Vuoi sapere come creare un effetto mosso (detto Motion Blur) con la fotocamera?
Quasi ogni luogo della Terra è stato già fotografato da migliaia di professionisti e non prima di te: per questo motivo i fotografi sono sempre di più alla ricerca di metodi per creare immagini uniche che possono differenziarli dagli altri.
Ed è proprio qui che entra in gioco la tecnica del movimento della fotocamera per creare delle immagini originali.
Le’effetto mosso si ottiene semplicemente scattando con una bassa velocità dell’otturatore e spostando la fotocamera e l’obiettivo durante l’esposizione.
Il movimento potrebbe essere verticale, orizzontale, circolare o addirittura si può eseguire una rotazione ad anello per cambiare la lunghezza focale durante l’esposizione.
Il risultato di questa tecnica è un’immagine dinamica astratta dall’effetto straordinario. Con questa rapida e facile guida ti permetteremo di esplorare in pochi minuti questo straordinario mondo e ti insegneremo le tecniche fondamentali per creare immagini in movimento con una fotocamera professionale o semplicemente con il tuo smartphone.
Creare l’effetto mosso ad una foto con la tecnica ZoomBurst
Lo Zoomburst si ottiene ingrandendo il soggetto e poi riducendo lo zoom durante l’esposizione.
Di solito la parte centrale della scena è quella che rimane più riconoscibile mentre le aree esterne vengono sfocate in maniera intensa e sembra quasi che saltino fuori dall’immagine.
Questa tecnica può essere utilizzata per raggiungere un senso di movimento a una vasta gamma di soggetti.
Effetto mosso con Vertical Pan
Il Vertical Pan viene spesso utilizzato in scene in cui è presente un elemento verticale come una canna un albero: si inizia a scattare e si esegue un breve movimento piuttosto rapido in senso orizzontale.
Il che aggiunge una serie di linee sfocate a quelle principali. Una variante di questa è la panoramica orizzontale che viene comunemente utilizzata per scattare immagini sulla costa utilizzando la linea dell’orizzonte come punto focale.
L’effetto mosso più raffinato: rotazione della camera
La rotazione della camera è una tecnica un po’ diversa dalle altre: sì ruota la fotocamera su se stessa verso sinistra, e si attiva l’autofocus prima di ruotare la camera facendogli fare il giro opposto (verso destra) e rilasciare l’otturatore.
Questa tecnica richiede una panoramica estremamente fluida e potrebbe richiedere più tentativi rispetto agli altri metodi.
Tecniche di movimento intenzionale della fotocamera (ICM)
Le impostazioni che ti spiegheremo ti daranno risultati garantiti a prescindere dal tipo di movimento della camera che intendi utilizzare.
Mano mano che acquisisci sicurezza ed esperienza con queste tecniche potrai iniziare a sperimentare tempi di posa ancora più lunghi. Ma vale la pena perfezionare la tua “tecnica di movimento intenzionale della fotocamera” o IGM con le seguenti impostazioni.
Usa un treppiede
Queste tecniche appena descritte, a parte la rotazione, possono essere eseguite con la fotocamera collegata ad un treppiede per eliminare il rischio di sfocatura sull’asse opposto a quello su cui eseguiamo il movimento.
L’utilizzo del treppiede dà l’immediato vantaggio di avere le mani libere. Inoltre, nel caso in cui il tuo smartphone o la tua fotocamera non dovessero avere una funzione di stabilizzazione delle immagini, il treppiede ti permette di risolvere il problema.
Impostazioni della fotocamera
Ora ti diciamo le impostazioni che ti danno sempre ottimi risultati. Imposta la fotocamera con un tempo di posa tra 1/8 secondi e 1/15.
Utilizza 1/10 secondi come punto di partenza e regola secondo le necessità. Imposta ISO su 100 e la fotocamera si prenderà cura di regolare l’apertura per te.
Effettua un rapido scatto di prova per valutare l’esposizione e aggiungi se necessario una compensazione dell’esposizione per schiarire o scurire l’immagine. Utilizza anche l’istogramma e assicurati che le barre delle ombre e delle luci alte non siano troncate.
Movimento della fotocamera
Questa è la parte più importante e determina il successo delle tue immagini: il movimento regolare della fotocamera e dell’obiettivo è assolutamente essenziale per la buona riuscita.
Attiva la messa a fuoco automatica sul soggetto e tieni premuto il pulsante di scatto a metà per bloccare la messa a fuoco. Dopodiché sposta la fotocamera o l’anello dello zoom dalla sua posizione iniziale per attivare il movimento. Quindi inizia il movimento e una frazione di secondo dopo rilascia l’otturatore fino alla completa chiusura.
Zoom e velocità di rotazione
Lavorando con una velocità dell’otturatore compresa tra 1/8 secondi e 1/15 secondi è necessario assicurarsi che il movimento della fotocamera abbia la velocità corretta a seconda della velocità dell’otturatore.
Nella prima tecnica il movimento deve essere estremamente breve, nella seconda è molto più lungo e in questo modo si ottiene un immagine più esteticamente gradevole e astratta.
Azzeccare la giusta quantità di movimento della fotocamera e della lente è semplicemente una questione di provare, sbagliare e riprovare.
Dovete essere pronti a scattare molte più foto del solito per ottenere l’immagine che vi piace. Potrà sembrare faticoso ma ne vale sicuramente la pena e vedrete i risultati immediatamente sullo schermo LCD della fotocamera.
Provate con pazienza
L’effetto mosso è divertente e gratificante sia per i principianti che per i fotografi più esperti.
Tuttavia richiede anche maggiore lavoro ed è perfettamente normale che all’inizio non abbiate le giuste sensazioni.
Dovete insistere fino a farvi la mano, la quale dipende sia dal vostro livello di preparazione e di esperienza ma anche dalla macchina e dalle impostazioni che avete deciso.
Una volta che vi sarete impadroniti della tecnica potrete utilizzarlo su una grande varietà di argomenti, inclusi azioni e ritratti di persone.
Quindi continuate ad ottimizzare le impostazioni della fotocamera ed eseguite semplici movimenti sempre più sicuri per aumentare la qualità dei vostri scatti.
Dopo l’arresto, nel 2018, di diversi individui sospettati di essere i leader delle famigerate cybergang Fin7 e Carbanak, si pensava che il gruppo di cybercriminali si fosse sciolto. I ricercatori di Kaspersky Lab hanno, però, rilevato una serie di nuovi attacchi portati avanti dagli stessi gruppi con uso del malware GRIFFON. Secondo gli esperti dell’azienda, Fin7 potrebbe aver fatto crescere il numero dei gruppi di attaccanti che operano con la loro guida; Fin7 avrebbe, inoltre, reso i propri metodi ancora più sofisticati e si sarebbe persino spacciato per un vendor legittimo di soluzioni di cybersicurezza per ingaggiare – e ingannare – dei ricercatori professionisti, facendosi aiutare da loro nel furto di risorse finanziarie.
Il gruppo cybercriminale Fin7 sarebbe il responsabile degli attacchi avvenuti negli Stati Uniti dalla metà del 2015 in ambito retail, ristorazione e hospitality, una serie di azioni che sarebbe stata condotta in stretta collaborazione, e condividendo strumenti e metodi, con il famigerato gruppo Carbanak. Mentre Carbanak si concentrava principalmente sul mondo bancario, Fin7 prendeva di mira soprattutto le aziende, in particolare quelle potenzialmente in grado di recuperare milioni di dollari attraverso asset finanziari come credenziali di carte di pagamento o informazioni sui conti dai computer dei dipartimenti finanziari. Una volta ottenuto ciò che serviva, gli autori della minaccia trasferivano il denaro sui conti offshore.
Secondo la nuova indagine realizzata da Kaspersky Lab, il gruppo avrebbe continuato la sua attività nonostante l’arresto dello scorso anno dei suoi presunti leader, mettendo in atto sofisticate campagne di spear-phishing per tutto il 2018 e distribuendo malware a diversi obiettivi attraverso email realizzate su misura. In diversi casi, i cybercriminali hanno scambiato messaggi con le vittime designate per settimane prima di inviare loro i documenti malevoli come allegati. Secondo Kaspersky Lab, più di 130 aziende potrebbero essere state prese di mira in questo modo entro la fine del 2018.
I ricercatori hanno scoperto anche altri team di attaccanti informatici che operano sotto l’”egida” di Fin7. L’uso di infrastrutture condivise e la messa in opera delle stesse tattiche, di simili tecniche e delle medesime procedure (TTP), sarebbero la prova di una possibile collaborazione di Fin7 con la botnet AveMaria e con i gruppi noti come CobaltGoblin/EmpireMonkey, ritenuti responsabili di una serie di cyberfurti in banche europee e centro-americane.
Kaspersky Lab ha anche scoperto che Fin7 ha creato una falsa società che affermava di essere un legittimo vendor di soluzioni di cybersecurity, con uffici in tutta la Russia. Il sito web di questa finta società è registrato sul server che Fin7 utilizza come C&C (Command and Control center). Questo business “fake” sarebbe stato utilizzato anche per reclutare, attraverso canali online legittimi per la ricerca di lavoro, ignari ricercatori indipendenti, che si occupano di rilevamento di vulnerabilità, sviluppatori di software e interpreti. Sembra che alcune delle persone poi assunte all’interno di queste false aziende non sospettassero in alcun modo di essere state coinvolte in attività cybercriminali, tanto che molte hanno incluso l’esperienza lavorativa in queste organizzazioni anche nei loro CV.
