necessitavano di un disco per reinstallarlo, Windows 8 e 10 hanno un pulsante di aggiornamento integrato che si attiva in qualsiasi momento dalle impostazioni.

Per quanto riguarda l’ultima versione, è sufficiente andare su Impostazioni e poi su Aggiorna e sicurezza. Inoltre, nella scheda Ripristino dovrebbe esserci un’opzione per ripristinare il computer.

I file personali potranno essere salvati in modo da non perderli con l’avvio della reinstallazione, in modo semplice ed automatico.

Per chi utilizza ancora Windows 8, invece, bisogna aprire la barra degli accessi sul lato destro dello schermo e cliccare su Impostazioni, Modifica Impostazioni PC, poi Aggiorna e ripristina e Ripristino. In Aggiorna il PC senza alterare i file, si clicca su Inizia.

Un’altra opzione ottimale è quella di reinstallare completamente Windows, ma in tal caso è necessario prima copiare i file che si desidera conservare su altra unità

Aggiornare driver ed applicazioni

Driver, programmi e Windows non aggiornati, possono rallentare il PC. Ad esempio, i driver difettosi interrompono l’arresto di Windows o lo fanno avviare con maggiore lentezza.

I driver della scheda video spesso vengono aggiornati per correggere i bug e migliorare le prestazioni, per questo è sempre meglio verificare di avere la versione più recente.

Pur essendo gli aggiornamenti di Windows automatici, si consiglia di andare su Windows Update nel pannello di controllo e verificare manualmente gli aggiornamenti.

Infatti, solo quelli necessari vengono installati automaticamente e potrebbero essere disponibili quelli comunque utili ma opzionali.

I driver sono programmi che consentono a Windows di accedere a componenti hardware come video, audio, stampante, scanner, webcam e così via ed aggiornarli può essere un problema in quanto bisogna identificare l’hardware, i driver ed i numeri di versione, il sito del produttore dell’hardware e la pagina di download.

Le versioni gratuite di strumenti come DriverUpdate di Slimware o Driver Booster di IObit dovrebbero fare il lavoro al posto vostro, Essi identificano i driver correnti, controllano se ci sono aggiornamenti e poi li caricano e li installano.

Come si può notare, risolvono molti problemi ed esistono pure opzioni a pagamento come l’Utility Driver Talent aggiornata.

Liberare spazio sul disco

Il disco rigido del proprio PC rallenta man mano che si riempie e grazie alla disinstallazione del software si libera spazio dando a Windows la possibilità di lavorare più velocemente.

Questo spazio può essere liberato in vari modi ed esistono diverse guide per la pulizia di Windows, inclusa la rimozione dei file che non servono.

Si possono eliminare file manualmente o installare un’utilità per eseguire una ricerca più approfondita e velocizzare il lavoro.

Tuttavia ci sono metodi giusti o meno di usare tali programmi. Si possono selezionare solo alcuni elementi e pulirli, assicurandosi che l’applicazione esegua il backup delle modifiche.

Qualora il PC funzioni correttamente, si continua con il pulire qualche altro elemento, mentre in caso contrario si ripristina semplicemente il backup.

Se sul proprio computer sono presenti giochi, applicazioni o altri software inutilizzati, è preferibile disinstallarli per recuperare maggiore spazio sul disco e migliorare il tempo di avvio di Windows.

Meglio controllare quali siano i migliori programmi di disinstallazione gratuiti, per evitare eventuali effetti negativi.

Installare un software più veloce

Installare un software migliore, spesso aiuta molto a rendere il proprio PC più performante e veloce. Il browser web più attuale costituisce già un buon inizio, partendo da Google Chrome, ma tenendo presente che Microsoft Edge è assai migliorato ed è già preinstallato su Windows 10.

Riflettiamo sul fatto che programmi come Word e Word Paid possono causare rallentamenti del computer, a differenza di altri programmi più piccoli e leggeri. Pensiamo a Microsoft Office 2019 che richiede ben 4 GB di spazio su disco, a differenza di LibreOffice che ne utilizza soltanto poche centinaia di megabyte.

Aggiornare l’hardware

Tutte le tecniche viste finora per velocizzare un Pc sono certamente utili, ma potrebbero non essere sufficienti per risolvere il problema completamente.

Ad esempio, un computer prodotto 5 anni fa può non supportare un software o un gioco di ultima generazione e ciò rende necessario un aggiornamento dell’hardware per aumentarne le prestazioni.

Memoria (RAM)

I PC più vecchi non hanno abbastanza memoria per supportare le applicazioni moderne. Ciò vuol dire che passare da 32 bit di Windows a 64 bit, aggiungendo RAM, costituisce un modo per superare questo ostacolo.

Tale operazione è la seconda cosa da fare dopo aver installato un SSD.

Ci sono vari fornitori di memoria, tra cui Crucial, che sono in grado di identificare il tipo di memoria di cui si necessita, ma prima di effettuare qualsiasi acquisto, meglio esaminare a fondo il proprio PC perché non tutti sono facili da aggiornare.

