Per il secondo anno consecutivo, Apple ha annunciato tre nuovi iPhone in una sola volta. E con nomi confusi come iPhone XR, XS, XS Max, è difficile capire quale potrebbe essere il dispositivo migliore per te. E l’A12 Bionic? Il Liquid Retina Display? Il motore neurale? Con la montagna di innovazioni e dettagli, è molto difficile orientarsi.
Non possiamo sapere quale sia il tuo telefono di partenza, ma tra questi tre, ti aiuteremo a fare la scelta giusta. Innanzitutto, esaminiamo le (molte) cose che i tre nuovi iPhone hanno in comune.
Quale iPhone scegliere fra iPhone XS, iPhone XS Max e iPhone XR? Cosa hanno in comune
Tutti e tre i nuovi iPhone condividono l’ultimo processore A12 Bionic di Apple, un chip da 7 nm che, secondo la società, rappresenta una svolta nella potenza computazionale mobile. I suoi due core per le performance (che gestiscono attività intense) sono “fino al 15% più veloci” rispetto all’iPhone X, mentre i quattro core di efficienza (responsabili dell’utilizzo quotidiano delle app) sono “fino al 50% più efficienti.” La GPU invece è fino al 50% più veloce.
Ogni nuovo iPhone contiene anche un motore neuronale per la gestione dei task di intelligenza artificiale, in grado di gestire 5 trilioni di operazioni al secondo. Il minimo comun denominatore, è che tutti e tre i dispositivi dovrebbero offrire le stesse prestazioni, leggasi estremamente veloci, quando si utilizzano le app.
La fotocamera principale
L’XR potrebbe non avere un teleobiettivo / zoom, ma ha esattamente la stessa fotocamera primaria da 12 megapixel di XS e XS Max. Apple afferma che su ciascuno dei tre modelli, la fotocamera utilizza un sensore completamente nuovo (con pixel più grandi) ed è in grado di attivare lo Smart HDR, che produce foto con “una gamma dei colori molto più ampia” e meno sbavature in condizioni di scarsa illuminazione. La nuova fotocamera è anche più adatta per scattare foto in movimento, secondo Apple. Come l’anno scorso, tutti i nuovi iPhone possono registrare video 4K a 60 fps e 1080p slow motion a 240 fps.
Fotocamera True Depth frontale
Il sistema di telecamere utilizzato per i selfie, Face ID, Animoji e Memoji è lo stesso su tutti e tre i nuovi iPhone.
È un sensore f / 2.2 da 7 megapixel: pur utilizzando una tecnologia di visualizzazione diversa, l’iPhone XS e l’XR includono entrambi la tecnologia True Tone di Apple, che regola la temperatura dei colori del display in modo che corrisponda all’illuminazione dell’ambiente circostante.
Un sistema Face ID più veloce
Sì, il pulsante Home è scomparso definitivamente dagli iPhone 2018 di Apple, ma quest’anno la società ha potenziato lo sblocco tramite Face ID, aggiungendo algoritmi di scansione del viso più intelligenti.
Ricarica wireless più rapida
Apple afferma che tutti i suoi modelli del 2018 supportano una ricarica più rapida di quella che l’iPhone X era in grado di fornire, ma non fornisce numeri chiari su quale sia la differenza.
Supporto Dual-SIM
I nuovi iPhone sono tutti in grado di supportare due linee telefoniche includendo sia una scheda virtuale eSIM che una scheda fisica Nano SIM nel telefono. Questo renderà molto più semplice telefonare durante i viaggi all’estero.
Registrazione audio stereo
Non si capisce bene perchè, ma ad Apple ci è voluto fino all’anno 2018 per offrire negli iPhone la possibilità di registrare audio stereo. Ma, almeno, ce l’hanno fatta. L’iPhone XS, XS Max e XR hanno ciascuno quattro microfoni incorporati per catturare il suono stereo quando si riprende un video.
Migliori altoparlanti stereo
Rimanendo in tema, Apple afferma che i nuovi iPhone hanno tutti altoparlanti stereo migliorati con una gamma di audio più ampia. Sono tutti dotati di un caricabatterie da 5 W e difettano di un adattatore per cuffie. Non capiamo bene perchè, ma Apple continua ad abbinare un caricabatterie lento ai suoi telefoni più costosi. E la società non include più il suo dongle per cuffie da €9 nella confezione. Mah!
Vuoi lo schermo più grande mai introdotto in un iPhone? Scegli iPhone XS Max
L’iPhone XS Max è progettato per le persone che amano le grandi dimensioni. Con iPhone XS Max si ottiene più schermo – un display da 6,5 pollici – in un fattore di forma che è a malapena più piccolo dell’8 Plus.
Apple ha spesso accarezzato l’idea che l’iPhone X avesse un display “più grande” rispetto all’iPhone 8 Plus. Contando i millimetri, lo hanno fatto. Ma non è mai stato così ampio, da fare la differenza quando si scorre Instagram, si guardano video o si naviga sul web.
XS Max è invece quel grande schermo gigantesco a cui Apple ha sempre pensato – ora senza nemmeno il tasto Home. L’altro vantaggio di diventare più “grossi” è la durata della batteria. Apple afferma che l’iPhone XS Max supera la durata dell’iPhone X di 90 minuti.
Scegli l’iPhone XS se vuoi uno smartphone ultrapotente che si usa con una mano
Se non vi siete aggiornati l’anno scorso con iPhone X, l’iPhone XS offre una buona versione ridotta del design elegante che Apple ha introdotto con X. È più potente e veloce, grazie al gigabit LTE. La fotocamera è migliore e ci sono altri potenziamenti come una più elevata resistenza all’acqua (ora IP68). E il colore dorato è meraviglioso.
Se l’iPhone XS Max è troppo grosso, XS è disponibile in una dimensione più a misura di mano con tutte le stesse caratteristiche. In primis la sua fotocamera a doppia lente con modalità Portrait. Personalmente non la uso molto spesso, ma ho amici che fotografano costantemente in questo modo. Quindi, per quelli che desiderano il miglior iPhone (con un massimo di 512 GB di spazio di archiviazione), ma si preoccupano dell’usabilità con una sola mano, questa è la vostra scelta migliore.
Scegli iPhone XR se vuoi colore, la batteria più duratura e un buon equilibrio di funzioni
L’iPhone XR non arriva all’oneroso prezzo dell’iPhone XS. Ma condivide molte delle stesse funzionalità e gli ultimi progressi tecnologici di Apple. Ci sono due principali differenze da tenere a mente. Uno è lo schermo: con l’XR, abbiamo un LCD da 6,1 pollici invece dei pannelli OLED da 5,8 pollici o 6,5 pollici sull’XS. Non è nitido come l’iPhone XS (326 ppi contro 458), ma gli LCD di Apple sono vivaci e luminosi.
Il telefono è un po’ più largo (2,98 pollici) rispetto all’XS (2,79 pollici), il che è una cosa da considerare se non ti piacciono i dispositivi grossi.
L’altra differenza è la fotocamera, in quanto l’XR ha un solo sensore da 12 megapixel stabilizzato otticamente. Ma grazie al software, offre gli stessi scatti di ritratto ed effetto bokeh regolabili come l’XS e le stesse funzionalità tra cui Smart HDR. Le prestazioni tra le due fotocamere principali su entrambi i telefoni dovrebbero essere identiche.
La resistenza all’acqua IP67 è un passo indietro rispetto alla nuova classificazione IP68 di XS e XS Max, ma è comunque sufficiente per garantire la massima tranquillità in caso di temporali improvvisi o se qualcuno fa cadere il telefono nella tazza della colazione. L’anima in alluminio non è così consistente come l’acciaio inossidabile, ma in cambio il telefono è più leggero.
Il vero vantaggio competitivo di iPhone XR sono i colori. Con opzioni come il corallo, il blu, il giallo e il rosso, è un dispositivo molto più sorprendente e accattivante rispetto all’iPhone XS.
Se scegli l’XR, stai sostanzialmente comprando quello che c’è di meglio dell’iPhone XS ma in un pacchetto più economico. E ha la migliore durata della batteria di qualsiasi iPhone di quest’anno. Apple afferma inoltre che l’XR può superare la durata dell’iPhone 8 Plus nella maggior parte dei casi di 90 minuti.
Con questa versione perdi il 3D Touch, ma alla fine è così fondamentale? Non sarà possibile accedere a una sezione specifica di un’app premendo sull’icona, come se si “sbirciasse” senza aprirla, e non si potrà vedere l’anteprima di link o URL senza aprirli. Ma altre funzionalità utili (come spostare il cursore tenendo premuto sulla tastiera virtuale) funzionano bene anche senza 3D Touch.
Diciamoci la verità. Sono passati tre anni da quando 3D Touch ha debuttato su iPhone 6S, e il miglior consiglio per usarlo è “prova e vedi se succede qualcosa”. Ma questa tecnologia non è mai stata inserita in un solo iPad, e un motivo ci sarà. Insomma, il 3D Touch ha avuto un potenziale enorme, ma sicuramente è andato fuori dai binari e ora a nessuno interessa davvero.
Il nostro consiglio? iPhone XR da 128GB
Per concludere: non c’è una scelta sbagliata tra questi telefoni. Qualsiasi cosa sceglierai farai un ottimo acquisto. Certo, è meglio ottimizzare le proprie scelte. E dal momento che la nuova suite di iPhone ha un costo di entrata di almeno €600, l’iPhone 8 rimane una scelta decente per tutti coloro che cercano di spendere di meno. Dovendo dare una indicazione equilibrata, l’iPhone XR da 128 GB ci sembra la scelta ideale e un’ottima opzione per una vasta gamma di persone.
iPhone Xs, che si pronuncia ten-s, costituisce un buon aggiornamento di iPhone X. Apple, dopo aver eccitato il mercato con l’iPhone X che è da parecchi mesi “il prodotto da battere”, continua a mantenere aggiornato il suo dispositivo di punta con la presentazione di tre modelli. iPhone Xs Max, il più potente, iPhone Xs, quello che recensiamo, e iPhone XR.
Vi piacerà? anche se la conferenza di presentazione è ancora calda, possiamo già dirvi che se possedete un iPhone X, il passaggio a Xs è assolutamente inutile. Rispendere un fracco di soldi per qualche miglioramento in più è assolutamente antieconomico, a meno che non siate ricchi e fissati di avere sempre l’ultimo modello.
iPhone Xs è invece decisamente più attraente per coloro che vivono nel mondo Android, ma stanno facendo un pensierino su un iPhone, oppure per chi ha un modello relativamente vecchio, e già che c’è, si aggiorna con il più recente disponibile
Vuoi capire il prodotto in un minuto? Leggi la slide
Design
Uguale ad iPhone X. Solo più resistente all'acqua. Bello, solido, molto equilibrato
Display
Piacevole, ottimi colori, neri eccellenti. Sulla tradizione di iPhone X
Hardware
Nuovo processore Apple A12 Bionic con 4GB di RAM e unità per il calcolo neuronale. Estremamente potente.
Sistema operativo
iOS 12 con alcune funzioni interessanti. Niente bottone Home fisico, ricerca foto intelligente (tipo: "Cerca tutte le foto dove sono in spiaggia") e sequenza di azioni avviabili tramite Siri
Camera Principale
Due sensori da 12MP. Molto buoni. Più controllo della profondità e ottimo lavoro sui colori
Video e Audio
Buoni entrambi. Belli i colori nei video.
Camera Selfie
7.2MP, fa ottimi selfie, ma nulla di spettacolare
Chiamate
Ha una sola SIM, ma puoi attivare una seconda e-SIM virtuale.
Memoria e Dati
Da 64, 256 o 512GB. Non espandibile
Batteria
Sembra sia un pochino più duratura dell'iPhone X. Per la ricarica veloce devi comprare un adattatore che non c'è nella scatola. Questo è fastidioso
iPhone XS recensione: Design
iPhone Xs appare in mano esattamente con lo stesso design di iPhone X. Sono praticamente indistinguibili a livello di look. Se parliamo di bellezza abbiamo il vetro Corning Gorilla Glass 5 che racchiude un’anima in alluminio, e il prodotto conferma di essere pur sempre un fantastico Apple. E’ meravigliosa la tinta oro, la cui presenza si era già intesa dal colore dei biglietti d’invito alla conferenza ufficiale. Ma anche Silver e Grey non sono affatto male. Come bellezza, nulla da dire.
Se parliamo di resistenza il prodotto appare bello solido in mano, ed è passato dalla certificazione IP67 a IP68. Significa che è sempre resistente alla polvere, ma è migliorata la sua impermeabilità all’acqua. Possiamo immergerlo, secondo questa scala, fino ad un metro per 30 minuti, e rimarrà come nuovo.
Il prodotto appare assolutamente ben bilanciato: non troppo grande, non troppo piccolo, maneggevole ma bello. Ottimo lavoro
In alto troviamo sempre il Notch, l’ha inventato Apple, impossibile non ci fosse. Su questo campeggia il sensore di FaceID per lo sblocco tramite riconoscimento facciale, che nelle prime prove è apparso piuttosto veloce. Apple dice che è più rapido dell’iPhone X, anche se la differenza dovrebbe essere di qualche decimo di secondo. I bottoni sono sempre al loro solito posto, mentre in basso troviamo l’alimentatore Lighting, e non il jack da 3.5 mm, che i produttori stanno lentamente abbandonando.
Display
Con 5.8 pollici, iPhone Xs è il più piccolo dei tre appena presentati da Apple. Ma l’equilibrio che c’è tra corpo e display lo rendono molto gradevole. Ci troviamo di fronte ad un display Super Retina HP OLED, che ha integrato anche il Dolby Vision e l’HDR 10. Una formula che significa eccellenza. I colori sono veramente molto molto belli, ma iPhone Xs stravince, come è stato per l’X, nel rendere il nero, che sembra davvero stampato sullo schermo.
Nei primi sguardi, sembra che non vi siano particolare difetti nel display degni di essere recensiti: anzi, possiamo confermare la presenza della funzione True Tone, che a seconda della luminosità della stanza, aggiusta la temperatura dei colori, da caldo a freddo per non affaticare la nostra vista e darci sempre l’esperienza migliore. Non abbiamo ancora disponibili i confronti con i diretti avversari, tipo il Samsung Galaxy 9 Plus.
Hardware
iPhone Xs monta un nuovo processore: si tratta di Apple A12 Bionic con 4GB di RAM, abbinato ad un motore neuronale da 6 core, che vuole simulare il ragionamento della mente umana e prevedere le nostre azioni. Apple dichiara che il nuovo chip è in grado di eseguire 5 trillioni di operazioni al secondo. Insomma, quanto a potenza iPhone Xs non manca. Il punto interessante, è che il dispositivo è progettato per capire l’azione che si sta per compiere, prevedere i calcoli necessari e distribuirli nei vari core.
Le performance sembrano ottime: durante la presentazione è stato possibile provare dei videogiochi con molta grafica come Elder Scroll o Arkit 2.0 e giravano magnificamente. Così come l’apertura delle app è molto più rapida. Più 30% secondo Apple, probabilmente un po’ di meno nella realtà, ma comunque migliore rispetto all’X.
Sistema operativo
iPhone Xs ha ovviamente iOS 12. Ha molte funzionalità ma la più interessante è che essendo sparito il bottone fisico “Home“, ora tutti i comandi vengono impartiti tramite gesti. E l’interfaccia gestuale è una delle migliori mai viste. Con le dita insomma si può veramente ordinare qualsiasi cosa. Abbiamo anche lo Screen Time, ovvero delle statistiche per farti rendere conto di quanto e come utilizzi lo smartphone.
Molto interessante la ricerca intelligente: ovvero, se hai una miriade di foto ma cerchi quella dell’estate precedente, puoi cercare tutte quelle con una spiaggia. L’intelligenza artificiale comprende, o almeno dovrebbe, il soggetto della foto e ti presenta i risultati. Serve ad evitare di cercare per lunghi minuti le immagini andando indietro e indietro nel rullino.
iPhone Xs ha anche la funzione Siri Shortcuts: è una modalità in cui crei una precisa sequenza di azioni, e la colleghi ad un comando vocale di Siri. In questo modo, ad esempio, potremo dire. “Siri, sono a casa!”, e iPhone Xs avvia una canzone in sottofondo, apre JustEat per ordinare la cena e manda un messaggio Whatsapp alla mamma.
Sembra sia migliorato anche FaceTime Group, che presentava finora alcuni lag, e che invece dovrebbe consentire con accettabile fluidità una videochiamata con più persone.
Camera principale
iPhone Xs ha due sensori, entrambi da 12MP. Più uno zoom ottico 2X. I risultati sembrano essere ottimi, in linea con la grande qualità delle fotocamere Apple.
Non ci sono ancora test approfonditi, ma sono da citare due funzioni interessanti. La prima è il controllo di profondità per aggiustare il Bokeh delle foto. Traduciamo. Quando scattiamo una foto, l’effetto Bokeh rende lo sfondo leggermente sfocato per focalizzare meglio l’immagine che in primo piano. Se fino ad oggi questo effetto era automatico, iPhone Xs lo rende modificabile direttamente dall’utente, assieme addirittura ad una live preview di come sarà il risultato. Questo costituisce un grande miglioramento del Portrait Mode, che è assolutamente molto gradito.