“Le minacce informatiche moderne possono essere paragonate all’Idra di Lerna, il mostro leggendario della mitologia greca e romana; al taglio di una delle sue teste ne sarebbero spuntate subito due nuove! Il modo migliore per proteggersi dagli autori di questo tipo di minacce, quindi, è quello di implementare soluzioni di sicurezza avanzate e multi-livello: è fondamentale installare tutte le patch per i software non appena vengono rilasciate e condurre regolari analisi di sicurezza su tutte le reti, i sistemi e i dispositivi in uso”, ha commentato Yury Namestnikov, Security Researcher di Kaspersky Lab.
Huawei P30 lite arriva sul mercato ad un prezzo piuttosto interessante, €369, compreso di cover e auricolari.
La strategia dell’azienda è quella di proporre un prodotto di fascia media, con delle prestazioni simili al top, ma ad un prezzo decisamente accessibile.
Si tratta di una formula piuttosto interessante in quanto i nuovi acquirenti di questo prodotto riceveranno gratuitamente Huawei Freebuds Lite, ovvero degli auricolari senza fili in stile Apple.
Dal momento che gli Apple Airpods costano regolarmente €129, ci troviamo di fronte ad un ottimo pacchetto iniziale.
Il prodotto avrà 3 varianti di colore: Peacock blu, con una sfumatura di colore piuttosto chic, Midnight Black e Pearl White per coloro che vogliono un look più semplice.
Design
Due o tre anni fa, Huawei P30 Lite , con uno schermo dalla diagonale di 6,15 pollici, sarebbe stato sicuramente uno dei più grandi smartphone sul mercato.
Ma grazie agli spigoli ristretti, al piccolo notch a forma di goccia e ai suoi concorrenti che sono generalmente più grandi, lo smartphone può essere considerato di medie dimensioni.
Il rapporto tra dimensioni del display e area frontale e del 84,1%, che è abbastanza buono. Grazie sui bordi arrotondati Huawei P30 Lite si tiene molto bene e gradevolmente in mano.
La montatura e la cornice attorno alla fotocamera brillano con un look cromato molto carino, anche se sono realizzati in plastica e non in metallo.
Basta un primo sguardo per accorgersene. Anche il retro è fatto di plastica, ma dobbiamo dire che sembra quasi buono come se fosse il vetro del P30 Pro.
Huawei è riuscito abbastanza bene a elaborare il design finale: solo il carrello della SIM non è completamente a filo con il telaio.
Anche la transizione fra i bordi del display e il corpo dello smartphone non è così fluida ed elegante come nel P30 Pro, ma è stato fatto comunque un buon lavoro.
Display
Huawei ha dotato il suo P30 Lite di un display IPS: la sua risoluzione di 2312 X 1080 pixel è leggermente più di un Full HD. Questo si traduce in una densità di pixel di 415 punti per pollice.
Questo è più che sufficiente e fornisce una rappresentazione nitida delle immagini. I colori sono piacevolmente gestiti dalle impostazioni predefinite, mentre coloro a cui piace uno schermo più abbagliante possono regolarlo facilmente.
Ti consigliamo di utilizzare il display con colori caldi, in quanto tendenzialmente ha una leggera sfumatura blu che con questo trucco può essere attenuata.
Mentre la nitidezza è assolutamente sufficiente ci sono due punti che dovrebbero dare di più: la luminosità e gli angoli della visuale.
In pieno sole, il display di Huawei P30 Lite raggiunge i suoi limiti e si vede a fatica, e la stabilità dell’angolo di visione è appena accettabile. Per la sua fascia di prezzo, tuttavia, la prestazione generale può essere considerata buona.
Software e sistema
Huawei P30 lite è fornito di Android 9 Pie, integrato con l’interfaccia EMUI 9, come siamo soliti aspettarci dall’azienda.
L’interfaccia di Huawei ha un sacco di funzionalità da offrire ma fa anche molte cose in maniera diversa rispetto ad Android classico.
Huawei è abbastanza riluttante nell’utilizzare applicazioni preinstallate di terze parti: infatti in questo prodotto troviamo solamente Amazon, Booking.com e Facebook.
Punto interessante, Huawei P30 Lite non ha un suo browser ma utilizzerà Chrome. Questa è una differenza rispetto al P30 Pro, che dovrebbe invece avere un suo programma per la navigazione web.
Hardware
Grazie a Kirin 710 del marchio Hisilicon, il P30 Lite ha un classico chip di fascia media che può sfruttare 4GB di RAM.
Non è male, anche se non è da applausi. Soprattutto per i giochi graficamente complessi le prestazioni potrebbero scricchiolare, nonostante il sistema GTP Turbo 2.0 che dovrebbe aumentare l’efficienza dell’ elaborazione grafica e prevenire il lag del video.
Tuttavia, a fronte di un normale funzionamento, Huawei P30 Lite risponde in modo rapido e semplice anche se non altrettanto veloce di alcuni suoi concorrenti.
Che però costano più del doppio. La capacità di memoria è di 128 GB, che può essere allargata tramite le classiche schedine microSD e non con una scheda propria NM.
Fotocamera
La tripla fotocamera di Huawei P30 Lite è composta da un obiettivo grandangolare da 48 megapixel, un obiettivo grandangolare da 8 megapixel e un teleobiettivo da due.
Quest’ultimo consente uno zoom 50x senza perdita di qualità. La fotocamera frontale ha invece 24 megapixel.
Gli appassionati di video apprezzeranno certamente la funzione “Super slow motion” che offre un movimento rallentato fino a 16 volte e una registrazione HD che viene gestita benissimo dal comparto hardware.
Dobbiamo dire che l’obiettivo grandangolare è a dir poco eccezionale, in questa fascia di prezzo, così come l’alta risoluzione di 48 megapixel della fotocamera principale.
Gli scatti realizzati in buona luce sembrano piuttosto interessanti , nche se la maggior parte degli smartphone ora si comporta molto bene in questo settore.
Se utilizziamo lo zoom, noteremo che il software di P30 Lite ha un po’ di difficoltà nella resa dei dettagli, ma nella visualizzazione normale non c’è alcun problema.
Per quanto riguarda i selfie consigliamo di disattivare gli effetti di bellezza artificiali.
Il dettaglio delle inquadrature frontali in Huawei P30 Lite si è rivelato molto buono durante i test, ma l’effetto HDR esagera un po’ in alcune situazioni di illuminazione, mostrando un effetto alone sgradevole che ricorda le prime foto in HDR di qualche anno fa.
Durata della batteria
Huawei P30 Lite ha una batteria dalla capacità di 3340 mah: la cella al polimero di litio dovrebbe raggiungere fino a 293 ore in standby e 21 ore in conversazione.
Ovviamente si tratta delle dichiarazioni dell’azienda, ma durante i test le cifre saranno tendenzialmente più basse.
Le prestazioni generali sono comunque abbastanza soddisfacenti e si dovrebbe riuscire, con un utilizzo normale, ad arrivare ad una giornata piena senza particolari problemi.
Il prodotto ha a disposizione la funzione QuickCharge per la ricarica ultra rapida, ma non abbiamo l’enorme caricabatterie da 40 Watt che troviamo invece nel P30 Pro.
Purtroppo, ma ce lo aspettavamo, niente ricarica wireless.
Giudizio finale
Per il prezzo di €369, Huawei p30 Lite ha molto da offrire, questo è sicuro.
Soprattutto per la fotocamera, dove altri smartphone di fascia media potrebbero avere difficoltà a tenere il passo.
E’ logico che in questa fascia di prezzo non tutto ciò che luccica sia oro, o in questo caso, metallo.
Ma il giudizio complessivo può essere abbastanza buono. E Huawei P30 Lite si candida ad essere uno dei prodotti più completi per un prezzo relativamente modesto.
Specifiche tecniche
Schermo
Dimensioni schermo: 6,15 pollici
Colori schermo: 16,7 milioni di colori, saturazione (NTSC): 96% (valore di riferimento)
Capacità batteria: 3340 mAh (valore di riferimento) 3240 mAh (valore minimo)
Sostituzione batteria: Non supportata (la batteria è integrata e non rimovibile)
Caricabatterie standard: caricabatterie 9V / 2A
Ricarica veloce: Supportata (ricarica veloce 9V / 2A, tempo per una ricarica completa: circa 105 minuti) Nota: i dati sono basati su test di laboratorio. Il tempo per una ricarica completa potrebbe variare a seconda della rete locale e delle abitudini d’utilizzo.
Tempo di ricarica teorico: circa 105 minuti Tempo di chiamata teorico: tempo di chiamata 3G teorico: fino a 21 ore Tempo in standby teorico: fino a 293 ore, circa 12,2 giorni
Processore
Modello CPU: Kirin 710 Kernel CPU: Octa-core Frequenza CPU: Cortex-A73 2,2 GHz x 4 + Cortex-A53 1,7 GHz x 4 Modello GPU: Mali-G51 1 GHzNFC
NFC
Supportato
Resistenza a schizzi, acqua e polvere
Non supportate
Localizzazione
GPS: Supportato
GLONASS: Supportato
BeiDou: Supportato (valido solo nell’area asiatica)
AGPS: Supportato
Software di navigazione: Non pre-installato, supporta mappe di navigazione di terze parti
Nella confezione
1 )1 x HUAWEI P30 lite 2) 1 x Batteria incorporata 3) 1 x Caricabatterie 4) 1 x Cavo USB 5) 1 x Custodia protettiva TPU 6) 1 x Guida rapida 7) 1 x Strumento di rimozione SIM 8) 1 x Scheda di garanzia* 9) 1 x Custodia protettiva PC* 10) 1 x Auricolari
Il panorama del b2b è cambiato drasticamente negli ultimi anni: la digitalizzazione ha reso il percorso d’acquisto dei buyer un processo prevalentemente digitale e gli utenti tendono a confrontarsi con colleghi e amici, prima di rivolgersi a un commerciale per prendere una decisione relativa all’acquisto di un prodotto o un servizio.