Installare un SSD

Un SSD (unità di disco) è il modo migliore per aumentare le prestazioni di un computer o laptop particolarmente vecchi. In tal caso, bisogna clonare la vecchia unità di disco sul nuovo SSD prima di procedere all’installazione.

Si collega l’SSD alla porta USB del PC e si esegue un programma di clonazione su di esso, solitamente incluso nel Kit di aggiornamento SSD.

Vi sono molte guide interessanti ed utili che guidano passo passo l’utente nell’installazione di un SSD, così come all’aggiornamento della scheda grafica e quale sia la migliore da acquistare.

Sicurezza cloud 2021: guida aziendale agli strumenti essenziali

I servizi di cloud computing sono diventati uno strumento vitale per la maggior parte delle aziende. È una tendenza che ha subito un’accelerazione di recente, con servizi basati su cloud come Zoom, Microsoft 365 e Google Workspace e molti altri che sono diventati gli strumenti di collaborazione e produttività preferiti dai team che lavorano in remoto.

Sebbene il cloud sia diventato rapidamente uno strumento essenziale, consentendo alle aziende e ai dipendenti di continuare a operare da casa, l’adozione del cloud può anche comportare ulteriori rischi per la sicurezza informatica, cosa che ora è sempre più evidente.

In precedenza, la maggior parte delle persone che si connetteva alla rete aziendale lo faceva dal proprio posto di lavoro e quindi accedeva ai propri account, file e server aziendali dall’interno degli uffici, protetto da firewall di livello aziendale e altri strumenti di sicurezza. L’uso esteso delle applicazioni cloud ha fatto sì che improvvisamente non fosse così, con gli utenti in grado di accedere ad applicazioni, documenti e servizi aziendali da qualsiasi luogo. Ciò ha portato alla necessità di nuovi strumenti di sicurezza.

Minacce alla sicurezza del cloud computing

Se è positivo per i lavoratori a distanza, perché consente loro di continuare con una parvenza di normalità, il lavoro da remoto rappresenta anche un’opportunità per i criminali informatici, che hanno rapidamente approfittato del passaggio al lavoro a distanza per tentare di entrare nelle reti di organizzazioni che hanno sicurezza cloud mal configurata.

Le VPN aziendali e le suite di applicazioni basate su cloud sono diventate i bersagli principali per gli attacker. Se non adeguatamente protetti, tutti questi possono fornire ai criminali informatici un semplice mezzo per accedere alle reti aziendali. Tutto ciò che gli aggressori devono fare è ottenere un nome utente e una password, rubandoli tramite un’email di phishing o utilizzando attacchi di forza bruta per violare password semplici.

Poiché l’intruso sta utilizzando le credenziali di accesso legittime di qualcuno che sta già lavorando in remoto , è più difficile rilevare l’accesso non autorizzato, soprattutto considerando come il passaggio al lavoro a distanza ha portato alcune persone a lavorare in orari diversi da quelli che potrebbero essere considerati orari lavorativi principali.

Gli attacchi contro le applicazioni cloud possono essere estremamente dannosi per le vittime poiché i criminali informatici potrebbero rimanere sulla rete per settimane o mesi. A volte rubano grandi quantità di informazioni aziendali sensibili; a volte potrebbero utilizzare i servizi cloud come punto di ingresso iniziale per gettare le basi per un attacco ransomware che può portare loro sia a rubare dati che a distribuire ransomware. Ecco perché è importante che le aziende che utilizzano applicazioni cloud dispongano degli strumenti e delle pratiche corretti per garantire che gli utenti possano utilizzare in sicurezza i servizi cloud, indipendentemente da dove lavorano, e allo stesso tempo essere in grado di utilizzarli in modo efficiente.

Utilizza i controlli di autenticazione a più fattori sugli account utente

Un ovvio passo preventivo è quello di mettere in primo luogo forti controlli di sicurezza sul modo in cui gli utenti accedono ai servizi cloud. Che si tratti di una rete privata virtuale (VPN) , di un servizio di protocollo desktop remoto (RDP) o di una suite di applicazioni per ufficio, il personale dovrebbe aver bisogno di più del nome utente e della password per utilizzare i servizi.

“Una delle cose più importanti del cloud è l’identità re. L’identità diventa quasi il tuo proxy per assolutamente tutto. All’improvviso, l’identità, il suo ruolo e il modo in cui lo assegni hanno tutto il potere”, afferma Christian Arndt, direttore della sicurezza informatica presso PwC.

Che si tratti di software, che richieda all’utente di toccare un avviso sul proprio smartphone, o di hardware, che richieda all’utente di utilizzare una chiave USB sicura sul proprio computer, l’autenticazione a più fattori (MFA) fornisce una linea di difesa efficace contro tentativi di accesso agli account. Secondo Microsoft, l’ autenticazione a più fattori protegge dal 99,9% dei tentativi di accesso fraudolenti.

Non solo impedisce agli utenti non autorizzati di accedere automaticamente agli account, ma la notifica inviata dal servizio, che chiede all’utente se ha tentato di accedere, può fungere da avviso che qualcuno sta cercando di accedere all’account. Questo può essere usato per avvertire l’azienda che potrebbe essere il bersaglio di hacker malintenzionati.