Secondo elemento, lo Smart HDR. Si tratta di una procedura per cui iPhone Xs scatta più versioni di una foto, e poi il processore A12 Bionic sceglie gli elementi migliori per un risultato finale con i colori migliori possibili. Il tutto con l’obiettivo di eliminare la sovra o la sotto esposizione. I primissimi test fatti al momento del lancio del prodotto mostrano foto eccellenti. Infine, si nota molto sforzo per migliorare le immagini scattate con poca luce, elemento importante alla luce di prodotti come Huawei P20 Pro
Audio e Video
iPhone Xs riesce a registrare video HDR, con un particolare lavoro sui colori. Inoltre, sembra registrare in modalità stereo i suoni all’interno dei video che riprendiamo, per cui i risultati dovrebbero essere ottimi. Per ascoltare, abbiamo due speaker che dovrebbero essere un tantino più forti di quelli dell’iPhone X
Camera Selfie
Qui abbiamo un sensore da 7.2MP con tecnologia True Depth che aiuta appunto ad avere una maggiore profondità dello scatto. Dalle primissime prove sembra che i selfie così fatti siano piuttosto buoni.
Connettività e chiamate
iPhone Xs sarebbe un Dual SIM. Diciamo sarebbe perchè lo spazio fisico a disposizione è quello di una sola SIM. Tuttavia il dispositivo supporta la e-SIM: si tratta di una opzione per cui, se il servizio è supportato dall’operatore telefonico, nel momento in cui cambiamo paese possiamo ottenere un numero locale per chiamate e navigazione tramite dati. E’ in sostanza una SIM virtuale che gira momentaneamente al posto della schedina realmente inserita nel prodotto.
Ma attenzione a buttarvici, perchè l’operatore telefonico deve supportare l’opzione. Per ora sembra che possa funzionare negli USA o in UK con Vodafone, per cui andateci con i piedi di piombo.
Memoria e dati
iPhone Xs ha la versione da 64, 256 o 512GB. Per cui ne abbiamo per tutti i gusti
Batteria
iPhone Xs ha certamente potenziato la batteria. Apple dice che dura 30 minuti in più di iPhone X. Ridimensionando la cosa, possiamo dare per affidabile un periodo di durata di circa 21 ore. Abbiamo la ricarica wireless, e questo ci fa contenti. Tuttavia, non abbiamo la ricarica rapida incorporata: per farlo dobbiamo comprare un adattatore apposito che non c’è nella scatola originale del prodotto. E questo è fastidioso.
Prezzo e disponibilità
Ovviamente, l’Apple iPhone XS è uno smartphone premium. Il modello da 64 GB costa €1120 senza SIM, €1300 ti assicura la versione da 256 GB mentre dovrai sborsare ben €1500 per il modello da 512 GB. Per la precisione, questi sono i prezzi di lancio in UK convertiti in Euro per darvi una idea dei costi. Per essere più precisi dovremo aspettare ovviamente lo sbarco in Italia.
Confronto con i competitor
L’iPhone XS ha una forte concorrenza. C’è il Galaxy Note 9, che ha un’opzione da 512 GB e include una stilo con potenti capacità di scrittura. I telefoni Pixel 3 di Google sono in agguato, usciranno ad ottobre, mentre Huawei annuncerà il Mate 20, sempre ad ottobre. Nel frattempo, sta arrivando anche OnePlus 6T e dovrebbe venire circa la metà del prezzo dell’iPhone XS. Gli acquirenti valuteranno anche il costo dell’iPhone XS rispetto ad un iPhone 8 e 8 Plus, così come l’iPhone 7: entrambi aggiorneranno il software a iOS 12 per cui saranno valide alternative.
Scheda tecnica
LANCIO
Annuncio
Settembre 2018
Stato
Sul mercato dal 21 settembre
CORPO
Dimensioni
143.6 x 70.9 x 7.7 mm
Peso
177 g
Materiale
Vetro fronte/retro, anima in alluminio
SIM
Nano-SIM ed e-SIM
– IP68 resistente polvere/acqua (fino a 2m per 30min) – Apple Pay (Visa, MasterCard, AMEX)
Huawei P20 Pro è un prodotto fantastico. Non può guardare tutti gli altri dalla cima del monte, ma ci è molto vicino, perchè porta con sè alcune trovate davvero grandi.
La prima è quella di presentare un prodotto iridescente che degrada molto bene da un colore ad un’altro. E’ un’azione di coraggio, in un mondo dominato da poche regole scritte sempre dai soliti. La seconda è quella di bucare il mercato con una fotocamera da tre sensori che scatta, in certe condizioni, con una qualità che non abbiamo mai visto in nessun altro prodotto. E poi c’è l’intelligenza artificiale, che era già stata sdoganata con Huawei Mate 10 Pro, ma che qui inizia a fare davvero la differenza, confermando che non si tratta solamente di marketing.
Insomma, possiamo dire che Huawei P20 Pro è il primo prodotto top di gamma che vale veramente tutti i soldi, uno sull’altro, ed è una buona scelta per chi non vuole svenarsi con un iPhone X o un Galaxy S9, seppure questi due siano per molti versi ancora superiori al P20.
Vuoi capire il prodotto in un minuto? Leggi la slide!
Design
Meraviglioso con colori a tinta unita, ma anche opzione Twilight che digrada dal nero al blu, o dal blu al violetto
Display
6.1 pollici, OLED. Molto molto buono, nitido e gradevole. Anche se inferiore a Galaxy S9 Plus e iPhone X. Ha il notch ma puoi farlo scomparire
Hardware
Kirin 970 con 6GB di RAM. Potente, fa tutto quello che serve e non rallenta mai. Anche se nei testi tecnici è sotto a Galaxy S9 Plus e iPhone X
Sistema operativo
Android Oreo 8.1, con interfaccia proprietaria EMUI 8.1. Tonnellate di app, alcune belle, alcune inutili. Molta roba ma non è fastidiosa, perchè si organizza bene
Camera principale
Qualcosa di fantastico. Tre sensori. 40MP per i colori, 20 per bianco e nero e 8MP per lo zoom, fino a 6X. Foto stupende, le migliori foto in condizioni di bassa luminosità che abbiamo mai visto in uno smartphone. Anche lo zoom è stupendo.
Video
Da 1080p e da 4K. Con stabilizzatore ottico se riprendi nel primo formato. Molto buono
Audio
Abbastanza buono. Due speaker, uno in basso e uno in alto simulano l'effetto stereo.
Fotocamera Selfie
24MP più flash. Tecnicamente potrebbe essere fantastica, ma in realtà i selfie sono buoni ma non spaziali.
Memoria e Dati
128GB senza poter aggiungere nulla. Esiste anche la versione da 256GB ma è difficile da trovare
Batteria
4000 mAh, dura veramente tanto. Due giorni se lo usi normali, fino a sera tarda se stai sempre attaccato. Ricarica ultrarapida, ma non wireless
Prezzo/Disponibilità
Da 128GB è disponibile da marzo 2018 e costa circa €600. Da 256GB, se lo trovi, costa più di €1000
Opinioni
La gente ne è entusiasta. E' meraviglioso. Solo se non ti interessa assolutamente nulla la fotocamera, suggerisce di andare sul OnePlus 6
Huawei P20 Pro. Design
Il Design di Huawei P20 Pro si distingue immediatamente per il colore. Non troviamo solo i classici colori metalizzati e in tinta unita, che pure sono belli, ma stavolta abbiamo un effetto Twilight: ovvero da un colore si passa armoniosamente ad un altro per una doppia tonalità. La versione più comune è quella che va dal nero al blu, ma è molto bella anche quella che passa dal blu al viola. E’ una bella azione di coraggio: personalmente non vedevo una azione così libera dai soliti clichè, da quando nel 2004, Motorola se ne uscì con Moto Razr Rosa, che ai tempi sembrava una rivoluzione!
Il tutto in un dispositivo realizzato in vetro Corning Gorilla Glass 5 che racchiude un’anima in alluminio, che dà al prodotto una bella sensazione di forza e di solidità. Ed è anche leggermente più sottile del Samsung Galaxy S9 Plus. Huawei P20 Pro è ultra resistente (IP68) sia alla polvere che all’acqua, per cui può essere immerso fino ad un metro e mezzo per 30 minuti. Si capisce che è solido, però non provate, è pur sempre un’indicazione scritta dal produttore. Nella scatola è inclusa una pellicola protettiva per lo schermo, che è un’altro punto a favore.
Insomma, il prodotto è davvero bellissimo. Solo due difettucci: il primo è che attira le ditate come non mai, per cui dovrete lucidarlo molto spesso. Anche i tre sensori della fotocamera si ritroveranno impolverati abbastanza presto. Il secondo, un po’ più grave ed incomprensibile, è che il sensore per il riconoscimento delle impronte digitali, per sbloccarlo con un dito, non è posizionato sul retro ma sul bordo inferiore, e per farcelo stare, quella zona è stata un po’ allungata, dando una impressione generale un pochettino sbilanciata.
Le entrate e i tasti sono sempre i soliti. Citiamo sul bordo inferiore l’USB-C, benissimo, e la mancanza di un mini jack da 3.5mm (male, diranno alcuni). Nella dotazione iniziale però viene fornito un adattatore per ovviare al problema.
Huawei P20 Pro: Display
Anche qui ci troviamo di fronte a qualcosa di veramente bellissimo. 6.1 pollici, quindi decisamente grande, con un rapporto di 18:7:9 che gli conferisce grande ordine visuale e una ottima vista. E’ un OLED, con tutti i vantaggi del caso e infatti dettagli, colori, caratteri, si vedono che è una meraviglia. Possiamo solamente notare una leggera sfumatura eccessiva nel blu, ma solo in alcuni casi.
Non possiamo che complimentarci per il lavoro fatto: un gran bel display. Dal punto di vista tecnico è ancora sotto ai concorrenti ultra top: con una densità di pixel di 408 per pollice quadrato, è comunque sotto all’iPhone X (458) e viene surclassato da Samsung S9 Plus (529). Tuttavia per vedere una vera differenza bisogna osservare il display a 3 centimetri dal naso, per cui, l’inferiorità c’è, a onor del vero, ma solo sotto il profilo meramente tecnico.
Huawei P20 Pro, per la prima volta nella storia dell’azienda, ha scelto di mettere il notch, ovvero quella sporgenza scura sul bordo alto, con lo schermo che si visualizza alla sinistra e alla destra. Questa soluzione serve per aumentare il più possibile il display riservando però dello spazio necessario ai sensori. Ad alcuni piace, e ad altri no. Huawei P20 Pro lo inserisce, anche se abbastanza piccolino. Per il resto si affida all’intelligenza artificiale, che quando capisce che si sta visualizzando un video o un film, e il notch darebbe oltremodo fastidio, annerisce l’intero bordo superiore per dissolvere il notch stesso in un’unica zona scura.
Funziona quasi sempre: se carichiamo un filmato di YouTube o avviamo Asphalt 8, tutto è ok. In altri casi, dobbiamo impostare manualmente questo effetto. In linea generale comunque, l’utente può scegliere se far scomparire definitivamente il notch tramite il trucchetto sopracitato. Come da tradizione, abbiamo la luminosità automatica, che regola la lucentezza del display a seconda delle condizioni di luce attorno. Nei modelli precedenti era talmente impreciso che lo abbiamo subito disattivato. Lo abbiamo fatto anche stavolta, ma non dava fastidio come prima.
In alto il sensore per lo sblocco tramite riconoscimento facciale funziona perfettamente. E’ estremamente veloce e questo per due motivi: il primo è che anzichè utilizzare la tecnologia IR come fa l’iPhone X, si limita a confrontare il viso con un modello presente nella fotocamera. Inoltre, non aspetta che si tocchi il tasto per la riattivazione: tramite il giroscopio interno riesce a percepire quando lo stiamo tirando fuori dalla tasca e lo posizioniamo di fronte al nostro volto, e parte a razzo.
Insomma, per sbloccare Huawei P20 Pro devi veramente solamente guardarlo. La velocità è pazzesca, anche se quando è così, di solito si compromette un pochino la sicurezza.
Huawei P20 Pro: Hardware
Huawei P20 Pro monta un processore Kirin 970 a 8 core con 6GB di RAM. E’ la stessa dotazione del suo predecessore, Huawei Mate 10 Pro, ed è oggettivamente più debole rispetto al Samsung S9 Plus.
A livello puramente pratico il dispositivo gira che è una meraviglia. Rapido, potente, non si blocca mai nemmeno con numerose applicazioni aperte. Abbiamo anche navigato con millemila finestre del browser accuratamente non chiuse, e P20 non ha mostrato il minimo segno di cedimento. I videogiochi vanno belli lisci e nessuno sano di mente potrebbe mai lamentarsi delle prestazioni del Huawei P20 Pro. Anzi, ne sarebbe certamente entusiasta.
Se dobbiamo confrontarlo con i suoi avversari, secondo analisi Geekbench, è comunque sotto. Prendendo in considerazione le prestazioni sia del singolo core del processore, che il multicore, l’iPhone X, con lo strabiliante punteggio di 10,275 e Samsung Galaxy S9 Plus con 8,416 sono sopra a Huawei P20 Pro che si ferma a 6,751. La scheda grafica GPU di P20 è un 12 core Mali 672, estremamente performante, ma che rimane indietro rispetto ai 18 core di S9.
Huawei P20 Pro: Sistema operativo
Huawei P20 Pro ha un bell’Android Oreo 8.1 abbinato alla sua storica interfaccia grafica personalizzata, EMUI 8.1.
Dobbiamo dire innanzitutto che la personalizzazione EMUI, sebbene si veda e si senta benissimo, non stravolge l’ambiente Android in maniera fastidiosa. Abbiamo circa 12 temi, che selezionati modificano in un botto le foto di sblocco e di sfondo, i caratteri, lo stile delle icone. E’ una vecchia abitudine Huawei. Fra i temi gratis ce ne sono alcuni orribili, altri carini, e altri ancora creati dai fan del marchio. Comunque se sborsate qualche euro, potete comprare quelli premium che ovviamente sono i più belli.
Cosa fa per noi Huawei P20 Pro? Per farvi capire, abbiamo una quantità di applicazioni talmente numerosa che devono essere ordinate in ordine alfabetico tramite una lista di letterine sulla destra, e che per facilitare l’accesso abbiamo l’elenco delle più utilizzate, altrimenti ci perderemmo.
Le funzioni a disposizione sono praticamente immense: da torcia a termometro, meteo, news, salute, contapassi, calendario, giochi. Praticamente qualsiasi cosa. Abbiamo preinstallata anche l’app di Booking.com per i viaggi e quella di eBay, disinstallabili se lo vogliamo, e addirittura due toolkit per la gestione delle SIM. Questo mare di app può essere organizzato o con fogli a scorrimento verticale/orizzontale, o raggruppabili in cartelle. Per fortuna, non siamo al bloatware, ovvero l’ammasso di applicazioni non è fastidioso, anche se certamente ce ne sarà qualcuna che non utilizzeremo mai nella vita.
Huawei P20 Pro: Connettività e chiamate
Connettività ok. WiFi stabile, abbiamo l’NFC per il trasferimento di dati da dispositivi vicini, la porta infrarossi e tutto quello che serve. Il Bluetooth è alla versione 4.2, avremmo preferito la 5. Comunque molto bene. Chiamate stabili, con ottima voce sia in entrata che in uscita. Huawei P20 Pro è un Dual Nano SIM.
Huawei P20 Pro: Camera principale
Qui abbiamo il punto davvero forte di Huawei P20 Pro, e si capisce subito, non è molto difficile. Ben tre sensori, anzichè due, per una fotocamera principale che è qualcosa di stupefacente. Il primo sensore è un 40MP RGB per la presa dei colori. Il secondo è un 20MP per il bianco e nero, e il terzo è un 8MP pensato solo ed esclusivamente per zoomare e fare foto da lontano. Questi tre gioielli lavorano insieme per un risultato finale pazzesco.
In condizioni di luce normali, il risultato è eccellente. In realtà non otteniamo foto da 40MP, ma solamente da 10MP. Per vedere la differenza dovremmo ingrandire con le dita la foto e andare a vedere i dettagli. Comunque, esiste la modalità Pro, che consente di forzare il sensore e scattare a 40MP. Ma a parlare è la galleria di immagini che vi proponiamo: dettagli perfetti, colori molto molto ben bilanciati ed esposizione quasi sempre perfetta. L’intelligenza artificiale riconosce molto bene la situazione in cui ci troviamo e si regola da sola, cosa che notiamo bene quando fotografiamo un giardino o un posto con tanto verde.
