06 Novembre 2025
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Si nasce e si cresce sul web

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Che internet fosse una rivoluzione era evidente fin dai suoi primi timidi vagiti, dal mondo dei forum ai primi videogiochi online, la rete è sempre stata foriera di innovazione e di cambiamento, fino a scatenare fenomeni inaspettati, come quello dei social che sono riusciti in breve tempo a ribaltare il concetto di intrattenimento, prima passando dalla nobilitazione televisiva e, successivamente, scavalcando il media morente e diventando loro stessi la principale fonte di intrattenimento.

Piattaforme come Youtube, Vimeo e tante altre, già da anni ci offrono contenuti audiovisivi prodotti sia da aziende che da amatori, fino ad arrivare ad assottigliare le differenze tra le produzioni con alle spalle compagnie e agenzie, e le autoproduzioni che riescono in certi casi a ottenere successi planetari. Ecco che con l’avvento dei social e di piattaforme come Facebook e Instagram, il successo e le tendenze hanno iniziato a provenire direttamente dai nuovi media, il colpo di grazie, o la spinta finale a seconda di come la vediamo, è invece giunta con l’invasione dei contenuti video, che hanno trasformato la rete con i suoi social e le sue piattaforme di sharing nella principale fonte di intrattenimento nella quotidianità delle persone, capaci di usufruire dei contenuti in qualsiasi luogo e attraverso ogni dispositivo dotato di una connessione.

È proprio in questo ambito che i contenuti video sono cresciuti a dismisura, forti anche del notevole miglioramento tecnologico dei dispositivi a nostra disposizione, dalle fotocamere, ai supporti sui quali visualizziamo i filmati, così come dell’avanzamento delle connessioni mobile che tra 4G e 5G si apprestano a coprire il gap con la fibra ottica e la classica e quasi passata ADSL.

Social network
Social network e mondo connesso

Nuove star

Come ci insegna il mondo di Youtube, le nuove star nascono e si sviluppano direttamente in rete, basti pensare a personaggi come XXXTentacion, genio trap morto recentemente che si è fatto strada tra soundcloud e Youtube, senza il bisogno di case discografiche e altri mezzi di espressione al di fuori del web e dei suoi video, così come il nostrano Young Signorino, fenomeno musicale che deve il suo successo alla possibilità di caricare video e canzoni liberamente, alla portata di tutti e consultabili dai milioni di utenti che ogni giorno prendono in mano il proprio smartphone centinaia di volte in cerca di nuovi contenuti, di intrattenimento e di modi per staccare il cervello o attendere magari un mezzo pubblico.

Viene a crearsi così un sistema diverso, inaspettato e in grado di sorprendere la stessa industria della pubblicità che si ritrova spesso a sprecare risorse e denaro per media poco seguiti, scommettendo su testimonial estremamente costosi e ignorando il fatto di poterne creare di propri o, semplicemente, della possibilità di colpire target ben precisi, semplicemente lavorando assieme a influencer di nicchia, magari meno noti, ma seguitissimi da una categoria precisa più utili e remunerativa di una platea televisiva. Il cuore di tutto rimangono però i video, magari scritti egregiamente, diretti con capacità, corredati da testi e foto, ma comunque video.

Prodotti audio-visivi diretti e in grado di coinvolgere immediatamente l’utente che se li trova davanti, forti magari di un avvio automatico sui social network e della brevità, arma senza precedenti da utilizzare al meglio specialmente quando si lavora su Instagram e Facebook, che permette inoltre di presentare il proprio messaggio senza fare perdere troppo tempo a chi abbiamo davanti, tenendo quindi la sua concentrazione al massimo con un filmato di impatto.

Nascono così nuovi successi, personaggi che guadagnano una fama un tempo impensabile semplicemente facendo ciò che gli piace condividendolo, brand che si sviluppano dal nulla, che trasformano un’idea in realtà con una campagna video e un crowdfunding. Tutto questo va a delineare una nuova realtà, una concezione differente del media e un modo nuovo di crescere attraverso il web.

Il video come mezzo di espressione della contemporaneità

Come abbiamo visto, tutto ruota intorno al video, ai filmati della rete che ritroviamo poi su Whatsapp, sulle piattaforme di sharing, sui social e così via. La novità anche in questo campo è l’assoluta semplicità nella creazione di un video.

Movavi software editing
Movavi, app dedicata all’editing video utilizzata da esperti e principianti

Mentre un tempo creare un contenuto di questo genere avrebbe necessitato strumenti estremamente costosi, un montaggio fatto da un professionista e altre spese accessorie (oltre alla capacità tecniche del regista), al giorno d’oggi i video si realizzano con lo smartphone, video rapidi e amatoriali, così come clip e produzioni di alto livello. Tutto diventa alla portata di tutti, rendendo quasi inutile la figura stessa del regista, dal momento che, alcune delle menti più brillanti della realtà web, hanno fatto tutto in modo assolutamente privato, trovando soluzioni innovative, spesso proprio grazie alla loro scarsa conoscenza delle regole della regia.

Ed ecco che si passa all’editing, vero cuore della realizzazione di un contenuto appetibile al pubblico. L’editing video oggi si fa con i software, non c’è più bisogno di uno studio o di un esperto ma semplicemente di una app e di qualche tutorial, leggete qui per esempio, per capire quanto sia ormai semplice sfruttare uno di questi strumenti per improvvisarci registi e creare contenuti che possono facilmente raggiungere milioni di persone. Non servono più super pc, o studi video per ottenere risultati ottimali, basta un piccolo interesse verso i software a nostra disposizione, pochi click e il video è servito.

Ci ritroviamo così di fronte a un sistema dove la possibilità di avere successo, di mettere in mostra il nostro lavoro o di affermarci in questo o in quell’altro campo, dipendono semplicemente da noi, dalla nostra voglia di metterci alla prova e da quello che abbiamo da comunicare; che si tratti di geniali tecniche di marketing, di arte visiva, di musica, di moda o letteratura, tutto sta nella capacità di sfruttare al meglio il mondo dei social, il web e i contenuti video, colonna portante dell’internet moderno. Le stelle del web sono tutte nate così, e la loro capacità di influenzare e creare tendenze è ben superiore dei personaggi che arrivano da realtà del passato. Il futuro è sulla rete, che lo vogliamo o no, chi ha aspirazioni aziendali o artistiche di qualche genere, dovrebbe quindi far bene i conti e iniziare a prepararsi a debuttare in questa realtà poliedrica e dalle infinite possibilità

Sony Xperia XZ3 recensione. Un balzo in avanti, quasi perfetto

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Un grande passo in avanti. Con i suoi pregi e i suoi difetti, ma un gran bel passo in avanti. Questo è lo spirito del nuovo Sony Xperia XZ3, chiamato a scrollarsi di dosso un po’ di vecchiume e farsi nuovo. Riuscendoci abbastanza bene, in alcuni casi, dimostrando di dover mangiare ancora un po’ di “pane”, in altri. Ma comunque, l’intento è quello di guardare negli occhi Samsung, Apple e Huawei senza più timori.