Usare la crittografia 

La capacità di archiviare o trasferire facilmente i dati è uno dei vantaggi principali dell’utilizzo delle applicazioni cloud, ma per le organizzazioni che desiderano garantire la sicurezza dei propri dati, i processi non dovrebbero comportare semplicemente il caricamento dei dati nel cloud e dimenticarsene. C’è un ulteriore passaggio che le aziende possono intraprendere per proteggere i dati caricati sui servizi cloud: la crittografia. 

Proprio come quando sono archiviati su normali PC e server, la crittografia dei dati li rende illeggibili, nascondendoli a utenti non autorizzati o malintenzionati. Alcuni provider cloud forniscono automaticamente questo servizio, impiegando una protezione end-to-end dei dati da e verso il cloud, nonché al suo interno, impedendo che vengano manipolati o rubati.  

Applica le patch di sicurezza il più rapidamente possibile 

Come altre applicazioni, le applicazioni cloud possono ricevere aggiornamenti software man mano che i fornitori sviluppano e applicano correzioni per migliorare il funzionamento dei loro prodotti. Questi aggiornamenti possono contenere anche patch per vulnerabilità di sicurezza, poiché solo perché un’applicazione è ospitata da un provider cloud, non la rende invulnerabile alle vulnerabilità alla sicurezza e agli attacchi informatici.

Le patch di sicurezza critiche per le applicazioni VPN e RDP sono state rilasciate dai fornitori al fine di correggere le vulnerabilità della sicurezza che mettono le organizzazioni a rischio di attacchi informatici. Se questi non vengono applicati abbastanza rapidamente, c’è la possibilità che i criminali informatici abusino di questi servizi come punto di ingresso alla rete che può essere sfruttato per ulteriori attacchi informatici.

Usa gli strumenti per sapere cosa c’è sulla tua rete

Le aziende utilizzano sempre più servizi cloud e tenere traccia di ogni app cloud o server cloud creato è un lavoro duro. Ma ci sono molti, molti casi di dati aziendali lasciati esposti da un cattivo uso della sicurezza del cloud. Un servizio cloud può essere lasciato aperto ed esposto senza che un’organizzazione lo sappia . Le risorse di archiviazione cloud pubbliche esposte possono essere scoperte dagli aggressori e ciò può mettere a rischio l’intera organizzazione.

In queste circostanze, potrebbe essere utile utilizzare strumenti di gestione della postura della sicurezza del cloud (CSPM). Questi possono aiutare le organizzazioni a identificare e risolvere potenziali problemi di sicurezza relativi a configurazione errata e conformità nel cloud, fornendo un mezzo per ridurre la superficie di attacco disponibile per gli hacker da esaminare e aiutando a mantenere l’infrastruttura cloud protetta da potenziali attacchi e violazioni dei dati.

“La gestione della posizione di sicurezza del cloud è una tecnologia che valuta la deriva della configurazione in un ambiente in evoluzione e ti avvisa se le cose non sono in qualche modo sincronizzate con la tua linea di base e ciò potrebbe indicare che c’è qualcosa nel sistema che significa che più può essere sfruttato per scopi di compromesso”, afferma Merritt Maxim, vicepresidente e direttore della ricerca presso Forrester.

CSPM è una procedura automatizzata e l’uso di strumenti di gestione automatizzata può aiutare i team di sicurezza a rimanere aggiornati su avvisi e sviluppi. L’infrastruttura cloud può essere vasta e dover setacciare manualmente i servizi per trovare errori e anomalie sarebbe troppo per un essere umano, specialmente se ci sono dozzine di servizi cloud diversi sulla rete. L’automazione di questi processi può, quindi, aiutare a mantenere sicuro l’ambiente cloud. 

“Non hai abbastanza persone per gestire 100 strumenti diversi nell’ambiente che cambia ogni giorno, quindi direi di provare a consolidare su piattaforme che risolvono un grosso problema e applicare l’automazione”, afferma TJ Gonen, responsabile della sicurezza cloud di Check Point Software, una società di sicurezza informatica. 

Garantire la separazione degli account amministratore e utente

I servizi cloud possono essere complessi e alcuni membri del team IT avranno un accesso altamente privilegiato al servizio per aiutare a gestire il cloud. La compromissione di un account amministratore di alto livello potrebbe fornire a un utente malintenzionato un ampio controllo sulla rete e la possibilità di eseguire qualsiasi azione consentita dai privilegi di amministratore, il che potrebbe essere estremamente dannoso per l’azienda che utilizza i servizi cloud.

È quindi fondamentale che gli account amministratore siano protetti con strumenti come l’autenticazione a più fattori e che i privilegi a livello di amministratore siano forniti solo ai dipendenti che ne hanno bisogno per svolgere il proprio lavoro. Secondo l’NCSC , i dispositivi a livello di amministratore non dovrebbero essere in grado di navigare direttamente sul Web o leggere le e-mail, poiché ciò potrebbe mettere a rischio l’account di essere compromesso.

È anche importante garantire che gli utenti regolari che non necessitano di privilegi amministrativi non li dispongano, perché, in caso di compromissione dell’account, un utente malintenzionato potrebbe sfruttare rapidamente questo accesso per ottenere il controllo dei servizi cloud.