La metodologia di marketing inbound permette di costruire una relazione di valore con i prospect, rendendo più probabile la trasformazione degli stessi in contatti commerciali validi e poi in clienti soddisfatti e fedeli. Vediamo come.
Costruire una relazione di valore con il prospect
Il focus di tutta la strategia inbound è quello di creare un rapporto di fiducia con l’utente che si traduce in una comunicazione diretta tra azienda e prospect attraverso la diffusione di contenuti utili e interessanti. In questo modo, l’azienda non ha bisogno di bombardare il pubblico target con messaggi promozionali, offerte ed email generiche, ma saranno loro stessi a decidere di visitare il sito aziendale e di fruire dei contenuti, perché in essi troveranno un vero valore aggiunto e una fonte utile di informazioni.
L’inbound si pone in netto contrasto con tutte le logiche tipiche del marketing tradizionale e outbound – email anonime, promozione continua dei prodotti, messaggi e banner indesiderati, pubblicità aggressiva, telemarketing e così via – che vengono considerate estremamente fastidiose, si trasformano in spam e incidono sulla reputazione di un’impresa.
L’inbound vuole dar vita ad un interesse concreto da parte del cliente potenziale, creando una relazione basata sulla fiducia e sulla stima, non sullo sfinimento e sulla rabbia, sicuramente poco efficaci nel processo di vendita.
I contenuti: lo strumento essenziale
Il traffico al sito viene generato principalmente attraverso la creazione di un blog aziendale, che deve essere costantemente aggiornato e arricchito. Gli articoli pubblicati, oltre ad essere interessanti e utili per il lettore, devono necessariamente essere ottimizzati per i motori di ricerca e seguire le regole SEO, per poter apparire nella prima pagina della ricerca di Google. Scrivere, pubblicare e condividere contenuti significa rispondere alle esigenze, alle domande e ai dubbi di prospect e clienti, allineando la propria strategia alle nuove abitudini d’acquisto.
Anche la condivisione sui social aziendali è essenziale per fare in modo che i contenuti vengano diffusi in maniera capillare.
In particolare, in ambito b2b è molto efficace l’utilizzo di LinkedIn per entrare in contatto con altre imprese e con professionisti del settore, ma anche per attirare nuovi clienti potenziali, facendosi conoscere e promuovendo la reputazione aziendale attraverso i contenuti pubblicati. Prima di iniziare con una promozione dei contenuti tramite le funzioni pubblicitarie della piattaforma LinkedIn, tuttavia, è bene assicurarsi che i profili (personali delle figure di marketing, sales e della dirigenza) siano bene impostati. Ovviamente, anche la pagina aziendale andrebbe costantemente aggiornata ed essere il più possibile coerente con le linee guida grafiche definite a livello corporate.
Ampliare il proprio database con le CTA
Un elemento che non può mancare all’interno di qualsiasi contenuto online è la call to action. Posizionate in punti strategici della pagina, le CTA offrono agli utenti la possibilità di scaricare un ebook, una guida, un approfondimento o un video relativi all’argomento trattato; in cambio, l’utente dovrà compilare un form e lasciare i propri dati, trasformandosi così in un lead effettivo, più vicino alla finalizzazione del percorso d’acquisto.
La call to action deve attirare l’attenzione del visitatore, quindi deve avere un design accattivante e presentare una proposta chiara. Scrivere semplicemente “iscriviti” non è sufficiente: il testo della CTA deve essere sì breve e conciso, ma la frase deve esprimere l’urgenza e l’importanza del messaggio per attrarre l’attenzione del visitatore. È importante, infine, che la CTA conduca a una landing page dedicata, piuttosto che a una pagina del sito, per essere davvero efficace.
Identificare il pubblico target attraverso lo studio delle buyer persona
Buyer persona sono rappresentazioni semi-fittizie del cliente ideale
Prima ancora di definire i contenuti, le CTA e le landing page, occorre capire chi è il pubblico di riferimento a cui l’azienda deve rivolgersi. Le buyer persona sono rappresentazioni semi-fittizie del cliente ideale, costruite secondo dati e analisi molto precise riguardanti l’età e la posizione geografica, il titolo di studio e gli interessi, ma soprattutto, per l’ambito b2b, il ruolo professionale, la dimensione dell’azienda, il fatturato, le aspirazioni, gli obiettivi, le debolezze e così via. Avendo bene in mente il pubblico target, ci si assicura di creare i contenuti giusti per le persone giuste, senza sprecare tempo e risorse.
I KPI dell’inbound marketing
Uno degli aspetti più interessanti e ricchi di opportunità dell’inbound è la possibilità di tracciare con precisione una grande quantità di dati di tipologie diverse. Tutte le azioni proposte dalla metodologia devono essere regolarmente verificate attraverso strumenti di analisi e monitoraggio che ne confermino il corretto funzionamento o suggeriscano la necessità di procedere con delle modifiche alla struttura.
Ad esempio, possono essere calcolati i lead totali presenti nel database commerciale, così come le conversioni e i risultati di ogni singola attività svolta. In questo modo, è facile valutare l’efficacia delle specifiche attività di marketing e confrontare in tempo reale gli investimenti compiuti con i riscontri dei contatti commerciali.
Si possono quindi correggere o limitare eventuali iniziative di scarso successo, focalizzando l’attenzione su quelle che ottengono le performance migliori. Poiché l’obiettivo iniziale è quello di aumentare il traffico al sito, bisogna analizzare i picchi e gli eventuali crolli: soprattutto nel secondo caso, è importante capire perché si sono verificati e risolvere al più presto le possibili cause.
Il CTR misura il rapporto tra i clic e le impression
Altro dato da considerare è il CTR (click through rate) che permette di monitorare se una call to action è davvero efficace o meno. Il CTR, infatti, misura il rapporto tra i clic e le impression: quanti utenti hanno cliccato sulla CTA dopo averla visualizzata?
Utilizzare dei software che gestiscano correttamente i lead ottenuti è un ottimo sistema per seguire tutte le singole relazioni e gestire i dati, senza perdersi alcun dettaglio.
Inbound: la chiave per il successo
La metodologia inbound, per essere applicata in ambito b2b, deve essere approfondita accuratamente. Non basta seguire qualche suggerimento per costruire un motore davvero efficace e che porti risultati a lungo termine.
L’inbound permette di veicolare il traffico al sito, di convertire i visitatori in lead di qualità prima e in clienti fedeli poi. Inoltre, definisce nel dettaglio le regole, gli strumenti e le tecniche perché si attivi il processo di lead generation che comporta lo sviluppo di una strategia mirata e la costruzione di un sito web completo, chiaro, facilmente navigabile e responsive da qualunque dispositivo.
Tutto questo ha bisogno di tempo per essere realizzato, ma anche per dare i suoi frutti: non si può pretendere di avere risultati visibili nella prima settimana o nel primo mese di avvio.
Se l’azienda è disposta a investire in una strategia a lungo termine, portando un po’ di pazienza all’inizio, si potrà assicurare risultati concreti, sorprendenti e duraturi.
Non ci vuole un esperto per capire che l’auricolare Mpow Bluetooth 4.1 è un eccellente dispositivo, dall’ottima fattura e dalla connessione stabile, utile soprattutto per chi è alla guida e deve evitare distrazioni o per chi alla scrivania vuole avere le mani libere.
Un prodotto tutto sommato eccellente, dato anche il prezzo ragionevolmente contenuto
Design e qualità costruttiva
Il pacchetto è quanto ci possiamo aspettare per un prodotto da €20, ma nella confezione troviamo tutto quello che serve per capire il funzionamento del dispositivo.
Si tratta di un prodotto molto bello esteticamente, dall’aspetto piuttosto compatto e dalle finiture luccicanti. Non si tratta ovviamente di un prodotto premium, ma per la sua fascia di prezzo il design si può giudicare tutto sommato soddisfacente.
La qualità costruttiva è abbastanza buona e L’archetto in gomma leggera garantisce un’ottima presa e un grande comfort: ottimo anche l’auricolare in silicone con una piccola copertura in gomma per la parte USB. Può risultare leggermente scomodo solo per chi porta gli occhiali.
E’ possibile collegare fino a 2 dispositivi allo stesso tempo e sulla parte superiore troviamo in maniera facilmente accessibile i comandi per aumentare o diminuire il volume o impostare il muto.
Qualità audio
Ci troviamo di fronte ad un prodotto con un suono stereo, una buona qualità e un microfono per la cancellazione del rumore di sottofondo che fa bene il suo lavoro.
La qualità del suono è alta, sia per la riproduzione della voce che per la musica. L’auricolare permette inoltre di interagire con lo smartphone sia per lo spegnimento che per l’avvio.
Connessione
È un Bluetooth di tipo 4.1 compatibile con la maggior parte degli smartphone di ultima generazione, ma abbiamo ottenuto degli ottimi risultati di connessione anche con prodotti di tre o quattro anni fa.
La connessione è sempre veloce, piuttosto stabile e in una settimana di prove non abbiamo notato nessun tipo di disconnessione.
Può fare un po’ di confusione solamente se è in abbinamento con altri prodotti Bluetooth, ma la nuova ricerca del dispositivo disponibile e il ricontatto di norma non rappresentano un problema.
