Android 8 Oreo recensione e novità. Un bell’update con tante promesse

Tutti gli smartphone del 2018 montano il nuovo sistema operativo Android 8.0/8.1 Oreo. Come non scoprire le novità di questa versione del popolare sistema operativo Google? Con Oreo, Google semplifica il centro di notifica, aggiunge la funzione picture-in-picture a tutti i dispositivi e fa girare le app dietro le quinte per offrire una migliore durata della batteria. Oreo offre anche funzioni di sicurezza intelligenti, come l’autocompletamento per le app e un modo più efficiente per installare da Google Play. Con questa versione, Android è più efficiente che mai e sono già stati apportati ulteriori miglioramenti nell’anteprima degli sviluppatori di Android 8.1.

La domanda perenne che accompagna ogni versione di Android è quale sarà il nome di pasticceria che verrà dato al sistema operativo. Android 4.4 ha scelto di chiamarsi KitKat, come le barrette di cioccolato. Android 5 è uscito sotto il nome di Lollipop (il nostro Chupa chupa) e Android 6 si è chiamato Marshmallow, come i cilindretti di zucchero morbidoso. Android 7 è andato sul torrone, chiamandosi “Nougat”. E l’ottava versione di Android sta per Oreo, il biscottino ripieno di crema.

Android 8 Oreo recensione e novità: la situazione del mercato

Mettendo da parte gli scherzi, l’ultimo grande restyling visivo di Android risale a Android 5.0, con il lancio del Material Design. Da allora, Google si è concentrata sull’affinare le performance e la stabilità del sistema operativo mobile più popolare al mondo. E lo possiamo capire. Con così tanti produttori di cellulari e gestori da supportare, gli aggiornamenti del codice e della infrastruttura sono decisamente più interessanti rispetto allo sfoggio di grafiche fantasmagoriche.

Ma sul mercato esiste anche Apple, che riesce sempre a tracciare il solco su cui la concorrenza lo inseguirà. iOS 11 si concentra sui flussi di lavoro e ottiene più performance sui dispositivi mobili, in particolare su iPad Pro. Il che obbliga Android ad una riflessione.

Sono due visioni diverse: Android ha sempre messo l’utente al centro dell’esperienza, mentre Apple mette il sistema operativo al centro e l’utente deve adattarsi. Interagisci con iOS: è bello, rapido, certamente, molto intelligente. Ma è inflessibile, richiedendoti di usarlo come previsto da Apple. Android, d’altra parte, è spesso meno elegante ma ti offre molte strade per usarlo come preferisci.

Un esempio concreto di queste due filosofie sta nella differenza del menu Impostazioni. C’è un solo modo per cambiare le impostazioni di sistema su iPhone: apri l’app Impostazioni. Anche Android ha un’app Impostazioni, ma puoi accedere ai controlli del telefono dai collegamenti sul desktop o abbassando la barra delle notifiche. Puoi usare una di queste strade, a seconda di cosa è più comodo per te. Capito la differenza?

Oreo, in particolare, si concentra sulle notifiche, che è la parte del sistema operativo con cui le persone interagiscono maggiormente. Insieme a questo ci sono una serie di altri aggiornamenti, molti dei quali richiedono uno sforzo da parte degli sviluppatori di app per realizzare il loro pieno potenziale, oltre a miglioramenti della sicurezza, della durata della batteria e delle prestazioni complessive. Tuttavia, tutti questi nuovi cambiamenti mirano a portare la flessibilità e la personalizzazione di Android a disposizione di tutti gli utenti, e non solo dei più esperti.

La distribuzione del nuovo sistema

Sebbene Android Oreo sia già stato lanciato, potrebbe passare del tempo prima che appaia sul tuo dispositivo Android. Tieni presente che quando ottieni Android Oreo (se il tuo dispositivo lo riceve), la tua esperienza potrebbe essere leggermente diversa da quella di un altro utente. Lo smartphone Google Pixel, ad esempio, utilizza il Pixel Launcher, mentre i telefoni Samsung hanno la loro personale esperienza visiva, per non parlare di Huawei.

Google è diventato molto più bravo a lavorare con i produttori di hardware per ottenere aggiornamenti del sistema operativo a un ritmo più veloce, ma è improbabile che raggiunga mai Apple in termini di velocità di diffusione degli update. I possessori di Pixel e Nexus saranno i primi ad assaggiare Oreo. In un post del blog, Google scrive che entro la fine dell’anno dovrebbero essere disponibili aggiornamenti per Essential, General Mobile, Huawei, HTC, Kyocera, LG, Motorola, Nokia, OnePlus, Samsung, Sharp, e Sony.