Usa i backup come piano di emergenza

Ma mentre i servizi cloud possono – e hanno – fornito alle organizzazioni di tutto il mondo dei vantaggi, è importante non affidarsi completamente al cloud per la sicurezza. Sebbene strumenti come l’autenticazione a due fattori e gli avvisi automatici possano aiutare a proteggere le reti, nessuna rete è impossibile da violare, e questo è particolarmente vero se non sono state applicate misure di sicurezza aggiuntive. 

Ecco perché una buona strategia di sicurezza cloud dovrebbe prevedere anche l’ archiviazione di backup dei dati e l’archiviazione offline , quindi in caso di un evento che rende i servizi cloud non disponibili, c’è qualcosa con cui l’azienda può lavorare.

Utilizza applicazioni cloud semplici da utilizzare per i tuoi dipendenti

C’è qualcos’altro che le organizzazioni possono fare per garantire la sicurezza del cloud, ovvero fornire ai propri dipendenti gli strumenti corretti in primo luogo. Le suite di applicazioni cloud possono rendere la collaborazione più semplice per tutti, ma devono anche essere accessibili e intuitive da usare, altrimenti le organizzazioni corrono il rischio che i dipendenti non vogliano usarle.

Un’azienda potrebbe configurare la suite cloud aziendale più sicura possibile, ma se è troppo difficile da usare, i dipendenti, frustrati dall’impossibilità di svolgere il proprio lavoro, potrebbero invece ricorrere a strumenti di cloud pubblico .

Questo problema potrebbe comportare l’archiviazione dei dati aziendali in account personali, creando un rischio maggiore di furto, soprattutto se un utente non dispone dell’autenticazione a due fattori o di altri controlli per proteggere il proprio account personale.

Le informazioni rubate da un account personale potrebbero potenzialmente portare a una vasta violazione dei dati o a una più ampia compromissione dell’organizzazione nel suo insieme.

Pertanto, affinché un’azienda possa garantire una strategia di sicurezza cloud sicura, non solo dovrebbe utilizzare strumenti come l’autenticazione a più fattori, la crittografia e i backup offline per proteggere il più possibile i dati, ma deve anche assicurarsi che tutti questi strumenti sono semplici da usare per incoraggiare i dipendenti a usarli correttamente e seguire le migliori pratiche per la sicurezza del cloud.

Come realizzare un e-commerce di abbigliamento che vende velocemente

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Vuoi realizzare un e-commerce di abbigliamento, di moda, di fashion e vuoi una piattaforma che ti faccia vendere?

Realizzare un e-commerce di moda e di abbigliamento, che sia in grado di presentare al meglio i tuoi prodotti e di ottenere nuove vendite giornaliere è possibile, ma bisogna seguire una serie di regole precise, legate alla comunicazione e personalizzate per questo settore particolare.

La moda e il Fashion hanno delle loro tecniche di comunicazione ben definite da anni, che sono in continua evoluzione, e che devono essere conosciute nel profondo, per evitare degli errori che farebbero perdere tempo e denaro e arrivare quanto prima alla vendita.

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In questa guida vedremo le basi fondamentali per organizzare un e-commerce di abbigliamento e vendita che raggiunga subito degli ottimi risultati economici.

Bisogna avere tanti prodotti e ben organizzati

Una delle prime regole è che un e-commerce di abbigliamento e fashion deve avere tanti prodotti. Tramite una ricerca precisa e consapevole dei fornitori, bisogna fornire al cliente una buona quantità di prodotti tra cui scegliere. 

Che cosa penseresti di un negozio che ha giusto una decina di magliette? o che non avesse i pantaloni? o che mancasse di categorie che ci aspetteremmo?

È chiaro che un e-commerce di abbigliamento deve avere una grande quantità di prodotti del proprio settore, soprattutto quelli delle principali marche, con tutto quello che un cliente si aspetterebbe, compresi i prodotti correlati o gli accessori. 

Per non rendere ingestibile questa fase della propria lavorazione, è importante impostare una piattaforma tecnica forte ed affidabile, come WooCommerce o Magento e con gli i plugin tecnici dedicati che sia in grado di gestire al meglio ed importare i fogli dei fornitori, i fogli Excel, i fogli CSV, e che sappia modificare rapidamente le taglie e i colori, che sono la base del nostro lavoro.

La cosa importante è ottenere un inventario assolutamente soddisfacente, che dia al visitatore la sensazione di trovarsi di fronte ad una grande catena organizzata, e non un piccolo negozio improvvisato.

Ma il segreto, non è solamente avere tanti prodotti, ma essere in grado di aggiornarli quotidianamente. Bisogna sempre avere a disposizione nel proprio inventario le ultime uscite, legate alle recenti collezioni di moda e alle nuove tendenze del mercato.

Il proprio inventario deve avere degli strumenti tecnici che permettano, in collaborazione con i fornitori, di avere aggiornamenti giornalieri, di poter essere modificato massivamente, e di poter operare tutte le operazioni di cui necessitiamo. Questo si può ottenere con dei software integrati, con dei plugin ben calibrati sulla propria piattaforma, e avendo a disposizione dei professionisti nell’inserimento nella gestione dei dati.

