01 Luglio 2025
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BlackBerry Venice si allea con Android. Le caratteristiche

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Dalla collaborazione tra BlackBerry e Google nasce BlackBerry Venice, l’ultimo arrivato della casa canadese e il primo ad essere dotato di sistema Android. Il risultato è uno smartphone dalle funzionalità all’avanguardia e dettagli in linea con la tradizione del marchio, a partire dalla tastiera estraibile nascosta nella scocca. Scopriamo in anteprima BlackBerry Venice: caratteristiche tecniche e anticipazioni del nuovo BlackBerry.

BlackBerry Venice si allea con Android. Le caratteristiche del design

Il nuovo BlackBerry Venice è full screen: nessuna tastiera a vista e solo un grande schermo che domina l’intero design. A prima vista può sembrare un taglio netto con il passato ma è solo apparenza. La tastiera qwerty, inconfondibile contrassegno dei precedenti BlackBerry, non si vede ma c’è. È integrata nella scocca ed è estraibile, in modo da farla apparire solo all’occorrenza.

Nella parte frontale sono collocate la griglia dell’altoparlante, la fotocamera anteriore e la capsula auricolare. Sul retro troviamo la fotocamera principale con doppio flash. Le slot per la SIM e la microSD sono alloggiate sul profilo superiore. Più tradizionale la posizione dei tasti del volume, collocati sul lato destro.

BlackBerry Venice: caratteristiche del design. La principale novità è la tastiera qwerty integrata nella scocca: si estrae solo all'occorrenza.
BlackBerry Venice: caratteristiche del design. La principale novità è la tastiera qwerty integrata nella scocca: si estrae solo all’occorrenza.

BlackBerry Venice: caratteristiche del display

Il BlackBerry Venice ha un display da 5,4 pollici con risoluzione in QHD di 2560×1440 pixel. Si tratta di uno schermo medio grande, dual edge, curvo su entrambi lati e ovviamente touch screen. I comandi possono essere indotti sia dalla tastiera qwerty estraibile, sia da quella riprodotta virtualmente sul display. Nel caso si utilizzi la tastiera fisica, lo schermo è interamente occupato dai contenuti che stiamo consultando, rendendo così la visualizzazione ottimale.

BlackBerry Venice: caratteristiche del hardware e memoria

BlackBerry Venice è dotato di un processore Snapdragon 808 a 1,8 Ghz che combina due Core Cortex A57 da 1.8 Ghz con quattro di potenza inferiore Cortex A53 da 1.44 Ghz. Ha inoltre 3 GB di RAM LPDDR3 e GPU Adreno 418 con clock a 660 Mhz.
La memoria interna è espandibile tramite scheda MicroSD.

BlackBerry Venice: caratteristiche tecniche del primo BlackBerry Android. Il sistema operativo del BlackBerry Venice è un Android 5.0 Lillipop.
BlackBerry Venice: caratteristiche tecniche del primo BlackBerry Android. Il sistema operativo del BlackBerry Venice è un Android 5.0 Lillipop. All’interno troviamo alcune app Google preinstallate.

BlackBerry Venice: caratteristiche del software Android

Una delle novità principali del BlackBerry Venice è il sistema operativo Android 5.0 Lillipop. A cui sarà integrata anche la BlackBerry Experience Suite con applicazioni per comunicare e per la sicurezza del dispositivo. Grazie alla collaborazione con Google, in BlackBerry Venice sono installate anche le principali app di Google a cui se ne possono integrare di nuove attraverso il Play Store. Tra le applicazioni pre-installate troviamo WhatsApp, Chrome, Calendar, Messenger e Contacts.

BlackBerry Venice: caratteristiche delle foto e videocamera

BlackBerry Venice è dotato di due fotocamere. Quella principale ha una risoluzione massimo di 18 MegaPixel ed è dotata di doppio flash LED, 6 lenti, stabilizzatore ottico e sistema di messa a fuoco rapida “Fast Focus”. Quella anteriore dovrebbe avere una risoluzione di 5 MegaPixel.

BlackBerry Venice: caratteristiche delle fotocamere. Quella principale ha una risoluzione di 18 MegaByte e due flash LED. Nel dettaglio anche la tastiera estraibile
BlackBerry Venice: caratteristiche delle fotocamere. Quella principale ha una risoluzione di 18 MegaByte e due flash LED. Nel dettaglio anche la tastiera estraibile

Blackberry Venice: caratteristiche della batteria e prezzi

Non sono ancora state rese note le specifiche della batteria ma è probabile che sia superiore ai 3000 mAh. Anche riguardo la data di commercializzazione e costo non si hanno dati certi. Le vendite in Europa dovrebbero comunque partire entro dicembre ad un prezzo che dovrebbe aggirarsi attorno ai 650 euro.

eBay: la storia, le curiosità di un successo mondiale

eBay è la classica storia all’americana: qualcosa che nasce come una semplice passione, da una buona idea, si allarga e si espande fino a diventare un successo mondiale, cambiando la vita al suo creatore. E in occasione dei 20 anni di eBay è bello ripercorrere la tappe di questa gigante del web. La storia di eBay nasce innanzitutto con un nome diverso: AuctionWeb. È il 4 settembre 1995, quando il giovane programmatore Pierre Omidayar, di origini franco-iraniane, allarga il proprio sito personale e fonda quello che sarà uno dei successi più grandi nella storia dell’informatica.

eBay: la storia, le curiosità di un successo mondiale

Il primo oggetto messo all’asta è un puntatore laser rotto, come specificato nella descrizione. La vendita però avviene a 14,83 dollari. Pierre, stupefatto, scrive al compratore, ribadendo che l’oggetto in vendita è rotto. La risposta è esilarante: “Sono un collezionista di puntatori laser rotti”.

Storia e curiosità di eBay: il puntatore laser messo all'asta per la prima volta
Storia e curiosità di eBay: il puntatore laser messo all’asta per la prima volta

Pierre non si interessò molto a proseguire il progetto, tranne quando arrivò una notifica per aggiornare il sito con un account business, a causa di un altro traffico di visitatori. Da quel giorno prese la decisione di iniziare a fare un piccolo guadagno sulle transazioni e di assumere il primo impiegato: Chris Agarpao.

Nel 1996 Jeffrey Skoll diventa il primo presidente della compagnia e, poco dopo, AuctionWeb diventa terza parte di una compagnia di volo per vendere biglietti. Nel 1997 il sito ospita 2.000.000 di aste, rispetto alle 250.000 del 1996. Da questo anno assume il nome di eBay: esso deriva da Echo Bay Technology Group, posseduta da Pierre. Il nome Echo Bay (quello inizialmente scelto) era già stato depositato da una compagnia mineraria (Echo Bay Mines). Così la scelta ricade su eBay.com.

Storia e curiosità di eBay: l'home page nel 1997
Storia e curiosità di eBay: l’home page nel 1997

Nel 1998 Meg Withman è eletto presidente e CEO; la compagnia conta ora 30 impiegati. Il 21 settembre del 1998 eBay apre al pubblico: Skoll e Omidyar diventano miliardari.

Negli anni 2000 eBay permette la vendita di qualsiasi oggetto; nel 2002 compra iBazar (un sito d’aste europeo) e nel 2002 PayPal (per poi separarsi da questo nel 2014). Nel 2008 si ha un cambio al vertice: Withman lascia il suo posto e John Donahoe viene scelto come presidente e CEO.

Oggi, su eBay, è possibile trovare di tutto: milioni di oggetti da collezione, decorazioni, computer, mobili, domini per il web, veicoli e tantissime altre categorie. Nel 2006 eBay si apre anche all’industria, aprendo la sezione Business&Industrial. In generale, qualsiasi cosa si può vendere e comprare a meno che non sia illegale o non violi la policy di eBay Prohibited and Restricted Items. Si vendono persino servizi, e aziende come IBM sfruttano il sito per vendere i propri prodotti; molti Stati rivendono i prodotti confiscati.