L’unico difetto è che l’unità di intelligenza artificiale di Huawei P20 Pro di default esalta al massimo i colori, e questo a volte rende le foto innaturali e forzate. Molto spesso abbiamo disattivato questa funzione e abbiamo regolato da soli. I risultati parlano da soli:
Huawei P20 Pro combina le funzioni di tre sensori per delle foto in esterna davvero perfette
In questo scatto Huawei P20 Pro dimostra di saper bilanciare bene i colori e di evitare la sovraesposizione
In questo scatto le regolazioni sono state fatte in automatico dall’unità di intelligenza artificiale del dispositivo
Un’altro scatto in esterna fatto con Huawei P20 Pro
La prima parte della foto è stata scattata con l’autoregolazione attivata. Mentre la seconda con le regolazioni impostate dall’intelligenza artificiale.
Uno scatto da vicino. Il focus è rapido e i dettagli sono ok
Ma il meglio di sè, Huawei P20 Pro lo dà quando la luce è bassa. Di norma è questa la prova dove la gran parte delle fotocamera inizia a mostrare dei difetti, oppure riesce a fare un buon lavoro ma tagliando da altre parti, tipo l’esposizione della luce. In questo caso le tre fotocamere fanno i migliori scatti low-light che abbiamo mai visto in uno smartphone. Di norma il lavoro è già ottimo, ma diventa eccezionale attivando il Night Mode: in questo caso il dispositivo realizza una serie di scatti con diversi livelli di esposizione e li combina insieme per garantire il risultato migliore. Ci vogliono dai 4 ai 6 secondi per completare il lavoro.
La cosa che ci piace di più non è solamente il livello di dettaglio, ma la capacità di riprendere le parti scure con grande accuratezza e nello stesso tempo le parti luminose, tipo i neon di un locale notturno, con altrettanta efficacia, e senza creare alcune effetto sfocato. Inoltre, abbiamo un eccellente stabilizzatore ottico che compensa gli inevitabili movimenti della nostra mano. In questo Huawei P20 Pro è superiore persino al Galaxy S9 Plus, in quanto con quest’ultimo se non siamo fermi le foto con poca luce vengono facilmente mosse.
Le immagini con poca luce scattate con Huawei P20 Pro sono veramente spettacolari. Neri perfetti ed elementi luminosi altrettanto in regola
L’intelligenza artificiale combinata con tre sensori, permette di catturare la poca luce che c’è e di distribuirla al meglio
Scatto notturno con Huawei P20 Pro. Gli oggetti, anche in movimento, vengono ripresi il meglio possibile.
Uno scatto con Huawei P20 Pro con le regolazioni automatiche
Lo stesso scatto in Night Mode con l’intelligenza artificiale. Il risultato è incredibile e anche il livello di dettaglio è molto molto alto
Infine abbiamo lo zoom. Il terzo sensore permette di zoomare attraverso i dispositivi ottici fino a 3X (record della categoria). Volendo si può attivare la modalità “Hybrid Zoom” che coniuga ai sensori ottici anche quelli digitali per arrivare ad un 5X. Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un ottimo lavoro. Lo zoom è eccellente: ci aveva provato il suo predecessore Huawei Mate 10 Pro, ma già a 4X si sgranava e pixellava facilmente. Stavolta invece il risultato è perfetto:
Huawei P20 Pro in notturna con la normale inquadratura
La stessa inquadratura con lo zoom ottico 3X
Ancora la stessa foto, ma ripresa con il 5X, ovvero con la modalità Hybrid Zoom che aggiunge sensori digitali
Un altro punto a favore riguarda l’intelligenza artificiale. Mentre nel Mate 10 Pro avevamo parlato di una intelligenza artificiale che tuttavia non era straordinariamente evoluta. Era la porta verso una nuova via, ma di grosse differenze ancora non se ne vedevano, ecco, in questo caso possiamo dire di trovarci di fronte ad una vera intelligenza artificiale. Qualcosa che davvero migliora e cambia la nostra esperienza.
Huawei P20 Pro: Video
Huawei P20 Pro consente la ripresa di video in 1080p e 4K. Nella prima modalità il risultato è ottimo, con bei colori, ottima esposizione e abbiamo anche lo stabilizzatore ottico che fa davvero un ottimo lavoro. In 4K, la stabilizzatore non riesce più a lavorare come prima e rischiamo di avere video leggermente ballerini. Abbiamo anche la funzione Slow Motion a 960p che funziona tutto sommato bene.
Huawei P20 Pro: Audio
Due speaker, uno nel bordo basso e uno in alto, creano un effetto stereo. Il risultato finale è ottimo, anche se proviamo ad alzare il volume non notiamo distorsioni importanti. Ok anche l’audio in cuffia o in speaker esterno. Ricordiamo ancora una volta che non troviamo il jack da 3.5 mm, ma un adattatore da questo a USB-C.
Huawei P20 Pro: Fotocamera frontale/Selfie
In linea teorica Huawei P20 Pro avrebbe tutti i numeri per impressionarci anche nella fotocamera frontale: 24MP più un bel flash potente. Eppure qui non abbiamo la straordinarietà dei tre sensori principali. L’immagine viene bene, con una buona qualità. Da un lato abbiamo incluso il classico miglioramento che ci illumina la pelle, ingrandisce leggermente gli occhi e altre cosucce, ma i dettagli sono un pochino più sfumati. Sotto questo aspetto ci troviamo di fronte ad una camera che poteva dare davvero molto molto di più, e invece sotto l’aspetto selfie Huawei P20 Pro si fa superare anche da un Google Pixel 2.
Huawei P20 Pro: Memoria e Dati
128GB non espandibili. Ma comunque molto bene. Esiste anche la versione da 256GB con 8GB di RAM
Huawei P20 Pro: Batteria e durata
Huawei P20 Pro ha una enorme batteria da 4000 mAh, che ha 500 punti in più di Galaxy S9 Plus, che si ferma a 3500. Alla prova dei fatti, se facciamo un uso normale del telefono, per contatti, vedere qualche filmato ma non ci stiamo attaccati tutto il giorno, possiamo perfettamente arrivare a quasi 2 giorni di piena autonomia. Senza problemi. In caso di utilizzo intensivo, con video HD, al massimo della brillantezza e con tanta messaggistica, la durata totale è di 15 ore e 45 minuti, che è un bel risultato.
Anche se, sotto questo aspetto, Samsung Galaxy S9 Plus e lo stesso Huawei Mate 10 lo superano. Tanta forza e tanta potenza, costano. La ricarica veloce lo è per davvero: Quick Charge porta il dispositivo da 0 a 100% in 1 ora e 30 minuti. Peccato per la mancanza della ricarica Wireless, che data la struttura del telefono, si potrebbe fare comodamente.
Huawei P20 Pro: Prezzo e disponibilità
La versione da 128GB è disponibile sul mercato già da marzo del 2018, e il costo oscilla da €550 fino a €650. Mentre quella da 256GB è fuori dal settembre del 2018, non è facile da trovare, e costa poco più di €1000.
Huawei P20 Pro: Opinioni
I pareri sono eccellenti. Sia gli appassionati Huawei sia chi non lo ha mai usato non può non riconoscere di trovarsi di fronte ad un ottimo telefono. Alcuni lamentano la mancanza della Radio FM, anche se non è certo motivo per rinunciare all’acquisto. Una cosa importante: gli stessi utenti ammettono che se non ti interessa la fotocamera, puoi avere molto meglio optando per un OnePlus 6, e hanno ragione.
Huawei P20 Pro: Confronto con la concorrenza
Huawei P20: le caratteristiche che rendono il P20 Pro così magnifico sono assenti sul suo fratello più piccolo. Troviamo ancora quel bel colore rosa e blu, ma la grandezza della macchina fotografica è sparita. C’è uno sensore posteriore da 12 megapixel invece di 40. Non ci sono teleobiettivi. Abbiamo uno schermo più piccolo, una diversa tecnologia dello display (LCD anziché OLED), una batteria più piccola e meno RAM. Il materiale è resistente solo agli schizzi d’acqua ed è meno resistente. Siamo rimasti impressionati dagli scatti effettuati con l’obiettivo aggiuntivo sul P20 Pro, quindi se la fotografia è fondamentale per te, continua con il Pro.
Galaxy S9 e S9 Plus: le capacità fotografiche notturne del P20 Pro sono ciò che mette questo telefono al di sopra del Galaxy S9 Plus, ancor più dei sensori monocromatici o teleobiettivi. Non c’è davvero competizione quando la luce è bassa. Ma se le riprese in condizioni di scarsa illuminazione non sono una priorità per te, le prestazioni più veloci e lo schermo più nitido del Galaxy S9 Plus lo rendono la scelta migliore. Anche il jack per le cuffie e lo slot per schede microSD sull’S9 valgono la pena.
iPhone X: Ha un design senza dubbio sorprendente. Ha anche un processore ultra potente a tutto tondo e una fotocamera brillante per quasi tutte le condizioni di ripresa. L’iPhone ha anche un tocco innovativo con il suo sblocco facciale 3D (ma nessun lettore di impronte digitali se Apple Face ID fallisce). Il P20 Pro è il re in condizioni di scarsa luminosità, e il suo prezzo più conveniente per un dispositivo di archiviazione di grandi dimensioni addolcisce l’affare.
Google Pixel 2 e Pixel 2 XL: i telefoni Pixel 2 erano i re della fotografia in condizioni di scarsa illuminazione, ma il P20 Pro gli ha preso la corona. Mescola il design colorato e resistente all’acqua e P20 Pro è l’opzione più attraente. L’interfaccia Android di Pixel 2 è però più pulita, soprattutto se per te è importante una grafica semplice da usare e senza complicazioni.
Huawei P20 Pro: Scheda tecnica
LANCIO
Annunciato
Marzo, 2018
Stato
Disponibile
CORPO
Dimensioni
155 x 73.9 x 7.8 mm
Peso
180 g
Materiali
Vetro Gorilla Glass + anima alluminio
SIM
Singola SIM (Nano-SIM) o Dual SIM (Nano-SIM, dual stand-by)
iPhone XS, iPhone XR, iPhone XC, iPhone 9, iPhone XS Max: sono gli svariati nomi che circolano in questi giorni, su cui si susseguono anticipazioni, rivelazioni e indiscrezioni.
I tre nuovi iPhone (e molti altri prodotti) dovrebbero essere i protagonisti del grande evento mediatico di Apple programmato per il 12 settembre. Ma a meno di 48 ore dal lancio, gli articoli dell’ultimo minuto, le voci e le previsioni stanno affiorando quasi di ora in ora. Ricapitoliamo cosa bolle in pentola.
Come già accaduto in passato, si prevedono tre nuovi iPhone programmati per debuttare quest’autunno. Si tratta molto prababilmente di due modelli OLED abbinati ad un iPhone LCD più economico. I loro nomi potrebbero essere (ma sono poco probabili) iPhone 9, iPhone 11, iPhone SE 2 oppure (e questo è più probabile) iPhone XC, il più economico, iPhone XS, la via di mezzo, e iPhone XS Max, il più potente.
iPhone XS, iPhone XR, iPhone XC, iPhone 9, iPhone XS Max: tutte le novità e le specifiche
Prima di scoprire i dettagli, riassumiamo tutte le più importanti caratteristiche di iPhone XS, iPhone XS Max e iPhone XC per coloro che ne vogliono un quadro generale.
Nomi iPhone 2018: iPhone XS e iPhone XS Max (premium), iPhone XC / XR (economico) Lancio di iPhone XS: mercoledì 12 settembre Data di rilascio di iPhone XS: fine settembre 2018 Prezzo iPhone XS: circa £ 1000 (iPhone XS), Dimensioni schermo iPhone XS: modelli da 5,8 pollici (iPhone XS) e da 6,5 pollici (iPhone XS Max) Schermo iPhone XS: OLED Processore iPhone XS: Apple A12 7nm SoC Design iPhone XS: iPhone X con notch Fotocamera di iPhone XS: Doppio sensore sporgente Colore / i iPhone XS: nuova opzione oro Software iPhone XS: iOS 12
Anche l’accreditato analista di Bloomberg, Mark Gurman, ha assicurato che Apple lancerà un trio di nuovi iPhone: l’iPhone XS da 5,8 pollici, iPhone XS Max da 6,5 pollici e iPhone XR da 6,1 pollici. Il più economico iPhone da 6,1 pollici potrebbe essere chiamato iPhone XR – e non iPhone XC, come hanno sostenuto alcune voci recenti. Gurman rivela anche che durante l’evento del 12 settembre di Apple non si parlerà solo di dispositivi mobili, ma dovremmo vedere anche l’Apple Watch Series 4 e il caricabatterie wireless Apple AirPower. Nessuna novità invece per il nuovo iPad Pro (2018) di cui abbiamo sentito parlare molto.
Questo significa che Apple potrebbe organizzare una seconda presentazione di nuovi prodotti nell’autunno 2018 prima di lasciare il posto agli aggiornamenti di sicurezza per ottobre (o addirittura a novembre).
I prezzi per l’iPhone XS devono ancora essere confermati, ma sappiamo una cosa: parliamo di Apple, quindi non saranno economici.
L’iPhone X dovrebbe partire da $ 999 e costare fino $ 1149 per il modello più potente.
Sulla base degli ultimi rumors, pensiamo di avere una vaga idea di cosa aspettarci dal nuovo telefono Apple. Ecco uno sguardo dettagliato ad alcuni dei pettegolezzi più accreditati, anche se nulla è stato confermato, stiamo solo ragionando ad alta voce.
Una cosa che è abbastanza certa è che Apple equipaggerà l’iPhone XS e l’iPhone XS Max con un nuovo chip, probabilmente chiamato Apple A12. Basato su un processo a 7 nm, sarà più veloce e più efficiente rispetto al suo predecessore, l’A11 Bionic, il che significa che entrambi i dispositivi dovrebbero offrire una maggiore durata della batteria. L’analista di Apple, Ming-Chi Kuo, ha ipotizzato un aumento della capacità del 10% sul iPhone XS e fino al 25% su XS Max o XS Plus.
Kuo spiega anche che l’A12 potrebbe essere supportato da un massimo di 4GB di RAM su alcuni modelli di iPhone XS – una specifica supportata da un test di Geekbench che pubblichiamo – e che i nuovi iPhone potrebbero supportare la connessione di dati mobili fino ai Gigabit LTE. In altre parole, sarà ancora più veloce e arriverà quasi a toccare la velocità di 5G.
Si parla anche di una doppia SIM, grazie a un codice del sistema operativo iOS 12 rivelato dal portale 9to5Mac, anche se questa potrebbe essere una caratteristica disponibile solo negli USA e non saremmo sorpresi se Apple avesse introdotto una nuova capacità massima di memoria di 512 GB.
Siamo anche abbastanza sicuri che i due prodotti più forti sfoggeranno uno schermo OLED, con l’iPhone XS che misura 5,8 pollici e l’XS Max che arriva a 6,5 pollici, mentre l’iPhone XC più economico monterà uno schermo LCD e misurerà 6,1 pollici.
Il giornalista Ben Geskin su Twitter, ha condiviso alcune foto che sostiene siano i prototipi dell’iPhone XC da 6,1 pollici.
Le foto mostrano il nuovo iPhone nella sua versione più economica in una gamma di tre colori. Ci sono bianchi e neri, come ci si aspetterebbe, ma più sorprendente è l’inclusione di un modello rosso – il che potrebbe suggerire la comparsa di un RED iPhone XC.
Il blog su Apple, 9to5Mac, ha pubblicato la seguente foto, che sostiene sia il vero dispositivo e mostra le versioni da 5,8 pollici e 6,5 pollici dell’iPhone XS. La cosa più interessante a riguardo – oltre al fatto che mostra il più grande modello di iPhone XS di cui abbiamo mai sentito parlare – è che sembra svelare un nuovo colore, l’oro. Questo rappresenterebbe una nuova opzione, in quanto l’iPhone X è stato reso disponibile solo nei colori argento e grigio.
Questo video di sette minuti ci arriva attraverso il canale YouTube di Detroit KuGelka su YouTube. Secondo Kukielka, il grande esperto del mondo Apple, Sonny Dickson, gli avrebbe fornito addirittura due prototipi.
Entrambi i nuovi telefoni hanno un design “dentellato” per consentire la tecnologia Face ID di Apple. Il più grande dei tre è potenzialmente l’iPhone XS da 6,5 pollici e si intravede una doppia fotocamera sul retro. Il dispositivo equipaggiato con una sola lente è probabilmente l’iPhone LCD “economico”, che ci aspettiamo a fianco dell’XS, mentre il più piccolo è l’attuale iPhone X che misura 5,8 pollici.
È tutto materiale altamente aleatorio, ovviamente, ma alcune delle caratteristiche del design, ovvero il ritorno della “tacca” della fotocamera, è supportata dall’affidabile esperti Marques Brownlee.
Il video di Brownlee fa stranamente riferimento a iPhone 2019 nel titolo del video, ma oltre a questo potenziale errore, probabilmente sono le informazioni più attendibili sull’iPhone XS.