La capacità di gestire con efficacia il proprio inventario fa la differenza tra un piccolo e un grande e-commerce di abbigliamento, ed è uno dei punti di divaricazione fra gli amatoriali e professionisti.
L’organizzazione dell’ inventario

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L’inventario deve essere organizzato secondo tecniche precise. La moda e l’abbigliamento coinvolgono decine di migliaia di prodotti nel mondo e centinaia di categorie. Sbagliare la categorizzazione e l’organizzazione del proprio inventario può generare confusione e portare i clienti verso la concorrenza.

È fondamentale stabilire assieme a degli esperti l’organizzazione del proprio inventario, le categorie e le sottocategorie, dividere i prodotti per aree, e ottenere una efficace organizzazione e razionalizzazione dei prodotti, che permette agli utenti di sapere subito dove andare.

I prodotti vanno divisi per uomo, donna bambino, e allo stesso tempo per fasce di età, per tendenze, per gusti e colori, e per tanti altri parametri che vengono conosciuti solo e solamente grazie all’esperienza.

La gestione di marchi e colori

Il sito web è in tutto e per tutto uguale al negozio di abbigliamento. Bisogna avere un marchio proprio, immediatamente riconoscibile e che sia subito legato al nostro tipo di servizio. Si possono realizzare dei marchi con dei tool online, ma il meglio sarebbe affidare il compito ad un Visual designer che vi aiuti ad elaborare un marchio che rimanga impresso nella mente degli utenti.

La scelta dei colori è fondamentale. Ci sono alcuni colori che rassicurano gli utenti e che invogliano all’acquisto perché sono collegati a sentimenti di sicurezza e di affidabilità. Molto spesso vediamo e-commerce che hanno colori completamente sbagliati, come dei tasti colorati di rosso, o header dai colori pastello non troppo convincenti.

E invece la scelta di colori deve essere fatta sia in base alle prerogative del proprio marchio, sia in base alla psicologia dei clienti, che va studiata nel corso degli anni per capire come si muove e come si evolve.

In diversi studi è stato dimostrato che almeno il 30% delle vendite viene influenzato dai colori dello shop di abbigliamento in cui ci si trova.

Le immagini dei prodotti, chiave per aumentare le vendite

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Un altro dei principali errori che si fanno è utilizzare le immagini dei prodotti del catalogo dei propri fornitori, senza aggiungere nulla di più.

Le immagini vanno a sostituire in tutto e per tutto la visita di persona in negozio. Devono essere grandi, bene lavorate, ad alta definizione, con una buona saturazione, per valorizzare il prodotto senza tuttavia creare false aspettative, e mostrare al meglio tutti i dettagli.

Bisogna sempre pensare a gallerie di immagini che facciano vedere il prodotto nella sua complessità, da ogni angolazione e che permettano quasi di di toccarlo, di sentirlo fra le proprie mani.

Diversi studi commissionati da Google e da Nielsen hanno confermato come oltre l’80% della scelta di un prodotto è fortemente influenzata dalle immagini, anche se le informazioni sono sostanzialmente uguali tra un e-commerce e l’altro.

Le immagini allo stesso tempo non devono essere troppo pesanti, per non rallentare il caricamento della pagina. E’ quindi necessario unire alla qualità delle capacità tecniche per alleggerire le immagini dal punto di vista grafico e di rendering del browser.

Questo risultato si può ottenere con degli strumenti on-line, stando attenti al peso finale dell’immagine e al modo con cui verrà resa nel browser.

Confrontare i prodotti, l’arma per vendere

Sapete qual è uno dei motivi per cui una persona abbandona un e-commerce di abbigliamento? perchè è indeciso fra due prodotti e pensa di guardare su un sito della concorrenza per risolvere il suo dubbio.

La cosa peggiore che può capitare in un e-commerce di abbigliamento è che l’utente non sappia scegliere fra due prodotti, e non abbia gli strumenti per confrontarli.

Un buon e-commerce di abbigliamento ha la possibilità di scegliere più prodotti, di visualizzarli l’uno vicino all’altro, di confrontare i dettagli, le taglie e i prezzi per poter scegliere, esattamente come se fossimo in un negozio.

Esistono degli strumenti di ricerca che devono essere calibrati per il singolo e-commerce e che aiutano in questa delicatissima fase. Sono caselle di ricerca avanzate che permettono di dare un notevole impulso alle vendite, risolvendo le resistenze all’acquisto o e aiutando l’utente a scegliere che cosa vuole.

La procedura di acquisto

Tutti gli e-commerce vengono forniti di strumenti fondamentali per finalizzare l’ordine e l’acquisto ed eseguire il pagamento.

Gli e-commerce di abbigliamento hanno bisogno di qualche attenzione In più. I prodotti possono avere tante varianti e tanti colori, possono essere combinazioni di più prodotti, e l’utente può modificare, inserire altri prodotti o voler rimuovere qualcosa. 

Anche solo per test o per verificare il prezzo finale.

Bisogna sempre avere un carrello particolarmente flessibile e adatto alle esigenze dei compratori, che gli permetta di eseguire ogni azione che vogliono in pochi click, e che riduca al minimo i carrelli abbandonati, cosa che si può realizzare con una buona struttura di questa parte importante dello shop.