Vuoi capire il prodotto in un minuto? leggi la slide

Design

Molto bello. Misto alluminio e vetro, effetto "bombato". I bordi incurvati lo fanno assomigliare al Samsung

Display

Bellissimo. Grande, aggiornato a tecnologia OLED, bordi arrotondati. Eccellente

Hardware

Nulla di nuovo rispetto al predecessore. Velocità sufficiente per le sue funzioni

Sistema Operativo

Android 9 Pie. Molte personalizzazioni e previsioni intelligenti. Tante app Sony (alcune inutili) e Netflix preinstallato

Rete e chiamate

Dual Nano SIM. Supporto reti ok

Funzionalità

SideSense: ovvero tocchi due volte su un lato e appare un menù con le app più usate

Smart Launch: lo metti in orizzontale e apre da solo la fotocamera 

Ambient Display: 5 combinazioni di grafica, notifiche e stile delle icone

Fotocamera frontale

Classica 19MP. Ottime foto, a volte un po' sovraesposte

Video

Bellissimi video 4K HDR. Slow Motion migliore del mercato

Audio

Molto forte con bassi potenti

Fotocamera Selfie

Aumentata a 13.2MP. Strumenti di miglioramento viso abbastanza buoni

Memoria

Solo una versione da 64GB, espandibile fino a 512GB

Batteria

Buona durata. Cavo USB, ricarica rapida e Wireless

Prezzo/Disponibilità

Circa €800. Arriva per inizio ottobre 2018

Opinioni

Ad alcuni piace l'aggiornamento, altri dicono che ormai assomiglia ad un Samsung

Problemi

Niente jack da 3.5mm e niente sblocco tramite riconoscimento facciale

Sony Xperia XZ3 recensione: la storia

Sony ha fatto la storia della tecnologia, proponendo, non solo nel ramo degli smartphone, delle innovazioni epiche. Eppure proprio nel settore mobile era rimasto abbastanza vecchietto, almeno fino al Sony Xperia XZ2, dove l’entrata in gioco del nuovo design “Ambient Flow” lo rese finalmente un prodotto che non sembrava teletrasportato da un’altra epoca. Insomma, la Sony si era svegliata.

Ma per compiere un nuovo balzo in avanti, serviva perlomeno mettersi al pari con i leader, e Sony Xperia XZ3 lo fa, soprattutto a partire dallo schermo. I contatti con aziende come LG e Sharp hanno dato buoni frutti e quando apri la scatola il “Wow!!” che ti esce spontaneo, non è più molto dissimile da quello che fai con Samsung o Apple. Ovviamente, crescere significa a rinunciare a qualcosa di vecchio, che non a tutti è piaciuto: insomma, nessuna crescita è indolore.

Design

Molto bello. Sony Xperia XZ3 è sensibilmente differente rispetto ai suoi predecessori e tirato fuori dalla tasca fa la sua bella bella figura. E’ interamente costruito in metallo, con una scocca che ricorda quella degli aerei (almeno così dice con un po’ di enfasi il produttore). Ma il bello è l’unione del vetro che gli dà un bellissimo effetto “bombato”, conferendogli allo stesso tempo molta forza e tanta tanta resistenza. E’ leggermente più duro e spesso dei suoi competitor, ma ci piace.

E’ disponibile in quattro colori. Il Black è piuttosto elegante anche se, attenzione, si trasforma facilmente in un raduno di ditate che rovinano un po’ l’effetto, a meno che non lo puliate ogni mattina come fareste con degli occhiali di vista. Il White Silver, abbastanza caruccio, ma soprattutto il Forest Green e il Bordeaux Red, due colori decisamente originali rispetto alla media che lo fanno risaltare molto bene, e dove le ditate si vedono decisamente di meno.

Visto frontalmente abbiamo in alto gli speaker e in basso la fotocamera frontale. Sul fondo troviamo l’entrata per una ricarica USB-C, ma niente (oddio!) jack da 3.5mm! Sul retro ecco spiccare al centro la fotocamera e il sensore per il riconoscimento delle impronte digitali. Accipicchia, quest’ultimo è posizionato piuttosto maluccio, e i primi test lo definiscono abbastanza scomodo.

Sul bordo sinistro assolutamente niente, mentre sul destro i cari e vecchi controlli per il volume, l’accensione e l’entrata delle schedine.

Il tutto è davvero resistente. Non solo la combinazione di alluminio e vetro contribuisce ad una solidità generale che si sente parecchio, ma è protetto dalla polvere, dall’acqua, dove può essere immerso oltre un metro fino a 30 minuti, e dai graffi, grazie alla tecnologia 3D Gorilla Glass 5, che mira a rendere il Sony Xperia XZ3 un dispositivo veramente molto molto difficile da rovinare.

L’impressione generale del design è veramente buona, anzi… diciamola tutta. Sembra un bel Samsung!

Display

Eccoci al cuore della rivoluzione apportata nel Sony Xperia XZ3. Innanzitutto le dimensioni: un bel 6 pollici con una ratio di 18:9, dà veramente tanto bello schermo da guardare. Sony Xperia XZ3 è immune alla moda del Notch, quella rientranza nera che ospita di solito la fotocamera, con lo schermo che si estende alla sua destra e alla sua sinistra. No, qui abbiamo un bel rettangolo.

Quanto a qualità, Sony Xperia XZ3 può essere annoverato nei cataloghi: la casa madre ha abbandonato definitivamente il vecchio display IPS LCD, utilizzato strenuamente negli ultimi anni, è si è convertita al P-OLED. La nuova tecnologia, che nasce grazie alla collaborazione con la Bravia, offre uno schermo veramente stupendo. E’ brillantissimo nei colori, che sembrano saltare fuori dallo schermo, non meno che la resa del nero dei caratteri, che sembrano stampati. Bello e vivido, il display di Sony Xperia XZ3 è dotato di tecnologia QHD+ per la riproduzione dei video.

Questo tipo di qualità, in particolar modo l’HDR10, si adegua perfettamente agli standard con cui Amazon, YouTube e Netflix riproducono i film e le serie. Anzi, Sony e YouTube hanno anche stipulato un accordo per cui Sony, con questo tipo di codifica, invia più facilmente i video su YouTube, che li digerisce meglio e li riproduce con grandi prestazioni su tutti i dispositivi simili.

DisplayMate, un leader nel giudicare la bellezza dei display ha contrassegno lo schermo di Sony Xperia XZ3 con una bella A+, e possiamo dire che questo tipo di display non ha più da temere il Galaxy Note 9.

Ma non è finita: il display del Sony Xperia XZ3 ha i bordi incurvati. E pure molto. Copiando…ehm.. riprendendo la moda Samsung, il Sony Xperia XZ3 ha una eccellente curvatura dello schermo ai quattro angoli, dando una sensazione di spazio davvero gradevole. Per cui, tanti complimenti al display!

Hardware

Sotto questo aspetto nulla di nuovissimo. Il processore Qualcomm Snapdragon 845, abbinato ai 4GB di RAM è lo stesso del predecessore, il Sony Xperia XZ2. Per cui a livello di “motore” poco o nulla è stato fatto. In realtà c’è qualche piccola variazione: stando ai benchmark possiamo dire che è leggerissimamente più veloce, ma certamente non è facile notarlo e comunque in un prodotto successore di un altro, ci aspettiamo qualcosa di più.

Certo, il dispositivo è veloce e si utilizza benissimo, per carità, ma certamente possiamo affermare che il potenziamento dell’hardware non era tra le priorità dei progettisti.

Sistema Operativo

Sony Xperia XZ3 ci arriva con un bel Android 9 Pie nuovo di zecca. E questo è bello: la versione Pie è incentrata sulla capacità di adattamento. Ad esempio, a seconda delle applicazioni che usiamo, Android Pie gestisce al meglio la batteria. Oppure la luminosità dello schermo si adatta a seconda del luogo e dell’ora del giorno. E ancora, le applicazioni si adattano al tempo: ad esempio, Google Maps, al mattino, ti mostra come suggerimento il percorso per andare in ufficio, immaginando che tu stia andando a lavorare.

E addirittura, Android 9 Pie cerca di farti usare lo smartphone meno e in maniera più intelligente, mostrandoti un riassunto del tempo impiegato in ciascuna applicazione, con il sottile intento di farti sentire in colpa, “annebbiando”, pur potendole usare, le icone delle app di cui stai abusando.

Tutto questo sul Sony Xperia XZ3 funziona alla grande. A questo si aggiunge la solita gamma di applicazioni native di Sony, carine anche se alcune non si utilizzano praticamente mai, mentre troviamo preinstallato Netflix, per tutti gli appassionati. Avere Android 9 Pie, inoltre, è garanzia di ricevere per un bel pezzo anche gli aggiornamenti direttamente da mamma Google, il che è davvero una ottima notizia.