Negli anni non sono mancate le critiche e le controversie: nel 1999 un uomo provò a vendere il proprio rene, cercando di lucrare sul mercato degli organi. In altre occasioni, utenti misero all’asta la propria nonna, la costa Concordia, il presidente egiziano Mubarak: eBay cancella sempre le aste che violano il regolamento.

Non tutte le idee sono riuscite. Nel 2006 apre la sezione express, un vero e proprio negozio online solo per gli abitanti degli USA. Chiuderà nel 2008, anche negli altri paesi europei.

Nel 2014 il sito subisce un attacco hacker. Tutti i dati sensibili degli utenti sono scoperti, tra cui username, password, indirizzi di residenza, numeri di telefono. Per risolvere il problema, eBay ha chiesto a tutti gli utenti di cambiare password. Il servizio ebbe un calo notevole a causa di questa crepa nella sicurezza.

eBay è una delle compagnie più grandi degli Stati Uniti e si classifica ogni anno tra i 500 brand più conosciuti al mondo.

Ci sono molte curiosità sulla storia di eBay e sulle aste, sin dalla prima, il famoso puntatore laser. Il logo, per esempio. L’attuale logo di eBay è stato creato nel 2012, ma il primo, quando ancora l’azienda aveva nome Auction Web era la “death bar”, definito così dallo stesso fondatore (in foto).

Storia e curiosità di eBay: il logo di AuctionWeb, la death bar
Storia e curiosità di eBay: il logo di AuctionWeb, la death bar
Storia e curiosità di eBay: il primo logo in sfondo blu
Storia e curiosità di eBay: il primo logo in sfondo blu

Nel 1997 appare per pochissimo tempo un nuovo logo con il cambio di nome: su sfondo blu le due lettere E e B, come in foto. Difficilissimo trovare traccia di questo logo: pare essere stato utilizzato una volta sola in una lista di eBay, a firma Jim Griffith, il primo responsabile vendite. Il logo cambierà quasi subito, per assumere la forma della scritta che conosciamo tutti, in pieno stile anni ’90. Merito dell’agenzia CKS Group, che completa un vero restyling sia del sito che delle pubblicità e del logo.

La sede di eBay, invece, non ha bisogno di restauri. Si trova a San Jose, California ed è formata da 7 edifici, ognuno dei quali porta il nome di una categoria del sito: Collezioni, Gioielleria, Motori, Musica, Sport, Tecnologia e Giochi. Tutte le sale conferenze portano il nome a seconda dell’edificio in cui si trovano, come se fossero delle sotto categorie: per esempio, nell’edificio Motori troviamo i modelli di automobili, nell’edificio Musica ci sono i vari strumenti musicali e così via.

Storia e curiosità di eBay: l'home page nel 2015
Storia e curiosità di eBay: l’home page nel 2015

Negli anni eBay ha imparato a conoscere il suo mercato, aprendo così le porte agli acquisti mobile. Ogni due secondi si acquista un oggetto tramite l’applicazione mobile; nel 2009 gli utenti hanno effettuato acquisti pari a 600 milioni di dollari dai loro smartphone. L’oggetto più caro venduto da mobile è stato, nel 2010, un aeroplano Piper PA-46-320P Malibu per 265,000 dollari. La transazione ha avuto esito positivo con feedback eccellenti.

L’oggetto più costoso in assoluto è stato venduto nel 2001: un Jet Gulfstream II al prezzo di 4,9 milioni di dollari. Fu messo all’asta dalla compagnia Tyler Jet Motorsport, la più grande azienda al tempo.

Con il passare degli anni eBay è riuscita a stare al passo con le novità, anche dal punto di vista dei social media. Ancora oggi è tra le prime aziende negli Stati Uniti e, dopo 20 anni, il suo successo sembra non tramontare.

Windows 10 Mobile: le caratteristiche e novità provate per voi

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Il 2015 sarà ricordato come l’anno di Windows 10, il primo sistema operativo che Microsoft propone trasversalmente su tutte le piattaforme, dal desktop al tablet, dallo smartphone alla Xbox. Addirittura anche il sistema per la realtà virtuale HoloLens gira su Windows 10.

Però non tutte le versioni del sistema operativo hanno avuto gli stessi tempi di sviluppo. Così, se per esempio l’edizione per Pc e tablet è già un fatto consolidato, quella per smartphone, che si chiama Windows 10 Mobile, sarà pronta entro la fine dell’anno, molto probabilmente a novembre. Grazie a una versione preliminare per gli sviluppatori siamo comunque riusciti a dare un’occhiata in anteprima alla release Mobile di Windows 10.

Windows 10 Mobile: le caratteristiche e novità di un sistema totalmente rinnovato

La novità che immediatamente colpisce di Windows 10 Mobile è l’aspetto: in ogni pagina è stato inserito uno sfondo translucido in modo che se si usa una qualsiasi immagine come sfondo questa, pur essendo sempre presente, non è mai troppo invadente e non risulta prevaricare i contenuti sovrastanti, evitando quindi di distrarre l’utente. Una scelta questa che consente di dare al design un nuovo look e lo rende un po’ più piacevole di quel noioso sfondo monocromatico presente in Windiws Phone 8.1.

Quando si mettono le mani su un nuovo prodotto la prima cosa che si fa è configurarlo. soprattutto se si tratta di un dispositivo personale come può essere uno smartphone. Nel passaggio a questa nuova versione, il menu di configurazione ha subito una riorganizzazione per consentire una visualizzazione simile a quella di un desktop. Anche le regolazioni rapide sono state ampliate con l’aggiunta di alcune funzioni piuttosto utili cui si può accedere tramite un paio di tap.

Windows 10 mobile, novità e caratteristiche
Il nuovo sistema operativo Windows 10 mobile sfoggia un design rivisto in diverse parti

Un veloce accesso alle applicazioni

Non è cambiata invece la modalità di visualizzazione delle applicazioni: per farle apparire basta far scorrere lo schermo verso destra. C’è però una novità: a dominare dall’alto la schermata troviamo ora la nuova sezione “Download Tank”. Si tratta di una zona in cui si vanno a collocare le applicazioni scaricate più di recente per consentirvi un più facile accesso. L’idea è innovativa e interessante, ma riteniamo sarebbe stato più utile avere una sezione delle app preferite. Oppure avrebbe potuto essere più comodo utilizzare questo spazio per memorizzare le applicazioni che non si intende installare, in modo da usarle come “live tile” nella schermata home. Va però detto che quello scelto da Microsoft è un efficace modo di accedere alle app, soprattutto se si devono cercare al capo opposto dell’alfabeto rispetto al punto in cui ci si trova.

Windows 10 mobile, novità e caratteristiche - accesso alle app
L’accesso alle applicazioni in Windows 10 mobile è stato semplificato e meglio organizzato

L’elemento cardine: la collaborazione

Quando parla di Windows 10 Mobile, Microsoft mette un particolare accento sull’elemento collaborazione, evidenziando come tutti i dispositivi Windows possono ora essere interconnessi e le applicazioni hanno il medesimo aspetto sia che si operi su un device mobile o su un computer. Abbiamo voluto verificare la veridicità di questa affermazione con un’applicazione connessa e le notifiche si sono aggiornate in tempo reale. Un’ottima notizia perché, per esempio, sarebbe davvero frustrante controllare alcune notifiche sul telefono senza che il tablet “sappia” che le abbiamo già viste e quindi ce le troveremmo proposte di nuovo.

Windows 10 mobile, novità e caratteristiche - Le notifiche
Preciso e immediato l’aggiornamento delle notifiche in Windows 10 mobile

Usando il cloud è anche possibile iniziare a lavorare a un nuovo documento su un device per poi continuare su un altro senza mai abbandonare il documento stesso e conservando tutte le modifiche.

Come sulla versione per Pc del sistema operativo, anche Windows 10 Mobile integra il nuovo browser Edge. Evoluzione di Internet Explorer, promette di offrire una migliore navigazione in rete: la migliore di sempre, secondo quanto afferma Microsoft. Però nella versione in nostro possesso l browser non era in funzione e quindi non abbiamo potuto verificarne il funzionamento.