È necessario eseguire diversi test sul campo, personalizzati, per capire subito dove gli utenti si potrebbero bloccare e prevenire gli errori.

Gestire resi e sostituzioni

La grande difficoltà degli e-commerce di abbigliamento. La capacità di gestire i resi da parte dei clienti o i cambi di vestito, di taglia o di colore. È un classico imprescindibile di questo settore: l’e-commerce di abbigliamento deve avere una politica di reso e di sostituzione ben chiara e la struttura deve accompagnare questo processo.

Gli utenti che trovano la possibilità di rescindere dal loro ordine, di sostituire un prodotto senza fatica, di poter cambiare colore e taglia stampando magari da soli l’etichetta di reso, sono utenti felici che ricomprano.

Bisogna approntare degli strumenti tecnologici ben calibrati ed eseguire diversi test prima di andare on-line.

Imporre il proprio marchio

Gli e-commerce di abbigliamento hanno in generale una lunga “gestazione” perché hanno bisogno che tutto venga calcolato nei minimi dettagli, dal momento che si tratta di prodotti delicati e suscettibili di tante variazioni nello stesso momento.

Nel realizzare un e-commerce di abbigliamento e di moda è quindi fondamentale dedicarsi ad una grande quantità di calcoli preventivi.

Ma l’e-commerce di moda e di abbigliamento non si deve limitare a vendere prodotti, ma imporre un proprio marchio.

È fondamentale che in tutti questi lavori di natura tecnica sia integrata una consulenza per imporre la propria presenza, farsi riconoscere rispetto agli altri, superare la concorrenza e rimanere impressi nella mente degli acquirenti. Si può ottenere grazie alla psicologia della vendita, applicata al settore della moda.

Un e-commerce di abbigliamento realizzato secondo queste tecniche sarà una piattaforma vincente, che riuscirà a distinguersi dagli altri e si trasformerà ben presto in una rendita fissa, base di un solido lavoro.

Microsoft annuncia Windows 365

Microsoft sta lanciando il suo servizio Cloud PC come Windows 365 e lo offrirà ai clienti commerciali a partire dall’inizio di agosto. Inizialmente offrirà l’accesso remoto a Windows 10, ma aggiungerà anche Windows 11 quando il sistema verrà distribuito a ottobre.

“Windows 365 è un servizio cloud che introduce un nuovo modo di sperimentare Windows 10 o Windows 11 per aziende e professionisti, da stagisti e appaltatori a sviluppatori di software e designer industriali”, spiega il direttore generale di Microsoft 365 Wangui McKelvey. “Windows 365 porta il sistema operativo su Microsoft Cloud, trasmettendo in modo sicuro l’esperienza completa di Windows, comprese tutte le app, i dati e le impostazioni, sui dispositivi personali o aziendali. Questo approccio crea una categoria di personal computing completamente nuova, specifica per il mondo ibrido: il Cloud PC.

Secondo Microsoft, Windows 365 offre un'”esperienza di avvio istantaneo” e funziona praticamente con qualsiasi dispositivo, inclusi Mac, iPad, PC Linux e dispositivi Android. Mantiene la sessione in modo che ogni volta che accedi, riprendi esattamente da dove avevi interrotto, e questo anche se accedi a Windows 365 su diversi dispositivi.

Windows 365 è basato su Azure Virtual Desktop, un’altra soluzione desktop remoto basata su cloud, e differisce da quel servizio in un modo fondamentale: laddove Azure Virtual Desktop utilizza un modello di prezzi basato sul consumo, Windows 365 ha un set per utente/canone mensile. Sarà offerto nelle versioni Business ed Enterprise e i Cloud PC possono essere gestiti insieme ai PC fisici tradizionali in soluzioni aziendali standard come Microsoft Endpoint Manager.

Realizzare un sito web per avvocati e studi legali che porta clienti

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Sei un avvocato e devi realizzare il sito web per il tuo studio legale? Che tu sia un professionista che lavora da solo, uno studio legale associato, anche solo una tirocinante nel settore, è fondamentale avere un sito web per avvocati e studi legali organizzato al meglio, che generi nuove richieste di preventivo e ti dia dei risultati concreti.

In questa guida vedremo come realizzare un sito web per avvocati e studi legali che sia efficace, innovativo, che non si limiti a “fare presenza” ma a portare nuovi clienti, attraverso le più moderne tecniche di comunicazione dedicate al settore degli avvocati e degli studi legali.

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I siti web degli studi legali sono spesso inadeguati

Normalmente i siti web degli studi legali sono fortemente inadeguati. Vengono realizzati con piattaforma elementari, si limitano a presentare una serie di servizi molto spesso non comprensibili per i clienti, con un design minimale e poco efficace. Si tratta di siti realizzati al minimo delle loro possibilità, sembrano quasi delle bacheche di un tribunale, e non raggiungono quasi mai gli obiettivi di vendita.

Il problema fondamentale è che gli avvocati e gli studi degli avvocati hanno per loro natura una testa tecnica, legata alle norme e ai regolamenti, anche molto complicati, e naturalmente non possono essere preparati sotto l’aspetto della comunicazione semplice via web.