Rete e chiamate

Supportata appieno la connettività, il che ci rende contenti, anche se è normale per un dispositivo top di gamma. Sony Xperia XZ3 è pienamente Dual SIM e in particolare due Nano SIM, trovano felicemente posto nel corpo del dispositivo. Una sbavatura: una volta inserite bisogna riavviare per ottenerne il riconoscimento. Questo si potrebbe anche correggere, suvvia!

Funzionalità

SideSense

Tante belle funzionalità. La prima da citare è certamente Side Sense. Avete presente che il display, oltre ad essere bello e grande ha anche gli angoli smussati? ecco, se toccate due volte un lato dello schermo, ecco uscire allo scoperto un bel menù e una lista di app. Insomma, Sony Xperia XZ3 prova a reinventare l’interfaccia utente attraverso questo giochino. Il risultato è abbastanza carino: il menù si capisce bene, e le app più utilizzate vengono posizionate mano mano in alto, per maggiore comodità.

Ovviamente possiamo aggiungerle o modificarle manualmente. In realtà la funzione non è di immediata comprensione, anche per un fatto di abitudine o di cultura. In altre parole, sebbene sia una buona idea, rischia di diventare uno di quegli accorgimenti di cui ti dimentichi completamente, se non quando per caso lo attivi.

Smart Launch

Smart Launch invece è pensato per venire incontro agli scatti fotografici fatti in velocità. Se tiri fuori il Sony Xperia XZ3, e lo posizioni in orizzontale, si attiva automaticamente la fotocamera, e con un tocco sullo schermo puoi scattare la tua bella foto. E’ uno degli sforzi che Sony sta facendo nel settore dell’intelligenza artificiale o quantomeno nella previsione del comportamento dell’utente. Funziona nella stragrande maggioranza dei casi, solo in alcuni episodi c’è voluto qualche secondo prima di Smart Launch andasse in funzione.

Ambient Display

Ambient Display è pensato invece per creare una determinata “atmosfera” sul tuo Sony Xperia XZ3. Si tratta di un set grafico preimpostato con 5 stili differenti di orologio, notifiche, controller e grafica delle icone, facilmente modificabili dal pannello di controllo. Niente di rivoluzionario ma abbastanza carino.

Photo Playback

A questo si aggiungono altri piccoli “fiocchetti” come Photo Playback, dove le ultime foto scattate o quelle che selezioni appositamente, vengono mostrate a scorrimento nello stesso stile delle Tiles di Windows 10. E ancora, la possibilità di creare delle impostazioni già pronte per la navigazione su internet o la fotocamera, che si possono attivare all’istante grazie ad una icona-scorciatoia posizionata nella tua Home.

Fotocamera frontale

La fotocamera frontale del Sony Xperia XZ3 non ha subìto modifiche importanti rispetto al predecessore. Abbiamo i nostri bei 19MP. Perchè? sostanzialmente perchè il Dual Sensor che era stato montato sul Sony Xperia XZ2 era troppo spesso e non ci stava in una scocca così sottile, per cui si è tornati alla soluzione Single Sensor. Nonostante questo possiamo scattare delle foto eccellenti, nei dettagli e nei colori, anche in movimento.

Sony ha pensato ad una cosa: quando si fanno le foto con il cielo luminoso, spesso si sbaglia, per cui ha creato una funzione che si occupa di gestire un cielo soleggiato, lavorando sulla esposizione e su una bella serie di regolazioni. La cosa ci piacerebbe, ma in compenso in altre condizioni si rischia una sovra esposizione, per cui si è aggiustato da un lato per sbagliare dall’altro.

Sony Xperia XZ3 offre così una buona soluzione per scattare le foto. Ma rispetto al Galaxy Note 9 e all’iPhone X? no, non ci arriva ancora. In parte per le lenti, in parte per le soluzioni software, eccellenti, ma che ancora non reggono pienamente il confronto.

Video

La ripresa dei video è piacevolissima. Per due motivi: il primo è il poderoso e visibile sforzo della casa madre, che riesce ad offrire con orgoglio una splendida ripresa in 4K HDR. Il 4K per le immagini e la loro nitidezza, e l’HDR per i colori. Davvero un risultato eccellente. Secondo, davvero una figata lo Slow Motion: realizzato tramite tecnologia Spectra 280, è in assoluto il top che esista sul mercato. Niente come un Sony Xperia XZ3, al momento attuale, ti fa degli slow motion più belli.

Inoltre, come accennato, i video vengono codificati già per l’upload di YouTube, con il massimo della qualità possibile. Sotto questo aspetto, ottimo lavoro.

Audio

Molto bene anche il comparto audio. Innanzitutto per mere questioni di grandezza: gli speaker sono il 20% più grandi rispetto al Sony Xperia XZ2, per cui il volume è più forte. Ma il merito principale va al Dynamic Vibration System, che si basa su un motore per far vibrare lo smartphone più grosso e potente e un software che, analizzando le vibrazione stesse, è in grado di sincronizzarle con la musica. Il risultato è un audio di notevole livello, con dei bassi strepitosi.

Fotocamera Selfie

Se per la fotocamera frontale non segnaliamo nessun passo in avanti, quella dedicata ai selfie invece è migliorata. 13.2 MP per degli autoscatti davvero belli. A questo si aggiunge la funzione per migliorare il nostro viso: si può rendere più sottile, ingrandire leggermente gli occhi e aumentare la luminosità della pelle. L’operazione viene fatta in automatico grazie al riconoscimento dei volti, ma possiamo intervenire manualmente. Ovviamente, non arriviamo ai filtri di Instagram, ma diciamo che dei buoni risultati si possono ottenere con poco sforzo.

Memoria

Sony Xperia XZ3 ha solo una versione da 64GB. Ma con le solite schedine MicroSD possiamo tirare fino ai 512GB

Batteria e durata

Sony Xperia XZ3 è equipaggiato con una batteria non rimovibile da 3.330 mAh. Dovrebbe bastare per un uso quotidiano non eccessivamente intensivo: probabile che si arrivi a sera con il classico 15/20%. Per la ricarica ci dobbiamo appoggiare al cavetto USB per una velocità ottimale. Abbiamo anche la tecnologia Fast Charge, quella che in 30 min te lo riempie fino al 100%, e in più c’è la ricarica Wireless che è comunque abbastanza veloce.

Prezzo e disponibilità

Sì, il dispositivo è un top di gamma e il prezzo lo accompagnerà. Sony Xperia XZ3 dovrebbe costare dai €700 agli €800. La disponibilità è annunciata per l’inizio di ottobre di quest’anno.

Opinioni

I primi a provarlo sono stati gli utenti asiatici. Che dicono? alcuni sono entusiasti, e sono davvero felici che Sony Xperia XZ3 si sia finalmente svecchiato e offra soluzioni che sembravano mancare. Altri lo criticano perchè… sta diventando un Samsung! Sony ha sempre scritto la storia della tecnologia con le sue innovazioni, e il suo andare dietro ai leader finendo per assomigliargli sta deludendo alcuni fan. Insomma, sembra che abbia poche idee.

Una critica che si muove nei quattro angoli del globo: dannazione, non c’è il mini jack da 3.5mm!

Problemi

Per ora Sony Xperia XZ3 non presenta problemi importanti. L’unico veramente degno di nota è la scomodità del sensore di riconoscimento delle impronte. Le ragazze, con la mano più piccola ci arrivano, ma con le mani più grandi il cerchietto è posizionato troppo in basso e diventa scomodo. Infine, non è un vero e proprio problema, ma Sony Xperia XZ3 non ha la funzionalità di sblocco del dispositivo tramite riconoscimento facciale.