Il problema della diffusione delle nuove versioni di Android, che gli analisti chiamano “frammentazione” e Google chiama con un eufemismo, “varietà“, vige da molto tempo e non sembra essere destinato a risolversi presto. Secondo le statistiche di Google, solo il 13,5%degli utenti utilizza Android 7.0 o versioni successive, con la maggior parte (circa il 60 per cento) che usa ancora la versione tra 5.0 e 6.0.  A onor di Google, dobbiamo dire che l’azienda ha trovato il modo di aggiornare e proteggere i dispositivi senza dover attendere i produttori o gli operatori wireless.

Le protagoniste di Android 8 Oreo: le notifiche

La novità più ovvia in Android Oreo sono le notifiche. Ora puoi scorrere verso sinistra o verso destra per visualizzare un’icona a forma di ingranaggio a orologio.

Toccandolo si apre una nuova schermata per le impostazioni di notifica delle app. Nella parte superiore vi è l’opzione per attivare o disattivare le notifiche, una per una. E questo è molto comodo: personalmente ho disattivato subito i badge che mostrano il numero di e-mail non lette o di Mi piace ricevuti su Facebook.

Ma oltre a questo, è il resto delle impostazioni che sono davvero rivoluzionarie per Android e rappresentano una vera e propria sfida lanciata agli altri sistemi operativi mobili. Con Oreo, Android ora fornisce un controllo preciso su quale tipo di avvisi si desidera ricevere con le Categorie di notifica (chiamate Canali, per gli sviluppatori).

Invece di avere solo un interruttore on-off, le categorie consentono di gestire gruppi di notifiche con un livello di personalizzazione davvero interessante. Twitter, ad esempio, notifica costantemente le notizie (per lo più orribili) che accadono. Con Categorie, posso attivare o disattivare sette diverse opzioni. Posso dire di Sì ai messaggi diretti e agli avvisi di sicurezza. Posso dire di No ai retweet. Posso persino impostare diverse preferenze per i singoli account Twitter.

Il trucco per le notifiche divise in categorie funziona se gli sviluppatori di app aggiornano i loro prodotti in tal senso. Ma Google sa essere piuttosto convincente e agli sviluppatori questo meccanismo conviene. Con il modello precedente, infatti, se qualcuno fosse stato infastidito dalle notifiche di un’app, avrebbe spento tutte le notifiche o, peggio, avrebbe eliminato l’app.

Mentre in questo modo, le applicazioni diventano molto più sostenibili, a tutto vantaggio di chi le ha prodotte. Questo è un enorme cambiamento per Android e spero che varrà non solo per altre piattaforme mobili, ma anche per browser e sistemi operativi desktop.

Ma toccando l’orologio puoi anche posticipare le notifiche. Android Oreo ti consente di posticipare una notifica ad un momento successivo, proprio come puoi fare per gli avvisi dall’app Inbox in Gmail. Il vantaggio è che le app possono mostrare una sola notifica posticipata e complessiva, anzichè tutto l’elenco di notifiche durante il tempo. Un esempio pratico: immaginate di avere l’app di eBay con un’asta. Anzichè trovarvi 15 notifiche di ogni rilancio, ne troverete una sola complessiva all’orario da voi indicato.

Un aggiornamento minore ma gradito alle notifiche in Oreo è il tocco di colore che gli sviluppatori possono scegliere di aggiungere. È un ottimo modo per attirare l’attenzione su eventi particolarmente importanti.

Una grafica più fresca

Oltre alle notifiche, ci sono alcune altre aree con aggiornamenti interessanti. Le icone, ad esempio, non sono più solo immagini in Android Oreo. Invece di un’immagine semplice, le icone di Android sono grandi pulsanti, ottimizzati e ridimensionati dal sistema operativo. Per gli utenti finali, significa icone rotonde o quadrate, a seconda del dispositivo.

La parte più interessante di queste icone adattate è che possono essere animate. Poiché le icone sono più grandi, queste possono spostarsi a sinistra e a destra in risposta al tocco del dito, un po’ come spostare un’immagine avanti e indietro su un sottofondo mobile. Le icone supportano anche un’animazione con pulsante, che funziona sia su Pixel che su Nexus 5x.

Le icone delle app sono anche più potenti. Basta premere a lungo su una di queste per visualizzare le opzioni e le scorciatoie per le funzioni, ognuna delle quali può essere isolata e posizionata a sè stante nella schermata iniziale.

Una delle principali funzionalità di Android Nougat era il supporto per le app a schermo diviso. Questi funzionano particolarmente bene sul tablet come Pixel C, la cui forma del display lo rende perfetto per due app appaiate.