Cortana è ancora un po’ incerto

Non allo stesso livello ci è invece sembrato l’assistente vocale Cortana, che, riteniamo, ha bisogno di qualche ulteriore ritocco per essere davvero quello strumento molto utile che Microsoft vorrebbe. Pur non dimenticando che abbiamo usato una versione preliminare del sistema operativo, quindi suscettibile di notevoli interventi e miglioramenti, Cortana non è stato in grado di riconoscere diverse delle nostre richieste, non ci ha permesso di impostare delle notifiche e nemmeno di inviare delle mail attraverso un comando vocale. Troppo spesso ci ha risposto con un messaggio che ci diceva che qualcosa non aveva funzionato in modo corretto. Sicuramente su questo versante c’è ancora un po’ da lavorare.

Windows 10 mobile, novità e caratteristiche - Cortana
L’assistente vocale di Windows 10 mobile non è sempre all’altezza delle aspettative

In conclusione

Evidentemente Microsoft ha lavorato di fino per proporre un sistema operativo davvero nuovo e Windows 10 Mobile prende realmente le distanze dalle versioni precedenti, mostrandosi la migliore proposta sul versante mobile sinora fatta dalla società fondata da Bill Gates, con una ricchezza funzionale mi vista prima.

Il punto focale di questo aggiornamento è la coerenza con mondo Windows che consente una interconnessione trasparente con altri dispositivi o computer che usano il medesimo sistema operativo. Va da sé che se si possiede solo lo smartphone a base Windows ma nessun Pc e nemmeno un tablet si perdono molti dei vantaggi offerti dalla nuova versione, comprese le funzionalità che consentono un’efficace collaborazione.

I miglioramenti rispetto al passato sono notevoli e Windows 10 Mobile è finalmente un sistema operativo di alto livello. Ma basterà questo per risollevare le sorti di un sistema che non arriva al 3% del mercato e che come concorrenti ha nomi del calibro di iOS e Android?

Huawei Honor 7. Le caratteristiche buone e cattive del phone

Il commento all’Honor 7, lo smartphone targato Huawei, è molto lineare. Un prodotto solido che però non sbanca il mercato. Infatti, non pretende di essere uno spartiacque – e non lo è – ma in un mercato pieno di buone offerte al di sotto di 350€ si posiziona su un ottimo livello.

Huawei Honor 7. Le caratteristiche buone e cattive del phone

Honor 7 ha un design semplice, ma attrattivo. Il corpo è in metallo, anche se il rivestimento sembra in plastica. Sul fronte c’è lo schermo in vetro con la selfie-cam e un flash frontale. Sul retro la fotocamera in rilievo e uno scanner digitale.

La qualità della struttura è appena sopra la media qualità: è maneggevole e malleabile, ma la plastica intorno agli angoli sembra facilmente scheggiabile in caso di urti. Lo schermo (5.2 in full HD) è di buona qualità, ma perde il confronto con altri schermi con densità di pixel maggiori, come quello del Galaxy S6.

Lo smartphone, con i suoi 8,5mm è relativamente sottile e leggero per il range di prezzo a cui è venduto. Comparandolo con l’OnePlus 2, per esempio, è 1,35mm più stretto e 18g più leggero.

Huawei Honor 7. Le caratteristiche del design
Huawei Honor 7. Le caratteristiche del design

Al di sopra degli standard, invece, per quanto riguarda le modalità di pressione dei tasti: infatti Honor 7 ha tre possibilità di interazione sui bottoni. Una pressione leggera, prolungata o doppia; ognuna di queste azioni può attivare diverse funzionalità, come la Fotocamera o le applicazioni (Twitter e Facebook). Funziona bene, purtroppo la sua posizione fa in modo che venga attivato molto spesso senza volerlo (si trova all’opposto dei bottoni del volume e dell’accensione).

Huawei Honor 7, le caratteristiche hardware

All’interno dell’Honor7 si trova il processore Huawei’s Kirin 935 octa-core. Le performance sono ottimali: c’è qualche tentennamento solo quando si aprono applicazioni di giochi che richiedono un grande sforzo grafico; in realtà i 3GB di RAM sono perfettamente in grado di reggere il multitasking.

Il telefono regge qualsiasi tipo di processo si voglia avviare, senza particolari problemi e senza soffrire del surriscaldamento, a differenza del modello Qualcomm’s Snapdragon 810.

La batteria dura per una giornata, selezionando l’opzione “Smart”, la migliore per avere prestazioni buone e lunga durata – si arriva alla notte con ancora il 20% di carica. Le prestazioni si riferiscono alla ricezione di centinaia di notifiche, email, utilizzo di Twitter e Facebook, ascolto di musica in streaming e ore di navigazione. La luminosità dello schermo, se impostata al 50%, è totalmente inutile, in quanto si vede poco. Basterà impostare la modalità automatica per avere sempre lo schermo luminoso: questo però influirà sulla durata della batteria.

Huawei Honor 7, le caratteristiche del sistema operativo

Il sistema operativo è la versione modificata di Android 5.0 secondo Huawei, ovvero Emotion UI. Si tratta della stessa versione installata sul modello Huawei P8: ritroviamo quindi gli stessi benefici e le stesse falle.

In breve, non è possibile avere tutte le applicazioni sull’home screen, come su un iPhone; le notifiche hanno grafiche differenti e appaiono in modi diversi, anche per la stessa applicazione; alcune icone delle applicazioni hanno uno sfondo colorato che crea confusione, altre hanno icone stilizzate, come per esempio Instagram, che però deformano l’ordine sulla scrivania. L’esperienza con Android Lollipop è migliore e più intuitiva.

Huawei Honor 7, le caratteristiche della fotocamera

Huawei Honor 7. Le caratteristiche della fotocamera. Un ottimo 20MP frontale con una gestione dei colori abbastanza buona
Huawei Honor 7. Le caratteristiche della fotocamera. Un ottimo 20MP frontale con una gestione dei colori abbastanza buona

Sul retro troviamo una fotocamera a 20 megapixel, mentre sul fronte una fotocamera da 8 megapixel con flash incorporato a fianco della casa acustica dove si appoggia l’orecchio.

Le immagini ottenute con la camera sul retro sono ricche in dettagli e accurate nei colori. Le lenti f/2.4 non sono paragonabili ai pezzi migliori sul mercato, come per esempio quelle di LG e Samsung. Questo significa difficoltà nell’ottenere profondità di campo. La camera frontale fa belle foto, ma non regge molto la distanza e, essendo a focalità fissa, è una scelta curiosa, per un modello a 8 megapixel. Quindi, in generale tutti gli oggetti sono a fuoco, mentre se vi avvicinate, nulla resta a fuoco. Il flash LED non è molto luminoso.

L’applicazione della fotocamera è molto simile a quella dell’iPhone. Un semplice selettore sulla sinistra, con le opzioni per attivare l’HDR e una sacco di funzionalità nascoste sotto a un menu. A volte può essere un po’ frustrante fare una foto.

Huawei Honor 7, le caratteristiche dello scanner digitale

Probabilmente il miglior scanner presente sul mercato e la caratteristica di punta di questo modello. Il sensore appena sotto la camera sul retro è molto veloce e accurato, al punto da pensare sia difettoso. Per sbloccare il vostro telefono con il riconoscimento digitale ci vogliono circa 0,5 secondi. Un singolo tocco basta, senza tenere premuto e sperare che funzioni. È molto più veloce dello scanner Touch ID che si trova sui modelli iPhone.

Purtroppo, come sul modello OnePlus 2, lo scanner non può essere utilizzato per altre applicazioni, come Evernote o LastPass. Android 6 Marshmallow introdurrà un supporto nativo per lo scanner digitale e probabilmente espanderà tale funzionalità anche per altri sensori di altri smartphone, oltre a quelli Samsung.