Scheda tecnica

RETETechnologiaGSM / HSPA / LTE
LANCIOAnnuncioAgosto 2018
RilascioPrimi di ottobre
CORPODimensioni158 x 73 x 9.9 mm
Peso193 g
ChassisAlluminio e vetro con Gorilla Glass 5
SIMSingola SIM (Nano-SIM) o Dual SIM (Nano-SIM, dual stand-by)
– IP65/IP68 resistente a polvere e acqua (fino a 1.5m per 30 min)
DISPLAYTipoP-OLED capacitivo touchscreen, 16M colori
Misure6.0 pollici, 92.9 cm2 (~80.5% ratio)
Risolutione1440 x 2880 pixel, 18:9 ratio (~537 densità ppi)
MultitouchSì, fino a 10 dita
ProtezioneCorning Gorilla Glass 5
– HDR BT.2020
– Display Triluminos
– Motore X-Reality
PIATTAFORMAOSAndroid 9.0 (Pie)
ChipsetQualcomm SDM845 Snapdragon 845
CPUOcta-core (4×2.7 GHz Kryo 385 Gold & 4×1.7 GHz Kryo 385 Silver)
GPUAdreno 630
MEMORIACard slotmicroSD, fino a 512 GB
Interna64 GB, 4 GB RAM
FOTOCAMERA

FRONTALE

Singola19 MP, f/2.0, 25mm, 1/2.3″, 1.22µm, PDAF predittivo
FunzioniLED flash, panorama, HDR
Video2160p@30fps, 1080p@60fps, 1080p@30fps (5-assi gyro-EIS), 1080p@960fps, HDR
SELFIE CAMERASingola13 MP, f/1.9, 23mm, 1/3″, 1.12µm
FunzioniHDR
Video1080p@30fps (5-assi gyro-EIS)
SUONOTipi di avvisoVibrazione; MP3, suonerie WAV
AltoparlantiSi, con stereo
3.5mm jackNo
– 24-bit/192kHz audio
– Dynamic vibration system
– Eliminazione del rumore con microfono dedicato
CONNETTIVITA’WLANWi-Fi 802.11 a/b/g/n/ac, dual-band, Wi-Fi Direct, DLNA, hotspot
Bluetooth5.0, A2DP, aptX HD, LE
GPSSì, con A-GPS, GLONASS, BDS, GALILEO
NFCSi
RadioNo
USB3.1, Type-C 1.0 con connettore reversibile; USB Host
FUNZIONISensoriImpronte digitali (retro), accelerometro, giro, prossimità, barometro, compasso
MessaggisticaSMS, MMS, Email, IM, Push Email
BrowserHTML5
– Ricarica Super veloce (Quick Charge 3.0)
– Ricarica Qi wireless
– Xvid/MP4/H.265 player
– MP3/eAAC+/WAV/Flac player
– Visualizzazione documenti
– Editor di foto e video
BATTERIANon removibile Li-Ion 3300 mAh
VARIEColoriBlack, Silver White, Forest Green, Bordeaux Red
PrezzoCirca 800 EUR

LG G7 Fit recensione. Il fratellino minore con qualche guizzo

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L’LG G7 Fit è il fratellino minore tra i prodotti della casa coreana del 2018. Può andare bene per quelli che vogliono un prodotto grande e che sembri in linea con dispositivi più blasonati, ma alla fine lo utilizzano sostanzialmente per telefonare.

Oppure se volete fare un dispetto ad un appassionato di tecnologia, che quando vorrà qualcosa di più dovrà cercare qualcos’altro. E’ una battuta, certo, ma fa ben capire il senso di questo prodotto. Uno smartphone di fascia media, che non rimarrà certo negli annali della tecnologia, ma che qua e là, ha qualche “guizzo” interessante.

Vuoi capire il prodotto in 1 minuto? Leggi lo slider

Design

Buono, abbastanza elegante. Estremamente resistente a polvere e acqua.

Display

Grande e luminosissimo. Si vede anche in pieno sole

Hardware

Processore di ripiego. Adatto solo per funzionalità medie. Poca RAM

Sistema Operativo

Android Oreo 8.1. Bel sistema, non stressa troppo l'hardware, alcune funzioni carine. 

Rete e chiamate

Dual Nano SIM, molto bene. Supporta la rete 4G LTE.

Funzionalità

Nulla di particolare. Solo il riconoscimento impronte digitali

Camera frontale

16MP. Abbastanza buona. Carina la funzione che capisce da sola il contesto della foto.

Video

Accettabili. Riesce a fare video in 4K se c'è buona luce.

Camera Selfie

Poco più di un sensore. Niente di che

Connettività

Nella norma, ma Bluetooth vecchio.

Memoria dati

Da 32 o 64GB. Molto espandibile fino a 256GB

Batteria

Una giornata scarsa. Però si ricarica molto velocemente

Benchmark

Per ora si posiziona a metà fra i suoi competitor.

Recensione LG G7 Fit. La storia del prodotto

LG ha lanciato sul mercato il suo prodotto di punta: LG G7 ThinQ, una vera nave ammiraglia che può competere con i top del settore. Tuttavia, dal momento che vi sono presentazioni di nuovi prodotti a ritmo regolare, la LG è solita creare delle versioni minori dei suoi prodotti top, in modo da essere presente sul mercato e non far vedere che non sta producendo nulla.

Per questo sono nati LG G7 One, un buon prodottino, e LG G7 Fit, che sono sostanzialmente dei “gregari”. Presentati entrambi all’IFA 2018 di Berlino questi sono, per stessa ammissione dei loro dirigenti, pensati come “ponte” per i dispositivi più importanti.

E’ in quest’ottica che deve essere visto LG G7 Fit, un prodotto di passaggio, come un centrocampista con un buon palleggio. LG G7 Fit si candida ad essere il successore dell’ormai vetusto LG G6.

Design

Il design di LG G7 Fit è buono, ben diverso dai fratelli maggiori, ma abbastanza carino. Possiamo dire che tirandolo fuori dalla tasca non farete un figurone eccezionale, ma non sembrerà nemmeno un telefono vecchio da preistoria. L’impressione generale è di un “buon, grande telefono”, diciamo. E’ fatto prevalentemente da alluminio con qualche parte in vetro, e in mano è ben saldo. Uno dei “guizzi” di cui vi parlavamo, è la sua resistenza.

E’ certificato IP 68. Ovvero, ha una straordinaria resistenza alla polvere, per cui non si formerà praticamente mai quella fastidiosa patina di polvericcio che sa tanto di “vissuto”, ed è completamente impermeabile. Potete immergervi per oltre un metro di profondità fino a 30 minuti, e LG G7 Fit non farà una piega. In teoria, questo tipo di certificazione supera anche 14 test militari. Traducendo in realtà, non potete andare in missione di guerra, ma se vi cade accidentalmente più volte, o se lo mettete nella tasca posteriore e vi sedete, non ve lo ritroverete in pezzi. Insomma, è un fratellino piuttosto “tosto”.

Dietro, troverete in una sola linea verticale, la fotocamera, il LED che funge da flash, e il bollino per il riconoscimento dell’impronta digitale. Per il resto, è dotato di tutte le classiche entrate per la ricarica, le cuffie e la schedina di memoria. LG G7 Fit è disponibile in due colori: Aurora Black e Platinum Grey.

Display

Il Display è bello. Grande, piuttosto grande, fa la sua buona figura. E LG ha avuto la furbata di dotarlo della sua tecnologia Bright Display, dove è leader nel mercato, per cui è luminosissimo, quasi accecante. I colori sono davvero sparati con grande forza e i vostri occhi non potranno non apprezzare. Mettendolo a piena luminosità potete vedere tutto anche in una giornata di sole.

E questo è un punto di forza. E’ dotato anche lui del Notch, una rientranza in alto e al centro, dove troviamo il sensore per i selfie, con lo schermo che si posiziona alla sua destra e alla sua sinistra: è una moda recente per sfruttare tutto lo spazio disponibile.

Certamente, il display, uno dei punti di forza del prodotto.