L’analista Cowen Matthew Ramsay (tramite AppleInsider) sostiene che la possibilità di collegare un mini jack da 3.5 mm sarà verrà totalmente eliminata. Quando nel 2016 Apple tolse l’entrata apposita per questo tipo di cuffie, venne aspramente criticata, e nel 2017 presentò un “dongle” per poter comunque eseguire il collegamento. Ma ora che il 3.5 viene lentamente abbandonato da tutti, sembra che Apple voglia giustiziare definitivamente questa tecnologia.
Tutte le società nazionali hanno presentato offerte per i nuovi lotti, tranne la Linkem Spa e la Open Fibra Spa che non si sono presentate alla procedura.
Per il bando riservato invece la sola società Iliad Italia S.p.A., in qualità di remedy taker come definito dalla delibera 231/18/CONS dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, ha presentato la propria documentazione in Banda 700 MHz per un importo pari a 676.472.792,00 euro.
E’ proprio di ieri l’avvenimento che ha visto il Ministro Di Maio accendere la prima antenna in G5, ma cos’è la banda G5?
Il traffico di dati a banda larga mobile terrestre dovrebbe crescere a un tasso annuale del 45% nei prossimi anni, il che rappresenta un aumento decuplicato tra il 2016 e il 2022. Questo aumento è dovuto in gran parte all’adozione di streaming video mobile. Inoltre, Internet of Things (IoT) si sta realizzando sempre di più. Si prevede che i 29 miliardi di dispositivi connessi entro il 2022 includeranno 18 miliardi di dispositivi IoT o machine-to-machine (M2M). Successivamente, le future reti mobili dovranno supportare nuovi metodi di utilizzo che richiederanno frequenza sempre più elevata.
Prima di tutto, una rapida definizione di 5G: è la quinta generazione di tecnologia cellulare che promette di migliorare notevolmente la velocità, la copertura e la reattività delle reti wireless. Quanto velocemente stiamo parlando? Pensa da 10 a 100 volte più veloce della tua tipica connessione cellulare, e anche più veloce di qualsiasi cosa tu possa ottenere con un cavo fisico in fibra ottica che entra in casa tua. Le prime reti 5G sono appunto avviate in questi giorni ma una più ampia disponibilità ci sarà entro il 2019-2020, con l’aggiornamento delle apparecchiature di rete e l’uscita dei telefoni compatibili con 5G.
Il Ministro Di Maio ha acceso la prima antenna 5G del Progetto Bari Matera 5G presso il Politecnico di Bari. Lo sviluppo deriva dall’interesse diretto di TIM, Fastweb e Huawei, che dall’anno scorso hanno sperimentato le nuove bande grazie allo sviluppo del Ministero.
Nel progetto non è solo implementato l’utilizzo dei cellulari di nuova generazione ma molto altro e più importante, come la Sanità 5.0 che porterà avanti lo sviluppo della telemedicina, connettere quindi i pazienti con i medici tra la casa del privato e lo studio medico o dell’ospedale. Con questa metodologia si può tenere monitorato in sicurezza un paziente senza che debba muoversi da casa.
Lo sviluppo dato dalle possibilità del 5G è davvero enorme, dalla Realtà virtuale, alle specifiche applicazioni di sicurezza, fino ovviamente alla gestione dei tantissimi servizi che sono in rete e che ogni giorno diventano sempre più importanti per gli utenti.
Alle ore 11.00 di giovedì 13 settembre 2018 partirà, sempre in seduta pubblica, la fase dei miglioramenti competitivi. Ovvero le offerte che sono state fatte dalle compagnie telefoniche potranno essere rilanciate e migliorate in perfetta concorrenza.
Nella giornata di domani verrà pubblicato sul sito del Ministero dello Sviluppo economico il dettaglio delle offerte presentate dagli operatori e ve ne daremo conto.
Huawei Mate 10 Pro è un grande smartphone. L’azienda doveva confermare la sua competitività a livello mondiale e ci è riuscita benissimo, tirando fuori un prodotto di altissimo livello.
Saremo subito chiari, e vi diciamo subito a chi potrà piacere e a chi no. Piacerà moltissimo a chi vuole un telefono tuttofare, intelligente, che vuole divertirsi con millemila applicazioni che svolgono le funzioni più impensate. Sarà veramente un ottimo prodotto per tutti coloro che vogliono delle alte prestazioni e hanno un approccio molto pratico allo smartphone, che deve fare quello che gli serve, senza prestare molta attenzione ai dettagli tecnici.
Non piacerà ad una parte dei puristi della tecnologia: c’è chi scarta un telefono a priori perchè non ha il jack da 3.5 mm per le cuffie e c’è chi è estremamente intransigente sulla possibilità di aggiungere memoria tramite schedine MicroSD. A costoro Huawei Mate 10 Pro non dovrebbe piacere. E potrebbe scontentare anche chi ama alla follia l’ambiente Android, ne è un ammiratore e sostenitore, perche Mate 10 Pro ne modifica profondamente l’aspetto e le funzionalità proponendo una sua versione.
Detto questo, Huawei Mate 10 Pro offre una quantità di cose veramente ampia e possiamo dire che ha posto due nuovi standard nel mercato: il primo prodotto ad integrare una intelligenza artificiale supportata da un processore “neuronale” che vuole imitare il cervello umano, e la durata della batteria, piuttosto strabiliante, unita all’esclusiva della ricarica rapida Quick Charge.
Huawei Mate 10 Pro. Design
Huawei Mate 10 Pro è composto da un vetro Corning Gorilla Glass 5 che racchiude un anima di metallo. Questo lo rende molto bello e luccicante, solido in mano, e con dei simpatici giochi di luce sul retro, anche se sotto questo aspetto non arriva alla magnificenza dei riflessi di Honor 10.
Appena sbucato dalla scatola, Huawei Mate 10 Pro è dotato di una pellicola protettiva sullo schermo e di una cover in silicone, che lo aiutano a sembrare ancora più resistente e soprattutto a non scivolare dalle mani, problema che condividono un po’ tutti i dispositivi realizzati in vetro. Ha anche il fattore di protezione IP67, che significa che ha una buona resistenza alla polvere e anche all’acqua, nel senso che se lo bagniamo con la doccia o lo immergiamo nel lavandino sopravvive, anche se è meglio tirarlo fuori dopo qualche minuto.
Nei video dove si divertono a picchiare gli smartphone per vedere quanto sono resistenti, hanno provato a farlo cadere dalla tasca e non è successo nulla di particolare per un paio di volte. Se casca da 1.5 metri e sfortunatamente viene colpito di angolo, questo si sbreccia un po’ anche se rimane perfettamente funzionante. Stessa cosa a 2 metri di altezza, e il display potrebbe scheggiarsi.
In generale è abbastanza resistente, dunque, anche se nella scala generale di forza è a livello medio, ovvero esistono prodotti molto più forti.
E’ disponibile nei colori Mocha Brown, Midnight Blue, Titanium Gray e Pink Gold.
Sul retro troviamo i due sensori della fotocamera. Huawei non li ha riuniti in un unico blocco come avviene di solito, ma li ha resi indipendenti l’uno dall’altro, ognuno nel suo buchetto, che sporgono leggerissimamente di qualche millimetro. Il sensore per il riconoscimento delle impronte digitali per lo sblocco del dispositivo è di una velocità supersonica: basta anche accennare di appoggiare il dito perchè compaia il display acceso.
Due speaker, uno in basso e uno in alto, sono posizionati strategicamente nel tentativo di creare una sorta di stereo, che come vedremo nella sezione apposita, è un obiettivo quasi raggiunto.
A destra troviamo i classici tasti di accensione/spegnimento e per la regolazione del volume, mentre a sinistra l’entrata per la Nano SIM. In alto troviamo anche il sensore IR per utilizzare il Huawei Mate 10 Pro come un telecomando.
Tutto sommato, il design generale è molto buono.
Huawei Mate 10 pro ha un ottimo design con dei bei giochi di luce sul retro. Molto solido e piacevole al tatto
Disponibile in quattro colori, accontenta tutti i gusti.
Sul retro troviamo due sensori indipendenti, il riconoscimento dell’impronta digitale e il flash.
Lo schermo di Huawei Mate 10 pro è abbastanza buono: si posiziona a metà nella categoria di riferimento
Sul bordo in alto un secondo speaker (l’altro è sul fondo) e un sensore IR per usarlo come telecomando
Confrontato con il suo più diretto concorrente Samsung Galaxy S8, il Huawei Mate 10 pro lo supera quanto a velocità e batteria. Un poco sotto per display
Huawei Mate 10 pro affida a Leica le lenti della sua fotocamera con diverse funzioni. Integra una sorta di intelligenza artificiale per riconoscere gli scenari di scatto
La fotocamera è buona ma non eccelsa in condizioni di luce normale, performante con poca luce. Ottimi i vari livelli di focus
Huawei Mate 10 pro sceglie di tenere i sensori della Leica separati l’uno dall’altro, anche a livello di design
Incluso nella confezione una cover in silicone, anche per rimediare ai due sensori della fotocamera che sporgono leggerissimamente.
Sulla destra i classici tasti di accensione/spegnimento e regolazione volume. Sono in alluminio
Huawei Mate 10 pro supporta due Nano SIM. La connettività è molto buona
Sul fondo una entrata USB-C per la ricarica veloce, e uno speaker abbastanza potente
Display
Il display da 6 pollici pieni, è molto grande. Molto grande. Ha un rapporto di 18:9, ovvero è un rettangolo perfetto, e l’80,9% del prodotto è coperto dall’area dello schermo. E’ una percentuale piuttosto alta, e infatti Huawei ha dovuto persino scrivere in basso il suo marchio per ricordare chi sia il costruttore del dispositivo, tanto lo schermo è grande.
A livello tecnico ci troviamo di fronte ad un OLED +HDR10 in Wide Full HD. Ovvero siamo di fronte ad una eccellente qualità del display. E’ piuttosto luminoso, perchè con 449 nit di lucentezza è leggermente superiore ai suoi concorrenti. Per cui possiamo considerarlo un ottimo schermo: messo in comparazione con gli altri possiamo definirlo certamente migliore di prodotti come il Google Pixel 2 e LG V30, certamente. Appena leggermente inferiore al Galaxy Note 8 e sotto Xperia XZ Premium.
Per cui il display si colloca pienamente a metà della scala dei valori sul mercato.
All’accensione il display ha la regolazione intelligente della luminosità. Se provate ad andare alla luce e poi più al buio, lo schermo si regola da solo. Ma in generale è impostato con una luminosità troppo bassa e lo abbiamo subito disattivato. La modalità standard è Normal con una piccola accelerazione sui colori, che lo pone di default un pochetto più vivace del Galaxy Note 8. Possiamo però scegliere anche la sola modalità Vivid che esaspera i colori per chi vuole uno schermo “cattivo”.
Hardware
Huawei Mate 10 Pro arriva con il processore Kirin 970 e 6GB di RAM. Per cui la dotazione di partenza è assolutamente ottima. Utilizzato sotto stress, non ha mai mostrato segni di cedimento, nemmeno con tante tante applicazioni aperte, internet che gira di continuo o musica in background. Per darvi una idea, converte un video in 4K in uno in 1080p della durata di un paio di minuti in 58 secondi, superando il più diretto concorrente, il Galaxy Note 8 che ha impiegato 1.2 minuti.
Osservando i benchmark, Huawei non può che essere soddisfatta. Sia nelle comparazioni single core che multi core del processore, Huawei Mate 10 Pro è sopra a Google Pixel 2, e al Galaxy Note 8. Per cui nella velocità pura (come per le auto il rettilineo) la vittoria è assicurata. E’ superiore anche nelle prestazioni relative alla grafica 3D, anche se in questo settore il divario è più basso rispetto alla concorrenza.
Una elemento di cui parlare è certamente la NPU. Si tratta di un processore aggiuntivo, chiamato “Neuronale“, che vuole imitare il ragionamento umano. In realtà è sostanzialmente quella unità di calcolo preposta alle performance che dovrebbero anticipare i nostri desideri e le nostre mosse. Se dobbiamo dire la verità: a livello pratico non vediamo una gigantesca differenza con la concorrenza. Ovvero non troviamo una forma di intelligenza aliena che pensa meglio e prima di noi. Dobbiamo però riconoscere la volontà di Huawei di sdoganare una tecnologia, di esprimere un pensiero nuovo che non possiamo non apprezzare.
Certamente, come abbiamo detto all’inizio della recensione, questa intelligenza neuronale è un nuovo standard del mercato con cui i concorrenti si dovranno misurare.
Sistema operativo
Huawei Mate 10 Pro ha un bell‘Android 8.0 Oreo a cui si aggiunge una interfaccia grafica e operativa propria di Huawei che è EMUI 8.0
Questo allontana di fatto Huawei Mate 10 Pro dall’ambiente Android, e ne propone una versione differente e personalizzata. Cosa ci dà tutto questo? dire un mare di funzioni è poco.
Innanzitutto l’aggiornamento costante e l’installazione rapida di patch di sicurezza. Inoltre, una barra delle notifiche particolarmente intelligente, dove ogni messaggio è ben diviso dagli altri. Addirittura, questo lo abbiamo gradito molto, possiamo cliccare su una linguetta e leggere l’inizio di una mail o di un messaggio whatsapp già dentro la barra delle notifiche. Android Oreo offre la funzione “Picture in Picture“: per spiegarla in pratica, la possibilità di vedere un filmato di YouTube più piccolino e flottante nel frattempo che usiamo altre applicazioni.
La barretta in basso, quella con i tre tasti per andare indietro, vedere le app aperte o ritornare alla Home Page può essere personalizzata. Addirittura anzichè quella possiamo attivare un bottone fluttuante con tutte le funzioni. Certamente è comodo, veloce e funzionale, anche se a volte è un po’ fastidioso avercelo sempre in mezzo durante l’uso delle app. Diciamo che è una funzione avanzata che corre sul filo del fastidio.
Huawei Mate 10 Pro propone anche la funzione”Touch Disable“, cioè per evitare di riattivare lo schermo per caso, dobbiamo accuratamente evitare di coprire la parte superiore con la mano quando digitiamo il PIN. E’ un esempio della volontà Huawei di capire le nostre intenzioni. In questo caso possiamo dirvi, colmi di fierezza, che è fastidiosissima.
Abbiamo anche la funzione multifinestra, abbastanza utile, e registrazione di video dei nostri passaggi sullo schermo, quest’ultima molto gradevole. Una figata pazzesca è la modalità “Private Space“. Esempio pratico: avete provato quel brivido profondo quando vostra madre o la vostra ragazza vi chiedono lo smartphone, a magari su whatsapp vi hanno inoltrato chissà cosa? si, ammettiamolo, lo abbiamo provato tutti.
Ora, se andiamo in “Impostazioni” e selezioniamo l’opzione “Spazio Privato“, possiamo registrare un PIN, che deve essere diverso da quello già impostato, e una seconda impronta digitale, anch’essa differente da quella già in uso.
Ad esempio, l’indice della mano destra e quello della mano sinistra. Se spegniamo lo schermo, e sblocchiamo con il dito destro, tutto regolare. Se spegniamo e sblocchiamo con l’indice sinistro, comprare una versione alternativa dello stesso smartphone, completamente separata. Insomma, due smartphone che coesistono sullo stesso dispositivo. Uno personale e uno per il lavoro, o uno regolare e uno “santo” da mostrare ai conoscenti. Fantastico!
Simile App Pair, che consente di gestire due account diversi di una app, tipo Facebook. Anch’essa ottima anche se un po’ lenta.
Camera principale
Huawei Mate 10 Pro ha due sensori: uno da 12MP RGB, dedicato ai colori, e uno da 20MP monocromatico per il bianco e nero. Abbiamo uno stabilizzatore ottico molto potente e una apertura di f1/6 che è la più ampia che esista nella sua fascia, segno che Huawei ha ancora una volta voluto “tirare” la barra in avanti.
Come si comporta? in condizioni di luce perfettamente normali le foto sono belle. Ma in comparazione con i suoi avversari, fa meno bene di tutti loro. Certo, il focus e i colori sono eccellenti, ma non arriva ad avere quella ricchezza di particolari. Dobbiamo dirlo. Inoltre a volte soffre un pochino di sovraesposizione quando abbiamo molta luce, il che lo colloca sotto alla potenza di Google Pixel 2, ad esempio.
In compenso abbiamo una miriade di opzioni per mettere a fuoco: da Laser, per identificare un punto preciso, a Phase per spazi ampi, passando per Depth, quando abbiamo molta profondità. Ma ce ne sono molti ancora.
In condizioni di poca luce invece Huawei Mate 10 Pro si comporta davvero molto bene: riesce a gestire quella poca luminosità a sua disposizione e a fare degli ottimi scatti. Viene superato di pochissimo da Samsung Note 8.