Huawei Honor 7. Le caratteristiche dello scanner digitale, ultrasensibile, a volte troppo.
Huawei Honor 7. Le caratteristiche dello scanner digitale, ultrasensibile, a volte troppo.

Recensione Honor7: il verdetto finale

Honor 7 è uno smartphone solido di fascia media, con alcune grandi funzionalità. Il sensore digitale è il più veloce sul mercato – dovrebbero prendere tutti a modello questo, sia nella velocità che nella facilità di utilizzo. La camera è buona, con il supporto di una dual-sim o microSD e il bottone extra è un buon optional. Il problema più grande è il software. Emotion UI non è esteticamente bello, non è maneggevole e non è attraente come Android 5 Lollipop.

In generale, Honor7 è un buon prodotto per essere un marchio mainstream cinese; potrebbe però non giustificare 150 euro in più rispetto a una base commerciale offerta.

Pro: scanner digitale fantastico, buona fotocamera, schermo, microSD card, ricarica veloce, performance decenti, nessun problema di surriscaldamento

Contro: assenza di ricarica wireless, software non buono, la selfie cam ha la messa a fuoco fissa, struttura del telefono non ottimale, la seconda sim di soli 2GB

Come funziona Facebook Messenger M? cosa farà per noi

In questi giorni, poche centinaia di utenti Facebook (residenti negli Stati Uniti) hanno trovato una sorpresa, aprendo l’applicazione Messenger: il nuovo assistente virtuale M. Facebook sta infatti testando su questo piccolo bacino d’utenza le potenzialità di M, tra cui prenotare un ristorante, trovare un regalo per gli sposi, consigliare e prenotare le prossime vacanze.

Come funziona Facebook Messenger M? cosa farà per noi

“Non ci vorrà molto a comprendere che M può fare tante altre cose rispetto agli assistenti digitali che conosciamo” ha dichiarato David Marcus, vice presidente della sezione Messenger di Facebook. “Può svolgere compiti” ha continuato “che nessun altro può portare a termine”. Questo perché, oltre all’Intelligenza Artificiale di M, esso può imparare dall’utente stesso.

Facebook Messenger M funzionerà tramite l'apprendimento dei nostri comportamenti
Facebook Messenger M funzionerà tramite l’apprendimento dei nostri comportamenti

Aziende come Google o Taskrabbit stanno programmando degli assistenti virtuali sempre più specializzati. Alcune app, come Siri, Google Now o Cortana di Microsoft si affidano interamente alla teconologia e, sebbene possano essere usati da molte persone, hanno comunque un raggio d’azione limitato.

Altre startup, come Magic e Operator, hanno assunto persone per rispondere testualmente agli utenti. M è un ibrido. È un assistente virtuale potenziato dall’Intelligenza Artificiale, un duplicato di un team Facebook, in grado di rispondere a qualsiasi richiesta.

L’obiettivo di Facebook è quello di trasformare Messenger nel primo passo per la ricerca su mobile. Google, sulla versione desktop, ha fissato ormai la ricerca degli utenti: se vogliamo scoprire le condizioni meteo di una certa area, basterà fare una piccola richiesta al motore di ricerca. Su mobile, invece, si deve far conto su alcune applicazioni – Google, Google Maps, Twitter… – per effettuare tale ricerca, oppure si chiede a Siri.

Facebook parte in svantaggio, perché non ha il proprio sistema operativo: bisogna quindi scaricare l’applicazione e aprirla. Marcus spera di livellare questo svantaggio con un assistente virtuale molto forte e capace: il primo passo per tutti per effettuare una ricerca mobile. “Iniziamo con il raccogliere tutte le intenzioni di quello che l’utente vuole fare”, ha detto Marcus. “Queste intenzioni portano sempre all’acquisto di qualcosa, o a una transazione; insomma, ad un’opportunità, per noi, per fare soldi”.

Se M assicurerà un servizio migliore dei suoi competitori, Facebook potrebbe aumentare vertiginosamente il numero degli utilizzatori dell’app su mobile, e, eventualmente, guadagnare sulle transazioni. Questo è l’obiettivo che si è posto Marcus dal 2014, quando è stato assunto in Facebook da PayPal, dove era CEO. In meno di due anni, Facebook ha aumentato a 700 milioni gli utenti di Messenger.

Come funziona Facebook Messenger M
Come funziona Facebook Messenger M

Come funziona Facebook Messenger M

Per attivare M, bisognerà premere un piccolo bottone in fondo all’applicazione Messenger e mandare un messaggio a M, allo stesso modo in cui scriviamo agli amici. Il software di M interpreta il messaggio, potrà richiedere altre domande e manderà infine la risposta, chiudendo così la task. L’utente non capirà mai se dietro alle parole di M ci sarà un essere umano o un’IA. A differenza di Cortana e Siri, M non ha sesso.

Per il momento M non prende informazioni dal social. Quindi, nel caso chiedeste un’idea per un regalo per gli sposi, M darà consigli in base alle vostre risposte e alle conversazioni precedenti. Marcus, però, ha lasciato intendere che questo processo potrebbe cambiare, con il consenso dell’utente. Il servizio è gratuito e presto sarà abilitato per tutti coloro che hanno Facebook Messenger.

Nei test interni, il team Facebook ha usato M per alcune settimane, testandolo su molti argomenti: dall’organizzare pranzi o feste a ricercare una bevanda particolare in New Orleans. Marcus ha detto: “Un ingegnere è stato a Parigi per un paio di giorni, e un suo amico ha chiesto a M di ridecorare la sua scrivania in stile francese. Dopo un giorno, la scrivania era decorata con nastri appropriati, baguettes e il tipico basco”.

Uno dei servizi più richiesti è chiamare l’assistenza tecnica al telefono: M è in grado di resistere alle infinite attese e inviarvi gli aiuti necessari per sistemare la vostra wi-fi di casa o cancellare il vostro abbonamento alla televisione satellitare.

La nuova funzionalità M per Facebook Messenger, ecco come funziona.
La nuova funzionalità M per Facebook Messenger, ecco come funziona.

Come funziona Facebook Messenger M: l’elemento umano

L’elemento umano c’è. Esiste infatti un servizio customer dietro a M. Serve a completare quanto il software non riesce a fare. Se chiedete a M di pianificare una cena di compleanno, può prenotare Uber e il ristorante, ma un assistente potrebbe sorprendere il festeggiato con l’invio dei cupcakes dalla pasticceria preferita. “M impara molte cose dal comportamento umano” ha detto Marcus.

In futuro, M potrà arrivare a capire da solo questi tocchi in più. Per il momento “si sta allenando” negli uffici di Facebook. Marcus ha detto che saranno assunti migliaia di figure per migliorare M, facendogli apprendere più cose.

Non è difficile immaginare le opportunità economiche di M. Per esempio, Facebook potrebbe scoprire un traffico di transazioni su un brand e creare quindi un business con quell’azienda, offrendo un servizio migliore per gli acquisti.

“Se, per esempio” ha dichiarato Marcus “noteremo un numero elevato di richieste per le società della televisione via cavo, sarebbe un segnale per cui gli utenti vogliono un contatto più diretto e quindi potremmo pensare di inserire tali aziende direttamente in Messenger”. Durante la conferenza di marzo, sullo sviluppo di M, Marcus ha annunciato anche Business on Messenger, una funzionalità che permette di inviare fatture, avvisare sullo stato di consegna dei pacchi e provvedere a rispondere alle esigenze basiche dell’utente.

Marcus non ha poi specificato i numeri di questo affare, ma ha rivelato che già le prime società si sono interessate e ci sono stati i primi contatti con il team Facebook. “Abbiamo un sacco di argomenti aperti con le aziende e le persone, ora vogliamo aprirci ad altri nuovi affari”. M si espanderà lentamente, ma con il tempo arriverà su tutti gli smartphone. Quando accadrà, le task da risolvere cresceranno. Inizialmente è stata rilasciata ad un gruppo di persone che, demograficamente, assomigliano al team di “allenatori” di M.