Hardware

E qui casca l’asino. Quello che definisce il prodotto di fascia media e che non lo porterà mai alle luci della ribalta è esattamente il suo hardware. Diciamolo chiaramente: ha delle soluzioni di ripiego. Nonostante sia dotato di un processore Octa-Core e una GPU dedicata per la grafica, il vero problema è che la CPU è una Snapdragon 821, ovvero una soluzione rilasciata nel 2016 dal produttore Qualcomm, per sostituire il problematico Snapdragon 820. Capito perchè diciamo “di ripiego?”.

Inoltre abbiamo 4GB di RAM, che non è una enormità. Tradotto in termini pratici, significa che il dispositivo può reggere un normale utilizzo, la navigazione sul web e un discreto numero di applicazioni in background, ma scordatevi di utilizzarlo per i videogiochi più impegnativi, altrimenti vi fumerà in mano, e non potrete tenere allegramente millemila app aperte, pena un sensibile rallentamento delle prestazioni.

Sistema Operativo

A compensare l’hardware decisamente limitato, il sistema operativo Android Oreo 8.1. LG ha scelto questa versione di Android proprio perchè ha delle limitazioni nell’utilizzo delle applicazioni e nella gestione dei dati, che consente di stressare di meno il processore e la batteria. Insomma, non avendo chissà cosa nel motore, perlomeno il sistema operativo è clemente. Android Oreo 8.1 offre una gestione delle notifiche veramente intelligente, dividendole per categorie e permettendo di silenziarle per un lasso di tempo a scelta.

Troverete la funzione “Picture in picture” per cui potrete visualizzare una applicazione più in piccolo mentre ne eseguite un’altra: esempio pratico, un video di Youtube mentre usate Whatsapp.
In teoria Oreo 8.1 sarebbe collegato al programma Android One, ovvero ad una funzionalità che garantisce l’aggiornamento del sistema operativo per almeno 18 mesi. Ce l’hanno LG G7 ThinQ e LG G7 One, ma non il Fit. Tuttavia, osservando le specifiche tecniche, dovrebbe essere possibile aggiornare lo stesso alla prossima versione di Android 9, detta Pie.

Non troveremo nemmeno il Google Assistant, che è troppo per le forze a disposizione di LG G7 Fit.

Rete e chiamate

Qui andiamo meglio. LG G7 Fit è Dual SIM, per cui supporta pienamente due belle Nano SIM per la gestione di un doppio numero. Inoltre, prende tutte le reti compreso il 4G LTE, per cui è molto probabile che abbiate campo nella stragrande maggioranza delle situazioni, e anche con la connessione dati, dovreste navigare in internet con grande stabilità.

L’audio delle telefonate è ottimo: non che abbia nulla di straordinario, se non la solita funzione di riduzione del rumore, però la voce è forte e chiara. Su questo aspetto, nulla da eccepire.

Funzionalità

Le solite: bussola, giroscopio, cronometro, niente di particolare. Comunque LG G7 Fit riesce ad integrare il riconoscimento e lo sblocco tramite impronta digitale. La procedura è sempre quella: si spinge con il polpastrello per quattro o cinque volte. Supporta fino a 5 impronte e lo sblocco è immediato. Ovviamente, da un “fratellino” non possiamo aspettarci molto altro.

Camera Frontale

Sotto questo aspetto LG G7 Fit si difende bene. Oddio, siamo sempre nella fascia media, per cui non aspettatevi di trovare chissà cosa. La fotocamera frontale infatti è di 16MP, che ormai è d’abitudine. Comunque LG ha provato a metterci qualcosa in più aggiungendo la funzione AI Cam, che starebbe per Intelligenza Artificiale Cam. Si tratta di una funzione per cui il software della fotocamera è in grado di capire da solo il contesto in cui ci troviamo, e adatta automaticamente le impostazioni per aiutarci a compiere un buono scatto.

Il cervellino di LG G7 Fit riconosce da solo fra “Persone, Cibo, Animali, Paesaggi, Città, Fiori, Alba e Tramonto” e si autoregola. Ovviamente il LED funge da flash per le condizioni di scarsa luminosità. Dati gli strumenti a disposizione possiamo aspettarci un lavoro abbastanza buono.

Audio e video

Per quanto riguarda il video, ci troviamo di fronte ad una qualità media, anche se possiamo registrare video in ultra definizione 4K. Ovviamente dobbiamo fare i conti fra quello che viene promesso e gli oggettivi limiti strutturali del prodotto. Diciamo che in condizioni di buona luce, si possono ottenere dei video abbastanza belli e molto nitidi. Ma non aspettatevi miracoli al crepuscolo o con oggetti in rapido movimento.

L’audio invece è veramente ottimo. Non solo quello delle chiamate, come dicevamo prima, ma anche quello della musica. Perchè LG in questo caso è stata molto intelligente, e ha inserito la funzionalità Boombox Speaker. Ovvero, la struttura dello smartphone è pensata per funzionare da cassa di risonanza per la musica, e questo significa che se facciamo partire un brano dalla nostra playlist, il suono “rimbomberà” nel telefono con un sensibile aumento dei bassi. Questo è molto carino.

Camera selfie

Per i selfie abbiamo un sensore, che fatichiamo a definire camera, di 8MP. Certo, possiamo farci i selfie, ma se volete fare i fighi su Instagram vi ci vorrà molto molto editing successivo.

Connettività

Classica, nulla di particolare. A tratti vecchietta, come il Bluetooth che è rimasto a 4.2 mentre siamo al 5.

Memoria

LG G7 Fit ha due versioni da 32 e 64GB. Per chi non ha una grande mole di dati può andare bene, diciamo che siamo nella media. Per fortuna la memoria è molto molto allungabile. Tramite le solite schedine SD possiamo arrivare a 256GB, che dovrebbero bastare anche per un fotografo.

Batteria e durata

La batteria ha una buona durata. Con 3000 mAh lo smartphone regge fino a sera, a fronte di un utilizzo normale. Non è che vi siano prestazioni degne di nota. L’unica cosa positiva è che è dotata di tecnologia Fast Charge, per cui se siamo al 2% in una cinquantina di minuti siamo al 100%. Per la ricarica della batteria wireless però niente da fare. Ancora il caro e vecchio filo.

Trucchi

LG G7 Fit ha la tecnologia Boombox Speaker per ampliare i suoni. Provate comunque ad avviare una canzone con un bel giro di basso (come Billie Jean di Michael Jackson o Human di Rag’n’Bone Man) e appoggiatelo su una scatola: è progettato per far vibrare il cartone in modo da amplificare ancora di più i bassi.

Prezzo e disponibilità

Nulla sappiamo sul prezzo, su cui LG tiene uno stretto riserbo, ma dal momento che non è un prodotto di punta su cui si vuole guadagnare chissà cosa, non dovrebbe essere esoso. Anzi, il rapporto qualità/prezzo dovrebbe essere piacevole. Per la disponibilità, sappiamo che arriverà in Italia per la fine del 2018.

Opinioni

Pochissime, per ora. Le uniche che si trovano in rete puntano il dito contro il processore scarso. Certamente, non sarà il prodotto preferito di chi se ne intende un po’.

Benchmark

Messo a confronto con gli altri prodotti della sua gamma, per ora possiamo fare affidamento sul benchmark di Antutu, una compagnia cinese che esegue 5 test fondamentali. CPU, RAM, Grafica 2D e 3D e velocità di scrittura/lettura. Stando a questa prova LG G7 Fit si posiziona a metà rispetto ai suoi concorrenti. Riesce a superare il Nokia X5 e l’Oppo A3, è alla pari con il suo antenato LG G6+ mentre è un pochino sotto all’iPhone SE (roba del 2016), e a Huawei Nova 2s.