Batteria
La batteria agli ioni di litio si ricarica tramite USB. Dura circa 6 ore in caso di chiamate e 5 ore e mezza per la musica, mentre arriva ad un totale di 280 ore se rimane in modalità stand-by.
Ovviamente si tratta di indicazioni fornite dal produttore, tuttavia possiamo confermare nella quasi totalità questo tipo di prestazioni quanto a durata.
La ricarica completa si ottiene con due ore piene. Durante l’uso prolungato si viene comunque avvisati nel momento in cui la batteria sta per cadere, in modo da avere ancora circa 15 minuti di autonomia.
Il Logitech Prodigy G203 è un mouse economico per videogamer che magari hanno investito i loro risparmi per una scheda grafica potente e volevano un mouse di fascia alta senza spendere troppi soldi.
Quello che più attrae del prodotto è certamente il suo prezzo estremamente basso rispetto alla concorrenza e la sua ampia gamma DPI che va da 200 a 8000 grazie ad un recente aggiornamento del firmware.
Nel momento in cui viene acquistato, il mouse viene dichiarato come 6000 DPI ma non appena lo colleghiamo al PC ci verrà richiesto di eseguire un aggiornamento del firmware che porterà il DPI ad 8000.
Design
Grazie alla sua illuminazione RGB, Logitech Prodigy G203 sembra più un mouse per l’ufficio piuttosto che per il gaming. Abbiamo 6 pulsanti programmabili, che è molto di più di quello che abbiamo su un mouse normale, e la rotella di scorrimento è leggermente più larga del solito, con una superficie più ruvida e gommosa rispetto alla media.
La sua forma è tuttavia molto semplice e sembra che sia progettata per navigare tra i fogli Excel o le slide di PowerPoint.
Se non fosse per i due pulsanti laterali, Prodigy G203 sarebbe un mouse assolutamente ambidestro. La mancanza di ergonomia per i destrimani è in realtà un piccolo svantaggio, specie quando i giocatori tendono a trascorrere lunghe sessioni con il mouse nella mano destra.
Le superfici del mouse sono interamente in plastica e non abbiamo alcuna impugnatura laterale in gomma morbida che si occupi di migliorare la sensazione tattile.
I 6 pulsanti programmabili del mouse includono, ovviamente, il click destro e sinistro, una rotella di scorrimento cliccabile, un pulsante per le impostazioni DPI posizionato subito dietro la rotella di scorrimento e altri due pulsanti sul lato sinistro.
I pulsanti laterali sono posizionati in modo da non intralciare e per evitare click accidentali, pur rimanendo facilmente accessibili per un rapido movimento del pollice.
Prodigy G203 ha una illuminazione RGB a una zona. Sia il logo che la sottile striscia che corre lungo il bordo della metà posteriore del mouse si illuminano.
Tuttavia non possono essere programmati singolarmente per mostrare colori diversi. Se si dispone di altre periferiche Logitech con illuminazione RGB è possibile sincronizzarla tramite il software apposito.
Software
Come la maggior parte delle periferiche USB, Logitech Prodigy G203 è plug and play. Tuttavia se si installa l’applicazione gratuita Logitech Gaming Software sarà possibile accedere alle impostazioni del mouse e aggiornare il firmware.
Per cominciare questo programma ti consente di reimpostare i 6 pulsanti del mouse. Questo è lo standard per qualsiasi mouse da gioco, ma Logitech fa un ulteriore passo in avanti e ti consente di impostare diversi profili per diversi giochi.
Il programma si occupa di scansionare il tuo PC alla ricerca dei giochi che hai installato e ti offrirà di configurare i profili per ognuno di questi, in modo da personalizzare non solamente i pulsanti del mouse ma anche quelli della tua tastiera.
Successivamente Logitech Gaming Software consente di personalizzare i livelli di sensibilità DPI.
È possibile impostare da 1 a 5 livelli attivi: il minimo è di 200 e il massimo è di 8000, a condizione di eseguire un piccolo aggiornamento del firmware. Le impostazioni a bassi DPI permettono di controllare movimenti precisi, come i tiri da cecchino, mentre un’impostazione più alta ti permette di eseguire al meglio azioni più regolari.
Il software consente inoltre di personalizzare la illuminazione RGB del mouse. Si può scegliere un colore unico, un ciclo di colori o un effetto trasparenza.
È anche possibile regolare la luminosità e la velocità di cambiamento dell’effetto scelto. Molto utile, è possibile assegnare una particolare illuminazione personalizzata per ciascuno dei profili di gioco.
Nel complesso, il software di gioco rappresenta un punto di forza di Prodigy G203. E’ molto semplice creare profili individuali per diversi giochi, ognuno dei quali può ottenere la sua illuminazione personalizzata: il che è veramente fantastico.
Esperienza di gioco
Abbiamo provato Logitech Prodigy G203 con Battlefield and Counter Strike: Global Offensive.
In entrambi i giochi il prodotto si è rivelato fluido e preciso: la cosa che ci è mancata più di tutte è invece la mancanza di una particolare ergonomia e la superficie scivolosa in plastica soprattutto sui lati.
Sotto questo aspetto preferiamo impugnature più strutturate come il Corsair Harpoon RGB oppure il Razer Abyssus V2.
A meno che non abbiate un monitor enorme probabilmente non avrete bisogno di un DPI così alto come il massimo a disposizione. Già a 4000 potrete facilmente spostarvi da un lato all’altro di un display da 27 pollici con un rapidissimo gesto.
Conclusione
Logitech Prodigy G203 offre una impostazione DPI particolarmente elevata, delle prestazioni accurate e un software complementare assolutamente gradevole, il tutto per un ottimo prezzo.
Il punto debole è certamente il design: il guscio interamente in plastica è scivoloso e i pulsanti destro e sinistro sono troppo molli.
La Pixma TS5050 è uno dei prodotti più recenti di Canon nel settore delle multifunzioni a colori per casa e piccoli uffici. I bordi curvi e il design attraente la rendono più simile ad un fantastico kit audiovisivo piuttosto che ad una banale periferica multifunzione.
Con questo prodotto possiamo stampare, acquisire e copiare documenti e possiamo collegarci alla rete WiFi domestica per la condivisione.
È anche bello notare come la Canon ha reso l’utilizzo della Pixma TS5050 meno complicato rispetto alle generazioni precedenti. La combinazione di un display a colori da 3 pollici con dei controlli ridisegnati rappresenta un netto miglioramento e Canon ha finalmente abbandonato il suo mix confuso di pulsanti separati e di direzione.
Design
La gamma Pixma è progettata appositamente per un uso domestico, per cui il prodotto dispone di uno slot per le schede SD che permette di stampare foto direttamente dalla scheda di memoria. In alternativa possiamo utilizzare le applicazioni Android e iOS di Canon per stampare in modalità wireless da un tablet o uno smartphone.
Pixma TS5050 ha un vassoio di alimentazione posteriore da 100 fogli e un vassoio di uscita anteriore tradizionale.
Abbiamo avuto alcuni piccoli problemini con il coperchio dello slot di alimentazione, che bisogna chiudere manualmente dopo aver riposto la carta. E’ facile dimenticarsi di questa ultima operazione e a volte è necessario essere avvisati dalla stampante che bisogna sistemare il coperchio.
Un altro inconveniente, ma minore, è la mancanza di stampa fronte retro automatica: a questo prezzo ci aspetteremmo di trovare queste funzioni di serie.
Comunque, è bello vedere che Cannon ha utilizzato il suo sistema a 5 inchiostri impiegando sia un nero a base di pigmenti per il testo in grassetto su carta normale, sia un nero a tinta unita per un migliore contrasto delle foto.
Prestazioni: stampa, scansione e copia
La Pixma TS5050 offre prestazioni soddisfacenti, riuscendo a fornire testo nero perfetto con una frequenza di 12,3 pagine al minuto. Nel caso della riproduzione di disegni la velocità è leggermente calata ma non si sono verificati altri notevoli ritardi.
La Pixma TS5050 ha prodotto una grafica a colori ad una velocità di 3,7 fogli al minuto, piuttosto veloce, raggiungendo quasi 5 fogli al minuto in modalità bozza, pur con una normale perdita di qualità.
Al massimo livello di dettaglio possibile, sono bastati 7 minuti per stampare due foto 10×8 e quasi 11 minuti per completare sei stampe da 6X4 senza bordi.
Provando a collegarla via USB, i tempi di scansione erano abbastanza veloci fino a 1200 punti per pollice. Acquisire una foto tipo cartolina a questo livello di qualità ha richiesto un minuto e mezzo.
La fotocopiatura è leggermente più lenta di quanto ci aspettassimo: tuttavia con una singola copia A4 ci vogliono 20 secondi sei solo nero e 21 secondi per i colori.
Canon solitamente realizza scan molto buoni e i risultati del prodotto sono a livello delle aspettative mostrando una messa a fuoco particolarmente nitida e una alta gamma dinamica in grado di preservare sia i dettagli molto chiari che i colori molto scuri.
Le copie sia a colori che in nero avevano una tonalità troppo scura per impostazione predefinita per cui dobbiamo smanettare un po’ per avere un risultato soddisfacente.
Indipendentemente dalla fonte, la qualità di stampa è uniformemente eccellente. Il testo scuro è ragionevolmente nitido, mentre le foto sono anche esse nitide e dettagliate, anche se con un tono leggermente caldo che potrebbe non piacere ai perfezionisti.
Chi cerca stampe perfette avrebbe bisogno di fare un piccolo ritocco con Photoshop per raggiungere il livello di qualità desiderato.