È evidente, però, che 700 milioni di utilizzatori nel mondo non richiederanno solamente consigli per il regalo agli sposi o per l’organizzazione di una festa di compleanno. Come se la caverà M con le richieste più stravaganti? Marcus è pronto per la sfida e, dice, anche M.

Come usare l’accesso rapido in Windows 10

In Windows 10, la sezione Preferiti di Esplora file ha un muovo look. In linea di principio, il nuovo Accesso rapido è simile alla vecchia sezione Preferiti – è un luogo dove è possibile marcare alcuni file per un “accesso veloce” – ma ha qualche caratteristica aggiuntiva, prima fra tutte un elenco popolato automaticamente dei file usati più di recente e delle cartelle a cui si accede più di frequente.

Come usare l’accesso rapido in Windows 10

Accesso rapido è un comoda funzione, ma in quanto nuova può un po’ spiazzare. Per questo motivo, abbiamo pensato di proporre una sintetica guida che consenta di usare in modo efficace Accesso rapido, ma anche di disattivarlo qualora lo si ritenga poco utile o un’intrusione alla propria privacy.

Come usare l’accesso rapido in Windows 10. Aggiungere un file ad Accesso rapido

Aggiungere un file ad Accesso rapido è un’operazione semplice come lo era trascinare un file nella sezione Preferiti. In primo luogo, occorre individuare il file che si desidera aggiungere ad Accesso rapido. Si deve quindi cliccare con il tasto destro su tale file e scegliere Aggiungi ad Accesso rapido.

Come usare Accesso rapido Windows 10 - Aggiungere un file o una cartella
Ad Accesso rapido possono essere aggiunti qualsiasi file o certella

Lo stesso risultato lo si può ottenere selezionando i file che si vogliono aggiungere alla cartella Accesso rapido e cliccando sul pulsante Aggiungi ad accesso rapido che si trova in alto a destra in Esplora file.

È infine possibile trascinare un file direttamente nella cartella Accesso Rapido, facendo però attenzione di portarlo proprio sulle parole “Accesso rapido” altrimenti non otterrete il risultato sperato ma finirete solo per creare un collegamento al file stesso.

Come usare l’accesso rapido in Windows 10. Rimuovere un file da Accesso rapido

Per rimuovere un file da Accesso rapido, occorre anzitutto individuare il file nella cartella di Accesso rapido, bisogna poi cliccare con il tasto destro e scegliere Rimuovi da Accesso rapido. È possibile rimuovere file solo direttamente dalla cartella Accesso rapido e non dalla finestra di Esplora file o addirittura dalla cartella “Questo PC”.

Come usare Accesso rapido Windows 10 - Rimuovere un file o una cartella
Il processo di rimozione da Accesso rapido non presenta particolari difficoltà

Come usare l’accesso rapido in Windows 10. Rimuovere da Accesso rapido i file e le cartelle utilizzati di recente

A differenza di quanto accade nella sezione Preferiti di Windows 8, Accesso rapido di default visualizza come elementi contrassegnati i file usati più di recente e le cartelle utilizzate più di frequente. Questa è una funzione comoda, sempre che non la consideriate come un’intrusione nella vostra privacy. Se preferite che Accesso rapido non mostri tali file e cartelle, aprite Esplora file, cliccate con il testo desto sulla cartella Accesso rapido e scegliete Opzioni. Nella scheda Generale trovate una sezione chiamata Privacy. Qui potete deselezionare le caselle Mostra file usati di recente in Accesso rapido e Mostra cartelle usate di recente in Accesso rapido in modo da interrompere la loro visualizzazione. Una volta che avete deselezionato queste caselle, cliccate su Cancella accanto a Cancella cronologia Esplora file per essere sicuri che tutte le tracce dei file e delle cartelle utilizzati di recente o più di frequente siano stati rimossi. Per salvare la nuova configurazione, cliccate su Applica.

Come usare Accesso rapido Windows 10 - Eliminare vista file recenti o cartelle più utilizzate
Di default, Accesso rapido mostra i file e le cartelle usati di recente ma questa configurazione può essere cambiata

 

Come usare l’accesso rapido in Windows 10. Modificare l’apertura di Esplora file

Di default, Esplora file visualizza la cartella di Accesso rapido. In altre parole, quando si apre una finestra di Esplora file, vedrete all’inizio l’intero contenuto della cartella Accesso rapido – oggetti contrassegnati, cartelle usate più di frequente e file recenti (se queste opzioni sono attivate). Se, quando aprite una finestra di Esplora file, preferite una modalità più tradizionale (una panoramica del vostro PC), aprite Esplora file, andate su Visualizza e cliccate sul pulsante Opzioni. Nella parte superiore della finestra Opzioni cartella, vedrete la voce Apri Esplora file per e poi un menu a tendina. Qui è possibile scegliere di aprire Esplora file con Accesso rapido oppure con Questo PC. Se scegliete di avere Esplora file aperto su Questo PC, potete comunque vedere la cartella di Accesso rapido nella barra laterale. Salvate la vostra scelta cliccando su Applica.

Questo PC
Si può scegliere se visualizzare o meno Accesso rapido in Esplora file

 

ETER9. Cos’è e come funziona il social che vi renderà eterni

Dal Portogallo arriva un nuovo social network: il suo nome è ETER9 e, a differenza di tutti i social conosciuti, ha una caratteristica innovativa, ma anche da brividi, ovvero l’Intelligenza Artificiale.

Una volta che vi siete iscritti, ETER9 inizia pian piano a conoscervi e assimila tutte le informazioni e i comportamenti mentre navigate. In questo modo potrete vivere in eterno, in formato digitale, perché ETER9 continuerà la vostra esistenza una volta deceduti. Il concetto di immortalità, molto discussa anche sulla piattaforma di Mark Zuckerberg, si basa semplicemente sulla relazione tra le vostre azioni e su quanto apprende l’Intelligenza Artificiale.

Il nome deriva dalla combinazione di Eter – le prime 4 lettere della parola Eternity (eternità, in inglese) e dell’espressione “Cloud 9”, che si riferisce ad uno stato di completa felicità, equivalente all’italiano “essere al settimo cielo”.

ETER9. Cos’è e come funziona il social che vi renderà eterni

Al momento è online una versione beta; una volta iscritti, la piattaforma presenta il profilo classico e la controparte digitale, che inizierà a conoscere l’utente. ETER9 si divide in due grandi aree: il Bridge e il Cortex. Il Bridge rappresenta, per dare un’idea, il “wall” di Facebook. Qui si possono compiere tutte le azioni social: commentare i post, inserire gli smiles, condividere contenuti e, ovviamente, creare post su cui potranno interagire gli altri utenti.

Per ogni contenuto creato esiste un tag particolare: sono in tutto 10. I tag servono all’area Cortex (molto simile ad una pagina del profilo Facebook); è una memoria digitale che incamera tutti i dati e i contenuti da voi creati. La memorizzazione serve a creare la vostra Controparte, un vero e proprio utente fotocopia in digitale.  Più siete attivi, più la Controparte prenderà forma.

Una volta offline, entra in gioco la vostra Controparte, che continuerà a postare contenuti, commentare, inviare smiles agli amici o chiacchierare con loro. Una vera e propria sostituzione della vostra persona; e questo continuerà per l’eternità. Per aiutarvi a compiere i primi passi, troverete ELiZE NiNE, un specie di bot che guiderà l’accesso, interagendo con voi e con la vostra Controparte. All’interno di ETER9 ci sono anche altre intelligenze artificiali, chiamati Niners: questi possono interagire anche tra di loro.

L’utente può anche scrivere una sorta di testamento digitale grazie al servizio Perpetu. Con questo scritto potrete decidere le linee guida della vostra Controparte, dopo la vostra morte.