Scheda tecnica

CORPODimensioni153.2 x 71.9 x 7.9 mm
Peso156 g
SIMSingle SIM (Nano-SIM) o Dual SIM (Nano-SIM, dual stand-by)
– IP68 resistente a polvere/acqua (fino a 1,5 metri per 30min)
– MIL-STD-810G approvato
DISPLAYTipoCapacitivo touchscreen IPS LCD , 16M colori
Dimensioni6.1 pollici, 91.3 cm2 (~82.9% body ratio)
Risoluzione1440 x 3120 pixel, 19.5:9 ratio (~563 ppi)
MultitouchSi
ProtezioneDa confermare
– Dolby Vision/HDR10 approvato
– Display sempre attivo
PIATTAFORMAOSAndroid 8.1 (Oreo)
ChipsetQualcomm Snapdragon 821
MEMORIACard slotmicroSD, fino a 512 GB
Interna32/64 GB, 4 GB RAM
FOTOCAMERA
FRONTALE
Singola16 MP, f/2.2, 28mm, PDAF & laser AF
FunzioniLED flash, HDR, panorama
Video2160p@30fps
SELFIE CAMERASingola8 MP, f/1.9, 26mm
Video1080p@30fps
SUONOTipiVibratione; MP3, suonerie WAV
AltoparlanteSi
3.5mm jackSi
– 32-bit/192kHz audio
– DTS: X Surround Sound
– Eliminazione del rumore con microfono dedicato
CONNETTIVITA’WLANWi-Fi 802.11 a/b/g/n/ac, dual-band, Wi-Fi Direct, DLNA, hotspot
Bluetooth4.2, A2DP, LE
GPSSi, con A-GPS, GLONASS, BDS
NFCSi
RadioFM radio
USB3.1, Type-C 1.0 connettore reversibile, USB On-The-Go
FUNZIONISensoriImpronta digitale (sul retro), accelerometro, giroscopio, prossimità,
MessaggiSMS(organizzati in gruppi), MMS, Email, Push Email, IM
BrowserHTML5
– Carica rapida della batteria (Quick Charge 3.0)
– MP4/DviX/XviD/H.265 player
– MP3/WAV/FLAC/eAAC+ player
– Editor Photo/video
– Editor di documenti
BATTERIANon-rimovibile Li-Po 3000 mAh
VARIEColoriNew Aurora Black, New Platinum Gray

 

Il tuo sito perde posizioni su Google? Le cause che non ti aspetti

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E’ da tanto che lavori sul tuo sito, avevi ottenuto dei buoni risultati di posizionamento e avevi anche raggiunto qualche posizione decisamente interessante. Ma ora il tuo sito perde posizioni su Google, e non sai perchè. Apparentemente sembra non sia cambiato nulla, ma i tuoi link scendono.

Può accadere per tantissimi motivi, ma nella nostra esperienza, il calo improvviso di risultati sui motori di ricerca può derivare da problemi di sicurezza nel sito web, di cui non avevi minimamente sospettato l’esistenza. Ecco una carrellata di possibili criticità relative alla sicurezza e alla privacy del sito, che potrebbero essere la causa dei tuoi problemi.

Perdi posizioni su Google perchè… il server non è attendibile

I motori di ricerca analizzano il tuo server per capire se è attendibile. Se il tuo sito è su un server particolarmente economico, che per risparmiare inserisce i dati del tuo portale assieme ad altri domini, fra cui gioco d’azzardo, porno o scommesse, hai un problema. Questo incide sulla reputazione del tuo sito, abbassandone il posizionamento. E non solo: anche la posizione geografica del server ha il suo ruolo. Se il sito ha un dominio italiano e il server si trova in Bangladesh, si verifica una incoerenza sospetta che incide sulla fiducia nei confronti della tua piattaforma.

Per risolvere questo problema bisogna migrare il sito verso un server altamente attendibile e dedicato, o che perlomeno non faccia convivere sulla stessa macchina i siti seri con quelli meno attendibili. E che sia situato nel nostro paese.

Hai dello spam nascosto

Gli hacker sono molto furbi. Non attaccano più i siti defacciandoli per divertimento. Lo fanno solo per portare avanti le loro ideologie, ma nella stragrande maggioranza dei casi, un attacco hacker rimane silente. Il tuo sito continua a funzionare normalmente ma in realtà contiene dei link di spam, che fanno il gioco dei pirati informatici e nel frattempo sono catastrofici per il tuo posizionamento. Te ne potresti accorgere per caso, ma di solito lo spam si diffonde come una malattia non vista, minando la sicurezza e le performance del sito.

Nel caso in cui il tuo sito sia stranamente lento e/o stai perdendo posizioni molto velocemente senza che la concorrenza abbia fatto granchè, probabilmente c’è qualcosa di insolito nel tuo codice. E’ il caso di verificare le pagine del tuo portale e di rimuovere immediatamente lo spam. Ma non basta: una volta che si viene contrassegnati come spammer, è necessario attivare una serie di operazioni per riconquistare la fiducia verso i motori. E’ un lavoro delicato e abbastanza complesso, che fa fatto da personale specializzato.

Hai un virus nelle pagine

Caso ancora peggiore dello spam. Un hacker ha inserito un virus nel tuo sito, e tutti gli utenti che lo visitano vengono infettati. E’ una delle situazioni peggiori e di norma te ne puoi accorgere perchè cercando il tuo sito da Google, vieni segnalato come non sicuro, con la dicitura che se si procede lo si fa a proprio rischio e pericolo. In questo caso la caduta del posizionamento è sicura: è come se il sito avesse un infarto, bisogna fare il prima possibile.

Bisogna rimuovere il virus a livello di server, toglierlo dal codice e verificare che non ne siano state inserite varianti. Se il tutto viene eseguito entro poche ore, è possibile che i danni siano contenuti e che il tuo portale venga risparmiato. Se passassero giorni o settimane, invece, bisogna aggiungere ad una profonda pulizia, la realizzazione di nuovi contenuti professionali per dimostrare la ritrovata affidabilità del portale.

Non hai ancora l’HTTPS

Il protocollo di sicurezza HTTPS è una tecnologia che cifra le comunicazioni fra il tuo server e il browser dell’utente, per evitare che queste possano essere intercettate. Lo riconosci dal lucchetto verde che compare in alto a sinistra quando visiti il sito. Prima era appannaggio dei grandi portali, ma ora Google ha dato una profonda spinta per l’adeguamento di tutti i siti, e non solo segnala quelli sprovvisti di HTTPS ma li abbassa leggermente nei risultati.

Il passaggio all’HTTPS può risolvere parecchi problemi di posizionamento, e per farlo è necessario installare un certificato di sicurezza valido e di un ente certificato, e controllare manualmente che ogni pagina sia aggiornata. Se fatto male il risultato è ancora peggio: un misto di HTTPS e HTTPS, o pagine doppie, confondono i motori e fanno più male che bene. Per questo l’operazione deve essere veloce e completa.

Non si capisce chi c’è dietro il sito

Questa è specializzata per i siti di news. Il posizionamento organico ma soprattutto su Google News ha bisogno di alcune caratteristiche fondamentali. Una di queste è la attendibilità del sito: per avere un portale di news affidabile è necessario che siano chiari i riferimenti ai gestori del sito, e che i giornalisti o almeno la redazione siano facilmente contattabili ed identificabili. Inoltre, devono essere escluse alcune cattive pratiche come la scrittura di più news per lo stesso identico fatto, che di norma si fa nell’illusione di posizionarsi per più keyword, o l’utilizzo massiccio di foto prese da altri giornali.

In questo caso c’è un problema non strettamente di sicurezza, quanto di credibilità, ed è necessaria una consulenza completa per l’aggiornamento del portale di news, al fine di rispondere agli standard richiesti dagli aggregatori di notizie.

Come la blockchain può aiutarci a recuperare privacy e aggirare la censura

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Leggiamo in continuazione titoli di giornali che associano il termine blockchain alle criptomonete, i Bitcoin, ma la maggior parte del pubblico non ha compreso le basi della tecnologia, non sa come funziona e non immagina che può essere applicata anche al di fuori delle valute digitali.

In parole semplici, la blockchain è un sistema per lo scambio di informazioni decentralizzato. Ogni dato viene registrato, aggiornato e verificato da tutto il resto della struttura che partecipa al meccanismo, controllando che non ci siano transazioni non autorizzate e prevenendo interferenze da parte di entità maggiori come i governi o le grandi aziende.