Huawei Mate 10 Pro ha una buona fotocamera per le immagini in piena luce. Anche se nei benchmark altri prodotti fanno meglio
Da vicino i sensori si comportano bene, dando una ottima nitidezza ai dettagli e sfocando di contrasto lo sfondo. La stessa cosa vale anche per i selfie
In condizioni di poca luce Note 10 pro dà paradossalmente il meglio di sè. Calibra bene i bianchi con dei buoni dettagli
Huawei Mate 10 Pro ha una tonnellata di possibili regolazioni, specie sulla messa a fuoco. I risultati sono buoni, anche grazie all’HDR per i colori
Le foto notturne possono venire davvero molto bene. Bisogna impostare la modalità apposita e fare alcune prove. Lo Zoom è potente, fino a 6X, ma sgrana di molto le immagini.
Huawei Mate 10 Pro ha puntato moltissimo sul focus: possiamo ingrandire un oggetto fino a 6X, per cui sotto questo aspetto non abbiamo nulla da temere, anche perchè il focus è supportato, di nuovo, da quella forma di intelligenza artificiale che costituisce il “quid” del prodotto. In realtà siamo aiutati, certo, ma a volte con lo zoom la foto si sgrana e si pixellizza un po’.
Abbiamo comunque molte altre funzioni interessanti: parliamo della modalità per il ritratto di soggetti multipli che cerca un equilibrio nella messa a fuoco, un angolo di visuale veramente ampio che ci consente di riprendere appieno grandi paesaggi e un refocus ottimo, ovvero possiamo fare una foto focalizzandoci su un punto, e dopo averla scattata sceglierne un altro per avere più versioni di una immagine con punti di focalizzazione differenti.
Il Night Mode è abbastanza bello, e permette di collegare più frammenti per realizzare quelle foto dinamiche, quelle con le scie luminose che rappresentano gli oggetti in movimento, che fanno tanto figo.
Video
Possiamo registrare dai 1080p ai 4K. Buona qualità, bell’audio. La conversione in qualsiasi altro formato è rapida ed efficiente. Abbiamo notato una ottima velocità nel caricamento su YouTube. Nel complesso, soddisfatti.
Audio
Huawei Mate 10 Pro ha due speaker. Uno in basso e uno in alto che vogliono offrire una specie di stereo. Ci riesce? possiamo dire (quasi) di sì. Certamente il suono è molto bello e molto ricco. Sia negli alti che nei bassi si sente molto bene e i toni non gracchiano mai.
Se passiamo l’audio in cuffia, non possiamo farlo attraverso il mini jack da 3.5 perchè non c’è: e questo potrebbe fare inorridire molti. Il problema è che non c’è nemmeno l’adattatore da USB-C a jack 3.5 mm, quindi sostanzialmente le vecchie cuffiette ve le dovete proprio dimenticare. E questo è piuttosto frustrante.
L’unica alternativa sono le cuffie con l’USB-C già pronto o il collegamento tramite Bluetooth. In quest’ultima modalità, l’audio è veramente perfetto.
Camera Selfie
Per scattarci i selfie abbiamo un sensore da 8MP che ha il miglioramento dei volti incluso. Huawei Mate 10 Pro aumenta la luce, scurisce le ombre e crea un leggero effetto sfocato sullo sfondo per far risaltare il nostro volto.
Rete e chiamate
Molto bene. Esiste sia nella versione mono che Dual SIM con Nano SIM. Il passaggio tra un numero e l’altro è istantaneo e soddisfacente. Prende bene sia il WiFi che la connessione dati. Il bluetooth è 4.2, sarebbe stato meglio un 5, però è molto stabile e non ci ha mai dato problemi.
Memoria e dati
Huawei Mate 10 Pro ha due versioni. Quella minore da 64GB e la standard con ben 128GB. Qui va a preferenza: di norma tanta memoria basta per quasi tutti, ma esistono i “puristi” a cui non piace per nulla l’impossibilità di utilizzare le schedine per gestire e aumentare lo spazio a disposizione.
Batteria e durata
E qui un altro punto forte del prodotto. La batteria. E quando diciamo che è un punto forte, non diciamo che nella categoria è posizionato bene, e nemmeno in cima, ma affermiamo che Huawei Mate 10 Pro scrive un nuovo standard a cui gli altri devono arrivare.
Per la cronaca, appena uscì, il Mate 10 aveva una batteria che non durava fino al pomeriggio, per via di un errore nella gestione del processore. Poi la Huawei rilasciò un aggiornamento che cambiò radicalmente la situazione. Per cui si notate poca autonomia, assicuratevi di aver eseguito l’update del prodotto almeno la prima volta.
Detto ciò, siamo di fronte ad una batteria dalla straordinaria efficienza e durata. Una carica al 100% dura un giorno fino a tarda notte con un utilizzo intenso, e quasi due giorni se non state sempre incollati allo smartphone. Ad esempio: un video HD, con la massima brillantezza e il WiFi che riceve, consuma il 9% di batteria in 90 minuti. Galaxy S8 Plus ha consumato l’11%, LG V30 il 12% e iPhone 8 23%. In totale, con uso intenso, Huawei Mate 10 Pro dura 14 ore e 30 minuti. E’ davvero fantastico.
Ma non solo: Huawei ha sdoganato anche la tecnologia del Quick Charge. Una ricarica ultrarapida che si appoggia all’entrata USB-C per cui va da 0 al 50% in 30 minuti. Non possiamo che applaudire. Vogliamo trovare un difetto? Niente ricarica Wireless, sebbene la struttura del dispositivo in linea teorica lo permette.
Trucchi
Huawei Mate 10 Pro ha una quantità di applicazioni gigantesca. Se vogliamo trovare un bel trucco possiamo comunque citare la poco nota possibilità di collegare il dispositivo ad un monitor esterno come fosse un PC. EMUI Desktop è il nome della funzione. Dobbiamo solamente prendere un adattatore che da USB-C esca in HDMI e il gioco è fatto. Proviamo a collegare e il dispositivo fa tutto da solo.
Oddio, l’esperienza non è magnifica. Si vede che ci troviamo di fronte ad una interfaccia per smartphone adattata all’utilizzo desktop, quindi che si pensi di poter lavorare come fosse un terminale professionale. Però apprezziamo lo sforzo della casa madre di pensare anche a questo.
Prezzo e disponibilità
Rilasciato nell’ottobre del 2017, Huawei Mate 10 Pro è pienamente disponibile sul mercato al prezzo medio di €400.
Scheda tecnica
LANCIO
Annuncio
Ottobre 2017
Stato
Disponibile
CORPO
Dimensioni
154.2 x 74.5 x 7.9 mm
Peso
178 g
Materiale
Fronte/retro vetro, corpo alluminio
SIM
Singola SIM (Nano-SIM) o Dual SIM (Nano-SIM, dual stand-by)
– IP67 resistente polvere/acqua (fino a 1m per 30 min)
Xiaomi Redmi Note 5 è uno di quei prodotti che lenti lenti, lemme lemme si fa volere bene dal mercato. E questo per una combinazione di fattori che rendono il prodotto davvero bello e che lo portano ai limiti della sua categoria, se non per alcuni dettagli che lo riportano con i piedi per terra.
Xiaomi è un genio sregolato: si è presentato sul mercato con la tecnica delle vendite lampo e delle offertissime. Poi ha aggiunto un costo bassissimo, guadagnando non tanto dalla vendita dell’hardware quanto dagli accessori e dalle app a pagamento. E’ anche una azienda coraggiosa, fra le prime a presentare sul mercato la fotocamera posizionata in alto a sinistra, o a non adottare il notch (la rientranza nera sul bordo alto del display) quando tutti facevano il contrario. Insomma, l’azienda ha molta personalità ed intraprendenza.
Ma è anche una gran confusionaria: gli stessi prodotti vengono venduti con nomi diversi su diversi mercati. Spesso su siti cinesi si trovano Xiaomi che sembrano diversi e poi sono uguali agli e-commerce nostrani. Per non confondere i nostri lettori, in questa recensione ci riferiamo allo Xiaomi Redmi Note 5, Dual SIM 4GB / 64GB Nero Smartphone – EU. Sui principali e-commerce si trova prevalentemente questo: l’unica variante valida è la versione “Italia“, con libretto di istruzioni e lingua preimpostata italiana, ma il dispositivo è lo stesso.
Vuoi capire il prodotto in un minuto? leggi la slide
Design
Carino. Il blu è il più bello
Display
Il più brillante della categoria e con ottimi neri.
Hardware
Potentissimo: veloce, forte e non si stanca mai.
Sistema operativo
Ottimo Android Oreo 8.0 con interfaccia MIUI con tantissime funzioni
Rete e chiamate
Dual Nano SIM, con ottima voce in entrata, medio il microfono
Funzioni
Sblocco con viso e impronta funzionali e molto veloci.
Camera principale
Niente di straordinario. Tende a esagerare sul blu
Video
Solo a 1080 pixel. A volte sovraesposti. Passabili
Audio
Buono per la categoria. Ok anche in cuffia o in uno speaker esterno
Camera Selfie
Abbastanza buona. Se c'è forte luce il selfie viene un po' sovraesposto
Connettività
Ottimo il Bluetooth 5 e il WiFi fortissimo. Niente NFC e LTE non prende sempre
Memoria
Da 32 o 64GB, espandibile a 256. Ma se metti la schedina la memoria non è interna + esterna, ma solo esterna. E un po' lenta. Da non usare se hai tanta roba da conservare.
Batteria
4000 mAh per una durata superiore alla media. Ottimo
Gaming
I giochi più semplici che non richiedono troppa grafica girano bene. Gli altri fanno fatica
Xiaomi Redmi Note 5. Design
Carino, il design è abbastanza carino. Si tratta di un misto tra alluminio e vetro che lo rende un prodotto abbastanza gradevole da vedere: certo nessuno spalancherà la bocca quando lo esibirete, però non è affatto male. In questo senso assomiglia alle ultime offerte di aziende concorrenti come Oppo e OnePlus. E’ disponibile nei colori Lake Blu, a nostro avviso il più bello, nero, dorato e rosa-dorato con la parte frontale bianca. In alcuni e-commerce si trova anche il rosso fiamma, raro. E’ abbastanza resistente, anche se schiacciandolo un po’ si creano delle onde sul display, per cui non è un carrarmato.
Sul retro troviamo la fotocamera e il sensore per lo sblocco tramite riconoscimento delle impronte digitali. In realtà questi elementi sporgono un po’ quindi appoggiando lo Xiaomi Redmi Note 5 su una superficie piana “balla”. Per fortuna nella scatola arriva una cover in silicone che protegge e risolve la faccenda. Sul fondo il jack da 3.5mm per le cuffie, una entrata Micro USB 2,0 e lo speaker.
Sulle destra i classici tasti accensione/spegnimento e volume, mentre sulla sinistra due entrate che possono ospitare o due Nano SIM, o una Nano SIM e una schedina di memoria MicroSD. In alto invece il sensore IR, per dare comandi a distanza ad esempio al televisore.
Display
5.99 pollici, quindi bello grandino per la sua categoria. Rapporto di 18:9, un rettangolo perfetto, e IPS Full HD+ che significa una ottima qualità delle immagini, anche se non straordinaria. C’è da dire che Xiaomi Redmi Note 5 è estremamente luminoso, ed è la cosa probabilmente più bella e notevole del display. Non sappiamo se abbiano nascosto dei fari da qualche parte, ma lo schermo è forse il più brillante della categoria. Addirittura riesce a superare di poco l’Honor 7 quanto a luminosità, e per mettere sotto il Note 5 bisogna chiamare in causa il Motorola G6 Plus, che è una bella bestia.
E tra l’altro è anche una brillantezza omogenea nel rappresentare i colori, un bel 94% della superficie totale, con dei neri eccellenti, che con un valore di 0.23 cd/m² sono migliori di tutti i concorrenti della categoria. Questo significa che anche in una zona luminosa o con un sole splendente, se impostiamo la brillantezza al massimo riusciamo a vedere bene, anche se qualche riflesso può dare comunque fastidio.
Magnifici anche gli angoli di visuale, che tradotto in pratica significa che anche guardando lo schermo da angolazioni differenti riusciamo ad avere una bella immagine nitida.
Se proprio vogliamo trovare un difettuccio, a volte il blu prende un po’ troppo piede, anche se non in maniera disturbante.
Xiaomi Redmi Note 5 ha un buon design, e un display brillantissimo. Xiaomi ha avuto il coraggio di non seguire la moda del notch e di lasciare il display completamente pulito e perfettamente rettangolare
Il prodotto è abbastanza resistente, anche se schiacciandolo si forma delle onde sul display. Per cui, non possiamo considerarlo un carro armato.
Sul retro la doppia fotocamera da 12MP+5MP e il sensore per il riconoscimento delle impronte digitali, molto veloce.
La fotocamera di Xiaomi Redmi Note 5 sborda un po’ e appoggiandolo su una superficie piana, balla. Nella scatola troviamo però la cover in silicone che risolve il problema
In alto troviamo anche il sensore IR per dare comandi ad altri dispositivi.
Gli angoli sono leggermente arrotondati, e gli angoli di visuale del display piuttosto grandi.
Sul fondo il jack da 3.5mm, l’altoparlante e l’entrata USB
Sul lato sinistro possiamo inserire due Nano SIM, oppure una SIM e una schedina di memoria MicroSD
Nel complesso Xiaomi Redmi Note 5 è sottile e comodo in mano.
Hardware
La dotazione hardware di Xiaomi Redmi Note 5 è favolosa. Un bel processore Qualcomm Snapdragon 636 con 8 core regala al dispositivo una ottima velocità. Se ci abbiniamo anche 4GB di RAM (esiste anche la versione con 6GB di RAM, sì) e una scheda grafica GPU Adreno 509, possiamo dare una valutazione assolutamente positiva del prodotto.
Forte, performante, anche in pieno utilizzo con tante applicazioni aperte non dà minimamente segni di cedimento: l’esperienza utente è più che positiva. Riesce a superare (lo confermano i benchmark della sezione apposita più sotto) il Motorola G6 Plus di un significativo 20%, ed è avanti pure all’Honor 7 e all’Huawei Y7. La concorrenza dovrebbe farci un pensierino.
La GPU è compatibile con DirectX 12.1, OpenGL ES 3.2, OpenCL 2.0 e Direct3D 12. Questo significa che è in grado di andare d’accordo con programmi grafici e videogiochi più comuni, per cui anche sotto l’aspetto del calcolo grafico è stato fatto davvero un ottimo lavoro. In questo caso Xiaomi Redmi Note 5 supera ancora la concorrenza, anche se lo stacco non è impressionante come nel caso del processore.
Sistema operativo
Sullo Xiaomi Redmi Note 5 gira Android 8.1 Oreo, il che è ottimo. Ma di più: al sistema operativo di Google si aggiunge l’interfaccia grafica propria della Xiaomi, la MIUI, che modifica e personalizza in maniera importante l’ambiente originale di Android. Possiamo assicurare che non si fa molta fatica ad abituarsi, e che la quantità di applicazioni a nostra disposizione è molta, (tante sono firmate proprio da Xiaomi) ma per fortuna sono ben organizzate e dunque non si cade nel bloatware, ovvero nel sovraccarico di app inutili.
Un errorino abbastanza imbarazzante è che potrebbe capitarvi di non riuscire a modificare l’ora perchè non c’è il tastino per la conferma. Verrà ovviamente corretto al primo aggiornamento, almeno lo speriamo, ma potrebbe capitarvi questo inconveniente. Inoltre, abbiamo una applicazione per il risparmio della batteria che è decisamente invasiva: per attivare il gioco Runtastic abbiamo dovuto disattivare parecchie parti del risparmio energetico.
Ricezione e chiamate
Xiaomi Redmi Note 5 monta due Nano SIM, per cui possiamo allegramente gestire due numeri in completa autonomia. La qualità della voce in entrata è ottima, forte e chiara, per cui nulla da dire. La nostra voce si sente altrettanto bene, in linea generale, ma dobbiamo tenere un tono medio: se lo alziamo potrebbe gracchiare leggermente e se lo abbassiamo qualche parole potrebbe sfuggire. Infine, si sente un leggerissimo rumore costante di fondo, dato dal microfono che non è di superba qualità.
Funzionalità
Lo sblocco tramite riconoscimento dell’impronta digitale è davvero molto veloce. Esiste anche l’opzione di sblocco tramite riconoscimento del volto che fa il suo dovere molto bene, a meno che non indossiamo occhiali da sole che potrebbero mettere Xiaomi Redmi Note 5 un pochino in difficoltà.
Camera principale
Se finora abbiamo detto “Uao! ma qui siamo oltre agli standard della categoria!” nel comparto fotocamera il Note 5 ci riporta alla realtà e ci fa capire che siamo dopotutto di fronte ad un dispositivo di fascia media.
Xiaomi Redmi Note 5 ha due sensori: uno da 12MP per lo scatto e uno da 5MP per il calcolo della profondità. Le immagini ovviamente vengono realizzate combinando gli impulsi dei due elementi.
Non siamo dicendo che la fotocamera sia orribile, però certamente non siamo sorpresi. In condizioni di luce normali il risultato è accettabile e anche con poca luce possiamo ottenere dei buoni scatti. Il problema principale sono degli evidenti limiti ai colori, e soprattutto (si era già visto quando parlavamo del display) il blu è gestito piuttosto maluccio, per cui potremmo avere un alone ciano che non ci piace.