Meno celebre era la modalità picture-in-picture (PIP), che faceva visualizzare una piccola finestrella animata mentre si facevano altre cose, che era prima limitata ai dispositivi con Android TV. Con Android Oreo, anche tablet e cellulari possono eseguire la visualizzazione picture-in-picture, permettendo finalmente a tutti noi di realizzare il sogno di guardare YouTube e scrivere un’email simultaneamente.

All’inizio, si possono avere delle difficoltà a testare la funzionalità PIP, dal momento che le app che ne approfittano sono poche, per ora. La più gradita è certamente YouTube, ma abbiamo scoperto che avremmo dovuto sottoscrivere un abbonamento mensile a YouTube Red per sfruttare PIP. Questo è abbastanza deludente, e speriamo che altre aziende non seguano questo esempio.

Siamo stati finalmente in grado di sperimentare PIP con Google Duo, l’app di chat video appositamente creata dall’azienda. Era molto semplice. Durante la chat, abbiamo toccato il pulsante Home. Siamo tornati al desktop e la chat video si è ridotta a una finestra mobile e ridimensionabile. Tenete presente che Hangouts, il cavallo di battaglia della chat di Google, non utilizza PIP.

Novità anche per chi usa molto l’emoji. Molti utenti saltano del tutto l’uso delle parole e mandano solo messaggi emoji. In Oreo, Google rivisita completamente l’aspetto delle sue emoji, arrotondando le teste degli omini per farle assomigliare più ad un viso tradizionale. Personalmente, alcune emoji non più disponibili ci mancheranno, e quelle nuove sono parecchio più generiche del vecchio set. Fortunatamente, Android Oreo utilizza Unicode 10 e ha nuove emoji che includono nuove figure professionali (come saldatori e programmatori di pc), oltre a una donna con il velo. C’è anche un dinosauro.

E’ un buon lavoro, ma ancora inferiore rispetto ad Apple, che in iOS 11 aggiunge anche alcuni aggiornamenti emoji, almeno per gli utenti di iPhone X. Quelli che sborsano i soldi per il prodotto di fascia più alta di Apple possono usare lo scanner facciale per mappare le loro espressioni facciali a  renderle “animoji”.

Le novità nel codice: stop alle app in background

Ogni aggiornamento del sistema operativo include sempre una serie di funzionalità che la maggior parte delle persone probabilmente non vedrà mai, o addirittura non conoscerà. Questo perché sono per sviluppatori, non per le persone normali. Ma ce ne sono alcune che meritano di essere menzionate perché cambieranno (o almeno potrebbero) il modo in cui utilizzi Android.

Siamo tutti abituati al nostro smartphone che dura poco più di un giorno e molto meno se usato frequentemente. Android Oreo combatte il consumo di batteria limitando ciò che le app possono eseguire in background. L’obiettivo è di dare la preferenza alle app che stai utilizzando o che sono attive e mettere una pausa quelle che servono meno.

Un grande risparmio deriva da limiti più severi sui dati relativi alla posizione. Quando un’app non è direttamente in uso con Android Oreo, non sarà in grado di controllare la tua posizione in background. Questo a prescindere dal fatto che l’app sia stata scritta appositamente per Oreo, o se è più antica. Questo è un cambiamento davvero positivo, in quanto molte delle parti più interessanti dei nuovi sistemi operativi vengono ignorate dagli sviluppatori.

Non possiamo dire di aver notato una grossa differenza nelle prestazioni della batteria, ma l’idea costituisce un binario da percorrere nel futuro, e lo troviamo decisamente interessante. Tuttavia, abbiamo notato una notifica irritante nella parte superiore dello schermo che ci informava che LastPass e altre app sono in esecuzione in background. Oltre a sfruttare la funzione di posticipo della nuova notifica, non si riesce a capire come si toglie questo avviso.

Vuoi inviare un messaggio ma non hai una rete Wi-Fi nelle vicinanze? La tecnologia Wi-Fi Aware inserita in Oreo potrebbe essere d’aiuto. Secondo Google, se il tuo dispositivo ha l’hardware appropriato può rilevare altri dispositivi utilizzando la radio Wi-Fi integrata. Quindi, la tecnologia invia file e informazioni direttamente tra due dispositivi tramite Wi-Fi, ma senza una rete Wi-Fi nell’area. In pratica, trasforma il tuo telefono in un walkie-talkie, con comunicazioni uno a uno. È davvero bello, ma non ci sono ancora dispositivi compatibili, né app che utilizzano questa funzionalità.