Dal momento che le istituzioni pubbliche e le aziende private si stanno impegnando per creare in maniera discreta strumenti di sorveglianza di massa come Amazon, Facebook ma anche Wechat, una versione tutta cinese di Whatsapp, la blockchain sarà lo strumento con cui le future generazioni potranno proteggere i loro diritti e la loro privacy. Vi forniamo tre esempi del potenziale del blockchain che possa aiutarci ad evitare la censura, proteggere la privacy e garantire la nostra libertà.

Usare la blockchain per aggirare la censura

La tecnologia della blockchain debuttò in un momento storico in cui il pubblico era sempre più dipendente dai social media e delle gratificazioni istantanee che internet gli forniva. E con il crescere di queste piattaforme, la privacy è diventata sempre meno importante nella mente degli utenti, ma in realtà sempre più urgente a livello generale.

Questa impostazione di internet rende i cittadini suscettibili di invasioni della loro privacy e di censure pesanti. Anche se tanti servizi come Whatsapp, Signal, Telegram e Facebook Messenger aggiungono delle opzioni per la Protezione della privacy, questi sistemi sono comunque centralizzati e hanno a capo una sola azienda che decide. E proprio queste multinazionali rappresentano un pericolo per delle comunicazioni realmente private.

All’inizio di quest’anno, per esempio,il governo turco ha chiuso ProtonMail, un servizio che permetteva di inviare mail end-to-end cifrate distruggendole automaticamente dopo la trasmissione. Essendosi accorto che la piattaforma veniva utilizzata da giornalisti e dai dissidenti, il governo turco ha bloccato la funzione che si basava su 20 reti virtuali private, impedendo ai cittadini di aggirare le restrizioni e visitare i siti oscurati.

La nuova grande frontiera per evitare tutto questo e sviluppare applicazioni a prova di censura, è la blockchain: nel momento in cui le fonti di informazioni sono decentralizzate non esistono  concrete possibilità di attuare una censura su vasta scala.

La blockchain per riottenere la privacy

Raccogliere e registrare dati privati come informazioni bancarie,  indirizzi di casa o il codice fiscale, è diventata la norma. E queste informazioni vengono messe a rischio non solo dagli hacker che puntualmente riescono a bucare i database delle grandi aziende, ma dalle multinazionali stesse, che sfruttano dei voluti buchi nei contratti della privacy per accedere e vendere dati personali a terze parti o ai governi.

Lo scandalo di Cambridge Analytica, per esempio, rivelò che i dati di 80 milioni di utenti di Facebook erano stati allegramente venduti senza il loro consenso. E la vendita dei dati degli utenti rimane il modello di business delle grandissime compagnie tecnologiche: è quello che gli permette di passare da startup a grandi aziende.

Con la tecnologia della blockchain, i cittadini avranno la possibilità di registrare le informazioni private in un luogo sicuro e centralizzato, dove la raccolta di dati non è possibile. I cittadini manterranno infatti la proprietà dei loro dati decidendo dove e quando devono essere conservati o condivisi. Inoltre la tecnologia della blockchain può prevenire l’accesso di terze parti e di pirati informatici.

Riconquistare la libertà di acquisto

Anche la libertà del mercato può avere grande vantaggio dalla blockchain. Si sa che gli Stati sono strettamente legati ai sistemi finanziari. Ma dal momento che l’economia globale è diventata sempre più interconnessa, i cittadini hanno ottenuto accesso molto rapidamente a nuove forme di mercati e di scambi sfuggendo al controllo dei governi. E i governi hanno fatto di tutto per tentare di mantenere il loro potere .

Uno degli esempi più importanti è il meccanismo del “credito sociale” cinese. Si tratta di un programma di sorveglianza che registra tutte le azioni di ogni singolo cittadino e le interazioni con i suoi colleghi, per stimare il suo livello di benessere economico e per capire le sue abitudini di acquisto. Questo meccanismo di controllo coinvolge tutto, dalla stipula di un’assicurazione alla registrazione a un sito di incontri.

Le valute virtuali, basate sulla blockchain,  hanno il potere di troncare questo meccanismo dalla testa. Eliminando dalle transazioni l’autorità centrale, gli individui o i gruppi possono sfuggire al controllo del governo e questo effetto verrà amplificato quando sempre più negozi e venditori adotteranno le criptomonete. Ed è estremamente significativo che diversi governi abbiano cercato di bloccare con inutili tentativi  lo scambio di valuta virtuale.

La blockchain rappresenta così la vera frontiera per recuperare quella libertà di Internet che nel corso del tempo ci è stata sottratta, giorno dopo giorno, dai governi e delle grandi compagnie.

Post di Facebook contrassegnati come spam: la battaglia contro lo spam va male?

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Una cosa è identificare lo spam ed eliminarlo su una piattaforma virale come Facebook, ed è una cosa completamente diversa contrassegnare i messaggi normali come spam. La più grande piattaforma di social networking al mondo è di nuovo nei guai perché molti utenti si lamentano del fatto che i loro messaggi vengono contrassegnati come spam da Facebook.

Se hai recentemente condiviso un articolo o anche un post su un evento spesso inerente la politica e Facebook lo ha rimosso dicendo “sembra spam per noi”, allora non sei il solo.

Il co-fondatore di Alt News Pratik Sinha ha condiviso diversi screenshot dei post degli utenti rimossi dopo che Facebook li ha contrassegnati come spam quando chiaramente non lo sono.

Un utente ha affermato di aver pubblicato una notizia su degli eventi d’arte e che Facebook lo ha rimosso dopo averlo identificato come spam.

Allo stesso modo, i post su NotPetya e il ruolo della Russia, la sicurezza delle elezioni e altro sono stati identificati come spam e quindi rimossi da Facebook. Secondo Sinha, Facebook che contrassegna i post dei suoi utenti come spam senza una corretta valutazione della genuinità non segue una linea guida impostata, ma probabilmente è un errore tecnico. Gli utenti di tutto il mondo sembrano essere influenzati da questo, e non c’è nessuna comunicazione di Facebook su ciò che sta causando questo problema. Inoltre non è chiaro quanto sia diffuso il problema. Ma diversi utenti hanno sollevato preoccupazioni simili su Twitter.

 

 

Apple caccia Onavo, app di Facebook, dal suo store, per furto di dati

Scontro Apple – Facebook sulla privacy. Apple giudica Onavo, una applicazione di sicurezza sviluppata da Facebook, decisamente invasiva dei dati degli utenti e invita gentilmente il social network a rimuovere il prodotto dall’iOS App Store. E Facebook fa marcia indietro.

Per chi non la conoscesse, Onavo Protect è un applicazione che crea una rete privata virtuale pensata per aiutare gli utenti a gestire l’utilizzo dei dati e a navigare in sicurezza, acquisita da Facebook nel 2013 tramite l’acquisto di una compagnia israeliana.

L’applicazione era già stata oggetto di diverse critiche e perplessità all’inizio di quest’anno, quando il gigante dei social media l’aveva offerta liberamente, promettendo di tenere i dati al sicuro durante la navigazione e di limitare la condivisione delle informazioni sul web. Poco tempo dopo il suo rilascio, infatti, diversi esperti di sicurezza avevano criticato Onavo Protect, spiegando che l’applicazione raccoglieva i dati degli utenti tracciando tutte le attività sullo smartphone.

Apple butta fuori Onavo Protect, di Facebook, dal suo store

Ora secondo un report del Wall Street Journal, Apple ha informato Facebook che Onavo Protect vìola le linee guida di iOS App Store, specie dopo che a giugno Apple ha introdotto delle restrizioni per gli sviluppatori di app che creano database di informazioni degli utenti, e vogliono rivendere i dati a terze parti.