Inoltre, niente stabilizzatore ottico, per cui o stiamo fermi durante lo scatto oppure la probabilità che ci vengano delle foto mosse è abbastanza alta. Insomma, la fotocamera è passabile, ma nulla di più.
In condizioni di luce buona Xiaomi Redmi Note 5 fa un buon lavoro riprendendo i dettagli con buona qualità
Nella modalità Landscape, Note 5 si comporta altrettanto bene usando con saggezza il sensore da 5MP per la profondità
Nelle foto con poca luce di solito fa bene, ma in alcuni casi emergono i limiti di una fotocamera di classe media
Xiaomi Redmi Note 5 ha un tono di blu/ciano eccessivo, e questo può sfalsare alcuni risultati
Video
Passabili anche loro. Con la possibilità di registrare video a 1080 pixel, abbiamo delle prestazioni nella norma, ma niente di esaltante. Il risultato potrebbe scontentarci un pochino quando c’è molta luce, in quanto con ampia luminosità i video tendono ad essere sovraesposti. Xiaomi Redmi Note 5 è riuscito ad inserire la funzione Slow Motion a 720p che è abbastanza buona.
Audio
Buono per il suo segmento. Una canzone qualsiasi si sente bene, senza particolari problemi, forse solo negli alti stride leggermente, ma tutti i dispositivi di questa fascia fanno così. Anche l’audio che passa nelle cuffie o in uno speaker esterno è ok.
Camera Selfie
Xiaomi Redmi Note 5 ha una fotocamera per i selfie da ben 13MP per cui solo con questo strumento potrebbe essere una star dei selfie. Lo è veramente? quasi. Il risultato è certamente soddisfacente: non che ci si metta le mani nei capelli, ma comunque possiamo promuoverlo. Bene le tonalità di nero e i colori vividi. A volte, quando c’è molta luce, un pochino di sovraesposizione.
Connettività
E qui Xiaomi Redmi Note 5 torna a prendere buoni voti. Innanzitutto ha un segnale Wi-FI fortissimo: prende veramente molto molto bene in ogni condizione, anche a considerevole distanza dal router. Per cui promosso a pieni voti. Altro elemento positivissimo: un bel Bluetooth 5.0. Di solito troviamo ancora il 4.2 in questi prodotti, ma Xiaomi è stata furba.
L’altro lato della medaglia sono le 7 connessioni LTE supportate: sulla scatola c’è scritto 20, ma nei test sono 7 e sono pochine. Significa quindi che laddove navighiamo su internet con la connessione dati, anzichè rimanere in LTE passeremo alle frequenze minori più spesso della concorrenza. Niente NFC per lo scambio di dati tra dispositivi vicini.
Memoria
Qui scricchioliamo un po’. Xiaomi Redmi Note 5 ha 32GB di memoria, di cui circa 22 realmente utilizzabili, oppure ha la versione da 64GB, che è quella che recensiamo. La memoria è espandibile tramite le classiche schedine MicroSD fino a 256GB, ma purtroppo la memoria che avremo a disposizione non sarà quella interna + quella esterna, ma solamente quella esterna. Inoltre, la scrittura e la lettura dei dati su MicroSD è un pochetto più lenta rispetto alla concorrenza.
E in più: il Note 5 è un Dual SIM. Se mettiamo due SIM non abbiamo posto per la memoria, e se mettiamo la scheda di memoria dobbiamo sacrificare una SIM. Insomma: Xiaomi Redmi Note 5 non è lo smartphone per chi ha tonnellate di dati da registrare.
Batteria e durata
Xiaomi Redmi Note 5 consuma veramente molto: nei test il dispositivo mangia perlomeno il 20% in più rispetto alla concorrenza. Per riequilibrare questo Xiaomi ha montato innanzitutto una batteria da 4000 mAh, che è almeno 1000 punti superiore alla media del suo segmento. Inoltre, come accennato prima, è attiva una applicazione per il risparmio di energia piuttosto “invadente”.
Per questo Xiaomi Redmi Note 5 ha una durata decisamente interessante. Dura un giorno abbondante in pieno utilizzo, per cui sotto l’aspetto dell’autonomia non ha niente da invidiare a nessuno dei suoi concorrenti. Purtroppo non ha nè la tecnologia Quick Charge (ha un micro USB e non USB-C) nè la ricarica wireless, quindi quando lo mettiamo a nanna per la ricarica, ci vogliono due belle ore per tornare al 100%.
Gaming
Giochi abbastanza semplici si possono fare. Shadow Fight 3, ad esempio, fila liscio, così come Angry Birds 2. Ovviamente se saliamo di livello, come con PUBG, Xiaomi Redmi Note 5 inizia a scaldarsi e la batteria si consuma più velocemente.
Trucchi
Sblocco con posizione
Il primo trucco per lo Xiaomi Redmi Note 5 è quello sulla località. Se cercate di attivare alcune funzioni e vedete che non ci riuscite, provate a cambiare la localizzazione: selezionate Hong Kong e vedrete che riuscirete a risolvere.
Doppia suoneria
Se andate in Impostazioni -> Suoni & vibrazione potete selezionare una suoneria e un tono dei messaggi per le due SIM così potete capire subito su quale numero vi stanno chiamando.
Registra le chiamate
Se nelle impostazioni cercate la funzione Dialer potete registrare le chiamate senza scaricare una applicazione apposita.
Video in 4K
Abbiamo detto che Xiaomi Redmi Note 5 non può registrare video in 4K, però l’hardware che ha a disposizione in teoria lo consente. Se vi appoggiate all’applicazione OpenCamera, potete forzare il sistema a registrare in risoluzione 2160p (4k).
Benchmark
Secondo Geekbench, Xiaomi Redmi Note 5 si posiziona assai bene nella comparazione con i suoi più diretti concorrenti. Nell’analisi delle prestazioni del processore con tutti i core collegati, è saldamente sopra a Moto G6 Plus, a Honor 7 e a Huawei Y7, stessa cosa nelle performance del singolo core.
Anche nel test sulla navigazione web Xiaomi Redmi Note 5 è sopra agli altri colleghi. Tutti i siti vengono caricati velocemente e il prodotto si affatica solo in presenza di portali con grande quantità di grafica e codice. Nel suo settore, comunque svolge un ottimo lavoro
Honor 10 ha come obiettivo essere la scelta di chi vuole fare un sensibile salto di qualità rispetto allo smartphone che ha, ma rimanendo nella fascia media degli smartphone, e dunque senza svenarsi a livello economico.
Per la cronaca, Honor è un sottomarchio di Huawei e questo gli dà il vantaggio di poter godere di risulta di tutte le scoperte tecnologiche del brand più importante. Ma in realtà Huawei e Honor hanno una vita indipendente: le due aziende seguono strategie diverse, fanno una comunicazione commerciale differente e addirittura utilizzano delle reti di distribuzione dei prodotti autonome.
Con Honor 9 era stato fatto oggettivamente un buon lavoro, ma nel frattempo sul mercato sono comparse diverse novità: in primis il Notch, quella zona nera sul bordo in alto dello schermo che ospita la fotocamera e che a destra e a sinistra ha altro schermo, per ottimizzare lo spazio. Ma anche delle nuove proporzioni del display (tipo la 18:9) e l’intelligenza artificiale.
Obiettivo dell’Honor 10 è dunque rimanere al passo con i tempi senza sborsare troppo, come si dovrebbe fare con iPhone X, Samsung Galaxy S9 o Huawei P20. E nel frattempo, soffia sul collo di Honor 10 il suo più diretto e temibile concorrente, il OnePlus 6.
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Design
Molto bello: il vetro lo rende lucidissimo e crea dei giochi di luce bellissimi.
Display
5.84 pollici. Molto buono per la categoria. Colori assai vividi
Hardware
Processore Kirin a quattro core con 4 o 6GB di RAM. Dotazione soddisfacente. Nessun problema anche ad utilizzo intensivo
Sistema operativo
Android 8.1 Oreo più un mare di applicazioni di Honor. Molto piacevoli, anche se non tutte utili
Camera principale
Un sensore da 24MP per bianco e nero e 16MP per i colori. Risultati molto buoni, anche se non stupefacenti.
Video
Buone le riprese, anche in 4K. Registra benissimo l'audio ambientale.
Audio
Potente e piacevole. Perde un pochino in cuffia o con speaker esterno.
Camera Selfie
Eccellente: 24MP con quattro modalità di ripresa. Più che soddisfatti
Memoria
Da 64 o 128GB. Attenzione che non è espandibile (peccato) con schedine MicroSD
Funzionalità
Tantissime app e sblocco tramite riconoscimento facciale. Abbastanza veloce
Batteria
Buona durata: non eccezionale ma soddisfacente. Ricarica ultrarapida ma niente wireless.
Opinioni
Il prodotto piace. Alcune critiche sul fatto che non si connette bene a Google Android Auto e che a volte si scalda un po'
Gaming
Buone prestazioni anche con videogiochi che richiedono molta grafica. Ovviamente entro i limiti di un dispositivo di classe media
Honor 10 recensione: il design
Davvero bellissimo. Non possiamo che complimentarci con Honor 10 perchè sotto l’aspetto estetico ha veramente fatto un buon lavoro. Honor 10 è realizzato con 22 sottili sfoglie di vetro, con in mezzo un’anima di alluminio per dare più robustezza, e poi altro vetro ancora. Questo permette al dispositivo di creare dei bellissimi riflessi nel momento in cui viene colpito dalla luce, specie sul retro e brillare in modo veramente piacevole.
Honor 10 è arrotondato ai quattro angoli, ma giusto un po’ e nell’eterno dilemma se mettere o meno il notch, Honor 10 ha scelto di inserirlo ma piuttosto piccolo, per dare un buon equilibrio all’immagine generale. I colori disponibili sono 4: non solo il classico nero e il grigio, ma anche un meraviglioso blu e verde, che ci piacciono tantissimo.
Vogliamo trovargli un difetto? tende a scivolare un po’, come tutti i dispositivi che scelgono il vetro come materiale fondamentale per la loro costruzioni. Per cui una bella cover a libro ci sentiamo di consigliarla.
Sul retro, troviamo due sensori per la fotocamera e null’altro, perchè il grosso delle entrate, a parte i classici tasti accensione/spegnimento e volume sul bordo destro, sono in fondo.
E possiamo dire che nel bordo basso di Honor 10 si accumulano un bel po’ di strumenti. In primis il sensore per il riconoscimento delle impronte digitali per lo sblocco. E’ identificato da un cerchietto di piccoli puntini bianchi, altrimenti sarebbe completamente invisibile. E’ un sensore ultrasonico: è piuttosto veloce nelle operazioni, anche se non come gli Huawei. Inoltre, può essere utilizzato anche come navigatore (trackpad) nell’interfaccia grafica, nel caso non si voglia toccare il display. In questo caso risponde bene, anche se a volte bisogna pigiare due volte con il dito.
Sempre in basso troviamolo lo speaker e l’entrata USB-C, che significa ricarica superveloce.
Honor 10 ha un design veramente bellissimo. E’ leggermente più grande di Honor 9
Il display è luminoso e ampio, con un notch di modeste dimensioni. Per chi non lo gradisce è possibile attivare una banda nera che lo fa scomparire
Il vetro permette a Honor 10 di risplendere se colpito dalla luce. L’effetto è molto bello, anche se a volte può essere leggermente scivoloso
I giochi di luce sul retro si ottengono con i 22 strati di vetro e l’anima di alluminio che danno un eccellente risultato
Honor 10 ha dei colori piuttosto vividi. Buona la dotazione hardware, adeguata alla sua classe
In basso abbiamo speaker, entrata per jack da 3.5 mm, alimentatore USB-C per ricarica veloce e sensore per le impronte digitali
Honor 10 ha una doppia fotocamera: una da 24MP per il bianco e il nero, e l’altra di 16MP per i colori
In alto troviamo il notch. E’ comunque piuttosto contenuto e non dà particolarmente fastidio
Gli angoli sono arrotondati ma non troppo, per cui l’impressione generale è di solidità
Display
Davvero bellissimo: con 5.84 pollici in 19:9 è un IDS LCD con Full HD+. Questa graziosa serie di sigle significa che ci troviamo di fronte ad uno schermo veramente buono. Non assolutamente eccelso, in quanto non si arriva alla definizione di altri prodotti, ma certamente non possiamo lamentarci.
Ha tre diverse modalità di gestione del colore: Default, dove abbiamo una equilibrio piuttosto gradevole tra le varie tonalità, Warm per chi desidera i toni freddi e che dà anche un aiuto alla batteria, e Color che trasforma Honor 10 in un arcobaleno davvero molto bello. Di default la combinazione migliore è quella di Default con una piccola accelerazione sui colori, che infatti è quella preimpostata quando lo tiriamo fuori dalla scatola.
Rispetto all’Honor 9 il display è leggermente più alto e luminoso, segno che Honor ha voluto tirare quanto più possibile sulla grandezza. Per chi non volesse visualizzare il Notch esiste la possibilità di impostare una barra delle notifiche nera in alto, per fare in modo che quest’ultimo si sciolga in una unica zona scura sul bordo superiore.
Hardware
Honor 10 monta un processore proprietario, Hilisilcon Kirin 970 a quattro core. Per il suo segmento possiamo dire che è una buona dotazione. Abbinato a 4GB di RAM (anche se esiste la versione con 6GB di RAM) le prestazioni del dispositivo sono ok. Non abbiamo nulla di cui lamentarci: anche se utilizzato intensamente e messo sotto stress tutto gira bene e non abbiamo notato alcun tipo di rallentamento, se non molto sporadico e con la batteria ormai già bassa.
Secondo il produttore e nei test di laboratorio, Honor 10 ha anche una ottima gestione del calore, per cui non dovrebbe scaldarsi in corrispondenza di azioni intense come il gaming o la riproduzione di filmati in HD.
Sistema operativo
Honor 10 si presenta con un Android 8.1 Oreo assieme alla sua interfaccia grafica personale, EMUI 8.1
Il sistema Oreo ha la particolarità di non stressare troppo l’hardware, gestire bene le notifiche e regalare piccole comodità come la funzione Picture in Picture, per cui possiamo vedere un filmatino di Youtube in uno schermo flottante più piccolo, mentre scriviamo su Wahtsapp, ad esempio. A questo si unisce EMUI che è da sempre un bel carico di funzioni di ogni tipo, più o meno utili.
Innanzitutto EMUI è organizzato in Magazine, per cui possiamo scegliere in una apposita galleria delle immagini di blocco per lo schermo, sfondo, stile delle icone e della barra delle notifiche: alcune di queste sono gratuite, altre costano pochi euro. In questo modo possiamo dare allo smartphone un “mood” particolare.
Inoltre abbiamo a disposizione una lunga serie di applicazioni: si parte con la pulizia dei file obsoleti (abbastanza efficace), la gestione della batteria e dei numeri bloccati. Preinstallato troviamo l’antivirus Avast! oltre che la parte delle impostazioni per la gestione dei dati mobili. Completano la suite applicazioni per la musica, e per la salute ad esempio Google Fit. Completa l’offerta il gesto che consente di dividere lo schermo in due parti regolabili in altezza e l’utilizzo del segnale IR per usare Honor 10 come un telecomando.
Il tutto è piuttosto abbondante, e vi diciamo già che ci sono delle applicazioni che probabilmente non vedranno mai la luce del sole da quanto sono superflue: tuttavia l’offerta di funzioni è generosa e ben organizzata dal punto di vista dell’interazione e della organizzazione logica.
Camera principale
La camera principale è doppia: una da 24MP serve per riprendere il bianco e il nero e l’altra da 16MP per i colori. Ad ogni scatto i bianco/neri vengono interlacciati con i colori per ottenere il risultato finale. 1 solo LED per il flash accompagna questa strumentazione che tutto sommato, possiamo definire buona per la sua categoria. Lo scatto in generale viene piuttosto bene: Honor 10 gode dell’intelligenza artificiale per cui riconosce da solo 22 scenari di fotografia e regola automaticamente le impostazioni.
L’utente, eccetto la regolazione dello zoom che può fare pinzando con due dita lo schermo, non può dare nessun altro tipo di comando tramite i gesti, ma deve scarabocchiare nell’interfaccia della camera, e questo le prime volte è un po’ noioso, specie se non si ha dimestichezza con il mondo Honor. La modalità “Colore” ha la possibilità di essere regolata direttamente dall’utente: possiamo così scegliere l’ISO, la velocità di scatto, regolare a nostro piacimento l’esposizione e bilanciare come ci aggrada il bianco. Insomma, possiamo giocare a fare i fotografi e piegare il sensore dei colori (quello da 16MP) come ci piace.
L’altro, quello monocromatico da 24MP, invece non permette la stessa cosa: possiamo gestire solamente delle modalità preimpostate come Normale, Aperto e Ritratto.