Costi di gestione
L’impostazione Canon a due colori di inchiostro significa che pagherai quasi €0,03 per pagina: considerato che Canon stima che ci vogliano 4000 pagine per esaurire una cartuccia di inchiostro nero, possiamo considerarla leggermente più costosa della media, ma non in maniera drammatica.
Conclusione
Pixma TS5050 non ha un bellissimo aspetto, ma ottimi risultati e buone prestazioni, a tratti brillanti. Un ottimo multifunzione per la casa. Se non ti interessa la completa mancanza di stampa fronte retro, che può essere fatta solo manualmente e non automaticamente, questo è un prodotto che merita un posto sulla tua scrivania.
La linea di smartphone appena rinnovata di Sony ruota intorno alla cifra 1: c’è l’ammiraglia, Xperia 1, che sta per uscire sul mercato e gli Xperia 10 e 10 Plus che appartengono alla gamma media.
Proprio come gli altri 1, l’Xperia 10 sfoggia un display 21:9 che Sony vede evidentemente come il futuro degli smartphone. Il 10 pollici ha ancora la risoluzione FullHD +, quindi ha tanti pixel quanti il 10 Plus, ma presenta alcuni sacrifici rispetto al modello più grande.
Il principale tra questi è il chipset: lo Snapdragon 636 nel 10 Plus è un po’ sottodimensionato, e l’Xperia 10 viene fornito con l’S630 meno emozionante.
Tra gli altri tagli, una quantità di RAM inferiore a quella del Plus e una fotocamera di profondità di minore potenza. Ma ci sono altre riduzioni più nascoste alla vista: ad esempio qui abbiamo uno slot condiviso per la seconda SIM e la scheda di memoria, laddove il Plus aveva slot dedicati per tutte e tre.
L’Xperia 10 mantiene però la stessa fotocamera selfie del Plus e in linea generale il prodotto è fisicamente lo stesso telefono, solo più piccolo.
Design
Avendo già avuto la possibilità di vedere l’Xperia 10 Plus, le proporzioni del 10 non ci sembrano insolite. Osiamo dire, è un telefono dall’aspetto “normale”?
No, il fatto che sia leggermente più piccolo non significa che non abbia un aspetto premium. Quindi grazie al display più contenuto e all’aspetto originale, l’Xperia 10 è un telefono molto alto ma anche un telefono compatto.
È più stretto di un Pixel 3 e di un Galaxy S10e, quindi è più facile da tenere in mano ed infilare in una tasca. Ad ogni modo, tenderà a sporgere fuori più di altri prodotti: quindi fate attenzione se state facendo le scale o dovete sedervi.
Questa sensazione deriva dal fatto che, oltre al display già allungato, l’Xperia 10 ha una lunetta superiore nera che rende le proporzioni generali ancora più esagerate.
Tuttavia è un pochino più piccola rispetto al Plus e quindi non abbiamo quella sensazione di pesantezza che abbiamo sperimentato in altre occasioni con il suo fratello maggiore.
Non fraintendiamoci, però. E’ altrettanto scivoloso quanto quello più grande. La finitura in metallo sul corpo, che sarebbe altrimenti in tutta plastica, gli regala un aspetto più “nobile”, ma va sempre saldamente tenuto in mano: altrimenti lo scivolamento è assicurato.
La parte posteriore è piuttosto pulita e la doppia fotocamera sporge solo di qualche millimetro e comunque molto meno rispetto al modello Plus. Possiamo notare un logo Sony e un logo Xperia abbinati.
Il display in 21:9 da 6 pollici ha cornici molto sottili su tre lati: solo la parte superiore ha un bordo ampio. Ciò significa che non ci sono notch e tutti i sensori sono posizionati nella cornice superiore: auricolare, fotocamera selfie, luce ambientale e sensori di prossimità oltre ad un LED di notifica.
Questo potrebbe dare al prodotto un aspetto un po’ retrogrado, a volte, ma non essendo straordinari fan del notch lo possiamo definire un compromesso ragionevole.
Un compromesso è stato fatto anche con il sensore di impronte digitali.
L’azienda ha avuto un problema di brevetti con gli Stati Uniti e dunque ha dovuto separare il riconoscitore di impronte digitali dal pulsante di accensione. Le due funzioni sono infatti disaccoppiate e indipendenti l’una dall’altra.
Il lettore di impronte digitali funziona alla perfezione: è posizionato esattamente dove dovrebbe essere e non trovi nessun tipo di difficoltà, anche se sei mancino. Forse potresti impiegare qualche secondo in più per registrare le impronta dell’indice sinistro, ma è questione di pochi attimi che non danno assolutamente fastidio.
Più spiacevole è stata la nostra esperienza con il pulsante di accensione e il bilanciere del volume in quanto entrambi sono troppo piccoli.
Inoltre è abbastanza difficile abituarsi ad un prodotto dove lo sblocco con il lettore di impronte digitali è diverso dal tasto di accensione. E’ una noia che bisogna sopportare.
Altra pecca lo slot per le carte. Abbiamo elogiato l’Xperia 10 Plus per il suo slot dedicato microSD e ci aspettavamo di trovarne uno anche qui, ma no. Si estrae il coperchio e questo fa uscire il vassoio della SIM 1, mentre la SIM 2 / microSD sono condivisi.
Non c’è molto da segnalare in basso – l’USB-C è al centro con l’altoparlante sulla destra e il microfono sulla sinistra. In alto c’è un jack per le cuffie e un microfono secondario per la cancellazione del rumore.
L’Xperia 10 misura 155,7 x 68 x 8,4 mm, il che lo rende sostanzialmente più compatto di potenziali concorrenti come il Galaxy A7 (2018), Moto G7, Mi 8 Lite e Huawei P smart 2019, anche se tutti hanno schermi più grandi.
Anche così, l’Xperia è da 5 a 9 mm più stretto di loro e dunque qui tutto da alla scelta dell’utente e alle sue preferenze personali.
L’Xperia 10 è anche uno dei telefoni più leggeri di questo settore con i suoi 162g: quello che gli si avvicina di più è il Moto G7 che pesa 175g.
Display
L’Xperia 10 ha un display di aspetto 21:9. La risoluzione è ancora 1080x2520px, con una densità di 457ppi più alta rispetto al 422ppi del 10 Plus.
Per fortuna non abbiamo alcun ritaglio nel display, cosa che ci rende contenti: solo gli angoli sono leggermente arrotondati, ma la cosa non ci dà alcun fastidio.
Abbiamo misurato una luminosità massima di 549nits – un po’ meno dei 583nits del 10 Plus, ma ancora al di sopra della media della sua classe.
Abbiamo provato la luminosità adattativa, che si regola a seconda dell’ambiente, ma non abbiamo notato alcun contributo significativo.
Grazie all’illuminazione durante la visualizzazione del nero, l’Xperia raggiunge invece un contrasto piuttosto buono intorno a 1500:1.
Provando a regolare la luminosità al minimo abbiamo raggiunto i 5.5nits, che è accettabile per la lettura in ambienti molto bui senza affaticare gli occhi.
Non abbiamo riscontrato molti problemi nell’usare il telefono all’aperto ed è rimasto leggibile anche alla luce solare diretta.
Come abbiamo riscontrato sul 10 Plus, ci sono due livelli di impostazioni del colore sull’Xperia 10: “Gamma colori e contrasto” e “Bilanciamento del bianco”.
Il primo consente di scegliere tra le modalità di miglioramento del colore Standard e Super-vivido. Il “bilanciamento del bianco” ti consente invece di scegliere tra le temperature di colore calde, standard e fredde.
Durata della batteria
L’Xperia 10 è equipaggiato con una batteria da 2.870 mAh, una capacità leggermente inferiore rispetto al power pack da 3.000 mAh della 10 Plus.
La maggior parte dei concorrenti ha batterie più grandi, anche se in tutta onestà lo schermo dell’Xperia è uno dei più piccoli, per cui questa riduzione è ragionevole. Galaxy A7 (2018), Xiaomi Mi 8 Lite e Huawei P smart 2019 si trovano nella fascia 3.300-3.400, mentre il Moto G7 è il più vicino all’Xperia con la sua batteria da 3.000 mAh.
L’Xperia ha registrato dei risultati quanto a durata della batteria tra i più bassi della sua categoria.
Abbiamo provato a riprodurre un video in loop, sia in modalità aereo, e dunque senza connessione internet, sia con il wifi attivato. La durata è stata di sole 8 ore.
Peccato, perchè la maggior parte dei telefoni sopra menzionati hanno superato le 10 ore in entrambi i test, in particolare il Galaxy. Solo il Moto G7 non è arrivato alle 10 ore e si è fermato a 9, tuttavia sempre meglio del Sony.
Le 18 ore di chiamate vocali 3G che l’Xperia 10 è in grado di offrire sono anch’esse inferiori alla media. La valutazione complessiva di durata in funzione è piuttosto scarsa.
Non eravamo entusiasti del caricabatterie 5V / 1.5A in dotazione, ma questo lavora in un tempo migliore del previsto: in 30 minuti la batteria torna al 30%.
Un adattatore per l’erogazione di corrente da 18W è in grado di farti arrivare a 50% in mezz’ora, con una ricarica completa in 1:53h.
Altoparlante
Molto simile al suo fratello Plus più grande, l’Xperia 10 ha un singolo altoparlante sul fondo. Il suono che emette è potente e anche se leggermente inferiore al 10 plus, possiamo considerarlo complessivamente soddisfacente. Il volume in generale è bello alto, mentre sui bassi abbiamo qualche carenza.