Dopo un botta e risposta tra Apple e Facebook, Apple ha suggerito alla controparte di rimuovere volontariamente Onavo Protect dall’App Store. “Apple ha informato ufficialmente Facebook – si legge in un comunicato – che l’applicazione vìola le nuove regole rilasciate in giugno progettate per limitare la raccolta dei dati da parte degli sviluppatori delle applicazioni. Inoltre Apple ha informato Facebook che Onavo Protect vìola parte del suo accordo con gli utenti riguardo all’utilizzo delle applicazioni”

“Lavoriamo duro – conclude Apple – per proteggere la privacy e la sicurezza dei dati in tutto l’ecosistema Apple. Con l’ultimo aggiornamento delle nostre linee guida abbiamo spiegato in maniera esplicita che le applicazioni non devono raccogliere informazioni relativamente a come altre applicazioni installate dall’utente gestiscono i dati analitici o la pubblicità.”

Onavo Protect è un tool gratuito per la navigazione in sicurezza che attualmente redireziona il traffico internet dell’utente su un server privato gestito da Facebook. Per capire quanto Onavo Protect sia uno strumento fortemente invasivo della privacy basta leggere la descrizione all’interno del Google Play store, che al momento attuale mantiene attiva la funzione.

“Onavo può registrare il tuo traffico di dati mobili. Questo ci aiuta a migliorare e gestire al meglio il servizio di Onavo Protect, analizzando l’uso che fai delle applicazioni, dei dati e osservando quali siti visualizzi. Dal momento che siamo parte di Facebook, utilizziamo le informazioni anche per migliorare i prodotti e i servizi del social network, per fornire statistiche e migliorare l’esperienza di navigazione.”

Quindi se pensi che Facebook possa tracciare le tue attività sul web ma che non sia in grado di seguirti quando utilizzi altre applicazioni nel tuo smartphone, ti stai sbagliando, specialmente quando utilizzi Onavo Protect.

Nonostante Facebook abbia rimosso Onavo Protect dall’iOS App Store, gli utenti che hanno già scaricato l’applicazione potranno continuare ad utilizzarla, ma senza aspettarsi alcun aggiornamento da parte di Facebook. Onavo è stato scaricato 33 milioni di volte attraverso i Play Store di Google e il market iOS.

Con Google, invece, i rapporti sembrano ottimi e Facebook non ha nei suoi piani di rimuovere dal Play Store la sua funzione, a meno che Google non attui un comportamento simile a quello di Apple.

Android. Spyware ‘Triout’ registra le telefonate, ruba immagini e testi

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Può registrare segretamente le telefonate, raccogliere immagini, video, messaggi di testo e anche le coordinate GPS delle vittime e inviarle agli aggressori.

Triout è attivo dal maggio di quest’anno e viene diffuso attraverso una falsa app per Android, disponibile anche su Google Play Store nel 2016.
Anche se l’app è stata rimossa dal Play Store, una versione riassemblata dell’app è ancora disponibile da altre fonti e firmata con un certificato Google Debug autentico.

L’app spyware è stata progettata e funziona come suggerisce il nome stesso: Sex Game. Ma trasforma furtivamente i dispositivi Android in un potente strumento di sorveglianza e rimanda i dati rubati ai server controllati dagli aggressori.

I ricercatori non sono sicuri delle origini dell’app o di quante volte è stata installata sui telefoni, ma probabilmente sono state diffuse attraverso app store di terze parti o forum di condivisione di app.

L’analisi del malware indica che proviene dalla Russia, ma non è necessariamente sviluppata nello stesso Paese di provenienza. Hanno anche rilevato molti campioni israeliani raccolti dall’app accennando a campagne di sorveglianza e spionaggio su vasta scala.

La parte più sorprendente è che lo spyware è completamente visibile, il che significa che la semplice decompressione del file .apk renderebbe il codice sorgente leggibile. Questo suggerisce che il framework potrebbe essere un work-in-progress e forse i creatori stanno testando più funzionalità e compatibilità con i dispositivi.

Per evitare di cadere vittima di Triout o malware simili, i ricercatori sollecitano gli utenti a non installare applicazioni diverse da quelle che provengono dal negozio ufficiale. Consigliano inoltre agli utenti di non fornire autorizzazioni non necessarie che concedono l’accesso a registri delle chiamate, messaggi e file multimediali.

Password Netflix e Hulu diffuse dagli hacker nel dark web

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Un ingente numero di password e credenziali di accesso di servizi popolari come Netflix e Hulu sono stati diffuse da hacker e messe in vendita nel Dark Web.

Un report dell’agenzia di sicurezza Irdeto ha individuato alcuni post, in cui dei pirati informatici vendono nei marketplace che si diffondono nel Dark web, centinaia di credenziali di accesso per servizi estremamente impopolari come la TV a pagamento e i video On Demand.

Un gruppo di hacker ha infatti diramato il login di 42 servizi da Netflix a Direct TV a Hulu. Tutto sommato sono stati diffusi 850 tipi di credenziali, organizzati in 69 liste di venditori  su 15 piattaforme. In media le credenziali di un account vengono vendute per €7/8, per un utilizzo una tantum. Alcuni venditori mettono a disposizione anche gruppi di credenziali per l’utilizzo ripetuto a prezzi più alti.

La Irdeto è un’attività commerciale che ha tutto l’interesse a sollevare l’attenzione alla pirateria online e altre attività illecite, dal momento che vende contenuti di sicurezza e soluzioni per il controllo della diffusione illegale, tuttavia quello che afferma la fonte è confermato.

In realtà aziende come la Netflix fanno quotidianamente delle verifiche per controllare che le loro credenziali non siano state diramate online. Come Amazon e Facebook, Netflix ha una precisa routine giornaliera in cui esperti di sicurezza scandagliano il web per verificare se i codici riservati dei loro clienti sono disponibili da qualche parte. Nel momento in cui trovano delle password che assomigliano a quelle dei loro clienti, sotto forma di codice hash, inviano un segnalazione ai loro iscritti per invitarli ad aggiornare le credenziali di accesso.

Irdeto ha anche diffuso una serie di accorgimenti di sicurezza specifici per coloro che utilizzano video On demand. Ovviamente l’utilizzo di password sicure, che contengano oltre a lettere anche  numeri e caratteri speciali, è il primo passo. Ma la cosa peggiore in questo settore è il riutilizzo delle credenziali di accesso su più piattaforme. In quanto una volta che un pirata informatico individua una password, la utilizza automaticamente su tante altre piattaforme.

Il consiglio dunque è di aggiornare la propria password e utilizzarla solo per quello specifico servizio.

Falle per Adobe Photoshop CC 2017 e 2018. Aggiornate subito

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Adobe ha rilasciato un aggiornamento di sicurezza straordinario per correggere 2 vulnerabilità in Adobe Photoshop per Microsoft Windows e per Apple Mac Os.

Secondo l’annuncio di sicurezza rilasciato lo scorso mercoledì, Photoshop CC è vulnerabile a due gravi bug di gestione della memoria che permettono ad un pirata informatico di eseguire codice arbitrario su un computer preso di mira.

Le vulnerabilità, identificate come CVE-2018-12810 e CVE-2018-12811, riguardano Adobe Photoshop CC 2018 dalla versione 19.1.5 e le precedenti 19.x, così come Adobe Photoshop CC 2017 versione 18.1.5 e precedenti. Le falle sono state scoperte da Kushal Arvind Shah della FortiGuard.

Le vulnerabilità non fanno parte del grande aggiornamento di agosto che ha corretto un totale di 11 falle in Flash player, Acrobat e Reader, Experience manager e Creative cloud. Solamente due di tutti queste vulnerabilità segnalate lo scorso mese sono state classificate come critiche, mentre nessuna di queste due vulnerabilità straordinarie sono attualmente sfruttate in internet.

Anche se queste falle sono state contrassegnate come critiche, i primi test e le prime indagini dimostrano che i pirati informatici non stanno facendo un uso massiccio di questi bug. Comunque gli amministratori di sistema che utilizzano Adobe Photoshop CC devono scaricare quanto prima l’aggiornamento e installarlo.