In condizioni di luce normali, Honor 10 fa un lavoro ottimo. Se ci troviamo con poca luce l’AI interviene ad aiutarci senza nemmeno chiederlo: sì, un qualche aiuto lo dà, ma nulla di eccezionale. Lo scatto notturno viene realizzato acquisendo l’immagine con bassa esposizione e aggiungendo mano mano la luce. Il risultato è piuttosto buono.
Honor 10 ha due sensori. Uno da 24MP per bianco e nero e uno da 16MP per i coloro. Nell’insieme è una dotazione molto buona
Il focus degli elementi vicini è sufficientemente veloce e il risultato è buono.
Nelle foto con un forte contrasto tra luce e ombra interviene l’intelligenza artificiale a darci una mano. Il risultato è abbastanza buono, tenuto conto della sua categoria
Le immagini hanno un buon livello di dettaglio. Nel caso del colore possiamo regolare diversi elementi manualmente
Honor 10 ha la modalità “verde” per la ripresa di giardini che esegue delle buone foto come in questo caso.
Un esempio di giardino fotografato con la modalità “green” attivata
Lo stesso giardino con la modalità “Green” disattivata e con le classiche regolazioni preimpostate
Honor 10 riconosce da solo 22 scenari fotografici e regola da solo le impostazioni.
Un altro esempio di fotografia con Honor 10 in ambiente esterno e luce normale
Video
La ripresa dei video ci soddisfa. Possiamo registrare in modalità 1080 pixel o in 4K. Nel complesso i dettagli si vedono bene, i colori altrettanto e nell’insieme tutto appare ben equilibrato. Durante la ripresa i suoi vengono registrati particolarmente bene. Più sotto un esempio di ripresa a 2160 pixel
Audio
La registrazione dell’audio è eccellente. E anche la sua riproduzione: lo speaker posizionato sul fondo fa un ottimo lavoro. Certo, non possiamo considerarlo lo smartphone perfetto sotto questo punto di vista, è chiaro che rimaniamo nella fascia media, però possiamo essere davvero soddisfatti. In cuffia o collegato via bluetooth ad uno speaker esterno l’audio rimane buono, anche se perde un po’ di quella brillantezza iniziale.
Camera selfie
Qui andiamo benissimo. Un sensore per i selfie da 24MP svolge evidentemente un lavoro eccellente.
L’unica pecca è che Honor 10 non ha per i selfie una grandissima capacità di focus e adattamento, per cui dobbiamo essere noi a metterci alla giusta distanza per far venire un buon risultato, quando dovrebbe essere il contrario. Nonostante questo, il risultato è molto buono, e la funzione di abbellimento, che leviga la pelle e ci ingrandisce un po’ gli occhi ci fa venire piuttosto carini.
Honor 10 ha quattro modalità per i selfie: Default, Soft Light, Stage Light e Classic Light. In tutti i casi, come possiamo vedere nell’esempio qui sotto, il risultato è ok anche se in condizioni di poca luce vi suggeriamo di scegliere fra le prime due modalità, perchè le altre comprometterebbero il risultato.
Selfie scattato con modalità Default
Uno scatto con modalità Soft Light
Ecco l’opzione Stage Light per i selfie
E qui solo il Classic Light per il bianco e nero
Memoria
Honor 10 ha una memoria da 128GB, che dovrebbe bastare quasi a chiunque. Esiste anche la versione da 64GB. In questo caso, e sinceramente non ne capiamo il motivo e lo consideriamo un difetto, non abbiamo la possibilità di espandere la memoria tramite schedine MicroSD come nella stragrande maggioranza degli altri dispositivi, per cui occhio a questo aspetto.
Funzionalità
La gran parte della funzionalità sono nell’interfaccia EMUI. Da segnalare lo sblocco con il riconoscimento del viso che funziona abbastanza velocemente, per la sua categoria. Se proviamo a mettere gli occhiali da sole non ci riconosce, il che ci ricorda che Honor 10 è comunque un prodotto mid-range.
Batteria
Rispetto ad Honor 9 con 3200 mAh, Honor 10 arriva a quota 3.400: per forza ha lo schermo un po’ più grande. La durata è mediamente soddisfacente: in termini numerici ha circa 74 ore di autonomia, per la precisione 21h di chiamate, e 11 ore rispettivamente per navigazione web e riproduzione video. Guardando un film in HD con piena luminosità per 90 minuti la batteria è scesa dal 100 all’84%, che va abbastanza bene.
Abbiamo la ricarica superveloce grazie all’entrata USB-C per cui in 30 minuti andiamo da zero a 65% di autonomia. Molto bene. Però… niente ricarica di tipo Wireless.
Opinioni
Gli utenti Honor ne sono abbastanza contenti. Piace da parte dell’azienda la volontà di rimanere sempre al passo con i tempi senza tradire la sua filosofia, per cui il prodotto è generalmente approvato bene. Alcune critiche sono arrivate relativamente ai problemi di collegamento fra Honor 10 e il Google Android Auto, per cui spesso il navigatore si inceppa e il bluetooth che non è 5.0 ma si ferma al 4.2. Alcuni utenti segnalano un surriscaldamento durante l’utilizzo della fotocamera.
Gaming
Ottimo. Possiamo far girare i più comuni titoli piuttosto bene. Messo alla prova con Injustice 2, che richiede molta molta grafica, il dispositivo si è comportato bene, anche se si è scaldato un po’.
Benchmark
Nei test di GeekBench, sia nel test del singolo core del processore che di tutti e quattro insieme, Honor 10 si dimostra migliore di altri prodotti come un Motorola G6 Plus, un Huawei P20 Lite e anche un Galaxy A8. Quasi uguali le prestazioni con il predecessore Honor 9 e sotto invece il One Plus, che abbiamo detto all’inizio, essere l’avversario più temibile di Honor 10.
La sfida è la seguente: chi non ha abbastanza soldi per permettersi il top di gamma, ovvero il Samsung Galaxy S9, deve poter ripiegare su due versioni minori molto meno costose ma ugualmente soddisfacenti. E’ questo lo spirito con cui il Samsung Galaxy A8 e l’A6 sono stati creati, e nel togliere funzioni dal prodotto più potente al fine di abbassarne il prezzo, la casa produttrice deve stare attenta a non varcare la linea di confine che porta uno smartphone minore a diventare un dispositivo per sfigati.
Con il Samsung Galaxy A6 crediamo che ci siano a malapena riusciti: ovvero, se fosse stato ancora più economico sarebbe ok, ma messe così le cose, bisogna veramente non voler lasciare Samsung per sceglierlo. I suoi diretti concorrenti sono il Motorola G6 e il Nokia 6 (2018).
Vuoi capire il prodotto in un minuto? leggi la slide
Design
Abbastanza carino. Ma si vede che è un telefono minore
Display
Grande e coloratissimo ma la risoluzione è bassina
Hardware
Appena sufficiente e scheda grafica debole
Sistema operativo
Android Oreo 8.0 più le app Samsung. Molto bene
Gaming
Non siamo soddisfatti
Fotocamera principale
Abbastanza buona. Con luce ottimale fa scatti ottimi, se c'è contrasto le foto sono brutte.
Video
Niente 4K. Assolutamente basico
Audio
Buono ma gli alti stridono un po'
Fotocamera selfie
Molto buona. 16MP fanno bene il loro mestiere
Memoria
32 o 64GB. Espandibile fino a 256GB
Batteria
Buona durata. Si fa tutto arrivando a sera ancora con un po' di autonomia. Però niente ricarica veloce o wireless
Funzionalità
Sblocco con riconoscimento del volto, un po' lento.
Dual Messenger per usare più account di una app insieme, carino.
Audio separato per non sentire le notifiche in cuffia. Bello.
Prezzo e disponibilità
E' sul mercato da maggio 2018 e ora costa circa €250
Opinioni
Piace solo ai fan di Samsung. Altri trovano più conveniente allo stesso prezzo prodotti come il Moto G6 o l'Honor 7
Samsung Galaxy A6: il design
Il design del Samsung Galaxy A6 è abbastanza buono. In realtà, non dà l’impressione di essere un Samsung ultimo modello. Saremmo un po’ troppo severi a dire che sembra un dispositivo di alcuni anni fa, ma ci siamo vicini. Insomma, estraendolo dalla tasca sembra uno smartphone normale, nessuno rimarrà a bocca aperta.
Il corpo è realizzato completamente in alluminio, tranne le zone attorno alla fotocamera che interrompono la struttura del guscio dandogli un buon equilibrio visivo. E’ dotato di una sottile banda di plastica posizionata tra lo schermo e il retro per attutire le cadute verticali. Nel complesso è leggero e sottile, e si tiene in mano con molto piacere.
Se lo osserviamo sul retro, troviamo la fotocamera principale e subito sotto il sensore per lo sblocco tramite riconoscimento delle impronte digitali, che è posizionato bene, forse qualche millimetro troppo in alto, ma è una finezza. Purtroppo è lenticchio: ci impiega un bel secondo pieno per sbloccare il telefono, e questo non ci piace molto. In basso una entrata USB (NON USB-C!), il che significa niente ricarica veloce e nessun connettore reversibile, ahia! Però… fa la sua bella figura il jack da 3.5mm, per cui musica a volontà con le cuffie senza dover cercare alcun adattatore.
Sul lato destro i bottoni di accensione e spegnimento sono in plastica, al risparmio, e lo speaker, sì stranamente sul bordo e non in basso. Sul lato sinistro l’entrata per la SIM, che sporge leggerissimamente, ovvero non è pulita e incastonata come al solito.
Non è uno smartphone resistentissimo: solo una parziale protezione contro la polvere o gli schizzi d’acqua, ma non è impermeabile. Se vi cade nella vasca, dovete buttarlo. I colori disponibili sono il solito nero, il blu molto carino, l’oro per chi vuole strafare e il lavanda per essere stilosi.
Display
Con 5.6 pollici lo schermo è abbastanza grande, e con un ratio 18:5:9 ha anche delle belle proporzioni. Alcune parti del display sono belle forti e salde, altre, specie in basso, sono più leggerine.
Il display del Samsung Galaxy A6 deve mascherare alcune cose. Come lo fa? con i colori. Il contrasto è eccellente e i colori altrettanto. Sono davvero forti forti e brillanti. Attivando l’opzione “Adaptative Display” la saturazione del colore viene esasperata al massimo: praticamente lo smartphone si trasforma in un pappagallo multicolore brasiliano, per capirci. Ma è ok: l’occhio gode e ci si trova molto bene.
Possiamo attivare anche la modalità Cinema, che esalta i colori primari RGB, Photo, che con la tecnologia DCI P3 è eccellente se abbiamo tanti rullini di immagini da vedere e se scegliamo il Basic otteniamo colori un po’ più attenuati.
Ma tanta esplosione di colore serve a farsi perdonare due cose che perdonabili non sono: primo, la nitidezza dei dettagli che è la più bassa della categoria. Qualsiasi altro smartphone dello stesso prezzo ha dettagli più nitidi.
Secondo la risoluzione. Non arriviamo nemmeno al Full HD, e la tecnologia PenTile, che unisce più pixel in piccole colonne indipendenti, fa in modo che il display sia accettabile ma a volte puntinato, ovvero si vede la grana dei pixel, specie nelle scritte più piccole. Se a questo aggiungiamo che non vi è nessuna tecnologia per aiutarci a vedere il display al sole, non possiamo proprio applaudire.
Samsung Galaxy A6 ha un buon design, anche se non sembra subito un ultimo modello
Alcune parti in plastica fanno subito capire che ci troviamo di fronte ad una versione pesantemente minore del Galaxy S9
Sul retro la fotocamera da 16MP e il sensore per le impronte digitali. E’ un po’ sporgente e un po’ lento
Sul fondo la carica USB classica: niente ricarica veloce nè wireless. Però abbiamo il jack da 3.5mm per le cuffie
Lo schermo è molto forte sui colori, ma pecca nella risoluzione che a volte è addirittura pixellata
Comodo e sottile, Samsung Galaxy A6 ha una ottima presa in mano
La modalità Adaptive Display esaspera i colori al massimo per compensare la bassa risoluzione
L’apparato hardware è appena sufficiente. Debole la scheda grafica
Il gaming è pesantemente limitato dalla GPU debole. Solo Asphalt 8 gira benissimo
I colori disponibili sono Bianco, Nero, Blu, Oro e Lavanda
Nel complesso, Samsung Galaxy A6 svolge funzioni che troviamo anche a minor prezzo. E’ decisamente uno smartphone da compromesso
Hardware
Sul Samsung Galaxy A6 troviamo un processore Exynos 7870 a 8 core. E’ una potenza riscontrabile in altri prodotti ben più datati come il Samsung Galaxy A3 e J7, il che parla da sè. I 3GB di RAM sono in linea con il mercato, ma nel complesso non possiamo essere esaltati dal suo hardware: si tratta di soluzioni sul mercato ormai da anni, e possiamo definirlo un prodotto dalle performance mediamente accettabili.
La GPU per la grafica è piuttosto debole. Consideriamo una specie di botta di fortuna che giochi come Asphalt 8 girino bene, ma nella maggior parte dei casi si vede che quanto al comparto grafico siamo piuttosto carenti. Il problema principale è che su prodotti con un prezzo simile troviamo un equipaggiamento hardware migliore, per cui sotto questo aspetto qualcosa non va.
Ovviamente il prodotto funziona bene, e l’utilizzo normale non è compromesso, ma appena chiederemo qualcosa di più, tutti i limiti verranno fuori.
Sistema operativo
Samsung Galaxy A6 arriva con un bel Android 8.0 Oreo, il che ci rende contenti. E’ un ottimo sistema operativo che risponde benissimo alle nostre esigenze. A questo sia aggiunge tutta la gamma di applicazione proprie di Samsung (tra cui Health per la salute e per aiutarci a mangiare bene) che rendono il Samsung Galaxy A6 piuttosto soddisfacente sotto questo aspetto. Preinstallate troviamo le funzioni di Google e di Microsoft, bene.
Le applicazioni sono organizzate non tanto in pagine a scorrimento orizzontale quanto sotto forma di un elencone a scorrimento verticale. Sulla sinistra della Home, troviamo invece l’assistente personale di Samsung, BixBy, che sarebbe una versione personale di Siri o di Google Assistant.
La principale funzione di BixBy è quella di presentare sotto forma di Post-it tutte le novità e gli aggiornamenti dalle proprie applicazioni o dai preferiti di internet. Insomma, un collettore delle novità che ci interessano. La troviamo una soluzione abbastanza interessante, perchè ci fa risparmiare il tempo di andare a spulciare una per una le notifiche delle app.
Buono anche il Secure Folder: una cartella raggiungibile attraverso una password che ci permette di radunare i contenuti più riservati e che non vogliamo siano visti nel caso in cui lo smartphone venga prestato o usato da qualcun’altro. Per quanto riguarda l’aggiornamento del sistema, siamo un po’ incerti. E’ molto probabile che sia possibile arrivare ad Android Pie 9, e le prestazioni non dovrebbero calare di molto. Certo, Samsung Galaxy A6 non starà agli update per anni come farebbe un Motorola One.
Gaming
Il Samsung Galaxy A6, come detto in precedenza, non ha alle spalle un hardware potente e la scheda grafica è decisamente carente. Per cui Asphalt 8 gira molto bene, e sembra quasi che Microsoft ne abbia fatto una versione solo per lui da quanto gira liscio. Ma se proviamo game come Minecraft o PUBG, i colori forti possono anche fare piacere, ma le pecche grafiche si sentono. La bassa risoluzione emerge chiara, per cui non possiamo considerare neppure per un momento il Samsung Galaxy A6 un dispositivo buono per il gaming.
Fotocamera principale
La situazione qui è a macchia di leopardo. Un 16MP è una fotocamera decente per questo prezzo. E’ piuttosto veloce nello scatto e questo ci fa piacere. Abbiamo anche un flash Led che possiamo regolare con tre differenti intensità di luce, e questo è un’altro vantaggio. Purtroppo, manca completamente uno stabilizzatore, per cui la probabilità di fare foto leggermente mosse è abbastanza alta se non prendiamo il giusto tempo per posizionare la mano o il braccio su una superficie dritta.
L’HDR, la tecnologia alla base della buona resa dei colori c’è, ma attenzione! Non è automatica. Insomma, l’utente si deve ricordare di attivarlo e impostarlo tutte le volte, e scommettiamo che un non-esperto a questo non ci pensa nemmeno. E questo non ci piace. Di nuovo, i risultati sono molto bipolari: se scattiamo in buone condizioni di luce, e intendiamo dire con una luce omogenea, lo scatto sarà eccellente. Ma se per caso inquadriamo un cielo luminoso con una parte più scura, ovvero la luce è anche solo parzialmente disomogenea, il risultato è pessimo.
Le foto di elementi naturali vengono benissimo, anche se il focus di oggetti particolarmente vicini è un po’ lento. Le immagini in notturna vengono generalmente bene, anche se i dettagli sono un po’ “morbidi”.
16MP di fotocamera per il Samsung Galaxy A6 sono buoni. In condizioni di luce regolare lo scatto è buono.