Sistema operativo e applicazioni
L’Xperia 10 è dotato di Android Pie. Questa configurazione ci consente di utilizzare la normale barra delle notifiche ma di arricchirla con una funzione propria dell’Xperia. Puntando il dito verso il tasto Home posizionato in basso, e tirandolo in alto, si aprono una serie di opzioni per il controllo del dispositivo.
Un doppio tocco rapido sul pulsante Home riduce l’intera interfaccia utente a uno degli angoli in basso e rende la barra della notifica facilmente raggiungibile con una mano.
Poi c’è Side Sense – un’interfaccia personalizzata simile a un cassetto di applicazioni che può essere attivata toccando due volte su una maniglia posta sul lato dello schermo.
È possibile spostare la maniglia su e giù, regolarne le dimensioni e mantenerla su uno o su entrambi i lati. Oppure puoi disattivare la funzione in alcune situazioni, come per esempio durante la riproduzione dei video, o disattivare totalmente l’opzione.
Un vantaggio intrinseco di un display extra lungo è la possibilità di mostrare più elementi in lunghi elenchi – come il menu delle impostazioni o il feed di Instagram. I vantaggi non sono altrettanto buoni come sul 10 Plus, a causa del ridimensionamento e del testo leggermente diversi, ma ci sono ancora dei vantaggi.
Un altro buon uso per uno schermo 21:9 è quello di visualizzare due app in due metà più grandi del solito.
C’è però anche un aspetto negativo: nel senso che alcune app potrebbero non essere visualizzate correttamente.
Sony gestisce il display multimediale e la riproduzione dei brani con un’app propria. L’album offre supporto per foto e video, può connettersi al cloud e ai servizi di rete locali ed è molto utile per organizzare le gallerie e fare occasionalmente la modifica delle foto.
L’app Music è semplice e ben organizzata. Include anche l’integrazione del cloud di Google. Ci sono inoltre varie opzioni per ottimizzare il suono, incluso l’up-scaler DSEE HX e l’ottimizzazione automatica che funziona con cuffie cablate.
Hardware
Xperia 10 ha un processore Snapdragon 630 che è abbastanza familiare visto che è in circolazione dall’autunno del 2017 e anzi avremmo voluto vedere un chip più nuovo.
Comunque, Snapdragon 630 ha una CPU Cortex-A53 da 2,2 GHz octa-core e la GPU Adreno 508 all’interno. L’Xperia 10 può essere acquistato con 4 GB di RAM in Cina e 3 GB nel resto del mondo. Lo spazio di archiviazione è pari a 64 GB.
L’Xperia 10 si comporta abbastanza male nei benchmark delle prestazioni multi-core, registrando un punteggio leggermente inferiore rispetto agli altri telefoni con lo stesso chipset.
Sotto test single-core, i numeri dell’Xperia sono più vicini ad altri rivali equipaggiati con S630, ma rimane comunque indietro.
Nel reparto grafico riesce a conquistare la sufficienza, laddove il suo Adreno 508 deve supportare la risoluzione FullHD del display. Nei test abbiamo risultati simili agli altri dispositivi S63.
Come abbiamo detto osservando l’Xperia 10 Plus, l’Xperia 10 si presenta sottodimensionato per la sua fascia di prezzo. Sia i nuovi che i vecchi dispositivi possono essere acquistati con lo stesso prezzo offrendo prestazioni superiori.
Doppia fotocamera sul retro
L’Xperia 10 ha una configurazione diversa rispetto a quella del Plus e va oltre la sostituzione del teleobiettivo con un sensore di profondità e anche la fotocamera principale è diversa.
Il vanilla 10 ha un sensore da 13MP rispetto a quello da 12MP del 10 Plus, ma è un sensore più piccolo con pixel più piccoli – 1/3 “e 1.12μm contro 1 / 2.8” e 1.25μm. L’obiettivo ha la stessa lunghezza focale a 27 mm equivalenti, ma è leggermente più luminoso – apertura f / 2.0 rispetto a quella del Plus f / 1.8.
Tenuto conto che l’Xperia 10 Plus dispone di una fotocamera teleobiettivo da 8 megapixel, l’Xperia 10 ha un modulo di sola profondità con un sensore da 5 MP 1/4 “.
L’interfaccia utente è identica a quella che conosciamo dall’XZ3 con una sola fotocamera indipendente.
Ci sono mirini dedicati per immagini fisse e video e modalità extra attivate da un pulsante di modalità. Nel mirino della modalità fermo immagine, sono disponibili le impostazioni per il flash, l’autoscatto, l’aspetto, il bilanciamento del bianco e la compensazione dell’esposizione.
C’è anche un interruttore per passare dalla fotocamera anteriore a quella posteriore, ma puoi farlo più facilmente scorrendo il dito sullo schermo.
Come al solito, c’è una modalità manuale, dove puoi modificare da solo i parametri di esposizione. Non è completissimo: il bilanciamento del bianco, ad esempio, può essere impostato solo su uno dei quattro preset, e non liberamente.
L’intervallo ISO è 50-3200, mentre il tempo di posa può essere impostato tra 1 / 4000s e 1s. È possibile comporre la compensazione dell’esposizione in -2 / + 2EV con incrementi di 1 / 3EV e si può anche mettere a fuoco manualmente.
Qualità dell’immagine
L’Xperia 10 cattura immagini alla luce naturale con dettagli e nitidezza ottimali. C’è un po’ di rumore quando si scatta da vicino, ma abbiamo provato di peggio. Tuttavia, produce colori eccessivamente saturi con una dominante calda giallastra abbastanza evidente.
C’è anche la gamma dinamica ma gli scatti risultano identici a quelli in modalità automatica, indipendentemente dalla scena, a indicare che il dispositivo non si preoccupa di applicare l’Auto HDR in modalità automatica.
Con l’HDR attivato in modalità manuale, tuttavia, si ottengono risultati significativamente migliorati in termini di gamma dinamica, con immagini dalle ombre e punti luce molto più sviluppati. Tuttavia, c’è anche una sostanziale penalità nella nitidezza che rende gli scatti molto più morbidi.
Le foto in condizioni di scarsa illuminazione dell’Xperia 10 sono in gran parte insoddisfacenti e si caratterizzano per la loro morbidezza complessiva, l’assenza di dettagli e la gamma dinamica limitata.
Detto questo, la deludente performance in condizioni di scarsa illuminazione è praticamente la norma nella fascia media, quindi l’Xperia non si distingue molto dai suoi concorrenti.
L’Xperia 10 riprende i ritratti con sfondi sfocati grazie alla sua fotocamera di profondità secondaria. A differenza del 10 Plus dove lo scatto viene accompagnato dal teleobiettivo, il 10 lo riprende con quello normale.
Questo significa che per buoni scatti dobbiamo avere cura di avvicinarci bene al soggetto. Il rovescio della medaglia è che otterrai una qualità d’immagine complessivamente migliore, in particolare in condizioni di scarsa illuminazione, ma anche in buona luce.
I ritratti hanno una buona qualità e un rendering sfocato dello sfondo dall’aspetto gradevole e naturale. In particolare l’effetto sfocato, detto Bokeh, non sacrifica la nitidezza del volto.
Selfie da 8 MP
L’Xperia 10 condivide la fotocamera frontale con il 10 Plus e il 1. È un sensore da 8MP 1/4 “con pixel da 1,12μm dietro un obiettivo equivalente a 24mm con apertura f / 2.0.
I selfie si rivelano perfetti nell’illuminazione ideale con buoni dettagli e tonalità della pelle. Tuttavia quando eseguiamo degli scatti all’interno e non siamo in piena luce, notiamo immediatamente un rapido calo della nitidezza e un aumento del rumore.
Registrazione video
L’Xperia 10 registra video fino a una risoluzione 4K a 30 fps, con risoluzione 1080p a 30 e 60 fps. C’è anche una modalità 21: 9 in cui è possibile registrare nell’aspetto nativo del telefono a 3840x1644px.
I video 4K sono codificati a circa 55 Mbps, che è leggermente superiore alla media. Il filmato a 1080p / 60fps ha una risoluzione di 30 Mbps, mentre 1080p / 30fps viene trattato a 17-17,5 Mbps. L’audio viene registrato in stereo e ottiene una velocità in bit di 156 kbps indipendentemente dalla modalità video.
Partendo da una nota positiva, i video dell’Xperia 10 non soffrono di quelle aree di colore a tinta unita con poca naturalezza che abbiamo osservato nel filmato dell’Xperia 10 Plus. Tuttavia troviamo anche qui una dominante di colore giallo caldo pronunciato.
Detto questo, i video 4K dell’Xperia 10 sono nitidi come quelli del 10 Plus (che significa molto nitidi) e la gamma dinamica è altrettanto buona. Lo stesso vale per il filmato 1080p che ha delle performance certamente tra le migliori del suo settore.
Un notevole calo della qualità si osserva quando si scatta a 60fps con delle frastagliature che sono immediatamente evidenti. È un risultato piuttosto tipico, ma almeno non c’è alcun cambiamento nella riproduzione dei colori come abbiamo visto sul 10 Plus.
Concorrenza
Abbiamo selezionato alcuni rivali che Xperia 10 dovrà affrontare sul mercato e non sarà una sfida facile. Ad esempio il Galaxy A7 del 2018 offre un chipset più potente, una fotocamera più ampia e un display dalla qualità superiore, oltre una durata della batteria notevolmente più duratura: il tutto per un prezzo inferiore del 30%.
Ovviamente non è il prodotto ideale in quanto carica i dati lentamente, manca dell’acquisizione di video in 4K, e il suo software Samsung potrebbe non essere di vostro gradimento se siete abituati ad un’esperienza Android di lunga data.