Ecco perché spesso i siti web degli avvocati e degli studi legali non sono adatti allo scopo, o comunque ottengono molti meno risultati di quello che potrebbero se avessero un design innovativo e delle semplici tecniche di comunicazione web.

Cosa può fare il sito web di un avvocato studio legale

Il sito web di un avvocato o di uno studio legale potrebbe invece raggiungere diversi obiettivi importanti per l’attività.

  • Sviluppare consapevolezza del proprio brand e generare la percezione di uno studio legale affidabile ed efficace.
  • Permettere ai potenziali nuovi clienti di scoprire nel dettaglio tutti i servizi offerti e di contattarti immediatamente.
  • Spiegare al meglio i propri servizi e le proprie specializzazioni, il che permette ai potenziali clienti di capire immediatamente se siete l’avvocato giusto per loro.
  • Insegnare ai potenziali clienti l’importanza di avere uno studio legale a cui affidarsi per non tralasciare questioni importanti  
  • Dimostrare con articoli, Case History e statistiche le vostre capacità, e ottenere dei contatti di persone che già si fidano di voi.
  • Rimanere impressi nella mente dei clienti in modo che siate la prima persona a cui pensano quando hanno bisogno.
  • Posizionarsi per le keyword più importanti sui motori di ricerca ed ottenere naturalmente e senza costi delle nuove richieste di preventivo.

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Tutti questi obiettivi possono essere raggiunti se vengono impiegate le più basilari strategie di marketing e comunicazione on-line, ma fortemente focalizzate sul settore degli avvocati e studi legali.

Una buona home page per il sito di uno studio legale

La homepage di un sito web di uno studio legale dovrebbe avere alcuni elementi fondamentali. Innanzitutto bisognerebbe comunicare immediatamente, con elementi grafici e colori personalizzati, il proprio nome e il proprio brand tale che si capisca entro i primi 5 secondi che ci si trova su un sito di natura legale.

Bisognerebbe poi indicare rapidamente la propria specializzazione: l’utente dovrebbe essere in grado di capire con poco sforzo se siete uno studio legale dedicato ad azioni penali, civili , tributarie e quali sono le vostre specialità, per stabilire se siete l’avvocato migliore per loro.

Evitate nella vostra home page di abbracciare tutte le specializzazioni, anche quelle non vostre, per ottenere più richieste di preventivo. Meglio ottenere meno contatti ma più qualificati: risparmierete tempo voi e lo farete risparmiare al potenziale cliente.

Bisognerebbe indicare tutte le vostre qualifiche, i vostri titoli, il ruolo che avete nella giurisprudenza nazionale ed internazionale e se avete dei ruoli speciali all’interno di organismi di controllo: tutto quello che potrebbe qualificarvi come professionisti.

Inoltre bisognerebbe subito indicare ai clienti i motivi per cui dovrebbero scegliere proprio voi, rispetto alla concorrenza. Bisogna comunicare efficacemente la cosiddetta “Unique Selling Proposition”, ovvero il vantaggio competitivo che potete offrire rispetto alla concorrenza.

Tutto questo deve essere comunicato in maniera semplice, immediata e senza tecnicismi. Ricordate che i vostri clienti non hanno il vostro stesso livello di conoscenza, e termini semplici per voi potrebbero essere incomprensibili per il lettore medio.

La pagina del “Chi siamo” in un sito web di studi legali

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Anche la pagina del “Chi siamo” è fondamentale per il sito di uno studio legale. Molto spesso si limita a delle scarne informazioni, che non aggiungono valore al sito. Invece, una buona pagina del “Chi siamo” dovrebbe includere il proprio background e il proprio percorso di studi atto a qualificare le competenze maturate negli anni oltre alle esperienze che sono state conseguite in Italia e all’estero.

Sarebbe interessante includere la storia del vostro studio legale. Non basta ripetere che siete sul mercato da tanti anni: dovreste spiegare quali sono i punti fondamentali della vostra storia, i risultati che avete raggiunto nei momenti topici del vostro percorso professionale.

Condividere tutto questo con il cliente lo farà sentire coinvolto all’interno della vostra storia e aiuterà a favorire il processo di identificazione con voi.

Includete testimonianze di clienti soddisfatti. Moltissimi si limitano ad un paio di testimonianze nella homepage, senza dedicargli abbastanza spazio nella pagina del “Chi siamo.”

Bisognerebbe invece lasciare posto a piccole storie di clienti soddisfatti, che possano raccontare come li avete aiutati a risolvere i problemi, quali sono state le difficoltà incontrate e come sono state superate. Spazio anche a considerazioni personali, persino alle emozioni che il cliente vuole lasciar trasparire e ai momenti fondamentali del loro rapporto con voi.

Anche in questa pagina ripetiamo il motivo per cui le persone dovrebbero scegliere proprio il vostro studio legale. Bisogna dargli una motivazione precisa, immediatamente comprensibile, che porti le persone a contattare voi e non altri.