Bello anche Project Treble, che divide efficacemente Android in tre sezioni. Una è dove vivono le app. Un’altra raggruppa tutto ciò che gli operatori telefonici e i produttori degli smartphone mettono a disposizione. Il mezzo vi sono gli strumenti che vengono forniti da Google. Ciò significa che Google consentirà ai produttori di tagliare alcuni passaggi per portare gli aggiornamenti di Android sul mercato.

Sul sito Android, Google scrive che Treble “consentirà ai produttori di dispositivi di offrire nuove versioni Android semplicemente aggiornando il framework del sistema operativo Android, senza alcun lavoro aggiuntivo”.

Questo è un grande, seppur piccolo, passo in avanti per Android, che consente alle persone di ottenere più rapidamente le ultime versioni del sistema operativo. Ma non cantiamo vittoria troppo presto; questo non significa che ogni dispositivo Android inizierà a ricevere nuovi aggiornamenti alla velocità della luce. Questo è il problema con Android. Ciò che Google chiama “diversità” spesso è  un casino fra diverse versioni di software e hardware. Google sta cercando di ottenere più controllo su Android, ma ha ancora molta strada da fare.

Più sicurezza con l’isolamento

Ogni aggiornamento di Android ha visto miglioramenti della sicurezza importanti. Ecco perché, nonostante la gran quantità di hacker e la più grande base di utenti che il mondo abbia mai conosciuto, gli esperti ammettono che Android è una piattaforma abbastanza sicura. Quanto ad update di sicurezza, ne abbiamo individuati alcuni che sono rilevanti per l’utente medio.

Il primo ha a che fare con WebView, che è il browser integrato che ti permette di fare clic su un link su Twitter e vedere la pagina web senza uscire dall’app. Le versioni precedenti di Android hanno introdotto l’opzione per rendere questo contenuto Web un processo isolato. Il che significa che se il collegamento è dannoso non può influire sul resto del telefono.

In Android Oreo, Google rende questa misura di default.  L’isolamento è una buona cosa, in particolare quando si tratta di collegamenti, che possono essere utilizzati per camuffare siti Web pericolosi.

Inoltre, Google permette agli sviluppatori di app di introdurre la verifica di sicurezza degli URL tramite la funzione “Navigazione sicura”. E questo è eccellente, perché “Navigazione sicura” può escludere siti Web che collegano ad app dannose e bloccare anche i siti di phishing. I browser moderni come Google Chrome sono diventati molto abili nell’individuare e proteggere da potenziali pericoli. Portare la stessa protezione ovunque, anche su mobile, è un passo davvero importante.

Un altro update è in realtà nello stesso Google Play Store. Ora, in tutto il Play Store, appare un piccolo scudo verde, per farti sapere che le app e il tuo dispositivo sono al sicuro. Il Google Play Store ha una reputazione incerta sulla sicurezza, dovuta in parte all’enorme volume delle app Android (per la maggior parte non sicurissime) e in parte dal processo semi-automatico che approva le nuove app. Ma Google ha sempre tappato le emergenze con esperti in carne ed ossa, ed è riuscito a tenere sotto controllo le minacce più gravi all’ecosistema che gestisce.

E parlando di app, Android Oreo elimina l’opzione per consentire l’installazione di app da “fonti sconosciute“. Questo significa fondamentalmente che è bandita per sempre l’installazione di app da qualsiasi parte che non sia Google Play. Ma invece di bloccare i dispositivi Android, come Apple ha fatto per iPhone e iPad, Google ti consente di approvare o disapprovare le app caso per caso. Questo ti dà più controllo e, cosa ancora più importante, significa che non ci sarà una singola impostazione che può essere usata per compromettere il tuo telefono. È una grande mossa.

Un’altra funzionalità di sicurezza è una nuova API di compilazione automatica, che consente a Google o altre app di inserire password in Android. Per anni, abbiamo affermato che un gestore di password è l’unica cosa che le persone possono fare per migliorare la loro sicurezza, generando, memorizzando e richiamando password uniche e complesse per ogni app o servizio. I gestori di password finora potevano inserire automaticamente queste informazioni nei browser, ma non sempre funzionava.

Tutto questo è cambiato con l’API di riempimento automatico, che richiama le password in base alle tue esigenze. Da oggi si può accedere ad alcune opzioni di riempimento automatico premendo a lungo su un form di login. Per impostazione predefinita, avrai a disposizione le password che hai salvato con Google, tramite Chrome e Android. Ma gli utenti possono selezionare un’app di riempimento automatico nello stesso modo in cui selezionano una tastiera. Purtroppo, al momento non ci sono altre app che supportano il servizio.