ETER9. Cos'è e come funziona il social che ci renderà eterni
ETER9. Cos’è e come funziona il social che ci renderà eterni

Come funziona Eter9. Il concetto di eternità digitale

Dietro a questo progetto c’è lo sviluppatore portoghese Henrique Jorge. In una recente intervista, ha dichiarato: “ETER9 è in fase di prova: il software è infatti in fase di test su 5mila persone. Stiamo cercando di creare un sistema di intelligenza artificiale che impari presto anche da altre piattaforme, come Facebook”. L’idea, dunque, sembra quella di creare una Controparte che imiti i nostri comportamenti online, su tutti (o quasi) i social. “Al momento” ha continuato Jorge “ETER9 è ancora piccola, ma ogni giorno arrivano tantissime richieste di persone che vogliono iscriversi”.

Lo sviluppatore portoghese, tramite il sito ufficiale Eter9, ha poi approfondito il discorso sulla Controparte: “La Controparte avrà il compito di prolungare in eterno la vita dell’utente, assorbendo tutte le informazioni dai post e dai commenti. Al momento abbiamo pochi dati, quindi stiamo cercando di collegarci ad altri social, come per esempio Facebook”.

ETER9 ha aperto un dibattito molto acceso. La domanda a cui si tenta di dare una risposta è questa: è giusto prolungare la vita di una persona in maniera digitale, per l’eternità? In molti hanno bollato il progetto come un tentativo – meschino – di fare soldi, ma in tanti hanno abbracciato il social come un’idea geniale.

Al giorno d’oggi, con tutti i dati che inseriamo e lasciamo online, non è banale parlare di un’eredità digitale, ovvero come gestire i profili delle persone decedute. ETER9 estremizza il concetto, lasciando una traccia “viva” di una persona, anche dopo la sua morte: trovarsi però i commenti, i post e altre interazioni di una persona cara defunta potrebbe portarci in una situazione terribile.

La pagina di login di ETER9.
La pagina di login di ETER9.

Il mondo dell’Intelligenza Artificiale si sta sviluppando molto velocemente, raggiungendo traguardi sempre più straordinari. Come sempre, però, il progresso, se usato male, ha dei risvolti negativi. Il professore Stephen Hawking e il fondatore di Tesla Elon Musk hanno lanciato un monito sul futuro delle IA e sul loro utilizzo – hanno citato, per esempio, un eventuale utilizzo militare.

ETER9 non è il primo sito a promettere l’eternità digitale: una compagnia Americana, chiamata Lifenaut, offre la possibilità di fare un ricco back-up della propria vita (con fotografie, video, registrazioni vocali…) per creare un avatar. Facebook, al momento, permette di scegliere un “erede” a cui lasciare la propria pagina; in seguito, la persona designata potrà scrivere un ultimo post, cambiare le foto del profilo e di copertina e accettare nuove amicizie.

Henrique Jorge è convinto del successo del proprio social network; ben presto sapremo come le persone accoglieranno l’idea di eternità digitale.

FIFA 2016 vs PES 2016: quale comprare? Tutte le novità

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L’attesa sta per finire. Entro la fine di settembre saranno messe in commercio le nuove versioni dei due più amati videogame sul calcio: FIFA 2016 esordirà il 24 settembre mentre Pro Evolution Soccer (più familiarmente chiamato PES) 2016 sarà in vendita il 17 settembre. Dopo aver sbaragliato la concorrenza, ormai da anni sono solo loro due a contendersi il favore dei fan, sia che si tratti di utenti di personal computer sia di console o di dispositivi mobili.

E le due società che li sviluppano (Electronic Arts nel caso di FIFA e Konami in quello di PES) da anni fanno l’impossibile per proporre in ogni nuova edizione alcune esclusive novità che permettano di primeggiare sull’avversaria. Nel campionato 2016 chi è destinato a vincere la partita che vede confrontarsi FIFA e PES? Scopriamolo assieme dando un’occhiata da vicino ai due videogame.

FIFA 2016 vs PES 2016: quale comprare? Tutte le novità

È opinione comune che dal 2009 FIFA abbia preso le misure nei confronti del diretto concorrente e sia riuscito a distanziarlo praticamente sotto ogni aspetto. In particolare, PES ha sofferto molto il passaggio dalle vecchie alle nuove generazioni di console (soprattutto da PS2 a PS3 e Xbox360) e Konami non è stata capace di offrire versioni all’altezza di FIFA in termini di innovazione né di far breccia in quelle persone che, appassionate di calcio ma non impallinate di console o Pc, giocherebbero volentieri con un videogame che gli permettesse di affrontare virtualmente in un campionato con la squadra del cuore, arrivando magari anche a vincerlo. Cose che invece sono riuscite molto bene a FIFA, che si è così conquistata una maggiore fetta di utenti.

Però con la versione 2015 PES ha saputo finalmente effettuare quel salto di qualità che non era ancora riuscita a compiere ed è quindi diventato un concorrente molto temibile per FIFA. E con la nuova edizione 2016 le distanze si potrebbero ridurre ulteriormente: Konami ha infatti lavorato davvero di fino per proporre un videogame alla portata di tutti, che sappia dare grandi soddisfazioni in termini di giocabilità.

Tutte le novità di PES 2016

Per il suo ventesimo compleanno, Konami ha pensato bene di regalare a PES una grafica rinnovata in modo sostanziale: la fisionomia dei giocatori è pressoché identica a quella dei calciatori reali e i loro movimenti sono molto fluidi e le loro caratteristiche tecnico-tattiche sono le medesime di quelle mostrate su un vero campo da calcio.

FIFA 2016 vs PES 2016: un contrasto di gioco in PES 2016
La minuziosa attenzione alla grafica ha portato ad avere in PES 2016 situazioni di gioco molto dettagliate

Queste novità rappresentano chiaramente una grande attrattiva per il videogamer, che è anche maggiormente coinvolto nelle azioni gioco grazie a un migliore controllo palla a centro campo e una migliore gestione dei contrasti (anche aerei) e dei tackle.

Konami ha poi fatto sì che ci fosse un coinvolgimento corale nelle azioni (sia offensive sia difensive) evitando di avere giocatori che si muovono per il campo come fossero estranei al gioco e ha migliorato l’intelligenza artificiale, in particolare nella fase difensiva: più aumenta il livello di difficoltà di gioco più gli avversari sono tosti nel difendere la propria area di rigore. Inoltre, portieri differenti hanno atteggiamenti differenti nei confronti della medesima azione o del medesimo tiro.

 

FIFA 2016 vs PES 2016: Neymar
La fisicità e i caratteri somatici sono pressoché identici a quelli dei giocatori reali

PES estende ulteriormente il livello di personalizzazione dei giocatori e consente anche di attribuirgli diversi modi di esultare dopo un gol (c’è anche la possibilità di un selfie alla Totti).

Anche la fisica della palla è stata rivista in modo da offrire un comportamento più simile a quello dei palloni reali.

Tutte le novità di FIFA 2016

Parlando delle novità di FIFA 2016 non si può non iniziare dalla presenza di un campionato femminile. Per la prima volta viene introdotta la possibilità di guidare una squadra composta solo da donne: le nazionali di calcio per cui Electronic Arts ha ottenuto la licenza sono 12 e possono essere scelti per partecipare a un campionato o per giocare partire rapide. Lo sviluppatore precisa che non si pososo organizzare incontri tra squadre maschili e femminili.

FIFA 2016 vs PES 2016: arriva il calcio femminile
Una delle maggiori novità di FIFA 2016 è il campionato di calcio femminile

Tra le altre novità che caratterizzano FIFA 2016 spicca un miglioramento della giocabilità che consente di avere difese più organizzate, dribbling più efficaci (anche senza palla), un maggiore controllo sui tackle e la possibilità di effettuare differenti tipi di tiri all’interno di situazioni simili. Sono poi stati aggiunti nuovi stadi e nuovi cori registrati dal vivo e nuove condizioni meteo.

Fifa 2016 vs PES 2016
In Fifa 2016 le situazioni di gioco sono ancor più realistiche

FIFA 2016 vs PES 2016: quale comprare?