I paesaggi vengono ripresi sufficientemente bene e i sensori fanno il loro dovere
Belle le foto della natura, hanno una ottima resa. Anche se il focus è abbastanza lento
Se la luce è tanta il Samsung Galaxy A6 fa del suo meglio per bilanciare, ma il risultato è mediamente soddisfacente.
Gli scatti notturni sono ok, anche se i dettagli sono morbidi.
E qui andiamo male: Samsung Galaxy A6 gestisce in maniera insufficiente una luce disomogenea
Una foto notturna con alcuni punti luminosi centrali viene abbastanza bene, ma altri modelli fanno meglio
Video
Solo 1080p e nessuna possibilità di alta definizione in 4K. Il Samsung Galaxy A6 per la ripresa dei video si può definire “basico” senza appelli.
Audio
Lo speaker è posizionato in maniera originale sul bordo in alto a destra, vicino al tasto di accensione. Il risultato è che i suoni si sentono bene, ma i toni più alti stridono leggermente. Nel complesso una performance media. Bene la qualità delle chiamate.
Fotocamera selfie
Per scattarci un selfie abbiamo un’altro bel 16MP e stavolta il risultato è ottimo. Bene il volto, i colori, insomma, si può essere soddisfatti. Se vogliamo essere pignoli, i dettagli negli scatti in interno sono un po’ morbidi. Ma è un problema trascurabile.
Rete e chiamate
Tutto bene. Esiste anche la versione Dual SIM che si distingue per la scritta “Duos” sul retro. La gestione del doppio numero è ok. Supporta la connettività 4G LTE e i pagamenti con Samsung Pay e Google Pay, per cui possiamo stare tranquilli.
Memoria e dati
Partiamo dai 32GB, di cui 22 davvero utilizzabili. Se lo confrontiamo con i concorrenti, ci accorgiamo subito che prodotti come l’Honor 9 o il Moto G6 ne hanno già 64. Per cui la sforbiciata alla memoria è pure troppa. In alternativa, la versione da 64GB. Comunque, le solite schedine MicroSD espandono i GB fino a 256.
Batteria e durata
La batteria è buona. Con 3000 mAh al litio, abbiamo giocato per 90 minuti e con una luminosità alta e consumato solo il 9% di autonomia. Molto bene. Una giornata di pieno utilizzo, con la riproduzione di video YouTube, un paio di ore di musica e tanto Whatsapp ci ha permesso di arrivare a sera con il 15% per cui possiamo essere soddisfatti. Per quanto riguarda la ricarica però, non abbiamo nè la Fast Charge nè il wireless: per cui una volta attaccato il filo, mettiamoci l’anima in pace e aspettiamo un bel 2 ore per tornare al 100%.
Funzioni
Samsung Galaxy A6 ha lo sblocco tramite riconoscimento facciale: funziona benino, anche se è abbastanza lento. Per accelerarlo un po’ possiamo provare ad abbassare leggermente gli standard di sicurezza, ma il risultato sarà sempre e comunque appena sufficiente. Ci piace molto il Dual Messenger: consente in sostanza di utilizzare un doppio account di qualsiasi cosa. Esempio pratico: un account Facebook personale e uno professionale. La stessa cosa si poteva fare scaricando app che consumavano un botto di batteria, per cui possiamo dire che questa idea è buona.
Bello anche l’Audio Separato, ovvero una modalità che ci permette, quando ascoltiamo musica in cuffia, di mettere in secondo piano i suoni delle notifiche, per evitare quel fastidiosissimo momentaneo abbassamento della canzone.
Nessun comando gestuale. Ma sinceramente ne sentiamo poco la mancanza.
Prezzo e disponibilità
Samsung Galaxy A6 è disponibile a partire da maggio 2018 e nel momento in cui scriviamo costa circa €250
Opinioni
Le opinioni sul Samsung Galaxy A6 non sono negative di per sè. Il prodotto viene giudicato anche abbastanza buono ed equilibrato nelle sue funzioni. Il problema però è che o sei veramente appassionato di Samsung, ti piace il suo mondo e l’ecosistema di questa casa produttrice ti affascina, oppure se non devi comprare per forza un Galaxy allo stesso prezzo puoi avere di meglio. Gli utenti segnalano alternative più valide come il Moto G6, l’Honor 9 e il Nokia 7 Plus.
Benchmark
I benckmark sono piuttosto impietosi: confrontato con diversi prodotti simili di altre marche e della stessa fascia, Samsung Galaxy A6 è sempre sotto. In particolare Honor 10, che spulciando le offerte si trova a €30/40 in più rispetto al Samsung Galaxy A6, lo surclassa sotto ogni aspetto.
Scheda tecnica
LANCIO
Annunciato
Maggio 2018
Stato
Disponibile
CORPO
Dimensioni
149.9 x 70.8 x 7.7 mm
Peso
159 g
Materiali
Vetro, alluminio
SIM
Singola SIM (Nano-SIM) o Dual SIM (Nano-SIM, dual stand-by)
Motorola One è uno smartphone di fascia media che vuole fare una bella furbata: costare come un prodotto medio, ma assomigliare a quelli top. E in due modi: il primo è ricordare da molto molto vicino il design delle grandi star come iPhone X e Samsung Galaxy S9. Il secondo è infilarci delle funzionalità che di solito sono prerogativa dei prodotti più costosi, e in questo caso ci riferiamo allo strepitoso sistema operativo.
Complessivamente Motorola One riesce abbastanza bene nell’intento, e può soddisfare più di un utente. Ovviamente a patto di dargli uno sguardo bonario, perchè se andiamo a scavare, la differenza, pur con tutta la buona volontà, si vede.
Vuoi capire il prodotto in un minuto? leggi la slide
Design
Sembra un iPhone X. Bello il vetro lucido, abbastanza solida. Fa buona figura
Display
5.9 pollici, particolarmente lungo. Un notch esagerato. Qualità accettabile ma non eccellente
Hardware
Dotazione vecchiotta. Non siamo molto contenti
Sistema operativo
Strepitoso. Android Oreo 8.1. Update garantito ad Android Pie 9 e persino Android Q (10)
Rete e chiamate
Dual Nano SIM. Nella norma
Funzionalità
Google Lens aggiunge informazioni in sovraimpressione inquadrando con la fotocamera.
Google Photos e Assistant integrato. Alcuni comandi gestuali per rispondere al telefono o accendere la torcia.
Camera frontale
13MP con sensore di profondità. Abbastanza bene. Un paio di soluzioni per integrare le foto con altri colori o piccoli video, che sono carine.
Video
Niente 4K. Buoni, ma non eccezionali
Audio
Forte e chiaro. Un ottimo Dolby Audio
Camera Selfie
8MP, accettabili. Buona la funzione autoritratto e le modifiche post-scatto
Connettività
Nella norma. USB 2.0, sarebbe stato meglio il 3.0
Dati e memoria
64GB espandibili fino ai 256GB
Prezzo e disponibilità
Circa €250. Probabilmente in Europa per ottobre 2018
Opinioni
Appassionati lamentano poche idee, e il notch troppo grande non piace.
Benchmark
Prestazioni nella norma. Comunque superiori ad un Galaxy Note 4 o ad un LG Q6
Motorola One Recensione. Il Design
Lo abbiamo detto: Motorola One ha l’intento evidente di sembrare un dispositivo top di gamma, e lo fa, in maniera altrettanto evidente, parafrasando l’iPhone X e il Galaxy S9. Ci riesce? abbastanza. La struttura è composta da alluminio, ma soprattutto da una bella quantità di vetro lucido, che lo fa apparire decisamente brillante. Insomma, davvero bello, anche se dovrete pulire le ditate molto spesso.
Gli angoli arrotondati lo rendono scorrevole da infilare/estrarre dalla tasca e gli danno una bella impressione di solidità. Tuttavia, se lo stringiamo in mano, non è durissimo. Dà una vaga sensazione che sia “vuoto” o “leggero” anche se pur con una buona pressione non arriva a piegarsi. Una cosa importante: tanto vetro… scivola! Se non state attenti potete scommettere che vi svicolerà di mano, per cui considerate seriamente di abbinarlo ad una bella e cara cover ruvida.
Sul retro Motorola One copia palesemente iPhone X e posiziona sull’angolo in alto a sinistra la doppia fotocamera. Al centro invece spicca il sensore per il riconoscimento delle impronte digitali, che però è stato abbellito dalla sfolgorante “M” del marchio. In alto, per la gioia di molti, l’entrata per il jack da 3.5mm mentre in basso la carica (o l’entrata) USB-C e due begli speaker. Sulla destra i pulsanti di accensione/spegnimento e per la regolazione del volume, mentre sul bordo sinistro l’entrata per le SIM.
I colori disponibili sono solamente bianco e nero.
Display
Il display è piuttosto originale. E’ grande, un 5.9 pollici, ma ha un rapporto di 19:9, ovvero è particolarmente rettangolare. Ed è un rettangolo bello alto, cosa che lo rende molto bello se vogliamo vedere un video o giocare, ma le dita potrebbero dover fare un po’ di stretching per arrivare fino al bordo superiore. Impossibile non notare un notch, quella porzione nera sul margine alto del display, che ospita la fotocamera, che è veramente grande. E’ una specie di buco nero impossibile da non notare, certamente fra i più grandi della categoria. In realtà è un po’ esagerato.
Quanto alla qualità, scricchioliamo. Motorola One ha un display IPS con la sola tecnologia HD+. Certamente buono, non possiamo lamentarci, ma con certe soluzioni che si vedono in giro, e non per forza solamente nei top di gamma, si vede che sotto questo aspetto ci dobbiamo un pochetto accontentare.
Motorola One è in vetro lucido, e si ispira in maniera evidente al design di iPhone X e Samsung Galaxy S9. E’ resistente anche se un po’ leggero
Il display è un rettangolo molto lungo con un notch decisamente pronunciato, che non a tutti è piaciuto
Il sistema operativo è bellissimo, e si aggiornerà per i prossimi 3 anni a venire. Davvero uno degli elementi più belli di tutto il Motorola One
Fotocamere abbastanza buone, ma niente video in 4K
Batteria. Dubitiamo possa arrivare agevolmente fino a sera tarda. Per fortuna è abbinata la funzione di ricarica rapida
Hardware
Accontentarsi è la parola chiave. Motorola One monta un Qualcomm Snapdragon 625. Ovvero un processore che ha ben tre anni e ha già sopportato due aggiornamenti. Abbinato ad una RAM da 4GB, nella media, possiamo dire che l’hardware non è il punto forte del prodotto. Questo significa che ci troviamo di fronte ad un dispositivo che può reggere un utilizzo normale, ma non ci troviamo in mano nulla di che.
La grafica è gestita da una GPU che è stata supportata dalla funzione Boost, in caso si lanci un video HD o ci si avventuri in un videogame. Non dubitiamo che qualche miglioramento questo boost lo porti, ma di miracoli non ne vediamo per niente. Non possiamo che rimanere “freddini” di fronte a tutto questo.
Sistema operativo
E qui facciamo festa. Ricordate quando abbiamo detto che Motorola One vuole inserire qualche genialata per sembrare un top di gamma? ecco, lo fa a livello di sistema operativo. Motorola One monta Android Oreo 8.1, che sfrutta poco batteria e processore, organizza al meglio le notifiche e ha funzioni carinissime come “Picture in picture” per cui puoi vedere ad esempio un video di YouTube mentre usi Facebook Messenger.
Ebbene, non solo la versione di Android è ottima, ma è aggiornabile con sicurezza ad Android 9 Pie, versione del sistema operativo basata sulla autoregolazione e su tutta una serie di comportamenti predittivi da parte delle app, che sono veramente una perla. E non basta: Motorola One rientra perfettamente nel programma Android One, ovvero in un sistema che garantisce l’update automatico e la diffusione delle patch e degli aggiornamenti di sicurezza per tre lunghi anni.
Ancora, non è finita: è prevista anche la compatibilità e il download addirittura di Android Q, la versione numero 10 del sistema, che è talmente avveniristica che al momento attuale non se ne conoscono del tutto le caratteristiche. Ovvero, un sistema eccellente che si aggiornerà per parecchio tempo a venire. E questo è uno dei punti più belli e appaganti di tutto Motorola One.
Rete e chiamate
Nulla da eccepire. Motorola One è un Dual Nano SIM e supporta tutte le reti, anche il 4G LTE. Per cui non dovreste avere problemi nè di campo nè di navigazione quando usate internet fuori casa.
Funzionalità
Motorola One cerca di stupire con diverse funzionalità. La più importante è certamente Google Lens preinstallata nella fotocamera: si tratta di una app di BigG che aggiunge informazioni alle foto che inquadriamo. Su un libro visualizziamo le opinioni dei lettori, se puntiamo la fotocamera su una pianta viene visualizzata la specie, nel caso di un dipinto compaiono sullo schermo dati dell’autore.
A questo si aggiunge un bello spazio gratuito su Google Photos per caricare nel cloud le nostre immagini, oltre ad un Google Assistant in perfetta forma.
Motorola One tenta di riprendere una vecchia abitudine della casa madre: dare comandi con i gesti. Se squilla il telefono, possiamo rispondere scrollando il dispositivo, mentre se diamo due colpi secchi in orizzontale si accende la torcia. Sono soluzioni che non hanno avuto uno straordinario successo nel tempo, ma Motorola ci prova di nuovo.
Camera frontale
Sul retro una bella fotocamera a due sensori. Il primo è un 13MP, abbastanza potente, supportato da un sensore da 2MP che si occupa di calcolare e gestire le profondità delle immagini. Con le foto così riprese, Motorola One permette di giocare attraverso due opzioni carine. La prima, Spot Color, permette di selezionare una porzione dell’immagine che verrà colorata, mentre tutto intorno rimane in bianco e nero. L’altra, Cinemagraphs, consente di registrare un piccolo video o GIF animata e posizionarla sulla foto, creando un misto “movimento-immagine ferma” di bell’impatto.
Apprezzabile, ma attenzione: per ottenere buoni risultati con queste due trovate, rimaniamo all’esterno e con buona luce, perchè negli interni il risultato non è molto soddisfacente.
Video
Eh no, niente video in 4K. Ci dispiace
Audio
Buono, molto buono. Motorola One ha il sistema Dolby Audio, per cui bassi e suoni di contorno vengono restituiti forti e chiari.
Camera Selfie
Per i nostri selfie abbiamo una discreta fotocamera da 8MP. Buona la modalità autoritratto, che corregge parecchi difettucci e consente di migliorare un po’ il nostro aspetto. Le funzioni sono piuttosto semplici ed intuitive.
Memoria
La classica memoria da 64GB espandibile tramite schedine MicroSD a 256GB
Batteria
Stiamo strettini. La classica batteria al litio non rimovibile, con 3000 mAh. Con una suite del genere di funzioni è possibile che si fatichi ad arrivare a fine giornata, per cui la batteria non può prendere un voto incoraggiante. Unica attenuante, la presenza della funzione Quick Charge, che promette (attenzione, promette) di caricare in 15 minuti il necessario per 6 ore di autonomia.
Prezzo e disponibilità
Per la disponibilità c’è un buon riserbo, e non possiamo dare molte informazioni. Si sa che uscità in parecchi paesi dell’Unione Europea. Forse ad ottobre 2018. Il prezzo invece, uno dei punti di forza del marketing mix di Motorola One è certamente al di sotto dei €300. Dovrebbe attestarsi sui €250.
Opinioni
Le prime opinioni del mondo americano non sono entusiaste. Due critiche: la prima è che ormai sembra di trovarsi di fronte a prodotti Lenovo con il marchio di Motorola. Frase che significa che hanno esaurito le idee e stanno copiando gli altri. E poi quel notch sul display per alcuni appassionati è un pugno in un occhio. Unito al fatto che in basso troviamo un’altra abbondante porzione nera, la scontentezza si sente.
Benchmark
Abbiamo il benchmark di Geekbench che ci dà una idea della potenza del Motorola One rispetto ai concorrenti. Nella analisi delle performance sul processore, e in particolare il singolo core, il punteggio è 876 mentre nel multicore (in totale ne ha 8) i punti sono 4299. Questo pone Motorola One come più potente del caro Galaxy Note 4 e dell’LG Q6, ma meno performante rispetto ad un Huawei Honor 7 e un (sic!) iPhone 5S.
Scheda tecnica
RETE
Technologia
GSM / HSPA / LTE
LANCIO
Announciato
Agosto 2018
Status
Ottobre 2018
CORPO
Dimensioni
– 149,9 x 72,2 x 7,9 mm
Peso
– 162 g
SIM
Single SIM (Nano-SIM) o Dual SIM (Nano-SIM, dual stand-by)
– Resistente agli schizzi d’acqua
DISPLAY
Tipo
IPS LCD capacitivo touchscreen, 16M colori
Misura
5.9 pollici, 89.8 cm2
Risoluzione
1080 x 2160 pixel, 18:9 ratio (~409 ppi)
Multitouch
Si
PIATTAFORMA
OS
Android 8.1 (Oreo), aggiornamento a Android 9.0 (Pie); Android One
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