Il sistema operativo Vanilla Android viene offerto invece dal Moto G7 che costa meno dell’Xperia, oltretutto. Anche il Moto è però poco efficiente dal punto di vista energetico.
Xiaomi mi 8 lite è anch’esso più economico rispetto ad Xperia 10, gira sul più potente processore Snapdragon 660 ma la sua interfaccia è diametralmente opposta al Vanilla Android, per cui è questione di gusti.
Conclusione
Proprio come per Xperia 10 plus, Xperia 10 è una proposta dal valore non particolarmente buono. Ci sono diverse offerte dei suoi avversari che offrono di più ad un prezzo minore.
Particolarmente deludente la durata della batteria, e anche come prestazioni ci troviamo nella fascia bassa della soddisfazione.
Se invece state cercando un prodotto straordinariamente compatto e che abbia comunque una buona immagine generale, il dispositivo potrebbe piacervi.
Vi consigliamo tuttavia di aspettare qualche mese, quando il prezzo scenderà di qualche decina di euro, al fine di pagare un rapporto qualità/Euro investito che sia soddisfacente.
La Canon EOS 2000D (nota anche come Digital Rebel T7 in Nord America) aggiorna la EOS 1300D / Rebel T6 come fotocamera entry-level DSLR Canon mirata direttamente agli acquirenti di fotocamere con obiettivo intercambiabile che si vogliono approcciare alla fotografia semi professionale.
Questo ultimo modello è più evoluto ma non è rivoluzionario, poiché riporta quasi tutte le caratteristiche principali del suo predecessore, con l’eccezione di un nuovo sensore da 24,1 megapixel, che è invece da 18 megapixel su EOS 1300D.
La Canon Eos 2000D ha lo stesso processore Digic 4+ del suo predecessore, con una modesta velocità di scatto continuo di 3 fps e una sensibilità standard massima di 6400 ISO (espandibile a 12800). La ripresa video Full HD a 30 fps è un buon livello, così come una modalità Video Snapshot che combina brevi clip video in una sequenza di montaggio. La EOS 2000D è inoltre dotata di uno schermo LCD da 920 k punti più Wi-Fi integrato con accoppiamento NFC per il trasferimento wireless di immagini su un dispositivo mobile per la condivisione e il controllo remoto della fotocamera da uno smartphone o tablet.
Esternamente la Canon EOS 2000D è praticamente identica alla 1300D che va a sostituire. Il controllo e il posizionamento dei pulsanti sono uguali, così come le dimensioni e il peso della fotocamera. Con una larghezza di 129 mm, un’altezza di 101,3 mm e una profondità di 77,6 mm, la 2000D ha esattamente le stesse dimensioni, e pesa quasi allo stesso modo con 475 g pronti a scattare, ovvero 10 g più leggero della 1300D. Ciò lo rende più pesante di 30 g rispetto a una Nikon D3400, e sempre la Nikon è anche più piccola della 2000D misura infatti 124 x 98 x 75,5 mm.
Tuttavia, tali dimensioni e le differenze di peso hanno un impatto limitato nelle riprese del mondo reale. Qui il corpo in fibra di carbonio del 2000D si sente abbastanza solido e ben costruito, anche se prevedibilmente per una reflex Canon entry level, non è tropicalizzato. La 2000D funziona bene e si porta bene anche grazie alla sua ergonomicità, con un poggiapiede posteriore di dimensioni decenti e la compensazione dell’esposizione e pulsanti per lo zoom della riproduzione posizionati comodamente su entrambi i lati. L’impugnatura principale è abbastanza buona, ma l’incavo del dito è un po’ superficiale, cosa che può rendere difficile afferrarlo comodamente se hai mani un po’ grandi.
Un punto di forza primario della Canon EOS 2000D per gli acquirenti è la sua facilità d’uso. A questo riguardo, nulla è cambiato rispetto alla 1300D, ma non è una cosa negativa. Il 2000D ha ancora pulsanti ISO e bilanciamento del bianco dedicati sul pannello posteriore – controlli fisici che non si trovano su una Nikon D3400 – mentre è possibile accedere facilmente ad altre impostazioni di scatto come la qualità dei file e le modalità di esposizione premendo il pulsante Q che attiva un menu di accesso rapido. Ciò consentirà anche di regolare il +/- 5EV della compensazione dell’esposizione, ma è più semplice e veloce impostarlo premendo il pulsante di compensazione dell’esposizione dedicato situato immediatamente sopra il pulsante Q mentre si ruota la rotellina di controllo del pannello superiore.
Oltre al chiaro e funzionale menu di accesso rapido, il menu principale è ben strutturato e facile da navigare. Un totale di dieci schede di menu suddivise in ripresa, riproduzione, impostazioni della fotocamera e una scheda di personalizzazione My Menu può essere fatta scorrere attraverso la rotella di controllo oppure con i pulsanti direzionali del pannello posteriore. Le funzioni del menu sono per lo più posizionate in modo logico, sebbene alcune funzioni siano meno facilmente accessibili. Ad esempio, se si desidera avere la sensibilità ISO 12800 estesa della fotocamera, questa viene nascosta alla pagina 2 della voce di menu Funzioni personalizzate. Ma sono cose che una volta imparate non disturbano più di tanto.
Un altro aspetto della Canon EOS 2000D che non è immediatamente intuitivo è il selettore di modalità. È piena di varie impostazioni della modalità scena, tra cui le impostazioni di Ritratto notturno, Cibo, Sport, Macro, Paesaggio e Ritratto. C’è anche una modalità Auto creativa che funziona esattamente come la modalità Auto normale, tranne che controlli l’estensione della sfocatura dello sfondo che desideri dietro al soggetto regolando un cursore virtuale. Tutto ciò che fa è regolare l’apertura dell’obiettivo, quindi una volta che hai imparato a conoscere il diaframma, la buona vecchia priorità del diaframma rende Creative Auto inutile. Oltre alla consueta selezione di modalità automatica, semi-automatica e manuale, il quadrante della modalità 2000D include anche una modalità video e una modalità Flash Off, in cui la fotocamera scatta automaticamente ma non attiva il flash; utile in musei o chiese.
Tornando al pannello posteriore e, insieme ai pulsanti ISO e del bilanciamento del bianco dedicati, il 2000D offre anche un comodo pulsante di modalità drive. Ciò consente di scegliere tra scatto singolo, scatto continuo, autoscatto con ritardo di 10 secondi o di 2 secondi e anche una funzione di autoscatto continuo in cui la fotocamera scatterà una raffica di scatti dopo un ritardo iniziale. La velocità di scatto continuo standard è invariata dal 1300D ed è ancora un 3fps piuttosto lento, principalmente a causa del fatto che la 2000D utilizza essenzialmente lo stesso processore d’immagine Digic 4+ ormai un po’ datato.
Un’altra area in cui la nuova Canon è a livello della Nikon D3400 è il video, anche se la differenza è minima. Entrambe le telecamere hanno la risoluzione Full HD 1920 x 1080, ma dove la D3400 può farlo a 60fps, la 2000D può gestire solo 30fps. Prima di riprendere un video è necessario ruotare il selettore di modalità principale sulla posizione del video, dove è quindi possibile premere il pulsante Live View situato accanto al mirino per avviare e interrompere la registrazione. La 2000D include anche una funzione di istantanea video, in cui la fotocamera registra videoclip della durata di due, quattro o otto secondi e li assembla in un album di istantanee video (una sequenza di montaggio) con l’opzione di poter aggiungere la propria musica di sottofondo.
La maggior parte dell’hardware all’interno della Canon EOS 2000D è la stessa della 1300D, incluso il monitor LCD. La dimensione da 3 pollici rimane la stessa, così come gli angoli di visione orizzontale e verticale a 170 gradi e una risoluzione rispettabile di 920.000 punti. Purtroppo, lo schermo non presenta ancora la sensibilità al tocco. Questo ha un senso in termini di riduzione dei costi, ma non è una mossa così intelligente se si considera che una parte significativa degli acquirenti di 2000D sono giovani compratori di DSLR e hanno impressa l’abitudine di fotografare con i loro smartphone che ovviamente funzionano con il touch. La 2000D continua a offrire Wi-Fi integrato con l’accoppiamento NFC. Il sistema utilizza l’app mobile Canon Camera Connect per abilitare il trasferimento di immagini wireless e il controllo remoto della videocamera. Il collegamento del tuo dispositivo intelligente è indolore e, una volta collegato, il 2000D può essere controllato da remoto con un ritardo del segnale molto ridotto. L’app consente inoltre di controllare le funzioni di scatto come sensibilità ISO, compensazione dell’esposizione e modalità di guida. Quando si tratta di condividere i tuoi scatti, il collegamento Wi-Fi trasferisce un’immagine a piena risoluzione quasi istantaneamente, anche se le anteprime delle immagini impiegano un paio di secondi per mostrare un’anteprima corretta quando si scorrono le immagini della scheda di memoria.
Quando si tratta di scattare, la Canon EOS 2000D si accende ed è pronta in circa 0,7 secondi, anche se ci vuole circa un secondo o più per lo schermo LCD per visualizzare qualsiasi cosa. La velocità di messa a fuoco dipende in gran parte dalla scelta dell’obiettivo. Il nostro campione di prova 2000D è stato abbinato all’obiettivo kit EF-S 18-55mm IS II, che è abbastanza performante e vale la spesa in più se non si dispone già di obiettivi Canon.