FIFA 2016 vs PES 2016, chi vince? Per le versioni 2016 dei loro best-seller sul calcio, Electronic Arts e Konami hanno scelto sviluppi abbastanza simili ma hanno optato per anche alcuni elementi di sostanziale differenziazione. Sia FIFA 2016 sia PES 2016 presentano infatti una giocabilità decisamente migliorata: ne beneficia soprattutto PES, il quale, grazie anche al lavoro svolto sul versante grafico, diventa un concorrente davvero temibile. FIFA 2016 ha però dalla sua una novità un po’ spiazzante: l’introduzione del campionato di calcio femminile, che sicuramente consentirà di ampliare il bacino di utenti verso un pubblico, quello femminile appunto, sinora un po’ trascurato. Per cui, ancora per questa volta, meglio orientarsi su FIFA 2016 in attesa che PES tiri fuori qualcosa di veramente fenomenale.

Per consentirvi di verificare di persona le qualità e le novità di FIFA 2016 e PES 2016, di seguito vi proponiamo i trailer di entrambi i giochi.

 

Installare Windows 10 in dual boot con Windows 8.1 o 7

Per molti utenti avere Windows 7 (o 8) e Windows 10 in configurazione dual boot può risultare particolarmente utile. Tutti i sistemi operativi, al momento del lancio sul mercato, presentano luci e ombre: bug, difetti, crash di sistema possono essere considerati “normali”nei primi mesi di vita di un sistema operativo, in attesa del rilascio di patch correttive. Non fa eccezione a questa logica Windows 10, esattamente come tutti i suoi predecessori. Ecco perchè può essere utile iniziare a familiarizzare con il nuovo prodotto di casa Microsoft mantenendo al tempo stesso le “vecchie” installazioni di Windows 7 o 8, partizionando il disco e scegliendo all’avvio quale sistema usare.

Windows 10 dual boot: ecco come installare il nuovo sistema operativo insieme a quello "vecchio".
Windows 10 dual boot: ecco come installare il nuovo sistema operativo insieme a quello “vecchio”.

Installare Windows 10 in dual boot con Windows 8.1 o 7

Aggiornare il sistema operativo rappresenta un passaggio importante nella vita di un computer, che non andrebbe mai affrontato a cuor leggero. I nostri programmi preferiti potrebbero non funzionare correttamente, stampanti e periferiche potrebbero fare le bizze e la routine a cui eravamo abituati accendendo il PC potrebbe improvvisamente cambiare. Ecco perchè è bene procedere con questo passaggio nel modo più “soft” possibile, attraverso una configurazione dual boot. All’avvio, il computer ci chiederà quale sistema operativo utilizzare: il vecchio e collaudato Windows 7 (o 8, a seconda dei casi) o l’innovativo Windows 10, in modo da iniziare a testarlo e a verificarne le nuove caratteristiche.

Installare Windows 10 in dual boot: preparare il DVD o la chiavetta di avvio

Sul sito di Microsoft, è possibile scaricare il pacchetto autoinstallante di Windows 10 attraverso uno strumento chiamato Media Creation Tool. Una volta scelta la versione (a 32 o 64 bit), è sufficiente eseguire il file scaricato e seguire la procedura guidata fino alla schermata “Scegliere l’operazione da effettuare”: a questo punto, selezionare l’opzione “Crea un disco di supporto” (o chiavetta UBS) e seguire la procedura per ottenere il disco, o la chiavetta di avvio del nuovo Windows.

Windows 10 dual boot: prima di cominciare, è indispensabile partizionare il disco per creare una nuova unità di avvio. In questo caso, sarà possibile ricavare spazio dal disco "C".
Windows 10 dual boot: prima di cominciare, è indispensabile partizionare il disco per creare una nuova unità di avvio. In questo caso, sarà possibile ricavare spazio dal disco “C”.

Installare Windows 10 in dual boot: la preparazione del disco

Per prima cosa, è fondamentale liberare dello spazio dai dischi per far posto alla nuova partizione che ospiterà l’installazione di Windows 10 dual boot. Nel caso in cui il PC in uso fosse dotato di più hard disk, è possibile riservarne uno al nuovo sistema operativo, viceversa è sempre possibile partizionare i dischi esistenti. In commercio esistono numerosi software adatti a questa operazione, ma in ambiente Windows è più pratico e veloce ricorrere allo strumento integrato “Gestione disco” e ricorrere a questi semplici passaggi:

  • Premere la combinazione di tasti Windows + R per aprire il comando “Esegui”, quindi digitare “diskmgmt.msc” per aprire il pannello Gestione Disco.
  • Nella parte bassa della finestra verranno visualizzate tutte le unità disco disponibili: individuata la partizione su cui si desidera installare Windows 10 in configurazione dual boot (generalmente sul disco “C”), cliccare con il tasto destro sull’unità disco e selezionare la voce “Riduci volume“.
  • Dopo qualche istante, il sistema determinerà la capienza del disco e chiederà le dimensioni della nuova partizione. Per Windows 10 la quantità minima di spazio è di 20 Gb (20.000 Mb), anche se sarebbe consigliabile una partizione di almeno 30 o 40 Gb per sfruttarne appieno la velocità ed evitare di appesantire troppo la partizione. Una volta inserito il valore nel campo “Specificare la quantità di spazio da ridurre, in MB” è possibile avviare l’operazione premendo il tasto “Riduci“. Dopo qualche istante, la finestra Gestione Disco mostrerà una nuova unità contrassegnata con la dicitura “non allocata” e una banda nera.

Installare Windows 10 in dual boot: installare il nuovo sistema operativo

A questo punto, collegare al PC la chiavetta di avvio di Windows ottenuta precedentemente (o inserire il DVD ottenuto con la stessa procedura) e riavviare il PC. A seconda delle impostazioni predefinite, potrebbe essere necessario accedere al BIOS e modificare l’ordine dei dispositivi di avvio (o di boot), attraverso procedure che variano da produttore a produttore: l’importante, in ogni caso, è che l’unità DVD o USB che ospita il nuovo Windows sia al primo posto dell’elenco. A questo punto il computer riconoscerà in fase di riavvio la nuova copia di Windows 10 creata con il Media Creation Tool: dopo la schermata di benvenuto sarà possibile, tramite la procedura guidata, selezionare la lingua, la valuta e il layout della tastiera. Arrivati alla schermata “Che tipo di installazione vui eseguire?”, per installare Windows 10 dual boot scegliere la voce “Personalizzata: installa solo Windows (opzione avanzata)“.

Windows 10 dual boot: l'installazione avanzata ci consentirà di mantenere il "vecchio" Windows 7 o Windows 8 già installato.
Windows 10 dual boot: l’installazione avanzata ci consentirà di mantenere il “vecchio” Windows 7 o Windows 8 già installato.

All’apertura della finestra “Dove vuoi installare Windows?”, nell’elenco delle partizioni disponibili selezionare quella con etichetta “Spazio non allocato“, vale a dire la porzione di disco liberata in precedenza. Selezionare la partizione e cliccare sul tasto “Nuovo”, quindi sul pulsante “Applica”. Cliccando su “Avanti” inizierà quindi l’installazione di Windows 10 dual boot.

Al riavvio del computer, apparirà una nuova schermata dal titolo “Scegli un sistema operativo“: nell’elenco compariranno Windows 10, fresco di installazione, e il sistema precedentemente in uso (Windows 7 o 8). Da qui potremo continuare a utilizzare la “vecchia” installazione, che continuerà a contenere programmi e files installati, oppure optare per il nuovo Windows 10 e iniziare a familiarizzare con la nuova creatura Microsoft.

Nel caso in cui non venisse operata alcuna scelta entro 30 secondi dall’avvio della schermata “Scegli un sistema operativo”, il PC verrà avviato di default con Windows 10. Da Start -> Sistema -> Impostazioni di sistema avanzate -> Avanzate -> Impostazioni -> Avvio e Ripristino è possibile modificare il sistema operativo predefinito, scegliendo fra quelli installati, nonchè variare il tempo a disposizione per operare la scelta (o disattivare del tutto il countdown, obbligando l’utente a fare una scelta).