Se avete uno studio legale associato con più professionisti prendete in considerazione l’idea di creare delle pagine individuali per Ognuno di loro che siano collegate l’una con l’altra. Questo piace molto ai utenti: gli dà l’idea di trovarsi di fronte ad un team di esperti che potranno aiutare ad ogni livello.

La pagina dei servizi in un sito web di studi legali

Anche la pagina dei servizi viene spesso trattata malissimo. Un elenco dei vostri servizi senza troppe spiegazioni non convince i clienti, e non aiuta a capire in che cosa potete essergli utili.

I servizi dovrebbero innanzitutto essere organizzati in categorie, per essere più facilmente comprensibili e dare l’impressione di una vasta gamma di opzioni a disposizione del cliente.

Ogni servizio dovrebbe avere un link in cui vengono raccontati maggiori dettagli, ma non dal punto di vista tecnico ma sotto l’aspetto dei risultati che potete dare, dei clienti che avete già aiutato e dei successi che avete ottenuto.

Fate comunque in modo che la pagina dei servizi abbia un design pulito, non troppo complesso: la semplicità vince.

La pagina dei contatti di un avvocato

La pagina dei contatti dovrebbe essere semplice ed efficace lo stesso tempo. La prima cosa è mettere a disposizione un form di contatto dove non vengano richiesti troppi dati ma che funzioni immediatamente e che sia visibile soprattutto da mobile.

È importante che si mettano a disposizione dei clienti tutti i possibili metodi di contatto: il telefono, la mail, l’indirizzo PEC , l’indirizzo fisico, gli orari del vostro studio.

Ottima idea anche quello di avere dei canali social collegati, per dare l’idea di uno studio legale che è al passo con i tempi, che non è rimasto all’era pre-internet, ma che è in in grado di aggiornarsi con le ultime novità tecnologiche.

Importante una mappa che permetta di localizzarvi immediatamente nella vostra città, dando la percezione alle persone di potervi raggiungere facilmente, soprattutto se il vostro studio legale è posizionato in un quartiere residenziale o business di buon livello.

Non dimenticate le Call To Action

Ogni pagina dovrebbe sempre includere delle call-to-action, una cosa che non viene mai fatta . Le persone devono essere continuamente invitate a contattare, chiedere informazioni, domandare dei dettagli, telefonare alle vostre segretarie.

Le Call To Action non devono essere soffocanti, ma devono essere presenti in ogni pagina, nei punti strategici, che sono i primi ad essere visualizzati e vicino alle informazioni importanti.

Aiutate i vostri clienti già dal vostro sito web

Un’altra tecnica che pochi avvocati utilizzano ma che dà grandi risultati, è fornire informazioni o aiutare le persone a trovare le informazioni on-line. Sappiamo bene che il mondo della giurisprudenza e il mondo della legalità è estremamente complesso. Capire una legge, comprendere una norma , riuscire a decifrare i provvedimenti governativi è estremamente difficile per un visitatore medio.

Dategli dei link che gli permettano di capire, che diano informazioni utili per un’azienda, per un adempimento legale: cercate di essere lì con gli utenti per risolvere i problemi, per dargli informazioni utili in poco tempo.

Sei già dal sito internet siete in grado di risolvere i problemi del visitatore, state certi che penserà a voi non appena avrà bisogno di una consulenza globale.

Il sito deve essere visibile da mobile

Un altro errore fondamentale è quello di non realizzare dei siti web per avvocati e studi legali che siano ben visibili da mobile.

Oltre il 76% delle persone naviga da smartphone, e ha bisogno di un ottima visibilità da mobile e di una alta velocità del sito web.

Secondo un report di Google risalente al 2015, il 61% delle persone sceglie un vostro competitor solo per aver avuto un’esperienza negativa dal proprio smartphone o perché il sito era lento a caricarsi.

Non dimenticate l’aspetto emozionale

Quando le persone stanno cercando un avvocato hanno un problema: sono emozionate, a volte arrabbiate, a volte spaventate.

La comunicazione di un sito web dedicato agli avvocati non dovrebbe limitarsi alle informazioni tecniche, ma contenere delle strategie psicologiche precise e mirate. Le forme dovrebbero essere semplici ed efficaci, i colori dovrebbero ispirare calma e senso di serenità, ma anche di professionalità, le parole dovrebbero essere soppesate una per una, per generare nella mente del lettore una sensazione piuttosto che un’altra.

Non si tratta solamente di web design, ma anche di visual design, legato alla psicologia della vendita. La mente del lettore deve essere guidata alla comprensione dei propri servizi, deve essere rassicurata attraverso delle tecniche collaudate, e le informazioni devono portare alla maggiore azione desiderata: che è quella del contatto per ottenere più informazioni.

Non tenete il sito fermo per anni

Infine, il sito web di un avvocato non deve rimanere fermo. Ci sono avvocati che hanno dei siti fermi da decenni. E invece bisogna continuamente tenerlo aggiornato, modificare le immagini e le scritte, chiedere continuamente feedback ai propri clienti per ottimizzare ogni aspetto del proprio sito.

È necessario rendere la propria piattaforma web qualcosa di dinamico, che viene costantemente calibrata sui bisogni degli utenti, per massimizzare al massimo i nuovi clienti.