Qualunque sia l’obiettivo scelto, i 9 punti AF di Canon EOS 2000D sono ben distribuiti su tutta la cornice dell’immagine, e sebbene solo il punto centrale sia il più accurato cross-type, l’autofocus nelle nostre mani è rapido e per lo più preciso in tutte le condizioni, tranne quelle con pochissima luce. Passando alla visualizzazione live le cose si fanno molto più lente, con una messa a fuoco per il rilevamento del contrasto che richiede un secondo o più per stabilire la massima nitidezza e messa a fuoco corretta. Tuttavia, questo non deve essere preso come un grosso problema quando si utilizza live view per comporre e scattare foto come primi piani, dove la considerazione attenta e l’occhio per i dettagli sono più importanti della velocità.
Ultimo ma non meno importante è la durata della batteria, che è invariata dalla 1300D a 500 scatti della batteria ricaricabile Li-ion LP-E10. Come con molte delle specifiche 2000D, è in ritardo rispetto al CIPA rating 1200-shot incredibilmente impressionante della D3400. Vale anche la pena notare che lo scompartimento della batteria del 2000D nella parte inferiore della fotocamera contiene anche lo slot per la scheda di memoria, che è un po’ difficile da inserire e può anche essere bloccato completamente da piastre di montaggio del treppiede più grandi. Il D3400 e gli slot per schede con accesso laterale più convenzionali sono molto più convenienti.
Qualità dell’immagine
La Canon EOS 2000D ha prodotto immagini di buona qualità durante il periodo di prova. Questa fotocamera produce immagini prive di rumore a ISO 100 fino a ISO 800, con alcuni disturbi che appaiono a ISO 1600. L’impostazione più veloce di ISO 3200 è ancora utilizzabile, anche se suggeriamo di evitare ISO 6400 e soprattutto 12800 se possibile.
Il flash a comparsa incorporato funzionava bene in ambienti chiusi, senza occhi rossi e buona esposizione generale. La foto notturna è stata molto buona, con la massima velocità dell’otturatore di 30 secondi e la modalità Bulb che consente di catturare abbastanza luce nella maggior parte delle situazioni.
Rumore
La Canon EOS 2000D ha sette impostazioni di sensibilità che vanno da ISO 100 a 6400. Questo può essere espanso di un punto per aggiungere una sensibilità alta (ISO 12800) abilitando ‘Espansione ISO’ tramite il menu principale. È inoltre possibile configurare il limite superiore ISO automatico della fotocamera, con una sensibilità massima di ISO 6400. Tuttavia, la scala della sensibilità di 2000D cambia solo in incrementi di 1 EV e non è possibile aggiungere incrementi di 1/3 EV.
Qualità del file
Sono disponibili numerose opzioni di qualità e dimensioni dei file. Con una risoluzione massima di 24 MP è possibile scattare in raw (mediamente 29MB di dimensione del file), JPEG Fine (7-10MB) e JPEG Normal (3-5MB). C’è anche un’impostazione RAW + JPEG Fine.
Canon Eos 2000D. Il flash
Il flash incorporato ha relativamente poche opzioni. Dalla voce Flash Control nel menu principale, è possibile configurarlo per operare in modalità sincro prima o seconda tendina, comporre +/- 2EV di compensazione dell’esposizione e selezionare tra misurazione TTL valutativa o media. La riduzione dell’effetto occhi rossi è anche abilitata o disabilitata tramite il menu principale.
Il flash ha prodotto una leggera vignettatura quando si riprende una superficie bianca ad una distanza di 1,5 m con una lunghezza focale di 18 mm, ma il decadimento era diminuito di 55 mm.
Notte
La massima velocità dell’otturatore di Canon EOS 2000D è di 30 secondi e c’è una modalità Bulb per esposizioni ancora più lunghe, che è un’ottima notizia se sei seriamente interessato alla fotografia notturna.
Stili di foto
Gli stili di immagine Canon sono combinazioni preimpostate di diverse impostazioni di nitidezza, contrasto, saturazione e tonalità del colore. È possibile modificare questi Picture Control a proprio piacimento e ci sono anche stili definiti dall’utente in modo da poter creare il proprio look.
Canon EOS 2000D. Filtri creativi
La natura entry-level di EOS 2000D significa che Canon ha ritenuto opportuno dotarlo di cinque effetti di filtro creativo, tuttavia possono essere applicati solo alle foto salvate in modalità di riproduzione.
Conclusione
La Canon EOS 2000D rappresenta uno degli aggiornamenti minori di una fotocamera esistente che abbiamo mai visto, essendo quasi del tutto identica sia nella forma che nella funzione al modello 1300D che sostituisce, con l’eccezione del nuovo sensore di immagine da 24 megapixel. Altrimenti, non c’è assolutamente alcun motivo per aggiornare o escludere la EOS 1300D di 2 anni, che a sua volta era molto simile alla EOS 1200D nel 2014.
Rispetto alla Nikon D3400, la “nuova” EOS 2000D ora è ancora più indietro rispetto al suo principale concorrente, con la D3400 a prezzi simili che la supera in molti aspetti. Il nuovo sensore della 2000D colma il divario in megapixel, con entrambe le fotocamere che offrono la stessa risoluzione e offre ancora un layout di controllo più semplice e più logico, ma la D3400 ha il vantaggio in termini di velocità di scatto, autofocus, durata della batteria e frame rate. Canon aveva davvero bisogno di fare innovazione con la nuova 2000D, ma si è invece riposata sugli allori, e la Nikon D3400 è chiaramente la migliore e più performante delle due fotocamere.
In definitiva, la Canon EOS 2000D è stata rilasciata principalmente per sostituire un modello vecchio per dare ai rivenditori qualcosa di nuovo da promuovere. La Nikon D3400 è la fotocamera DSLR entry-level migliore, in caso contrario, una EOS 1300D scontata, se la si può ancora trovare, poiché la nuova Canon EOS 2000D non offre praticamente nuove funzionalità o prestazioni per giustificare il suo rilascio.
Canon EOS 2000D: caratteristiche tecniche
Le principali sono:
Sensore: CMOS da 22,3 x 14,9 mm (24,1 megapixels) con filtro integrato passa-basso (APS-C).
Processore: DIGIC 4+
Modalità di scatto: Singola e Continua (anche silenziose), Self timer.
Sensibilità ISO: AUTO (100-6400), 100-6400 con incrementi di 1 stop ISO estendibile fino a H:12800. Per la ripresa di filmati: Auto (100-6400), 100-6400 (con incrementi di stop completi).
Mirino ottico: Pentaspecchio con messa a fuoco automatica a 9 punti. La copertura è pari a circa il 95% e un ingrandimento 0,87x.
Flash: GN incorporato 9.2
Compensazione dell’esposizione: +/- 5 EV, in incrementi di 1/3 o 1/2 stop.
Modalità: Smart Auto, Senza flash, Creativa automatica, Ritratto, Paesaggio, Primi piani, Sport, Food, Ritratto notturno, Video, Programma AE, AE con priorità tempo, AE con priorità diaframma, Manuale.
Schermo LCD: da 3 pollici dotato di una risoluzione di 920.000 punti. Niente touch screen.
Connettività: Wi-fi e NFC, porta USB 2.0 e uscita micro HDMI.
Video: Full HD fino a 30 fps o 720p (1280 x 720 pixel) fino a 60 fps.
Batteria: al litio (autonomia di circa 500 scatti).
Google Chrome incorpora un ad-blocker nativamente. È in grado di rilevare i collegamenti invasivi, popup non richieste e tutte le varianti di pubblicità invasiva, insieme ad altri siti che non seguono gli standard Better Ads. Tali siti abusano dell’esperienza utente ingannando l’utente nei popup di apertura. Ecco come configurare il blocco annunci.
L’ad-blocker integrato di Google Chrome è un concorrente di prim’ordine per soluzioni popolari come uBlock Origin, Ghostery e AdBlockPlus. La cosa buona è che l’utente non ha bisogno di installare estensioni per farlo funzionare. È già integrato nel browser e funziona immediatamente. Poiché Opera ha un blocco pubblicità e Firefox ha aggiunto la protezione del tracciamento, era giunto il momento per Chrome di aggiungere anche una sorta di funzionalità di blocco.
Ad esempio, devi assicurarti che il blocco annunci non blocchi alcuni elementi importanti, non nasconda alcuni controlli e non causi errori di caricamento del sito. Sfortunatamente, tutti gli ad blocker soffrono di questi problemi di volta in volta. In tal caso, potresti voler disattivare lo strumento di blocco degli annunci di Chrome.
Disattiva individualmente il blocco annunci di Google Chrome per i siti
Disabilitare il blocco degli annunci è abbastanza facile quando sai cosa fare. L’opzione è nascosta sotto il badge del sito accanto alla barra degli indirizzi. Facendo clic su di esso, è possibile raggiungere rapidamente l’opzione richiesta.
Passare a un sito Web per il quale si desidera disattivare il blocco degli annunci.
Fai clic sul badge del sito accanto alla barra degli indirizzi. Appare come un’area quadrata con un’icona a lucchetto verde (HTTPS) o un’icona di informazioni (per siti HTTP semplici). Fare clic sul collegamento Impostazioni sito nella parte inferiore del riquadro.
Scorri verso il basso fino alla sezione Annunci .
Nell’elenco a discesa, fare clic su Consenti.
Hai fatto. Gli annunci saranno abilitati per il sito web corrente, il che significa che la funzione di blocco degli annunci è ora disabilitata.
Allo stesso modo, puoi riattivare il blocco annunci per qualsiasi sito web. Basta selezionare l’opzione Blocco (predefinito) per attivare il blocco annunci.
Per disattivare il blocco annunci in Google Chrome globalmente
Apri Google Chrome.
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