Siamo comunque davvero entusiasti di questa particolare funzionalità, perché la sicurezza delle password è fondamentale. Con l’opzione di gestione potenziata delle parole d’ordine, i telefoni Oreo avranno un vero vantaggio sui dispositivi Apple.

Android 8 Oreo: cosa non c’è

Non sorprende che Android Oreo sia un aggiornamento modesto per un sistema operativo maturo, ma ci sono ancora caratteristiche che sembrano mancare. Gli assistenti vocali sono ovunque, ma non abbiamo trovato un’integrazione con Google Assistant. Google, negli ultimi anni, si è focalizzata sull’apprendimento automatico, eppure non abbiamo visto nessuna possibilità di sfruttare questa tecnologia in Oreo.

Questo perché l’approccio di Google per le nuove versioni sembra essere focalizzato a livello di app. L’Assistente Google è infatti più potente con Oreo, ma nel senso che funziona meglio con le app di terze parti.

In realtà Google sa fare un ottimo apprendimento automatico. Lo possiamo vedere bene nell’app Google Foto, che fa un ottimo lavoro scansendo le foto, e identificando la stessa persona sin da quanto è un bambino fino all’età adulta. Nelle ultime presentazioni di Google, la società ha spinto anche su Google Lens, un’app che genera una realtà aumentata dove quello che inquadri si arricchisce di informazioni aggiuntive calcolate al momento. Speravamo che sarebbe uscita qualche novità in questo senso con Android Oreo, ma non c’è ancora traccia di questa tecnologia anche mesi dopo gli annunci.

Verso Android 9 Pie

Google ha lavorato duramente dopo l’esordio pubblico di Oreo e ha già rilasciato un’anteprima degli sviluppatori di Andoid Pie. Il prossimo aggiornamento importante non è ancora pronto per il pubblico, ma è certo che un’altra beta arriverà a breve.

Anche in questo modo, possiamo ottenere alcuni suggerimenti su ciò che Android Pie ci regalerà. Supporto per Wi-Fi Round-Trip-Time (RTT), che significa che gli sviluppatori possono creare app che sfruttano il posizionamento anche all’interno delle abitazioni. L’utilizzo di almeno tre punti di accesso Wi-Fi consentirà al tuo dispositivo Android di determinare la tua posizione entro uno o due metri. Google ha spiegato che questa tecnologia potrebbe essere utilizzata per determinare chi sta parlando a uno speaker o per promuovere annunci pubblicitari ancora più specifici.

Seguendo le orme di Android Oreo, Android Pie porterà ancora più miglioramenti alle notifiche. Le nuove notifiche includeranno i media (come le foto inviate via sms), così come gli avatar degli utenti, in modo che tu possa vedere chi ha inviato quelle immagini. Le risposte suggerite, che hanno debuttato per la prima volta su GMail, stanno ora arrivando anche alle notifiche, quindi puoi inviare una risposta direttamente dalla barra notifiche.

Un miglioramento a cui siamo particolarmente interessati  è la limitazione delle app in background. In particolare, Android Pie limiterà l’accesso al microfono e alla videocamera. Ci sono già parecchi dispositivi che ci spiano e siamo contenti di vedere che Google si muove ponendo dei paletti.

Questi sono solo alcuni dei punti salienti nell’anteprima degli sviluppatori di Android Pie, ma tenete presente che non sono scolpiti nella pietra. Ognuna di queste funzionalità potrebbe svanire prima della versione finale e molte altre probabilmente verranno aggiunte.

Valutazione finale

Può sembrare un po’ inutile dare una valutazione sui sistemi operativi, per il semplice fatto che anche se fosse negativa,  non è possibile installare un sistema operativo diverso  da quello che ci ritroviamo sul telefono.

Quest’anno, tuttavia, ci sono paragoni particolarmente utili da fare. Apple è focalizzata sull’usabilità e creatività per i tablet, mentre Android è incentrato sul rendere tutti i dispositivi mobili più facili da usare e meno fastidiosi da avviare, con controlli migliori per le notifiche. Android continua a limitare le attività inutili, mentre Apple mira alla privacy imponendo controlli più stretti sul dispositivo.

Né Apple né Google hanno l’approccio “sbagliato” per i dispositivi mobili, ma dopo anni di utilizzo di entrambe le piattaforme, la personalizzazione e il controllo offerti da Android ci attirano davvero. Android è sempre stato adatto per le persone che volevano infilarsi nei meandri dei loro telefoni per farli funzionare esattamente come volevano.

Ma Android Oreo dimostra che per fare questo non è più necessario essere uno sviluppatore esperto. In sintesi: il motto non ufficiale di Apple potrebbe essere… “funziona“, ma quello di Android potrebbe essere… “funziona esattamente per te“.