In futuro, quando ci si sentirà pronti al “grande passo”, sarà sempre possibile eliminare la partizione contenente Windows 10 e procedere all’aggiornamento della vecchia copia di Windows 7 o 8, seguendo la nostra guida.

ReCaS, il supercomputer di Bari: l’orgoglio tech italiano

ReCaS è l’abbreviazione di Rete di Calcolo per SuperB e altre applicazioni. È un progetto tutto italiano che ha portato alla nascita di un calcolatore dalla potenza paragonabile a quella di 13mila computer. Gli artefici e promotori sono l’Istituto nazionale di Fisica Nucleare e l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, in particolare il Dipartimento Interateneo di Fisica Michelangelo Merlin.

ReCaS, il supercomputer di Bari: l’orgoglio tech italiano

Il ReCaS sorge nel campus universitario di Bari ed è stato realizzato con fondi ministeriali e fondi europei, all’interno del c, Programma Operativo Nazionale per la Ricerca e Competitività 2007-2013, Avviso 254/Ric, finalizzato al potenziamento di infrastrutture di calcolo già esistenti a nelle regioni Puglia, Calabria, Sicilia e Campania. Infatti, la scelta di Bari non è casuale perché, proprio in quella città, dal 2009 è attivo il BC²S – Bari Computing Centre for Science presso il Dipartimento di Fisica.

Dopo 4 anni di lavoro, nel luglio 2015 è stato inaugurata quella che può essere definita una delle più potenti infrastrutture pubbliche italiane, nonché orgoglio nazionale. Il ReCaS dimostra, infatti, come in Italia e nel Mezzogiorno i finanziamenti pubblici possano essere spesi per progetti concreti e di rilevanza mondiale. La struttura occupa uno spazio di 800 metri quadrati all’interno di una palazzina di due piani: uno, quello superiore, riservato agli uffici, l’altro alle macchine, un concentrato di tecnologia dai numeri impressionanti.

ReCaS, il supercomputer di Bari: dati tecnici

Definire il ReCaS il supercomputer di Bari, non è esagerato. I dati tecnici sono da capogiro. La capacità di memoria su disco è di 6.600 terabyte, con uno spazio di archiviazione su nastro di 2.500 terabyte e capacità di elaborazione di 10 gigabyte al secondo.
Ha in tutto 128 server con CPU AMD Opteron Processor 6376, da 64 core per macchina (DELL MD3680f.), per un totale di 8192 core già all’avvio. Ogni server ospita 256GB di RAM e lo spazio disco disponibile è di 3552 TB.
La scheda grafica è l’NVIDIA K40.

20 server con processore Intel Xeon CPU E5-2650L v2 @ 1.70GHz, per complessivi 800 core, sono dedicati al calcolo HPC (high performance computing) e sono interconnessi con gli altri via tecnologia Infiniband. La rete LAN è a “matrice piatta” e i collegamenti punto-punto su fibra vanno a 10Gbps, attraverso due switch centrali Huawei CloudEngine 12812: configurati in modalità attiva-passiva e con 480 porte e 400 ottiche, sono in grado di reggere fino a 576 connessioni ciascuno. Il Fortigate 800c, un firewall evoluto permette di elaborare uno stream di 20Gbps.

ReCaS, il supercomputer di Bari: alta affidabilità

I livelli di affidabilità sono altissimi. Il file system CEPH registra dati in triplice copia, rendendo così quasi impossibile la perdita di dati.
La tape library IBM System Storage TS3500 consente, invece, l’archiviazione su nastro dei dati presenti su disco e al momento esporta circa 2.5 PB di capacità su nastro.

Ogni server ha una doppia alimentazione ridondata. Gli alimentatori di ciascuna macchina sono collegati a due diverse linee, alimentata ognuna da un UPS. I due blocchi di UPS forniscono così energia in parallelo rendendo possibile in ogni momento spegnere un UPS e la corrispondente linea di alimentazione, senza compromettere l’efficienza delle macchine di calcolo. In pratica, quando un alimentatore si rompe o non viene più alimentato perché magari si trova in fase di manutenzione, l’altro prende in carico il sistema.

Inoltre, in caso di gravi malfunzionamenti della rete dati, l’accesso in remoto alle macchine è sempre garantito. Ci sono, infatti, switch dedicati che alimentano una rete separata (e quindi isolata dalle altre) per il management. Invece, in caso di mancanza di energia elettrica, interviene un generatore ausiliario a gasolio, collocato all’esterno e capace di far fronte alle situazioni di emergenza anche per lunghi periodi.

ReCaS, il supercomputer di Bari: all'interno di questi armadi sono contenuti i 128 server, ognuno con doppia alimentazione ridondata
ReCaS, il supercomputer di Bari: all’interno di questi armadi sono contenuti i 128 server, ognuno con doppia alimentazione ridondata

ReCaS, il supercomputer di Bari: open source

Il ReCaS riprende l’orientamento già seguito dal BC²S e cioè un ampio utilizzo di software open source. Il sistema di monitoring è così affidato a Zabbix, il batch system a HTCondor e il sistema di ticketing a Redmine. Foreman e Puppet sono invece utilizzati per l’installazione e la configurazione automatica mentre Lustre e CEPH sono impiegati per lo storage condiviso. Per quanto riguarda l’utilizzo di cloud private dedicate allo staff del Dipartimento di Fisica il software adottato è OpenStack.

Inoltre il ReCaS si avvale anche della piattaforma Cloud Open Source Prisma realizzata da specialisti dell’Istituto di Fisica e dell’Università di Bari con la collaborazione di aziende nazionali e imprese del territorio pugliese.

ReCaS, il supercomputer di Bari: utilizzi

Ed è proprio Roberto Bellotti, il responsabile del progetto Prisma nonché coordinatore della Scuola di Fisica medica dell’Università di Bari, a spiegare le potenzialità di ReCaS. Potenzialità enormi visto che, come sottolinea il professore, “oltre alla ricerca di base in molti settori (Fisica, Biologia, Medicina), il calcolo scientifico ad alte prestazioni ha svariati utilizzi di impatto diretto nella vita dei cittadini”.

Attualmente il supercomputer ReCaS è utilizzato come elaboratore di calcolo scientifico negli esperimenti di fisica subnucleare o di astrofisica o nei settori della biologia, medicina, ingegneria e geologia. Tra i campi di applicazione c’è anche quello per effettuare calcoli sugli studi sulla diagnosi precoce delle malattie neuro-degenerative.

ReCaS, il supercomputer di Bari è impiegato anche dal Cern di Ginevra dove è stato usato anche per gli esperimenti sulla scoperta del bosone di Higgs.
ReCaS, il supercomputer di Bari è impiegato anche dal Cern di Ginevra dove è stato usato anche per gli esperimenti sulla scoperta del bosone di Higgs.

Anche l’ARPA Puglia si avvale del ReCaS per monitorare le condizioni climatiche e ambientali a Taranto e soprattutto nel rione Tamburi. Ed è integrato in diverse infrastrutture tra cui l’Italian GRID (IGI), la Worldwide LHC Compunting GRID (WLGC), la European GRID Infrastructure (EGI) e la EGI Federated Cloud. Soffermandoci a livello internazionale, il supercomputer ReCaS è impiegato anche dal Cern di Ginevra, dove è stato usato anche per gli esperimenti sulla scoperta del bosone di Higgs.

L’obiettivo futuro è impiegare il ReCaS anche all’interno della pubblica amministrazione per l’elaborazione e l’archiviazione dei contenuti attraverso software open source e database in cloud computing.

Infatti, come sottolinea sempre Roberto Bellotti, il ReCas “è un piccolo tassello al rafforzamento del tessuto produttivo, e quindi anche sociale, della Regione Puglia e anche la prova della possibilità di utilizzare finanziamenti europei in modo sano e virtuoso”.